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Autore: Nackros    03/06/2011    3 recensioni
Quando arrivammo al porto di Anchorage erano appena sorte le prime luci dell'alba.
[...]
Non c'era vento, ma l'aria pungente attraversava senza alcuna difficoltà la stoffa della giacca.
Salutai tutti e quando fummo al completo ci preparammo per l'imbarco.
[...]

E se i nostri personaggi fossero ambientalisti in missione nel mar Artico per evitare il massacro delle balene?
Primo tentativo di long-fic... Siate clementi, vi prego ;P
Dal capitolo 8:
«Senti Izzy...» disse richiamando la sua attenzione, «io e Duncan abbiamo paura che quella donna voglia veramente lanciare la fiocina. Se prendesse la balena la ucciderebbe... Noi non vogliamo che succeda, quindi pensavamo di usare dei fumogeni per impedire che qualcuno la veda e la uccida. Noah, però, non vuole che li usiamo... Puoi aiutarci a convincerlo? »
Quando finì il suo discorso mi premetti il palmo della mano sulla fronte.
Izzy si voltò nella mia direzione con un'aria di rimprovero.
«Perché non vuoi usare i fumogeni, vuoi uccidere la balena?» domandò incrociando le braccia.
Scorsi Duncan dare una leggera gomitata a Gwen, ed entrambi soffocarono una risatina.
Era piuttosto snervante.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 -Bridgette P.oint O.f V.iew



Eravamo in mare da tre giorni, ma di baleniere ancora nessuna traccia.

Mentre ero sul ponte ad osservare quel paesaggio dalla bellezza inviolata mi raggiunse Gwen.

Nonostante l'aria fredda, che diventava sempre più gelida salendo a nord, quel luogo della nave stava diventando un vero e proprio punto di incontro per tutti noi.

Si avvicinò a me, salutandomi con un sorriso, e con passo tranquillo si appoggiò al bordo dell'imbarcazione

Teneva i capelli legati in un coda, ma nonostante questo delle ciocche azzurrine gli svolazzavano davanti agli occhi per colpa del vento.

Provò a sistemarsi i capelli portandoli dietro le orecchie, senza ottenere grandi risultati.

La notai osservare il paesaggio con gli occhi fissati su un punto indefinito, come se migliaia di pensieri stessero passando davanti a quei grandi occhi neri.

“Sai,” mi disse voltandosi verso di me e sorridendo “forse inizio a capire perché alla partenza ti mancasse tanto Geoff”.

Risi al ricordo della terribile figuraccia che avevo fatto la mattina precedente.

Io e Courtney la sera prima li avevamo visti baciarsi, ed il mattino successivo eravamo andati a complimentarci con lei perché non immaginavamo che stessero insieme.

Indescrivibile la sua espressione sorpresa, subito seguita dall'arrossirsi delle sue gote.

Gwen probabilmente capì che stavo ripensando al giorno precedente, e subito si aggiunse anche lei alla risata in modo divertito.

“Beh, ti rimangono sempre le video-chiamate satellitari”, aggiunsi io.

“Confiderò in quelle, per il momento”.

Trent, infatti, era arrivato alla base scientifica, la sua destinazione, quella mattina. Vedere Gwen e Trent salutarsi mi avevano effettivamente ricordato tanto me e Geoff.

Non saprei dirvi neanche io cosa mi avesse portato ad innamorami di quel ragazzo, ma era inutile nascondere la sua mancanza.

Ad un tratto sentii una voce in lontananza chiamarci.

“Ehi! Bridgette, Gwen! Venite, presto!”

Era Izzy, la ragazza dai capelli rossi, che stava saltando da una parte all'altra dell'imbarcazione per richiamare l'attenzione di tutti verso un punto all'orizzonte.

Accorsi velocemente all'altro capo della barca, dove oramai tutti si erano riuniti.

“Ecco, guardate! Laggiù!” urlò, indicando con il dito.

Alla visione della grossa baleniera davanti a noi un brivido mi percosse la schiena, facendomi portare una mano alla bocca per lo stupore.

“Oddio...” esclamò Dj “è enorme!”

Nonostante fosse posta distante da noi, si poteva cogliere un'idea della sua enorme grandezza.

Un vero mostro di metallo galleggiava lì, indisturbato, sulla superficie dell'acqua a qualche chilometro dalla nostra barca.

Noah utilizzando un binocolo osservò attentamente la scena.

Tutti attendevano un suo commento.

“Giapponesi,” sussurrò “stanno seguendo una balena! Sapete cosa fare; preparate il gommone!” ordinò.

Subito invertimmo la rotta verso la baleniera.

Eva era immediatamente corsa nella sala motori, portando la loro potenza al massimo.

E mentre Noah era alla guida, tutti noi iniziammo velocemente a prepararci.

Una volta raggiunta la distanza necessaria Gwen ed Izzy iniziarono a calare il gommone in acqua.

Gwen sarebbe rimasta sulla nave, insieme ad Izzy, per occuparsi delle riprese.

“Buona fortuna!” ci augurò la rossa, mente Dj dirigeva la nostra piccola imbarcazione tra il cetaceo e la nave-mattatoio. Era incredibile come Izzy riuscisse a sorridere anche in quegli attimi di piena tensione!

Io, al contrario, sentivo il cuore pulsarmi forte il sangue nelle vene, ed un peso opprimente alla bocca dello stomaco. Iniziai a sudare; Eppure lì fuori la temperatura era ben sotto lo zero.

Osservai Courtney. La sua espressione decisa e sicura di sé sembrava aver ceduto il posto al nervosismo.

La cosa più impressionante in quel momento non fu la vista di quell'enorme ferraglia, ma l'odore.

Pungente, forte e nauseabondo. Era come respirare la morte.

La orribile, crudele e disumana fine che chissà quante centinaia di animali avevano passato prima.

Trattenni un conato di vomito al pensiero dello schifo che avveniva su quella nave.

Quando ci posizionammo tra il cetaceo e la baleniera, dal gigante di metallo posto davanti a noi si udirono giungere diverse imprecazioni; fortunatamente non conoscevo in giapponese, altrimenti chissà quante bestemmie avrei udito!

In quella posizione difficilmente avrebbe osato sparare l'arpione, con il rischio di colpirci.

Non avrebbero corso quel pericolo.

Sentivo Izzy gridare a gran voce attraverso ad un megafono di interrompere la caccia.

Ma i balenieri non vollero ascoltarci.

Iniziarono a spruzzarci l'acqua con delle pompe.

La vista era troppo offuscata dagli schizzi per permetterci di vedere qualcosa. Provavo a coprirmi il viso dai potenti getti. Facevano male, mi impedivano di mantenere l'equilibrio.

Non so dirvi per quanto continuò quella scena; forse solo qualche minuto o magari anche delle ore.

Mi sentivo divorare dall'ansia e dalla paura di non riuscire a salvare la balena, che ingenuamente ci nuotava attorno.

Loro non ci vedevano come un pericolo. Erano semplicemente curiose, si avvicinavano e poi venivano uccise dalla crudeltà dell'uomo che approfittava di quel momento di giocoso interesse.

Ad un tratto smisero di pomparci addosso l'acqua.

A bordo della baleniera si sentì per un attimo un breve silenzio, interrotto subito dalle grida di una donna.

Mi sporsi leggermente e riuscì ad intravedere una figura femminile con dei lunghi capelli neri che rimproverava severamente colui che sembrava essere l'addetto alla fiocina.

La disputa durò ancora per poco, successivamente la donna, sopraffatta dall'ira scansò l'uomo dalla sua posizione.

Impugnò il comando dell'arma; gli occhi in preda alla follia.

Il terrore per la consapevolezza del gesto che stava per compiere mi bloccò i muscoli; cervello e corpo erano totalmente sconnessi.

Poi prese la mira e sparò.

 

 


 

   
 
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