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Autore: yesterday4    06/06/2011    3 recensioni
Draco non riesce a ricordarsi esattamente quando tutto questo ha avuto inizio, ma ora che è successo non riesce a capacitarsi di come prima potesse vivere senza
Lui non riesce a smettere di contare e lei non può fare a meno di notarlo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Three cracks on her ceiling N.d.T.: la storia che segue è stata scritta e pubblicata da yesterday4 sul suo LiveJournal nel settembre del 2005 ed è stata nominata nella categoria Best Classic Angst per il primo round dei dramione_awards.



Anche se è relativamente 'vecchiotta', è una delle storie più originali che mi sia capitato di leggere, quindi spero di essere riuscita a renderla abbastanza decentemente in italiano.

Per chi sta seguendo Uncoffined ho quasi finito di tradurre (...in ritardo indecente...) il quarto capitolo.
Buona lettura, LuxLucis




THREE CRACKS ON HER CEILING


Sul suo soffitto ci sono esattamente tre crepe che si diramano in nove altre linee separate, più sottili e contorte di quelle da cui sono state originate. Strano a dirsi, ha anche tre guanciali e dorme con due coperte. Non che questo gli crei qualche problema. Non c’è nessun Numero Cattivo nella stanza privata che le è stata assegnata dopo la sua nomina a Caposcuola. Ed ormai conta più per abitudine che per necessità vera e propria.

***

Draco non riesce a ricordarsi esattamente quando tutto questo ha avuto inizio, ma ora che è successo non riesce a capacitarsi di come prima potesse vivere senza. Più silenziosamente, con tutta probabilità, ma ormai si è quasi…affezionato al continuo rumore di fondo che gli si genera in testa; è stramaledettamente sicuro che non sarebbe nemmeno capace di camminare se si fermasse.

A pensarci bene, tutto potrebbe coincidere con l’incarcerazione di suo padre ad Azkaban…il giorno a cui si riferisce con malcelato disprezzo come l’Irrevocabile Cambiamento nella Sua Vita. Magari è cominciato proprio per quello, magari è andato avanti perché sua madre era troppo preoccupata a crogiolarsi nel suo dolore per ricordarsi di lui, magari perché i suoi amici lo hanno abbandonato, o è stato lui ad abbandonare loro? Perché deve aver avuto origine da qualcosa.

O forse è solo comparso un giorno – così – senza motivo.

In ogni caso, a Malfoy non interessa più di tanto. Insignificante. Irrilevante. Il vero punto della questione è che ha cose molto migliori da fare piuttosto che sprecare il suo tempo cercando di scoprire da dove sia venuto.

Il fatto di contare, ovviamente.

All’inizio non era poi così male. Contava solo piccole cose e cercava di evitare il numero tre. Niente di trascendentale. E se poi si sentiva davvero esaurito da tutto ciò, risolveva tutto strofinando con forza la sua bacchetta per cinque volte. Le bacchette servivano a risolvere le cose, la magia faceva diventare tutto migliore e toccare la sua fonte scacciava l’innominabile paura che si presentasse il Numero Cattivo.

Non è sicuro di essersi veramente accorto di quando tutto questo è cominciato, ma ripensandoci, non gli dispiaceva per niente. Organizzare le cose. Sistemarle in gruppi ordinati. Solo, ovviamente, se i gruppi non erano formati da tre elementi.

***

Corruga le sopracciglia quando le dita di lui si insinuano sotto i bottoni della sua camicetta e la sua fronte si increspa precisamente in quattro linee separate. Sfrega le mani sopra la stoffa del suo reggiseno, una, due, tre, quattro volte e lei si lascia scappare esattamente due sospiri di piacere. La desidera in centinaia e centinaia di modi – talmente tanti da non riuscire a contarli, e questo dice tutto – ma la cosa davvero straordinaria è che anche lei lo desidera a sua volta nella stessa, disperata maniera.

***

Nessuno se ne accorge ed è talmente diabolico nel nasconderlo che pensa che nessuno se ne accorgerà mai. Non gli importa nulla se è mentalmente spossato per la continua osservazione e conta di tutto quello che lo circonda o se il palmo della sua mano è scorticato dallo sfregamento contro il legno della sua bacchetta. È un Malfoy e uno Slytherin e per questo preferirebbe che il Ragazzo-che-Continua-Imperterrito-a-Comprare-Occhiali-Orrendi gli facesse come minimo una dozzina di fatture davanti a tutta la Sala Grande al completo piuttosto che lasciarsi scappare qualcosa. Ovviamente aiuta molto il fatto di non aver anima viva a cui confidarlo, ma non importa, a Draco non servono amici, in ogni caso.

Soprattutto amici che hanno la faccia tosta di guardarlo dall’alto in basso da quando è avvenuto l’Irrevocabile Cambiamento nella Sua Vita. Che si fottano tutti, pensa, passando sdegnosamente in rassegna tutta la Sala Grande. Che si fottano gli Slytherin per essersi dimostrati così maledettamente prevedibili. Che si fottano i Gryffindor per averlo previsto. Che si fottano anche lo Sfregiato, la Donnola e la SangueSporco per essere sempre così bravi a cavarsela.

Qualcuno gli passa le patate per la terza volta e nonostante siano il suo cibo preferito non si azzarda a prenderne più. Non riesce a tenere in mano la ciotola e a prendere la bacchetta contemporaneamente. Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Solo che sta cominciando a non essere abbastanza e questo lo fa rimanere sulle spine. Combatte contro l’istinto di allentarsi la cravatta e dentro le scarpe i suoi alluci cominciano a tamburellare nervosamente, che, almeno secondo lui, può essere una buona cosa visto che sono nascosti e magari riusciranno a distrarlo per tutta la cena. Riprende in mano la bacchetta e ricomincia a contare unoduetrequattrocinqueunoduetrequattrocinque.

La SangueSporco lo sta fissando. Se ne accorge con una certa sorpresa quando ormai si è tranquillizzato. Sembra curiosa e lui non ha la più pallida idea del perché: l’ha visto lasciar passare le patate, e allora? Non lo conosce per niente e non sa che sono il suo piatto preferito, potrebbe essere gravemente allergico per quello che ne sa, ma la Granger ha quel suo orrendo sguardo da ficcanaso sulla faccia e quindi le scocca la sua più letale combinazione di sogghigno malefico e occhiata assassina. Si stupisce di essere stata scoperta e distoglie lo sguardo così velocemente che lui si chiede se dopo non le verrà il torcicollo.

Non che gli interessi più di tanto, ma una parte di lui – quella più infantile – spera proprio di sì.

***

È la sua unica amica e la sola persona a cui possa raccontare qualsiasi cosa. Lo ha chiamato Draco quattrocentodiciannove volte e pensa che non si stancherà mai di sentirlo. Lo chiama Draco anche ora, quando la sua mano scivola sotto il reggiseno e comincia ad accarezzarla pelle su pelle. Le è sempre piaciuto essere toccata in quel modo e lo rifarà migliaia di volte prima di stancarsi della consistenza serica della sua pelle, del ritmo con cui il suo respiro gli scalda la guancia. È tutto troppo perfetto per essere contato e quindi chiude gli occhi, cercando solo di sentire.

***

Impiega 666 passi per arrivare all’aula di Pozioni, il che non gli avrebbe creato nessun problema se il sei non avesse raggiunto il tre sulla lista dei Numeri Cattivi. Il suo umore, già pessimo di suo, peggiora ulteriormente con il fatto che la Granger lo ha superato nel corridoio e lo ha sicuramente visto muovere le labbra mentre contava con attenzione ogni passo fatto. Subito dopo infatti gli ha scoccato uno sguardo di sufficienza e lui si è ridotto ad apostrofarla ‘Inutile SangueSporco’ per distrarla e scacciarla via. Lo disturba immensamente il fatto che non sembrasse offesa né tantomeno irritata, solo molto curiosa. Magari non ci ha messo abbastanza impegno e la sua solita cattiveria. Deve ricordarsi di lavorarci sopra più tardi, meglio se davanti ad uno specchio.

E comunque non è stato efficace come una volta perché lei lo ha interrotto, maledizione, e continua ad imprecare mentre cammina, chiedendosi cosa farà di preciso per rispondere a questo attacco. Forse potrebbe contare 666 modi in cui maledirla, ma è troppo distratto per trovare divertente la cosa. Ha quasi voglia di ricominciare il suo tragitto da capo e contare di nuovo ogni passo.

Arriva in ritardo e Piton lo guarda dubbioso, ma non sottrae nessun punto dal conteggio della sua casa, non che questo sia strano, ma Malfoy è quasi certo che Piton abbia la sensazione che stia uscendo di testa dopo l’Irrevocabile Cambiamento nella Sua Vita e la cosa infastidisce non poco il suo orgoglio ferito. A scanso di equivoci si comporta come se non gli interessasse per niente, scivolando al suo solito posto: quinto sedile nella quarta fila.

Non si rende conto del momento in cui smette di seguire la lezione e comincia a fissare la Granger, lei ovviamente non lo sta guardando ora, ma è tutta intenta a prendere appunti e probabilmente ad aspettare il momento in cui alzerà la mano in aria. Sogghigna tra sé e sé. Stupida saccente stronza SangueSporco.

Si chiede se si è accorta di lui. Nonostante sia un bravo attore quando è da solo abbassa inevitabilmente la guardia ed in quel momento lo colpisce il pensiero raggelante che in alcuni momenti forse è stato troppo concentrato per notare se ci fosse qualcun altro nei paraggi.

Oggi lei ha usato tre forcine per raccogliere quell’assurdo groviglio di capelli e non fa in tempo a rendersene conto che le ha già contate; aspetta che arrivi l’impulso irrefrenabile di afferrare la bacchetta…solo che…niente. Il Numero Cattivo è stato in qualche modo neutralizzato e tutto quello a cui riesce a pensare è: ma che cosa…? Di sicuro lei non ne può essere immune. Di sicuro lei non qualche soluzione magica a tutto questo, ma dopotutto, non sarebbe tipico della Granger?

***

Gli posa su tutto il viso baci leggeri, otto per la precisione, che sono come al solito goffi e umidi. Quando gli si mette a cavalcioni, sovrastandolo, sta già ansimando ed è una visione talmente bella da farlo sentire perso. Completamente ed irrimediabilmente perduto. I suoi capelli sono molto più soffici di quanto appare, tanto che gli solleticano il naso mentre sposta le sue attenzioni sempre più in basso e in quel momento è pericolosamente e meravigliosamente vicino a non pensare a nulla.

***

Draco è diventato schiavo dei Numeri Cattivi, ne è talmente ossessionato da vivere, pensare e respirare solo grazie a loro. Cerca di raccontare a se stesso che potrebbe farne a meno in qualsiasi momento, ma è una pura e semplice menzogna e lui lo sa perfettamente. Sarebbe completamente perso senza di loro, certe volte pensa addirittura di non ricordarsi più come funzionare solo perché non riesce a ricordarsi come smettere di contare tutto quello che fa, tutte le sue funzioni.

Una settimana dopo aver sorpreso la Granger con tre forcine nei capelli tenta una nuova strada per arrivare all’aula di Pozioni ed il fatto di averla percorsa in 827 passi (anche se a dir la verità l’ultimo era un penoso mezzo saltello per non finire a 826) lo mette di buon umore. Si sente su di giri per la sua conquista ed avrebbe voglia di urlarlo ai quattro venti, sta addirittura per mettersi a sghignazzare per la soddisfazione quando si rammenta che i Malfoy, per loro stessa natura, non si mettono a ridere in pubblico. L’ilarità è sintomo di debolezza e lui si rifiuta di essere così facilmente smascherabile.

Ovviamente è in vergognoso ritardo per la lezione di Pozioni – più vergognoso del solito – e il pensiero ha l’istantaneo effetto di calmarlo. In realtà non è sicuro di quanto a lungo Piton continuerà a lasciar correre, ma a quanto pare è miracolosamente fortunato anche per questa volta…o così pensa fin quando non prova a sedersi.

Qualche povero idiota gli ha rubato il suo posto. È talmente…accecato dalla rabbia che non lo riconosce nemmeno, potrebbe essere chiunque…davvero…l’unica cosa che conta è che ormai l’unico posto libero è vicino alla Granger, terzo posto nella terza fila.

Non ce la può fare. Non ce la può fare. Non ce la può fare.

La sua esitazione desta la curiosità di Piton, “C’è qualche problema, Signor Malfoy?”

Sì! Certo che c’è! Vorrebbe urlare Draco. E vorrebbe anche precipitarsi fuori dall’aula, ma sa che attirerebbe troppo l'attenzione, e allora tutti gli altri oltre a lei se ne potrebbero accorgere e nessun altro se ne deve accorgere perchè a quel punto comincerebbero tutti a guardarlo contare, impazzire e diventare pazzo a contare, che, come debolezza, è molto peggio del ridere in pubblico, e Malfoy non riesce davvero più a sopportare nemmeno una sola singola debolezza e quindi non può –

Unoduetrequattrocinqueunoduetrequattrocinqueunoduetrequattrocinque

– non prende neanche in mano la bacchetta perchè non rimane più tempo e i suoi piedi si stanno lentamente ed inesorabilmente muovendo verso quel maledetto posto, in cui non si può davvero sedere. Non sa cosa potrà succedere quando alla fine ci si dovrà infilare – sì che lo sa, assolutamente nulla – ma se...e poi...

La Granger si alza improvvisamente e fissa gli occhi castani e sereni sul suo sguardo da folle. Non sorride, non fa proprio niente se non metter su un'aria molto seccata...solo dopo però che ha distolto l'attenzione da lui. Con le mani sui fianchi apostrofa Weasley, che si è seduto nella fila precedente la sua "Te l'ho già detto un migliaio di volte, Ron," si lamenta esasperata, "Non sopporto quando ti siedi davanti a me. Lo sai che non riesco a vedere niente."

Poi sbuffando teatralmente si lascia cadere, con enorme confusione di Weasley, nel posto in cui Draco non riesce a sedersi. I Numeri non la toccano. Sposta i suoi libri più vicino a lei e fa finta di non sentire Piton mentre toglie punti ai Gryffindor.

Draco non riesce a crederci. Con circospezione occupa il posto che lei ha lasciato libero e la guarda, confuso. Lei sa. Non è così tardo da non averlo capito, stando così i fatti. Lo deve aver osservato meglio e più a lungo di quanto avesse pensato. Ma perchè è venuta in suo aiuto? Dev’essere stata la sua dannatissima indole da Gryffindor, così nobile e caritatevole. Povero Malfoy, suo padre è in galera e non ha più un amico al mondo. Probabilmente è diventato una delle sue tante cause perse, come quella ridicola campagna per i maledetti elfi domestici.

Draco vorrebbe sentirsi almeno un po’ offeso, ma la sola cosa che prova è un immenso e straripante sollievo. Qualcuno si è accorto ed è passato un periodo di tempo orribilmente lungo dall’ultima volta in cui qualcuno lo ha guardato per quello che è veramente.

All’improvviso la Granger lo sta letteralmente fissando. I suoi occhi sono gentili e comprensivi, ma il sibilo inviperito che gli rivolge non lo è per niente. “Smettila di guardarmi, Malfoy,” gli ordina.

E lui le sorride, si dimentica anche di strofinare la sua bacchetta tre volte prima di risponderle, “Non provare a far finta che non ti faccia piacere, Granger. Scommetto che te ne stai seduta tutto il giorno sperando che io ti guardi.”

È talmente sollevato di non essere stato costretto a sedersi in quel posto e di non essere stato ridicolizzato da lei davanti a tutti che si azzarda ad ammiccarle in un modo che può essere quasi considerato amichevole.

“Malfoy, sei veramente vergognoso.” Gli risponde, ma lui crede che le stia venendo da ridere, perché stringe le labbra e due piccole rughe le compaiono su entrambi i lati della bocca.

“Verba volant1, Granger,” le sussurra, e poi, dato che potrebbero essere pericolosamente vicini al condividere uno di quei stramaledetti momenti, “Verba volant, Hermione.” Lei lo fissa a lungo, completamente allibita.

***

Quando arriva al culmine, ansima profondamente due volte e rimane immobile sotto di lui per cinque secondi. Poi morde delicatamente il punto in cui il suo collo si congiunge con la spalla, conoscendo perfettamente l’effetto che gli provoca, e all’improvviso è lì anche lui, circondato solamente dalla completa beatitudine e da Hermione e per la prima volta dopo molti mesi l’unica cosa che riesce a sentire è il più profondo e totale silenzio.   



1) Nell'originale inglese era "Stick and stones", che si rifa' ad una filastrocca per bambini:
'Stick and stones
may break my bones but words will never hurt me'.
Si può trovare la recensione cliccando sull'immagine sottostante:

accioDHR!
   
 
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