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Autore: sydney bristow    06/06/2011    8 recensioni
Ambientata dopo "Countdown".
Beckett e Castle sono rimasti intrappolati nel freezer...Beckett è rimasta quasi illesa.
Tuttavia a Castle, avendo ceduto tutto il suo calore corporeo alla detective, non è andata tanto bene: dopo il suo risveglio non è più la stessa persona.
Dice di chiamarsi Jameson Rook e di fare il giornalista. Castle crede di vivere sul serio in Heat Wave, è intrappolato nel suo romanzo ed ha dimenticato la sua vita.
Come reagirà Kate/Nikki ?
Possibili spoiler della terza stagione!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CASTLE 10 Cold Heat


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Ok. Forse aveva veramente bevuto troppo brandy, aveva il volto in fiamme ed ogni tanto avvertiva qualche senso di vertigine.
Riuscì, nonostante tutto, a salire le scale senza ruzzolarsi fino al piano di sotto e ad arrivare, sano, fino alla sua stanza.
Mandò giù il groppone che aveva alla gola fin dal momento in cui si ricordò, e vide, che tutte le cose di Kate erano ancora lì.
Il letto è ancora sfatto.
Castle vi si stese sopra ed inspirò forte: ormai tutta la stanza era satura del profumo di ciliege della sua detective.
Sua...al diavolo!
Chiuse gli occhi per addormentarsi, ma alla fine si ritrovò ad abbracciare il cuscino, premendolo forte sul naso.
Quel momento faceva molto stalker.
Interruppe il suo silenzio penoso, quasi a tradimento, una chiamata della madre.

-Richard?-
-Ciao madre!Come va il tuo...come va?-
-Era un singhiozzo da ubriacatura quello?-
-No, non credo...che c'è?-
-Oh, nulla!Volevo sapere che cosa stavate combinando tu e Kate senza Alexis intorno!-
-Niente.-
-Sicuro di non esserti ubriacato?-
-Si!Ciao.-
-A domani, mi raccomando...e non finire il mio brandy!-

Attaccò quasi subito: già Martha sospettava di lui, poi assolutamente non voleva dirle di Kb: avrebbe rovinato il suo ritiro di pazzi.
Posò il cellulare sul comodino e notò con una certa inquietudine che la catenina con l'anello di Jhoanna Beckett si trovava ancora lì.
Voleva dire che, prima o poi, avrebbe dovuto incontrarla per ridarglielo...oppure no. C'era anche altra roba, gliel'avrebbe spedita a casa.
Osservò quella catenina ancora per qualche istante prima di infilarsela al polso a mò di braccialetto.
Si lasciò cadere sul letto ancora una volta e provò a chiudere gli occhi.



****


Alexis tornò di corsa a casa: la nonna le aveva detto della bevuta in solitario del padre e si era preoccupato.
Rick Rodgers non beveva spesso da solo, almeno non al punto di ubriacarsi.
Lo trovò nella camera di Beckett, steso sul letto ed intento a girare e rigirare l'anello che aveva sempre visto al collo della detective.
-Papà?- chiese due volte, prima di farsi rispondere.
Castle non riuscì a reggere lo sguardo pietoso della figlia, abbassò lo sguardo e parlò senza guardarla.
-Ho paura di chiudere gli occhi...- ammise in un sussurro che Alexis sentì a malapena.
La piccola rossa cacciò via le lacrime che stavano per fuoriuscire e strinse le spalle del padre per rassicurarlo.
-E' normale, papà...sei quasi morto congelato, nessuno riuscirebbe a dormire bene...sei a casa, vivo!Non devi avere più paura...-
-Tu non capisci...io ricordo. Tutto.-  si lamentò a bassa voce, tormentandosi le mani.  -Ogni volta che chiudo gli occhi, lei muore, Alexis...
e nonostante tutto io sopravvivo. Non posso farci niente...ho bisogno che lei stia bene. Ho bisogno di Kate...ma lei...non mi vuole.-
Alexis non sapeva cosa dire, era sconvolta.
-Quel pazzo le...e lei ha detto che io sono un noioso scrittore e che le mie ricerche sono stupide. Non aveva capito che per me non si trattava
più dei libri, che mi ero persino...l'ho mandata via. Se non tiene a me, è inutile che stia qui...-
Normalmente l'idea di fare una chiamata simile a quell'ora della notte le sarebbe sembrata assurda, ma ad Alexis non importava molto.
Amava il padre. E se Beckett teneva a lui almeno un poco, avrebbe voluto essere svegliata.
-Alexis?- La sua voce era guastata dal sonno, ma sembrò subito sull'attenti, le sembrò quasi allarmata. -Cosa c'è?Tuo padre sta bene?-
La piccola Castle mandò giù la saliva, cercando di cacciare via le lacrime non appena aprì bocca.
-Kate, per favore vieni qui...- fu tutto quello che riuscì a dire per colpa delle lacrime.
-Alexis, ascoltami.-  disse in fretta, la sua voce ferma, ma rassicurante. -Non piangere, sarò li tra cinque minuti. Andrà tutto bene!-
-Ok-  rispose la ragazza con voce tremante, cercando ostinatamente di ritirare le lacrime.  -Fai in fretta-


***


Quasi subito sentì la tensione nei suoi muscoli, mentre i suoi pensieri stavano girando attorno a Castle e Castle e Castle e Castle.
Alexis, dopo averla accolta in lacrime, si ritirò nella sua stanza per lasciarla da sola con il padre.
Proprio nell'istante in cui stava per rilassarsi, sentì un lamento che le causò un totale ribaltamento delle sue interiora.
-Kate!- Castle gridò ancora una volta, con la voce carica di angoscia.
Immediatamente si mise all'allerta, la paura e le contorse i polmoni fino a che non farla respirare a malapena.
In pochi secondi era già nella camera da letto, muovendosi rapidamente ed in silenzio, scandagliando la stanza in vista di un possibile pericolo.
Vedendo che era steso sul letto, apparentemente illeso, sentì la paura diminuire leggermente e tirò fuori un piccolo sospiro di sollievo.
Si avvicinò e, sedendosi vicino a lui, notò che stranamente i suoi occhi erano chiusi e la sua espressione turbata.
-Castle?- sussurrò piano, passando leggermente il pollice contro la fronte aggrottata dello scrittore.
Il suo cipiglio si approfondì, il suo respiro diventò sempre più instabile.
-Kate!- Castle gemette e lei istintivamente tirò indi
etro la mano, trattenendo il respiro.
La detective studiò il suo viso da vicino e si rese conto che non era sveglio, dormiva profondamente.
-Kate, no!Stai con me!-  Prima che lei potesse fare nulla per calmarlo, lui si contorse nel letto. -Per favore Kate!Non posso perderti!-
Beckett incominciò a piangere, ma non ci prestò attenzione: in quel momento nulla le importava quanto l'uomo che aveva accanto.
L'uomo che era tremendamente a pezzi, l'uomo che amava e aveva bisogno di lei nonostante gli avesse spezzato il cuore.
-Io ti amo...no, no, no!Non lasciarmi...non lasciarmi...-
Kate accarezzò delicatamente la sua guancia, si chinò e sfiorò le labbra di Castle con le sue.
-Non ti lascio, Rick-  sussurrò -Te lo prometto.-
Il suo respiro si calmò, la sua espressione turbata scomparì ed un mezzo sorriso comparve sulla suo viso.
La detective sorrise, sollevò attentamente la coperta che lo copriva e poi ci scivolò dentro, mettendosi vicino a lui.
Si mosse piano piano, per non svegliarlo, e si accoccolò contro il suo petto. Sempre con cautela, prese il braccio di Castle e se lo mise attorno.
Le si bloccò il respiro quando si accorse che il corpo dello scrittore rispose, stringendo il braccio intorno alla vita per avvicinarla di più.
-Te lo prometto-  disse ancora  -Rimango qui...-
Chiudendo gli occhi, lei si avvicinò ancora di più e, mentre scivolava nel sonno, si lasciò scappare un sussurro che proveniva direttamente dal cuore.
-Always...-

  
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