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Autore: SasuSakuForever    04/06/2011    1 recensioni
Melanie e' la classica ragazza che non sa descriversi. Non ha un aspetto fisico, non lei. E' dannatamente insignificante come l'ultimo satellite situato nel punto di confine tra un'orbita e l'altra. Si lascia trascinare, la piccola Mel. Così minuta e insignificante non è in grado di prendere una decisione, non da sola.
Non è nemmeno in grado di amare, non lei. O meglio, sa amare, ma non come vorrebbero gli altri.
Ama per convenienza, ama come è capace, ama.
E intanto gli altri si allontanano da lei, scappano. Perché si sentono straniti, si sentono in pericolo di fianco a quella ragazza che è capace di farti dubitare anche di te stesso.
Tu hai una convinzione e lei te la porta via, ti fa credere a tutt'altro. Mel è così.
Però intanto su ciò che sente lei sa sempre tutto. Lei pensa che in una cosa ci devi credere, per essere convinto. Perché se non ne sei convinto non puoi amarla. E se non puoi amarla non puoi credere in lei, semplice.
Inoltre lei ama Nat. Forse.
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella, quella era la classica giornata che lasceresti volentieri fuori dal calendario. Il cielo scuro fuori imprecava, sputando sulla gente i semi di tutte le nuvole che aveva appena ingoiato. Risultato: un'uggiosa giornata del cazzo. Mel guardava la finestra chiusa dal suo solito posto accanto al calorifero; dietro alle cuffie suonavano melodiose le note di 'River flows in you'. I leggings bianchi erano troppo corti per tenerle un po' caldo, il piumone magenta troppo estraneo per portarle un po' di allegria. Si staccò dalla finestra scostando i tendoni arancio, troppo scoloriti per farle tornare alla mente qualche ricordo felice, uno qualsiasi. Si infilò nel letto, senza nemmeno pensarci, e strinse forte il tessuto color fragola. Guardò meglio e, proprio lì, vicino alla sua mano destra, vi erano alcune macchie nere, abbastanza sbavate. -Mascara- pensò, guardandolo bene. Ritornò a pensare alla notte precedente, alle domande che, appena il giorno prima, aveva tentato di dimenticare. Quello non era amore, ma nemmeno amicizia. Non era attrazione, perché era convinta che, per essere attratta da qualcuno, dovevi prima conoscerne l'anima. E lei non l'aveva mai guardato negli occhi, non ne aveva mai avuto il coraggio. Chi era lei per prendergli anche l'anima? Si interrogava sul motivo per il quale faceva tutto senza controbattere. Perché lo baciava senza sentire niente per lui? Forse non voleva deludere nessuno, forse era per questo. Eppure, di tanto in tanto sentiva la necessità di sapere che c'era, anche se non lo amava. Ma questo significa che non poteva proprio essere amore. 'Perché in amore uno deve amare per forza, non può solo voler bene. Vero?' E così, il circolo vizioso di domande che per un giorno aveva evitato, ricominciò.
  
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