Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: 1rebeccam    01/06/2011    1 recensioni
“E’ troppo tardi…sono giù ormai da troppo tempo!”
Trema, non tanto perché è bagnato fradicio, ma perchè uno strano gelo si sta impossessando di lui.
Passa un minuto…gelo nelle sue ossa.
Un altro minuto…gelo nei suoi organi vitali.
Ancora un altro minuto…gelo nella sua anima…
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Semir & Ben: Due mattacchioni amici per la pelle!'
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Angolo di Rebecca:

Questa storia fa parte di una serie. I protagonisti sempre Ben e Semir, con una nwe entry, Rebecca moglie di Ben...una parte importante avrà anche la piccola Aida!
Buona lettura





Periferia di Colonia, dentro una casetta qualunque nascosta dietro delle piante di rose Karl Koster discute con Hans Platter.
“Accidenti, credi veramente che sia un piano infallibile? E questo tizio che non vuole farsi vedere, di cui conosciamo solo la voce, credi veramente che ci possiamo fidare di lui?!”
“Ma certo che ci possiamo fidare, Karl andiamo lasciati andare, stiamo parlando di 2.000.000,00 di €uro, solo per noi.
Non ci siamo mai sognati di fare tanti soldi con i nostri piccoli colpi”!
“Appunto…perché servirsi di due mezze calzette come noi, per un colpo come questo poteva scegliere chiunque e ha scelto noi due?!”
“Perché siamo bravi, se fin’ora non abbiamo fatto il colpo grosso è solo perché non avevamo le conoscenze giuste. Ora le abbiamo.”
“Sarà. Ma io non mi fido di uno che non vuole comparire nemmeno per farsi conoscere dai suoi complici.”
“Ascolta, il Capo vuole solo mettersi al sicuro perché è un uomo potente per questo non vuole apparire, ma il lavoro sarà perfetto e noi saremo ricchi. Va a dormire, domani sarà un grande giorno.”


... “Hhhhm…lasciami in pace Semir, ti prego altri 10 minuti!”
Farfuglia Ben mettendosi a pancia in giù con il cuscino sulla testa.
Rebecca scoppia a ridere, gli strappa il cuscino dalla testa:
“Se fosse alta, bionda e con gli occhi azzurri potrei anche essere gelosa di questa… Semir!!!”
Ben apre gli occhi strizzandoli e si gira verso di lei: “Cos’hai detto?!”
“Beh, dopo quasi un anno di matrimonio mi chiami Semir, cosa dovrei pensare? Ee io come una stupida ti ho portato perfino la colazione a letto!”
Ben la guarda ancora confuso, poi fa mente locale e sorride:
“Scusa è che Semir diventa ogni giorno più insopportabile, dice sempre che sono in ritardo, di sbrigarmi che è tardi, mi sta ossessionando!”
“Non puoi dargli torto…tu SEI sempre in ritardo!”
“Fantastico…gli dai pure ragione.”
Lei si rimette sotto le coperte accanto a lui e avvicina il vassoio della colazione:
“Sbrigati a mangiare sennò farò tardi anche io…e io al contrario di te odio arrivare in ritardo.”
“Amore, quanto sei bella quando ti arrabbi” le risponde Ben dandole un bacio sulla guancia.
Guarda il telefono che vibra: “Ohccavolo, è LEI, è Semir!!!” sorride e risponde mentre Rebecca scoppia a ridere così forte che il vassoio per poco non cade.
“Collega, vorrei ricordarti che stamattina siamo attesi dal procuratore generale alle 9.00.”
“Buongiorno anche a te socio!”
“Alle 9.00 Ben, non alle 9.05, alle 9.10…ALLE 9.00…Salutami Rebecca.”
Riattacca, Ben guarda il telefono come se fosse la faccia del suo collega e gli fa le boccacce e Rebecca continua a ridere fino alle lacrime!
dopo una decina di minuti Rebecca esce dalla doccia infreddolita, lui la avvolge dolcemente con l’accappatoio e la bacia sul collo: “Che buon profumo che hai.”
“Smettila Ben, o faremo tardi davvero!”
Lui le prende il viso tra le mani e la bacia.
“Riconoscerei questo tocco ad occhi chiusi tra mille!”
Mentre la bacia la manica della maglietta s’impiglia nella collanina che Rebecca porta al collo, una piccola crocetta di brillantini.
“Aspetta che mi libero…Non hai paura di perderla…la catenina è così sottile…perché non la togli almeno quando fai la doccia?”
“Mia nonna me l’ha regalata il giorno della prima comunione, me l’ha messa al collo e mi ha detto che mi avrebbe sempre protetta, per questo non me la tolgo mai…e sono sicura che non la perderò! Mentre finisco di vestirmi prendi la borsa che mi hanno regalato i miei alunni per il mio compleanno, è dentro l’armadio.”
“Non vorrai portarti dietro quell’obbrobbrio!”
“Forse non sarà bellissima, però…”
“No, no, non è che non è bellissima…è proprio brutta!”
Rebecca gli si avvicina: “Adoro questo modo tutto tuo di essere sincero!” Si allunga sulla punta dei piedi e lo bacia sul naso: “Stavo dicendo che non sarà bellissima, però me l’hanno regalata i miei bambini, ed io me la porterò dietro…come dici tu!”


Semir entra di corsa al comando, saluta Susanne e le chiede se la Kruger si è già avviata dal procuratore.
“Si, è andata via circa 10 minuti fa.”
Se mi fa fare una brutta figura con il procuratore questa volta gli stacco il collo!”
Ben entra con la sua aria da bambinone innocente: “Buongiorno Susanne, giornata splendida non trovi? Buongiorno anche a te Semir, sono in perfetto orario e se vuoi possiamo anche avviarci, guidi tu giusto?” e gli tira le chiavi della macchina.
Arrivati dal governatore il commissario Kruger li guarda sconsolata:
“Almeno per oggi potevate mettervi una giacca!”
“Perché?! Non è un ricevimento…e poi sia contenta che siamo arrivati puntuali…sono le 9 meno 3 minuti!” e sfodera uno dei suoi fantastici sorrisi…
La Kruger lo guarda con disappunto, si gira e si dirige verso l’ufficio del governatore.
Anche Semir lo guarda male e lui: “Che c’è…che ho detto…che ho fatto stavolta…perché ce l’avete sempre con me?”


A qualche chilometro da lì, un furgone blu scuro si ferma davanti alla Hauffman Bank, scendono 4 uomini vestiti con una tuta scura e con dei passamontagna sul viso, entrano nella banca e sparano qualche colpo di mitra in aria:
“Fermi tutti, mettete le mani sopra la testa e faccia a terra!”
Tra le urla e la paura i pochi presenti all’interno fanno esattamente come gli è stato detto, i ladri si rivolgono al direttore, gli puntano il mitra allo stomaco e gli intimano di aprire la cassaforte.
Il direttore li porta nel cavò e con le mani tremanti digita il codice segreto della cassaforte, la porta si apre e due dei ladri entrano a prendere i soldi, mentre gli altri 2 restano fuori a tenere sotto tiro il direttore e i clienti.
In pochi secondi è tutto finito, si dirigono verso l’uscita, poi uno di loro si abbassa verso una delle clienti e la prende per il braccio: “Tu vieni con noi, così se dovessero inseguirci, sarai la nostra chiave per la fuga.”
La donna comincia ad urlare, ma lui la tiene stretta e spingendola verso l’uscita spara ancora dei colpi in aria:
“Se qualcuno tenta di venirci dietro, vi uccido tutti.” E sparisce…
Mentre escono uno di loro strattona una ragazza che è davanti alla banca gettandola a terra. Vedendolo incappucciato si rende conto della rapina e comincia ad urlare, allora il malvivente le dà uno schiaffo, la solleva sulle spalle e la scaraventa sul furgone insieme all’altro ostaggio, poi partono sgommando in tutta fretta.
“Dannazione Sven, perché hai preso anche lei?”
“Che volevi che allertasse tutto il quartiere prima di poter scappare!?”


Dopo la riunione con il governatore i nostri due amici si stanno dirigendo verso l’autostrada per cominciare il loro lavoro, sentono l’allarme della rapina.
“Siamo a 2 passi, che dici andiamo a chiedergli se hanno bisogno di aiuto?” dice Semir sorridendo.
“Non è di nostra competenza, e poi loro non vogliono l’aiuto dei poliziotti stupidi dell’autostradale.”
“Ok, hai ragione…allora si va!?” e fa l’occhiolino al collega che lo guarda, sorride e urla: “A tutta birra!!!”
“Non si può passare, chi siete?” chiede l’agente in divisa davanti all’entrata della banca.
“Colleghi. Ispettore capo Gerkan dell’autostradale, eravamo qui vicino e siamo venuti a vedere se vi serve aiuto.”
“Aiuto da voi!? Non ci servono due pagliacci per prendere quei ladri.” Sghignazza l’agente.
Mentre Semir sta per accapigliarsi col collega, Ben nota qualcosa per terra dove altri poliziotti stanno facendo dei rilievi.
Si avvicina e mentre lo fa sente il cuore arrivargli in gola.
Un passo e comincia ad avere la sensazione di non riuscire a respirare.
Un altro passo, non sente neanche il collega che cerca di fermarlo per non inquinare eventuali prove.
Un altro passo e si abbassa a prendere l’oggetto tra le mani mentre l’agente cerca in ogni modo di farlo allontanare.
Solo allora Semir si rende conto che il suo amico è chinato davanti all’entrata della banca con una borsa in mano e si avvicina.
“Vuole farlglielo capire lei che non deve toccare niente?” continua l’agente.
Ma Semir guarda Ben e capisce che qualcosa non va, si abbassa vicino a lui: “Ben che succede!?”
“Rebecca ha una borsa come questa, stamattina l’aveva con sé”…
“Possono esserci decine di borse come questa in giro!”
"Ti prego guarda dentro tu.”
Semir prende la borsa, la apre e tira fuori il porta fogli.
“E’ inutile che lo apri…è il suo.”
Chiude gli occhi e si mette la mano sul petto come se un dolore lancinante lo stesse uccidendo.
Semir si rivolge all’agente che cerca ancora di allontanarli: “Mi faccia parlare con chi dirige l’indagine.”
“Ho detto che ve ne dovete andare.”
“E io ho detto che voglio parlare con il tuo capo…ORA!” Ribadisce Semir alzando la voce.
Dalla banca esce un uomo in borghese: “Sono il commissario Rolf Belden, lei chi è?”
“Ispettore Gerkan dell’autostradale, lei è il capo qui?”
"Non è affar suo, dovete andarvene.” sbraita Belden
“Alla radio avete detto che hanno preso due ostaggi.”
“Forse non mi sono spiegato, ho detto che non è affar vostro, qui non siamo in autostrada, questo caso non è di vostra competenza.”
Prima che possa terminare la frase, Ben si alza lo afferra per il colletto della giacca e lo scaraventa contro il muro dell’edificio:
“Mia moglie è uno degli ostaggi sul quel furgone, perciò non me ne importa niente delle sue competenze.”
“Lascialo Ben, lascialo…calmiamoci tutti quanti.”
“Come fa a dire che uno degli ostaggi è sua moglie?”
“La borsa che c’era a terra fuori dalla banca è sua. Voglio sapere da che parte è andato il furgone.”
“I miei uomini lo stanno intercettando e c’è anche l’elicottero. Lo fermeremo presto.”
Semir ha già preso l’auto: “Salta su Ben, andiamo…Cobra 11 a comando, stiamo inseguendo il furgone blu scuro con a bordo gli uomini che hanno rapinato la Hauffman Bank, siamo sulla provinciale.”
“Il caso non è di nostra competenza, se ne sta occupando la squadra anticrimine.” risponde allarmata Susanne.
“Susanne su quel furgone ci sono due donne in ostaggio, e una di loro è Rebecca.”
“Come Rebecca…cosa dici?" 
“Dove sono diretti, Susanne?”
“Sulla Majer strasse, direzione porto. L’elicottero gli è sopra, da quando sono andati via dalla banca non si sono più fermati.”
“Grazie Susanne, siamo praticamente sul cavalcavia sopra di loro.”
 “Guarda Semir l’elicottero… e laggiù il furgone.”
Mentre fanno il giro dal cavalcavia per scendere verso di loro e arrivargli praticamente di fronte, il furgone entra nel tunnel che separa la strada dall’entrata al porto, lo perdono di vista per qualche minuto.
“Ma dov’è finito?” chiede Ben con il cuore in gola.
“Sarà ancora all’interno.”
Prima che se ne rendano conto il furgone esce dal tunnel correndo all’impazzata, come fuori controllo si dirige verso il fiume, scavalca il molo e cade dentro al Reno…
“NNNOOOO!!!” Ben scende di corsa dalla macchina seguito da Semir e si butta nel fiume, s’immerge cercando di raggiungere il furgone, che però è troppo pesante e va giù velocemente.
Ben, Semir ed altri colleghi che si sono tuffati dietro di lui continuano ad andare giù e a risalire senza fortuna.
Semir si avvicina al collega, cerca di tenerlo su, mentre lui si dimena perché vuole immergersi di nuovo:
“Ben è arrivato quasi sul fondo non possiamo arrivarci!”
“Lasciami Semir, devo andare giù, lei è là dentro, lasciami…REBECCA…REBECCA.”
Continua a gridare il suo nome dimenandosi per fare lasciare la presa a Semir, ma l’amico non lo molla, in quelle condizioni è capace di fare qualunque sciocchezza!
Nel frattempo sono arrivati i sommozzatori e Semir riesce a riportare Ben a riva: “Lasciamo fare a loro.”
“E’ troppo tardi…sono giù ormai da troppo tempo!”
Ben pronuncia quelle parole pianissimo come se avesse paura di sentire la sua stessa voce.
Trema, non tanto perché è bagnato fradicio, ma perchè uno strano gelo si sta impossessando di lui.
Passa un minuto…gelo nelle sue ossa.
Un altro minuto…gelo nei suoi organi vitali.
Ancora un altro minuto…gelo nella sua anima…
I sommozzatori tornano su, fanno dei segni che i due amici non riescono ad interpretare.
Viene chiamata una squadra per tirare su il furgone.
Nel frattempo erano arrivati al porto anche il commissario Kruger, Otto e Dieter.
Portano delle coperte ai colleghi, Semir li mette al corrente della situazione.
Ben è seduto con lo sguardo rivolto al Reno, non dice una parola!
Dopo circa mezz’ora la gru che imbraca il furgone lo tira su, lasciandolo sospeso nel vuoto un paio di minuti prima di adagiarlo lentamente sul molo.
Si avvicinano, mentre la squadra dei sommozzatori apre gli sportelli dell’abitacolo del furgone.
Il guidatore e quello che era seduto accanto a lui sono morti, trattenuti dalle cinture di sicurezza, mentre dietro non c’è niente.  Nessun cadavere!!!
Uno dei sommozzatori si rivolge al commissario Belden: “Molto probabilmente nell’impatto con l’acqua sono volati giù dal parabrezza, ci sono tracce di sangue proprio nei punti di rottura.
Farò immergere ancora i miei uomini per la ricerca dei corpi, ma la corrente in questo punto è molto forte ed è passata già un’ora. Potrebbero essere stati portati molto lontano e molto a fondo. La verità è che potremmo non trovarli mai!”
Un altro agente trova anche la borsa con i soldi.
Il commissario Belden, mostra una grande sensibilità: “Commissario Kruger, noi qui non possiamo più fare niente, mi dispiace per la moglie del suo ispettore.”
“Può esserci la possibilità che non si trovassero più sul furgone?”
“Durante l’inseguimento non si sono mai fermati…no, erano tutti là sopra.”
Kruger: “Avrei piacere di far partecipare anche uno dei miei tecnici della scientifica quando farete controllare il furgone.”
Belden: “Non se ne parla nemmeno, commissario, mi dispiace ma non è possibile.”
Sul posto arrivano il procuratore generale Cox con il governatore Niman:
“Commissario Belden, per questo caso l’autostradale potrà partecipare alle indagini, ho parlato proprio stamattina con Jeger e Gerkan di un caso che hanno chiuso con grande competenza e professionalità, e visto la tragedia che ha colpito uno dei vostri colleghi, credo che almeno per i rilievi sul furgone si possa fare un’eccezione.”
“Grazie signor governatore, è molto importante per noi.”
“Come vuole lei signor governatore, anche se io non sono molto d’accordo.”
“Commissario Kruger, vorrei che fosse chiaro che potete seguire le indagini, ma non prendere decisioni…il caso è di competenza dell’anticrimine.” Tiene a precisare Nima.
“Naturalmente, signor governatore, e grazie ancora.”
Ben continua a guardare il fiume, immobile e silenzioso.
Ad un tratto si alza e prende Semir da parte: “Ascolta, forse non erano nel furgone, forse sono scesi prima.”
“Non hai sentito, il furgone non si è mai fermato da quando sono scappati. L’elicottero lo ha abuto sempre sotto controllo.”
“Non dentro al tunnel. Ci hanno messo troppo tempo ad uscire, magari si sono fermati un momento e sono scesi.”
“E dove sarebbero andati? Ragiona Ben, sarebbero scesi dal furgone lasciando la borsa con i soldi?! Sarebbe stato un po’ stupido non trovi?! E i due che sono rimasti a morire? Non ha senso.”
“Voglio vedere i video del tunnel.”
Prima che Semir possa rispondere Ben è già in macchina a richiedere quello che vuole a Susanne.
"Lo tenga d’occhio Gerkan, non lo lasci neanche per un momento.”
“Può scommetterci capo.
In auto Ben guarda il collega: “Lo so che pensi che mi sto arrampicando sugli specchi, ma c’è qualcosa che non quadra, insomma perché hanno perso il controllo del furgone, prima di entrare nel tunnel andavano forte e subito dopo perdono il controllo come dei principianti?”
Semir: “L’uomo che guidava era ferito, forse ha perso il controllo perché è svenuto.”
“REBECCA NON ERA SU QUEL FURGONE.” 


Continua...

 
  
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