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Autore: AngelSword    05/06/2011    7 recensioni
“Le loro vite sono legate ad un essere umano,” spiegò Robin.
Gli altri la guardarono di nuovo senza capire.
“Se l’umano a cui è legato l’Antico riceve un colpo, l’Antico lo riceve a sua volta, anche se ci sono migliaia di kilometri tra di loro. Se l’umano viene ferito, allora anche l’Antico viene ferito nello stesso punto e con la stessa gravità. Se l’umano muore, a meno che non si tratti di morte naturale, anche l’Antico muore. Invece se l’Antico dovesse morire l’umano sopravvivrebbe.”
Ci fu un momento di silenzio. Poi Usopp diede voce alla domanda che ronzava in testa a tutti “Se quello che dici è vero, allora lei a chi è legata?”
I Mugiwara si scambiarono uno sguardo indagatore.
Nel frattempo Chopper aveva terminato la visita. Esitò un momento prima di rigirare la ragazza, mettendola supina. 'Voglio avere la conferma...' le aprì la camicia bianca, lasciandola in top. Allentò le bende. A quello che vide trattenne il respiro. “So a chi è legata,” disse infine.

La mia prima FF in assoluto! Datemi il beneficio del dubbio almeno per i primi 5 capitoli XD Altri dettagli nella premessa.
Question Corner all'interno!! XD Fare Attenzione!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa

 

Ebbene sì. Rieccomi. Vi porto il terzo capitolo con un mini consiglio: prendete un appuntamento con l'oculista. Sono ben 12 pagine e mezzo di Word. Stavolta non sono riuscita a dividere in due per il semplice motivo che non sapevo dove tagliare. Perdonatemi!!! Comunque mi stavo rileggendo il secondo capitolo per accertarmi che tutto filasse quando mi sono accorta di una cosa terribile: "Cristo santo, quante "e" che metti Angelicuccia cara!" mi sono detta. Da quello che ho imparato, troppe "e" fanno sembrare il testo un po elementare, quindi stavolta ho cercato di diminuirne la quantità.
Come alcuni forse hanno pensato (ad un certo punto ne ho avuta anche io l'impressione), Aqua non è una donna "facile". Ok, unica parentesi sul passato xD.
Su questo capitolo: è quello che personalmente mi piace di meno. Forse perchè fin'ora la storia sta seguendo una linea abbastanza prevedibile... ma mi farò perdonare con i prossimi capitoli (sorriso furbetto).
RINGRAZIAMENTI: Anrashomonna, Mary Stranges, _histerya_... Siete semplicemente fantastiche. Grazie, mille volte grazie, per le vostre puntuali recensioni! Mi rendete davvero una donna felice! :') Un super-grazie anche a tutti i lettori silenziosi :)
DISCLAIMER: I personaggi di One Piece non sono miei.
Zoro: Eh, no. Così mi offendi.
Angel: Che intendi dire? E soprattutto, che diamine ci fai nella mia camera da letto?!
Zoro: Cercavo il bagno e mi sono perso.
Angel: Ma è la porta accanto...
Zoro: Comunque lo sai che io sono solo solo tuo. (sguardo accattivante)
(Zoro viene steso dal fratello di Angel con una spada di legno)
Michael (fratello di Angel): Chi è il tizio che ho appena tramortito?
Angel (mentre abbraccia Zoro, svenuto, come un peluche): Uno stupido marimo che è stato troppo sotto l'influenza di un cuoco pervertito.
Michael la guarda come se fosse matta e se ne va via in silenzio.
*Fine Stacchetto: "That's all folks!"*
SUPPLICHE: Recensite please!!! Ho bisogno di sentire i pareri di tutti!!
Zoro: Per me sei una sadica.
Angel (dandogli un pugno sulla testa): Zitto e fai il peluche.
Buona lettura!


Capitolo 3 - Sangue

“Dobbiamo restare calmi e pensare ad un piano,” disse Robin.

Poco prima era ritornata trafelata alla nave insieme a Nami e Usopp. Velocemente Nami aveva riassunto l’accaduto. Adesso era seduta, tenendosi la testa tra le mani e i gomiti appoggiati sul tavolo. Chopper stava disinfettando le ferite di Usopp. Sanji camminava avanti e indietro, in evidente agitazione. Brook aveva ascoltato tutto in silenzio ed era rimasto a bocca aperta. Franky stava riflettendo con Robin sul da farsi. Rufy era teso, un’espressione seria era dipinta sul suo volto mentre fissava gli atri.

Zoro era in piedi, con la schiena appoggiata alla parete, e le braccia incrociate. La stanchezza di qualche ora prima era svanita venendo immediatamente rimpiazzata da un senso di sconforto. Mentre fissava il pavimento, continuava a ripetersi mentalmente che se fosse andato con Aqua avrebbe potuto salvarla.

Maledizione! Si disse per l’ennesima volta. Non era potuto andare perché era troppo stanco. Troppo debole. Le sue mani tremavano leggermente. Doveva sfogarsi contro qualcosa o qualcuno. Infine si girò e diede un pugno alla parete, producendo un suono secco, dicendo, una volta di più “Male - dizione...”

Tutti si voltarono verso di lui, stupiti: Zoro non era il tipo che lasciasse trasparire spesso le sue emozioni, e quando lo faceva, non in modo così improvviso.

Poggiò la testa al muro, cercando di respirare normalmente. Chiuse gli occhi e riflettè per qualche secondo. Poi abbassò il pungo, si voltò verso Nami e senza indugi le chiese “Dove?” Tutti si accorsero che stava controllando a stento il tono.

Nami alzò la testa e disse a voce bassa “Circa trecento metri da qui, proseguendo verso Ovest...” Poi il suo sguardo s’illuminò, come se si fosse ricordata qualcosa. Si alzò e, senza aspettare gli altri, uscì.

 

***


Pochi minuti dopo erano sul luogo della cattura. La chiazza di sangue lievemente azzurrino era ancora lì. Si è anche lasciata ferire... pensò Zoro.

Nami si avvicinò alla chiazza e si guardò intorno. “Aqua era ferita ad una spalla e perdeva sangue. Magari mentre la portavano via ha lasciato una scia...” Poi puntò davanti a sé. “Eccola!”

Seguirono la traccia di sangue fino ad una spiaggia. Erano salpati per qualche parte. “Sicuramente si sono diretti verso Nord,” disse la navigatrice e guardò il Log Pose. Puntava verso Nord-Ovest. “Proporrei di tornare alla Sunny e studiare un piano. Si sta facendo buio,” disse mentre osservava il sole che tramontava.

Mentre tornavano da dove erano venuti Zoro era rimasto in silenzio a riflettere. Potevano benissimo attaccare la nave quando non c’eravamo... potevano anche uccidere me e risparmiarsi la fatica di andare a trovare Aqua... Magari non sa del legame questo.... “Scusa,Nami,come hai detto che si chiama questo cacciatore?” Era rimasto talmente scioccato dalla notizia della cattura di Aqua che non aveva ascoltato il resto dell’accaduto.

“Uhmm... mi pare abbia detto di chiamarsi Racnoid...” rispose la navigatrice.

Zoro si arrestò di botto. “Racnoid?” Quel nome...

“Sì, ed era tutto vestito di nero e rosso. Che ti è preso?” disse mentre si fermava anche lei. Gli altri fecero lo stesso.

“Ehi, palla di muschio, non mi dire che te la stai facendo sotto dalla paura?” disse Sanji, prendendolo in giro.

Zoro non ci badò e osservò uno ad uno i suoi nakama mentre spiegava “Racnoid è solo un nome in codice che usa sul lavoro. Nessuno conosce il suo vero nome. È a capo di una delle sette più pericolose del pianeta, specializzata nell’assassinio. Di solito lavora sotto gli ordini della Marina. Si dice anche che abbia mangiato un frutto, ma nessuno sa quale. Tutti i cacciatori di taglie minori lo conoscono e non oserebbero mai sconfinare nel suo territorio.” Certamente, lui lo conosceva, non di persona ma di fama, e una volta, nella sua precedente carriera, gli era capitato di incontrare qualche suo scagnozzo. “È estremamente pericoloso e i suoi tirapiedi non sono da meno.”

Calò il silenzio. “E sai quanto me ne importa?” disse serio Rufy. “Quello la ha osato toccare una mia nakama, e giuro sul mio cappello che non gliela lascerò passare liscia.”

Zoro fu grato a quelle parole: qualsiasi altro capitano avrebbe abbandonato il compagno al proprio destino pur di non incontrare quel cacciatore.

***

 

Sulla Sunny non si riusciva ad arrivare a capo della questione: Zoro voleva salpare immediatamente per cercare Aqua, ma Nami, giustamente, diceva che non potevano avanzare così alla cieca. Lo spadaccino dovette riconoscere che la navigatrice aveva ragione: se avessero preso il mare senza una destinazione precisa avrebbero perso tempo prezioso e nel frattempo Aqua sarebbe stata consegnata alla Marina per farla giustiziare.

Si fissò le mani. Era totalmente impotente. In quel momento, per qualche strana ragione,  nella sua mente passarono le immagini di Aqua, sorridente, mentre disegnava. Ma certo! I disegni! Zoro uscì dalla stanza agitato.

“Ma che gli è preso, così, tutto a un tratto?” chiese Franky. Gli altri scossero le spalle.

***
 

Niente nemmeno qui...Zoro stava rovistando tra le cose di Aqua, evitando volontariamente i vestiti e la biancheria: non era un pervertito come quel cuoco. Aprì un cassetto e trovò alcuni disegni. Li sfogliò in fretta. Niente nemmeno stavolta. Il tempo stringeva. Avanti, rifletti! Dove avrebbe nascosto Aqua un disegno che nessuno deve vedere? Fece mente locale: lei non era una tipa vanitosa o che teneva particolarmente al proprio aspetto, gli piaceva cucinare insieme a Sanji e suonare con Brook ma non cantava mai e amava le armi...Corse nell’officina di Franky.

Lì aveva costruito molti aggeggi insieme al loro carpentiere. Si guardò intorno. C’era un robottino a forma di tarantola che lo fissava con i suoi occhietti rossi. Racnoid...aracnide, ragno!! Sguainò una spada e lo tagliò a metà. In mezzo agli ingranaggi era infilata una busta. Zoro la prese e l’aprì.

Fissò scioccato per alcuni momenti il contenuto: un disegno particolarmente dettagliato che ritraeva il cacciatore di quel pomeriggio. Qua e là c’erano delle chiazze più scure. Le sfiorò. Mentre disegnava doveva essere stata assalita da ricordi terribili: quelle erano lacrime. Sotto c’era scritto con una calligrafia incerta, come se la sua mano tremasse mentre scriveva: “Spero che non ce ne sia mai bisogno...” Zoro non riusciva ad immaginarsi un’ Aqua che piangeva. Strinse il disegno nella mano, arrabbiato.

Gliela avrebbe fatta pagare cara a questo Racnoid...molto cara.

***
 

Piombò nella sala da pranzo dove gli altri discutevano ancora. Si zittirono quando Zoro aprì la porta. Senza aspettare le loro reazioni, distese sul tavolo il disegno e chiese a Nami “È lui quello che vi ha assalite?”

La donna guardò il disegno qualche secondo e annuì, facendo scorrere gli occhi per l’immagine. “Chi l’ha fatto?” chiese. Aveva notato i segni delle lacrime.

“Aqua,” rispose Zoro. A quella rivelazione Nami si lasciò cadere sulla sedia dietro di sé. Fece scorrere il disegno, così che anche gli altri conoscessero la faccia del loro nemico. Ci mancò poco che Rufy lo strappasse in mille pezzettini per la rabbia.

Nami guardò fuori. Era già buio. “Dannazione, è notte ormai. È troppo pericoloso e difficile orientarsi senza l’indicazione del Log Pose. Mi dispiace davvero tanto dirlo, ma dobbiamo aspettare domattina per partire. Spero solo che non le facciano niente--”

SBAM!

Zoro era uscito di nuovo sbattendo la porta. Non poteva stare a sentire quelle cazzate: Aqua andava salvata immediatamente. Salì in palestra. Si accasciò sulla panca. Sospirò. Si piegò in avanti appoggiando i gomiti sulle ginocchia e si massaggiò le tempie. Ora doveva concentrarsi. Magari poteva rintracciarla usando la telepatia. Sarebbe stato difficile: sicuramente lei non voleva essere salvata facendo correre loro dei pericoli. Si concentrò sulle sensazioni. Paura, odio, dolore... poi sull’immagine di Aqua.

***
 

 Passarono molti interminabili minuti prima che riuscisse a trovare il segnale. Era molto flebile. Si concentrò ancora di più, focalizzando tutta la sua attenzione su di esso.

Dolore. Un enorme dolore. Zoro captò questo. Non riusciva a sentire i pensieri, ma l’energia vitale sì. Era a malapena percepibile. E andava via via indebolendosi.

Si alzò. I suoi nakama di certo avrebbero di nuovo discusso su ciò per fare un piano, perdendo così tempo prezioso.

Non dovette nemmeno pensarci.

Bisognava agire, e subito.

***
 

Nella sala da pranzo, Chopper alzò il muso, fiutando l’aria. “Zoro...” mormorò. Si fece più serio.

“Cosa, Chopper?” chiese una Nami molto provata.

“Zoro...ha deciso di andare da solo...” disse mentre continuava ad annusare.

***
 

Il sottomarino avanzava veloce sott’acqua. Zoro era andato spesso con Franky in ricognizione e aveva capito i comandi generali: accensione, come sparare il siluri e come spegnerlo. Si stava dirigendo verso la fonte del segnale di Aqua. Teneva sempre sotto controllo la sensazione del dolore. Questa volta non si sarebbe perso.

***
 

“Sbrighiamoci, prima che si allontani troppo!” disse Sanji agli altri, mentre Nami urlava ordini. Stavano levando l’ancora per andare dietro allo spadaccino. Fortunatamente il sottomarino inviava costantemente un segnale alla Sunny che riferiva la sua posizione entro sette kilometri. Stupido idiota, cosa hai in quella testa bacata?!

***
 

Riemerse vicino ad un isolotto, composto interamente da montagne e senza alcuna vegetazione tranne per qualche arbusto secco. Il segnale proveniva da lì, Zoro ne era sicurissimo. Cominciò ad avanzare sull’isola, sempre seguendo il dolore di Aqua.

Finalmente trovò uno spiazzo su cui si affacciava un edificio basso, dipinto di nero e rosso sangue, scavato nella roccia. Lo spadaccino si fermò di colpo e si nascose dietro un masso. Delle guardie stavano pattugliando la zona, armate fino ai denti. Aspettò che si avvicinassero. Al momento giusto, li sorprese alle spalle, e con due rapidi movimenti della sua spada li mise fuori gioco. Non li aveva uccisi, solo tramortiti. No, lui voleva tenersi la rabbia per sfogarla tutta sul loro capo.

 Li disarmò e li legò dietro al masso usando una corda che aveva una guardia. Poi proseguì.

Dovette tramortire altre dodici sentinelle. Sorrise compiaciuto: se c’erano tante guardie solo all’ingresso  voleva dire che dentro l’edificio c’era qualcosa di importante... o qualcuno. Guardò a destra e sinistra e, una volta sicuro che non ci fosse più nessuno, entrò nella tana del lupo.

***
 

“Signore, abbiamo un intruso,” disse un uomo vestito di rosso e nero al suo superiore. La stanza era buia, illuminata solo dagli schermi delle telecamere di sicurezza.

“No, davvero.” disse con sarcasmo un uomo con due cicatrici sulla guancia, seduto su una grossa sedia di velluto rosso. Ridacchiò. “Lasciatelo entrare e mobilita tutte le unità nella stanza dei prigionieri. Fategli incontrare solo alcuni agenti, tanto per non farlo insospettire”

L’altro s’inchinò e disse con rispetto “Sarà fatto, mio signore” e uscì dalla stanza.

L’uomo seduto si voltò verso gli schermi, dove l’immagine di Zoro si muoveva attraverso i cunicoli della base. Sorrise tra sé. “La mosca è caduta nella tela del ragno...” disse con evidente piacere.

***
 

“Dev’essere qui nei dintorni...” disse Chopper mentre fiutava l’aria. “Sarà passato di qui da non più di dieci minuti.”

Avevano trovato il sottomarino vicino la spiaggia. Zoro era su quell’isola. Erano arrivati lì andando al massimo della velocità, usando anche un Coup de Burst per fare ancora più presto .

“Avanti Chopper, facci strada” lo incoraggiò Usopp.

Trovarono i cacciatori che Zoro aveva tramortito. Nami alla loro vista aveva lanciato uno strilletto e si era aggrappata a Sanji. “Sono...sono...”

Chopper poggiò uno zoccolo sulla loro giugulare e stette in ascolto qualche secondo. Poi scosse la testa. La navigatrice si rilassò e si allontanò dal cuoco.

Proseguirono. Almeno lo spadaccino gli aveva spianato la strada. Entrarono anche loro nell’edificio, seguendo la scia di vittime.

***

Di nuovo nella stanza buia, l’uomo con le cicatrici sorrise di nuovo. “Bene, bene, bene...a quanto pare oggi il ragno dovrà tessere una tela più grande...” Poi premette un pulsante, attivando un microfono “Preparate le tele: oggi c’è caccia grossa,” e senza aspettare una risposte lo spense. Intrecciò le mani tra loro e sorrise malvagio. Guardò gli schermi. “Il ragno vi aspetta...preparatevi al vostro ultimo volo, piccole mosche.”

***
 

L’interno non aveva molte guardie, ma i pochi che c’erano avevano una grande esperienza nel loro mestiere di assassini. Zoro fu costretto ad ucciderne alcuni.

Era ferito in vari punti e la sua camicia andava lentamente tingendosi di rosso. Sperò che le sue ferite non avessero peso su Aqua. Seguiva ancora il segnale e almeno per ora l’energia vitale sembrava essersi stabilizzata.

Continuò a correre per i corridoi illuminati da lampade rosse. Intravide alcune stanze che si affacciavano sui corridoi: alcune erano completamente buie, altre avevano armi di tutte le razze mentre altre erano arrangiate come sale operatorie. Si chiese a cosa servissero  così tante sale operatorie in un posto come quello. Giunse ad un cunicolo buio, ma continuò a correre senza sosta.

***
 

Gli altri seguivano i segni del passaggio di Zoro. Erano vicini. Correvano anche loro. Nami, Usopp e Brook avanzavano con le armi in mano, pronti a reagire in caso di un attacco. Giunsero alla galleria oscura.

***
 

TAPTAPTAPTAPTAPTAP...

Nella mente di Zoro c’era solo il rumore dei suoi passi e il suo respiro affannato. Gli pulsavano le tempie per la corsa, ma non ci fece caso. Doveva continuare ad avanzare. Quel cunicolo sembrava non finire mai. Infinito come il dolore. Ma tutto aveva un inizio ed una fine.

TAPTAPTAPTAPTAPTAPTAP...tap tap tap...taptap!

Rallentò. Finalmente una porta, aperta. Troppo facile per i suoi gusti. Portò alta la guardia. Fece un passo.

Splic!

Aveva poggiato il piede su un qualche liquido. Non osò guardare. Quell’odore acre e metallico che aveva sentito così tante volte era in tutta la stanza.

Sangue.

Esaminò l’ambiente in cui era entrato: era ampio, in una fitta penombra, in cui rimbombava un regolare ticchettio, come quello di un rubinetto che perde. Zoro non riusciva a distinguere l’altro capo della stanza, vedeva solo un muro fatto di oscurità. Aqua era lì.

Poi sentì qualcuno respirare affannosamente. Rivolse lo sguardo verso il centro della stanza, da dove proveniva il suono. La sua guardia si abbassò subito. Non poteva crederci. “Aqua...” sussurrò.

Lei era distesa scomposta su una lastra sollevata da terra di granito bianco, che rimetteva ancora più in risalto il colore rosso e azzurrino del suo sangue. Il ticchettio che aveva sentito prima era il rumore del sangue che gocciolava dalla lastra, come per segnare il tempo che mancava alla fine. I suoi vestiti erano strappati in vari punti ed era imbrattata di quel color cremisi. Un braccio penzolava abbandonato sull’orlo della lastra, anch’esso coperto dello stesso liquido rosso. La membrana delle sue ali era stracciata.

Vicino alla lastra c’era una gabbia circondata da fiamme. Doveva venire da lì la luce. Dentro c’era un uomo, alto e robusto, di circa ventitré anni, capelli biondi, di una tonalità più scura di quelli di Aqua, e dai riflessi rossicci, corti e scarmigliati, anche lui ricoperto di sangue rosso e azzurro e con i vestiti sfilacciati. Sul suo petto riusciva a vedere vagamente una cicatrice. Il volto era oscurato dai capelli.

Tornò a concentrarsi su Aqua. Fece un altro passo verso di lei.

Splic!

Il sangue sembrava ricoprire la maggior parte del pavimento.

Vattene... sussurrò una voce femminile nella sua testa.

“Non senza di te,” rispose semplicemente Zoro.

“È...è..u..una..” La sua voce era rauca e flebile. Doveva aver urlato molto. Non riusciva a parlare chiaramente mentre lottava per respirare.

“Non parlare, ti affatichi e basta. Non ti preoccupare, sono qui, nessuno ti farà più del male,” la rassicurò Zoro. Un altro passo.

Splic!

Almeno non aveva perso conoscenza. Ora riusciva vagamente a distinguere il profilo della parete opposta a lui: al muro erano attaccate armi e strumenti di tortura, ancora macchiati. La sua rabbia crebbe ancora di più.

“È...u..una tra..trappola..” sussurrò Aqua. Tese il braccio verso di lui, come per portarlo in salvo. Zoro percepì un movimento dietro di sé, ma non riuscì a schivare il colpo. L’ultima cosa che vide furono le labbra della ragazza sussurrare il suo nome. Poi guardò la lama che si avvicinava velocemente alla sua testa.

“Gomu gomu no...JET PISTOL!”

Il cacciatore fu scaraventato lontano da lui e il pugnale cadde vicino alla sua testa, lasciandgli un piccolo taglietto sulla tempia.

“Non prenderti tutta la gloria, testa d’alga, Aqua-chan è anche la nostra nakama,” disse una voce familiare.

“Il tuo gesto è stato SUUUPEEER-fraterno: rischiare la vita per salvare la propria nakama, andando anche da solo! E non sto piangendo!!” singhiozzò un’altra.

“Siamo una squadra e dobbiamo lavorare come tale!” disse una voce femminile.

“YOHOHOHOHOHOHOHO!!! Vedo che non sei messo tanto bene, anche se io non ho gli occhi! SKULL JOKE!”

“Zoro non cambi mai! Spero solo di avere abbastanza medicinali sia per te che per Aqua,” sospirò rassegnata un'altra ancora.

“HEHEHEHEHE!! Tutto secondo i miei piani!!” esclamò fieramente una settima voce.

“Non dire cavolate: poco fa te la stavi facendo sotto!” disse la seconda voce femminile.

Zoro si alzò. Sulla soglia della porta c’erano tutti i suoi nakama. E così l’avevano seguito fino a lì.

Dal corpo di Rufy usciva del vapore. La sua faccia era seria e determinata. “Dov’è quel bastardo? Voglio prenderlo a calci in culo.”

“Voi...” Zoro non riuscì a finire la frase. Quei compagni erano i migliori sulla faccia della terra. Ridacchiò e lasciò cadere la mano che aveva istintivamente alzato per proteggersi sui pantaloni producendo uno schiocco attutito. “...Grazie.”

“La trappola è scattata,” rise l’uomo con le cicatrici.

Dall’ombra uscirono tutti i cacciatori. Ma ormai la squadra è completa. Insieme erano imbattibili. E la guerra ebbe inizio.

Arrivavano da tutte le parti: dal soffitto, dagli angoli, da delle botole nascoste nel terreno.

Zoro sguainò le sue tre spade. “Ebima Yonezu...”

Nami cominciava a creare nuvole. “Cool ball! Heat Ball!..”

Robin si metteva in posizione. “Seis fleur...”

Sanji aveva cominciato a girare su se stesso come una trottola. “Diable Jambe...” disse quando si fermò e alzò da terra la gamba infuocata.

Chopper prese una Rumble Ball e la ingoiò. “Arm Point,” disse e i muscoli sulle sue braccia si gonfiarono.

Rufy stava per attaccare. “Gomu gomu no...”

Usopp prendeva la mira. “Hissatsu...”

Brook era pronto con la spada sguainata. “Anata Sanchou...”

Franky stava prendendo fiato “Fresh...”

E poi tutti insieme.

“...Oni Giri!”

“...Thunderbolt Tempo!”

“...Clutch!”

“...Flambage Shoot!”

“...Kokutei Daimond!”

“...Jet Gatling!”

“...Firebird Star!”

“...Yahazugiri!”

“...Fire!”

“Montis Separationem!”

Per il nemico non ci fu scampo. I cacciatori furono annientati sul colpo. Oltre ai loro attacchi se n’era unito un decimo: dal suolo si erano alzati degli spuntoni di roccia che avevano infilzato i cacciatori.

Dopo che non fu rimasto in piedi nemmeno un nemico, i Mugiwara si girarono verso chi li aveva aiutati.

L’uomo che era nella gabbia si era messo in ginocchio e aveva posato un pugno circondato da alcuni lievi scintille verdine a terra. Alzò la testa: gli occhi erano verde intenso,con qualche pagliuzza azzurrina, e i suoi lineamenti erano delicati. Nel complesso, un bell’uomo.

“Chi sei?” gli chiese Zoro.

“Scusate non mi sono ancora presentato: sono Xenon, l’Antico della Terra, nonché fratello maggiore di Aqua,” disse l’uomo.

“Tu sei suo fratello maggiore?!” chiese Usopp stupefatto. Il vapore aveva smesso di uscire dal corpo di Rufy.

“Esattamente, ma di solito vengo chiamato Nex,” confermò Xenon. “Voi chi siete invece?”

“Io sono Monkey D. Rufy e questa è la mia ciurma,” rispose il capitano.

“Ah, i cosiddetti Mugiwara. Che ci fate qui?”

“Siamo venuti a salvare Aqua,” rispose Zoro e si voltò verso la lastra. Lei era svenuta ed era così immobile che sembrava morta. Lo spadaccino si agitò ancora di più. Non poteva essere...

“Tranquillo, non è ancora morta. Mia sorella è tosta, non si lascia sconfiggere così facilmente. Specialmente da un figlio di puttana come Racnoid!” rispose Nex alle domande che frullavano in testa a Zoro.

Come ha fatto a...

“Leggerti nel pensiero? Semplice ho mangiato il frutto Psyco-Psyco,” spiegò Xenon. Studiò Zoro per un lungo momento. “Se non sbaglio mia sorella è legata a te, giusto?” gli chiese.

“Sì, è legata a me...” rispose distrattamente lo spadaccino. Rinfoderò le spade e si diresse verso Aqua. Dovevano sbrigarsi ad uscire da lì, prima che arrivassero altri cacciatori.

“Brook, taglia quelle sbarre e liberalo” ordinò Rufy.

“Grazie ragazzi!” disse Xenon, poi rivolto allo scheletro, “Attento: le sbarre scottano.”

Zoro era soltanto ad un passo di distanza da Aqua. Si piegò per prenderla in braccio.

“Il ragno ha catturato le sue mosche,” disse Racnoid.

Clang! Clang! Clang! Clang! Clang! Clang!Clang!Clang! Clang!

Nove gabbie caddero su di loro, imprigionandoli. Solo Zoro riuscì a schivare quella destinata a lui, buttandosi indietro all’ultimo momento.

“AHAHAHAHAHAHAHA!! Sembra che però una mosca sia riuscita ad evitare la trappola...” Dall’ombra si stacco la figura, l’artefice di tutto ciò. Zoro finalmente si trovava di fronte a lui.

“Tu brutto.. gneeeeaaa..!” Rufy aveva toccato le sbarre e si era subito accasciato a terra.

“Agalmatolite...” disse Robin.

“Sì, carino come trucco vero?” disse Racnoid continuando a ridacchiare.

Zoro stava cercando di respirare lentamente. Gli prudevano le mani: sentiva il bisogno di ammazzare quell’uomo.

“Allora, a quanto pare siete venuti qui per loro due...” disse indicando Aqua e Nex. “Commovente, non c’è che dire. Ma avete una minima idea di cosa sono?”

“Sono i nostri nakama,” rispose deciso lo spadaccino.

Racnoid sospirò, come rassegnato “Sempre se si possono definire persone...Scommetto che non vi hanno detto niente riguardo il loro passato. Che cosa triste...vero, “Progetto Sette Punte”?” disse rivolgendosi a Xenon.

Lui aveva stretto i pugni talmente forte che le sue nocche si erano sbiancate. Quando parlò la sua voce tremava, controllata a stento. “Quello non è il mio nome...”

“Eppure molti anni fa ti chiamavano così. Mentre alla ragazzina fu fatta la cicatrice a rosa per distinguerla come “Progetto Zalenia”. Giusto, vero?”

Nex aveva cominciato ad urlare e si era fiondato rabbiosamente sulle sbarre della gabbia, incurante del calore. “NON È VERO! NON È VERO! NOI SIAMO DUE PERSONE COME LE ALTRE!” E detto ciò si accasciò a terra esausto.

“HAHAHAHAHAH!! Davvero pietoso!” rise Racnoid.

“Non ho bisogno della tua pietà, bastardo...Giuro che te la farò pagare...” disse a voce abbastanza alta da farsi sentire. Il suo respiro si era fatto pesante. Stava perdendo troppo sangue.
Zoro si legò la bandana nera sulla testa. Anche se non aveva capito niente di quello che si erano detti, non gli piaceva quell’uomo, e quello che aveva fatto ad Aqua era una motivazione sufficiente per ucciderlo. Sguainò di nuovo le sue spade e si mise in posizione “Ushi...” cominciò a correre verso di lui con due spade davanti a se come le corna di un toro.

Racnoid lo guardò e sorrise.

“...Bari!”

Per la stanza si propagò il clangore delle lame che si incrociavano. Racnoid aveva sguainato le sue due spade lunghe, ponendole davanti a se per parare l’attacco di Zoro.

Lo fissò per alcuni momenti prima di passare al prossimo attacco. “Tatsu...” Girò il busto per creare un movimento rotatorio. “...Maki--!”

Le sue spade furono di nuovo fermate da altre due spade lunghe. In totale Racnoid manovrava quattro spade.

“Come...?” Zoro indietreggiò con un salto. Dalla schiena di Racnoid uscivano altre sei braccia. Le spade erano nere decorate di rosso.

“AHAHAHAH! Non te l’aspettavi, vero? Beh, sappi che...” e mentre parlava il suo corpo s’ingrandiva, della sottile peluria nera cominciò a ricoprire le otto braccia come la maggior parte del suo corpo e due lunghi canini ricurvi spuntarono fuori dalla sua bocca “...ho mangiato un frutto zoo-zoo, modello Funnel Web Spider!” La trasformazione era completa. Era come un gigantesco ragno, dal folto pelo nero, con i canini che gocciavano di saliva.

Chopper trasalì al quel nome “Funnel web...!? Zoro stai attento! Il suo veleno è mortale!”

“Ma che bella notizia...” commentò lo spadaccino. Un ostacolo in più. Ma non importava. Quell’uomo doveva pagare e basta. Si mise in guardia, aspettando la mossa del suo avversario.
Racnoid fu velocissimo. Le loro spade s’incrociarono centinaia di volte ad una velocità impressionante, sprizzando scintille.

Non posso continuare così. Aqua sta perdendo troppo sangue e non credo che possa resistere ancora a lungo...

Zoro provò un assalto, incrociando le spade e gettandosi avanti. L’altro ridacchiò e saltò in aria. Non toccò di nuovo terra. Lo spadaccino guardò in alto.

Era appoggiato sopra una gigantesca ragnatela, tessuta in un angolo sul soffitto. “Venom...” disse mentre cospargeva di uno strano liquido prodotto dai canini le sue spade “...Assault.” E si lanciò giù dalla tela, aprendo le zampe per poi incrociare tutte le sue spade sulle tre di Zoro.

Resistette al suo attacco. Stettero con le spade incrociate, faccia a faccia, per un lungo momento. Il liquidino sulle spade di Racnoid gocciò a terra. Si sentì un lieve sfrigolio.

“Attento Zoro! Quel liquido è veleno puro! Non toccarlo!” lo mise in guardia Chopper.

Come se non lo avessi già capito!! pensò lo spadaccino attento a non essere “sfrigolato” anche lui.

“Venom...”

Alzò le spade e Zoro ne approfittò per lanciare un offensiva contro di lui, ma l’altro fu più veloce. Saltò di nuovo sopra di lui.

“..Rain storm.”

Una pioggia di fendenti velenosi cadde su Zoro. Si accorse di non poter evitare quell’attacco. Chiese mentalmente scusa ad Aqua se ora avrebbe sentito altro dolore e incrociò le spade sulla testa. Poi strinse i denti.

 I fendenti gli provocarono tagli su tutto il corpo. Aqua tese tutti i muscoli e inarcò la schiena, mentre  veniva ferita negli stessi punti. Terminato l’attacco, l’Antico si accasciò di nuovo sulla lastra, respirando ancora più velocemente, mentre Zoro saltava per sorprendere Racnoid con un attacco aereo.

Racnoid poteva benissimo schivare l’attacco, ma non lo fece. Diversi fendenti lo colpirono. Cadendo a terra, lanciò un filo appiccicoso che si attaccò a qualcosa. Zoro cadde in piedi e guardò il suo avversario. Il sangue gli si gelò nelle vene: Racnoid era in piedi, circondato da una nuvola di polvere, e tra le sue zampe teneva qualcosa.

“HAHAHAHAHAHA!! Sei piuttosto abile a maneggiare le spade, te lo concedo. Sei il primo essere umano che sia riuscito a tenermi testa così a lungo, tranne lei. Ma lei, in fondo, non è umana.”

La polvere si diradò.

“Aquaaa!!” urlò Xenon dalla gabbia.

No... pensò Zoro.

Racnoid, prima della caduta, aveva preso la ragazza con il suo filo appiccicoso, e ora lei era tra le sue mani, ferita e sanguinante, priva di sensi. Il sudore si gelò sulla schiena di Zoro. Il cacciatore sorrideva compiaciuto. Quel sorriso mostrava chiaramente le sue intenzioni. E quel sorriso non piacque per niente allo spadaccino.

“LASCIALA! QUESTO SCONTRO È TRA ME E TE! LEI NON C’ENTRA NIENTE!”

“Tu dici?” rispose tranquillo Racnoid. “Io penso che lei c’entri eccome. Ho notato che se tu vieni ferito anche lei si ferisce. Quindi quest’Antico deve essere per forza legato a te. E, se non sbaglio, nel caso tu morissi anche lei morirebbe. Ma se lei morisse...” puntò una spada nera al collo di Aqua, senza toccarla. “...tu vivresti. Ma so che un Antico non si uccide così facilmente: bisogna centrarli in un certo punto nel loro corpo, che viene rivelato solo se sono toccati da una certa pietra...” Dicendo ciò, poggiò la lama sul collo della ragazza. Il suo corpo s’illuminò di una lieve luce azzurrina. Poi il flebile bagliore si condensò in un piccolo ghirigoro circolare vicino alla lama. “Eccolo qua..” disse Racnoid e puntò la spada su quel punto. Non affondò, invece si rivolse di nuovo a Zoro, che respirava velocemente. “Il veleno sta circolando nel tuo corpo e nel suo. Dovresti già sentirti mancare.”

Era vero: la vista di Zoro si stava annebbiando lentamente ed era difficile mantenere l’equilibrio, ma non diede segni di cedimento.

“Voglio che tu faccia una scelta.”

L’espressione di Zoro non mutò.

“Ti do la possibilità di salvare la ragazza e suo fratello.”

I Mugiwara si fecero subito attenti da dentro le gabbie. Rufy era arrabbiatissimo e voleva prendere a pugni quell’insulso ragnetto di campagna. Erano rimasti in silenzio tutto il tempo per il semplice motivo che non sapevano cosa dire, erano totalmente impotenti.

“Ma così sarebbe troppo bello,” continuò Racnoid. Da una tasca dei suoi pantaloni tirò fuori un piccolo oggetto rettangolare. “Lo vedi questo? È il telecomando che disattiva le gabbie.” Lo lanciò in mezzo a loro. “Puoi prenderlo se vuoi. Ma, prendendolo, rinunceresti ad attaccarmi e così avrei la possibilità di uccidere la ragazza. Se invece attaccassi me, io lascerei in pace lei, ma le gabbie che imprigionano i tuoi compagni esploderebbero se non disattivate in tempo, uccidendoli sul colpo.” Sorrise malvagio. “Avanti, chi scegli tra i due?”

Zoro trattenne il fiato. Un classico: non poteva perdere quei compagni, ma nemmeno Aqua. Il veleno era entrato in circolazione. Aveva poco tempo per decidere, prima che perdesse i sensi, lasciando i suoi compagni alla mercè di quel bastardo e uccidendo anche Aqua. Disse solo una parola.

“Ashura.”

Adesso aveva nove spade dalla sua parte. Si portò in posizione d’attacco. Concentrò tutta la sua energia sulle lame. Poi scatto in avanti, verso Racnoid.

Il cacciatore si spaventò vedendo una tale potenza e senza esitazione pressò la lama sul collo di Aqua. Si tinse di rosso, ma non abbastanza. Lei smise temporaneamente di respirare.
Zoro trapassò Racnoid con tutte e nove le spade. La forza dell’impatto fu talmente forte che riuscì anche a tagliare le sbarre di agalmatolite. L’uomo cadde sulle ginocchia. Lo spadaccino ritornò normale e riuscì a prendere Aqua prima che cadesse a terra.

Rinfoderò la spada che teneva nella mano destra e quella che teneva in bocca. Poi adagiò la ragazza sul braccio libero e rinfoderò l’ultima spada. Le sostenne le gambe con l’altro braccio mentre si alzava. Si girò.

Gli altri stavano uscendo dalle gabbie. Uno sguardo stupito era dipinto sulle loro facce: sapevano tutti che l’agalmatolite era più dura del diamante, ma Zoro era riuscito a tagliarla.

Chopper, trasformato nella sua forma umana, si precipitò verso di lui e gli iniettò qualcosa nel braccio. “È l’antidoto. Dovrebbe agire nel giro di qualche minuto.” Poi praticò la stessa iniezione ad Aqua. Il medico provò a prendere la ragazza dalle braccia di Zoro. “Lascia, la porto io. Sei troppo stanco per portare pesi, dopo l’attacco di poco fa.” Ma lui scansò le braccia di Chopper e strinse ancora di più Aqua al suo petto. Lei respirava appena e stava diventando fredda, mentre la sua fronte era bollente. La renna lo guardò un momento in silenzio e poi gli sorrise accondiscente. “Ok, portala tu. Ma dobbiamo sbrigarci a tornare alla nave: Aqua rischia seriamente di morire!”

La camicia di Zoro si stava sporcando con il sangue rosso e azzurro dell’Antico. Poi Chopper si voltò e aiutò Xenon ad alzarsi. Lui riusciva a camminare. Guardò allarmato Aqua. Poi, come in risposta ad un inesistente segnale tutti si misero a correre verso l’uscita.

 

***
 

Nello stesso momento, migliaia di kilometri lontano da quell’isola, un uomo dai capelli corvini tagliati corti e gli occhi neri come la notte sorrise soddisfatto. “Aqua... A quanto pare hai degli amici. Bene, buon per me. Quando ci incontreremo riuscirò a piegarti, una volta per tutte.”

Era lo stesso uomo che aveva telefonato alla Marina. 

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Ecco qui! Un paio di notine per i sopravvissuti:

  • Il gioco di parole sul nome di Racnoid (Aracnide, ragno) non è semplice come credete... io ci ho dovuto pensare su per un po (ma forse io sono un'eccezzione xkè sn una povera pazza scappata dal manicomio xD)
  • Lo so: ho usato delle parolacce. Chiedo umilmente perdono, ma mi servivano per dare un po più di forza all'atmosfera principalmente negativa del capitolo.
  • Ho preferito usare i nomi originali delle mosse dei Mugi....Non avrei dovuto?
  • Per chi ha tirato un sospiro di sollievo che la storia era finita: no, ce ne vuole prima che finisca xD
  • Zoro decisamente OOC? Sì, ma lo farò un po più "normale" mentre si va avanti =3
  • Non chiedetemi come ha fatto Chopper a capire che Zoro se ne stava andando soltando annusando l'aria: quella è stata un'idea di mio fratello e io ho acconsentito dato che non mi veniva in mente niente di meglio xD
  • Stacchetto nell'apertura: ok, non lo farò più. So che è dannoso per la salute xD
  • Il nome in latino dell'attacco: mi sa che sia abbastanza chiara la traduzione, ma comunque è "Separazione dei Monti". Sì, lo so: è un nome stupido xD
  • Cos'è un Funnel Web Spider? Il suo nome scientifico è Atrax Rubustus (o qualcosa del genere). Non ho trovato un nome comune in italiano quindi ho preferito attenermi a quello inglese. A dir la verità un nome c'era: Ragno dalla tela ad imbuto. Bene siamo d'accordo, non è il nome adatto. Perchè non ne ho scelto un altro di ragno? Ma... *sniff* ma... (occhi lucidi sull'orlo del pianto).
Bene, allora appuntamento al capitolo 4! (sembro una di quelle voci alla fine dei cartoni animati O_O)
E RECENSITE!!! (risata malvagia) :)
  
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