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Autore: Hika86    04/06/2011    0 recensioni
Il male più profondo si è risvegliato e ha preso possesso della mente e dei corpi di giovani idol innocenti. Chi potrà salvarli? Chi impedirà al mondo di finire nelle mani della malvagità più oscura e senza nome? [fic a DUE MANI: Reruchan e Hika86]
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sigla del terzo capitolo: Magie di Sholashi Dò
(Testo: hika86. Musica: QUI)
Ma che magie, che melodie…
ma che magie,
magie di Sholasi Dò!

Ma che magie, che melodie…
ma che magie,
magie di Sholasi Dò!

Ma che magie, che melodie…
ma che magie,
magie di Sholasi Dò!

Senti la magia
di questa melodia
che hai avuto un giorno da GuruJun.
E' una musica
davvero magica
e come l'azioni non sai neanche tu

Ma che magie, che melodie…
ma che magie,
magie di Sholasi Dò!

Ogni idol sa
che un giorno sfonderà
ma se la Johnny crolla che fin si farà?
Quando arriverà
il male attiverà
una magia che gli Arashi coinvolgerà.

Dal nulla arriverà Gurujun allora
ed a tutti il cammino indicherà AH AH
Ed ecco Sakurai il suo potere esplora
e va
con le sette note!
Che magie Sholasi Dò
proverai a casaccio
salta di qui
fra un do dièsis e un mi MAGIA MAGIA!!
Muovi un po' il braccio
sculletta e fai una piroetta
beh si, ti senti un po' cretino
Che magie Sholasi Dò
sei un po' reticente
ti trovi qui
ma vorresti sparir MAGI MAGIA!!
Provi a scappare
evitando uno scontro col nemico
ma ci sei dentro fino al collo.

Ma che magie, che melodie…
ma che magie,
magie di Sholasi Dò!
Ma che magie, che melodie…
ma che magie,
Sholasi Dò!

Dal nulla arriverà Gurujun allora
ed a tutti il cammino indicherà AH AH
Ed ecco Sakurai il suo potere esplora
e va
con le sette note!
Che magie Sholasi Dò
proverai a casaccio
salta di qui
fra un do dièsis e un mi MAGIA MAGIA!!
Muovi un po' il braccio
sculletta e fai una piroetta
beh si, ti senti un po' cretino
Che magie Sholasi Dò
sei un po' reticente
ti trovi qui
ma vorresti sparir MAGI MAGIA!!
Provi a scappare
evitando uno scontro col nemico
ma ci sei dentro fino al collo.

MAGI MAGIA!!!
Che magie Sholasi Dò
sei un po' reticente
ti trovi qui
ma vorresti sparir MAGI MAGIA!!
Provi a scappare
evitando uno scontro col nemico
ma ci sei dentro fino al collo.

Ma che magie, che melodie…
ma che magie,
magie di Sholasi Dò!

Ma che magie, che melodie…
ma che magie,
MAGIE DI SHOLASIDO'!
MA CHE MAGIE!

ATTENZIONE: È una fic che può avere effetti indesiderati anche gravi, tenere fuori dalla portata dei bambini e leggere attentamente il foglietto illustrativo. Se il sintomo persiste cazzi vostri.
FOGLIETTO ILLUSTRATIVO:
• Evitare di tenere il portatile sulle gambe, rischia di cadere per le convulsioni causate dalle risate
• NON bevete nulla mentre leggete, rischio soffocamento
• NON mangiate nulla mentre leggete, certe scene richiedono uno stomaco forte
• la autrici (Reruchan e hika86) sono sollevate da ogni responsabilità per danni a cose o persone, materiali o immateriali, fisici e piSSikici



CAPITOLO III°: Si ricomincia!

Era una mattinata splendente (non piove mai in questo posto) e i nostri si trovavano sul set del programma VSArashi, lo stesso che aveva ospitato la loro prima riunione nei panni di eroine della giustizia (??). Due di loro avevano indossato le imbracature di sicurezza per il gioco del Cliff Climb e si consultavano sul modo migliore per affrontare la sfida.
|ALLORA, COME INTENDETE SALIRE?|
«Ma... non saprei» borbottò Aiba guardando la parete grigia
«Io direi che vai prima tu» lo additò Nino, al suo fianco
«Io?»
«Ti fidi così tanto di lui?» domandò divertito Sho, sulla piattaforma alle loro spalle, tenendo il cesto con il rampino colorato
«Allora tu clicca solo quelli da cinque» propose Nino
«Eeeeh? Che cattivo!!» rise Masaki
|ALLORA, COMINCIAMO?|
«Mi raccomando!» esclamò Jun, di fianco a Sho «E' tutto nelle vostre mani!»
«Che tensioneeee» finse di lamentarsi Aiba che, ridendo, non era per niente credibile
|ALLORA... CLIFF CLIMB: START!!|
Il primo a salire doveva quindi far suonare solo i pulsanti con i punti da cinque. Masaki cominciò agilmente la sua scalata, nonostante i jeans scoloriti che indossava non aiutassero nell'arrampicata e il pubblico urlava incitandolo. Sho e Jun commentavano qualcosa alle sue spalle, ma se fossero cattiverie, commenti o incitamento, lui non lo sapeva, era completamente concentrato sui suoi pulsanti arancione. Li fece illuminare tutti e salì fin sopra facendosi lanciare un solo rampino, quindi schiacciò il pulsantone sulla cima e si lanciò di sotto lasciando che fosse Nino a fare la sua parte. Il ragazzo cominciò la scalata e pigiò i primi pulsanti. Il pubblico urlava per incitarlo, Masaki applaudiva da sotto e gli altri due "supporters" cercavano di fargli coraggio. Ad un certo punto, vedendo che anche allungandosi il più possibile non arrivava a schiacciare un bottone da cinquanta punti, si girò per chiedere che gli venisse lanciato un nuovo rampino. Jun spinse verso di lui il cesto, ma Nino non lo prese. «Eh? Nino kun!» lo richiamò vedendo che non reagiva: appeso alla parete fissava, immobile, un punto in lontananza. «Ninoooo» esclamò Aiba mettendosi le mani intorno alla bocca, per farsi sentire meglio. Non ebbe risposta. Nessuno sembrò avere la stessa perspicacia di Jun che, seguendo con gli occhi la direzione dello sguardo dell'amico, si voltò ritrovandosi a fissare il cameraman infondo alla sala di registrazione. In un primo momento non capì proprio cosa ci fosse da vedere da quella parte, poi, nella penombra, notò che al di sopra della testa dell'uomo si agitava qualcosa: era Cokermon!! Teneva tra le zampine di stoffa due bandierine e si sbracciava continuando ad alzarle abbassarle in quello che, suppose Jun, dovesse essere un ordine logico. Peccato che gli sfuggisse completamente.
Il pubblico cominciava a stranirsi. Nino era sempre fermo sulla parete, sempre più corrucciato, e a nulla valevano i richiami della voce fuori campo che, preoccupata, lo incitava a finire il gioco nonostante i pochi secondi rimanenti. Sho si sentì sgomitare e si girò anche lui a guardare Cockermon, seguendo le indicazioni del compagno al suo fianco. Aiba ancora non capiva. Ohno tranquillizzava gli ospiti del programma. Quando suonò la sirena della fine del tempo, come se fosse finito anche quello per decifrare i gesti del cane di pezza, sia Jun che Sho si strinsero nelle spalle allargando le braccia e scuotendo la testa, segnalandogli così che proprio non ci capivano una mazza. «Che palle, cazzo!» sbuffò Cockermon. Gettò via le bandierine rosse e gialle e cominciò a sbattere più forte le alucce alzandosi verso il soffitto della sala. Nello stesso momento una sottile nebbiolina si alzò nello studio ed ogni rumore cessò dato che tutti -pubblico, tecnici e registi- si erano addormentati. Solo a quel punto Aiba sembrò capire che qualcosa non andava nel verso giusto. «Ohmmioddio! Ci stanno attaccando!» strillò mettendosi sul chi va là
«No, è solo Cockermon. Idiota» gli spiegò Nino scendendo leggiadro dalla parete del gioco
«Ma era necessario tutto questo?» domandò Ohno alzandosi dai sedili del pubblico
«Sì, se siete deficienti!» rispose il cane tornando verso il basso «Ho tentato di comunicare con voi senza ricorrere a simili trucchetti, ma se siete degli ignoranti...»
«Scusa?» fece basito Sho
«Insomma! Era alfabeto semaforico!* Possibile che non lo conosciate?» domandò incrociando le zampe e guardandoli tutti e cinque mentre si riunivano sul tappeto davanti alla parete. «Ma veramente...» farfugliò Ohno
«Cosa gli insegni ai cani di pezza tu?» domandò Nino in tono scandalizzato
«Ma io niente!» si difese «L'avrà visto sulla televisione via cavo mentre dormivo!»
«Di grazia, perchè mai avremmo dovuto conoscerlo?» domandò Sho corrucciato
«Ok ragazzi, adesso basta, se Cockermon è qui ci sarà un motivo importante, quindi lasciamolo parlare» Jun tentò di riportarli all'ordine. A quel punto si ammutolirono tutti e si girarono verso il cane in attesa di una spiegazione. «La situazione è grave. Il nemico ci sta con il fiato sul collo» esordì, ignorando come alcuni si voltassero a guardarsi le spalle e altri si toccassero il collo, inquietati. «Stamattina ho trovato questa busta sul letto di Masaki ed è indubbiamente un messaggio del nemico» spiegò tirando fuori un bigliettino. Il messaggio, scritto con una calligrafia elegante, recitava "MACCHAN, LA MAMMA E' USCITA A FARE LA SPESA. BUON LAVORO PER OGGI E TORNA PRESTO CHE STASERA PREPARO IL RISO AL CURRY". «Minaccioso...» commentò ironico Nino
«Ops, ho sbagliato. E' questo» si scusò il pupazzo che aveva scambiato il PostIT di Mamma Aiba con la busta del nemico. Sho prese tra le dita la busta ancora chiusa «Ma se non l'hai ancora aperta... come puoi dire che è da parte del nemico?» domandò sospettoso. Il cane gli si avvicinò e gli fece leggere la scritta sulla facciata opposta: "DA PARTE DEL NEMICO". «Ah». All'interno si trovava un foglietto bianco, semplice, piegato in due. Sho si mise a leggerlo ad alta voce «"Care paladine"»
«E' sconfortante vedere come anche il male sembri prenderci in giro» mugugnò Ohno
«"I nostri complimenti per essere arrivati fino a questo punto"» continuò a leggere «"Tuttavia quella che vi aspetta oggi è la vostra disfatta totale e definitiva. Avete liberato i vostri colleghi, ma non sapete ancora con chi avete a che fare"»
«Questo è minaccioso...» annuì Nino, apparentemente compiaciuto e soddisfatto
«"Vi attenderemo al varco che avete attraversato per la prima volta nel 2007; là dove le palline son colpite dalle mazze, dove, sullo sfondo di una grande ruota, la gente scompare nei muri"» concluse Sho.
I ragazzi, pensierosi, rimasero in silenzio a fissare quello che pareva un enigma da risolvere per trovare il nemico. «Nel 2007?» domandò Jun «Un varco nel 2007? Ma come parlano questi?»
«Palline e mazze...» riflettè Ohno «Qualcuno di voi giocava a golf nel 2007?» domandò perplesso
«Ma parla anche di una ruota... mmmmh...» Sho rilesse il foglio che teneva in mano «E di gente che scompare nei muri...»
«Diagon Alley!!» strillò improvvisamente Aiba, colpito da illuminazione. Tutti si girarono a fissarlo, sgomenti, per qualche secondo. «Eh... sul retro del Paiolo magico» spiegò il ragazzo «Tocchi le pietre giuste ed entri nel muro!»
«Si. Qualche altra idea?» fece Nino, apparentemente ignorandolo «Tipo "Sephiro"... "Cristal Tokyo", "Il Regno di Clow"...**»
«Che fai, sfotti?» domandò Masaki arricciando il naso. Nel frattempo gli altri erano tornati a riflettere seriamente sul contenuto del messaggio. Jun mugugnò qualcosa tra sè quindi prese parola «Sentite ragazzi, non stiamo concludendo nulla. Propongo un incantesimo» furono tutti molto bravi a nascondere la loro perplessità «Sicuramente ne ho uno che mi dica dove sono le persone».
I ragazzi si sistemarono in cerchio sul tappeto e bastò che tutti impiegassero pochi secondi a mettersi seduti a terra che, quando rialzarono lo sguardo, Jun era già nei panni di GuruJun con il libro tra le mani (come facesse a cambiarsi tanto rapidamente, senza formule imbarazzanti, bolle di sapone e scie sbrilluccicose, rimaneva un mistero). Si accomodò anche lui e appoggiò il tomo tra le pieghe del vestitone vaporoso. Consultò il "comodissimo indice analitico" e sfogliò le pagine fino all'incantesimo cercato. Mentre si adoperava con formule e borbottii gli altri erano in preda all'ansia, chi al panico di doversi nuovamente trasformare e dover ancora indossare i consueti vestitini. Nelle due settimane precedenti si erano ritrovati i quei panni un po' troppe volte, ma era l'unico modo per sconfiggere il male e liberare i colleghi della Johnny's: l'idea di non avere alternative era terribile. Un paio di minuti dopo GuruJun smise di borbottare e, richiudendo il libro, alzò una mano sopra la quale fluttuava una scritta luminescente. «Li ho trovati!» esclamò trionfante. La scritta magica recitava "LAQUA ODAIBA".
Era ben chiaro cosa dovessero fare: uscire dalla Fuji TV, attraversare la strada e raggiungere il city center Laqua, a meno di centro metri. Facile, pulito. Quel che era ancora più chiaro era che avrebbero dovuto trasformarsi un'altra volta. Facile anche quello, ma decisamente meno entusiasmante. Dopo tante trasformazioni Nino sembrava quasi eccitato tutte le volte che il gruppo aspettava che lui tirasse fuori il suo Cristallo del Cuore. Come al solito Aiba cercò un bagno per indossare il nuovo vestito fornitogli da GuruJun. La mise di quel giorno era sui toni del fucsia. Assomigliava molto ad un completino da majorette con una fila di bottoncini dorati sul davanti, il colletto alto e la doppia gonna plissettata. Indossava anche un paio di guanti lunghi che lo coprivano fino a metà del braccio e, essendo la divisa senza maniche, aveva le spalle nude. L'alternanza di fucsia e rosa chiaro si accostava perfettamente agli eleganti bordi dorati di vestito, guanti e stivali. «Ecco fatto, e sbrighiamoci entro stasera o mi si raffredda il riso col curry» sospirò mettendosi il cappello e ritornando sul set dove lo aspettavano gli altri, che rispetto a lui si trasformavano sempre in pochi secondi di bolle, colori e sbarluccichii. Senza perdere troppo tempo -ormai avezzi a quella vitaccia da eroine- uscirono dallo studio e si avviarono verso l'uscita della Fuji TV. Mentre camminavano Satoshi cercò di allungare il passo e raggiungere Cockermon: ormai si era quasi abituato a camminare sui suoi tacchetti rossi. «Ehm... Cockermon, scusa...» azzardò a mezza voce. Il cane di pezza girò verso di lui i suoi occhietti di plastica nera «Cosa?» domandò stranamente docile
«Ma... la gente è addormentata anche in strada, vero?» chiese speranzoso
«Ovviamente no!» sorrise quello «Altrimenti non sarebbe divertente!».
Sotto gli occhi incuriositi (ma a volte anche schifati) dei passanti che, fortunatamente, non li riconoscevano, entrarono nel centro commerciale e cominciarono a vagare alla ricerca dell'ultimo nemico da affrontare. Nessuno osava parlare con loro, eccetto per un ragazzo giovane che ad un certo punto, mentre si guardavano smarriti intorno, chiese loro entusiasta «Ma siete dei cosplayer?». La risposta seccata di Nino lo fece tornare dentro al negozio davanti a cui si erano fermati: Odaiba Jump Shop. «Tutto questo è ridicolo» commentò Nino sbuffando una volta che il ragazzino sparì nel negozio «Qui non c'è nessuno che colpisce palle... se non le mie»
«E io nel 2007 non sono mai entrato qui dentro» ragionò Sho
«E la gente che sparisce muri?» domandò Masaki
«Qui c'è qualcosa che non funziona» alluse Ohno
«Di sicuro non il mio incantesimo: era perfetto!» ribattè piccato il quinto, sentendosi punto sul vivo. In quel preciso istante qualcosa gli sfrecciò a pochi millimetri dal corno e si conficcò nell'occhio del Chopper disegnato sulla parete esterna del Jump Shop. Era una comunissima freccia e Sho, non riuscendo ad estrarla, srotolò semplicemente la piccola pergamena che vi era attaccata.

OK. VI ABBIAMO SOPRAVVALUTATO.
SIAMO AL TOKYO DOME.

«Fortuna che l'incantesimo era perfetto» annuì Nino la cui convinzione, nel dire quella frase, dava alle sue parole un sarcasmo maggiore. Alla pergamena, fermati con una graffetta, erano allegati dei biglietti della metro per raggiungere il luogo indicato. «Oh ma che carini!» esclamò Aiba «Ho giusto dimenticato a casa la Pasmo*** oggi. Che malvagi gentili»
«Dei veri tesori» sospirò Sho prendendo i biglietti e accartocciando il messaggio.

Dunque come la descriviamo? Sopra al Tokyo Dome aleggiava tipo la nuvola di Fantozzi. In tutta Tokyo splendeva un sole accecante e faceva un caldo boia, mentre nei paraggi dello stadio c’erano nuvole dense, a volte dei lampi… ma faceva comunque un caldo boia! «La prossima volta spero che il nemico si doti di sistema di condizionamento» sbuffò Nino scacciando con codino biondo dietro le spalle
«O perlomeno che decidano di attaccarci sotto Natale!» aggiunse Jun oltrepassando le barriere del controllo biglietti. Sho lanciò un ultimo sguardo alla cartina che era stata loro recapitata «Non hanno dato molte indicazioni. Mi sa che ci aspettano dentro» annuirono tutti e si avviarono su per gli scalini di marmo che attraversavano l’ampio corridoio tra i bassi edifici del Tokyo Dome City. Tutti i negozi erano chiusi e con le luci spente: il negozio di gadget della squadra di baseball, il Magic Quest, lo Shonen Jump Shop… non c’era un’anima. Persino la fontana laterale ai gradini era spenta, c’era solo dell’acqua stagnante. «Ehy “Diagon Alley”!» esclamò Jun alzando il bastone verso l’alto. Aiba di riflesso si girò verso di lui «Dici a me?» chiese smettendo di far roteare il suo scettro per aria a mò di majorette (l’aveva fatto tutto il tempo in treno, attirando ancora più occhiate di quanto non avrebbero fatto anche senza quello stupido espediente). «Ecco la gente che scompare nei muri» gli spiegò indicando le montagne russe. Erano le uniche della città i cui binari passavano per delle aperture nei muri, scomparivano dietro gli edifici e poi riemergevano da tutt’altra parte. Quando finalmente arrivarono in cima ai gradini svoltarono sulla sinistra e si avviarono verso l’entrata dello stadio più vicina. Anche lì non c’era nessuno e le giostre di fianco erano tutte spente. Quando furono più vicini si accorsero di un omino vicino all’entrata e anche lui si accorse di loro, così si staccò dal muro al quale si era pigramente appoggiato e si mise sull’attenti. «Buongiorno» salutò inchinandosi, sulla schiena la maglietta portava la scritta “EVIL STAFF”. «Buongiorno» rispose Sho piegando il capo e aggrottando le sopracciglia
«’giorno» fece Ohno
«Ehm.. scusate» fece ancora allungando il braccio per sbarrare loro la strada «Potrei vedere i biglietti prima?». I cinque rimasero in silenzio guardando lo sconosciuto, poi si scambiarono un’occhiata a vicenda. «Quali biglietti, di grazia?» fece Nino spostando il peso sul tacco destro e incrociando le braccia guantate
«I biglietti» sorrise quello. Sho prese l’amico per un braccio e lo allontanò prima che stampasse il suo tacco dodici in faccia al loquace omino dell’entrata. «Quali biglietti? Di cosa parla?» domandava Masaki, già preda del classico panico di quando qualche autorità chiede qualcosa
«Gli unici biglietti allegati alla lettera erano quelli per il treno» spiegò Sho
«Significa che dobbiamo pagare per combattere contro di loro??» fece Satoshi, scandalizzato
«Mi rifiuto! Oltretutto i biglietti dei nostri concerti diventano sold out dopo pochi giorni, come pretendono che li troviamo?» gesticolò Nino «Insomma già fatichiamo a combattere, a camminare su questi trampoli, a sopportare le prese per il culo… e adesso dovremmo pure pagare per tutto questo? Ma io li scotenno stavolta!»
«Ragazzi, ragazzi… state tranquilli» sospirò Jun «Ci penso io»
«Vai Gurujun, sei tutti noi!» esclamò Aiba, felice che qualcuno avesse la soluzione al problema. Il ragazzo annuì e tornò verso l’omino «Ogni volta che mi chiama così mi suona come una presa per i fondelli, ma la cosa più snervante è che invece è seriamente convinto!» borbottò sospirando, prima di raggiungere l’entrata. Il giovane uomo lo guardava tranquillo e Jun sfoderò il suo miglior sorriso, mostrandogli i denti bianchissimi. «Avete trovato i biglietti?» domandò, ma fece appena in tempo a finire la frase che l’altro lo colpì con il bastone sulla testa e lo tramortì definitivamente. I ragazzi osservarono basiti il bigliettaio che si accasciava al suolo, privo di sensi. «Sconto comitiva!» spiegò Jun facendo il segno di vittoria.
Oltrepassarono le porte di vetro e salirono un paio di scale fino a sbucare al primo anello delle gradinate del palazzetto dello sport. Chiaramente non c’era nessuno nemmeno lì. L’interno però era allestito come se ci dovesse essere un concerto, seppur non vi fosse alcuna luce accesa. Facevano luce solo quelle che segnalavano le uscite d’emergenza e che illuminavano le gradinate. «Non c’è nessuno…» sbuffò Sho, grattandosi la schiena con la punta dello scettro con le palline
«Dove abbiamo sbagliato?» domandò Masaki arricciando il naso
«Ma… magari hanno desistito…» suggerì un Ohno speranzoso
«CAZZO NO!» si sentì urlare per tutto il Tokyo Dome, al contempo partì la musica a tutto volume e si accesero le luci colorate del palco. Cinque sagome vennero sparate in aria comparendo da una botola enorme piazzata al centro delle passerelle costruite in campo.
«Cazzo no! Can't survive» cominciò la canzone «Da adesso è la fine
Oggi il male dominerà
Don't be so confused
» un giro violento di chitarra e le voci ripresero «Cazzo no! Live or Die
Il finale, l'ultima battaglia
E, sì, noi vinceremo Battle for power
****»
Anche l’ultima fiammata si esaurì, le luci stroboscopiche si spensero e la musica cessò. Sotto un unico riflettore i cinque nemici rimasero immobili in posa plastica. «Pfff…» si sentì bisbigliare il secondo prima che il gruppo di eroine scoppiasse a ridere fragorosamente, piegati sui sedili delle gradinate o sul parapetto. Insomma, l’entrata dei loro nuovi nemici sarebbe stata molto più ad effetto e non fossero stati vestiti come i personaggi di Pollon.
«COSA AVETE DA RIDERE?» urlò Jin Akanishi, che troneggiava al centro del gruppo sfoggiando un succinto abito color terra, di foggia greco-antica, assicurato da una semplice cintura nera con un grosso JI in katakana inciso sulla fibbia. Il tutto era completato da parrucca e barba particolarmente arricciate. «Ma vi siete visti voi?»
«Perlomeno NOI siamo delle eroine fighe» sottolineò Nino, più acido di un limone avariato «E non sembriamo usciti dal cartone di Pollon!»
«Ecco dove avevo già visto il vestito rosa di Kame» riflettè Sho «Avrei dovuto collegare i boccoli biondi e la coroncina d’alloro» scosse il capo, fingendosi serio con scarsi risultati
«Chi porta due palle in testa non ha diritto di criticare gli altri» ribattè piccato quello
«Ehi, carina! Per tua informazione si chiamano “odango”*****» fece Nino puntandogli il dito contro «E sono terribilmente fashion!». Alle sue spalle Satoshi e Sho si scambiarono un’occhiata inquietata: quando si trattava di difendere la loro mise vergognosa il ragazzo era spaventosamente convincente. Jun stava per prendere fiato e dire qualcosa per smuovere la situazione che, come al solito, sembrava andare per le lunghe con le presentazioni, ma in quel preciso momento si sentì strattonare alla veste. Quando abbassò lo sguardo trovò Masaki che si era accucciato a terra e osservava i nemici attraverso le sbarre del parapetto. «Ma… ma quello ha qualcosa che non va. Fa impressione» gli disse con voce tremante
«Non hai mai visto un uomo nudo?» domandò aggrottando le sopracciglia
«Guarda bene!» esclamò sgranando gli occhi. Effettivamente, se si osservava meglio Junnosuke ci si rendeva conto che la cosa più strana non era la sua totale nudità, ma piuttosto il fatto che fosse del tutto asessuato! «Ma… ossanta…» farfugliò Jun rendendosene conto
«Vero?» lo spalleggiò Aiba «Ha l’ombelico sporgente!» aveva notato tutt'altro. L’amico non aggiunse commenti. Oltre a queste particolarità c’era da notare che sulla schiena gli erano spuntate un paio di alucce candide. «Meglio nudo che vestito da donnaccia!» ribattè quello indicando Ueda
«Non cominciamo a bisticciare tra di noi!» li riprese Kame/Pollon «Questa è l’ultima decisiva battaglia. Siete stati bravi, bisogna riconoscerlo. Ma sappiate che le battaglie che avete affrontato fino ad ora non hanno mostrato la vera potenza del male. Questo non sarà uno scontro come gli altri, la pacchia è finita!» e da fuori il Tokyo Dome si sentì il rombo di un tuono. Tutti guardavano Kame, il suo sorrisino maligno, contornato dall’aura di purezza e ingenuità donata dai boccoli biondi, era qualcosa di profondamente inquietante. «Nonno, tu sarai il primo» concluse guardando Jin
«Ehi! Da quand’è che decidi tu? Non sei nemmeno una dea completa!» ribattè lui, ma nonostante questo si fece avanti mentre gli altri gli lasciarono campo libero «Vabbè via, tanto sarà uno scontro facile» fece schioccare la lingua contro il palato e sfoderò i fulmini dalla tasca. «Tsk… non sa nemmeno con chi ha a che fare e già pensa che sarà facile» borbottò Jun, incrociando le braccia. L’altro, come per scaldarsi, lasciò un piccolo fulmine contro la passerella: il rumore fu assordante e il lampo accecò tutti per qualche secondo. Quando finalmente poterono vedere di nuovo si resero conto che si era creato un buco di un metro di diametro lì dove era stato scagliato l’attacco. Gli Arashi deglutirono all’unisono. «Ordunque…» farfugliò Jun, non più tanto sicuro di sé «Chi di no…»
«TU!» esclamarono in coro gli altri
«Io? Perché io?»
«Te la svigni sempre e ti becchi solo l’ultimo nemico rimasto, che di solito è sempre il più scarso e insignificante» lo accusò Sho incrociando le braccia
«Peggio! A volte non hanno nemmeno voglia di combattere e si lasciano sottomettere» lo incalzò Ohno
«Ho capito, ho capito!» esclamò l’accusato «Vado, ma poi non lamentatevi se i miei attacchi impauriranno anche il vostro avversario. A quel punto la gloria della vittoria sarà solo mia» storse il naso
«Se…» annuì Sho poco convinto
«Tutta tua, a me basta tornare normale» asserì tranquillo Ohno. Dato che non c’era modo di sfuggire a quello scontro Jun si decise: appoggiò le mani al parapetto e lo scavalcò con un salto magistrale (corredato da svolazzi e fruscii di veste) in perfetto stile olio-cuore. Atterrò sulla passerella, si sistemò i vestiti rimboccandosi le maniche e afferrò saldamente il bastone «Di che genere la vuoi?» domandò con voce profonda. Jin lo guardò inarcando un sopracciglio. «Focaccia alle olive? Mica lo nego» continuò con un sorrisino ammiccante stampato in faccia. A quel punto il suo avversario ebbe il coraggio di ribattere «Scusa?» domandò perplesso. In risposta si afferrò il mento tra pollice e indice «Tecnica di disorientamento del nemico!» annunciò.
I quattro compari, dalle gradinate, scossero il capo.
«L’avevo già notato altre volte» disse Jin con voce cupa, come se non fosse stata sua, ma del Male stesso che parlava tramite lui «Ma tu, Gurujun, sei proprio scarso!» lo offese lanciandogli un fulmine. Fortunatamente aveva buoni riflessi e si aspettava un attacco quindi evitò il colpo con facilità. «Ha parlato mister perfezione!» sbottò lui rimettendosi a posto la veste dopo il salto laterale «Devo ricordarti di tutte le volte che ti ho smerdato in televisione?»
«Cosa importa? Parlo di Gurujun, non di Matsujun il personaggio pubblico» gli disse preparando un altro attacco «E come guida fai pena, non sei nemmeno riuscito a dare un aspetto rispettoso alle tue combattenti, né a trovare l’esatta ubicazione del nemico»
«Oh beh… beh... ma quelli sono classificabili come incidenti di percorso» tentò di ribattere, seppur con poca convinzione
«No, è incompetenza!»
«Ma no…» riuscì solo ad iniziare la frase, poi si accorse del fulmine che lo stava raggiungendo e lo evitò per un pelo: le offese nel nemico cominciavano a fare effetto sulla sua sicurezza di paladino e guida. L’attacco non lo colpì, ma le numerose pieghe del vestito che seguivano i suoi movimenti erano molto ampie e vennero attraversate dal colpo bruciandosi. «Aaaaaah!!! Ma sei scemo?» strillò Jun spegnendo le piccole fiamme che avevano cominciando ad incendiargli il vestiti «E’ seta pura, imbecille! Assassino ignobile!»
«Ma cosa vuoi che me ne freghi a me?!» esclamò il nemico, indignato
«Sei spietato!» urlò ancora con le lacrime agli occhi. Aveva lo sguardo lucido e l’aria afflitta mentre guardava la veste bucata, bruciacchiata e sporca. «Beh… insomma, io… non bado a queste cose, ecco» cercò di giustificarsi Jin, tornato con voce normale. Bastò quell’attimo di distrazione e il secondo successivo si ritrovò steso a terra con un dolore inimmaginabile alla testa: era completamente stordito. «Ahahahah!!» ridacchiò Jun malignamente che lo aveva colpito con il bastone, approfittando del fatto che con l’ultimo salto gli si era avvicinato a sufficienza per darglielo in faccia. «Scherzavo! E’ fatto di stofaccia senza valore!» e riprese a ridere tutto contento per il colpo andato a segno. «Ti do una mano!» cercò di intromettersi Junnosuke
«No!» ribattè dolorante Jin
«Ma perché? Lo vediamo tutti che sei in difficoltà!!» insistette, indispettito
«Perchè mi fai impressione…» sospirò tenendosi la testa tra le mani
«Zeus… il solito maniaco» sbuffò.
Nonostante la botta tentò altri attacchi e alla fine uno andò a segno. Il fulmine colpì Jun in pieno e il ragazzo cadde a terra semisvenuto. «Gurujun!» esclamarono i compagni sporgendosi dal parapetto per guardare la figura dell’amico, scaraventato contro il muro dal lampo. Anche Jin/Zeus, però, era allo stremo delle forze e a malapena si reggeva in piedi. «Adesso la vuoi una mano?» cantilenò Junnosuke
«Ma quale mano?» sospirò provato l’altro «Posso finirlo da solo. Guardalo: è patetico!» lo indicò al resto del gruppo «Ad una guida simile non si affiderebbe nemmeno il mio pesciolino rosso per farsi accompagnare dall’altra parte della sua boccia d’acqua, come avete potuto credere che quella nullità vi aiutasse seriamente in questa impresa?» domandò guardando le quattro eroine «Vabbè non mi interessa, fatto sta che avete fatto un errore» tossì rimanendo malfermo sulle sue gambe «Che pagherete a caro prezzo. Junno, aiutami» lo richiamò, facendo così la sua felicità. Lo scontro si faceva duro, Gurujun cominciava a riprendere conoscenza solo in quei momenti. «Due contro mezzo è sleale!» esclamò Aiba, scandalizzato da quell’atteggiamento
«E da quando i cattivi seguono le regole?» domandò Junnosuke
«Allora ci penseranno i buoni a far pareggiare i conti» storse il naso e afferrò il parapetto. In un secondo momento guardò il dislivello tra le gradinate e la passerella «Ma io non uso olio Cuore» osservò angosciato. Gli altri non avevano soluzioni alternative, quindi ci pensò da solo: tirò fuori il suo mazzo di carte e cercò quella che voleva. Grazie alla Carta del Salto gli si materializzarono due alucce agli stivali e si sollevò leggiadro dal suolo atterrando senza problemi dall’altra parte. «Come ti senti?» domandò aiutando Jun ad alzarsi in piedi
«Secondo te?» sospirò «Mi ha praticamente distrutto! E non solo fisicamente» biascicò afflitto
«Non crederai alle sue parole spero?» domandò scandalizzato il compagno «E’ vero, non hai azzeccato l’incantesimo di trasformazione e indossiamo vestiti da donna, non hai azzeccato quello di ritrovamento e siamo stati sbeffeggiati, hai rotto lo specchietto retrovisore per colpa del corno, non hai idea di cosa sia successo con questa storia del Male, e poi non…»
«Ma tu da che parte stai?!» esclamò Jun irritato
«Ehm sì…» arrossì quello «Quello che volevo dire è che anche se non ne hai azzeccata una siamo felici che tu sia la nostra guida. Con qualcun altro poteva andarci peggio! Magari dovevamo combattere vestiti da... da… sottaceti!!» suggerì dopo un attimo di esitazione
«Sottaceti? E per te è peggio di tacchi e vestiti succinti?»
«Anche te però! Non te ne va bene una!» sospirò allargando le braccia
«Va bene, va bene, non mi farò troppe domande. Grazie per l’aiuto» sospirò tornando a guardare i due nemici «Uniamo le forze e sconfiggiamoli» disse quindi con voce ferma e sicura, mandando un’occhiataccia agli opponenti
«Sì, facciamoli fuori insieme» concordò assumendo una posizione d’attacco «Significa che possiamo fare una fusione alla super sayan?» domandò eccitato
«…» Jun lo osservò sgomento «Hai idea dello schifo che verrebbe fuori?». Masaki sembrò rifletterci su e dopo aver scrollato le spalle, come se un brivido lo avesse attraversato, scosse il capo «Mh, hai ragione» concordò.
Jin lanciò ancora due fulmini e Aiba si premurò di spintonare il compagno di modo che non venisse colpito, ma in cambio venne investito in pieno dalle esplosioni dei colpi che cadevano a terra. «Credi di poter fare qualcosa in più che darmi spintoni e saltellare?» borbottò MatsuJun
«Un attimo, un attimo!! Sto cercando la carta giusta!» esclamò l’altro che nel frattempo si rigirava il mazzo tra le mani «celo… celo… mi manca… celo» mormorava tra sé. Nel frattempo Junnosuke incoccava frecce dal suo arco. La forza per schivare quelle gliela dava la paura: se fossero stati presi in pieno si sarebbero innamorati della persona cha avrebbero visto per prima e Jun aveva tanta voglia di perdere la testa per un imbecille vestito da majorette, quando l’imbecille ne aveva di innamorarsi di un uomo con un corno in fronte e lo scheletro di un dinosauro tra le mani. «Yatta!» strillò Masaki dopo due minuti che andavano avanti con quell’incredibile farsa «Ho trovato la soluzione!»
«Era ora!»
«Userò la Carta della Sparizione. Se sai fare una cosa tipo “ampliazione del potere” dovrebbe funzionare su entrambi»
«Sì che la so fare! Ti so fare anche patatine fritte e caffè, purchè la finiamo» rispose esasperato. Si mise ben saldo sui propri piedi, approfittando che entrambi i nemici stavano caricano il nuovo colpo, e recitò una delle sue formuline strambe. «Ora vai, e vedi di non far sparire anche noi» lo raccomandò
«Bene, Carta della Sparizione Vai!» esclamò Masaki lanciando in aria l’arma e poi colpendola con la punta dello scettro «Spazza via i nemici!». In un baleno vi fu come una forte folata di vento, Junnosuke e Jin si ripararono con un braccio, ma bastarono pochi secondi e la loro figura scomparve senza lasciare traccia.
Arrivarono fischi e applausi dagli spalti, mentre Masaki sorreggeva Jun, provato da quella magia finale, e faceva il segno di vittoria verso i colleghi, nonostante fosse anche lui ridotto male. Il momento di pace e gloria durò ben poco dato che subito si fecero avanti un paio di tacchi a spillo: calze a rete e aderente vestito rosso; anche Ueda, come Kame, sfoggiava dei bellissimi boccoli biondi. «Avete fatto fuori mio marito!!» li accusò
«Il nonnoooo» frignava Kame «Adesso chi me le dà le monetine per diventare dea completa?»
«Un altro che sembra particolarmente convinto del suo ruolo» commentò Ohno sgranocchiando pop corn in compagnia di Nino, accucciato al suo fianco. «Ohi!» chiamò la combattente alla marinaretta verso Sho
«Dici a me?» domandò lui
«Tocca a te, vai» ordinò
«Ma che dia… perché non ve la vedete tra bionde?» tentò di ribellarsi
«Perché i popcorn sono ancora caldi, non posso andarmene ora» spiegò Nino storcendo il naso
«Bah» borbottò Sho preparandosi a saltare il parapetto «Questi capi gruppo, qualsiasi fazione conducano, sono sempre dei despoti» concluse prima di far forza sulle braccia e saltare dall’altra parte. «Ma pensa veramente di…» fece Satoshi, poi sentì dei rumori che erano chiaramente quelli di uno Sho che cadeva a terra. «Merda!»
«Appunto…» annuì Nino sgranocchiando un pop corn. Il ragazzo non aveva fatto i conti con la sua scarsa elasticità fisica, quindi si rimise in piedi zoppicante. Per sua fortuna non sembrava dovesse saltellare o schivare colpi dato che appena si rimise in piedi si ritrovò Ueda addosso, avvinghiato su di sé, che tentava di strusciarsi sensualmente. «Waaaaa!!! Ma che è?!» strillò istericamente
«Dai, lo so che ti piace» mormorò l’altro. Al giovane gli si rizzarono persino i capelli dal terrore «No… no… NO! Per favore!»
«Questo è il mio potere, dolcezza: ti sconfiggerò seducendoti» gli spiegò con un sorrisino malizioso e squadrandolo da capo a piedi come se lo stesse spogliando con gli occhi
«Fulmini! Fulmini!» strillò agitando le braccia verso Kame «Date anche a me uno che spara fulmini, o anche un asessuato dall’ombelico sporgente!! Questo no!» ma era chiaro che il nemico godeva della sua sofferenza e non avrebbe mai avuto pietà di lui. «Non puoi sfuggirmi» ridacchiò Ueda «Sono Era, la dea de matrimonio, ma visto che ora sono vedova per colpa dei tuoi compari dovrai ricompensarmi» gli spiegò sbattendo gli occhioni. Sho cominciava a respirare affannosamente, preda di un lieve attacco di panico, rischiava anche di andare in iperventilazione. «Sposami, tesoro, e non faremo più del male a nessuno dei tuoi amici» concluse la sua minaccia. Fu proprio tutta quella serietà nella proposta a far recuperare al ragazzo la lucidità mentale «Nel caso in cui non te ne fossi accorto: io sono uomo e tu, anche se puoi somigliare lontanamente a Victoria Beckam, sei un uomo… se anche volessi accettare la tua proposta –cosa che comunque non farei- non potremmo sposarci per legge» gli spiegò serio e posato, nemmeno fosse stato davanti alle telecamere di NEWS ZERO. Ueda lo guardò con gli occhi dolci per qualche secondo, probabilmente ancora cercando di realizzare il significato di quelle parole, poi si sciolse e si accasciò a terra cominciando a piangere «Non è giusto però!! Non è giusto!! Mi avete ucciso il marito! Zeus! Che pure se era un dongiovanni era pur sempre mio marito» cominciò a lamentarsi «Ma poi che senso ha? Sono la dea del matrimonio e lui se la faceva con tutte! Se sono l’idea del matrimonio perché devo essere cornuta? Non è mal augurante che si faccia una cerimonia di unione consacrata ad una dea fallita e perennemente tradita?». Piangeva come una capretto sperduto e Sho ne ebbe quasi compassione. Stappò il suo scettro e prese una delle palline colorate che stavano al suo interno «Dai, non piangere… noi siamo i buoni, abbiamo sempre un po’ d’amore per tutti»
«Grazie, grazie» farfugliò l’altro con il naso che gli colava
«Tieni una caramella, vedrai che passerà tutto» lo rincuorò
«Sembra una vecchia zitella» commentò a bassa voce Ohno
«Sì… si grazie» disse Ueda tirando su col naso e masticando il dolcino datogli
«Ssst, vedrai che andrà tutto bene» sussurrò Sho accarezzandogli la testa finchè questo non perse i senti a metà caramella e svenne. Con un sospiro si rialzò, decretando la sua vittoria finale «Buoni sì, ma non fessi» annunciò arricciando su con il naso
«E soprattutto etero!» strillò Nino dagli spalti facendo urla di incoraggiamento stile stadio e sputazzando pop corn ovunque. Ohno al suo fianco sbatteva una bottiglia di plastica vuota contro il parapetto, tanto per fare casino.
Del centro del palco Kame prese a gridare e lamentarsi come una bimba di sei anni, cosa che effettivamente in quel momento corrispondeva quasi a verità. «E’ impossibile che ci stiate sconfiggendo! Noi siamo i cattivi! Siamo forti!»
«Vallo a dire ai tre che abbiamo già liquidato» ridacchiò Nino compiaciuto. Kame gli lanciò uno sguardo fulminante, degno delle saette di suo nonno e puntò un dito verso la figura slanciata di Yuichi, che per tutto quel tempo se ne era rimasto in disparte ad osservare la scena con aria svogliata. Indossava un vestito della stessa foggia di quello di Zeus, ma con l’aggiunta di un leggiadro mantello, mentre in testa portava una parrucca rossa e riccia, posizionata talmente male da lasciar intravedere i capelli castani sotto di essa.
«Padre!» esclamò Kamenashi con tono perentorio «Tocca a te!»
Yuichi gli lanciò uno sguardo dubbioso, mentre a passo lento si avvicinava al bordo del palco.
Sugli spalti Nino rivolse la sua attenzione verso Ohno, fissandolo in modo significativo. «Devo andare io, vero?» domandò rassegnato quello. Senza attendere una risposta oltrepassò il parapetto con la grazia e il contegno degni di un leader e si diresse verso il suo avversario.
«Io sono Apollo…» esordì Yuichi vedendoselo venire incontro «Figlio di Zeus. Progenie di Era. Dio del Sole»
«Qualcos’altro?» chiese Satoshi
«E... sì, sono anche un figo della madonna»
«Sì, papi, sei figo! Infatti sono tua figlia e ho preso tutto da te» si intromise il boccoloso Kame «Adesso però sfodera la tua temibile arma!» lo incalzò puntando un dito al cielo
«Subito, figliola carissima» rispose con un ghigno malefico rivolto ad Ohno. Questi fece un passo indietro, tremando sui tacchi e chiedendosi cos'avrebbe fatto dopo le terribili tattiche dei suoi colleghi. Yuichi infilò lentamente la mano sotto la tunica, all'altezza del petto, senza staccare gli occhi da lui. Entrambi si aspettavano un movimento a sorpresa dell'altro e la tensione era tale che Satoshi aveva persino timore a sbattere le palpebre: quel secondo avrebbe potuto essergli fatale. Alla fine, con uno scatto, il nemico afferrò qualcosa sotto il vestito e lo sfoderò. «TADAAAAAN!!!» strillò alzando in aria una cetra. Nel Dome calò il silenzio per qualche secondo, poi una voce proruppe dagli spalti «Uuuh... che pauraaa...» fece Jun con voce da donnicciola
«Cos'è quella?» fece Ohno sconvolto
«Ma... eh? Come? Non sai cos'è?» sgranò gli occhi l'altro «E' una cetra! Uno strumento dell'antica Grecia, appartenente alla famiglia dei cordofoni» spiegò con fare saccente pizzicando leggermente le corde
«Se, vabbè... cordofono senti, cosa pensi di farci con quella roba?» strillò Nino dagli spalti
«Siete uno più ignorante dell'altro, voi Arashi... sono Apollo, figlio di Zeus, progenie di Era, Dio del Sole, un figo della madonna E... patrono della poesia»
«Cavoli, fortuna che non è toccato a me. Io non ho mai imparato la differenza tra rima baciata e rima alternata» sentenziò Aiba
«E' l'ora della tua sconfitta Incantevole Toshi! Per mano mia, tu soffrirai come un cane!» strillò convinto yuichi
«Capisco. Quindi... ehm... vorresti sconfiggermi cantandomi un sonetto?» domandò Satoshi perplesso. L'altro guardò la cetra che aveva tra le mani «Beh... sì, in sostanza...» si strinse nelle spalle
«Ottimo, tanto io ho solo questo» spiegò l'altro con un sorriso mentre mostrava il suo microfono rosa confetto (con tanto di fiocchettino!). A quel punto la sfida cominciò: Yuichi toccò le corde della cetra intonando un "la" quindi prese fiato «Al lavoro per la Johnny's c'è uno stupido gruppetto
E se lo guardi da lontano ti sembrerà perfetto
Sono quattro e un capo che proprio leader non è
Pesca trote e branzini, Ohno il suo nome èèèè
******» canticchiò lasciando il sospeso l'ultima parola
«Spesso sai io mi chiedo "Chissà perchè» cominciò Ohno sculettando, mentre improvvisamente dagli altoparlanti partiva la sua base musicale «C'è chi ascolta i KAT TUN" e non si spiega ahimè
Io lo so che a voi i truzzi vi piace far
Ma la musica si fa col sol-mi-do e la
*******» concluse la sua strofa. Mentre cantava erano apparse bollicine colorate e qualche brillantino violetto, ma quando finì il suo turno tutto tornò alla normalità e potè girarsi a guardare i suoi amici, come a chiedere un parere. «Beh insomma... cioè le rime erano belle, non c'è che dire» sentenziò Jun «Ma non era particolarmente offensivo, no?» domandò agli altri
«Tsk... sei veramente mediocre. Levati quel ridicolo tutù e mostra che sai fare!» lo offese il nemico prima di rimettere mano alla sua cetra «Ohno, Ohno che cosa fai?
In riva al fiume, illuso, tu stai,
Ai pesci i dischi non li venderai! Uoh, uoh, uoh!
Ohno, Ohno non sarete mai
migliori dei KAT TUN e tu lo sai,
se abbandoni i tuoi amici nei guai!
». Satoshi si morse il labbro inferiore: era vero che gli piaceva la pesca, ma non si era mai messo a regalare le loro demo ai salmoni! Nonostante quelle parole prese un respiro profondo: se lo si accusava di non essere un buon leader poteva sopportarlo, se lo si prendeva in giro per il fatto che dormiva abbracciato con la sua canna da pesca poteva ancora passarci sopra, ma che si arrivasse ad insinuare di abbandonare gli Arashi alla loro sorte... quello no!
Il Tokyo Dome improvvisamente sparì, al suo posto comparve uno sfondo viola con nuvolette color fuxia e rosa pesca. Un'ondata di brillantini anticipò l'entrata in volo di un candido pegaso. Quando virò vicino a lui, Satoshi gli saltò in groppa, si aggrappò con una mano alla sua criniera color lapislazzulo mentre con l'altra accese il microfono infiocchettato. «Vedi la gonna di seta, i tacchi e il mio mascara blu
Il portamento elegante e la classe che non hai tu» si vantò ancheggiando mentre cominciavano a svolazzare petali di rosa «Tu hai una parrucca ricciuta e una tunica di fodera
Jin se ne andrà e resterete in cinque
FALLITI!
********» cantò puntandogli il dito contro «FALLITI!». La musica si concluse con un coro di archi e un potente assolo di batteria. «Dio...» sospirò Jun con le lacrime agli occhi «Non ho mai visto il riida così convinto della nostra missione prima d'ora!»
«Sbalorditivo! E dire che era quello più refrattario a questa situazione» convenne Sho. Il loro stupore venne disturbato da uno strillo di Kamo/Pollon «Che coooosa?»
«Cos'è questa storia?» domandò a ruota Junnosuke
«Non ne sapevamo niente!» Ueda corse verso Jin saltandogli addosso per riempirlo di domande. Intanto dagli spalti si levavano cori da stadio del tipo "Ohlè lè! Ohlà là! Fatelo cantà! E' il nostro Riidà", mentre Yuichi osservava Ohno, che lo aveva sconfitto al suo stesso gioco, con le lacrime agli occhi e lo sconforto nel cuore. «Ma no io... volevo dirvelo» tentava di giustificarsi Jin «Ma non c'è mai stata l'occasione, non c'era l'atmosfera giusta!»
«Te la dò io l'atmos... AHIO!» fece per ribatere Kame, inviperito, ma la frase rimase a metà quando Nino, sceso subito sul palco, lo attaccò a sorpresa lanciandogli in testa la sua spilla. «Ma non gli avevamo spiegato già l'altra volta che non si usa così?» domandò Sho a bassa voce, verso Jun
«Me lo ricordo» fece piccato Nino, sentendo quelle parole «Non sono così stupido: ma stavolta prima di tirarla ho fatto materializzare lo scettro. Inoltre, se sconfiggo Pollon avremo vinto su tutta la linea e non avremo più bisogno di poteri e vestitini. Quindi... la spilla adesso è solo un inutile gingillo» concluse mettendosi subito in posizione d'attacco
«Meschino!» lo accusò Kame «Mi hai attaccato alle spalle! Non è degno di un'eroina agire così subdolamente»
«Cazzate» fece spallucce lui «Non c'era nessun "Galateo della combattente alla marinaretta" insieme ai miei accessori, perciò posso fare come voglio: anche lanciarti il mio stivaletto con tacco!»
«Pensi che abbia paura dei tuoi tacchi?» domandò sollevando le sopracciglia, scettico
«Scherzi? Sai quanto ti sudano i piedi dentro a queste camere a gas gommose?» rispose con un sorrisino «Forza bamboccia, fammi vedere cosa sai fare!» incitò subito dopo. I compari sugli spalti rimasero in silenzio, la spavalderia di Nino suscitava in loro sentimenti contrastanti: eccitazione per l'imminente battaglia finale e timore di star sottovalutando il nemico. Invitato ad agire Kame frugò nelle proprie tasche e tirò fuori un sacchetto in pelle scamosciata e, apertolo, vi tuffò dentro la mano. Quando la tirò fuori aveva tra le dita una consistente manciata di polverina bianca «Sembra talco ma non è
Serve a darti l'allegria!
» canticchiò aprendo il palmo verso l'alto e soffiando la sua arma verso Sailor Nino «Se lo mangi o lo respiri
Ti dà subito l'allegria!
» concluse la formula e una nuvoletta bianca circondò la combattente per qualche secondo. Quando Nino tornò visibile a tutti era a terra, e inizialmente sembrava solo che avesse delle violente convulsioni, poi dalla gola gli salirono delle risate allegre che riempirono immediatamente tutta la grande sala del Tokyo Dome. Rideva. Senza alcuna pausa, senza prendere fiato, Nino rideva a crepapelle contorcendosi a terra e tenendosi la pancia. «Ehi gente» disse Aiba richiamando l'attenzione degli altri che stavano sugli spalti con lui «Io non l'ho capita»
«Nessuno ha fatto battute, Aiba chan» gli spiegò Ohno
«Ma che ti ridi?» esclamò Sho dagli spalti «Ti sembra il momento? E' l'ultimo nemico, siamo a un passo dalla vittoria e tu ridi?». In contrasto a tutta quella innaturale ilarità l'atmosfera sembrò farsi più cupa, i tuoni all'esterno del Dome tornarono a farsi sentire e l'aria della sala si faceva via via più fredda. «MWAHAHAH!» una risata più piena e terribile rimbombò nell'arena tanto forte che quella di Nino in confronto sembrava la risata di una faina agonizzante. «Ma che hanno da ridere tutti quanti?» sbottò Aiba frastornato
«Ho un brutto presentimento...» disse Jun aggrottando le sopracciglia
«HO VINTO. VI HO SCONFITTO PROPRIO QUANDO PENSAVATE DI AVERCELA FATTA» era Kame che parlava, posseduto dal Male come Galadriel, tentata dall'Unico Anello. «AVETE PERSO E MENTRE VOI ASSAGGIATE L'AMARA SCONFITTA. IL VOSTRO COLLEGA SE LA RIDE A MORTE!» poi fece una pausa e ancora le risatine isteriche di Nino furono l'unica cosa che si sentiva «LETTERALMENTE...» aggiunse.
«Dobbiamo fermarlo!» esclamò Jun «Se non smette di ridere come un cretino morirà soffocato e la Johnny's sarà perduta» spiegò scavalcando il parapetto, subito seguito a ruota dagli altri. Nonostante il buio che li circondava raggiunsero Nino. Sho tentò di sollevarlo prendendolo dalle spalle, ma non era facile, con tutto quel ridere sgusciava via dalle sue mani peggio di una saponetta. Jun gli diede una mano e artigliò il compagno strattonandolo per il colletto alla marinara. «Riprenditi, cazzo!» strillò arrabbiato, scuotendolo
«Conciato in questo modo, anche se smette di ridere non riuscirà mai a farcela da solo» osservò Ohno
«Io avevo proposto una fusione supersayan, ma non è stata approvata» rispose Aiba. «No, per favore...» farfugliò Nino frastornato, riprendendosi lentamente «Posso farcela... non fondetemi con nessuno di voi...» respirò profondamente e strinse tra le mani il suo scettro lunare facendolo risplendere nel buio di modo da vedere almeno i compagni con lui. I ragazzi fecero un passo indietro quando dall'oscurità comparì Kame che fluttuava nel nulla, con i capelli che si muovevano (nonostante non ci fosse un filo di vento) e le mani giunte a contenere una bolla di luce verde acido. «NON DEMORDI, EH? D'ACCORDO TI SCHIACCERO' COME UNA PULCE, UNA INNOCUA PICCOLA PULCE! POI ANDRO' A CASA TUA E, PER PURO SFIZIO PERSONALE, CANCELLERO' TUTTI I TUOI RECORD A SUPER MARIO!». Pronunciò prima di scagliargli addosso un fascio di potere malefico. In risposta Nino brandì lo scettro e, richiamandone tutto il suo potere, urlò: «Non toccare... il mio... DIESSE!!!».
Per qualche intenso secondo il contatto tra i due poteri, in fasci di luce diversi, fu pieno di saette elettriche, suoni cupi e sinistri e puzza di plastica bruciata, poi improvvisamente il Male sembrò guadagnare terreno: Nino aveva ancora un dolore indicibile agli addominali per il troppo ridere. «Ok, niente fusione» pronunciò Aiba «Ma almeno diamogli una mano!» propose. I compari annuirono e si avvicinarono a Nino. Ognuno mise una mano intorno allo scettro: «Forza» «Poi saremo liberi» «Portiamo a compimento la nostra missione» «Per il potere di Grayskull!». La luce pura del potere di Nino si quadruplicò grazie all'appoggio dei suoi compagni e gradualmente conquistò terreno contro Kame. Alla fine, con un ultimo slancio di coraggio e un urlo sconclusionato, la forza dei cinque fu tale da cancellare l'oscurità del Male: il Tokyo Dome fu invaso di luce bianca, tiepida, e nessuno vide più niente.
Quando gradualmente la sala tornò nella sua normale penombra i cinque ragazzi sbatterono le palpebre cercando di riabituarsi e vedere di nuovo. «Cavoli...» fece Sho riprendendo a respirare normalmente dopo quegli attimi di tensione «Neanche anni e anni di servizi fotografici riescono a prepararti ad una sparafleshata del genere!». I KAT TUN erano sparsi un po' qui e un po' là sulle passerelle, tutti placidamente addormentati. «Insomma... abbiamo vinto?» domandò Aiba a bassa voce
«Mah, si direbbe di s...» fece per rispondergli Ohno, prima che qualcosa di grosso cadesse a terra, sfrecciandogli a pochi centimetri dal viso. Dopo un primo momento di terrore si resero tutti conto che ciò che era caduto dal soffitto non era altri che Koki. «Mi sembrava mancasse qualcuno» fece Jun sorpreso «Ehi, tutto bene?» domandò al ragazzo dolorante
«Che domande fai?» sbottò quello «Aaaah, l'osso sacro... l'osso sacro! Credo di essermi rotto qualcosa» piagnucolò
«Ma da dove sbuchi?» domandò Aiba
«Da lassù no?» rispose ancora dolorante «Ero Poseidone, sai... quello grosso, coi piedoni...» fece con uno sbadiglio
«Oh si! Quello che non si vede mai!» esclamò Nino «Ora è tutto chiaro»
«Se lo dite voi» Koki aveva l'aria improvvisamente stanca «Io beh... credo di avere un po' di sonno, quindi se non avete niente in contrario...» farfugliò «Sì, insomma... mi farei un sonnellino insieme agli altri»
«Fai, fai...» rispose Ohno
«Lo vedi? Se andavi per ultimo come tuo solito ti toccava il bell'addormentato dal soffitto» Sho apotrofò Jun
«Veramente mi sarebbe toccato Kame versione Galadriel» precisò lui incrociando le braccia sotto la veste ormai bruciacchiata e spiegazzata. In quel momento Nino appoggiò il mento sulla spalla di Ohno «Riida... veramente, credo di avere un po' di sonno anche io»
«No accidenti!» esclamò Aiba «Nino, non sbadigliare! Se sbadigli tu, sbadigli...» spalancò la bocca stancamente «...glio anche io...» biascicò
«Sta venendo sonno anche a me» Sho si stropicciava gli occhi «Dovremmo riposarci un po' anche noi. Sconfiggere il Male è stancante!»
«No, ragazzi! Questa è un altra diavoleria magica, non mi fi...» sbadigliò anche Jun «... non mi fido. Usciamo di qui, forza!».
Il gruppetto scese dalle passerelle e, chi appoggiandosi agli altri chi facendosi trascinare, si avviò all'uscita strisciando stancamente i piedi a terra. A dieci metri dalla porta mancò loro la forza di andare avanti e si accasciarono al suolo con gli occhi socchiusi «No... no, dobbiamo uscire» si lamentò Jun
«Strisciate sui gomiti! I gomiti!» suggerì Nino. Il sole all'esterno li accecò per qualche secondo quando le porte si aprirono e in controluce apparve Cockermon. «Ragazzi! Siete stati favolosi, lo sapevo che ce l'avreste fatta!» esclamò il pupazzo tutto rilassato e contento
«E tu adesso ritorni?» bisbigliò Ohno prima di appoggiare la guancia a terra e addormentarsi
«Ma io me ne sono andato per voi: la vostra vera forza è il gruppo, i cinque Arashi. Io vi sarei stato solo d'intralcio!» tentò di giustificarsi
«Ma vaff...» si sentì un insulto strozzato prima che tutti si addormentassero definitivamente.

Fine del terzo episodio

Epilogo: E' la fine?
Era una luminosa mattina di Agosto e un carro bestiame si fermò davanti alla Tokyo Tower e la Tokyo Tower svettava imponente nel cielo estivo. Quattro idol erano placidamente addormentati su una delle pochissime panchine presenti nella sala dell'osservatorio del primo piano. «Ma bene!» un'esclamazione improvvisa li svegliò di improvviso, facendoli saltare sulla panchina. «Ma bravi! E io che addirittura mi scapicollo pur di non fare troppo tardi nonostante il traffico di oggi!» Jun stava davanti a loro con l'aria scocciata e le mani sui fianchi
«Oh... Jun, ma che fine avevi fatto?» domandò Sho sbadigliando e stiracchiandosi
«Non era facile girare in taxi oggi» sbuffò quello «Ma si può sapere cos'avete combinato?»
«Ci siamo solo addormentati mentre ti aspettavamo, smettila di rompere» boffonchiò Nino massaggiandosi il collo
«"solo addormentati"? Mi prendi in giro?» insistè «E come me lo spieghi il vestito di Aiba?». I ragazzi si voltarono a guardare l'amico. Indossava un vestito da majorette fucsia bordato d'oro. Dopo il primo momento di silenzio cercarono tutti di trattenersi da ridere portandosi le mani alla bocca e girandosi dall'altra parte. «Giuro che stamattina non ero vestito così!» piagnucolò Masaki prendendo tra le mani le pieghe della gonna e guardandole con aria sconcertata. Nino non riusciva più a trattenere le risate «Ma cos'è? Ti hanno preso per un remake di Card Captor Sakura e non ce l'hai detto?».

Fine

Sigla di chiusura del terzo episodio: Card Captor Aiba
(Testo: hika86, conc oretti della Reru. Musica: QUI)
[ma che cos'è?]
[è un libro, cretino]
[Oh, ma sono carte!] [chi fa una partita?]
[Quello è il tuo potere]
[E cosa ci faccio?]
[Indovina un po'...]
[Chiromanzia...]

Quante carte davanti a te
mio dolce Masaki
le hai trovate in un libro che
ti ha dato GuruJun
questo non è un gioco e così
la guerra inizia qui
ogni giorno ti porterà
a portar vestiti lillà

Dove andar proprio non sai
Uooh
Pesca la tua carta e vai

Soffia il vento dalla città
e lì bisogna andar
alla Johnny ti aspetterà
l'essenza del mal
C'è un solo modo perchè
la gloria tocchi a te
se tornar normale vorrai
vincere su tutti dovrai

Uooh

Combatti anche tu [combatti anche tu]
pesca la tua carta Aiba
E tu lo sai [sai]
Solo non sei [sei]
ma 5 babbei [ma 5 babbei]

Sali un po' più in su
e agita il tuo scettro Aiba

dai che così ce la fai
unisciti agli altri e vai

Combatti anche tu
pesca la tua carta Aiba
e non arrenderti mai
tacchi, scettro rosa e vai

[Adesso ti è chiaro?]
[le lancio, tipo shuriken?]
[No, sono magiche!]
[Quindi volano da sè]
[Giuro che adesso ti meno, con le mie mani] [Carte magiche: se le chiami attaccano]

Uooh

[Sembra carino, però...][CHE?]
[Non sono un fan di Yu-gi oh]

C'è un pupazzo sempre con te
si chiama Cockermon
son tante le cose che sa
e ognun le ascolterà

è uno scassacazzi però
fa tutto quel che può
ma di perspicacia si sà
nessun dei 5 mai brillerà

Uooh

Tu [tu]
Combatti anche tu [combatti anche tu]
pesca la tua carta Aiba
E tu lo sai [sai]
Solo non sei [sei]
ma 5 babbei [ma 5 babbei]

Sali un po' più in su
e agita il tuo scettro Aiba
dai che così ce la fai

Pesca un'altra carta Aiba [cretiiiino]
e non arrenderti mai [mai]
non farti domande e vai

Uoooh

Pesca un'altra carta Aiba
E tu lo sai [sai]
Solo non sei [sei]
ma 5 babbei [ma 5 babbei]

Poi sali un po' più in su
e agita il tuo scettro Aiba
dai che così ce la fai

Pesca un'altra carta Aiba
e non arrenderti mai
cambiati il vestito e vai!

FINE FANFICTION

* Il codice per le segnalazioni marittime, in cui ad ogni lettera corrisponde una posizione delle braccia segnalata -data la distanza- da due bandiere, gialla e rossa, da tenere in mano
** In ordine: il mondo parallelo di Rayheart, la Tokyo Parallela di Sailor Moon e il Regno del mago inventore delle carte di Card Captor Sakura
*** Carta-abbonamento per muoversi sui mezzi di trasporto di Tokyo
**** La canzone, dal testo rivisitato, è "Hell no!" (cazzo no! XD) dei KAT TUN
***** E' il termine tecnico per il tipo di pettinatura di Sailor Moon (e di Doremì)
****** La canzone è "Pollon Combinaguai", sigla italiana del cartone animato Pollo da cui sono tratti i costumi dei KAT TUN
******* La canzone è -nella versione italiana- "Dimmi che mi ami teneramente", uno dei pezzi cantanti da Creamy nell'anime
******** La cazone è -nella versione italiana- "Rossetto delicato", uno dei pezzi cantati da Creamy nell'anime
INOLTRE
- Ci teniamo a precisare che non odiamo i KAT TUN, quindi non ce ne vogliano le fan del gruppo. Siamo state le prime a prendere per il culo i nostri beniamini, accettate un po' di presa per i fondelli anche per loro, su!
- Il titolo di questo capitolo è preso dal titolo del primo episodio della seconda serie dell'anime Card Captor Sakura (nell'adattamento Italiano)
- Il vestito di Aiba in questo capitolo è QUESTO
- Le cose a caso dette da Jun per la sua tecnica di disorientamento del nemico sono frasi che Hika86 ha fatto pronunciare a caso alla Reru (e sono diventate oggi la nostra tecnica!)
- La scena dell'attacco definitivo di Sailor Nino è ispirata alla scena finale della prima serie di Sailor Moon
- Si ringrazia la reru Per i coretti della sigla di chiusura
- Come bonus per chi legge tutto fino alla fine, persino queste note dementi, ecco una COLLECTION con gli altri spezzoni delle canzoni utilizzate nella ff (tutte rigorosamente modificate e ricantate da hika86)


Saltellando sui confini della demenza: le autrici si confessano.
Hika86: beh ci abbiamo messo quasi un anno per una fanfiction di tre capitoli. Ciumbia!
Reru: non proprio un anno, dai
H: vabbè l'abbiamo cominciata ad agosto... dieci mesi!
R: ma no, era fine agosto. Contiamo da settembre: ottobre novembre... maggio giugno...
H: non contare Giugno, è il 3 oggi!
R: allora nove mesi... cazzo, UN PARTO!
H&R: ahahahahahaahah!!
H: che altro dire? Abbiamo segnato questo nostro dialogo, mentre scrivevamo e ideavamo i personaggi di Pollon:

Hika: Ma se Junnosuke lo facciamo nascondere dietro a qualcuno?
Reru: Na… i KATTUN non hanno pudore!
Hika: Na… hai ragione, i tamarri non hanno pudore…


R: ......... ringraziamenti e chucha!
H: dai, è l'ultimo capitolo! Dì qualcosa di pregno!
R: ........................
H: .......................
R: ....................... Focaccia alle olive?
H: mica lo nego!
FINEEEE Baci & abbracci!!










[Voci fuori campo]
R: adesso ho voglia di focaccia alle olive...
H: cazzo...

  
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