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Autore: Knuckster    05/06/2011    2 recensioni
Sonic the Hedgehog, nella sua giovane vita, ha affrontato innumerevoli sfide, a volte al di là della sua portata e quasi sempre scatenate dal dottor Eggman. Questa volta, però, si ritroverà a combattere un avversario molto più oscuro, disposto a sterminare tutta la razza mobiana senza alcuna pietà. Basterà avere al suo fianco tutti i suoi amici di sempre per sventare la pericolosa minaccia? [contiene "Sins of Purity Saga", "Chaos Millennium Saga", "Pieces of Eternity Saga", "Solo noi e nessun altro", "Ciak, si canta!"]
ATTENZIONE: Full Speed Ahead contiene storie terminate e aggiornate al 2011. Personaggi e ambientazioni hanno subito un REBOOT nella successiva storia della serie, "Sonic the Hedgehog: Legacy of Argus". Buona lettura a tutti!
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
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Sonic The Hedgehog Full Speed Ahead #12

SONIC THE HEDGEHOG:

FULL SPEED AHEAD

#12

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SINS OF PURITY Saga

Egg-ocentrica apocalisse

Scritto e ideato da: Knuckster

Come ci sono tante mosche che ronzano attorno allo stesso miele, altrettanti sono coloro che ambiscono a possedere le sette gemme più straordinarie dell'intero universo, i Chaos Emeralds. Diversi sono i motivi che spingono i protagonisti di questa storia alla ricerca degli smeraldi. I solidi principi che spingono Sonic the hedgehog e i suoi compagni a combattere per la loro causa si sono scontrati con i malsani ideali di Magorian, rappresentati questa volta dall'inquietante e virtualmente invincibile Seth. Nel culmine della battaglia, dove le speranze si riducono e i pericoli si raddoppiano, manca poco al termine della caccia agli smeraldi. Quale fazione ne uscirà vincitrice? Per scoprirlo non resta che continuare a leggere!

Esterno Techno Base – Giorno 7 (Ore 01:00)    

     - Buffo come gira il mondo a volte! - disse il dottore sogghignando sotto i baffi - Sono stato io a crearti e tu, per ben due volte, mi hai dimostrato tutt'altro che gratitudine! E adesso guardati! Nuovamente inerme tra le mie grinfie! -

     Compiaciuto come non lo era mai stato, Eggman si trovava nella grande prateria che circondava la sua Techno Base. Stringeva nel pugno destro una pistola lucente e in quello sinistro un buffo apparecchio dalla forma allungata munito di un pulsante rosso su quale indugiava il suo pollice. Tronfio e impettito, si ergeva in tutta la sua superiorità su un suo rivale sconfitto, la cui testa stava in quel momento schiacciando con un piede in un crudele atteggiamento di rivalsa.

     - Sistemi offline! - scandì Metal Sonic, paralizzato dall’arma del dottore - Impossibile attivare sistemi ausiliari! -

     Eggman ridacchiò soddisfatto.

     - Guarda che cosa sei diventato, Metal! E’ un vero peccato, eri una delle mie più grandi creazioni… almeno fino a quando non hai cominciato a sviluppare un tuo proprio intelletto! Ti sei sottoposto ad un nuovo processo di robotizzazione ed hai plasmato il tuo corpo con il metallo liquido(1)! Mi hai imprigionato ed hai raccolto i dati di Chaos e della combriccola di Sonic, ossessionato dall’idea di distruggerlo, tradendo il tuo maestro! Ma neanche trasformarti in Metal Overlord è servito allo scopo! Sei stato nuovamente sconfitto ed umiliato da quel riccio irritante ed hai passato giorni interi a commiserarti! In seguito ti ho di nuovo ricostruito, inibendo la tua mente, rendendoti incapace di raggirarmi di nuovo! E cosa succede? Mi catturi e mi ingabbi per conto di Magorian, offrendomi di nuovo la tua infedeltà! -

     Eggman non era sicuro che il robot avesse conservato abbastanza intelligenza da rendersi conto del pericolo che correva, ma il fatto che sussultasse e si dimenasse nella sua morsa lo soddisfaceva ugualmente.

     - Non agitarti! Non mi sono preso il disturbo di attirarti qui solo per farti fuori! Per quanto detesti ammetterlo ho bisogno di te in questo momento! Ma ho deciso di prendermi delle precauzioni! Ripristinerò la tua intelligenza, ma farò in modo che tu non possa mai più usarla contro di me! -

     Il dottore premette il pulsante sul suo dispositivo e un ultrasuono penetrante si sprigionò dal suo interno. Ogni centimetro del corpo metallico di Metal Sonic fu improvvisamente scosso come da una scarica elettrica e i suoi occhi lampeggiarono per un breve momento. Una volta che quel suono calò di intensità, il robot si fermò improvvisamente ed Eggman poté togliere il piede dalla sua testa. Si rimise in piedi per poi inchinarsi in un gesto di totale servilismo.

     - Sono ai tuoi ordini, dottore! - disse con voce strascicata.

     - Vedo che hai riacquistato la tua parlantina! - replicò Eggman attorcigliandosi i baffi - Ricorda però che se ho disattivato il chip che bloccava la tua intelligenza artificiale è solo perché mi aspetto che tu combatta con me e non contro di me! Lascia che ti dica una cosa! Il mio inibitore neurale farà in modo che non appena un solo pensiero di ribellione spunti nel tuo cervello metallico te ne pentirai molto amaramente! Per cui se fossi in te ci penserei due volte da ora in poi a mettermi i bastoni tra le ruote! Sono stato chiaro, Metal? -

     - Chiarissimo, mio signore! - rispose il robot zelante.

     - Perfetto! Vedrai che insieme faremo grandi cose! - 

     Eggman sorrise maligno.

     - Adesso andiamo! Abbiamo un impero da fondare! -

     Ad un suo cenno del capo, i tre robot assistenti che attendevano ordini alle sue spalle corsero in avanti per qualche metro, raggiungendo una zona della radura che avevano individuato con precisione. Utilizzando un piccolo telecomando, attivarono un meccanismo nascosto e uno squarcio circolare si aprì nel terreno. Una piccola cabina ascensore spuntò come un fungo tra l’erba e il suo sportello in vetro si aprì con un colpo secco.

     - Il laboratorio sotterraneo segreto è pronto, dottore! - dissero in coro Decoe e Bocoe.

     - Il mio meraviglioso Egg Apocalypse mi sta aspettando! - replicò Eggman, sorridente come non mai - Venite, signori miei! Andiamo a creare un po’ di caos! -

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Angel Island – Giorno 7 (Ore 01:00)

     La mezzanotte era passata da un pezzo. Sonic era disteso sul prato reso fresco ed umido dalla pioggia battente di qualche ora prima, intento a respirare a pieni polmoni il gradevole odore penetrante dell’erba bagnata. Le nubi temporalesche che avevano oscurato la luna si erano ormai diradate, in modo da permettere al riccio supersonico di osservarne il pallido chiarore che rischiarava il tranquillo scenario notturno. Non una foglia si muoveva in quel mondo addormentato, solo una fresca brezza post-pioggia attraversava il paesaggio facendo dondolare i fili d’erba e gli steli dei fiori e accarezzandogli dolcemente il volto. Con gli occhi semichiusi e le mani sotto il capo si godeva placidamente il canto di sottofondo dei grilli e i piccoli lumini vaganti delle lucciole che girovagavano attorno a lui.

     Avrebbe tanto voluto poter rimanere in quella quiete per il resto della vita, senza problemi né fardelli da portarsi addosso. Era talmente bello poter abbandonare per un momento tutte le preoccupazioni e le ansie annidate dentro di sé dall’inizio di quella storia per potersi rilassare in pace e dilettarsi delle piccole gioie che quel pianeta incontaminato da lui tanto amato potevano offrirgli. Aveva sempre interiormente ringraziato qualunque forza cosmica o divina gli avesse concesso di nascere in quel meraviglioso pianeta, pieno di capolavori della natura. Sin dall’origine dei tempi i suoi abitanti avevano subito un grandioso processo evolutivo che li aveva portati a sviluppare tecnologie equiparabili a quelle degli esseri umani, ma a differenza di loro, come aveva potuto constatare durante il loro soggiorno forzato sulla Terra, avevano imparato a rispettare il limite che c’è tra la tecnologia e la natura. Essendo strettamente legati all’ambiente in cui si erano evoluti avevano imparato a non mettere a repentaglio e a devastare il mondo che li circondava per il quale nutrivano una profonda devozione. Tutte le civiltà che si erano susseguite, dai primordi, alle tribù delle echidna e a quelle attuali, avevano acconsentito ad un tacito accordo mirato alla difesa e alla salvaguardia dell’ambiente. In un posto talmente incontaminato e rispettato, la vita scorreva come in un autentico paradiso.

     Sonic amava la vita e amava trascorrerla nella totale libertà e spensieratezza, immerso in quell’universo verdeggiante tutto da percorrere alla massima velocità. Nemmeno le frequenti incursioni e gli ambiziosi progetti di dominio del dottor Eggman avevano intaccato più di tanto la sua serenità. Anche se di tanto in tanto le cose si facevano davvero pesanti con lui, non lo aveva mai considerato come un nemico di cui avere la costante preoccupazione. Lo considerava più come un passatempo che come una minaccia. Le sue frequenti incursioni erano ormai diventate quasi un pretesto per alimentare la sua accesa rivalità con Sonic. Il riccio blu non doveva rimanere in guardia. Quando Eggman sarebbe tornato lo avrebbe affrontato, desideroso di una nuova sfida e galvanizzato dalla competizione.

     La situazione attuale purtroppo non poteva essere più drammatica. Il dottore poteva anche essere un bonaccione “testa d’uovo” che ogni tanto dava più filo da torcere del solito, ma Magorian era tutta un’altra storia. Non solo possedeva un potere spaventoso, ma quello che più faceva accapponare la pelle era il suo odio bruciante per quella che lui chiamava “razza animale”. Come poteva davvero pensare di sterminare ogni essere vivente su quel pianeta? Come poteva provare un rancore talmente profondo da voler eliminare una specie così pura e innocente, talmente mite da avere rispetto per qualunque creatura, dalla più piccola alla più grande? Come riusciva a considerare inferiori a lui dei simili esseri? Era follia pura! Al solo pensarci, Sonic sentiva una rabbia potente montargli addosso. Sapeva cosa doveva fare: continuare a combattere per impedire questa ingiustizia. La natura gli aveva concesso un’abilità in grado di spezzare le catene dell’oppressione e della prepotenza e avrebbe proseguito ad utilizzare questo dono per piegare simili soprusi finché avrebbe avuto fiato in corpo.

     Il nemico che stavano affrontando non era da sottovalutare. Non poteva negare di avere paura, come aveva confessato a Shadow. Temeva per la sorte di sé stesso e dei suoi amici, non era sicuro che sarebbero sopravvissuti tutti, ma battersi per proteggere tutto ciò a cui teneva di più, i suoi compagni, il suo mondo e gli altri innocenti che lo popolavano, era la cosa giusta da fare. Avrebbe lottato fino allo sfinimento e per questo sarebbe arrivato a morire. Di una cosa però era sicuro: se il suo destino era quello di uscire di scena, lo avrebbe fatto con un bel botto! Magorian non avrebbe avuto vita facile!

     Talmente immerso nei suoi pensieri sonnacchiosi, avendo programmato di addormentarsi piacevolmente disteso sul prato, quasi non avvertì i passi felpati che si avvicinavano a lui. Sollevò di poco il capo e la fugace visione di due code che sbatacchiavano gli fece immediatamente capire di chi avrebbe avuto la compagnia.

     Il volpino si adagiò sull’erba delicatamente. Sonic gli strizzò l’occhio in segno d’intesa.

     - Ti dispiace se mi siedo qui con te, Sonic? - domandò educatamente Tails.

     - E me lo chiedi anche? - rispose il riccio sorridente.

     Rimasero per un attimo in silenzio, impegnati a rimirare il disco lunare che si stagliava sopra di loro.

     - Non riesci a dormire, Scheggia? -

     - Proprio no… penso di essere un po’ troppo teso… e poi anche volendo Vector russa talmente tanto che sveglierebbe un ghiro! -

     Il volpino fece un cenno con la testa indicando la Chaotix Car dalla quale proveniva un ronzio di sottofondo tipo segheria. Si guardarono entrambi e cominciarono a ridacchiare con fare d’intesa.

     - Tu invece? - chiese Tails quando le risate cessarono.

     - Avevo un bel po’ di pensieri per la testa! Ma stavo per piombare nel sonno come un sasso! -

     - Immagino! Quando ti addormenti né le cannonate né tanto meno Vector riuscirebbero a svegliarti! -

     Risero ancora, questa volta più forte. Non c’era un motivo preciso, ma era bello per loro trascorrere quelle poche ore tranquille ridendo e rimirando il paesaggio prima che un nuovo giorno cominciasse insieme ad una nuova battaglia. Era bello poter passare un po’ di tempo nella spensieratezza e nella serenità come la coppia di amici per la pelle quali erano.

     Di nuovo silenzio. Non c’era bisogno di parole.

     - Sonic! - mormorò Tails dopo poco tempo - Ho paura! -

     - Ne ho anch’io! - replicò il riccio blu a cuore aperto - Questa volta la battaglia è veramente dura! -

     - Credi che ce la faremo, Sonic? - domandò insicuro.

     - Sono fiducioso, Scheggia! Ma sei troppo intelligente perché possa mentirti! Non sono sicuro che tutti noi usciremo vivi da tutto questo… qualcuno potrebbe cadere… potrei essere io! -

     - No, tu non puoi morire! Sei il nostro eroe… il mio eroe… sei un simbolo di libertà e giustizia… un’icona… e le icone non tramontano mai! -

     Sonic sorrise.

     - Buffo! Non ho mai preteso di esserlo! Ho sempre e solo cercato di fare la cosa più giusta! -

     - E ci sei sempre riuscito! Hai salvato questo pianeta e i suoi abitanti tante di quelle volte e ci riuscirai anche questa! -

     - Senza di voi non avrei potuto fare un bel niente! Il vostro supporto è sempre stato fondamentale e lo è tuttora! -

     Tails si rigirava nervosamente i pollici mentre osservava apparentemente le stelle che brillavano nel cielo sopra di lui. I suoi occhi si stavano pian piano inumidendo mentre cercava di raccogliere il coraggio per dire qualcosa. Sonic non ci faceva caso, anche lui immerso nei suoi personali pensieri.

     - Se dovesse succedermi qualcosa - disse infine il volpino tutto d’un fiato, evitando di ricambiare lo sguardo incuriosito di Sonic - Voglio che tu sappia una cosa! -

     - Scheggia, non… - cercò di replicare il riccio blu ma Tails lo interruppe con un gesto secco della mano, determinato come non mai.

     - Fammi finire, per favore! Non te lo ho mai detto e non so se lo sai, ma ciò che non voglio è andarmene senza che tu ne sia a conoscenza! In tutti questi anni sei stato la persona più importante per me… mi hai fatto da padre e da madre, sei stato il mio migliore amico e ti sei preso cura di me quando non avevo nessun altro! Non ti ho mai ringraziato per questo e non sarò mai in grado di farlo a sufficienza… volevo solo dirti… che ti voglio molto bene! -

     Cercò di mantenere un tono naturale mentre parlava, anche se l’imbarazzo che provava in quel momento non lo rendeva un compito facile. Non era facile mettere a nudo i propri sentimenti e se le circostanze non fossero state così critiche lo avrebbe volentieri evitato. Si era reso conto solo in quel frangente di non aver mai espresso la sua gratitudine nei confronti di Sonic e non avrebbe potuto trovare momento più propizio di quello, soli e tranquilli, in un’atmosfera ideale per una conversazione a cuore aperto.

     Un po’ riluttante, il volpino si voltò per osservare la reazione di Sonic. Non si sarebbe mai aspettato di vederlo saltargli addosso stringendolo in un affettuoso ma irruente abbraccio. Lo strinse forte a sé e gli scompigliò amichevolmente i ciuffetti di pelo arancione sulla sua testa, provocandogli un eccesso di risa.

     - Daaaai, smettila di fare il melodrammatico, volpacchiotto! - esclamò Sonic sorridente ingaggiando con lui una giocosa lotta - Andrà tutto bene, non c’è bisogno di deprimersi! E poi lo sai che ti voglio bene anch’io, Scheggia! Che fine avrei fatto senza il tuo cervellino vulcanico? -

     E rimasero lì per buona parte della nottata… a rincorrersi, a giocare e a scherzare come bambini senza nessuna preoccupazione al mondo fino ad accasciarsi sonnolenti sull’erba umida per quelle allegre chiacchiere che solo i migliori amici sanno scambiarsi prima di assopirsi serenamente.

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     Alcune ore dopo, non avrebbero mai creduto che sarebbero stati riportati alla dura realtà così bruscamente. Tutti quei pochi momenti trascorsi nella beata tranquillità di chi è privo di angosce e inquietudini non sembravano mai abbastanza per loro e fu con un peso sul cuore che la maggior parte di loro si destò da un sonno ristoratore, lasciandosi alle spalle di malavoglia la dimensione dei sogni. Erano perfettamente consapevoli della sorgente del suono intermittente che li aveva svegliati. Il sole era già alto nel cielo sgombro di nubi quando il segnale acustico dei loro scanner da polso li avvisò che l’ultimo Chaos Emerald era stato individuato.

     Si alzarono di soprassalto all’unisono. Tails, con gli occhi gonfi di sonno, si alzò dalla comoda erbetta fresca sul quale si era appisolato e armeggiò immediatamente con l’apparecchio sul suo polso che risuonava insistente. Amy Rose e Knuckles si affrettarono a raggiungerlo immediatamente, seguiti a ruota da Cream e da un confuso Big. Tikal dal canto suo sembrava riluttante ad acquisire maggiori informazioni sulla locazione dell’ultimo smeraldo, limitandosi a starsene in disparte e ad ascoltare con sguardo cupo. Espio apparve di soprassalto accanto al volpino dopo aver ripreso i suoi naturali colori in seguito alla mimetizzazione. Anche Gamma si fece avanti con passo lento e pesante. Vector e Charmy furono gli ultimi a raggiungere il raduno, piombando fuori dalla loro automobile ancora barcollanti e storditi per il sonno.

     - Era ora! - esclamò Amy eccitata - Dove si trova, Tails? -

     La volpe pigiava freneticamente i pulsanti sul suo apparecchio, con l’espressione concentrata e lo sguardo fisso. L’importanza del momento era evidente dal silenzio carico d’attesa in cui tutti erano immersi.

     - L’ho individuato! - affermò Tails dopo pochi minuti - Si trova… oh… a Lava Reef… sembra che sia all’interno del vulcano! -

     La rivelazione fu accolta con un mugugno preoccupato.

     - Questo potrebbe essere un problema! - puntualizzò Knuckles - Non sarà facile recuperare lo smeraldo da lì dentro! -

     - Io odio la lava! - squittì Charmy spaventato - E’ così… densa e bollente! -

     - Andiamo, conigli! - intervenne Vector - Quel vulcano non è più in attività da un pezzo! Non c’è nessun pericolo! Sarà un giochetto da ragazzi entrare lì dentro e recuperare il nostro sassolino scintillante! -

     Tails disse la sua.

     - Effettivamente non possiamo esitare! E’ il settimo ed ultimo Chaos Emerald ed è fondamentale che riusciamo a trovarlo in modo da non complicare ulteriormente le cose! Eggman ne ha uno e Magorian due! Se perdiamo anche questo sarà ancora più difficile riuscire a riprenderceli tutti! -

     - Non mi piace! - proferì Knuckles pensieroso - Puzza un po’ troppo di trappola! -

     - Sono d’accordo! - aggiunse Espio - Quello che ci conviene è studiare un’attenta strategia! -

     - Già! - esordì Vector spazientito - Così mentre noi studiamo, la gang del magico vecchiaccio penserà a sgraffignare lo smeraldo! -

     - Non voglio che vi facciate male! - affermò Big.

     - Sarebbe troppo triste! - gli fece eco Cream

     - Non rischieremo inutilmente! State tranquilli! - rispose Amy con tono rassicurante - Tu che cosa ne pensi, Sonic? -

     La riccia rosa non ricevette risposta. Si guardò intorno insieme a tutti gli altri nella speranza di scorgere la familiare sagoma blu irsuta ma non c’era nessun altro oltre a loro.

     - Dov’è finita la nostra palla di spine? - si chiese Vector confuso.

     - Forse non è ancora tornato dalla sua corsa mattutina! - ipotizzò Tails mettendo mano nuovamente all’apparecchio sul suo polso.

     Dopo aver sollevato il coperchietto, tenne premuto il pulsante della ricetrasmittente.

     - Sonic… qui parla Tails, mi ricevi? -

     Nessuna risposta.

     - Sonic… qui è Tails, rispondi, per favore! -

     Ancora nessun segno di vita.

     - Sembra non ci sia segnale! -

     - Maledizione! - strepitò Knuckles - Dove diavolo è andato a cacciarsi? -

     - Non c’è tempo di aspettarlo! - replicò Vector con maggiore enfasi - Ogni minuto è essenziale! Dobbiamo raggiungere Lava Reef il prima possibile! -

     - Vector è così impaziente! - disse Charmy ridacchiando - Da quando si interessa del benessere del mondo oltre a quello del suo portafoglio? -

     - Comunque sia senza Sonic non possiamo muoverci! - affermò Amy decisa - Abbiamo bisogno di lui se dovessimo scontrarci con gli agenti di Magorian! -

     - Se questo dovesse succedere - si frappose una voce profonda alle loro spalle - Faremo in modo che se ne pentano amaramente! -

     Shadow si stava avvicinando con fare spavaldo e sicuro di sé. Rouge era al suo fianco e sorrideva sotto i baffi. Era parecchio contenta che il riccio nero fosse tornato quello di sempre e che la sua crisi fosse stata solo momentanea perché era perfettamente consapevole che un guerriero come lui avrebbe potuto fare la differenza. Aveva vegliato sul suo inquieto riposo durante tutta la notte, guardandolo agitarsi e lamentarsi nel sonno probabilmente ancora in preda alla trappola mentale di Seth. Ma da quando il sole era sorto, era come se un nuovo Shadow si fosse levato insieme all’alba, uno Shadow più determinato e combattivo.

     - Non c’è un minuto da perdere! - disse con fare da leader - In assenza di Sonic sarò io a guidarvi! Se c’è un lusso che non abbiamo è quello del tempo! -

     - Senza Sonic non possiamo andare! - ribatté Amy cocciuta.

     - Dovunque sia adesso il tuo fidanzato sarà certamente più al sicuro di noi! Potrei giurare che Seth ci sta aspettando al varco e non voglio perdere l’occasione di prendermi la mia rivincita! -

     Le parole di Shadow avevano un tono definitivo. Sebbene Amy fosse riluttante a dargli partita vinta si rendeva conto che le lancette dell’orologio ticchettavano rapidamente e che lasciare l’ultimo Chaos Emerald nelle mani del nemico avrebbe comportato per loro un grande svantaggio.

     - D’accordo! - sospirò lei per poi rivolgersi a Cream - Non voglio che tu corra rischi! Per cui rimarrai qui con Big e Tikal! Ti terrà compagnia anche Charmy, va bene? -

     - Va bene, Amy! - acconsentì la coniglietta - Cerca di fare attenzione! -

     - E-102 Gamma è pronto e operativo per la battaglia! - scandì la voce metallica del robot.

     - Anche il tuo aiuto ci sarà indispensabile! -

     - Basta indugiare! - disse Shadow impaziente - Venga pure chi vuole ma cercate di non essere di peso! Diamoci una mossa! - e senza aggiungere altro cominciò ad avviarsi di corsa verso la meta.

     - Che cosa gli è preso? - si domandò Tails.

     - E’ solo desideroso di vendicarsi! - spiegò Rouge - Ed è meglio lasciarglielo fare… per il momento quello a cui dobbiamo pensare è il Chaos Emerald! -

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Locazione ignota – Giorno 7 (Ore 07:00)

     Una goccia d’acqua piovve dall’alto sulla palpebra del suo occhio socchiuso e la fastidiosa sensazione che ne conseguì lo costrinse a riprendere conoscenza. Sonic si trovava disteso e privo di sensi su di un suolo duro e polveroso. Cercò di rimettersi in piedi e un forte dolore gli pulsò alle tempie costringendolo a massaggiarsi il capo. Pensò di aver battuto la testa cadendo da una grande altezza e si guardò intorno per capire dove fosse finito. Era uno spazio ampio e quadrato, illuminato fiocamente da una manciata di fiaccole fissate alle pareti di pietra. Dal basso soffitto pendevano degli speroni di roccia dal quale ogni tanto cadevano gocce d’acqua dovute all’umidità, il che gli fece capire di essere sottoterra. Non sembravano esserci vie d’uscita ad eccezione di uno stretto cunicolo che si apriva nella parete frontale e proseguiva a gomito verso l’alto. Tutti gli altri passaggi erano bloccati da massi e macerie troppo pesanti da spostare.

     Sonic cercò di far abituare gli occhi alla semioscurità cercando di realizzare in che modo potesse essere finito laggiù. L’ultima cosa che si ricordava era che stava sfrecciando a tutta birra tra i terreni di Angel Island, come sempre faceva la mattina presto come ginnastica ridestante, e di essersi sentito ad un certo punto mancare il suolo sotto i piedi. Esaminò il luogo con fare circospetto, sicuro di essere piombato in una trappola ordita da uno dei suoi nemici, per poi attivare la ricetrasmittente sul suo polso. Non si stupì affatto di scoprire che il segnale era assente visto che doveva trovarsi metri e metri sottoterra.

     - Tutto questo è davvero molto divertente! - esclamò spazientito ascoltando l’eco - Chiunque abbia pensato a questo scherzetto si faccia vedere! Non ho tempo da perdere! -

     Inizialmente credé di essere solo lì dentro, ma poi una figura indistinta si mosse nella luce soffusa. Sonic rimase all’erta mentre lo sconosciuto si esponeva al chiarore delle torce rivelando la sua identità come quella di Drake.

     - Sei l’ultima persona che mi sarei aspettato di trovare qui! - disse Sonic sorpreso.

     Il cavaliere pareva più ardito ed impettito che mai nella sua classica armatura scintillante e con il viso coperto dal suo elmo di metallo.

     - E perché mai di grazia? -

     La sua voce risuonava all’interno della grotta. Aveva un tono disinvolto e spigliato.

     - Perché questo genere di trucchi non è nel tuo stile! Me lo sarei aspettato da uno dei tuoi colleghi! Se volevi farti di nuovo prendere a calci bastava che me lo dicessi! -

     Drake ridacchiò.

     - Non è un combattimento che voglio! Ho bisogno del tuo aiuto… per un test! -

     - Un test? - Il riccio blu era a metà tra lo sconcertato e il divertito - L’enigmistica non è mai stata il mio forte! Non contare su di me! -

     - Questa è una cosa seria, Sonic! Sei l’avversario più formidabile che abbia mai combattuto ed è proprio per questo che devo sapere quale parte di me è in grado di sconfiggerti! Quale parte di me è più forte ed è in grado di scalzare dalla mia strada gli ostacoli che mi bloccano… se l’uomo… o il lupo! -

     - Quando la finirai con questa storia? - replicò Sonic - Non hai ancora capito che Magorian ti ha riempito la testa di un mucchio di sciocchezze? Che cerca di reprimere la tua natura e obbligarti a fare il lavoro sporco per lui? E peggio ancora che ti comanda a bacchetta come se fossi il suo schiavo? -

     - Se ti ho attirato qui è proprio perché spero di capire molte cose! - spiegò Drake con tranquillità - E’ da tempo che studio le tue mosse e ho notato che nella tua corsa mattutina segui sempre lo stesso tracciato! Non è stato difficile stordirti e trascinarti qui sotto! E’ una rete di gallerie sotterranee naturali, ma ho provveduto a bloccare tutte le vie di fuga tranne una! Se vuoi uscire di qui devi prima abbattermi! -

     - Pare che non abbia altra scelta! - rispose Sonic sogghignando - Ma dimmi… perché dovrei accettare di combattere con te quando potrei correre a velocità supersonica verso quel cunicolo e schizzare fuori di qui? -

     - Per esempio perché i tuoi amici stanno andando incontro ad una fine disastrosa e solo io posso dirti come evitare che questo accada! -

     Sonic aggrottò la fronte, preoccupato.

     - Di che cosa stai blaterando? -

     - Del fatto che hanno individuato il settimo Chaos Emerald, ma ignorano che Seth li sta aspettando al varco pronto a cancellarli dalla faccia del pianeta! -

     - Chi mi assicura che questa sia la verità? -

     - Io non mento mai, riccio! Te la senti davvero di rischiare la vita dei tuoi compagni? Se non è così, allora ti dirò dove li troverai, ma solo dopo che avrai combattuto con me! E’ a confrontarmi con te che la mia strada mi conduce e scoprirò se dovrò intraprendere il percorso che mi rimane davanti come uomo, al fianco di Magorian… o come lupo, al fianco di me stesso! -

     - Se non ci sono alternative… - dichiarò Sonic preparandosi al combattimento.

     Aveva imparato a stimare Drake, nonostante fosse dalla parte di chi voleva distruggerlo, ma se quello che aveva detto corrispondeva a verità, i suoi amici erano in pericolo… e si sarebbe battuto come una tigre per sottrarli alla morte.

     Senza esitare un secondo, si fiondò contro il suo avversario con tutta la velocità che le sue gambe potevano consentirgli. Incredibilmente, Drake si sottrasse rapidamente all’attacco superandolo in prontezza e ricambiò scagliandogli contro una palla di fuoco incandescente. Sonic ebbe appena il tempo di fermare la sua carica e di gettarsi di lato, non potendo però impedire che il colpo gli sfiorasse un braccio bruciandogli la pelle.

     Drake non perse tempo. Fu addosso al riccio blu sferrando calci e pugni senza sosta e spingendolo contro un angolo per togliergli spazio d’azione. Sonic cercava di parare gli attacchi senza avere tempo di fare la sua mossa. Si gettò per terra e rotolò tra le gambe del nemico appallottolato in modo da sfuggire alla sua furia.

     - I ricci sanno il fatto loro! - affermò Sonic rimessosi in piedi - Uno a zero per il mondo mobiano, Drake! -

     - Non cantare vittoria! Non è con questi giochetti che riuscirai a fermarmi! -

     Contraendo i muscoli, Drake aumentò la propria temperatura corporea producendo uno stupefacente getto di fiamme diretto verso Sonic. Quest’ultimo si salvò in extremis con un’agile capriola all’indietro. Con orrore, guardò Drake tuffarsi tra le fiamme per raggiungerlo e colpirlo con un doloroso pugno in volto. Il porcospino piombò sul pavimento, ma riuscì a rimettersi in carreggiata immediatamente. Iniziò a correre per tutto lo spazio disponibile cercando di confondere Drake e di colpirlo quando meno se lo aspettasse. Il cavaliere, dunque, spalancò le braccia e avvolse il suo corpo in un bozzolo di fiamme ardenti come protezione. Sonic dovette interrompere il suo attacco all’ultimo momento per non rimanere ustionato.

     Drake non esitò. Poggiando una mano sul terreno sollevò un muro di fiamme che circondò l’impreparato Sonic non lasciandogli via di fuga. Per non dargli ulteriore scampo, cominciò a lanciare all’interno del cerchio fiammeggiante delle sfere di fuoco che gli piovvero addosso. Riuscì ad evitare di essere colpito muovendosi agilmente, ma i suoi spostamenti erano comunque limitati. Se non fosse riuscito a saltar fuori dall’anello infuocato sarebbe finito arrosto!

     - Questa volta non riuscirai a battermi tanto facilmente! - affermò Drake - Te lo posso assicurare! -

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Lava Reef – Giorno 7 (Ore 09:00)

     - Mi sento come se stessimo sfidando Madre Natura! - affermò Amy con grande nervosismo.

     Il tunnel in cui si trovava era stretto e diroccato. Era sicura che un forte senso di claustrofobia si sarebbe impadronito di lei se non fosse stata in compagnia di altri. Gamma apriva il gruppetto, affiancato da Shadow e Tails. Il robot aveva estratto le sue potenti trivelle e stava trapanando e sviscerando l’interno del vulcano per crearsi un passaggio ed arrivare al punto in cui era segnalato esserci il Chaos Emerald. Tails era intento a dargli istruzioni sulla strada da seguire con gli occhi incollati sullo schermo del suo scanner, sotto la supervisione attenta di Shadow. Rouge agiva nelle retrovie, tranquilla e a suo agio nel buio come un pipistrello che si rispetti. Knuckles ed Amy erano in coda che reggevano delle torce elettriche ed illuminavano la via ai compagni davanti a loro. A Vector e ad Espio era stato ordinato categoricamente da Shadow di rimanere all’esterno per sorvegliare l’unica via di uscita di cui disponevano. La riccia rosa guardava quasi con orrore Gamma sventrare la roccia e allargare il passaggio perché sentiva che stavano facendo del male al vulcano.

     - E’ solo pietra, Amy! - disse Knuckles paziente - Come può sentire dolore? -

     - Sarà, ma non mi piace questa cosa di scavare all’interno di un vulcano! - replicò tremante.

     - Stiamo solo allargando un passaggio naturale! Se non avessimo fatto così avremmo dovuto scalare la montagna e gettarci nel cratere… e poi non ti preoccupare, Tails sta facendo in modo di evitare la fornace! Non vogliamo mica fare un tuffo nella lava! -

     - Sono ben altre le cose per cui mi preoccupo! -

     - Ti riferisci forse a Sonic? -

     Amy annuì con espressione irrequieta.

    - Cosa credi che gli sia capitato? -

    - Non lo so, Amy! Mi auguro che stia bene, ma al momento abbiamo questioni più importanti di cui occuparci! -

    Il ronzio delle trivelle di Gamma si fermò all’istante e questo fece interrompere il loro discorso. Il rumore fu ben presto sostituito dall’acuto bip bip dello scanner di Tails.

     - Ci siamo! - dichiarò il volpino con la voce fremente - Il segnale indica che lo smeraldo si trova oltre questa parete di roccia! -

     - Cerca di allargare il passaggio il più possibile! - disse Shadow a Gamma.

     - Affermativo! - scandì il robot.

     I due trapani si ritirarono all’interno della struttura metallica delle braccia per essere poi sostituiti da due cannoni dalla larga imboccatura. E-102 intimò agli altri di farsi indietro mentre attivava le sue due armi da fuoco. Due raggi di energia bianca colpirono la pietra di fronte a lui producendo un grande calore e un fortissimo rumore di roccia frantumata. Gamma stava letteralmente disintegrando la parete cercando di creare un pertugio ad arco che fosse abbastanza grande per far passare tutti loro in una volta. Quando l’operazione fu terminata e la polvere e i detriti si furono posati, poterono varcare l’apertura.

     Shadow fu il primo a passare e si rese subito conto del luogo in cui erano capitati. Erano proprio nel cuore del vulcano! Sotto di lui poteva vedere la fornace incandescente di lava che ribolliva pian piano, sopra invece, a metri e metri di altezza, c’era il cratere dal quale proveniva una luminosità soffusa che rendeva il posto parecchio suggestivo. Una specie di pontile naturale fatto di roccia si estendeva sul vuoto, sospeso a circa venti metri sulla fornace, anche se il calore della lava si avvertiva appieno.

     - Per fortuna che stavi cercando di evitare la fornace, Tails! - disse sarcasticamente una spaventata Amy.

     - Purtroppo il segnale ci ha portato qui! Non ho potuto fare di meglio! -

     - Sei sicuro che quello splendore non sia caduto nella lava? - domandò Rouge terrorizzata al solo pensiero.

     - Se così fosse stato non avrei avuto nessun segnale visto che sarebbe andato distrutto all’istante! Dev’essere qui da qualche parte! -

     Il gruppetto si avvicinò sulla passerella e mosse qualche passo per verificarne la solidità. Shadow era in testa, circospetto e silenzioso come non mai. Si guardava nervosamente intorno insospettito da quella strana calma.

     - Stavate cercando questo? - intervenne una familiare voce affilata.

     Dall’altra parte del ponte apparvero il terrificante Seth, accompagnato da Getara e Levine. Lo sciacallo stringeva nel pugno il loro obiettivo, un luminoso smeraldo blu intenso, con un sorriso palesemente compiaciuto.

     - Ero sicuro che ti avrei trovato! - esclamò Shadow puntandogli il dito contro.

     Amy e tutti gli altri indietreggiarono spaventati.

     - Non posso dire lo stesso, forma di vita imperfetta! - rispose Seth, sempre più maligno - Avevo la stranissima sensazione che te la saresti fatta sotto! -

     Successe in un lampo. Shadow scagliò due Chaos Spear contro il suo avversario che, altrettanto velocemente, le bloccò con i suoi poteri psichici e le dissolse.

     - Non sono qui per battermi, istrice! Questo è lo scenario ideale per il vostro totale annientamento! -

     - Non contarci, Seth! - disse il riccio nero pronto a battersi.

     Con sguardo battagliero e determinato, estrasse il suo Chaos Emerald viola pronto a sfruttare la sua energia per attaccare, ma ancora una volta non fu abbastanza veloce. Levine fece schioccare la sua frusta e con una potente sferzata colpì la mano di Shadow facendogli cadere la gemma. Seth evitò che cadesse nella lava afferrandolo con la telecinesi e facendolo fluttuare verso di sé.

     - No! - disse Shadow frustrato.

     - E’ la vita, Shadow! - affermò Seth - C’è chi vince e c’è chi perde! E con quattro smeraldi alla mano posso tranquillamente dire di appartenere alla prima categoria! -

     - Che stiamo aspettando? - sibilò Getara - Annientiamoli! -

     - Vi abbiamo lasciato vivere fin troppo a lungo! - gli fece eco Levine.

     La farfalla spiccò il volo in un attimo e lanciò contro i suoi avversari una boccetta di vetro che si infranse ai loro piedi. Una nube di polvere dorata venne immediatamente sprigionata e brillò nell’aria intorno al gruppo senza che potessero evitarla. Tails, Knuckles, Amy, Shadow e Rouge si sentirono immediatamente intorpiditi. Tutti i loro muscoli si irrigidirono e scoprirono di non potersi più muovere. Si accasciarono per terra con un senso di pesantezza nel loro corpo.

     - E’ la sua polvere paralizzante! - disse Rouge digrignando i denti per lo sforzo di rimettersi in piedi - Maledetta strega! -

     La polvere si depositò anche sull’armatura metallica di Gamma, immobilizzandogli braccia e gambe e attivando i suoi allarmi interni.

     - Credo che mi mancherà il tuo brutto muso, Rouge! - sostenne Levine sorridendo crudelmente.

     - No! Non di nuovo! - esclamò Shadow tentando con tutte le forze di muovere le gambe.

     Seth gli si avvicinò e si chinò per guardarlo dritto negli occhi.

     - E’ finita, Shadow! Rassegnati! Non puoi battermi! -

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     Sonic e Drake erano stremati. Si stavano studiando in attesa della prossima mossa dell’avversario. Avevano il fiato corto e il loro corpo riportava i segni della battaglia che stavano conducendo. La pelle blu del riccio era annerita in più punti a causa degli attacchi fiammeggianti che gli erano stati inferti, oltre ad avere diversi lividi ed escoriazioni. Drake, dal canto suo, sebbene avesse un’armatura a protezione del corpo, non era stato risparmiato. Il metallo era contorto e crepato in diverse zone, esattamente come era successo nel loro primo scontro. Indossarla significava rallentare i suoi movimenti, ma non se la sarebbe tolta fintantoché avesse combattuto da uomo.

     - Sei un guerriero eccezionale, Sonic the hedgehog! - riconobbe Drake ammirato.

     - Frena la lingua e usa la testa! - replicò Sonic - Dacci un taglio con questa follia! E’ un combattimento inutile! -

     - Nient’affatto! Mi serve a capire! -

     - Cosa c’è da capire? Sei solo una marionetta nelle mani di Magorian, un vecchio pazzo che ti ha fatto credere di essere ciò che non sei! -

     - Lui mi ha salvato la vita… gli devo la mia fedeltà… l’unica cosa che adesso non sopporto più… è essere costretto in un corpo che non è il mio… continuerò a seguire Magorian… ma se l’uomo non è in grado di superare i propri limiti… vediamo come se la cava il lupo! -

     Drake emise un lungo ululato. Per la prima volta liberò la sua natura animalesca e si sentì… divinamente. Afferrò le giunture della sua armatura e le staccò di netto, dal petto, dalle braccia e dalle gambe. Le lamiere piombarono al suolo e il lupo si stirò i muscoli troppo a lungo compressi. Sotto l’armatura aveva sempre portato una tunica rossa senza maniche e dei pantaloncini azzurri. Con una mossa rapida si sfilò l’elmo e lo gettò in terra, lasciandosi allacciati solo i guanti di ferro come protezione delle mani dai suoi attacchi infuocati. Era un’emozione indescrivibile per lui. Con la coda che svolazzava libera, emise un nuovo potente ululato e si poggiò sulle quattro zampe prima di prendere la rincorsa e avventarsi su Sonic.

     Il riccio, sebbene stremato, rotolò su un fianco per schivarlo ma il lupo non si diede per vinto e si diede lo slancio sulla parete per partire di nuovo all’attacco. Riuscì a bloccarlo balzandogli addosso e immobilizzandogli le braccia per poi fare qualcosa che non aveva mai provato… stava per azzannare Sonic, così galvanizzato per aver liberato la sua natura animalesca. Il porcospino fece appena in tempo a puntargli i piedi sullo stomaco e a scagliarlo fuori dalla sua portata.

     Drake sembrava inarrestabile. Si rialzò rapidamente e si gettò di nuovo contro l’avversario, ringhiando e mordendo. Sonic non sapeva come destreggiarsi contro quella furia scatenata. Ogni colpo che infliggeva non era utile a fermare la sua carica costante. Era come avere a che fare con una bestia inferocita. Cominciava a disperare di poter vincere lo scontro, ma il pensiero dei suoi compagni e di Amy che in quel momento potevano essere in grave pericolo riuscì a dargli nuova energia.

     Si fiondò alla volta del nemico e afferrò i suoi pugni spianati cominciando a fare forza per fermare la sua carica. Guardandosi dritto negli occhi spingevano con sempre più pressione per sopraffare l’avversario, entrambi animati dalle proprie convinzioni e dai propri principi. Non avrebbero saputo dire per quanto i loro muscoli sarebbero riusciti a sopportare lo sforzo, ma quel che è certo è che Sonic utilizzò le sue ultime energie per eseguire una capriola all’indietro e colpire il muso di Drake con un sonoro calcio. Il lupo indietreggiò barcollando indifeso, permettendo a Sonic di provare un ultimo colpo scagliandosi contro di lui in azione rotante e colpendolo allo stomaco. La forza esercitata mozzò il respiro di Drake costringendolo a piombare a terra, esausto e sconfitto. Sonic si inginocchiò per riprendere fiato dopo il duro scontro.

     - Ho perso! - mugugnava Drake con voce spezzata - Ho perso! -

     - Allora! - disse Sonic affannato - Questa stupidissima farsa ti è servita a trovare le risposte che stavi cercando? -

     - Come puoi… come puoi essere così forte, Sonic? Qual è il tuo segreto? -

     - Non siamo poi così diversi tu ed io! Ascoltami bene perché non te lo ripeterò una seconda volta… gli unici errori che hai fatto nella tua vita sono stati rinnegare la tua identità e prendere ordini da un essere come Magorian… per quanto lui possa averti convinto del contrario, tu appartieni a questo mondo… sei un lupo, ed esserlo non è una debolezza… è la tua forza… dovrebbe dimostrartelo il fatto che mi hai quasi messo al tappeto quando ti sei liberato di quella stupida armatura… e proprio in virtù di quello che sei… sei libero… sei nato libero e continuerai ad esserlo… non devi prendere ordini da nessuno, men che meno da qualcuno come Magorian… lui vuole annientarci e quando non gli servirai più si libererà anche di te… se vuoi dimostrare la tua forza pensa con la tua testa e agisci di conseguenza… scoprirai che la libertà fisica e mentale è il dono più prezioso che hai e che nessuno potrà mai togliertelo! -

     Drake respirava affannosamente. Dentro di sé era in corso una battaglia emotiva come non ne aveva mai vissute. Tutto quello in cui credeva, per cui aveva combattuto e che gli era stato insegnato si stava lentamente sgretolando davanti ai suoi occhi.

     - Sei un lupo d’onore… mantieni la tua promessa ora! -

     Il cavaliere sconfitto non rispose subito. Sembrò prima pensarci… o fare finta di non sentire.

     - I tuoi amici si trovano a Lava Reef, all’interno del vulcano! - disse infine - E’ un imboscata! Seth li intrappolerà e poi riattiverà la fornace con il suo potere! Forse non è troppo tardi… puoi ancora raggiungerli! -

     Senza aggiungere altro, Sonic corse rapidamente verso il cunicolo di uscita, non prima di aver rivolto un ultimo sguardo al suo avversario e aver detto: - Alla prossima, Drake! -

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     Si dice che quando stai per morire tutta la tua vita ti scorre davanti come un film in bianco e nero… rivedi i momenti più intensi ed indimenticabili che hai trascorso e i sensi ti si fanno più acuti… fu quello che provò Amy in quello stato di paralisi totale quando vide Seth sollevare le mani al cielo ed esercitare il suo potere… un alone di luce azzurra lo circondò e il suo volto si contrasse per lo sforzo… la riccia rosa udì il tremore dell’intero vulcano all’interno della sua testa come un martello pneumatico… udì il gorgoglio della lava che risaliva sotto di loro… riuscì a sentire addirittura le lacrime di paura gocciolare dalle guance di Tails e i lamenti e i borbottii di Shadow che tentava ancora di muoversi… e come poter dimenticare il respiro affannoso di Rouge e i bip intermittenti degli allarmi interni di Gamma… il sogghigno divertito di Seth e il rumore delle onde sonore di Getara, scagliate per far franare materiale roccioso sul passaggio che stavano usando per fuggire… sentì che avrebbe dovuto piangere, ma il suo pensiero era solo rivolto a Sonic… al fatto che non era lì con lei a stringerle la mano mentre era sicura che la sua giovane vita stesse per finire… infatti aveva la certezza che quel lampo blu che era arrivato sfrecciando attorno a loro sollevando un turbine di vento e spazzando via le spore che li costringevano nella paralisi fosse solo frutto della sua mente… era ancora scettica nel vedere il suo Sonic porgerle la mano e aiutarla ad alzarsi… non riusciva a credere al fatto di abbracciarlo mentre la lava sotto di loro cominciava a comprimersi e a salire sempre più velocemente e le rocce crollavano tutt’attorno a loro dal cratere soprastante… non credeva neppure alla vista dell’arco di pietra precipitare lentamente su sé stesso occludendo il passaggio… gli fu persino difficile rendersi conto dell’intervento di Gamma che, con l’aiuto delle sue forti braccia meccaniche, sorreggeva con grande sforzo la volta di pietra… era troppo pesante per lui anche se era riuscito ad impedire che crollasse per il tempo necessario a far passare lei insieme a Sonic, seguiti da Knuckles, Shadow, Rouge e Tails… ma probabilmente iniziò a rendersi conto della realtà dei fatti quando vide Vector ed Espio di fronte a loro spianare la strada e aiutarli a fuggire… dubitò che fosse solo la sua immaginazione quando vide un grosso masso piombare sul robot E-102 Gamma, schiacciando una gran porzione del suo corpo e stordendolo quanto bastasse a farlo precipitare nel baratro colmo di lava… non poteva giurare che la visione della volta di pietra che cascava condannando il destino del signor Robot fosse veritiera… ma urlò comunque… urlò di disperazione per la perdita di un amico il cui cuore, seppur metallico, era stato tanto grande e compassionevole da spingerlo al sacrificio… continuava a piangere e a strepitare lo stesso, mentre in braccio a Sonic correva all’interno del cunicolo che si sarebbe di lì a poco riempito di lava fumante… continuava a piangere anche quando finalmente uscirono all’aria aperta e non riuscì a consolarla nemmeno il fatto di essere tra le braccia del suo riccio blu che correva speditamente in modo da allontanarsi dall’eruzione… sebbene non fosse ancora completamente sicura di essere ancora sana e salva (e che Gamma non lo fosse) le lacrime non cessarono di cadere… neanche durante tutto il tragitto per raggiungere l’altare… nonostante Sonic tentasse di tranquillizzarla accarezzandole dolcemente il volto… nonostante potesse constatare che Rouge e Tails, che volavano sopra di loro, erano salvi… che lo era anche Shadow, in corsa accanto a loro… che anche Vector, Espio e Knuckles erano vivi, sfrecciando a bordo della Chaotix Car… ma non riusciva a vedere Gamma… dov’era finito?

    Arrivata a destinazione, il pianto cessò per essere sostituito da una sorta di catatonia… non poteva provocare altro la vista dell’altare del Master Emerald semi-distrutto e divorato dalle fiamme… come era possibile che Tikal, Big e Charmy giacessero per terra privi di sensi? Lo strano marchingegno cilindrico piazzato lì accanto a loro era un'altra stupida immaginazione, vero? Vero?

     Il proiettore olografico si accese all’improvviso… un’immagine virtuale ben definita fuoriuscì dalla lente…

     - Sonic… qui parla il dottor Eggman… ho rapito la vostra amica Cream e se ci tieni che rimanga in salute porta i Chaos Emeralds in tuo possesso alle seguenti coordinate… un solo passo falso e puoi dire addio alla coniglietta! -

     Niente di tutto questo era reale!

     Vero?

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Angel Island – Giorno 7 (Ore 11:00)

     Vi siete mai chiesti che cosa si prova quando il tuo corpo è fatto di metallo e circuiti elettrici e la tua mente, se così si può definire, è solamente un cervello positronico privo di autonomia e facoltà di pensiero propria? Nessuno può conoscere meglio la risposta a questa domanda di un robot, nient’altro che un fantoccio lucente alle dipendenze di chi lo ha costruito, un freddo burattino privo di emozioni e sentimenti, destinato a concludere il suo ciclo di vita quando lo scopo del suo assemblaggio è stato compiuto e i desideri del suo padrone sono stati esauditi. Il problema non si pone per loro, essendo delle creature artificiali prive di capacità intellettive al di fuori della loro programmazione. Tuttavia ogni regola ha sempre la sua eccezione. C’era una volta un robot classificato come E-102, dal nome in codice Gamma, costruito con lo scopo di servire un malvagio dottore. Come avrebbe potuto distinguere ciò che era bene da ciò che era male? Si limitava semplicemente ad eseguire gli ordini che gli venivano imposti, con il massimo zelo. Non sembrava diverso da qualunque altro automa che lo circondava. Eppure possedeva in sé una scintilla… qualcosa che con difficoltà lo si sarebbe potuto definire cuore, ma era comunque qualcosa che gli permetteva di sentire… di percepire emozioni paragonabili a quelle umane, di riuscire a rompere i legami della sua programmazione e di agire per conto proprio. Se questo sia stato dovuto all’influenza dell’animale al suo interno rimane un mistero, ma, nonostante ciò, quel suo incredibile alito di vita è perdurato anche quando si è tentato di ricostruirlo. Quando venne ribattezzato come Chaos Gamma tutto portava a credere che fosse stato tramutato in un altro robot succube, eppure quella sua luce non era del tutto scomparsa, anche quando altri avevano tentato di sfruttare la sua potenza per i propri fini. Era un robot speciale, e non ne era conscio. Fu solo grazie alla speranza e allo spirito benevolo di una riccia di nome Amy Rose che quella sua scintilla divampò in un incendio. Lei riuscì a credere in lui perché sapeva di avere a che fare con un essere fuori dall’ordinario, capace di provare compassione e amore. Quando fu finalmente libero dalla schiavitù in cui era da sempre stato ridotto, la sua luce non smise di brillare facendolo diventare prova del fatto che un’anima può albergare in qualunque involucro, anche di metallo. E-102 Gamma aveva sacrificato la sua vita per salvare quella di altri. Non ne sarebbe mai stato consapevole, ma da quel momento in poi aveva acquistato lo status di essere vivente ed Amy Rose non lo avrebbe mai dimenticato!

     Questi pensieri rimbalzavano nella sua testa mentre si trovava seduta su un blocco di pietra isolato, con gli occhi ancora lucidi di lacrime e le mani giunte come se stesse pregando per l’amico perduto. Quasi quasi stentava ancora a credere che tutto quello che era capitato in quelle ultime frenetiche ore fosse effettivamente reale. Com’era possibile sopportare tanto dolore? Era come se per la prima volta si fosse resa conto dell’estrema pericolosità di quella guerra contro Magorian, e nel modo più angosciante. Un compagno era caduto e non avrebbe mai più fatto ritorno… mai più…

     Nonostante il sole splendesse e i suoni della natura si fossero risvegliati, non era una mattina lieta per il resto del gruppo. Ciò che rimaneva dell’altare del Master Emerald simboleggiava l’ansia e la tristezza che aleggiava intorno a loro. Tikal, Big e Charmy si erano ripresi in fretta dopo l’attacco subito e avevano potuto raccontare al resto della comitiva dell’arrivo di Eggman e dei suoi robot ad Angel Island. La descrizione del rapimento della povera Cream e di Cheese era stata seguita da uno dei silenzi più attoniti che avessero potuto immaginare. In preda alla frustrazione, Knuckles aveva distrutto con un pugno il proiettore olografico del dottore, il che lo aveva fatto sentire meglio… per la bellezza di un secondo. Non solo erano scampati per un pelo alla morte, non solo si erano fatti sfuggire un altro smeraldo, non solo avevano perso un compagno, ma si trovavano di fronte ad una terribile scelta… arrendersi e condannare l’intero pianeta ad essere distrutto da Magorian o conquistato da Eggman oppure lasciar morire un’innocente ragazzina? Sembrava non esserci pace per loro. Erano sicuri di aver fallito… la battaglia era persa e non aveva senso continuare.

     Stanchi e demoralizzati, non osavano proferire parola, preferendo starsene in disparte a rimuginare mestamente sugli eventi. Non c’era più nulla da fare…

     D’un tratto spuntò Sonic da dietro a un cespuglio, stringendo tra le mani due grosse pietre luminose, una gialla e una verde. Il suo sguardo era determinato come non lo si era mai visto.

     Shadow, fino a poco prima appoggiato ad un tronco, più taciturno del solito, gli fu subito vicino.

     - Cosa pensi di fare? - gli domandò con voce cavernosa.

     - Non lo immagini? - rispose lui.

     Il suo tono era privo del solito allegro sarcasmo.

     - Intendi cedere al ricatto? -

     - Assolutamente sì! -

     Gli occhi del riccio nero lampeggiarono, carichi di collera.

     - Sei completamente pazzo! - sbottò - Vuoi consegnare al nemico i nostri ultimi due Chaos Emeralds? -

     - Se mi rifiuto di farlo Cream morirà! -

     - Stiamo combattendo per la nostra salvezza… delle vittime sono inevitabili! -

     Shadow si piazzò di fronte a Sonic. I due si guardarono in cagnesco mentre il resto del gruppo, sfiduciato, osservava il conflitto in corso.

     - E’ solo una ragazzina! Non la lascerò in pericolo! E se l’unico modo per salvarla è dare ad Eggman queste due stupide pietre è quello che farò! -

     - Stupide pietre? Tu meglio di chiunque altro dovresti sapere cosa possono fare queste stupide pietre nelle mani sbagliate! Non permetterò che tu mandi all’aria tutti gli sforzi fatti finora! -

     - Ragazzi, calmatevi! - intervenne Tails - Non serve a niente litigare ora! Dobbiamo rimanere uniti! -

     - Ottimo suggerimento! - replicò Sonic - Diglielo anche tu che non metteremo a repentaglio la vita di Cream! -

     Il volpino abbassò lo sguardo, per niente convinto. Sonic era sbigottito.

     - Ascoltami! - mormorò Tails sconfortato - Se daremo ad Eggman i nostri smeraldi sarà tutto perduto! Mi dispiace infinitamente per Cream e vorrei poter fare qualcosa, ma non possiamo condannare un intero pianeta per salvare una sola vita! -

     - Ha ragione, dolcezza! - gli fece eco Rouge con sguardo cupo - Se cederemo a questo ricatto avremo definitivamente perso ogni speranza di sopravvivenza! -

     - Non riesco a credere alle mie orecchie! - esclamò Sonic al limite dell’esasperazione - Si tratta di Cream, maledizione! E’ una nostra amica! Knuckles, dì qualcosa anche tu! -

     L’echidna era a braccia conserte che rimirava malinconicamente i resti dell’altare. Evitò di incrociare lo sguardo di Sonic, ma la sua espressione non faceva presagire niente di buono.

     - Non c’è altra soluzione! - dichiarò infine, laconico.

     Il riccio blu avrebbe pensato che il mondo stesse girando alla rovescia. Com’era possibile che non si rendessero conto del rischio che la coniglietta correva? E che non volevano muovere un dito per trarla in salvo?

     - Povera Cream! - mormorò Big accarezzando uno spaventato Froggy - Finirà col farsi male! E’ così triste! -

     - Siete tutti impazziti! - sbraitò Sonic - Cosa contate di fare allora? Starvene qui con le mani in mano? -

     - So riconoscere quando è necessario ritirarsi! - spiegò Espio deciso - E so anche che se consegneremo gli smeraldi ad Eggman firmeremo la nostra condanna a morte! -

     - Dunque volete dare ad Eggman e Magorian partita vinta? -

     - Questo mai! - sbottò Knuckles - Devo ancora recuperare il Master Emerald! -

     - Non è una resa! Continueremo a combattere! - continuò Shadow - Ma quegli smeraldi rimangono qui! -

     Il riccio blu si guardò intorno e si sentì come pugnalare alle spalle. Cercò un cenno di approvazione da parte di Tikal, ma lei era troppo scoraggiata e disorientata per supportarlo.

     - L’intera mia famiglia e la mia stirpe sono state distrutte dall’ira di Perfect Chaos! - disse lei con voce spezzata - Non… non posso farlo accadere di nuovo! -

     Nemmeno Amy, ancora stordita dallo shock poteva essergli di aiuto. Si limitava a stare seduta di spalle, apparentemente non curandosi di ciò che stava succedendo.

     - Vector! - disse Sonic in un ultimo disperato tentativo - Tu sei dalla mia parte, vero? Tieni molto a Cream e a sua madre, non puoi permettere che le succeda qualcosa! -

     - Mi dispiace, amico mio! - gracchiò in tutta risposta il coccodrillo - Ci sono cose che hanno la priorità e in questo momento la salvezza nostra e di quelli come noi viene prima di tutto! -

     Sonic indietreggiò, come preso da un moto improvviso di disgusto.

     - Non posso credere che Gamma si sia sacrificato per salvare la vita di un branco di codardi come voi! -

     Ogni parola risuonava come veleno nella sua bocca.

     - Sonic, ti prego… cerca di capire! - sussurrò Tails quasi con le lacrime agli occhi.

     - Capire che cosa, Tails? Che lasceremo una ragazzina spaventata in balia del suo peggiore incubo? Che priveremo una madre della sua unica figlia? Che staremo a rigirarci i pollici mentre un innocente ha bisogno del nostro aiuto? -

     - Ci sono milioni di vite in gioco! - ribatté Knuckles - Vengono prima loro! -

     - Magorian non farà fatica a prendersi quegli smeraldi dal dottore! - disse Rouge - Sarebbe come farglieli trovare su un piatto d’argento! Finché saranno qui potremo proteggerli! -

     - Vi ho guidati fino ad ora, dannazione! - strepitò Sonic isterico - Abbiamo combattuto tutti insieme fino a questo punto… non possiamo dividerci adesso! -

     - Non hai il diritto di darci ordini! - esclamò Shadow - Non sei né il nostro capo né il nostro padrone! Sei tu solo contro tutti noi! E adesso dammi quei Chaos Emeralds! -

     Sonic rimase impalato con gli occhi sgranati. La mano tesa del riccio nero si stendeva di fronte a lui.

     - Non complicare le cose! - disse Espio - Non è facile per nessuno di noi! -

     - Per favore… - supplicò Tails.

     Dopo qualche minuto, il porcospino si decise finalmente a fare una mossa. Protese la mano che stringeva il Chaos Emerald giallo per consegnarlo a Shadow.

     - Cream ha bisogno di me! - disse piano - E finché avrò fiato in corpo non la abbandonerò! -

     Prima che Shadow potesse accorgersene, Sonic lo colpì forte con un pugno per poi sfrecciare velocemente in tondo e sollevare una nube di polvere che accecò la vista del resto del gruppo. Lasciandoli disorientati, si voltò e cominciò a correre a velocità supersonica diretto verso il punto d’incontro con il dottor Eggman.

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     Non ci aveva messo più di venti minuti a raggiungere le coordinate indicatigli da Eggman, il grande spiazzale erboso di fronte alla Techno Base. Non si era chiesto perché il dottore avesse scelto proprio quello come luogo d’incontro, considerando che sarebbero stati tremendamente vicini a Magorian e ai suoi seguaci… non ne aveva avuto il tempo… la sua mente era occupata da ben altre riflessioni. Il suo cuore batteva forte ed era ancora molto agitato per la sfuriata di poco prima. La gola gli si era stranamente seccata e un pensiero fisso continuava a martellargli nel cervello… era rimasto da solo. Da quello che poteva ricordarsi, era la primissima volta che una sua decisione non era stata condivisa dal resto dei suoi amici. Era fermamente convinto che salvare la vita della giovane Cream era la cosa giusta da fare, ma questo non significava che anche gli altri dovessero necessariamente pensarla come lui. Aveva sempre dato per scontato che le sue scelte fossero state quelle giuste e di non aver nemmeno bisogno di discuterle con tutto il gruppo… fino a quel momento. Forse era andato un po’ oltre… “vi ho guidati fino a qui” aveva detto… e come Shadow gli aveva sottolineato bruscamente, lui non era né il loro capo né il loro padrone… e probabilmente era questo che implicitamente si sentiva di essere… un leader. Aveva creduto che le sue decisioni valessero sempre e comunque, e di poterle imporre agli altri senza la minima contestazione. Con quale diritto imponeva la propria volontà agli altri? Era così arrogante da pensare che la sua forza e la sua velocità bastassero a fare di lui automaticamente un capo? Se era proprio di un capo di cui avevano bisogno perché doveva essere lui e, non ad esempio, Shadow? In quell’occasione si era dimostrato molto più fermo e deciso di lui. Sonic stava perdendo la fiducia in sé stesso e lo sentiva chiaramente. Come aveva ripetuto a Tails, senza i suoi amici non era in grado di fare nulla… assolutamente nulla.

     Troppo pensieroso e sfiduciato per fare attenzione, Sonic non si accorse che una botola di ferro si aprì sotto i suoi piedi. La sua corsa fu interrotta da un lungo salto nel vuoto. Il cunicolo buio in cui stava precipitando si piegava a gomito per più di un tratto, costringendolo a sbatacchiare da una parte all’altra del condotto fino a piombare dolorosamente su di un pavimento metallico.

     - Comincio a pensare che dovrei vedere più spesso dove metto i piedi! - disse tra sé e sé rialzandosi e massaggiandosi la testa.

     Guardandosi intorno si accorse di essere in un’ampia sala completamente oscura. Si avvertiva un forte odore di olio per motori misto a quello di polvere, il che gli fece pensare che il luogo doveva essere rimasto abbandonato per parecchio tempo. Mosse un passo in avanti e subito una dozzina di luci sopra di lui si accesero di colpo costringendolo a proteggersi gli occhi.

     - Benvenuto, o per meglio dire, ben piovuto nel mio super-segreto laboratorio! - declamò una voce fin troppo familiare alle sue spalle.

     Sonic si voltò di scatto e si trovò a fissare il volto compiaciuto del dottor Eggman, come sempre a bordo del suo Egg Drive, affiancato dagli inseparabili Decoe e Bocoe. Si trovava su di una piattaforma quadrata al centro dell’enorme salone tappezzato da macchinari, console e aggeggi vari arrugginiti e impolverati.

     - Wow, Eggman! Non c’è male come entrata in scena! - esclamò Sonic con fare spavaldo - Anche se un paio di fuochi d’artificio non avrebbero guastato! -

     - Spiritoso come sempre, vero? - replicò il dottore - Ti informo che ti trovi nella mia sala da combattimento, dove metto alla prova le mie creazioni per verificarne la potenza! -

     - Davvero? E in che modo questo dovrebbe interessarmi? -

     - Semplicemente perché, guarda caso, ho una nostra vecchia conoscenza che avrebbe bisogno di sgranchirsi i circuiti e il suo punching-ball potresti essere proprio tu se deciderai di fare un passo falso! -

     Il dottore premette un pulsante sul suo quadro di comando e una porta automatica si spalancò alle sue spalle. Metal Sonic ne venne fuori a passo lento prima di fermarsi al fianco del suo creatore.

     - Vedo che hai ripreso il controllo del tuo ferrovecchio impazzito! - esclamò Sonic, cercando di non far trasparire la sua preoccupazione.

     - Col tempo si rivelerà di grande utilità! - disse Eggman - Ma ora non c’è tempo per le chiacchiere! Parliamo di affari! Immagino tu abbia portato quello che ti ho chiesto! -

     - Come se non ti conoscessi bene, testa d’uovo! Prima fammi vedere Cream! -

     - Oh-oh! Non sei nella posizione adatta per contrattare, porcospino! Consegnami prima gli smeraldi o di quell’adorabile coniglietta non rimarrà molto da poter vedere! -

     Sonic afferrò al volo la minaccia e, conoscendo bene il suo antagonista, sapeva che non era da prendere sotto gamba.

     - Afferrato, doc! -

     Non avendo altra scelta, tirò fuori i due splendenti Chaos Emeralds mostrandoli alla luce dei riflettori. Eggman si sporse più avanti sulla sua navicella e sgranò gli occhi alla vista di quei due gioielli, ma sembrava non essere molto soddisfatto.

     - Solo due? - domandò deluso - Credevo ne aveste recuperati molti di più! -

     - La concorrenza era molto agguerrita, doc! - spiegò Sonic vagamente indispettito - Se tu avessi alzato dalla poltrona il tuo sederone imperiale e ti fossi dato da fare per cercarli non ti lamenteresti adesso! -

     - Perché scomodarsi a fare il lavoro sporco quando puoi sempre estorcere i frutti del lavoro altrui? Comunque non importa! Due Chaos Emeralds, uniti al mio, sono più che sufficienti per dare inizio all’opera! Adesso gettali verso di me! -

     Sonic era riluttante ad obbedire. Rimirò nuovamente nelle sue mani quelle che aveva chiamato “stupide pietre” per cercare di rinnovare la sua convinzione che non valessero la vita di una coniglietta spaventata.

     - Prima fammi vedere Cream! - ribatté in un ultimo tentativo.

     - Devo forse ricordarti chi ha il coltello dalla parte del manico? - sbraitò Eggman seccato.

     Senza altre alternative, il riccio blu lanciò le due pietre sul pavimento facendole rotolare e tintinnare allegramente. Ad uno schiocco di dita del dottore, Metal Sonic andò a raccoglierle per poi riportargliele come un fedele cane da guardia. Dopo che ne ebbe constatato l’autenticità, le sollevò trionfante con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

     - Un’altra schiacciante vittoria per il più brillante genio del pianeta! - esclamò estasiato.

     Decoe e Bocoe si unirono all’urlo di giubilo, saltellando e festeggiando rumorosamente.

     - Ho fatto la mia parte! - disse Sonic impaziente - Adesso tocca a te! -

     Il dottore sghignazzò lisciandosi i baffi ispidi.

     - Non vorrei risultare troppo prevedibile, ma credo di aver cambiato idea! -

     - Come volevasi dimostrare! - ribatté il riccio blu irritato.

     - Andiamo, Sonic! Ci conosciamo da con tanto tempo e non hai ancora imparato che del dottor Robotnik non ci si può fidare? Così ferisci i miei sentimenti! -

     - Sarà qualcosa di più dei tuoi cosiddetti sentimenti ad essere ferito se non lasci andare Cream immediatamente! Dove si trova? -

     - All’interno della mia più grande creazione! Quella leprotta è la mia garanzia che non intralcerai i miei piani come è tua brutta abitudine fare! -

     - Smettila di fare lo sbruffone, testa d’uovo! Avere quei tre Chaos Emeralds non ti servirà a niente! Magorian non farà fatica a sottrarteli e dopo che lo avrà fatto saremo tutti finiti! -

     - Oh, non devi preoccuparti di quel megalomane scheletrico! Grazie alla mia arma definitiva gli farò pentire amaramente di aver bagnato il naso al dottor Eggman! E dopo che avrò ripreso i rimanenti smeraldi nessuno potrà impedirmi di dare vita all’Eggman Empire! -

     Prima che Sonic potesse fare alcuna mossa, Eggman attivò un dispositivo nascosto e l’intera sala cominciò a tremare come se fosse stata l’epicentro di un sisma. L’ampia parete centrale cominciò lentamente ad aprirsi come un’enorme doppia porta facendo cadere nuvole di polvere e pezzi di metallo. Dietro il muro semovente si poteva scorgere un’altra stanza che si sviluppava in altezza tanto da contenere un’enorme robot, il più grande che Sonic avesse mai visto. La forma trapezoidale della parte inferiore gli ricordava il guscio di un’enorme tartaruga, munito di due enormi cannoni laterali e di una quantità stupefacente di mitragliatrici, fucili e armi sconosciute che gli conferivano l’aspetto di uno spaventoso carro armato. Saldato alla base c’era un busto metallico dalla foggia umanoide con due colossali braccia prive di mani ma munite di due grosse lame ricurve. Il robot era talmente gigantesco che non si riusciva ad intravedere né il petto né tanto meno la testa.

     - Ho il piacere di presentarti il mio favoloso Egg Apocalypse! - annunciò Eggman - Un’imbattibile macchina da guerra su cui ho lavorato sin dall’immemorabile giorno in cui la nostra lotta è cominciata e che adesso è finalmente completa! -

     - Quella cosa… è mostruosa! - disse Sonic intimorito.

     - Cinque motori atomici, più di duecento armi da fuoco, missili a ricerca di calore, cannoni laser e lanciafiamme! Il tutto rivestito da un involucro di titanio e diamante impenetrabile! Per il momento tre Chaos Emeralds, uniti al nucleo d’energia di Metal Sonic, mi forniranno potenza sufficiente a vendicare il torto subito! Dopo che avrò recuperato i rimanenti quattro Chaos Emeralds niente e nessuno potrà più fermarmi! -

     La vista di quella titanica macchina di distruzione fu davvero troppo per Sonic. Rimasto solo, senza smeraldi da cui attingere potere, con le mani legate dal rapimento di Cream e con la prospettiva di doversi battere contro un mostro del genere si inginocchiò inerme battendo i pugni sul pavimento. Eggman era raggiante.

     - Povero Sonic! - disse sorridendo - Finalmente ti sei reso conto di poter fare più niente! Tutti gli sforzi fatti per arrivare fino a qui non sono serviti a nulla! Ma cerca di vedere il lato positivo… essere schiavizzati è molto meglio di essere uccisi! Vedrai che ti piacerà la vita sotto l’Eggman Empire! Nel frattempo ho chiamato un paio di vecchi amici per tenerti impegnato! Buon proseguimento, mio ex-avversario! -

     Ridendo malignamente attivò il motore del suo Egg Drive. Con Decoe e Bocoe a bordo e Metal Sonic che li seguiva a ruota, il dottore fluttuò verso il portellone pressurizzato che si era aperto nell’enorme base dell’Egg Apocalypse.

     Troppo abbattuto per inseguirlo, Sonic si accasciò a terra sentendo il peso e le responsabilità della situazione schiacciarlo inesorabilmente. Un clangore di passi metallici gli si avvicinò rapidamente e non appena alzò lo sguardo notò con orrore i robot Gunn, Fireor e Trapster approssimarsi minacciosi.

     - Le cose non fanno altro che migliorare! - mormorò Sonic.

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Techno Base – Giorno 7 (Ore 11:30)

     Mille luci rosse lampeggianti e mille allarmi assordanti si attivarono all’improvviso all’interno della Techno Base. I robot che la ospitavano sembravano come impazziti dato che correvano qua e là in preda alla confusione. Tutte le macchine smisero immediatamente di svolgere le loro funzioni primarie e cominciarono a risuonare all’unisono con tutte le altre emettendo il segnale di massimo allarme. I ninja sparsi per l’edificio erano incapaci di sopportare il forte rumore e così, tremando in preda alle convulsioni, si dissolsero rapidamente per tornare ad essere delle sottili spire di fumo nero.

     - Che diavolo sta succedendo? - urlò Levine tappandosi le orecchie e cercando di sovrastare il frastuono incessante.

     Getara corse immediatamente al quadro di comando della sala principale. Armeggiò il più in fretta possibile con i pulsanti e i comandi cercando di visualizzare la causa del problema. Magorian supervisionava il suo lavoro, con la fronte aggrottata e un’espressione infastidita. Seth era al suo fianco e non poteva essere più noncurante della situazione che lo circondava.

     Quando finalmente la lucertola riuscì a fermare gli allarmi impazziti, attivò le telecamere esterne e le immagini provenienti dalla radura vennero visualizzate sullo schermo gigante. Una grande porzione del terreno di fuori si stava lentamente aprendo, dimostrandosi essere un portellone metallico, e un enorme robot, il più grande che avessero mai visto, stava lentamente emergendo dal sottosuolo come trainato da un ascensore. La sua testa gigantesca era triangolare e munita di due ampie vetrate rosse a mo di occhi e di un naso lungo e ricurvo. Sul suo ampio petto verdastro si potevano scorgere una miriade di canne di fucili e batterie di missili.

     - Per la miseria! - esclamò Getara sbigottito.

     - Il buon vecchio dottore ha fatto le cose in grande questa volta! - commentò Magorian senza la minima traccia di panico nella sua voce - Devo ammettere che quell’uomo è pieno di sorprese! -

     - Starà sicuramente venendo alla carica contro di noi per i nostri Chaos Emeralds! - disse Levine preoccupata.

     - Se crede che mi lascerò intimorire da quella mostruosità di latta ha fatto male i suoi conti! - replicò Magorian ridacchiando, per poi alzarsi - Potrebbe essere divertente, in fondo! E’ da parecchio che non mi sgranchisco un po’ le dita! -

     Stringendo forte la Gemma dell’Occulto, fu avvolto da un bozzolo di luce viola e dopo un bagliore accecante scomparve alla vista.

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     Piombò pesantemente a terra dopo che fu colpito da un forte calcio in pieno petto. Voleva rialzarsi, ma il suo corpo non obbediva ai comandi inviati dal cervello. Fireor si fece avanti e Sonic poté vedere il proprio sguardo demoralizzato riflesso nella cromatura del suo petto. Rischiando di finire carbonizzato, il riccio blu rotolò su un fianco sottraendosi al lanciafiamme ma andò incontro alle chele elettriche di Trapster. Durante lo scontro poteva udire il rumore dell’enorme piattaforma che stava sollevando l’Egg Apocalypse a livello del suolo e vedere le pareti dell’intera struttura sotterranea vibrare paurosamente.

     Sonic si rimise in piedi e corse il più lontano possibile per evitare i laser sparati da Gunn, ma i tre robot si rivelarono essere più veloci del previsto. Essendo in tre riuscivano a circondarlo facilmente sottraendogli spazio vitale ed impedendogli i movimenti. Decise per un attacco più frontale e si scagliò appallottolato in azione rotante contro il petto di Fireor. Dopo averlo colpito, rimbalzò come una pallina da flipper sui rimanenti due robot ed ebbe successo nel metterli temporaneamente al tappeto.

     Non poteva perdere tempo a lottare e lo sapeva. Cercò di guardarsi rapidamente intorno e di cercare una via d’uscita, ma l’unica che riuscì a visualizzare fu il cunicolo da cui era piovuto. In preda all’agitazione, non si accorse che i suoi avversari erano di nuovo in piedi e fu troppo tardi quando si voltò e fu afferrato alle braccia dalle tenaglie di Trapster. Gemette di dolore quando sentì la fredda morsa del robot impedirgli i movimenti. Stava per calciargli lo stomaco in modo da liberarsi, ma Gunn, prevista la sua mossa, gli puntò il cannone alla tempia. Anche Fireor si fece avanti e Sonic rabbrividì nel vedere la fiamma sulla punta della sua arma avvicinarsi paurosamente alla sua gola.

     Completamente in trappola, deglutì e si preparò al peggio chiudendo gli occhi. L’ultima cosa che si sarebbe aspettato di sentire era una forte esplosione provenire da davanti a sé. Spalancò le palpebre e si accorse che Fireor era stato colpito in pieno petto da quella che doveva essere una bomba. Approfittando della situazione, sollevò la gamba e tramortì con un calcio il viso di Trapster, liberandosi, per poi roteare il busto ed abbattere anche Gunn.

     Sollevò il capo e, con sua grande sorpresa, vide Rouge atterrare dolcemente sul pavimento con espressione preoccupata. Aveva scagliato uno dei suoi baci esplosivi per mettere Fireor a gambe all’aria.

     - Tu? - domandò Sonic sbalordito.

     - Non c’è tempo per i convenevoli, zuccherino! - disse velocemente il pipistrello - Il vecchio Eggy sta per sguinzagliare il suo nuovo aggeggio ed è meglio che noi togliamo le tende prima che questo accada! -

     Senza aggiungere altro, afferrò Sonic per le braccia e spiccò il volo risalendo il cunicolo dal quale il riccio blu era precipitato. Quando furono di nuovo all’aria aperta, poterono vedere che il mastodontico robot era quasi completamente fuoriuscito dal sottosuolo. Sonic, vedendolo alla luce del sole, ne fu ancora di più intimorito. Doveva essere alto almeno trenta metri!

     - Stai bene per fortuna! - disse una voce ansiosa alle sue spalle, dopo che Rouge lo ebbe posato a terra.

     Tails era dietro di lui in compagnia di Knuckles e Shadow. Sebbene non fosse mai stato così contento di vederli cercò di non darlo a vedere, perché la lite avuta poco prima gli bruciava ancora dentro.

     - Siete venuti ad assistere alla mia sconfitta? - domandò con un tono acido che non era suo.

     Il volpino, consapevole che il tempo era agli sgoccioli, non pensò due volte ad avvicinarsi al suo amico, afferrandolo per le spalle, e a parlargli a cuore aperto.

     - Sonic… mi dispiace… dispiace a tutti noi… avevi ragione, non possiamo mettere a repentaglio la vita di Cream… è una nostra amica e non abbiamo fatto nulla per soccorrerla… eravamo tutti sconvolti per via di Gamma e demoralizzati per tutto quello che sta succedendo… so che non è una giustificazione… cerca di capire… ci dispiace immensamente… ti sei sempre fatto in quattro per aiutarci, ci hai salvato la vita tante di quelle volte e noi ti abbiamo abbandonato nel momento del maggior bisogno… ma adesso siamo qui, Sonic… anche gli altri stanno arrivando… combatteremo insieme, ed insieme andremo fino in fondo… come una squadra! -

     - Su questo puoi metterci la mano sul fuoco! - concluse Knuckles posando a sua volta la mano sulla spalla del riccio, sorridendo.

     Non avrebbe saputo trovare parole giuste per esprimere la sua gratitudine e quanto tutto quello significava per lui, per cui si risparmiò la fatica. Si limitò a ricambiare il sorriso e ad annuire con un cenno deciso della testa. Shadow emise un mugugno di diniego.

     - E tu cosa ci fai qui, vendicatore? - chiese Sonic infastidito - Non eri convinto che il mio piano fosse una pazzia? -

     - E lo sono ancora… adesso più che mai! - rispose Shadow - Però… salvare la coniglietta… è quello che avrebbe voluto Maria! In fin dei conti hai sempre avuto ragione, Sonic the hedgehog! Sono nato come arma di distruzione, ma sembra che io mi ci metta di impegno per comportarmi in modo del tutto opposto! -

     La discussione fu interrotta da un forte rumore metallico. L’enorme ascensore aveva raggiunto il livello del terreno e lo spaventoso Egg Apocalypse poteva ergersi sotto il sole in tutta la sua maestosità. Un forte rimbombo segnalò l’accensione dei motori principali in modo che la macchina cominciasse lentamente a scorrere sui suoi cingoli per marciare verso la Techno Base.

     - E’ impressionante! - commentò Rouge colpita - Chissà quanto può valere un mostro del genere! -

     - Devi proprio cercare il guadagno in ogni cosa, vero? - la rimbeccò Knuckles.

     - Che cosa ha intenzione di fare Eggman? - si domandò Tails.

     - Sta andando a prendere gli altri quattro Chaos Emeralds! - disse Sonic - Se ci riuscirà niente potrà più fermare quel bestione di ferro! -

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     - Tutti i sistemi sono operativi! - dichiarò Decoe armeggiando sul suo pannello di controllo.

     - Motori alla massima potenza! - gli fece eco Bocoe.

     Il cuore del tremendo Egg Apocalypse si trovava all’interno della testa, una struttura a cupola colma di macchinari complessi, quadri di comando, monitor, tastiere e controlli di ogni sorta. Il compiaciuto dottor Eggman sedeva comodamente al centro sopraelevato della stanza, come sempre spaparanzato sulla poltrona del suo Egg Drive collegato all’intero robot per un più facile pilotaggio. Dalle due enormi vetrate che erano gli occhi della macchina poteva scrutare la sagoma della Techno Base, il prossimo obiettivo del suo attacco. Davanti a lui, su di una griglia di alimentazione con sette fessure circolari, c’erano i tre scintillanti Chaos Emeralds incastonati perfettamente nella struttura. Decoe e Bocoe erano sotto di lui, impegnati a sfrecciare da una parte all’altra dell’enorme console di comando per azionare leve e pigiare pulsanti. Metal Sonic si trovava in piedi poco più dietro. I suoi sensori ottici erano spenti e la sua testa era reclinata in avanti. Dei fasci di cavi verdi provenienti dal soffitto erano collegati alle sue braccia, alle sue gambe, alla testa e al petto e stavano assorbendo energia dai loro nuclei interni. In un angolo retrostante vi era, invece, un cilindro di vetro attaccato alla parete al cui interno c’erano Cream e Cheese, abbracciati l’uno all’altra e spaventati come non mai sotto l’attenta sorveglianza di Bokkun.

     - Tutto è pronto! - dichiarò Eggman dopo aver ricontrollato rapidamente lo schema del robot sullo schermo centrale - E’ arrivato il momento di fare assaggiare a Magorian il gusto dell’apocalisse! Avanti a tutta birra! -

     La gigantesca massa di metallo prese a scorrere sui suoi cingoli e ad appropinquarsi minacciosamente all’edificio che aveva di fronte. Le sue due coppie di cannoni si caricarono con un sonoro click, e tutte le altre armi che tappezzavano la superficie ferrosa si mossero per puntare l’obiettivo. La parte terminale delle due braccia si illuminò di una forte luce gialla e gli artigli di cui esse erano munite si allungarono ancora di più.

     - Dottore! I nostri radar indicano qualcosa sul tetto della torre! - annunciò Bocoe preoccupato.

     Eggman non se lo fece ripetere due volte. Attivò le telecamere esterne ed ingrandì l’immagine del tetto dell’edifico. Magorian e Seth si trovavano lì, un’espressione divertita di sfida dipinta sul loro volto.

     - Cosa credono di fare quei due mentecatti? - sbraitò Eggman nervoso.

     D’un tratto Magorian spalancò le braccia e la gemma sul suo collo si colorò di nero. Delle scariche elettriche eruttarono dalla pietra e raggiunsero le mani dell’uomo che brillarono per un secondo. Senza preavviso, proiettò le braccia in avanti e un imponente lampo di energia sgorgò dai suoi pugni chiusi. Fu così potente nel colpire in pieno petto l’Egg Apocalypse che l’intera macchina vibrò facendo sbilanciare il dottore sulla poltrona.

     - Allora quello sgorbio vuole la guerra! Sarò lieto di prenderlo in parola! -

     Ad un semplice comando di Eggman le batterie di missili frontali fecero immediatamente fuoco proiettando più di una decina di razzi. Seth li bloccò a mezz’aria con i suoi poteri psichici per poi farli esplodere prima che raggiungessero la Techno Base. Magorian nel frattempo scagliò un altro lampo di energia che prese in pieno una delle due braccia del robot. I cannoni spararono delle potenti granate, ma bastò una sua pigra mossa delle mani dello sciacallo per far deviare la rotta dei proiettili e farli schiantare al suolo.

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     Sopra di loro la lotta tra le armi di Eggman e i poteri di Magorian infuriava sempre più accanita.

     - Dobbiamo approfittare di questo momento per liberare Cream! - disse Knuckles.

     - Si trova all’interno del robot! - spiegò Sonic - Ma testa d’uovo ha detto che ha una corazza impenetrabile! Dev’esserci un modo per sfondarla! -

     - Ho la soluzione qui a portata di mano! - esclamò Tails aprendo una valigetta nera che aveva portato con sé - Ci sto lavorando da quando è cominciata questa storia e ho pensato di portarli con me quando siamo andati via da casa! -

     - Di cosa stai parlando? - chiese Rouge.

     All’interno della valigia c’erano quattro coppie di strani bracciali metallici. Avevano al centro una cupola di vetro al cui interno lampeggiavano delle luci intermittenti verdi e rosse. Assomigliavano vagamente a degli orologi da polso, ma la loro apparente pesantezza respingeva decisamente questa ipotesi.

     - Che cosa sono quegli arnesi? -

     - Sono dei potenziatori cibernetici che ho progettato apposta per voi quattro! Hanno la capacità di incrementare sia la vostra coordinazione che la vostra forza muscolare e possono anche accrescere i vostri singolari punti di forza! -

     Il volpino ne distribuì due a ciascuno dei suoi compagni per poi aiutarli a sistemarli sul loro corpo. Sonic fissò quegli strani apparecchi sulle sue caviglie ed avvertì immediatamente una forza misteriosa pulsargli nei polpacci. Rouge li fissò alle ginocchia, Knuckles sulle mani e Shadow sui polsi.

     - Sonic adesso sarà in grado di correre ancora più velocemente e la sua azione rotante avrà acquistato un maggiore potere di perforazione, così anche i pugni e i calci di Knuckles e Rouge saranno più incisivi e i Chaos Spear di Shadow avranno maggiore potenza! -

     - Sei un vero genietto, Scheggia! - disse Sonic scompigliandogli il pelo - Mi sento come se avessi le ali ai piedi… più del solito, intendo! -

     - Se concentreremo i nostri attacchi su di un solo punto forse potremo trapassare la corazza! - suggerì Shadow.

     Un rombo particolarmente intenso li fece trasalire. Magorian aveva appena scagliato un raggio di luce viola che aveva distrutto uno dei quattro cannoni principali. Rottami di metallo incandescente piovvero dappertutto.

     - Diamoci una mossa! -

     Knuckles e Rouge corsero verso il retro della macchina e, con la loro nuova forza amplificata, cominciarono a colpire a suon di calci e pugni una sezione dell’armatura in titanio. Era molto spessa e resistente ma ogni attacco riusciva a scalfirla leggermente. Shadow saltò in alto e lanciò un nugolo di frecce d’energia. Il metallo si surriscaldò diventando più friabile. I pugni e i calci di Knuckles e Rouge cominciavano a provocare delle crepe.

     Sebbene i botti e le detonazioni della battaglia riempissero l’aria di un frastuono insopportabile, Sonic fu capace di udire un ronzio provenire dalle sue spalle. Con orrore si accorse che Trapster, Fireor e Gunn erano spuntati dal cunicolo e dal modo in cui vibravano le loro armi non sembravano avere atteggiamenti pacifici.

     Tails indietreggiò prima che le chele di R-003 lo ghermissero senza pietà. La situazione era critica. Quando Fireor stava per spiccare un balzo per avventarsi su Sonic, qualcosa lo percosse nuovamente alle spalle tramortendolo.

     - Qui ci pensiamo noi! - esclamò Amy Rose con il martello ancora sollevato - Andate a salvare Cream! -

     Vector e Charmy si scagliarono contro Gunn, bloccandogli il fucile ed attaccandolo a suon di pugni. Espio invece immobilizzò Trapster premendogli il bastone sul collo in modo da permettere a Big di travolgerlo con il suo pancione. Tikal osservava inquieta.

     - Non c’è un minuto da perdere! - disse Tails a Sonic correndo a dare manforte ai suoi amici.

     Il cuore del riccio blu batteva forte per il momento da cardiopalma che stavano vivendo. Due portelloni automatici si aprirono improvvisamente sulla schiena dell’Egg Apocalypse permettendo ad altri due robot di piombare al suolo. Erano praticamente identici agli altri della serie R, tranne per le loro singole particolarità. Uno di loro possedeva uno spaventoso fucile mitragliatore al posto del braccio sinistro e riportava sul petto la sigla R-004 “Rotor” mentre il secondo era privo della mano destra, sostituita da un grande martello estensibile e dalla dicitura R-005 “Hammer”.

     - Questi sono miei! - esclamò Shadow combattivo - Datti una mossa, Sonic! Sei tu l’eroe qui! Noi ci occuperemo del resto! -

     Knuckles e Rouge scagliarono le ultime stangate prima di tornare indietro ed affrontare i nuovi avversari. Sonic li guardò tutti con una profonda gratitudine stampata in faccia. Senza aggiungere altro corse verso la sezione della corazza annerita e danneggiata e ci si fiondò contro come un proiettile, appallottolato in azione rotante, riuscendo finalmente a sfondarla.

     La luce del sole scomparve all’improvviso e si ritrovò al cospetto di una luminosità azzurrognola fornita dalle lampadine all’interno della macchina. Nell’angusto passaggio in cui era capitato, tra cavi, ingranaggi, catene, pulegge e meccanismi vari poteva scorgere uno dei cinque motori di cui aveva parlato Eggman. Aveva l’aspetto di una dinamo gigantesca dentro la quale però si agitavano sfere di fuoco incandescente generando energia continua. Spessi cavi neri si diramavano dal motore per proseguire sopra di lui. Pensò che se li avesse seguiti avrebbe potuto raggiungere il cuore del robot. Non c’era molto spazio per i movimenti e il forte odore dell’olio lo faceva star male, ma era deciso a continuare. Saltò agilmente sul generatore e si aggrappò ai fili per risalirli. Erano molto scivolosi e vibravano pericolosamente per via della corrente elettrica che li attraversava. Lì dentro faceva un caldo mostruoso ma Sonic tentò di resistere.

     Arrivò in un’altra sezione della struttura interna dell’Egg Apocalypse. Vide due enormi pistoni che ruotavano all’impazzata. Se si fosse avvicinato sarebbe stato spiaccicato come una frittella. Ai due lati vi erano anche due potenti turbine che proiettavano un getto di aria compressa ad altissima potenza. Doveva trovare un modo per arrivare ai piani superiori… e doveva fare in fretta. Lo scontro con Magorian e Seth si stava intensificando, lo poteva dedurre dai boati sordi che provenivano dall’esterno e dal continuo oscillare del robot.

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     Per il dottor Eggman sembrava di essere all’interno di un frullatore per quanto i colpi inferti da Magorian facevano oscillare la mole dell’enorme Egg Apocalypse. Parte del suo arsenale da battaglia era stato gravemente danneggiato ma quello che più gli bruciava era di non essere riuscito ad assestare un solo colpo al suo avversario. Cream piangeva piano all’interno della sua capsula prigione, ma i mugolii erano attutiti dallo spesso vetro.

     - Non posso crederci! - esclamò sbalordito - Riescono ad eludere ogni mia mossa! Quella pietra ha un potere enorme! E’ anche più potente dei Chaos Emeralds! -

     - Siamo nei guai, dottore! - disse Bocoe - Le nostre armi stanno andando giù come mosche! -

     - Non siamo ancora sconfitti! Questa è la mia più grande creazione e non permetterò che venga distrutta dal primo arrivato! -

     Seth in quel preciso istante aveva bloccato a mezz’aria i proiettili delle raffiche di mitragliatrice scagliate verso di loro. Magorian intrecciò le dita come per pregare e non appena le disgiunse un’onda d’urto di proporzioni mastodontiche venne generata. L’Egg Apocalypse ne fu investito in pieno e risultò essere un colpo parecchio critico. Diversi circuiti interni si fusero all’istante, l’intero robot beccheggiò paurosamente e alcuni sistemi andarono in corto. Ad Eggman sembrava quasi di poter sentire la risata soddisfatta di Magorian.

     - Non lo sopporto! - esplose infine - Va bene, vecchio pazzo, se le armi fisiche non funzionano con te passiamo a quelle non fisiche! -

     Senza pensarci due volte, Eggman diede un pugno ad un vano di vetro lì accanto che custodiva un grande pulsante rosso. Non appena lo ebbe schiacciato un segnale acustico annunciò che il meccanismo era stato attivato. Il busto dell’Egg Apocalypse cominciò ad aprirsi lentamente, separandosi in quattro sezioni. L’imboccatura luminosa di quello che sembrava un’enorme bombarda fece capolino sotto il rivestimento.

     - Massima potenza! Fuoco! -

     Da quell’arma nascosta venne sprigionata un’onda sonora potentissima che frantumò in un colpo solo tutti i vetri della Techno Base. Gli ultrasuoni prodotti erano di un’intensità talmente elevata che Magorian e Seth caddero in ginocchio sul tetto tappandosi le orecchie in preda al dolore. Quell’ultimo colpo non aveva consistenza fisica, quindi non potevano in nessun modo contrattaccare.

     Shadow e tutti gli altri, ancora impegnati a combattere contro i robot R, si chinarono al suolo, incapaci di sopportare l’orribile frastuono. L’interno dell’Egg Apocalypse era stato accuratamente insonorizzato, in modo da proteggere i suoi occupanti dal ritorno di fiamma. Incredibilmente, sembrò che l’ultima trovata del dottore avesse indebolito l’inarrestabile Magorian. Troppo stordito per rimettersi in piedi, non avrebbe potuto attingere altra energia della Gemma dell’Occulto e di conseguenza sarebbe stato impossibilitato a contrattaccare.

     - E’ il momento! - declamò Eggman solenne - Voglio tutti i fucili in posizione e pronti a fare fuoco! -

     Decoe e Bocoe ricaricarono faticosamente gli impianti e attesero il segnale di attivazione delle armi.

     - Questo è un momento solenne, miei prodi! Prendete nota delle mie parole perché saranno riportate su tutti i libri di storia al capitolo “Nascita dell’Eggman Empire”! -

     - Mi dispiace, dottore! Non abbiamo niente su cui scrivere! - replicò Decoe.

     - Poco male… allora tenetele a mente! - ribatté Eggman.

     - Non ha aggiornato i nostri circuiti di memoria, dottore, non se lo ricorda? - disse Bocoe grave.

     - Ha bisogno anche lei di un aggiornamento, dottore? - gli fece eco Decoe.

     - Smettetela di dire idiozie! State rovinando un momento storico! L’ho aspettato talmente a lungo che adesso… potrei anche commuovermi! Presto… scattatemi una foto commemorativa! -

     - Dov’è la macchina fotografica, Decoe? -

     - L’abbiamo dimenticata a casa! Abbiamo bisogno di un urgente aggiornamento, Bocoe! -

     - Insomma… niente discorso, niente foto commemorative… non ci sono più i tirapiedi di una volta! Come primo giorno di un nuovo impero non è granché imperiale! -

     Il bip tanto atteso finalmente risuonò nella sala. Le armi erano pronte a fare fuoco.

     Il dottor Eggman avvicinò il ditone al pulsante che avrebbe consentito ai fucili di sparare.

     - Ci siamo! Dopo che avrò pigiato questo bottone… la vittoria finale sarà mia… lunga vita ad Eggman! -

     Lo schianto spaventoso che sentì alle sue spalle non l’avrebbe mai dimenticato in vita sua… così come la voce disgustosamente familiare che venne subito dopo.

     - E’ qui la festa, doc? - chiese Sonic sbucando dal pavimento in azione rotante.

     - No! Non tu! Non adesso! -

     Immediatamente, Eggman tirò una cloche e i cavi che tenevano legati Metal Sonic vennero rimossi permettendogli di riaccendersi. Senza preavviso si precipitò verso di lui e gli rimbalzò contro un paio di volte mettendolo rapidamente al tappeto prima che potesse fare qualsiasi mossa.

     - Desolato, testa d’uovo! - disse infine strizzandogli l’occhio - La prossima volta impara a non annodare le spine di un riccio! -

     Sfondò il vetro della capsula, afferrò una raggiante Cream, si assicurò che Cheese fosse ben saldo al suo braccio e, senza aggiungere altro, scattò velocemente verso la vetrata dell’occhio sinistro e vi passò attraverso in un mare di schegge di vetro. Corse lungo tutto il corpo dell’Egg Apocalypse fino ad arrivare ad un’altezza sufficientemente sicura per saltare in basso e atterrare sull’erba senza un graffio.

      Contemporaneamente alla fuga mozzafiato di Sonic, Magorian si era ripreso, con una collera selvaggia dipinta in ogni ruga del volto. Afferrò la Gemma dell’Occulto come se avesse voluto frantumarla, sollevò le braccia al cielo per convogliare l’energia acquisita e materializzò la testa di un enorme drago composto interamente di elettricità.

     - Provaci ancora, dottore! - disse maligno prima di scagliare il suo colpo più devastante.

     Non ci fu scampo. Il robot fu colpito in pieno e un flusso enorme di elettricità lo attraversò da parte a parte. Sulla sua corazza ebbero vita numerose esplosioni, come fuochi d’artificio. Una delle due braccia si staccò di netto precipitando al suolo. Tutti i comandi all’interno della testa esplosero in un mare di fiamme.

     - I motori sono in sovraccarico! - urlò Decoe spaventato - I sistemi sono fuori uso! -

     - Salteremo in aria! Salteremo in aria! - ripeteva Bokkun in preda al panico mentre il fuoco divampava ovunque.

     Il dottor Eggman tremava di rabbia. Batté il pugno sulla plancia con quanta forza possedeva, ma non fu abbastanza per farlo sfogare.

     - Abbandonare la nave! - dichiarò attivando il meccanismo di emergenza.

     Decoe, Bocoe e Bokkun si avvinghiarono come anguille all’Egg Drive mentre il dottore lo disconnetteva dalla sua più grande creazione e apriva il portellone di emergenza. Metal Sonic fu attratto dal campo magnetico della navicella e fluttuò insieme a lei verso la via di fuga.

     - IO ODIO QUEL RICCIO!!!! - lo si poteva sentire urlare mentre si allontanava rapidamente.

     - Tutti a terra! - gridò Sonic raggiungendo i suoi amici.

     Si tuffò sull’erba, tenendosi stretto a sé Cream e proteggendola con il suo corpo. Ciò che seguì non lo avrebbe mai potuto vedere… i suoi occhi non sarebbero stati in grado di scrutare e di sopravvivere allo spavento.

     I cinque motori dell’Egg Apocalypse esplosero all’unisono nel boato più intenso che Sonic avesse mai udito in vita sua. Il vibrare del suolo, lo sferzare dell’aria e il calore del fuoco gli annunciarono che l’enorme macchina da guerra era andata distrutta in un solo colpo. Riusciva a sentire il tremito della coniglietta sotto di lui, e la strinse ancora più forte. Tanti tonfi sul terreno poco lontano da lui gli suggerirono che i rottami incandescenti stavano precipitando tutt’intorno a loro. Pregò che né lui né i suoi amici ne venissero colpiti. L’odore acre del fumo e del metallo bruciato raggiunse le sue narici. Di colpo sentì un forte dolore alla nuca. Poi più nulla…

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     Chi poteva dire quanto era rimasto privo di sensi? Aveva provato la spiacevole sensazione del mondo intorno a lui che saltava in aria con una potenza inaudita. Quasi gli era sembrato di non avere più un cuore per quanto velocemente stava battendo, occludendogli la gola e sigillandogli gli occhi.

     Quello che lo riportò ad essere cosciente fu la sensazione della mancanza di aria fresca. Non era sicuro di aver sollevato le palpebre perché non vedeva altro che nero… e si sentiva soffocare. Tastò l’oggetto che lo sovrastava e si accorse che si trattava di una lamiera rovente. Avvertì il contatto del corpo di Cream lì accanto, da quanto poteva capire fortunatamente illeso. Il suo corpo era tutto un dolore e le sue gambe erano come di pietra. Si rese conto che i potenziatori cibernetici di Tails erano andati in frantumi. Fu con le ultime energie rimaste che puntò i piedi sulla lastra metallica e spinse con tutta la forza di cui era capace. L’ostacolo venne scalzato via e la dolce aria fresca gli accarezzò il viso mentre il sole gli abbagliava il volto.

     Sembrava davvero uno scenario post-apocalittico intorno a lui. Nient’altro che cenere a perdita d’occhio, fiamme scoppiettanti, blocchi ferrosi divorati dal fuoco, pulviscolo fluttuante e rottami incandescenti. Tentò faticosamente di sollevarsi da terra e poi aiutò Cream a fare lo stesso.

     - Tails! Amy! - chiamò in preda alla preoccupazione - Knuckles! -

     Le sue braccia erano annerite e scottate in più punti e dal fastidioso dolore che avvertiva sulla sua guancia poteva dedurre che lo stesso fosse in volto.

     Buffo. Fino a qualche minuto prima avrebbe giurato che sarebbe stato impossibile essere spaventati più di così. Dovette ricredersi ad una velocità pari alla sua. Non aveva mai potuto osservare con le sue pupille il nero volto del male, la crudeltà pura solcare la terra a rapide falcate. Non era mai stato divorato da un terrore talmente grande da fargli desiderare di essere morto. Tutte queste, fino ad allora, ignote emozioni gli si compressero in una zona imprecisata tra la gola e il petto quando vide Magorian farsi largo tra la cenere e i detriti circondato dai tre Chaos Emeralds che orbitavano attorno a lui. E questa attanagliante paura da dare le lacrime, se possibile, si intensificò ulteriormente una volta che Seth gli arrivò al fianco facendo levitare i rimanenti quattro smeraldi con un sorriso compiaciuto. Getara, che portava in spalla lo scintillante Master Emerald, chiudeva il gruppetto

     Il vecchio Sonic, coraggioso e sprezzante del pericolo, non avrebbe esitato a gettarsi contro il nemico e a dare fondo a tutte le energie rimastegli in corpo pur di portare a casa la vittoria. Purtroppo però il vecchio Sonic era stato distrutto in un colpo quando l’angosciante consapevolezza della sconfitta lo assalì come uno squalo, quando capì che le milioni di vite di quel pianeta erano perdute… che il loro destino era segnato.

     - Sento che dovrei dire qualcosa! - mormorò Magorian stranamente con un tono grave - Ma nessuna parola di scherno potrebbe darmi più gaudio dell’espressione nei tuoi occhi! Per cui mi limiterò a dire due paroline che ho sempre sognato di dire! -

     - Chaos… Control… -

     I Chaos Emeralds si illuminarono del consueto vivace bagliore e subito dopo Magorian e i suoi agenti scomparvero, sotto lo sguardo allibito di Sonic the hedgehog.

Il peggio, dunque, alla fine è arrivato... Magorian è in possesso dei sette Chaos Emeralds! E' l'inizio della fine per gli abitanti del pianeta Mobius? O c'è ancora un briciolo di speranza di sopravvivenza? Non perdetevi la sconvolgente conclusione della saga di SINS OF PURITY, online su "Sonic The Hedgehog: Full Speed Ahead".

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(1) Come narrato in "Sonic Heroes".
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ART GALLERY

Seth The Jackal Concept Art
Seth The Jackal Concept Art
Disegnato da Shadowmoon56
(http://shadowmoon56.deviantart.com)
Questo è un ritratto di Seth the jackal come appare nelle storie contenute in "Sonic The Hedgehog: Full Speed Ahead".
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CHAOS MILLENNIUM Saga

Bunker 56

Scritto e ideato da: Knuckster

     - Vola più dritto! Più dritto, ho detto! Finirai col farci schiantare! -

     - Non è mica facile mantenere l’equilibrio con un sacco di patate come te a bordo! -

     - Oh, misericordia! Un’anatra orba saprebbe volare più veloce e più stabile di te! -

     - La prossima volta allora chiedi ad un’anatra orba di accompagnarti! -

     La strana coppia, Forge e Mighty, stava sorvolando i cieli della città in una di quelle rare notti tranquille che potevano permettersi di avere. Sottili raggi di luna filtravano attraverso la cappa di fumi e nuvole che ricopriva la volta celeste. L’elegante corpo piumato dell’aquila fendeva la fresca arietta notturna ma, a differenza degli altri suoi voli, dimostrava poca stabilità e coordinazione. Il semplice motivo di tanta maldestria era riconducibile al fatto che stesse trasportando un irrequieto Mighty, il quale avrebbe di sicuro preferito essere da qualunque altra parte piuttosto che sospeso nel vuoto in quel modo. L’unica alternativa che aveva Forge per spostarsi con lui era tenerlo appeso per le braccia e sbattere freneticamente le ali. Dato che il peso complessivo era di molto superiore al normale, Forge era incapace di sfruttare le correnti ascensionali e finiva con l’oscillare e il beccheggiare senza controllo.

     - Questa è l’ultima volta che accetto un incarico del genere! - si lamentò lui con vigore.

     - Almeno finché non mi spunteranno le ali ti ci dovrai abituare! - rispose Mighty mentre scandagliava accuratamente con gli occhi il paesaggio sotto di lui - O forse preferivi che ti salissi in groppa? -

     - Ti prego! E’ già abbastanza avvilente tenerti per mano in questo modo! -

     - Non ti farò una proposta di matrimonio, se è questo che stavi pensando! -

     Mighty scoppiò in una sonora risata, divertito dalla sua stessa battuta. Forge soffocò un’imprecazione.

     Qualche minuto dopo, sotto di loro scorreva un serie di edifici squadrati disposti in ordinate file parallele come i quadratini di una scacchiera.

     - Ecco i depositi militari! - esclamò l’armadillo aguzzando lo sguardo - Comincia la discesa! C’è una rupe poco lontano dalle recinzioni su cui possiamo atterrare! -

     - Reggiti forte! - si raccomandò l’aquila con un sorrisetto - Prevedo un po’ di turbolenza! -

     Forge drizzò tutto il corpo perfettamente e poi partì in picchiata verso il basso come una freccia. Mighty soffocò un grido spaventato e serrò ancora di più la sua morsa sulle braccia del compagno. Il paesaggio sottostante si ingrandiva sempre di più sotto il suo sguardo timoroso e per un attimo ebbe il sospetto che si stessero per schiantare al suolo. A poca distanza da terra però, l’esperto volatile dispiegò le sue ali candide per rallentare la caduta e la velocità di discesa diminuì. Prima di atterrare elegantemente sul pavimento roccioso, Forge mollò la presa di Mighty proprio sotto un cumulo di sabbia soffice, facendo finire l’armadillo di faccia nella polvere.

     - Atterraggio completato! - esordì l’aquila con fare di scherno - Mi auguro che sceglierete ancora la nostra compagnia aerea! -

     - Davvero spiritoso! - sbottò Mighty mentre si scrollava di dosso la sabbia - Spero che il tuo piccolo volo acrobatico non ci abbia fatto scoprire! -

     - Rilassati, Mighty-Man! Non c’è sorveglianza intorno ai depositi militari e, anche se ci fosse stata, sono stato troppo veloce per essere individuato! -

     - Se non altro la tua paranoia sta lentamente scemando! - lo punzecchiò lui di rimando.

     I due si avvicinarono al bordo della piccola rupe rocciosa su cui erano piombati. Da lì potevano avere un’ampia visuale del reticolato di depositi della zona. L’armadillo estrasse il binocolo ad infrarossi dallo zainetto e diede uno sguardo intorno.

     - Quale sarà il Bunker 56? - domandò Forge con tono didascalico.

     - Il Bunker prima del 57 e dopo del 55! - fu la pronta risposta di Mighty.

     - Come obiettare ad una simile logica? - ribatté l’aquila sarcasticamente - Mi hai appena offerto la chiave di pensiero utile a dischiudere i misteri dell’universo! Il velo dell’ignoranza si è alzato dai miei occhi, il mio cuore è pronto a cogliere il segreto dell’esistenza, la mia mente… -

     - Non appena hai terminato la tua disquisizione filosofica ti dispiacerebbe dare un’occhiata? -

     E gli passò il binocolo.

     Forge inforcò lo strumento e zoomò nel punto indicato dal suo collega. Un deposito grigio e squadrato, esattamente come tutti gli altri, situato all’angolo estremo sinistro del complesso, gli apparve nelle lenti. A differenza dei restanti però, il suo perimetro era circondato da una decina di droidi armati fino ai denti. Effettuavano alacremente una ronda di ispezione e due di loro erano posizionati sul tetto.

     - Dicevi a proposito della sorveglianza attorno ai depositi? - chiese l’armadillo.

     - Che è inesistente! Dunque i casi sono due: o quelle lattine con le gambe hanno perso la bussola, oppure lì dentro c’è qualcosa di prezioso! -

     - Ottimo! - commentò Mighty sorridente - Dunque siamo giunti alla conclusione che i Bunker accanto a quello sono il numero 55 e il numero 57! -

     - Poveri noi! - sospirò Forge irrisorio - Quanto deve essere semplice questa vita crudele per le menti fini come te! -

     All’unisono, i due ridiscesero il promontorio e, facendo molta attenzione, scavalcarono silenziosamente la recinzione metallica. Sgattaiolarono tra i vicoli che separavano i vari bunker, con l’oscurità a fare loro da copertura. Non appena arrivarono in prossimità del bunker 56, cercarono un buon punto per appostarsi in modo da non essere scorti. I droidi a guardia del deposito non erano certo disattenti quanto quelli del magazzino abbandonato, per cui i due soldati dovevano prestare la massima attenzione.

     - I sensori di quei robot sono molto sofisticati! - annunciò Mighty - Hanno un ampio raggio di azione, quindi stai attento a come ti muovi! -

     - E tu come fai a saperlo, di grazia? - ribatté Forge scettico.

     - Ho la presunzione di dire che in fatto di robotica ne so molto più di te! - fu la pronta risposta.

     Dopo qualche minuto di attenta perlustrazione, individuarono una nicchia riparata dietro ad un paio di montacarichi arrugginiti, proprio rivolti verso il lato destro del bunker. I due veicoli, con le loro dimensioni considerevoli, avrebbero potuto offrire un’eccellente protezione. Quando i droidi si furono voltati per continuare la ronda, Forge e Mighty colsero al volo l’occasione. Sfrecciarono più rapidi del vento attraverso il vicolo e si accovacciarono dietro ai macchinari.

     - Qui va benissimo! - sussurrò Forge - Siamo a circa sette metri dal deposito! Dovrebbero essere sufficienti, no? -

     - Speriamo che questo affare funzioni anche a distanza! - replicò Mighty.

     Dopo aver frugato nello zaino per un po’, l’armadillo tirò fuori la scintillante scheggia di Master Emerald. Contemplò per un istante la sua luce soffusa e poi, con deliberata lentezza, puntò il frammento verso il bunker attendendo un qualche tipo di reazione. Il responso fu immediato quanto inaspettato. Quando il braccio di Mighty fu al massimo dell’estensione, dall’interno della scheggia esplose un intenso bagliore verde come mai avevano visto. L’eruzione di luce fu così intensa che Forge dovette strappare di mano al suo collega la pietra per poi gettarla al suolo e coprire con le mani la sua luminosità. Era stato un lampo troppo forte ed evidente perché non venisse captato dai robot.

     I due rimasero in silenzio, con il cuore martellante nel petto e le orecchie rizzate per individuare possibili rumori in avvicinamento. I passi dei droidi si erano improvvisamente fermati e i loro bip intermittenti erano udibili anche a metri di distanza. Non seppero dire per quanto rimasero in attesa e in ascolto, con le mani strette attorno alle loro armi. Dopo quella che parve un’eternità, però, i sorveglianti ripresero la ronda. Il calpestio dei loro piedi sul terriccio era una prova più che sufficiente.

     Forge sospirò di sollievo e fece segno a Mighty di riporre la scheggia di nuovo nella sacca. Con cautela raddoppiata, poi, tornarono sui propri passi fino a raggiungere nuovamente la rupe su cui erano atterrati.

     - C’è mancato un pelo! - commentò l’armadillo a metà tra l’atterrito e il sollevato - Sembra impossibile che i robot non abbiano visto quel bagliore! Era praticamente accecante! -

     - Questa è quella che si chiama “fortuna sfacciata”! - fece di rimando Forge - La nostra buona stella non ha smesso di brillare! Abbiamo rischiato grosso, ma se non altro adesso sappiamo che in quel bunker ci sono ancora gli smeraldi di cui ha parlato Cybil! E a giudicare dalla luce che ha emanato la scheggia, direi che ci sono entrambi! -

     - Quasi non ci speravo quando Shadow ci ha chiesto di venire qui a controllare! Come è possibile che siano ancora lì? La ragnetta deve avere per forza detto al Tiranno che noi sappiamo della loro presenza nel bunker! Perché non ha ancora provveduto a spostarli? -

     - Dai per scontato che Cybil abbia cantato! E se così non fosse? -

     Mighty strabuzzò gli occhi.

     - Per quale motivo non avrebbe dovuto? -

     - Secondo quello che ci ha raccontato Geoffrey, Cybil si cura solo dei suoi interessi e di nient’altro! In fondo che importanza può avere per lei quanti smeraldi possiede il Tiranno fintantoché lui continua a pagarla? E poi non dimentichiamo come reagisce il Tiranno di fronte al fallimento dei suoi seguaci! Se Cybil avesse confessato di essere stata sconfitta e di averci rivelato questo importante segreto, di sicuro sarebbe stata punita severamente, processata o chissà cos’altro! Finché tiene la bocca chiusa ha solo da guadagnarci! -

     - Questo è vero! Ma se poi riuscissimo a rubare quegli smeraldi? Come diamine si potrebbe giustificare? -

     - Cerca di vedere le cose dalla sua prospettiva! - continuò Forge spazientito - Se quei due Chaos Emeralds venissero sottratti quali prove ci sarebbero su di lei? Non c’è niente che indichi che è stata lei a rivelarci la loro posizione! La spiegazione più plausibile per il nostro colpo sarebbe che abbiamo scoperto il nascondiglio grazie a degli appostamenti o con altri mezzi! Se tace sul suo fallimento rimane in una botte di ferro! -

     L’armadillo sorrise compiaciuto.

     - Però… non sapevo fossi così perspicace, eremita delle montagne! -

     Forge sogghignò a sua volta.

     - Ho la presunzione di dire che in fatto di psicologia ne so molto più di te! - disse scegliendo con cura le parole - Comunque ci saresti potuto arrivare anche tu con un po’ di ragionamento! -

     - Credimi, calarmi nei panni di una ragazza è l’ultima cosa che ho intenzione di fare! Se poi si tratta di una come Cybil… -


     Quella sera le numerose sale d’addestramento del Quartier Generale della Resistenza erano per la maggior parte sgombre. I cadetti del gruppo non erano soliti allenarsi anche in tarda serata, considerando tutto il duro lavoro che compivano nell’arco di un’intera giornata. Era da sempre un’abitudine per le reclute svegliarsi il mattino presto per dare inizio ai loro consueti programmi di addestramento e di impiegare tutto il tempo a loro disposizione in maniera proficua. In mattinata erano previste le lezioni di potenziamento fisico e di tattica strategica, mentre durante il pomeriggio si faceva pratica nell’utilizzo delle armi e nel combattimento corpo a corpo. Nonostante il loro duro lavoro, anche loro erano fatti di ossa e di carne e avevano un limite alla fatica che potevano accumulare. Non appena calava la sera era un sollievo per le reclute: finalmente, dopo un’intensa giornata di allenamento, erano liberi di svagarsi come volevano. Alcuni si limitavano semplicemente a riposare, altri si dedicavano ai loro hobby, altri ancora trascorrevano un po’ di tempo in famiglia o a divertirsi nei pochi punti di ritrovo presenti nel Quartier Generale.

Le loro attività erano precise e puntuali e non c’era giorno in cui i programmi di addestramento non avessero svolgimento, dato che era importante per l’intero movimento preparare nuovi soldati ed ingrossare le fila dei combattenti contro la Tirannide. Da un po’ di tempo però, una sala in particolare che dapprima era utilizzata, come tutte le altre, per l’esercitazione regolare delle reclute era stata sgombrata. Nessuno poteva avere accesso a quel locale, ad eccezione dei generali designati e del Comandante in persona. Si vociferava che fosse stato proprio quest’ultimo a dare disposizione di riservare una sala solo per lui e per una, fino ad allora, sconosciuta recluta che aveva tanto insistito per addestrare personalmente. Inizialmente, nessuno conosceva l’identità di questo particolare cadetto che si era distinto tra gli altri, ma col tempo la verità cominciò a trapelare. Un tale Big the cat aveva dimostrato qualità talmente eccezionali che avevano colpito persino il Comandante. A memoria d’uomo, Shadow non aveva mai insistito per accollarsi un simile compito da quando era in carica. Non aveva esattamente la pazienza necessaria per stare dietro ad una singola recluta e per allenarla. Doveva essere davvero dotata di grande talento e di grandi capacità per convincere Shadow ad incaricarsi della sua preparazione. Eppure, a vedersi Big non sembrava niente di eccezionale: un ragazzo di corporatura massiccia, volenteroso e allegro come qualunque altro, anche se un po’ ingenuo. In poco tempo, quel felino dall’aria sempliciotta era diventato il pupillo di Shadow, suscitando la perplessità degli addestratori e la gelosia dei cadetti. Era praticamente diventato di famiglia tra Knuckles, Geoffrey e gli altri generali, tanto che si davano del tu e disdegnavano il saluto militare. Era persino diventato il baby-sitter occasionale della piccola di Shadow, ruolo in cui pochi avevano avuto occasione di improvvisarsi a causa dell’iper-protettività del riccio nero. Per tutte queste ragioni, non fu una sorpresa per nessuno l’ingresso di Big nella schiera dei generali al momento dell’assenza di Shadow. Da tempo era scontato che quel ragazzo sarebbe stato capace di fare grandi cose.

     Anche quella fatidica sera la sala d’addestramento era occupata. Shadow si trovava all’interno, intento in un duro allenamento che andava ormai avanti da molto tempo. La sua fronte era grondante di sudore, il suo respiro era affannoso e i suoi occhi erano velati di stanchezza. Sul suo volto era dipinta la tipica espressione di chi ha sgombrato la mente da ogni pensiero ed è concentrato con tutte le sue forze nel suo compito. Il riccio nero si asciugò il capo con il braccio e poi fece un rapido segnale con la mano. Dai macchinari presenti dall’altro lato della sala furono sparati in aria cinque piattelli rossi che roteavano nell’aria a grande velocità. Con i riflessi di un puma, Shadow strinse il pugno e un bozzolo di elettricità e luce viola avvolse le sue dita. Strinse le pupille per individuare la traiettoria dei bersagli e poi lanciò cinque frecce di energia, spalancando il palmo della mano. I Chaos Spear colpirono i piattelli esattamente nel centro e li mandarono all’unisono in frantumi con un rumore secco.

     Ancora prima che i frammenti raggiungessero terra, Shadow sganciò dalla cintura due smeraldi, uno giallo e uno bianco, e il suo corpo assorbì la loro potenza. Il riccio nero partì con la velocità di un razzo in avanti, diretto verso una decina di manichini somiglianti a dei droidi di sicurezza. Più veloce del suono, caricò i fantocci e vi si abbatté contro con tutto il suo peso. Rimbalzò dall’uno all’altro come una pallina da flipper, senza che i suoi piedi toccassero mai terra e, uno dopo l’altro, li scaraventò lontano, fracassandoli contro la parete. Non appena fu abbattuto l’ultimo e Shadow si fu fermato, i pezzi dei cinque piattelli toccarono il suolo con un tintinnio impercettibile.

     Geoffrey abbandonò i comandi del macchinario e, con aria colpita, si avvicinò al Comandante, che stava riponendo le gemme nella cintura.

     - E’ davvero sorprendente! Non ho mai visto nessuno muoversi ad una velocità simile! -

     Shadow non rispose. Ansimava nel tentativo di riprendere fiato.

     - Ti senti bene? - incalzò la lince, con fare preoccupato.

     - Sì, tutto a posto! - rispose il riccio - Ho solo bisogno di fare cinque minuti di pausa! -

     - Non dovresti fare questi sforzi eccessivi! Il tuo fisico non può reggere tanta energia tutta in una volta! -

     - Va molto meglio rispetto a prima! All’inizio riuscivo a sopportare il potere degli smeraldi solo per pochi secondi! Adesso posso utilizzarlo anche per parecchio tempo senza cedere! -

     - Dopo tre giorni di intenso allenamento era naturale che si vedessero subito dei risultati! -

     Shadow si sedette su una gradinata in marmo. Geoffrey gli fu subito accanto.

     - Sei davvero sicuro di voler procedere? - domandò la lince dopo qualche minuto - E’ passato troppo poco tempo dall’ultima missione! Gli altri sono ancora piuttosto scossi! Credi che siano pronti a tornare là fuori dopo quello che è successo? -

     Geoffrey aveva ragione. Il morale non era affatto alto e un sentimento di sconforto serpeggiava ancora tra tutti loro. Erano passati appena tre giorni dalla morte di Big e nessuno di loro era ancora riuscito a farsene una ragione. Shadow ricordava benissimo quello che aveva provato durante i funerali. La cappella del Quartier Generale era stata riempita di fiori e di drappi di seta nera per commemorare l’amico scomparso. Incensi dal profumo intenso bruciavano in ogni angolo e dei gong di pietra rifiniti in stile orientale scandivano una triste litania funebre. Non avendo recuperato le povere spoglie del ragazzo, era inutile procurarsi una bara, così era stato allestito un altarino in legno di tasso e marmo nero su cui erano stati disposti tutti gli effetti personali del defunto. L’inseparabile orecchino dorato di Big era tra questi; Shadow aveva provveduto a posizionarlo accanto alla sua foto con particolare cura.

     Alla cerimonia in suo onore non intervennero solamente i generali, ma anche alcune famigliole, dei cadetti che lo conoscevano e alcuni addestratori. Le parole del sacerdote non davano alcun conforto a Shadow. Gli sembravano solamente frasi vuote e prive di senso, che erano totalmente inadatte a descrivere Big. Ritornelli senza significato che di certo non avrebbero mai potuto alleviare il dolore per la sua perdita. Fu chiesto ai presenti se qualcuno volesse dire due parole per commemorarlo. Nessuno se la sentiva in quel frangente, la tragedia ancora fresca nei loro animi. Solo Rouge ebbe la forza di parlare.

     - Nessuno che non abbia conosciuto Big saprebbe rendere onore alla sua memoria in modo adeguato! - aveva detto - E’ impossibile per chi non ha mai avuto la fortuna di incrociare la sua strada far capire quale grande persona sia venuta a mancare! Noi tutti lo ricorderemo come un ragazzo generoso ed altruista, che si è curato di chi gli stava intorno come avrebbe fatto per se stesso! Lo ricorderemo come un animo buono e nobile che ha combattuto per la nostra causa con una grinta e un coraggio da leoni! Se non fosse stato per lui, io adesso non sarei qui a parlarvi! Gli devo la vita e per questo non gli sarò mai abbastanza grata! Ha sempre dato tutto quello che aveva, senza mai chiedere nulla in cambio! Lo ha fatto fino alla fine! Si è sacrificato per qualcun altro ed è proprio per questo che sarà ricordato come un eroe! Sì, è morto da eroe! Quello che gli è accaduto è stata una tragica fatalità, è vero! Ma era ben consapevole di quello che stava facendo quando ha cercato di salvarmi! Non abbiamo colpa di quello che gli è capitato! Non serve a nulla ritenersi responsabili della sua scomparsa! Sarebbe un insulto alla sua memoria, un affronto al suo eroico coraggio! E’ il momento di andare avanti e di porre fine a questa guerra come lui aveva sempre sognato! Che il suo esempio ci dia la forza necessaria a continuare! -

     “Non serve a nulla ritenersi responsabili”, Shadow era sicuro che il principale destinatario di questo messaggio fosse Knuckles. Da quando infatti Big era venuto a mancare l’echidna non era più lo stesso. Poteva comprendere il suo stato d’animo: per un Comandante non è mai facile assistere alla dipartita di un suo compagno. Si sente tutto il peso delle proprie decisioni sulle spalle e si è il primo a subirne le conseguenze. Sicuramente Knuckles pensava che Big fosse morto per colpa sua, dato che l’intera operazione era stata una sua decisione. Senza dubbio, Rouge aveva voluto spronarlo ad andare avanti a testa alta. Non era stato l’echidna a spingere Big verso quell’esoscheletro in fiamme; lo aveva fatto di sua spontanea volontà. Nessuno aveva colpa per l’accaduto.

     Shadow però non riusciva a quietarsi. Quella tragedia era stato un duro colpo da sopportare. Non voleva vedere altri valorosi soldati morire in quel modo ed era suo preciso compito evitare che questo accadesse. Quante altre vite innocenti avrebbe portato via quella sanguinosa faida con la Tirannide? Quanto altro dolore avrebbero tutti dovuto soffrire per colpa del Tiranno? Era arrivata l’ora di farla finita.

     Tutte queste emozioni pulsavano ancora nel suo petto quando finalmente si decise a rispondere alla domanda.

     - Se non se la sentono non li costringerò di certo! - disse con tono cupo - Se sarà necessario abbatterò quel bunker con le mie sole forze! -

     - E’ per questo che ti stai allenando da tre giorni senza sosta nell’uso degli smeraldi? -

     - E’ uno dei motivi! Grazie a queste gemme posso disporre di un potere quasi infinito! Non mi stupisce che il Tiranno le desideri tanto! Quando sarò riuscito a padroneggiarlo del tutto potrò anche continuare da solo, senza che voi dobbiate rischiare ancora la vita! -

     Geoffrey sospirò.

     - Quindi sei fermamente deciso! Domani sera attaccheremo il bunker 56! -

     - Io lo farò! E se vorrete seguirmi per darmi manforte, tanto di guadagnato! -

     Il tono del Comandante non era mai stato così risoluto.

     - Immagino che se Forge e Mighty non avessero trovato tracce degli smeraldi in quel deposito tu… -

     - Avrei percorso da solo tutta la città pur di ritrovarli! -

     Geoffrey chiuse gli occhi e rimase in silenzio per qualche minuto, come immerso in una profonda meditazione.

     - Posso capire come ti senti! - disse infine - La scomparsa di Big è stata un grande shock per tutti! Ti senti in un certo senso responsabile e vuoi che questa guerra finisca il prima possibile per evitare che altri facciano la sua stessa fine! -

     Shadow annuì piano, leggermente stupito per la perspicacia con cui la lince aveva analizzato il suo stato d’animo.

     - Non sta a me contestare le tue decisioni, Shadow! Sei libero di agire come meglio ritieni! Ti seguirò e ti aiuterò come posso in ogni caso! Non solo perché sei il mio Comandante ma anche perché sei mio amico! Permettimi solo di darti un consiglio! -

     La lince si alzò e dalla sua espressione Shadow si rese conto per la prima volta dopo tanto tempo di quanta saggezza ed esperienza di vita scaturivano dai suoi occhi.

     - Tutte le guerre sono stupide ed insensate! Non fanno altro che provocare catene di odio e di dolore che sono difficili da spezzare! Vivo questa realtà da non so più quanto tempo e ho visto cadere tanti nobili soldati, combattenti tra i più coraggiosi che abbia mai conosciuto! Purtroppo è il prezzo che dobbiamo pagare per questo stolto conflitto! Capisco che la rabbia possa spesso prendere il sopravvento, Shadow, ma non devi permettere che questa ti oscuri la vista! Ci sono tante cose per cui vale la pena vivere! Hai una moglie e una figlia che ti amano e sei circondato da tanti compagni fidati! Non lasciare che il rancore e il desiderio di vendetta ti impediscano di apprezzare a fondo queste gioie! Solo stando insieme potremo superare questo momento, per cui non rifiutarti di chiedere il nostro aiuto solo per paura che possiamo condividere il destino di Big! Credimi, chiudersi in se stessi non è una scelta vincente! -

     Il sergente aveva parlato con tono gentile ma allo stesso tempo deciso. Era davvero un consiglio spontaneo e amichevole. Shadow rimase molto colpito dalle sue parole, forse anche perché erano state pronunciate senza quel consueto accento formale che Geoffrey era solito riservargli. Era vero? Si stava istintivamente isolando dagli altri per paura di coinvolgerli in altre azioni rischiose come quella che aveva ucciso Big? Il suo accanimento nell’addestramento con gli smeraldi nascondeva un atteggiamento rabbioso e solitario? Che volesse concludere in fretta quella guerra interminabile corrispondeva a verità. Quello che Geoffrey stava cercando di dirgli era di non trascurare completamente i suoi affetti più cari per la foga di combattere e vendicare Big.

     - Ci penserò, Geof! - sussurrò il Comandante - Ti ringrazio! -

     In quel frangente, la porta della sala si aprì ed una titubante Amy si avvicinò alle uniche due persone presenti.

     - Come va, ragazzi? Vi ho interrotto? - disse con fare cordiale ma con tono sommesso.

     - Ciao, Amy! No, stai tranquilla! Stavo giusto andando via! - rispose la lince con un sorriso.

     - Ti sei finalmente deciso a chiamarmi col mio nome, sergente? E’ un evento da ricordare! -

     Geoffrey rise.

     - Mia cara, dopo tutto quello che è successo questi giorni mi rendo sempre più conto di quanto sono vecchio e stanco! Non è proprio il caso di perseverare nella galanteria alla mia età! -

     - Magari tutti i vecchietti fossero come te! -

     La lince sorrise di nuovo e diede un amichevole buffetto sulla guancia della riccia.

     - Vi lascio un po’ soli! - disse prima di allontanarsi verso la porta.

     Shadow si alzò dalla gradinata e riprese ad allenarsi. Afferrò un estensore lì vicino e cominciò a tirare per allenare i muscoli del petto, dando le spalle a sua moglie. Non sapeva perché, ma non aveva voglia di guardarla negli occhi. Ci furono alcuni minuti di silenzio imbarazzante.

     - Ho parlato con il dottor Robotnik! - esordì Amy infine - Abbiamo studiato le planimetrie dei depositi militari e abbiamo individuato dei punti ottimali per lanciare la nostra offensiva al bunker 56 domani notte! -

     - Bene! - commentò Shadow laconicamente - Non c’è bisogno però che vi esponiate al fuoco nemico! Posso pensare a tutto io! Ho solo bisogno di qualcuno che entri a prendere gli smeraldi! -

     - E’ per questo che sei rinchiuso qui dentro da tre giorni? - incalzò la riccia.

     Shadow fu punto sul vivo. Si voltò e scoccò un’occhiata enigmatica.

     - Guardati! - esclamò Amy - Non dormi da giorni! Sei stanco e non fai un pasto decente da non so più quando! Ormai manchi da casa da prima del funerale di Big! Quanto ancora credi di poter resistere? -

     - Non posso fare altrimenti! -

     Il tono del Comandante era inutilmente duro e non ammetteva mezze misure. Amy, però, non intendeva farsi intimidire.

     - Oggi Cream mi ha chiesto per quella che mi risulta essere la sesta volta: “Dov’è papà? Quando torna papà? Perché papà non è ancora venuto?”. E io non so che cosa risponderle! Le dico che tornerai presto, che sei molto occupato, ma lei capisce che sono meno convinta di lei nel dirlo! Ci manchi e Cream comincia a sospettare che tu non le voglia più bene! -

     - Questo non è affatto vero! - sbottò Shadow all’improvviso.

     - E allora dimostralo! Torna a casa! Trascorri un po’ di tempo con lei! -

     - Adesso non posso! Non ho tempo! -

     - Anche prima eri molto occupato! Ma il tempo di stare con la tua famiglia lo trovavi comunque! Che cosa è cambiato adesso? -

     - Non puoi capire! - replicò Shadow e sganciò lo smeraldo giallo dalla cintura - Devo imparare ad utilizzare questi Chaos Emeralds il prima possibile! Solo così avrò la forza necessaria a rovesciare la Tirannide! -

     - Questo non ti autorizza a trascurare tua figlia! -

     I toni della discussione si stavano facendo decisamente più alti.

     - Se sto facendo questo è per lei! - esclamò Shadow - Se mi sto allenando giorno e notte è per mettere fine a tutto quanto! Per non esporla oltre al pericolo! Per avere la forza di proteggere tutti voi! -

     - Ma non puoi proteggerci tutti! Siamo in guerra! Non puoi salvaguardare le nostre vite! Questo tuo comportamento non fa che aggravare la situazione! Stai perdendo dei preziosi momenti in compagnia delle persone che ti vogliono bene, e per che cosa? Per un eroico e cavalleresco tentativo di fare il santo protettore? Non puoi! Quello che è successo lo dimostra! Big ha scelto di… -

     - Non ha scelto affatto di morire! - gridò Shadow in uno scatto di ira - Lui non voleva affatto andarsene! -

     Amy si sentì paralizzata. Suo marito non aveva mai alzato la voce in quel modo con lei. Sebbene avesse accusato un duro colpo, i suoi muscoli facciali furono come pietrificati in una smorfia offesa ma orgogliosa.

     Seguirono altri secondi di un silenzio raggelante, mentre il riccio nero si accorgeva di aver esagerato e fu invaso dai sensi di colpa.

     - Però è successo! - disse Amy, calma ma glaciale - E’ stato Big a perdere la vita! Non tu… sebbene fai di tutto per dimostrare il contrario! Una vita ce l’hai ancora… avvisami quando ti ricorderai anche di avere una famiglia! -

     Quelle parole ebbero lo stesso effetto di uno schiaffo in pieno volto per il Comandante. Prima che potesse rispondere, Amy girò i tacchi e si avviò a lunghi passi verso l’uscita.

     Shadow rimase impalato lì per un tempo che non avrebbe saputo definire. Non aveva mai discusso in quel modo con Amy e, nella situazione in cui si trovava, quello era lungi dall’essere un toccasana per il suo morale. Un moto di ira e di frustrazione divampò nel suo stomaco e scorse attraverso le sue vene come un veleno. Sganciò rapidamente i due smeraldi dalla cintura e concentrò il loro potere con tutte le forze che gli erano rimaste. La sua pelle e i suoi aculei si illuminarono di rosso e delle scariche elettriche serpeggiarono attorno al suo busto. Con un urlo liberatorio, generò un’onda d’urto potentissima che investì l’intera sala, mandando all’aria tutte le attrezzature presenti e scaraventandole lungo le pareti con un fracasso infernale.

     I due Chaos Emeralds caddero dalle mani di Shadow, troppo affaticato da quell’ultimo colpo. Ansimante, si accasciò con la schiena sul muro e si posò sul pavimento, desideroso di riposare qualche minuto. In breve tempo, scivolò in un sonno profondo.

     Si trovava all’interno della ormai familiare stanza quadrata, simile ad una prigione. Il consueto senso di claustrofobia si impadronì di lui mentre tentava di distinguere nell’oscurità altre forme che non fossero le fredde e grigie pareti di mattoni. Girò su se stesso innumerevoli volte, completamente spaesato e disorientato. D’un tratto, un bagliore azzurro intenso lo costrinse a coprirsi gli occhi con le braccia. Uno scheletro viscido e lucente apparve dal nulla, oscillando in maniera inquietante. Il suo teschio era ricoperto da fiamme ed apriva e chiudeva la bocca con schiocchi sinistri. Shadow indietreggiò, intimorito.

     Notò per la prima volta che quello scheletro aveva le braccia incatenate alla parete, più si contorceva e più quelle tintinnavano.

     - Che cosa vuoi? - sbottò Shadow al limite dell’esasperazione - Che cosa vuoi da me? -

     - Dietro lo specchio! - sillabò con voce cavernosa - Cerca dietro lo specchio! -

     - Lo specchio? - ripeté il Comandante, sempre allerta - Che significa dietro lo specchio? -

     Un’altra voce rimbombò all’improvviso nella sua testa. L’aveva già sentita. Era la voce di Tikal.

     - I sogni sono proiezioni che provengono da un altro mondo… Da una realtà parallela alla nostra! -

     - Dietro lo specchio! - ripeté lo scheletro insistentemente.

     Allungò un dito ossuto e si indicò la parte bassa del ventre, dove normalmente avrebbe dovuto esserci l’intestino.

     - La verità è nel mio ventre! Nel mio ventre! -

     Da quel punto preciso esplose una vivida luce violetta. Proveniva da una piccola sfera lucente che turbinava nell’aria come una lucciola.

     - Non capisco! - mormorò Shadow confuso.

     - Com’era in principio dovrà tornare ad essere… se cerchi la verità nel mio ventre! -

     Sopra al riccio nero apparvero altre sfere di luce danzanti. Erano sette e brillavano di diversi colori, roteando in circolo. La luce violetta nel ventre dello scheletro risalì rapidamente la cassa toracica e fuoriuscì dalla sua bocca. Fluttuò nell’aria fino a posizionarsi esattamente nel centro delle altre luci ballerine. Gli otto bagliori si fusero in uno solo e l’intero luogo fu invaso da un lampo bianco accecante che sbiadì ogni contorno visibile.

     Shadow si svegliò di soprassalto, madido di sudore come al solito e con il cuore martellante. I riflessi dei due Chaos Emeralds per terra gli baluginavano negli occhi.


     La notte successiva arrivò con rapidità preoccupante per tutti loro. Normalmente, davano tutti del loro meglio per prepararsi a livello ottimale per la missione successiva. Tuttavia, quello che era successo nella precedente aveva minato seriamente il loro autocontrollo e la loro fiducia in se stessi. La tensione accumulata e il nervosismo si facevano sentire prepotentemente nell’aria che si respirava.

     Shadow ed Amy non si erano scambiati una sola parola per tutta la giornata successiva a quella del loro animato litigio. Knuckles era più cupo e silenzioso del solito. Sebbene Rouge tentasse costantemente di tirargli su il morale e di spronarlo, il senso di responsabilità per la morte di Big non lo aveva ancora abbandonato. I tentativi falliti provocavano un’evidente irritazione nel pipistrello che faceva fatica a controllare i nervi. Gli unici che conservavano un’invidiabile tranquillità erano Geoffrey, Forge e Mighty. La lince, considerate le circostanze turbolente, era consapevole che c’era bisogno della sua tipica freddezza perché andasse tutto bene. L’armadillo, come sempre, era ansioso di mettersi alla prova ed era più che felice nel trovarsi di nuovo nel suo ambiente di battaglia congeniale. Forge, invece, era molto più sereno e tranquillo, sapendo che Alison era al sicuro nel Quartier Generale e che non avrebbe corso rischi. Infatti, la volpe aveva rifiutato di uscire in missione questa volta, ancora troppo scossa per l’esito di quella precedente.

Il suo posto era stato preso, difficile a credersi, dal dottor Robotnik.

     - E’ sicuro di farcela, dottore? - si informò Geoffrey - Questa è la prima volta che partecipa ad un’azione insieme a noi! -

     Si trovavano tutti ed otto sul tetto del deposito vicino al bunker 56, ben nascosti e resi invisibili dall’oscurità.

     - Puoi stare tranquillo! - rispose il dottore deciso - E’ vero, non ho esperienza in questo campo, ma mi sono munito di tutto il necessario per non fallire! E poi c’era bisogno di qualcuno che sostituisse la povera Alison! Non c’era nessun altro disponibile! -

     - Il suo compito è di fornire fuoco di copertura! - ripeté Shadow severo - Non dovrà fare altro! Crede di riuscirci? -

     Robotnik non rispose immediatamente. Estrasse dalla tasca dei calzoni uno strano apparecchietto triangolare e metallico per poi posizionarselo nel bel mezzo della fronte. L’aggeggio si illuminò e aprì dei vani lungo tutto il suo perimetro. Ne fuoriuscirono dei sottili listelli di acciaio che si allungarono e avvolsero la testa del dottore da diversi lati come delle bende. Al termine dei listelli c’erano dei piccoli vetrini che lampeggiavano di azzurro. Da quello situato vicino al suo orecchio destro spuntò una piccola lente rossa che il dottore incastrò con cura sull’occhio. Dopodiché tirò fuori una singolare pistola bianca dalla forma decisamente inusuale, sottile e allungata con una specie di antenna posizionata su di un fianco.

     - Questa è un’arma sperimentale! Può scagliare delle piccole mine esplosive con una frequenza di tre al secondo! Per ovviare ai miei problemi di mira ho pensato di progettare questo casco neurale che vedete! Grazie a questa lente ad infrarossi mi permette di agganciare con sicurezza un bersaglio! Poi tramite quei chip luminosi l’immagine recepita dalla mia retina viene trasmessa con delle speciali onde alfa alla pistola, rendendo sicuro il colpo fintantoché tengo d’occhio il mio obiettivo! -

     I suoi sette compagni non erano sicuri di aver capito come si deve la funzione di quel casco e le loro espressioni smarrite ne erano una prova più che sufficiente.

     - In poche parole, questo casco e questa pistola funzionano a livello neuronale! - spiegò Robotnik con termini più semplici - E’ come se potessi controllare i proiettili che sparo con la forza del pensiero ed impedirgli di mancare il bersaglio! -

     - Incredibile! Ne voglio uno anch’io! - intervenne Mighty ammirato - Ed è sicuro che non provochi danni al cervello? -

     - Assolutamente no! Anzi, è capace anche di proteggere la mia materia grigia da intrusioni esterne! -

     - E poi, Mighty - si intromise Forge beffardo - Il tuo cervello è già abbastanza danneggiato che non correresti rischio di fargli del male ulteriormente! -

     - Basta perdere tempo! - disse Shadow brusco - E’ quasi l’ora di intervenire! -

     Si fecero subito tutti seri e accigliati, come se fossero stati riportati di colpo alla dura realtà. Shadow si sporse per controllare i droidi che stavano sorvegliando il bunker 56. Calcolò mentalmente la distanza che lo separava da loro e cominciò a mettere mano ai due smeraldi.

     - Non appena avrò sistemato quei robot sfonderò il portone del deposito! Voi tre dovrete entrarvi immediatamente e andare a cercare i due Chaos Emeralds! -

     Knuckles, Geoffrey e Rouge scattarono sull’attenti e annuirono.

     - Io continuerò a combattere contro i robot che, sicuramente, arriveranno! Voialtri resterete qui sopra e mi coprirete! Non scendete in nessun caso da qui! Siete al sicuro senza che corriate rischi inutili! Come sempre ci terremo in contatto radio! -

     Forge, Mighty e Robotnik annuirono a loro volta. Amy fece solo un seccato cenno con il capo. Non le andava ancora a genio l’atteggiamento protettivo che suo marito aveva assunto.

     - D’accordo! Allora diamoci da fare! -

     Il Comandante saltò agilmente giù dal tetto con le due gemme strette in pugno. Ancora prima di toccare terra, assorbì una grande quantità di energia e scattò in avanti a velocità supersonica, circondato da una scia di luce bianca. Il lampo elettrico in cui il riccio si era trasformato travolse inesorabilmente due dei robot a guardia del portone, i quali volarono in aria per parecchi metri prima di schiantarsi al suolo ed esplodere.

     Ormai Shadow era inarrestabile. L’atmosfera circostante era attraversata da elettricità allo stato puro grazie all’energia prodotta in un istante. Altri due droidi, armati di cannone, si avvicinarono minacciosamente per fermare lo scatenato riccio che, senza esitare un attimo, si gettò contro di loro e rimbalzò dall’uno all’altro mandandoli in frantumi. Altri avversari ancora, che circondavano il perimetro, si radunarono all’ingresso, attirati dal rumore della lotta e dalle esplosioni. Shadow li distrusse uno ad uno, lanciando Chaos Spear, trapassandoli da parte a parte o facendo saltare loro la testa con dei calci velocissimi.

     I suoi compagni erano sinceramente sbalorditi dalla velocità e dalla potenza che riusciva a produrre. Era quasi inutile che facessero fuoco per coprirlo, dato che stava facendo tutto da solo. Sarebbe stato perfettamente in grado di espugnare un palazzo pieno di robot con le sue sole forze.

Quando Shadow ebbe disintegrato anche l’ultimo dei droidi a guardia del bunker, prese una lunga rincorsa, strinse ancora di più i due smeraldi e si lanciò a tutta potenza contro il pesante portone di metallo. Era diventato come una meteora che sferzava l’aria. L’impatto fu fragoroso e le lamiere del cancello furono sparate in alto, contorte e bruciate. Knuckles, Geoffrey e Rouge non persero altro tempo.

     Scesero dal tetto e si affrettarono a penetrare all’interno del bunker. Shadow si teneva premuta una mano sul petto. Aveva un grosso fiatone e stava cercando di recuperare le energie. Non appena il suo sguardo si incrociò con il loro non fu pronunciata nessuna parola. Il tempo stringeva e non avevano un minuto da perdere. In lontananza si udivano già i passi dei droidi e degli Aracno Tank accorsi a verificare la fonte del trambusto.


     L’interno del bunker 56 era più intricato di quanto avessero pensato. Sebbene fosse un semplice deposito, era ramificato in una serie di tortuosi corridoi che, a prima vista, sembravano tutti uguali. Il soffitto era più basso del normale e le pareti in cemento armato erano tinteggiate di un bianco ormai sporco. C’erano diverse stanze sparse nell’edificio, tutte chiuse da porte blindate simili a boccaporti. Per la maggior parte erano magazzini che contenevano armi e munizioni e sale dell’energia, piene di generatori e turbine. L’illuminazione era fioca ed intermittente, cosa che non favoriva le ricerche.

     Knuckles, Rouge e Geoffrey stavano setacciando il bunker, più grande del previsto, da parecchi minuti quando si fermarono per decidere il da farsi.

     - Così non andiamo da nessuna parte! - commentò Rouge ansiosa - Dobbiamo dividerci per perlustrare più velocemente! Io penso al lato est del bunker, voi setacciate il lato ovest! -

     - Aspetta, non è prudente che tu vada in giro da sola! - intervenne Knuckles.

     - Io so volare, quindi mi muovo molto più rapidamente! - spiegò il pipistrello fastidiosamente - Se uno dei due venisse con me finirebbe per rallentarmi, quindi smettiamola di blaterare e diamoci una mossa! Gli altri non possono resistere a lungo lì fuori! -

     - Ha ragione, Knuckles! - confermò Geoffrey - Ci terremo comunque in contatto radio! Non perdiamo altro tempo! -

     Il gruppo si separò subito dopo quelle parole. Rouge imboccò un corridoio sulla destra e gli altri due corsero rapidamente lungo quello di sinistra. Trovare quei due smeraldi si stava rivelando più difficile del previsto, considerando le dimensioni dell’edificio e il fatto che non avevano la minima idea di dove potessero essere. Stavano controllando ogni stanza che incontravano, ma con scarsi risultati.

     - Maledizione! - sbottò Knuckles - E’ come cercare un ago in un pagliaio! -

     Erano appena venuti fuori da una camera piena di pezzi di ricambio e di robot in disuso quando sentirono dei passi veloci avvicinarsi dall’altro capo del corridoio. Imbracciarono immediatamente le armi e le tennero puntate di fronte a loro, in attesa fremente. Pochi secondi dopo, spuntò dall’angolo un possente coccodrillo dalle braccia e dal petto metallici.

     - E’ Vector! - esclamò Geoffrey a denti stretti.

     - Chi vi aspettavate? - rispose lui sprezzante - La fatina dei denti? -

     - Togliti di mezzo, rettile! - disse Knuckles caricando il suo fucile - Non abbiamo tempo da perdere con il tuo brutto muso! -

     Vector sorrise con fare maligno.

     - Ci si sente molto coraggiosi quando si è armati, non è vero? Anche il più piccolo dei vermiciattoli si sente grintoso quanto un leone! Perché allora non provi a sparare? -

     Knuckles non ci pensò due volte e raccolse la sfida. Mirò con cura e premette il grilletto. Con una velocità sorprendente, Vector si protesse il corpo con le sue grosse braccia metalliche e il proiettile rimbalzò sull’acciaio infrangibile. L’echidna rimase di stucco.

     - Tentativo patetico! - commentò il coccodrillo con tono deluso - Se volete mettere le mani su quei due smeraldi dovrete fare meglio di così! -

     - Come fai a sapere che stiamo cercando gli smeraldi? - domandò Geoffrey nel tentativo di guadagnare un po’ di tempo.

     - Quale altro motivo poteva spingervi a lanciare un’offensiva a questo posto? E’ da quando sono stato assegnato alla protezione del bunker che vi aspettavo! Qui è una noia mortale! Non ero neanche sicuro che avreste avuto il fegato di attaccare! Ma eccovi qui, pronti a dare battaglia con le unghie e con i denti! Non vedevo l’ora! -

     - Da quanto tempo il Tiranno lo sa? -

     - Lo ha capito sin da quando avete fatto irruzione nelle prigioni! E’ da allora che mi ha ordinato di tenere sotto controllo questa baracca! Finalmente però c’è un po’ di movimento! Avanti, fatemi vedere quello che sapete fare, terricoli! -

     L’incitamento di Vector alla lotta era dettato dalla sua grande sicurezza. Geoffrey era guardingo e attento, ma Knuckles era ansioso di combattere.

     - Saremo felici di accontentarti! - esclamò Knuckles.

     Subito dopo scaricò una raffica di proiettili senza sosta contro il coccodrillo. La lince gli fu subito dietro, dando fondo alla sua riserva di dardi esplosivi. Nonostante tutto, la difesa di Vector era impenetrabile. Proteggeva il suo corpo grazie alle piastre metalliche sul petto e alle sue braccia di acciaio. Nessuna arma da fuoco poteva scalfirlo in alcun modo.

     - Tutto qui? - rispose annoiato quando i suoi avversari ebbero cessato il fuoco - Forse è il caso che vi faccia vedere io come si fa! -

     Con un click improvviso, due sportelli si aprirono sulle braccia di Vector e ne spuntarono fuori due lucidi cannoni. Knuckles e Geoffrey se ne accorsero appena in tempo. Si gettarono sulla destra ed evitarono per un soffio il fuoco nemico. Con la coda dell’occhio, l’echidna notò che non stava sparando proiettili, ma delle strane sfere di luce azzurra.

     - Che cosa sono quelle diavolerie? - si chiese ricaricando in fretta il fucile, ben riparato dietro l’angolo del corridoio.

     - Cannoni al plasma! - rispose prontamente Geoffrey - Energia elettrica concentrata! Basta un solo colpo e finisci arrosto! Dobbiamo stare attenti! -

     I due soldati uscirono allo scoperto e spararono ininterrottamente. Ancora cilecca. Vector riusciva a proteggersi e nello stesso tempo a contrattaccare. Era un avversario davvero temibile.

     - Che facciamo, Geof? -

     - Bisogna escogitare un modo per superare le sue difese! -

     - Forse posso venirvi incontro! - intervenne Vector che aveva sentito tutto - Uno scontro corpo a corpo con uno di voi due! E’ l’unico modo che avete di sconfiggermi! -

     I due rimasero sbalorditi dall’offerta. Vennero fuori dal loro nascondiglio ad armi puntate.

     - Perché dovremmo fidarci? - esordì Geoffrey.

     - Non sono un mercenario, io sono un guerriero! Non cerco una sparatoria inutile, voglio un po’ di competizione! Se riuscirete a battermi in un duello vi lascerò passare incolumi! -

     - Dov’è il trucco? -

     - Non c’è trucco né inganno! Guardate! - e il coccodrillo ripose i cannoni all’interno delle sue braccia - Voglio solo uno scontro con uno dei due! L’altro potrà benissimo tenermi puntata l’arma contro e se dovessi barare sarà autorizzato a fare fuoco! Con le braccia occupate non potrei proteggermi, quindi andrebbe a colpo sicuro! -

     I generali non potevano essere più perplessi. Erano indecisi se fidarsi o meno. Tuttavia il tempo scorreva e i loro compagni all’esterno non potevano resistere per molto. In più se avessero trattenuto Vector, davano maggiori possibilità a Rouge di trovare gli smeraldi.

     - Combatterai contro di me! - disse infine Knuckles.

     - Non chiedevo di meglio! -

     - Sei sicuro di quello che fai? - domandò Geoffrey incerto.

     - Sicurissimo! Se il lucertolone vuole un po’ di movimento, perché non concederglielo? Tu però non togliergli gli occhi di dosso, nel caso che trami qualche brutto scherzo! -

     - Fai attenzione! -


     Knuckles e Vector si avvicinarono l’uno all’altro. Entrambi sorridevano sotto i baffi, ciascuno sicuro delle proprie capacità. Piegarono leggermente il busto in un forzato inchino e si misero in posa da combattimento. L’echidna fu il primo ad attaccare, sferrando due pugni veloci contro il petto dell’avversario. Ciò che non si aspettava era vedere Vector afferrare entrambi i suoi pugni e smorzare la loro carica.

     Cominciarono entrambi a spingere, nel tentativo di smuovere il rivale solo con la forza delle loro braccia. Gli arti robotici del coccodrillo avevano una potenza inaudita. Knuckles si sentì in poco tempo i muscoli tremare per lo sforzo e avvertì il dolore farsi vicino.

     - Sei piuttosto scadente, rosso! - commentò Vector, quasi per nulla affaticato - Rendiamo le cose più interessanti! -

     Con rapidità fulminea, il coccodrillo diede una forte testata sulla fronte di Knuckles, facendolo barcollare, e subito dopo gli sferrò un colpo di frusta con la sua coda, col risultato di mandarlo a gambe all’aria. Geoffrey era costretto a guardare senza poter intervenire.

     L’echidna si rimise subito in piedi e assestò un pugno veloce sul petto dell’avversario. Le sue nocche si infransero sul duro metallo delle piastre facendolo gemere di dolore. Vector, immensamente divertito, lo afferrò per il collo, sollevandolo di peso, e lo tempestò di pugni sonori. Dei lividi violacei spuntarono sul viso di Knuckles come funghi. Sebbene stordito, puntò i piedi sul torace del coccodrillo e acquisì lo slancio per sfuggire alla sua morsa. L’echidna ansimava dolorante. Era virtualmente impossibile abbattere una massa di muscoli e metallo di quella portata.

     - Già stanco? - lo schernì l’avversario.

     - Comincio appena a scaldarmi! - rispose lui.

     Sferrò un altro pugno diretto ma anch’esso andò a vuoto. Il contrattacco di Vector fu tremendo. Caricò un destro e lo infranse sulla spalla sinistra di Knuckles. Ci fu uno schiocco sinistro, un urlo di dolore e un tonfo improvviso. La spalla dell’echidna aveva accusato un colpo tale da finire slogata e da non permettergli di continuare il combattimento. Si contorceva sul pavimento con le lacrime agli occhi per il bruciore. Il coccodrillo gli sferrò un calcio nello stomaco e lo fece girare in modo che gli mostrasse la schiena.

     - Penoso! Speravo in un po’ più di sfida! - disse deluso mentre alzava e piegava il braccio.

     Il suo intento era di colpire con il gomito la schiena di Knuckles e se ci fosse riuscito l’avrebbe sicuramente spezzata. L’echidna era inerme, troppo debilitato per la slogatura, ed incapace di mettersi in piedi.

     Prima che Vector potesse sferrare il colpo di grazia, qualcosa lo colpì in pieno volto e fu subito circondato da una nube di fumo chimico che gli irritò gli occhi. Indietreggiò ululando di dolore e coprendosi gli occhi. Geoffrey aveva appena lanciato una capsula fumogena ed approfittò del vantaggio per correre alla volta di Knuckles, aiutarlo ad alzarsi e correre con lui lontano dal pericolo.

     - Schifosi vermi! Vi prenderò! Me la pagherete per questo! - gridava Vector completamente fuori controllo.

     I due continuarono a correre a perdifiato in modo da sfuggire ad un sicuro massacro. Quando ebbero svoltato per diversi corridoi, si fermarono per riprendere fiato. Knuckles individuò una tubatura accanto al muro e, deglutendo, si preparò con timore a rimettersi a posto. Si avvicinò al tubo e diede un colpo fortissimo con la spalla ferita nel tentativo di riassestarla. Il dolore fu cocente tanto che non riuscì ad evitare di lanciare un urlo disumano. Sentì il crack delle ossa all’interno del suo corpo e capì che era tutto tornato in ordine. Poteva di nuovo muovere correttamente il braccio.

Attese che il bruciore sparisse e che il battito cardiaco si regolarizzasse, per poi rivolgersi a Geoffrey.

     - Perché sei intervenuto? Dovevi lasciarmi combattere! -

     - Se non avessi agito ti avrebbe spezzato la schiena! - replicò la lince offesa - Non ne vale la pena, Knuckles! Non è un avversario che possiamo combattere! E’ troppo forte! Ci conviene trovare quegli smeraldi e sparire di qui alla svelta prima che ci faccia a polpette! -

     All’improvviso, un ruggito feroce rimbombò nei paraggi, anche se soffocato. Una serie di forti tonfi seguì subito dopo. Knuckles e Geoffrey si fecero subito attenti e tentarono di individuare la fonte di quei rumori.

     Un attimo dopo, la parete alle spalle dell’echidna si spaccò in una pioggia di polvere e calcinacci. Due potenti braccia spuntarono dal buco e lo afferrarono per la gola per poi scaraventarlo dall’altra parte. Un Vector fuori di se aveva distrutto il muro e aveva agguantato Knuckles. I suoi occhi erano iniettati di sangue e le sue palpebre erano tremanti di rabbia. Quando Geoffrey si fece avanti per andare ad aiutare il compagno, il coccodrillo tirò fuori un cannone e sparò senza pietà. La sfera di energia colpì la lince in pieno petto, scagliandola contro il muro e facendola finire lunga e distesa per terra.

     - Geoffrey! - esclamò Knuckles atterrito.

     Si trovava in una sala piena di generatori e di turbine che producevano elettricità per l’impianto del bunker. Il ronzio dei motori gli riempì immediatamente la testa. Vector attraversò di nuovo il muro e si gettò furiosamente contro il nemico. Quest’ultimo rotolò fuori dai guai e schivò agilmente il colpo. Voleva andare a sincerarsi delle condizioni dell’amico, ma il coccodrillo non glielo consentiva. Era completamente fuori di sé.

     - Ridurrò le tue ossa in polvere! - urlò rabbioso.

     Il fumo chimico sprigionato dalla capsula di Geoffrey aveva arrossato gran parte delle sue pupille. Sferrava colpi all’impazzata, percuotendo tutto quello che gli capitava a tiro. Due dei suoi pugni si infransero sulla parete già danneggiata, crepandola in più punti e facendo fuoriuscire dei cavi dell’alta tensione. Altre mazzate andarono a cozzare sul rivestimento delle turbine e dei generatori, ammaccandolo. Altre ancora tranciarono di netto altri fili elettrici che pendevano dal soffitto. Knuckles poteva contare solo sulla sua agilità per schivare i colpi, senza poter contrattaccare. Vector stava demolendo l’intera stanza.

     D’un tratto, il coccodrillo anticipò una mossa dell’avversario. Lo colpì con un calcio e lo buttò a terra, poi lo afferrò per la gola e lo sollevò di nuovo di peso, mettendolo al muro. La stretta era fortissima, tanto che l’echidna non riusciva a respirare. Con le mani, rimaste libere, tentava di dischiudere la morsa di metallo in cui la sua trachea era intrappolata. Con i piedi scalciava freneticamente.

     - E adesso ti mostro che fine fanno i roditori che scherzano con i coccodrilli! - esclamò con furia repressa prima di spalancare le enormi fauci.

     Voleva staccargli la testa con un morso! Knuckles avvertì subito il pericolo e, sentendosi soffocare, si guardò intorno per cercare un modo di salvarsi. Un cavo elettrico di quelli che erano stati tranciati penzolava lì a proposito. Guizzava come un serpente ed emetteva copiose scintille. Senza esitare, tese il braccio e lo afferrò. Non appena la bocca di Vector fu pericolosamente vicina alla sua testa, gettò il cavo tra i suoi denti. La mascella si strinse sul cavo e la scossa che il coccodrillo ricevette fu paurosa. Tutto il suo corpo fu attraversato da chissà quanti volt di energia. Lasciò immediatamente andare Knuckles che si affrettò ad allontanarsi. Guardò con orrore il corpo del nemico vibrare come in preda alle convulsioni mentre dalla sua bocca fuoriuscivano scariche e scintille. Il cavo esplose tra le sue fauci e il contraccolpo sbalzò Vector lontano. Andò a sbattere contro una turbina e subito dopo ricadde a peso morto sul pavimento, la bocca sanguinante, e privo di sensi.

     Knuckles rimase paralizzato da quello spettacolo scioccante per qualche secondo. Poi si rimise faticosamente in piedi, massaggiandosi la gola dolorante, e corse attraverso il buco nel muro per raggiungere Geoffrey. La lince non si muoveva, gli occhi chiusi e il corpo immobile.

     - Geof! Geof! Svegliati! Dimmi che non sei morto, ti prego! - diceva l’echidna disperato scuotendo il corpo del compagno.

     - Ok! Non sono morto! - sussurrò una voce di rimando.

     Il sergente aprì lentamente gli occhi e sorrise debolmente. Knuckles non poteva credere ai suoi occhi.

     - Misericordia, sei vivo! Quel colpo avrebbe dovuto ucciderti! O hai la pelle più dura del diamante o sei il felino più sfacciatamente fortunato di questo pianeta! -

     - Opterei per la seconda ipotesi! - rispose lui con il fiato corto.

     Da sotto la sua giacchetta estrasse le sue piastrine militari, con nome e numero di matricola, che portava sempre al collo e che in quel momento erano contorte ed annerite.

     - Le tue piastrine! - commentò Knuckles incredulo - Hanno assorbito l’elettricità del colpo! -

     - E poi dicono che il militare non serve a niente! -

     Il sollievo era così grande che l’echidna scoppiò in una fragorosa risata, accompagnato dal suo compagno. Subito dopo, arrivò una comunicazione nei loro auricolari.

     - Qui, Rouge! Mi sentite? -

     - Forte e chiaro! -

     - Ho trovato i due magici sassolini! Possiamo anche levare le tende! Voi state bene? -

     - Mai stati meglio! Ottimo lavoro! Adesso togliamoci dai piedi! -


     Mai ritorno al Quartier Generale fu tanto trionfale per la Resistenza. Knuckles e Geoffrey, un po’ strapazzati ma vivi e vegeti, si rincontrarono con Rouge all’ingresso del bunker. Il pipistrello stringeva in mano due splendenti gioielli, uno azzurro e l’altro viola, con un sorriso a trentadue denti stampato in volto. Corsero rapidamente verso l’uscita, pensando che i loro compagni avrebbero avuto bisogno di aiuto. E invece lo spettacolo che si presentò loro non appena furono fuori fu del tutto diverso da quello che si aspettavano.

     Shadow si stagliava diritto e trionfante in mezzo ad un cumulo sterminato di rottami, macerie e parti di robot. Tre Aracno Tank semidistrutti erano alle sue spalle, ancora fumanti e in preda alle fiamme. Il Comandante era stremato e al limite dalle forze, ma non poteva fare a meno di sorridere di fronte ai resti dell’esercito che aveva appena abbattuto con le sue sole energie. I due Chaos Emeralds splendevano ancora sulla sua cintura.

     Amy e gli altri generali erano appena scesi dal tetto per andargli incontro. Le loro armi erano fumanti, segno che dovevano aver combattuto anche loro. Tuttavia, le ricariche erano praticamente intatte: Shadow doveva aver fatto la maggior parte del lavoro da solo. Non appena Knuckles, Rouge e Geoffrey corsero fuori dal bunker con le loro due conquiste ben in vista, il sorriso dei loro amici fu la ricompensa più appagante per tutto quel duro lavoro.

     La strada del ritorno non era mai stata così dolce. Sembrava quasi che stessero passeggiando lungo prati fioriti dal modo in cui erano scherzosi e spensierati. Tutti i momenti difficili degli ultimi giorni sembravano ormai miglia lontano di fronte alla sensazione appagante di essere arrivati di un passo più vicini alla loro liberazione. Persino Shadow, seppur molto provato, era disposto a scherzare e a ridere con gli altri, sempre nel solito modo contenuto e serio. Mighty e Forge con i loro battibecchi stavano decisamente dando spettacolo, tanto che Amy ad un certo punto li rimproverò: se non avessero fatto più silenzio avrebbero corso il rischio di essere scoperti.

Quando furono liberi di fare tutto il chiasso possibile all’interno delle fogne, diedero tutti il meglio. Il dottor Robotnik fu la cavia di un paio di scherzi di Mighty, Knuckles e Forge discussero di come avrebbero premiato Geoffrey come “il felino più sfacciatamente fortunato del pianeta” e Shadow fece pace con Amy.

     Tutto andava magnificamente. Non appena furono tornati nel Quartier Generale, passarono prima dall’infermeria per un controllo di routine, poi dalle loro rispettive abitazioni per riposarsi un po’ (Shadow, prima di tornare da Cream, si recò in una visita solitaria presso la tomba di Big). Un po’ più tardi si riunirono tutti, compresi Alison, Tikal e Cream, nel bar preferito di Knuckles per festeggiare e brindare insieme alla riuscita della missione. Dacché ricordavano, era la prima serata in allegria che passavano da tanto tempo. Si sentivano in grado di spaccare il mondo se solo avessero voluto.

     Erano ormai passate le quattro di mattina quando si trasferirono tutti in Sala Strategie per discutere riguardo agli avvenimenti della giornata appena trascorsa. Gli smeraldi azzurro e viola erano stati aggiunti da Rouge nella teca che già custodiva quelli giallo, blu e bianco.

     - Questo sì che si chiama colpo da maestro! - commentò Mighty, spaparanzandosi sulla sua poltrona.

     - Non mi aspettavo che sarebbe stato così facile trovarli! - disse Rouge con tono insolitamente acuto - Erano in bella vista, su di un tavolino in una sala completamente vuota! Erano in uno scrigno che non era neanche chiuso a chiave! -

     - Strano! - disse Forge - Così erano davvero alla portata di tutti! -

     - Bè, considera che nessuno avrebbe potuto scoprire che si trovavano in quel bunker! - puntualizzò Mighty - Che necessità c’era di nasconderli ancora meglio? -

     - Così però chiunque avrebbe potuto prenderli! - intervenne Geoffrey - Il Tiranno non dovrebbe fidarsi così tanto dei suoi sudditi, considerando quello che è successo con Lance ed Espio! -

     Senza un motivo preciso si scatenò una risata generale che non voleva accennare a spegnersi.

     - Senza dubbio! Però spesso dalla stoltezza altrui si possono trarre parecchi vantaggi! -

     La voce che aveva parlato non apparteneva a nessuno di loro. Un senso attanagliante di orrore invase tutti loro non appena voltarono il capo per scoprire il proprietario di quella voce… e si pentirono subito di averlo fatto!

     Sonic, il Tiranno, si trovava in piedi sull’uscio della porta della Sala, un sorriso di superiorità dipinto in volto. Vector, Cybil e il dottor Prower erano immediatamente dietro di lui, insieme ad una ventina di droidi con i fucili spianati e pronti a fare fuoco.

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