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Autore: Knuckster    07/06/2011    3 recensioni
Sonic the Hedgehog, nella sua giovane vita, ha affrontato innumerevoli sfide, a volte al di là della sua portata e quasi sempre scatenate dal dottor Eggman. Questa volta, però, si ritroverà a combattere un avversario molto più oscuro, disposto a sterminare tutta la razza mobiana senza alcuna pietà. Basterà avere al suo fianco tutti i suoi amici di sempre per sventare la pericolosa minaccia? [contiene "Sins of Purity Saga", "Chaos Millennium Saga", "Pieces of Eternity Saga", "Solo noi e nessun altro", "Ciak, si canta!"]
ATTENZIONE: Full Speed Ahead contiene storie terminate e aggiornate al 2011. Personaggi e ambientazioni hanno subito un REBOOT nella successiva storia della serie, "Sonic the Hedgehog: Legacy of Argus". Buona lettura a tutti!
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sonic the Hedgehog: A Blue Bolt Saga'
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Sonic The Hedgehog Full Speed Ahead #13

SONIC THE HEDGEHOG:

FULL SPEED AHEAD

#13

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SINS OF PURITY Saga

Conto alla rovescia

Scritto e ideato da: Knuckster

Tutto è cominciato quando Sonic the hedgehog si è imbattuto in Magorian, un uomo sinistro e carico d'odio il cui piano era impossessarsi dei sette Chaos Emeralds per cancellare ogni forma di vita mobiana dal pianeta Mobius... e dopo sette giorni di intensa guerriglia, Magorian ci è riuscito! Tutto sembra perduto per i coraggiosi mobiani che hanno lottato fino ad ora per la loro sopravvivenza, ma c'è ancora una minima speranza... una speranza che, nonostante tutto, non potrà prepararli allo scioccante finale delle saga di SINS OF PURITY!

Esterno Techno Base – Giorno 7 (Ore 11:30)    

     - Tutto a posto? - chiese il riccio blu con voce roca.

     Tails era rimasto intrappolato sotto un blocco di metallo abbastanza grosso, probabilmente una parte di uno dei cinque motori. Era annerito in volto in più punti e la cenere che gli era arrivata negli occhi gli impediva di tenerli aperti. Spingendo, con l’aiuto di Sonic, era riuscito a far muovere il rottame di quanto bastava a liberare le sue gambe. Con fatica si rimise in piedi, tenendosi appoggiato al riccio, e tossì forte sentendosi la gola piena di polvere.

     - Niente di rotto… per fortuna! - rassicurò il volpino anche se ancora molto scosso.

     Sonic non perse tempo e corse velocemente tra le macerie per prestare soccorso al resto della compagnia. Vide spuntare Big da sotto un ammasso di ferraglia, incredibilmente senza nemmeno un graffio in corpo, ma preoccupato perché non vedeva Froggy attorno a sé. Mentre Cream e Cheese stavano aiutando Tikal a spostare un cumulo di rottami in modo da permettere a Charmy di potersi rialzare, scorse Amy fare a pezzi il residuo di un’arma da fuoco con il suo martello.

     - Fai piano, svitata! - si lamentava Rouge, la cui ala era incastrata al di sotto del detrito - Finirai per appiattirmi come una sottiletta se non fai attenzione! -

     - Non dovresti dire: “Grazie mille per avermi tirato fuori di qui”? - replicò Amy seccata.

     Sonic giunse immediatamente a darle manforte, scagliandosi contro l’ostacolo in azione rotante e disintegrandolo. Amy andò subito ad abbracciarlo, sollevata di vederlo ancora tutto intero. Si era procurata un paio di graffi paralleli appena sotto lo zigomo destro e il frontino che di solito portava in testa era andato perduto chissà dove.

     - State bene, ragazze? - chiese Sonic.

     Amy notò senza difficoltà che c’era qualcosa di strano nel suo tono di voce… qualcosa di diverso rispetto al solito.

     - Decisamente no! - strepitò il pipistrello - Guarda il mio vestito! E’ tutto bruciacchiato e impolverato! E non oso immaginare in che stato sono i miei capelli! -

     - Siamo quasi saltati in aria e tu pensi ai capelli? - replicò Amy esasperata.

     Sonic preferì non assistere al resto della discussione e si allontanò. Forse era infastidito dai soliti battibecchi tra quelle due? O forse non aveva il coraggio di guardarle negli occhi e di confessare loro che Magorian aveva ottenuto tutti e sette gli smeraldi senza che lui avesse potuto fare niente per evitarlo?

     Vector era poco distante. Spazzando con la coda un mucchio di componenti metallici, bulloni e cavi tranciati stava porgendo la mano a Knuckles, disteso al suolo con un grosso livido dolorante sul capo.

     - Sei ferito, rosso? -

     - Solo nell’orgoglio! - disse l’echidna - Aspetta che metta le mani addosso ad Eggman! Lui e i suoi aggeggi diabolici per poco non ci arrostiscono! -

     - Il dottore è l’ultima delle nostre preoccupazioni adesso! - esclamò la voce di Shadow alle sue spalle.

     Era apparso dal nulla, anche lui pieno di tagli e scottature, accompagnato da un immusonito Espio, il quale stringeva il tremante Froggy tra le mani.

     Ben presto tutto il gruppo si riunì accanto alla parte inferiore dell’Egg Apocalypse, ancora in preda a fiamme ardenti che emettevano degli sbuffi di fumo nero.

     - Sonic! - squittì Cream timidamente - Io e Cheese volevamo ringraziarti di averci portato via dal dottore! Grazie di cuore! -

     - Non ce n’è bisogno! - rispose lui accarezzando il Chao che svolazzava contento. Sul suo viso però non c’era l’ombra di un sorriso… come avrebbe potuto sorridere sapendo quello che li aspettava?

     - Per fortuna siamo tutti sani e salvi! - disse Tikal premendosi una mano sul cuore.

     - Per il momento almeno! - ribatté Espio - Dobbiamo darcela a gambe prima che Magorian arrivi qui per vedere cosa sta succedendo! -

     Ecco… era arrivato il momento di pronunciare quelle parole tanto difficili, di riferire ai suoi compagni che erano tutti condannati.

     - Non è necessario! - disse con uno strano nodo alla gola - Magorian è già stato qui! -

     Si voltarono tutti verso di lui. La sensazione di una decina di sguardi puntati verso di lui lo mise a disagio, specialmente perché la notizia che doveva comunicare non era per niente lieta. Amy aveva compreso in quell’istante il motivo del suo atteggiamento distaccato e delicatamente fece scivolare le sue dita sul suo braccio, stringendolo in modo da infondergli un minimo di coraggio.

     - E’ stato qui e se n’è andato? - ripeté Rouge perplessa - Conoscendolo avrebbe dovuto come minimo darci il colpo di grazia! -

     - Ha già trovato quello che stava cercando… i tre Chaos Emeralds che aveva Eggman sono… -

     Gli fu difficile terminare la frase. Abbassò il capo, demoralizzato, mentre avvertiva la trachea occludersi senza lasciare trasparire un solo filo di aria. Fu quasi palpabile il gelo che avvolse il gruppo come un freddo scialle dopo quelle parole, paralizzando ogni loro muscolo e disintegrando ogni loro speranza. Il silenzio agghiacciante fu rotto per primo da Knuckles.

     - Che ne è stato del Master Emerald? - domandò con voce rauca.

     - Magorian lo ha portato con sé… ha utilizzato il Chaos Control… a quest’ora sarà già… -

     Le parole gli si bloccarono nuovamente in gola.

     - Avrei dovuto fermarlo… avrei dovuto fare qualcosa… e invece ho miseramente fallito! -

     Tails gli si avvicinò comprensivo per tentare di consolarlo.

     - Hai fatto tutto il possibile, Sonic! Nessuno può biasimarti! -

     - E’ vero, dolcezza! - confermò Rouge - Non devi essere duro con te stesso, ormai quel che è stato è stato! -

     - Bel ragionamento! - commentò Knuckles sarcastico - Peccato che non ci aiuti in nessun modo ad evitare di essere disintegrati! -

     - Non mi sembra che tu stia aiutando più di me! -

     - Smettetela! - strillò Amy furiosa - La situazione è già abbastanza critica senza che vi mettiate a litigare tra voi! Dobbiamo fare qualcosa! -

     - E che cosa, Amy? - replicò Sonic demoralizzato - Ormai è tutto perduto! Non sappiamo nemmeno dove sia Magorian in questo momento! -

     - Non è da te fare un simile discorso! - disse Amy arrabbiata - Tu non ti sei mai arreso di fronte alle difficoltà! Sei stato forte anche quando noi eravamo deboli! Hai rischiato il tutto per tutto per affrontare Eggman e salvare Cream! Non puoi mollare proprio adesso! Non te lo permetto! -

     - Amy ha ragione, Sonic! - intervenne Tikal seria - Abbiamo ancora una speranza! -

     - Cosa vuoi dire? - chiese Shadow.

     - Magorian non può compiere la sua trasformazione finché ci sarà il sole! Le radiazioni solari interferiscono con l’energia prodotta durante la sua cerimonia, per cui dovrà compierla solo dopo il tramonto! -

     Quelle parole erano come acqua fresca per l’animo assetato di Sonic. Avvertì una piccola bolla di fiducia gonfiarsi all’interno del suo cuore mentre un ottimismo che credeva ormai di aver perso si riaffacciava dentro di lui.

     - Non è troppo tardi, allora! - esclamò Espio - Possiamo ancora sconfiggerlo! -

     - Abbiamo ancora parecchio tempo prima che faccia sera! - disse Vector - Yeah, baby, possiamo ancora prendere a calci quell’orripilante megalomane! -

     L’umore generale si stava decisamente sollevando. La prospettiva di avere ancora una finestra di tempo, seppur non molto ampia, in cui poter agire era una manna proveniente dal cielo. Non era ancora finita e il pensiero di avere un’ultimissima chance servì a galvanizzarli come mai niente aveva fatto fino a quel momento.

     - Questa è una cosa buona! - sottolineò Big stringendo forte il ranocchio a sé.

     - Meglio così! - disse Rouge allentando la tensione - Non mi sarebbe assolutamente piaciuto trascorrere i miei ultimi minuti di vita in mezzo alla polvere e ai rottami! -

     - Tikal, hai idea di dove possa avvenire la cerimonia? - domandò Sonic con una nuova luce determinata negli occhi.

     - L’ultima volta Magorian compì la sua trasformazione ad Holy Summit! - spiegò Tikal - E’ il punto più in alto delle intere Mystic Ruins! Sono sicuro che avrà luogo lì anche questa volta! -

     - Tipico di Magorian! - spiegò Shadow - Scegliere il punto più alto significa permettere a tutti di osservare la sua trasformazione! -

     - Ma non ha messo in conto che noi non ci arrenderemo! - disse Tails - Combatteremo fino alla fine… per noi e per tutti quelli come noi! -

     Da quella landa desolata carica di fiamme e distruzione si levò un urlo di approvazione e di giubilo.

     - Andrà tutto per il meglio! - conclusero Cream e Charmy ad una voce.

     - Mancano ancora circa dieci ore a che faccia buio! - disse Knuckles guardando il cielo - Forse dovremmo prepararci allo scontro! -

     - No! -

     La risposta di Sonic fu così secca che l’intero gruppo trasalì.

     - Se siete d’accordo… ho un’idea migliore! -

     - Che cosa hai in mente, blue boy? - chiese Vector curioso.

     Sonic li guardò uno ad uno con fare deciso.

     - Voglio che trascorriate questo giorno come se fosse l’ultimo… liberate la mente da ogni pensiero e godetevi il resto di questa bella giornata… fate quello che fareste sapendo che domani non potreste esserci più… in una parola… vivete! -

     Tutti quanti rimasero spiazzati da quella strana richiesta. Si guardarono con fare interrogativo, ma capirono solo in seguito cosa volesse dire.

     - Piuttosto imprudente, non credi, zuccherino? - si espresse Rouge.

     - Perché trascorrere queste ore che ci sono concesse a preoccuparci di quello che ci aspetta? Dobbiamo affrontare l’eventualità che non ce la faremo… e se il peggio dovesse arrivare ci potremmo pentire di non aver vissuto i nostri ultimi momenti in pace su questo splendido pianeta… credetemi, è la cosa migliore! -

     I sorrisi e i cenni di assenso che Sonic lesse nei suoi compagni erano la ricompensa più gratificante per gli sforzi fatti fino a quel momento. La sua attenzione fu attirata dall’espressione stranita di Shadow.

     - Cosa ne pensi, vendicatore? - gli chiese con fare scherzoso.

     Il riccio nero ci mise un po’ a rispondere.

     - Mi sembra sensato! - disse infine - Sempre se non è un ordine! -

     - E’ un consiglio il mio! Non sono né il vostro capo né il vostro padrone, ricordi? -

     - Perfettamente! -

     I due si scambiarono un cenno d’intesa.

     - Andate, ragazzi! - concluse infine - Ci rivediamo qui al tramonto! Chi non se la sente può anche non venire… capiremo! -

     E con una strizzata d’occhio ai suoi compagni, Sonic the hedgehog si allontanò rapidamente, non prima di aver detto un allegro: - Buon proseguimento! -


“Here I go out to sea again
the sunshine fills my hair
and dreams hang in the air
gulls in the sky and in my blue eyes”

     Il biplano blu sgargiante se ne stava parcheggiato tranquillo sull’erba prima che le sue pale fossero state sgranchite di nuovo per quello che forse sarebbe stato un ultimo volo. Era stato compagno di tante avventure, era stato il primo velivolo che lo avesse mai interessato e che fosse stato in grado di riprogettare, era come un amico fedele che gli era stato accanto in molti momenti della sua vita e quale modo migliore per “ringraziarlo” che sorvolare insieme a lui il fantastico mondo che li aveva ospitati per così tanto tempo?

     - Sei sicuro che non vorresti essere altrove? - domandò timidamente Tails.

     L’echidna rossa non rispose immediatamente. Sorrideva come se avesse in mente un pensiero molto lieto e pareva che stesse pregustando un’emozione mai provata in vita sua. Anche a livello fisico il suo corpo rispondeva. Poteva sentire il suo stesso respiro vibrare all’interno dei suoi polmoni, poteva udire il battito del suo potente cuore, era in contatto con ogni parte di sé e si sentiva per la prima volta uno spirito libero.

     Knuckles cinse amichevolmente le spalle del volpino con un braccio.

     - Da quando sono nato ho sempre vissuto su Angel Island costretto ad un compito che mi è stato affibbiato senza che lo volessi! Delle grandi responsabilità mi sono piombate sulle spalle senza che potessi evitarlo! Ho giurato di portare avanti la mia missione fino alla fine dei miei giorni… ma non ti nascondo che alcune volte non è facile per me! Prima che tutto questo iniziasse il pensiero di distruggere il Master Emerald mi aveva anche solleticato la mente pur di provare quello che tu e Sonic avete sempre vissuto! Adesso però ho un’occasione… un’opportunità di assaporare il gusto dell’essere libero, dell’essere un tutt’uno con la natura senza nessuna preoccupazione al mondo! Oggi, fino a che il sole calerà sarò solo un’echidna e nient’altro… e voglio vedere il mondo che non ho mai potuto visitare… e sono contento di sorvolarlo insieme a te, amico mio! Per cui non vorrei essere da nessun’altra parte adesso! -

     Tails sorrise contento. Ancora più bello che volare un’ultima volta con il Tornado, era farlo insieme ad una persona speciale quale Knuckles.

     - Sei pronto? - chiese il volpino elettrizzato dopo che entrambi furono montati a bordo e i motori si furono accesi.

     - Sono nato pronto, Scheggia! - rispose l’echidna con gioia - Fai spiccare il volo a questa bellezza! -

     - Si parte! -

     Per qualunque sguardo estraneo alla faccenda, nei minuti successivi si sarebbe potuto scorgere solamente un lampo blu sorvolare il prato per proiettarsi nel terso cielo mattutino.


“You know it feels unfair
there’s magic everywhere
look at me standing
here on my own again”

     - Sapevo di trovarti qui! -

     Il promontorio era spazzato da una gentile brezza fresca che accarezzava il viso trasportando l’intenso profumo dei fiori di campo. Lo scenario su cui sovrastava era di una bellezza tale che avrebbe sciolto il cuore più glaciale: un’immensa distesa verde fiorita che proseguiva a perdita d’occhio, una imponente catena montuosa dalle cime innevate e quella dolce sensazione di far parte di un mondo puro e incontaminato. Cosa volere di più?

     Sonic era disteso sulla punta dello sperone più alto, con un filo d’erba stretto tra i denti e le mani dietro la nuca, le orecchie ben tese per captare i suoni della natura. Dovette aprire gli occhi tranquillamente chiusi quando sentì la voce di Amy Rose dietro di lui. Era lì, in piedi dietro di lui, con quel dolce sorriso che la contraddistingueva.

     - Come facevi a saperlo? -

     La riccia lo raggiunse e gli si sedette accanto, guardandolo negli occhi con grande affetto.

     - Ti conosco! - disse con voce bassa - E so che è qui che vieni quando vuoi rilassarti! E’ un posto magnifico! -

     Rimasero in silenzio ad apprezzare lo sferzare del vento e la vista del paesaggio.

     - Come mai non ti godi il resto della giornata? - domandò Sonic prendendole teneramente la mano.

     - Lo sto facendo! - sussurrò lei - E’ questo quello che farei il mio ultimo giorno di vita… trascorrerlo insieme a te! -

     Si distesero entrambi di lato, in modo da guardarsi reciprocamente negli occhi. Erano convinti che le loro iridi stessero brillando di una luce unica e magica. I loro respiri tranquilli parlavano al posto loro.

     - Non mi sarei dimenticato di te il mio ultimo giorno! - disse Sonic accarezzandole il viso - E questo lo dimostra! -

     Con l’altra mano, Sonic tirò fuori un oggetto inequivocabilmente fatto a mano da lui. Era un nuovo frontino, ottenuto intrecciando dei giunchi con tanta pazienza e con un bellissimo fiore di campo bianco allacciato ad un lato. Le pupille di Amy si illuminarono quando vide quel regalo, di per sé di poco valore, ma che per lei aveva un profondo significato.

     - E’ bellissimo! - commentò Amy infilandoselo senza pensarci due volte - Hai davvero delle mani d’oro, sai? -

     Sonic sorrise e le fece l’occhiolino. Dalla sua apparenza tranquilla e rilassata poteva sembrare che non era per niente turbato da quello che li attendeva, ma lei sapeva che non era così.

     - C’è un’ultima cosa che voglio chiederti! - disse Amy Rose timidamente - E’ qualcosa che ho sempre sognato di fare con te, ma che non ho avuto mai il coraggio di domandarti! -

     A quelle parole il riccio blu sentì una strana morsa stringergli la gola. Che cosa si aspettava Amy da lui? Eppure ne avevano parlato e lei sapeva che lui non sarebbe stato in grado di darle più di quanto la sua indole e il suo stile di vita gli permettessero. Era sempre stato negato ai romanticismi e alle effusioni esplicite, figuriamoci a qualcosa di ancora superiore! Aveva solo un modo per esprimere i suoi sentimenti per lei ed erano stati d’accordo che lei lo avrebbe accettato. Che questo cominciasse a non esserle più sufficiente?

     Le rivolse uno sguardo incuriosito cercando di nascondere il suo timore.

     - Corriamo insieme! - mormorò lei.

     - Come? - ribatté Sonic, sicuro di non aver capito bene.

     - Per una volta… voglio che tu mi porti a correre con te… voglio capire quello che si prova a vedere la natura alla tua velocità… voglio essere parte del tuo mondo… come tu lo sei da sempre del mio… -

     Sonic non si aspettava una richiesta del genere, ma era più che felice di esaudirla. Senza proferire ulteriore parola, si alzò di scatto, afferrò delicatamente Amy caricandosela in braccio e, con il vento che gli sferzava tra gli aculei, si gettò dal promontorio, sfrecciando sulla parete rocciosa e saettando attraverso i fiori di campo per poi allontanarsi sempre di più alla vista. Avrebbero percorso per il resto della giornata ogni angolo del loro mondo, ma nessuno avrebbe mai saputo delle parole, dei gesti e degli sguardi che si sarebbero rivolti.


“The sun is in your eyes
the heat is in your hear
they seem to hate you
because you’re there
and I need a friend
oh, I need a friend to make me happy”

     - La ringrazio del suo aiuto! - disse cordialmente il coyote - E’ bello vedere che c’è ancora gente così disponibile e gentile al giorno d’oggi! -

     Il riccio nero e rosso si limitò a rispondere con un debole sorriso. Impugnò nuovamente il martello e, prendendo bene la mira, colpì il chiodo che stava tenendo ben fermo con le dita. C’era qualcosa che non poteva fare a meno di inquietarlo nello sguardo e nella figura di quello strano personaggio, ma si era rivelato talmente disponibile da aiutarlo a riparare il tetto della sua casa quando lo aveva visto in difficoltà. I lavori manuali non erano mai stati il suo forte, imbranato com’era, e temeva di sfigurare di fronte a suo figlio che lo stava guardando molto incuriosito. Quel riccio nero di nome Shadow era capitato proprio a fagiolo, offrendosi di dargli una mano a terminare il lavoro. Aveva accuratamente tappato i buchi nel pergolato con il catrame e, con una abilità ammirevole, rimontato alla perfezione tutte le tegole smosse.

     Il coyote si trovava in cima alla scala appoggiata al tetto per chiedergli se poteva assisterlo, ma il riccio si era rifiutato assicurandogli che avrebbe terminato il lavoro prima del previsto. Era davvero lodevole la dedizione che ci metteva nell’aiutare il prossimo. Suo figlio, che dapprima era rimasto impaurito dal sinistro atteggiamento dello sconosciuto, adesso osservava con attenzione ogni sua mossa, apparentemente rapito dalla sua abilità.

     - Non è necessario che lei rimanga qui! - disse Shadow - Tra poco avrò terminato, non si preoccupi! -

     Il coyote replicò con un cenno di assenso.

     - Quando avrà finito mi permetta di offrirle un piatto di stufato! - disse gentilmente il coyote - La cucina di mia moglie è leggendaria! E’ il minimo che possiamo fare per dimostrarle la nostra gratitudine! -

     - Lo accetterò volentieri, grazie! - rispose Shadow cordiale ma sempre con la sua aria seria.

     Dopodiché scese dalla scala e rientrò in casa, non prima di aver preso la mano di suo figlio e di averlo portato con lui in modo da “lasciar lavorare in pace il signore”.

     Noncurante dell’affermazione, Shadow riprese solerte ad inchiodare le tegole rosse al tetto con scrupolosa precisione. Un frullare di ali familiare raggiunse le sue orecchie ma non ci fece caso, attento com’era a svolgere il suo lavoro quanto più accuratamente possibile.

     - Ma che bravo boy-scout! - risuonò la voce di una sarcastica Rouge - Prima aiuti una vecchietta a raccogliere gli ortaggi, poi scendi a riprendere il pallone di un paio di ragazzini finito in un pozzo e adesso ripari il tetto della casa di una famigliola di coyote! Piuttosto toccante! -

     - E’ questo quello che faresti il tuo ultimo giorno? - le chiese senza scomporsi e continuando a lavorare - Seguirmi e spiare ogni mia mossa? -

     - Oh, no, dolcezza! - replicò il pipistrello fluttuando più vicino a Shadow - Sinceramente penso che realizzerei il più grande furto della storia del crimine in modo da essere ricordata in tutti i secoli dei secoli! Ma adesso mi trovo alquanto impreparata! -

     - Lo immaginavo! - concluse il riccio nero laconicamente.

     Con un sorrisetto divertito, Rouge si sedette sul bordo della tettoia.

     - Suppongo che sia inutile chiederti perché stai facendo tutto questo! -

     - Perché fare una domanda di cui conosci già la risposta? -

     - E’ per via di Maria, vero? -

     - Lei voleva che io aiutassi la gente… è per questo che sono stato creato… ed è esattamente quello che sto facendo! -

     - E’ strano vederti fare il buon samaritano! - ridacchiò Rouge anche se era favorevolmente colpita.

     - Non sono mai stato vicino a queste persone come era desiderio di Maria! Ed hai sentito Sonic… è proprio questo quello che farei nel mio ultimo giorno di vita! -

     - Da quando in qua dai retta a Sonic? -

     - Ogni volta che ha ragione… e che nella sua testa vuota non ci sono idee folli! Per quanto riguarda te, avevi intenzione di prendermi in giro fino allo sfinimento quando Sonic ha fatto quella proposta? -

     - Ma dai, zuccherino! In fondo apprezzo quello che stai facendo! -

     Shadow le lanciò il martello che lei afferrò al volo con sguardo interrogativo.

     - In virtù di questo cosa ne diresti di darmi una mano invece di perdere tempo? -

     Rouge rise di gusto per poi impugnare saldamente l’attrezzo e mettersi al lavoro.

     - Perché no? Per oggi posso anche fare la brava ragazza! Chissà, potrebbe anche piacermi! -

     - Credimi! - le rispose Shadow con fare scherzoso - Non è un ruolo che ti si addice! -


“Up straight in the sunshine
no need to laugh and cry
it’s a wonderful wonderful life
no need to laugh and cry
it’s a wonderful wonderful life”

     - Sei sicura che non creiamo disturbo? -

     Tikal era piuttosto imbarazzata all’idea. Stava passeggiando attraverso la Leaf Forest mano nella mano con Cream che la stava allegramente conducendo a casa sua. Big, con Froggy e Cheese ben rintanati sul suo largo capo, le seguiva a ruota canticchiando serenamente.

     - Ma dai, che dici? - la rassicurò la coniglietta con uno dei suoi ampi sorrisi - Tutti i miei amici sono anche amici della mamma! E tu e Big ormai lo siete! -

     - Oh, sì! Siamo molto molto molto amici! - confermò Big con il gracidare del ranocchio a supportarlo.

     - Sarà divertente, vedrai! - continuò Cream - Prenderemo il tè con la mamma, cucineremo i biscotti insieme a lei, giocheremo… -

     E continuò ad elencare tutte le attività che avrebbero potuto svolgere insieme nella completa spensieratezza. Gli occhi di Tikal si velarono quasi inspiegabilmente di lacrime che si asciugò con le dita. Non appena la coniglietta se ne accorse si fermò e la guardò con espressione preoccupata.

     - Cosa c’è, Tikal? - chiese - Sei triste? -

     - No, piccolina, tutt’altro! - la rassicurò lei - Sono lacrime di commozione queste! Ho vissuto in solitudine per millenni per fare la guardia a Chaos e adesso mi ritrovo qui, nel verde e nella natura, con due splendide persone come voi! E’ tutto così… -

     Le parole furono rotte dal suo singhiozzare emozionato.

     - Non piangere, Tikal! - esclamò Big immusonito - Dobbiamo rimanere allegri! -

     - Non sono mai stata più felice! - li tranquillizzò l’echidna - Voi mi fate sentire come se fossi parte di una famiglia! Una bellissima famiglia! -

     - E’ quello che siamo! - disse Cream di rimando - Per me siete come una sorella e un fratello maggiore! Vi voglio tanto bene! -

     - Anche io, piccolina! - replicò Tikal - Con la tua allegria e la tua dolcezza sei capace di allietare chi ti sta intorno! Non cambiare mai! -

     E si strinsero in un affettuoso abbraccio, a cui Big partecipò con il suo solito fare irruento stringendole forte a sé e sollevandole da terra. Cheese e Froggy si unirono a loro modo schiamazzando allegri in una grande risata generale. In quel momento nessun pensiero sarebbe stato capace di turbare Tikal e, nonostante sapesse che dentro di lei si agitava una misteriosa energia, era consapevole che per il momento era solamente una parte di una piccola e affettuosa famiglia.


“Not so alone
look at me standing
here on my own again
up straight in the sunshine
no need to laugh and cry
it’s a wonderful wonderful life”

     Era tutto pronto. L’esuberante coccodrillo non vedeva l’ora di cominciare. Aveva preparato tutto con la massima cura e non stava più nella pelle al solo pensiero.

     - Sei sicuro che sia una buona idea? - gli chiese Espio scettico.

     - Sicurissimo! - rispose rassicurante il rettile - Ho sempre desiderato farlo ma non riuscivo mai a raccogliere il coraggio! Adesso o mai più! -

     - Wow! - esclamò Charmy eccitato - Ci sarà da divertirsi! -

     - Grazie per avere accettato di aiutarmi! - disse Vector con un calore affettuoso negli occhi - Significa molto per me! -

     - Come avremmo potuto rifiutare, muso verde? - replicò il camaleonte scherzosamente - Senza i guai che ci hai continuamente procurato l’agenzia detective Chaotix sarebbe stata una noia mortale! Consideralo un ringraziamento da parte nostra! -

     - Sì, Vector! - proseguì Charmy - Grazie di essere uno squamoso coccodrillo casinista e scombinato! -

     - Siete i migliori colleghi che un rettile potrebbe desiderare! - concluse Vector interpretando le parole dell’ape come un complimento.

     - Ok, siete pronti, ragazzi? -

     - Quando vuoi! -

     - E uno… e due… e un, due, tre quattro! -

     Espio impugnò le bacchette e cominciò a picchiarle con forza sulla sua batteria, facendo vibrare i piatti e i tamburi. Vector strinse tra le dita il suo plettro e diede vita al suo inimitabile assolo di chitarra, con il microfono posizionato a pochi centimetri dalla sua bocca. Charmy li seguiva, divertendosi un mondo a suonare la tastiera.


“There’s… there’s… there’s… Team Chaotix”

     Una voce profonda ed intonata spuntò fuori dai polmoni di Vector… una voce carica di sentimento e di passione musicale, mentre chiudeva gli occhi lasciandosi trascinare dalle note della sua canzone e vibrava le corde della sua chitarra elettrica.


“Once upon a time you could be a bad guy
And you'd live to see another day
But now you'd never manage- boy, you'd be brain-damaged
Just to think that you could get away”

     Ecco che intonava la seconda strofa. Molti passanti si stavano fermando, incuriositi da quel palchetto improvvisato su cui un bizzarro trio stava suonando una canzone dal ritmo rock trascinante. Ben presto un capannello di curiosi si fermò ad ascoltare, accalcandosi sotto il palco e battendo i piedi al suolo per seguire il motivo. Vector si sentì incoraggiato e, con un cenno di intesa ai suoi compagni, continuò a cantare sempre più disinvolto.


“The power has arrived in a dream team
A force where one and one makes three
And when the trail's gone cold and the lies have been told
This crew'll find what you can't see”

     Era arrivato il momento del “bridge”. Espio e Charmy sorridevano felici, incoraggiati dalle note e dal pubblico costantemente in aumento, mentre seguivano l’esuberanza di Vector che li stava contagiando.


“Yeah, danger hides when the hyper bee flies
And the ninja stars fly too
The muscle is Vector, the karma collector
And he's sworn to fight for you”

     Assolo di chitarra. Il coccodrillo era raggiante. Tutto era pronto per il ritornello. E il trio in coro…


“Team Chaotix- They're detectives you want on your side
Team Chaotix- Their directive's tracking down your crime
Come along for the ride
The truth can run but not hide for long- the game is on... now!”

     - Non c’è male come pubblicità! - commentò Espio divertito cercando di farsi sentire dai suoi compagni superando la musica.

     Vector non era più in sé dalla gioia. Ballava e strepitava sul palco insieme alla sua chitarra e al suo microfono, come una perfetta rockstar. Quando la canzone sarebbe terminata si sarebbe inchinato per ricevere i meritati applausi… ma – che smacco – quello che avrebbe ricevuto, e che avrebbe costretto il trio ad una fuga repentina, sarebbero stati pomodori a profusione lanciatigli addosso dalla folla per aver disturbato la quiete pubblica!


“It’s a wonderful wonderful life”

     Di certo nessuno di loro avrebbe dimenticato quella giornata in cui avevano potuto trascorrere del tempo in pace con loro stessi, esaudire i loro desideri nascosti e godere dei frutti del regno incontaminato in cui vivevano e che, probabilmente, non avevano saputo apprezzare appieno prima di quel momento. Ma come ogni favola, incanto o gioco che si rispetti, prima o poi finisce. Ed il termine, invece di essere sancito da un orologio che scandisce la mezzanotte, fu segnalato dal disco solare, diventato di un rosso intenso in procinto di calare per far posto al vespro, nel più spettacolare e colorato tramonto che si era mai visto.


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Esterno Techno Base – Giorno 7 (Ore 20:30)

     Sonic ed Amy furono i primi ad arrivare nel sito ancora ricoperto di cenere e ferraglia. Rimasero in silenzio, in attesa che arrivassero gli altri, osservando le sfumature rosso-oro del calare del sole fare spazio a quelle nere-bluastre della sera. Poco dopo sentirono arrivare Tails e Knuckles, ridendo e scherzando, tenendosi un braccio sulle spalle dell’altro in un amichevole chiacchiericcio. Non appena notarono la presenza dei due ricci, si avvicinarono e sorrisero loro con fare d’intesa. Passò qualche altro minuto, e arrivarono Shadow e Rouge, seri e pronti alla battaglia. Cream, Big e Tikal seguirono poco dopo. I loro visi sereni servivano a mascherare la loro tensione. I Chaotix furono gli ultimi a presentarsi, curiosamente sporchi di salsa di pomodoro in più punti, ma avevano tutta l’apparenza di essersi divertiti.

     - Ci siamo tutti! - disse Sonic soddisfatto - Non ci speravo che sareste tutti tornati! -

     - Non vorrai mica prenderti tutto il divertimento da solo, blue boy! - replicò Vector mostrandogli il pollice alzato.

     - Abbiamo cominciato tutti insieme! - proseguì Rouge con fare distaccato - E tutti insieme finiremo nella tomba! -

     - Quando si parla di ottimismo… - disse Knuckles con ironia.

     - Siete tutti pronti? - domandò Sonic in un ultimo tentativo - Siete decisi ad andare fino in fondo? -

     - Siamo con te fino alla fine! - dichiarò Tails.

     - Fino alla fine ed oltre! - gli fece eco Amy.

     - Affronteremo il peggio! - ribadì Shadow - E’ ora che quei vermi paghino caro! -

     - Cream… anche tu, sei sicura? - insistette Sonic.

     La coniglietta sorrise con fare incoraggiante.

     - Va tutto bene, Sonic! Sono pronta anch’io! E poi il mio fratellone e la mia sorellina avranno cura di me, vero? -

     Big e Tikal annuirono con un sorriso. Sonic tirò un sospiro di sollievo.

     - Allora siamo tutti d’accordo! - disse il riccio - Combatteremo tutti insieme… e se moriremo… moriremo insieme! -

     Tese la mano in avanti. E tutti gli altri seguirono ponendo le proprie sulla sua, in un gesto che simboleggiava l’unione della squadra.

     - Mi dispiace interrompere questo toccante momento! - suonò all’improvviso una voce disgustata.

     L’intero gruppo si voltò e vide, con stupore, il volto ghignante del dottor Eggman che oscillava lentamente a bordo del suo Egg Drive. Scattarono tutti all’indietro come se fossero stati in piedi sui carboni ardenti, e si misero in guardia.

     - Hai ancora il coraggio di far vedere il tuo brutto muso, testa d’uovo? - disse Sonic aggressivo.

     - Oh-oh! - replicò Eggman stranamente calmo - Anch’io sono contento di vedere che stai bene, amico mio spinoso! -

     - Sì, raccontane un’altra, Eggman! - esclamò Knuckles irritato - Che altro stai tramando? -

     - Oh, suvvia! Perché dovrei portare rancore verso di voi? In fondo avete solamente distrutto il lavoro di una vita e disintegrato i sogni di dominio dai quali ero lontano solo un passo! -

     Un tempia pulsava sulla fronte del dottore che cercava palesemente di mantenere il controllo dei nervi.

     - Allora che cosa vuoi? - riprese Espio - Non abbiamo tempo da perdere con te! -

     - Vado subito al dunque! - replicò Eggman infastidito - Sebbene abbiate ostacolato con tutte le vostre forze l’alba dell’Eggman Empire, preferendo evidentemente essere spazzati via, ho intenzione di mettere il mio impareggiabile genio al vostro servizio! -

     Non potevano credere alle proprie orecchie. Il dottore chiedeva spontaneamente a loro un’alleanza?

     - Dacci un solo buon motivo per cui dovremmo fidarci di te, doc! - disse Sonic.

     - Touchè, Sonic! Neanche io mi fiderei di me stesso, ma nelle attuali circostanze preferisco di gran lunga dare una mano ai miei acerrimi nemici piuttosto che vedere qualcun altro annientarli e soprattutto togliermi l’occasione di fondare il mio impero! -

     Il riccio blu era indeciso. Anche il resto del gruppo sembrava perplesso da quella strana proposta. Eggman attendeva impaziente, con il gomito appoggiato al bordo della navicella, divertendosi dell’indecisione del suo rivale.

     - Tic tac, tic tac, Sonic! Il tempo scorre e se non ci diamo una mossa né tu né io ne trarremo vantaggio! -

     In effetti stavano sprecando minuti preziosi. La sera era ormai quasi arrivata.

     - Va bene, Eggman! - decise infine - Puoi venire con noi, ma è inutile ricordarti che se ci giocherai qualche tiro mancino non la passerai liscia! -

     - Raffredda i tuoi bollori! - rispose ghignando - Questa sera sono davvero in vena di gesta eroiche! -

     - E’ ora di andare, Sonic! - disse Tails con tono terribilmente serio.

     Il riccio blu annuì.

     - Coraggio, ragazzi! Andiamo a prendere a calci qualche perfido sedere! -

     Si diressero in silenzio ai propri posti, per raggiungere i loro mezzi di trasporto e prepararsi a partire. Ad un certo punto, Knuckles si sentì afferrare il braccio e si voltò per vedere il viso immusonito di Rouge. Era quasi contratta in una smorfia di insofferenza e sembrava costargli molto sforzo dire quello che intendeva dire.

     - Cerca… di non morire! - disse infine con lo sguardo basso - Tu… non sei spiacevole ai miei occhi! -

     L’espressione di Knuckles sarebbe stata la stessa che avrebbe assunto se Magorian si fosse messo a distribuire caramelle saltellando.

     - Questo cosa vorrebbe dire? - rispose l’echidna apparentemente indispettito, ma con animo trepidante.

     - Che… mi preoccupo per te! Ma non cercare significati nascosti, afferrato? -

     - Afferrato! - confermò Knuckles trattenendo a fatica un sorriso - Allora… ehm… cerca di non morire nemmeno tu! -


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Holy Summit – Ultimo Giorno (Ore 22:00)    

     La luna era ormai completamente visibile nel cielo notturno. Un vento freddo spirava sui terreni di Holy Summit, un altopiano che dominava su tutta Mystic Ruins dal quale si poteva scorgere benissimo ogni rovina e ogni antica costruzione sopravvissuta in parte alla furia del tempo. Quale scenario migliore per la sua rinascita? Quale posto poteva simboleggiare meglio quanto fosse superiore, più in alto rispetto a tutta l’immondizia che lo circondava? Aveva tollerato fin troppo la nauseante presenza di una tale forma di vita così insignificante, così primitiva ed involuta, così indegna di calpestare il suolo di un pianeta ricco di bellezza. Finalmente aveva tutto quello di cui aveva bisogno per cancellare una volta per tutte il sudiciume che albergava nel mondo.

     - E’ ora! - mormorò cercando di contenere la sua immensa soddisfazione.

     I suoi quattro agenti erano dietro di lui, evidentemente tesi perché non sapevano bene che cosa aspettarsi. Entrambi stringevano tra le mani due Chaos Emeralds, ad eccezione di Getara che ne impugnava uno, tenendosi appoggiato con l’altra mano allo scintillante Master Emerald.

     - Preparatevi! - ordinò Magorian perentoriamente.

     - Perché mi sono dovuto portare in spalla questa stupida pietra gigante? - si lamentò Getara - Non avremmo potuto distruggerla? -

     - Non voglio rischiare di scatenare le ire della creatura del Chaos! Non ci devono essere interruzioni stavolta! E poi potrebbe sempre tornarci utile! -

     Negli occhi di Magorian brillava una luce folle, inquietante. Sollevò la sua Gemma che brillò per un attimo illuminando lo scenario notturno. All’improvviso si sentì un forte rumore di roccia infranta e sette altari di pietra spuntarono agli angoli del piazzale. Erano a forma di mano a cinque dita artigliate.

     - E’ il momento! Posizionate i Chaos Emeralds sugli altari e la cerimonia avrà inizio! -

     Il suo sguardo era fermo e indiscutibile. Fulminava i suoi agenti nel momento ultimo in cui dovevano dimostrare la loro fedeltà, facendo contemporaneamente capire loro a che guai sarebbero andati incontro ad un solo passo falso.

     Getara fu il primo a muoversi, avvicinandosi piano ad una delle are e collocandoci sopra lo smeraldo viola. Seth e Levine seguirono immediatamente dopo, posizionando le gemme silenziosamente sotto lo sguardo attento del loro aguzzino. Non rimaneva che Drake. Rimirava con sguardo assente gli smeraldi bianco e rosso.

     - E’ il tuo turno, Drake! - lo richiamò Magorian nervoso - Vai a posizionare i Chaos Emeralds! -

     Il cuore del lupo batteva forte. Cominciava stranamente a sentire caldo sotto la sua armatura, ma com’era possibile?

     - Drake! -

     Era il momento di fare una scelta?

     - Ho detto… -

     Cosa avrebbe dovuto fare?

     - … vai… -

    Essere uomo?

     - … a posizionare… -

     Essere lupo?

     - … quei maledetti… -

     Essere schiavo?

     - … Chaos… -

     Essere libero?

     - … Emeralds! -

     - NO! -

     Un silenzio di tomba piombò sull’altopiano.

     - Che cosa hai osato dire? - sibilò Magorian quasi come se stesse sputando veleno.

     - Ho detto no! - ringhiò Drake con più coraggio di quello che se ne sentisse.

     Afferrò il suo elmo e con rabbia lo gettò in terra, mostrando il suo volto e i suoi occhi lupeschi nei quali era dipinta una cieca determinazione.

     - Ho smesso di essere il tuo burattino! Non riuscirai più a farmi sentire quello che non sono! Io sono un lupo! Sono parte di questo mondo! Parte di ciò che odi! E non potrai mai più reprimermi! Mai più! -

     Respirava affannosamente. Aveva fatto una scelta. Doveva affrontarne le conseguenze.

     - Molto bene! - replicò Magorian con tono piatto.

     Successe in un lampo. Un movimento repentino della sua mano. Un fiotto di luce che sgorgava dalle sue dita. Un orrendo gemito di dolore. Il raggio che colpiva l’armatura perforandola e trapassando chi la indossava da parte a parte. Una macchia rossa di sangue. Gli smeraldi che rotolavano fuori dalle sua mani.

     Drake si accasciò a terra, mentre lo shock e la consapevolezza di essere stato attraversato da un colpo letale in pieno petto lo assaliva. Si premeva un mano sulla ferita, cercando di fermare l’emorragia. Si sentiva sempre più debole.

     - Che tristezza, Drake! Vedere una nauseante palla di pelo come te contorcersi in preda al dolore è terribilmente pietoso! Tuttavia, ti ringrazio di avermi fornito il pretesto perfetto per liberarmi di te! Non che ne avessi bisogno… ma questo ha reso le cose incredibilmente più semplici! Pulito e secco! Senza dover sprecare fiato in snervanti spiegazioni! -

     - P… perché? - balbettò il lupo ferito a morte.

     Magorian spalancò il palmo della mano. Un onda vibrante si generò dalla sua pelle colpendo Drake e facendolo rotolare sul terreno, pericolosamente vicino al ripido pendio. L’arida terra si sporcò di rosso.

     - Puoi arrivarci anche con il tuo cervello primitivo! - disse l’uomo malignamente, chinandosi per trovarsi faccia a faccia con la sua vittima distesa agonizzante - Tutti quegli anni passati a sopportare i tuoi piagnistei, a sopportare il tuo volto, la tua presenza, sporca belva pelosa! Solo a pensarci mi si torcono le budella! Mi sei stato utile fino a questo punto… ma per quanto mi riguarda adesso puoi rantolare insieme a quelli della tua sudicia specie e sparire per sempre! -

     Afferrò il suo capo prendendolo per la collottola. Avvicinò la sua faccia a poca distanza dalla propria, in modo che potessero guardarsi dritto negli occhi.

     - E già che ci siamo… lascia che ti sveli un mio piccolo segreto! Ho ucciso io i tuoi genitori… e ho goduto di ogni singolo momento alla vista dei loro occhi moribondi implorare pietà! -

     Parole che rimbombavano all’interno della sua testa. Parole che gli trafiggevano il cuore con il loro sconvolgente significato. Parole che scuotevano terribilmente la sua psiche. Parole che fluivano nelle sue vene come veleno. Parole che raggiungevano i suoi muscoli, che rivitalizzavano i suoi arti, rinforzavano le sue membra, gli donavano nuova forza, un’unica, pura, semplice ragione per rimanere in vita quel tanto che bastava a conseguire la vendetta!

     - NOOOOOOOO!!!! -

     Drake, con una forza innata, balzò in alto, ululando alla luna, scaraventando lontano Magorian, infiammando le sue mani come fiammiferi impazziti, piombando su quel mostro dal volto umano in modo da ghermire, tranciare, mordere, distruggere la carne di ogni suo centimetro di corpo. Il suo cervello completamente offuscato dalla rabbia e dal desiderio di rivalsa poté registrare un’ultima immagine: la Gemma dell’Occulto che brillava scagliando un lampo di luce nera e percuotendolo allo stomaco. Una scarica elettrica lo attraversò, interrompendo il suo volo a mezz’aria, scaraventandolo dolorosamente al suolo, facendolo rotolare lungo il pendio in fondo al quale giacque inerme e privo di vita.

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     Delle nubi temporalesche si stavano raccogliendo nel cielo stellato, oscurando la luce lunare e preannunciando l’inizio del finimondo.

     - Idiota! -

     Magorian raccolse i due Chaos Emeralds e li fece fluttuare al proprio posto sugli altari.

     - Tanta energia buttata al vento! -

     L’uomo si voltò verso i suoi rimanenti tre agenti, che avevano assistito all’intera scena con gli occhi sgranati.

     - Ah! - esclamò come se li avesse visti per la prima volta - E naturalmente ci siete voi! -

     Il suo sguardo incontrò quello di Getara, che tremava impercettibilmente da capo a piedi. Rapidamente, Magorian mise mano alla gemma e un campo di forza violetto si strinse attorno al suo obiettivo, impedendogli qualunque movimento.

     - Mio viscido rettile strisciante! - disse con un tono tremendamente gelido - Quante volte ho dovuto tollerare i tuoi fallimenti, le tue occhiate velenose e i tuoi pensieri taglienti come lame! Tu, talmente arrogante, da pensare di poterti paragonare a me! L’intelligenza non è mai stata il tuo forte, vero? Crearti si è rivelato essere solamente un fastidioso impiccio! -

     - Non… puoi… non… devi… - mormorò Getara digrignando i denti nello sforzo di muovere un muscolo.

     - Ciò che non posso o non devo ho paura che non stia a te deciderlo! Salutami i vermi quando danzerai insieme a loro nella tua tomba! -

     Un flash abbagliante e Getara the lizard fu proiettato, urlante, giù per l’altopiano sparendo definitivamente alla vista.

     Levine e Seth rimasero in guardia quando l’uomo rivolse la sua attenzione verso di loro. Il suo sorriso non poteva essere più trionfante.

     - Niente da dichiarare prima che anche voi siate spediti all’altro mondo? -

     - Razza di grottesco vampiro! - sbraitò Levine con i pugni che le tremavano per la collera - Non provare a prendermi per un Getara qualsiasi! Era fin troppo chiaro che arrivati a questo punto ti saresti liberato di noi! -

     - Una volta che questa brillante deduzione ti ha illuminato non ti sei resa conto che non c’è niente che avresti potuto fare per evitarlo? -

     - Ho preso le mie precauzioni! -

     La farfalla scattò al fianco di Seth, stranamente sicura di sé.

     - Seth mi proteggerà! - dichiarò solenne.

     - Come può difenderti qualcuno che non può neanche salvaguardare sé stesso? - chiese Magorian ghignando.

     - Non puoi fare del male a Seth, lo sai bene! - replicò Levine per poi rivolgersi allo sciacallo - Diglielo anche tu! -

     Ma lui non sembrava affatto intenzionato a proferire alcunché. Squadrò la farfalla con le sue iridi di acciaio e lei, in quello stesso istante, comprese come si sarebbero sviluppati gli avvenimenti e fu presa da un vibrante terrore.

     - Sporco doppiogiochista! - inveì contro Seth, per niente intenzionato ad aiutarla - Infame bast…-

     Il potere psichico dello sciacallo le paralizzò i muscoli facciali, impedendole di terminare la frase. Venne sollevata piano dal terreno e tenuta a mezz’aria fluttuando.

     - Spiacente, ragazzina! - proferì prima di chiudere la mano a pugno e scagliarla, come i due agenti prima di lei, lontano dalla sua vista e giù dall’altopiano.

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     - E così siamo rimasti in due! - esclamò Magorian ridacchiando.

     Seth non era per niente intimorito.

     - Dimmi! - proseguì l’uomo - Per quale motivo quello stupido insetto credeva che non potessi farti del male? -

     - Hai la memoria corta, Magorian! - replicò Seth tranquillamente a braccia conserte - Ricordi il giorno in cui mi donasti questi poteri? Eri consapevole di stare creando il tuo agente più potente! E pensasti bene di prendere alcune misure di sicurezza per evitare che la tua stessa creazione si rivoltasse contro di te! -

     - Verissimo! - confermò l’uomo senza smettere di sorridere.

     - Producesti il legame psichico che tutt’ora ci collega… un legame molto particolare, che tiene fuse le nostre menti e i nostri corpi! Me ne parlasti tu stesso! Il collegamento fa in modo che io non possa farti del male senza che lo senta anch’io... non posso ucciderti senza che muoia anch’io! E lo stesso vale viceversa! -

     Lo sciacallo era convinto di essere in una botte di ferro. Quello che non si aspettava era di vedere Magorian prorompere in una fragorosa, gelida e affilata risata, al termine della quale lo squadrò con tutta la perfidia di cui era capace.

     - Dunque Levine era venuta a conoscenza del nostro legame psichico e pensando che io non avrei osato toccarti ha cercato di convincerti a proteggerla quando prevedeva che vi avessi tradito! Non male come piano, lo devo ammettere! Presenta solo un piccolo errore di calcolo! -

     - Che sarebbe? -

     - Non ha considerato la tua immensa stupidità! - affermò Magorian sprezzante.

     Lo sciacallo tese le orecchie e, per la prima volta, un’ombra di dubbio apparve sul suo volto sicuro.

     - Povero, povero, Seth! Hai ancora molto da imparare su di me! E’ vero, per via del nostro legame tu non puoi farmi del male… ma non ho mai detto che valesse anche il contrario! -

     Un pugno in pieno volto avrebbe sortito lo stesso effetto su di lui che, per la primissima volta, cominciò seriamente a temere per la sua vita.

     - Di cosa vai blaterando! E’ un collegamento… -

     - Non tutti i collegamenti sono biunivoci! Sul serio pensavi che avrei accettato di spartire la mia mente e di affidare la mia vita nelle mani di una creatura immonda come te? Ti facevo molto più acuto, Seth! Quella che consideravi un’assicurazione sulla tua salvezza si è rivelata solo una farsa! Come ci si sente? -

     Lo sciacallo ringhiò ferocemente. Lo zaffiro sulla sua fronte splendette sinistro. Gocce di pioggia cominciarono a bagnare il suo folto pelo nero, mentre squadrava con rabbia l’uomo di fronte a lui.

     - Posso ancora sconfiggerti! - disse con le mani lucenti di azzurro - Non sottovalutare i miei poteri! -

     - E tu non sottovalutare i miei! - replicò Magorian puntandogli repentinamente il dito contro.

     Un fascio di luce venne proiettato dal suo polpastrello per colpire lo sciacallo sullo sterno, rendendogli impossibili i movimenti.

     - Ciò che ti ho donato posso riprendermelo con altrettanta facilità! - affermò l’uomo facendo levitare la sua vittima come aveva fatto con gli altri agenti - Ammetto comunque che ti sei dimostrato molto utile nella ricerca dei Chaos Emeralds, ed io non mi dimentico di chi mi ha aiutato! Per dimostrarti la mia gratitudine ti farò questo regalo: dopo la mia trasformazione sarai l’unico a cui concederò una morte rapida e indolore! -

     Sghignazzò di gusto, compiaciuto dal suono delle sue minacce, e senza che Seth potesse fare nulla, scaraventò anche lui giù dal ripido altopiano mentre la fine pioggia gli bagnava i capelli argentati e il rombo dei tuoni raggiungeva le sue orecchie.

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     Ormai la pioggerellina si era trasformata in un violento temporale. Il vento gelido soffiava impetuoso, lo scroscio d’acqua si abbatteva sul terreno trasformandolo in fanghiglia, i tuoni e i lampi infuriavano tra i banchi di voluminose nubi scure in un autentico pandemonio. Era come se il pianeta si stesse preparando ad affrontare la minaccia incombente, manifestando la propria furia e il proprio terrore.

     Magorian era pronto. I sette Chaos Emeralds illuminavano il buio scenario temporalesco brillando comodamente adagiati sui loro altari. L’uomo si pose al centro dello spiazzale, respirando velocemente, elettrizzato per quello che stava per accadere.

     - Fermo! - si sentì una voce arrivare alle sue spalle.

     Magorian si girò per osservarne il proprietario e si stupì quando notò arrivare Sonic, seguito dal resto della sua banda, da un biplano blu, da una macchina verde e dal supporto volante di Eggman.

     - Troppo tardi, Sonic! - esclamò Magorian. Le sue pupille lampeggiavano di un bagliore di follia - Questa volta dovrai rassegnarti al destino! Non puoi battermi! Il destino ha voluto donarmi questi grandi poteri perché potessi usarli per cancellare gli esseri inferiori come voi! E’ arrivata l’ora della resa dei conti! Ci vediamo all’inferno! -

     Senza dare modo ai suoi avversari di replicare, sollevò in alto la sua Gemma dell’Occulto. Dei raggi di luce colorata sgorgarono dai sette Chaos Emeralds e si ricongiunsero nella pietra stretta tra le dita di Magorian. La Gemma assorbì l’energia a sua disposizione prosciugando gli smeraldi di ogni goccia di potere e acquisendo una luminosità bianca candida. I Chaos Emeralds caddero dai loro sostegni, diventati ormai delle fredde pietre colorate prive di qualunque bagliore. Sonic stava per gettarsi a capofitto contro il nemico, ma quello che vide gli raggelò il sangue nelle vene.

     Dopo aver tirato un respiro profondo, Magorian spalancò la bocca ed ingoiò la pietra bianca luminescente, inghiottendola come una caramella. Dall’espressione deformata che assunse sembrava quasi che stesse ingoiando il fuoco puro. Si tenne la pancia quando cominciò a sentire un acuto bruciore. Si inginocchiò al suolo, scosso dalle convulsioni, e digrignò i denti per l’intenso dolore. I suoi vestiti si lacerarono quando il suo corpo cominciò ad espandersi, le sue carni si gonfiarono e la sua pelle si sciolse come cera. L’epidermide assunse una colorazione blu squamosa. Le sue braccia rachitiche crebbero fino a diventare grandi quanto delle travi, munite di tre lunghe dita artigliate. Le sue gambe vennero risucchiate all’interno del corpo per essere sostituite da due esili lembi di carne dalla funzione ignota. Il torace gli si allargò paurosamente, diventando muscoloso e scolpito, ricoperto da uno strano guscio argentato. La trasformazione della sua testa fu talmente ripugnante che chiusero gli occhi per non guardare. Il capo gli si gonfiò come un palloncino e i suoi lineamenti sparirono mentre la scatola cranica e i muscoli facciali si dilatarono per assumere una nuova collocazione. Il risultato fu assolutamente tremendo: un grosso volto triangolare con due protuberanze a ridosso delle tempie, una bocca enorme munita di affilatissimi denti e grondante saliva, due sottili occhi gialli e una fronte larga e spaziosa. Dalla larga schiena a scaglie spuntavano un paio di ampie ali di pelle.

     Sonic e gli altri indietreggiarono alla vista del mostro che, non prima di aver emesso un ruggito spaventoso, dispiegò le ali e prese il volo per tuffarsi tra le nubi del temporale e sparire alla vista.

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     Scioccati per quello che avevano visto, rimasero tremanti e con il cuore palpitante sotto la pioggia incessante, incapaci di scuotersi dal torpore e di fare alcunché.

     - Il Master Emerald! - esclamò Knuckles arrampicandosi velocemente sull’altopiano per raggiungere la gemma verde.

     Ne tastò la superficie per constatarne le condizioni.

     - E’ ancora tutto d’un pezzo, per fortuna! -

     Un tuono particolarmente violento li fece trasalire.

     - E’ finita! - disse Tails demoralizzato - Adesso niente potrà più fermarlo! Abbiamo fallito! -

     - Non è ancora detta l’ultima parola! - esordì Tikal con fare deciso raggiungendo Knuckles.

     Raccolse uno per uno i Chaos Emeralds privi del consueto scintillio e li consegnò uno ad uno a Tails, Amy, Rouge, Cream, Big, Vector ed Espio.

     - Magorian ignora che gli smeraldi sono più di quanto sembrino in realtà! - proseguì l’echidna con un tono di voce rassicurante - Il Chaos non è solo fonte di distruzione e confusione! Riesce a trasformare i nostri pensieri in potere… e finché nella nostra mente e nel nostro cuore albergherà la speranza, saremo sempre più potenti di lui! Giusto? -

     Non avevano ben capito a chi Tikal si stesse rivolgendo. Dalla base del Master Emerald cominciò a colare un fluido azzurro denso e gelatinoso. Lo strano liquido fluì copioso sul terreno bagnato e si ricompattò rapidamente per delineare una figura antropomorfa che alcuni di loro conoscevano bene... corpo spesso e vischioso, luminosi occhi verdi, poco più alto di loro.

     - Io, Chaos e Knuckles risveglieremo il Master Emerald! - disse Tikal guardando affettuosamente la creatura che annuiva piano con la testa - Se la vostra speranza non è ancora estinta, riusciremo a trasformarla in energia… e i Chaos Emeralds torneranno a nuova vita! -

     Senza aggiungere altro, Tikal, Chaos e Knuckles si disposero ai tre angoli del gioiello. Levarono le mani al cielo e, concentrandosi a fondo, recitarono l’antica formula.

     - I servitori sono i sette smeraldi… il nostro cuore intensifica il loro potere… il Chaos è potere… potere arricchito dai nostri cuori… ti preghiamo, Master Emerald, dona ai Chaos Emeralds nuova vita! -

     All’interno delle sette pietre esplose una luce abbagliante, talmente forte da costringerli a coprirsi gli occhi. Fluttuarono via dalle loro mani, riattivati dalla loro speranza che non si era ancora spenta. In un bellissimo spettacolo di colori, i Chaos Emeralds rotearono piano attorno al Master Emerald, più vivi e scintillanti che mai. Un moto di sollievo e di conforto si levò dal gruppetto.

     - Come possiamo sconfiggere Magorian? - si domandò Sonic.

     - Il… cuore… - mormorò una voce debole alle loro spalle.

     Nella fanghiglia era accasciato quello che sembrava un fagotto tremante, fradicio e sporco. Si avvicinarono e si accorsero che si trattava di un moribondo Drake, che si premeva una mano su di una profonda ferita, pallido come un cencio.

     - Colpiscilo… al petto… - disse gemendo per lo sforzo - In direzione del cuore… o almeno… nel punto in cui dovrebbe esserci… -

     Sonic si chinò ad aiutarlo, mosso da compassione. Tikal gli fu subito accanto e cercò di rappezzarlo come poteva in modo da tenerlo in vita.

     - Hai fatto la scelta giusta alla fine! - disse Sonic con tono tranquillo - Vedi di non andartene! Abbiamo ancora un conto in sospeso a suon di pugni da regolare, cagnolone! -

     Drake tossì forte, ma dal suo debole sorriso il riccio blu poteva interpretare un segno di assenso.

     - Sai cosa dobbiamo fare adesso! - esclamò Shadow avvicinandosi con fare serio e richiamandolo.

     Sonic annuì e, insieme al suo sosia, arrivarono in prossimità del Master Emerald. I sette smeraldi che volteggiavano sopra di loro fluttuarono più in basso fino ad arrivare ad orbitare intorno a loro… sempre più velocemente… finché non si fusero con i loro corpi producendo un flash abbagliante di luce dorata… Sonic e Shadow non si riconoscevano quasi più… la loro pelle era diventata color dell’oro, avvolti da un alone luminoso e da un mistico potere che scorreva loro nelle vene… sentivano quella familiare sensazione di onnipotenza crepitare loro in ogni minima cellula della loro struttura… era arrivato il momento…

     I due super-ricci si voltarono verso i loro compagni. I loro sguardi commossi e malinconici brillavano sotto la pioggia. Tails fu il primo ad avvicinarsi a Sonic e ad abbracciarlo forte mentre faticava a reprimere le lacrime.

     - Siamo tutti con voi, Sonic! - disse con voce rotta - Andate e tornate da campioni! -

     - Sei sempre stato più bravo di me a fare l’eroe, blu! - seguì Knuckles dandogli una pacca sulla spalla - Fate a pezzi quel mostro orrendo! -

     - Gli darò un calcio nel sedere anche da parte tua, Knuckster! - replicò Super Sonic senza abbandonare il suo ironico sarcasmo.

     - Che il cielo vi protegga, amici miei! - intervenne Tikal - Pregheremo per voi da qui! -

     - Sì, facciamo tutti il tifo per voi! - dissero Big, Cream e Charmy ad una voce.

     - Buona fortuna, ragazzi! - proferì Espio inchinandosi in segno di rispetto.

     - E non dimenticate di far pagare a quel grottesco cialtrone per ogni suo misfatto! - concluse Vector.

     - Bè, cosa dire, Sonic, Shadow! - si intromise il dottor Eggman - Tutte le nostre speranze sono riposte nei vostri corpicini spinosi! Cercate di non essere schiacciati, quell’onore spetta solo a me! -

     - Grazie di averci aiutato, doc! - replicò Super Sonic sorridendo in risposta al ghigno del dottore.

     - Cercherò di dimenticarlo il più in fretta possibile! -

     - Fa attenzione, zuccherino! - disse Rouge mogia - Quando avrai vinto la battaglia vienimi a trovare così mi racconti tutto! Ricorda che non è educato far aspettare una bella ragazza! -

     - Non me ne scorderò! - le assicurò Super Shadow.

     Era arrivato il momento di parlare con Amy, la quale era rimasta in disparte durante gli ultimi saluti con un’espressione indecifrabile. Super Sonic sapeva che doveva dirle qualcosa prima di andare, ma che cosa? Non voleva suonare né troppo melodrammatico né troppo banale. Sarebbe stato meglio allontanarsi senza proferire parola? Detestava l’indecisione e la confusione che quel sentimento non faceva altro che arrecargli.

     - Ascolta, Amy! - iniziò il riccio facendo febbrilmente lavorare il cervello.

     - No! - lo interruppe lei con le lacrime che le premevano agli angoli degli occhi - Qualunque cosa tu possa dire suonerebbe come un addio! Ricorda solo che hai promesso che alla fine di tutto questo saremmo andati lontano, solo tu ed io! -

     - Ed è una promessa che intendo mantenere! - rispose Super Sonic prendendole delicatamente la mano e intrecciando le proprie dita con le sue.

     Si guardarono per un istante. Comunicarono in silenzio. A livello inconscio.

     - Fallo secco! - concluse Amy con un luccicone che le colava sulla guancia.

     Super Sonic l’asciugò con il pollice per poi strizzarle l’occhio e allontanarsi. Con un’ultima occhiata ai loro compagni di avventure, Super Sonic e Super Shadow sfrecciarono verso il cielo fendendo le nuvole.


EPILOGO

“Don't care what you're thinking,
As you turn to me,
Cause what I have in my two hands
Is enough to set me free”

     Il mostruoso essere alato stava sorvolando l’intero pianeta alla ricerca dei primi obiettivi su cui scaricare la sua furia cieca. Non si sarebbe aspettato di vedere due lampi dorati che attraversavano il banco di nuvole tempestose per colpirlo dolorosamente allo stomaco e trascinarlo, con una forza inaudita, ancora più in alto. L’attrito con l’atmosfera gli bruciava sulla pelle squamosa mentre i due esseri lo stavano lentamente spingendo verso lo spazio aperto. Con un ruggito feroce e un rapido movimento, si scostò dalla traiettoria del loro attacco e si allontanò. Il freddo pungente del desolato spazio aperto gli riempì i polmoni.

     I due lampi di luce gli si posizionarono di fronte. Erano due ricci dalla pelle dorata che brillavano nel buio come due stelle. All’improvviso si fiondarono entrambi contro di lui, ad una velocità pazzesca, per poi colpirlo nuovamente sul torace. Rimbalzarono sul suo corpo ripetutamente, percuotendo ogni parte che gli era possibile raggiungere. La creatura ruggì nuovamente ed utilizzò le braccia possenti per chiudersi a palla e proteggersi dagli attacchi. Ad una nuova carica dei due porcospini, agì più rapidamente e li ghermì con i suoi artigli, tenendoli stretti nei pugni in modo da stritolarli. Quando riuscì a racchiuderli sentì un forte bruciore sulle mani. Stavano roteando all’impazzata, screpolandogli la pelle.


“I could fight the feeling
To resist it over time
But when it's just too much to take
You sneak up from behind”

     Il mostro li gettò via prima che riuscissero a spellargli le mani e li guardò con rabbia. I suoi nemici tornarono alla carica, ma questa volta era pronto. Spalancò le fauci ed eruttò un getto di fiamme azzurre che li investì in pieno. Sarebbero dovuti finire abbrustoliti, ma vennero fuori dalla vampata solo lievemente indeboliti.

     La lotta proseguì accanita. Quei due ricci erano fastidiosi come mosche e altrettanto sfuggenti. Tuttavia i loro attacchi ripetuti riuscivano scarsamente a scalfire la sua spessa epidermide. Non ci avrebbe messo molto a liberarsi di loro.


“Like a million faces
I've recognized them all
And one by one they've become
A number as they fall”

     Super Sonic e Super Shadow stavano facendo del loro meglio per indebolire la creatura, ma sembrava davvero invulnerabile. Non erano sufficientemente forti per trapassarla da parte a parte come facevano alle macchine del dottor Eggman. La sua spessa pelle a scaglie era dura come il diamante e dalla sua bocca era in grado di emettere una vasta gamma di attacchi fulminanti. I raggi di energia che sparava erano in grado di paralizzarli e di renderli un facile bersaglio, le onde sonore che produceva erano capaci di stordirli e i suoi artigli fungevano da perfetta arma fisica. Nonostante fossero invulnerabili, erano consci che il potere fornito loro dai Chaos Emeralds non sarebbe durato a lungo, e se avessero esaurito le energie sarebbero stati condannati… e tutto il pianeta con loro.


“In the face of reason
I can't take no more
One by one they've all become
A black mark on the floor”

     Potevano quasi sentirli. I cuori delle milioni di vite che pulsavano nel loro mondo battere all’unisono per loro, milioni di anime unite insieme a loro nella speranza. Dovevano continuare… per loro ed il loro futuro.


“Is it me, you say, you're looking for
Let me show you who I am and what I'm here for... here for...”

     - Non ci porterà a niente un attacco ripetuto! - esclamò Super Shadow affaticato - Ci vuole un colpo potente diretto! Dritto al petto, dove ci ha indicato Drake! -

     La creatura ruggiva incollerita. Guizzi di luce violetta si stavano raccogliendo nella sua gola.

     - Qualche suggerimento, vendicatore? - replicò Super Sonic, la mente che volava verso i suoi amici.

     - Prendi la mia mano e stringila forte! -

     - E’ proprio necessario? Se devo andarmene preferirei farlo con più dignità! -

     - Io preferirei non farlo affatto! Dammi la mano, idiota! Uniamo le nostre forze! Chaos Control alla massima potenza! -

     Super Sonic afferrò il palmo aperto di Super Shadow. Poteva sentire la propria energia scorrere attraverso il corpo per fondersi con quella del suo compagno. Magorian stringeva tra i denti un’enorme sfera di luce viola, pronto a soffiarla contro gli avversari.

     - E’ stato un piacere combattere con te, Shadow the hedgehog! - disse Super Sonic.

     - Lo stesso vale per me! -


“Try to reach inside of me, try to drain my energy
Let me show you just what I'm made of”

     Erano pronti. Tenendosi ben saldi l’uno all’altro cominciarono a ruotare sul posto, sempre più veloce, diventando un vortice dorato che produceva un’energia inimmaginabile.

     - Per la nostra specie… per Maria… -

     - E per il nostro mondo… -

     - CHAOS CONTROL!!! -

     La creatura sputò un raggio viola di energia vibrante… i due ricci divennero un lampo giallo supersonico… e i due attacchi entrarono in collisione… producendo un’onda d’urto mastodontica… che si propagò per tutto l’universo…


“Simple curiosity tries to take a bite of me
Let me show you just what I'm made of now...”

Continua in...
Chaos Millennium Saga - "La verità oltre lo specchio"
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Colonna sonora:
Wonderful Life - Black
Team Chaotix - Gunnar Nelson
What I'm Made Of - Crush 40
dedicato a Michele...
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ART GALLERY

Sins Of Purity Cover

Sins Of Purity Cover
Disegnata da Shadowmoon56
(http://shadowmoon56.deviantart.com)

Questa è la cover illustrativa in bianco e nero della saga di Sins Of Purity.
In alto è raffigurato Magorian, sulla sinistra ci sono Drake e Seth.
Il centro rappresenta Sonic, Tails, Knuckles, Amy, Shadow e Rouge circondati dai ninja ombra di Magorian.
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CHAOS MILLENNIUM Saga

La verità oltre lo specchio

Scritto e ideato da: Knuckster

ATTENZIONE:
Questo capitolo, specialmente nell'ultima parte, presenta scene violente e sanguinose.

     Qualunque occhio estraneo che si fosse affacciato nella sfavillante Sala delle Cerimonie, avrebbe stentato a credere che si trovasse a metri e metri sottoterra, insieme a tutto il Quartier Generale della Resistenza. Era una stanza molto ampia, sia in lunghezza che in larghezza, il cui alto soffitto era dipinto di motivi floreali e di stemmi di fuoco, nonché decorato con fregi in marmo bianco e simboli regali in marmo nero. Le lucide e levigate pareti erano contornate da colonne di onice che sorreggevano delle coppe dorate. All’interno di ogni coppa ardeva una fiamma viva che rischiarava l’ambiente di una luminosità soffusa, abbastanza per vedere e per trasmettere un senso di riverenza e soggezione. La parete nord dello sfarzoso locale era occupata da un piano sopraelevato su cui era posata la lunga tavolata in legno di mogano che ospitava il Consiglio e l’Alto Cancelliere. Sopra di loro, splendeva un rosone tempestato di rubini e zaffiri che ospitava il simbolo della Resistenza: un’aquila argentata con le ali spalancate e avvolta da fiamme vive scolpite nell’oro.

     La Sala delle Cerimonie era da sempre considerata un sancta sanctorum per la popolazione sotterranea. Era il luogo in cui tutta la comunità si riuniva per i riti di culto, per le comunicazioni importanti, per i lutti più gravi e anche per le ricorrenze e i festeggiamenti che riguardavano l’intero movimento. Veniva anche ricordato per le cerimonie di insediamento di nuovi generali e, progressivamente, di nuovi Comandanti. A causa dell’estrema importanza del luogo, i grandi portoni di quercia erano perennemente sigillati, in modo da non permettere a nessuno l’accesso. Solo il Cancelliere possedeva le chiavi per aprirla e solo lui aveva la facoltà di decidere quando fosse necessario entrarci, in base all’urgenza di riunire o no tutta la popolazione.

Il giovane Shadow the hedgehog rimase stupefatto la prima volta che mise in piede in quella stanza, colpito da tanta magnificenza e tanto splendore. Pochi minuti prima si trovava nella spoglia anticamera, in compagnia dell’anziano Cancelliere, attendendo il momento in cui sarebbe stato presentato alla popolazione. Il ticchettio insistente del pendolo antico che aveva di fronte non poteva urtare più di quanto stava facendo già la sua capacità di sopportazione. Come se non erano già sufficienti i battiti ansiosi del suo cuore a scandire i secondi di quella serata interminabile.

Il Cancelliere, seduto accanto a lui, gli lanciò uno sguardo con la coda dell’occhio e incurvò leggermente il becco in un sorriso divertito.

     - Sei nervoso, ragazzo mio? - domandò con fare paterno.

     Shadow si voltò a ricambiargli l’occhiata. Si rese conto che probabilmente la sua espressione ansante e le sue mani tremanti lo avevano tradito. Si prese mentalmente nota di imparare a sopprimere l’emotività quando avrebbe esercitato la sua carica.

     - Un pochino sì! - rispose abbassando la testa.

     Il Cancelliere rise sommessamente, facendo vibrare la vistosa pappagorgia.

     - Chi non lo sarebbe al posto tuo? Ah, se penso a quanti baldi giovani ho visto alternarsi al tuo posto mi rendo conto di quanto siano vecchie le mie piume! Tutti loro hanno svolto un lavoro esemplare per noi e sono sicuro che tu non sarai da meno, ragazzo mio! -

     - Farò del mio meglio per aiutare il movimento, Cancelliere! - replicò educatamente Shadow - E ci tengo a ringraziarla per la fiducia! -

     - Non c’è di che, non c’è di che! D’altronde abbiamo tutti bisogno della tua forza e della tua astuzia! Le nostre vite sono nelle tue mani e, se il buongiorno si vede dal mattino, credo che come Comandante non sarai niente male! -

     Il riccio nero si limitò ad annuire con un cenno del capo. Avrebbe preferito che il Cancelliere non avesse menzionato quelle ultime parole. L’idea delle responsabilità a cui stava andando incontro non facevano altro che aumentare la sua agitazione e il suo nervosismo, per quanto possibile. Quasi non riusciva ancora a credere a quello che era diventato. Sembrava ieri il giorno in cui era entrato a far parte della milizia della Resistenza come recluta. Non avrebbe mai potuto scordare tutte le giornate passate ad allenarsi duramente nelle Sale d’Addestramento, mosso sempre dalla stessa determinazione e dallo stesso spirito combattivo. E anche quando gli erano concessi quei rari momenti di svago, preferiva recarsi in biblioteca e trascorrere ore e ore a studiare gli antichi testi della loro storia piuttosto che andare a divertirsi con gli altri suoi compagni. Era sempre stato un tipo piuttosto solitario, ma questo suo atteggiamento schivo nascondeva una forza d’animo e una sete di sapere senza precedenti. Il suo sogno era sempre stato quello di combattere al fianco degli eroi della Resistenza, lottare per la loro libertà e la loro indipendenza fino a rovesciare, un giorno, la Tirannide che da sempre li opprimeva. E pian piano il suo desiderio si stava realizzando.

Le sue doti di grande lottatore e stratega furono così grandi che in breve tempo fece strada come cadetto, fino a raggiungere cariche più alte.

     Shadow puntava a diventare generale, in modo da intervenire più in prima linea nelle missioni importanti. Man mano che cresceva e l’esperienza di vita si accumulava sulle sue spalle, la sua mente avida di conoscenza si ampliava sempre di più. Un testo in particolare lo affascinò più di tutti: le Cronache dei Precursori, un’opera risalente alla notte dei tempi, ricca di leggende antiche e di storie fantastiche, di miti scintillanti e di oscure profezie. Fu proprio una di queste che permeò nel suo cervello e lì vi rimase per molto tempo come un chiodo fisso. Nascosto da metafore ardite, ma non così oscure da rendere incomprensibile il significato, c’era il segreto per rovesciare la Tirannide. Forse erano delle sciocche leggende o forse no, ma Shadow sapeva che era esattamente quello di cui tutti loro avevano bisogno per continuare a lottare in un momento di crisi. Uno scopo, un motivo che li spingesse a tenere duro ancora a lungo.

     Cominciò a parlare di quella profezia prima con i suoi compagni, poi con i suoi addestratori e poi con i suoi superiori. Quella idea all’apparenza così assurda, ma così confortante, si fece strada rapidamente tra tutta la popolazione sotterranea. Era qualcosa in cui credere, un piccolo spiraglio di salvezza che allontanava l’idea terribile che quella guerra non sarebbe finita mai. Una sferzata di energia, utile ad infondere coraggio anche al più sconfortato dei soldati. Shadow aveva dato inizio a qualcosa che non poteva neanche immaginare. In molti cominciarono a documentarsi sulle Cronache e a cercare il passo in cui era profetizzata la fine della tirannia sul loro mondo. Alcuni erano fortemente scettici in quello che leggevano, ma la maggior parte credeva ciecamente in quella predicazione. Fintantoché avevano qualcosa su cui fare affidamento, qualcosa in cui aver fede, il futuro non appariva loro così tenebroso.

     La miccia che Shadow aveva acceso e che bruciò in tutto il Quartier Generale con la rapidità di un puma gli permise di essere notato dalle alte sfere. Le sue capacità magistrali erano sufficienti a ritenerlo degno di più alti incarichi, ma la scintilla di speranza che portava con sé fece presagire che fosse destinato a qualcosa di più. Il suo ideale e la sua fede stavano diventando un simbolo per tutta la comunità. Chi sarebbe stato più tagliato per la carica di Comandante se non un valente e coraggioso soldato che ispira fiducia e porta avanti una convinzione così rassicurante?

Da semplice recluta prima e da tenente poi, Shadow si ritrovò ad essere un serio candidato al posto di Comandante dell’intero movimento. Era più di quanto si fosse ritrovato ad immaginare nei suoi sogni più fantastici. Non si sentiva pronto a sufficienza per ricoprire quell’incarico così gravoso, ma il rispetto e le aspettative che tutti riponevano in lui erano abbastanza per motivarlo seriamente. Gli vennero affidate delle missioni importanti dal Consiglio stesso, azioni né troppo vitali ma neanche troppo trascurabili che avrebbero dimostrato sul campo se aveva le qualità necessarie allo scopo. Il suo battesimo di fuoco andò oltre le più rosee previsioni. Guidò un piccolo plotone all’assalto di un deposito di carburante essenziale per il rifornimento delle truppe del Tiranno. La struttura fu completamente rasa al suolo, grazie ad un’eccellente coordinazione e cooperazione, e ad indorare la pillola, molti dei droidi di sicurezza furono letteralmente inceneriti, snellendo le fila del nemico. Un altro paio di operazioni simili seguirono a quella e il risultato non poteva essere più soddisfacente.

Considerate le elevate prestazioni conseguite, non fu una sorpresa per nessuno la nomina a Comandante di quel giovane riccio nero. Da quando Knuckles the echidna aveva dato le sue dimissioni tempo prima, c’era davvero bisogno di una personalità forte e determinata che li guidasse verso la vittoria tanto agognata. Era proprio per quello che si trovava lì adesso: la cerimonia del suo insediamento come Comandante lo avrebbe presentato ufficialmente ad ogni maschio, femmina e cucciolo della comunità.

     Uno dei Consiglieri si affacciò nella stanzetta e fece segno che era il momento di cominciare. Shadow deglutì a fatica, ma si decise a mettere da parte l’emozione e a ricevere le redini del comando. La mano del Cancelliere sulla sua spalla gli infuse maggior coraggio. Seguì l’anziano attraverso la porticina nera che comunicava con l’ampia Sala delle Cerimonie. Il chiacchiericcio e il rumore che la riempivano sparirono immediatamente non appena i due misero piede nel salone, come se qualcuno avesse tolto il volume.

     Shadow sentì gli occhi di centinaia di persone puntati su di lui, ma si sforzò di essere noncurante. I cinque Consiglieri lo accolsero con degli ampi sorrisi, a cui lui contraccambiò. Si mise accanto alla tavolata, rigido come una statua, e attese che il Cancelliere facesse l’annunciazione.

Diede un rapido sguardo alle prime file dei posti a sedere che c’erano al di sotto del palchetto. Lì vi erano sedute le persone più importanti della comunità. Il suo sguardo ricadde in primis sui quattro generali, i colleghi con cui dal giorno dopo avrebbe dovuto lavorare. Apriva il quartetto Knuckles, la corrucciata echidna che osservava con attenzione lo svolgersi della Cerimonia. Era l’ex Comandante della Resistenza e aveva esercitato quel ruolo per diversi anni. Sotto la sua guida, il movimento aveva conseguito diversi importanti successi, ma purtroppo un episodio spiacevole accaduto qualche settimana prima lo avevano costretto a dare le dimissioni. Aveva guidato personalmente un assalto ad un treno merci che avrebbe dovuto trasportare in città una nuova arma di distruzione di massa. Il tutto si era rivelato una trappola accuratamente preparata per attirarli in un luogo ed attaccarli senza pietà. Il treno era pieno di esplosivo e di droidi da combattimento. Knuckles era sopravvissuto all’agguato, ma molti soldati avevano perso la vita. Il Comandante si riteneva personalmente responsabile dell’accaduto, in quanto aveva insistito lui stesso per partire all’attacco immediatamente, senza studiare ulteriormente la situazione, e con lui anche metà del Consiglio. Prima che fossero loro a prendere provvedimenti, diede lui stesso le dimissioni. Gli fu permesso comunque di rimanere all’interno della schiera dei generali, dato che non si poteva ignorare il contributo che aveva dato a tutta la comunità. Nel guardarlo si chiese se sarebbe mai stato alla sua altezza e, soprattutto, se sarebbe andato d’accordo con lui, adesso che era un suo superiore. La sua tattica strategica puntava sull’azione e l’interventismo costante, quindi era diametralmente opposta a quella di Shadow. Si chiedeva se la sua sarebbe stata altrettanto efficace.

     Accanto a Knuckles c’era un altro generale, Rouge the bat, una tra le più esperte agenti nel settore delle infiltrazioni. Sorrideva con fare incoraggiante alla volta di Shadow e seguiva la cerimonia con espressione di educata curiosità. Subito dopo c’era il sergente Geoffrey Van Marten. Era il generale più anziano, un autentico veterano che tutti conoscevano non solo per la sua abilità, ma anche per i suoi modi educati e cortesi. Sebbene fosse diventato generale da un bel pezzo, tutti continuavano a riferirsi a lui come sergente, perché le sue azioni e gli episodi drammatici di cui era stato protagonista a quel tempo erano rimasti cristallizzati nella memoria di tutti.

A chiudere il gruppetto c’era una delle più giovani generali che fossero mai esistite: Amy Rose, una riccia rosa dall’apparenza dolce ma dalla sostanza forte. Shadow l’aveva vista in diverse circostanze girovagare per il Quartier Generale ed ogni volta era rimasto colpito dai suoi occhi verde brillante in cui era inevitabile perdervisi. Anche in quel momento, mentre aspettava che il Cancelliere srotolasse la pergamena dell’insediamento, incrociò il proprio sguardo con il suo e fu fortemente attratto da quelle iridi magnetiche. Lei gli strizzò l’occhio in segno di intesa e lui si ritrovò stupidamente a distogliere la vista, lottando contro un insensato rossore che gli divampò in viso.

     - Ah-ehm! - si schiarì la voce il Cancelliere - Di conseguenza alle dimissioni di Knuckles the echidna dal ruolo di Comandante del movimento di Resistenza e il suo successivo rifiuto di esercitare oltre la sua carica, i Consiglieri e l’Alto Cancelliere qui presenti hanno unanimemente deciso di nominare il soldato Shadow the hedgehog nuovo Comandante e di conferirgli tutte le facoltà esecutive e decisionali proprie del suo ruolo, sperando che assolva ai suoi doveri con fermezza e abnegazione e ci conduca verso la liberazione! -

     Con grande calore e affetto, tutte le persone riunite nella sala si alzarono un secondo dopo la fine della formula di rito ed esordirono con un fragoroso applauso che durò per diversi minuti. Geoffrey ed Amy erano tra quelli che applaudivano più forte. Anche Knuckles e Rouge si unirono all’acclamazione, anche se in maniera più composta. Persino i Consiglieri si misero in piedi l’uno dopo l’altro per aggregarsi alla massa festosa. Shadow era commosso, anche se cercò di non farlo vedere. Sorrise educatamente e rispose agli applausi con brevi cenni del capo, mentre il Cancelliere gli stringeva affettuosamente la mano.

     Sapeva che c’era un roseo futuro che lo aspettava davanti a sé. Si sentiva in grado di spostare anche una montagna se solo avesse voluto. Quello che non immaginava è che molti anni dopo si sarebbe trovato di fronte alla sconfitta più cocente.


     Il tempo sembrava essersi fermato in quella notte che era ormai quasi vicina alle luci dell’alba. Un moto di terrore e disperazione aleggiava come un sinistro fantasma all’interno della Sala Strategie, mentre i combattenti della Resistenza osservavano con gli occhi fuori dalle orbite la personificazione della loro sconfitta, rigida e trionfante sulla soglia della porta.

Sebbene stentassero a crederlo, era proprio il Tiranno, immancabilmente avvolto nel suo lungo mantello, tronfio e con il torace sporgente, che sorrideva disgustosamente. Cybil era alla sua sinistra, beffarda e con quella sua solita aria di superiorità. Aveva le braccia conserte e sembrava apparentemente noncurante di ciò che le accadeva intorno. Dal canto suo, Vector, posizionato alla destra di Sonic, aveva gli occhi ridotti a due fessure, che fulminavano qualunque essere su cui si posassero. Una vistosa cicatrice non ancora del tutto rimarginata si estendeva dal suo lungo muso fino a metà del collo. Le sue mani si aprivano e chiudevano con un tintinnio continuo quasi come se volessero stringersi attorno ad un bersaglio. Poco più indietro c’era il dottor Prower, con le due code arrotolate in una sola e una mano stretta attorno all’impugnatura di una pistola. Un manipolo di droidi da combattimento erano sull’attenti e con i cannoni pronti appena dietro di lui.

     Per un minuto buono nessuno osò dire niente, da una parte troppo sbalorditi per aprire bocca, dall’altra troppo concentrati sulle mosse avversarie. Shadow era temporaneamente paralizzato. Il suo sguardo e il suo pensiero andava ora verso Sonic, ora verso sua moglie, ora verso Cream. Poche volte prima di allora si era sentito così inerme e così indeciso sul da farsi.

     - Le vostre mamme non vi hanno insegnato l’educazione? - domandò infine Sonic, rompendo il ghiaccio - Non si dice ad un ospite di accomodarsi? -

     - Mai ospite è stato più sgradito di te! - replicò Geoffrey con tono acido.

     - Oh-oh! - mugolò il Tiranno, falsamente dispiaciuto - Potrei anche offendermi, sai? E’ la prima volta che scendo qui negli inferi e non mi portate neanche a visitare questa… topaia che chiamate casa! -

     Quelle parole ebbero un effetto portentoso su Shadow. I suoi nervi scattarono quasi come fossero stati toccati da un ferro rovente e la sua mano scivolò verso la mitraglietta nella fondina. Evidentemente, però, il Tiranno si aspettava una simile reazione perché fece un cenno con la testa a Cybil e lei, con la sua classica rapidità, lanciò un filo di ragnatela davanti a lei. La tela aderì al braccio della piccola Cream che venne trascinata verso la vedova nera e fu successivamente bloccata nella sua morsa. Un coltellino retrattile ondeggiava a pochi centimetri dalla sua trachea. Amy si protrasse in avanti troppo tardi per afferrare sua figlia e, non appena vide la lama che la minacciava, tentò di correre a salvarla, prima di essere fermata da Knuckles.

Shadow estrasse le armi e le puntò con rabbia alla volta di Sonic. All’unisono, Vector e il dottor Prower tirarono fuori le loro, ansiosi come non mai di dare inizio ad un conflitto a fuoco. Come in una reazione a catena, anche tutti gli altri fecero lo stesso.

     - Lasciala andare immediatamente! - esclamò il riccio nero con le dita che indugiavano sui grilletti.

     Sonic sorrise.

     - Se ci tieni alla tua pargoletta e al suo apparato respiratorio ti consiglio vivamente di gettare quelle armi! E così tutti gli altri! -

     Amy fu la prima a cedere al ricatto. La vista di Cream che tremava convulsamente mentre la lama del coltello pendeva ancora su di lei fu sufficiente a farla arrendere. Shadow però non riusciva ad accettare le condizioni.

     - Dammi solo una buona ragione… - mormorò a denti stretti.

     - Il corpo della coniglietta esanime sarà una ragione più che valida se non metti giù le armi, Comandante! -

     Il Tiranno era irremovibile. Sapeva di avere il coltello dalla parte del manico.

     Amy posò una mano sulla spalla di suo marito. Era il messaggio che non potevano mettere a repentaglio la vita di Cream in nessun caso. Con il cuore che gli moriva in petto, gettò la mitraglietta al suolo ed ordinò ai suoi compagni di fare lo stesso. Una dopo l’altra, le armi furono ammonticchiate ai piedi del Tiranno.

     - Anche tu, sergente! - intervenne Cybil maligna.

     I bracciali rotanti di Geoffrey erano infatti passati inosservati. Senza una parola, se li sfilò e li lanciò tra gli altri armamenti. Knuckles fu l’ultimo a deporre il fucile, rallentato dal suo spirito combattivo che non accennava a spegnersi.

     - Spero tu sia soddisfatto, faccia di bronzo! - disse velenoso.

     - Posso disintegrarlo adesso, boss? - replicò Vector estraendo i cannoni al plasma - Ti prego, posso disintegrarlo? -

     - Non ancora! I nostri amici hanno tutto il diritto di guardare in faccia la loro disfatta e di sapere come questa è avvenuta! -

     - Come hai fatto a trovarci? - chiese Shadow attento.

     Doveva riuscire a farlo parlare molto, in modo da guadagnare tempo. Senza armi non era necessariamente inoffensivo. Se solo fosse riuscito a prendere uno smeraldo dalla teca…

     - Buona domanda! Come ho fatto a trovarvi? Cosa ha permesso al cattivone di violare il sancta sanctorum degli eroi indomiti? Qual è il segreto che ha permesso al lupo feroce di acciuffare le tenere pecorelle? Oh, non potete neanche immaginare di cosa si tratta! Qualcosa su cui ho sempre contato e su cui ho fatto bene a riporre le mie speranze: la vostra sconfinata stupidità! -

     Shadow sgranò gli occhi, incredulo. Che cosa intendeva dire con quello? Erano forse stati loro stessi ad aprirgli le porte del Quartier Generale? Aveva commesso qualche sbaglio?

     - Cosa significa questo? - sbottò Robotnik, vagamente offeso.

     - L’intelletto di voi piccole formiche è così misero che quasi mi fa compassione! Come avete potuto pensare anche solo per un momento di eguagliare il mio? Speravate di superarmi in intelligenza? Credevate che la mia carica di Tiranno sia dovuta solo alla mia forza e non al mio cervello? Poveri ingenui! Sono anch’io a conoscenza di quello che è profetizzato nelle Cronache dei Precursori! L’ignoranza non fa certo parte delle mie prerogative! Ed è proprio per questo che ho imprigionato la cosiddetta Veggente quando mi sono imbattuto in lei! Perché ero già a conoscenza del segreto che custodisce, cosa che voi, miseri insetti, non potevate neanche immaginare! -

     Sonic estrasse dal corpetto il suo inseparabile ciondolo. La luminosità del Chaos Emerald verde splendette nella sala per un secondo.

     - Quando ero giovane e bramoso di potere mi sono imbattuto in questo Chaos Emerald, la fonte del potere supremo! E’ grazie a questo che ho potuto eliminare Sir Charmy e a Lady Levine e unificare il più grande esercito che si sia mai visto! E’ grazie a questo che ho potuto fondare il mio meraviglioso impero e diventare quello che sono adesso! Il suo potere supera qualunque previsione, era tutto ciò di cui avevo bisogno! Sapevo però che non era unico nel suo genere! Studiando alcune antiche iscrizioni e leggendo le Cronache ho scoperto che esistevano altre sei gemme come questa, ma non avevo i mezzi per individuarle! Mi accorsi che gli smeraldi agiscono tra di loro come dei magneti quando ne ritrovai un altro per pura coincidenza e, poco tempo dopo, riuscii a mettere le mani su di un terzo! Poi, setacciando le Mystic Ruins per ulteriori indizi, trovai quell’echidna svampita e non ci misi molto a realizzare che si trattava della mitica Veggente! Facendo semplicemente due più due, ho capito che il mitico segreto che nascondeva era l’esistenza di questi Chaos Emeralds! E’ un’energia quasi divina… e se fosse finita nelle mani dei miei nemici, avrebbe significato la mia caduta! -

     Sonic fece una pausa per squadrare attentamente un’impassibile Tikal.

     - Successivamente siete penetrati nelle mie prigioni per salvarla! Era l’occasione che aspettavo da tempo! Da solo non sarei mai riuscito a farla parlare, ma ero sicuro che quella strega con voi si sarebbe aperta! Vi siete mai chiesti perché è stato così semplice tirarla fuori di lì? Perché non ho inviato più forze di quelle necessarie a non destare sospetti! Io ho voluto che voi la liberaste! Ho sfruttato la vostra cieca speranza e la vostra fiducia per arrivare di un passo più vicino ai miei personali scopi! -

     - Avevi già tre smeraldi! - intervenne Shadow - Che senso aveva consegnare Tikal a noi? Potevi continuare da solo la ricerca! -

     - I due Chaos Emeralds che avevo rinvenuto erano sparsi agli angoli del globo e gli altri potevano essere nascosti chissà dove! Una ricerca troppo lunga ed infruttuosa perché ne valesse la pena! L’unica soluzione era scoprire con certezza la loro locazione e solo la Veggente poteva rivelarmela! Non dovevo fare altro che lasciarla nelle vostre mani e seguire le vostre orme! Sareste stati voi stessi a portarmi dai miei gioielli! -

     - E’ per questo che hai messo Cybil sulle nostre tracce! - commentò Mighty.

     - Precisamente! Ero sicuro che vi sareste messi subito alla ricerca degli smeraldi e, conoscendo il prode Comandante Shadow, ero anche sicuro che se ne sarebbe occupato lui personalmente! Infatti così è stato! Grazie ai consigli della Veggente, avete trovato uno dei Chaos Emeralds e i miei scagnozzi erano lì pronti a sottrarvi il frutto dei vostri sforzi! -

     - Però non ci sono riusciti! - rispose Shadow.

     Stava ancora tentando di indietreggiare quanto bastava ad afferrare uno smeraldo, approfittando dei momenti in cui il Tiranno non gli posava gli occhi addosso.

     - Cybil ha fallito, è vero! Ma il suo scriteriato sbaglio si sarebbe dimostrato davvero molto utile in futuro! -

     - C’eri sempre tu dietro al piano di Lance? - chiese Knuckles irritato.

     - Oh, no! Ammetto questa mia mancanza! Ero totalmente all’oscuro del tradimento di Lance ed Espio! E’ stato davvero avvilente sapere che avevo due smeraldi sotto al naso e non me ne ero accorto! Fortunatamente, però, Espio ha fatto il passo più lungo della gamba e il suo tradimento è costato a lui la vita, e a me un altro Chaos Emerald ad infoltire la mia collezione! -

     Sonic estrasse dalla tasca uno splendente smeraldo rosso intenso. Tutti i presenti furono catturati dalla sua luce abbagliante.

     - Tuttavia, quando sono arrivato sul luogo della vostra battaglia con Lance era già troppo tardi! I suoi due Chaos Emeralds erano già nelle vostre mani! Ma non mi importava… tutto ciò che mi interessava era che fossero ritrovati tutti e sette! -

     - Non ci hai ancora detto come hai fatto a trovare il nostro Quartier Generale! - indugiò Rouge.

     - Ah! Questa è stata la mia macchinazione più perfetta! Nessuno avrebbe potuto sfruttare la vostra stupidità meglio di quanto abbia fatto io! Quando Cybil vi ha rivelato la posizione di altri due Chaos Emeralds, credevate che io non sarei stato al corrente di questa sua piccola mancanza? Avete fatto male i vostri calcoli! Cybil ha dei seri problemi di lealtà, certo, ma sa bene che con me non è il caso di scherzare, vero, cara? -

     La vedova nera sorrise debolmente. Continuava a tenere stretto la povera Cream.

     - Mi ha riferito quello che aveva detto non appena è tornata dalla missione! Ed io ho pensato: cosa dovrei fare? Mi converrebbe spostare e mettere più al sicuro quei due smeraldi? O forse avrei potuto approfittare della situazione! Prendere due piccioni con una fava, come avevo fatto fino a quel momento! Francamente sono stato scettico fino all’ultimo per quanto riguarda questo piano! La vostra stupidità avrebbe dovuto raggiungere livelli sconfinati per cadere in questa trappola puerile! Eppure ci siete cascati! La vostra cieca speranza e la vostra sete di libertà hanno segnato la vostra fine! Avete preferito gettare all’aria ogni precauzione pur di ottenere quello che volevate! -

     - Non capisco di cosa stai parlando! - disse Shadow perplesso.

     - Te lo mostro subito, Comandante! -

     Sonic estrasse un piccolo telecomando e premette un pulsante su di esso. All’interno della teca che custodiva gli smeraldi, uno di questi, più precisamente uno dei due che avevano portato via dal bunker 56, smise di brillare. Lentamente si spaccò in due e dal suo cuore spuntò un piccolo dispositivo meccanico che lampeggiava. I generali lo guardarono stupefatti.

     - E’… e’ un segnalatore! - esclamò Geoffrey con la voce spezzata.

     - Centro! - commentò il Tiranno soddisfatto - Sapevo che avreste tentato di penetrare nel bunker 56, o meglio, confidavo nella vostra idiozia! Quindi ho sostituito uno dei Chaos Emeralds con uno falso, che però conteneva una potente cimice! Ed è grazie a questa cimice che ho potuto localizzare la vostra base e che ora sono qui a parlarvi! -

     Fu come se tutto il mondo fosse crollato addosso a Shadow. Si inginocchiò al suolo, come se all’improvviso le sue gambe non reggessero più il suo peso. Il suo sguardo era spento, come in una specie di apatia. Era stato lui. Lui aveva insistito per attaccare il bunker. Era lui che aveva fatto il gioco del Tiranno ed era caduto in quel semplice tranello. Un’intera comunità, i suoi compagni, la sua famiglia erano ora condannati solo per un suo stupido errore. Avrebbe dovuto immaginarlo, avrebbe dovuto capirlo. La sua fretta di porre fine alla guerra aveva comportato l’abbattimento di tutte le loro speranze, la cancellazione del loro futuro. Come, come era potuto essere così stupido?

La risata di Sonic echeggiò nelle sue orecchie come una sinistra musica. Niente aveva più significato ormai.

     - Avete tutti compreso le ragioni della vostra sconfitta, causata da un mare di ignoranza e imprevidenza! Potete dare la colpa solo a voi stessi! -

     Nessuno ebbe il coraggio di rispondere. Lo sconforto di Shadow si era diffuso in tutti loro come un virus. Avevano la testa china, lo sguardo vuoto e le braccia cascanti.

     - Ora che ne siete consapevoli - riprese Sonic con tono volutamente dolente - Devo chiedervi di seguirmi! Ma prima… -

     Ad un suo cenno, Cybil afferrò una cerbottana, la avvicinò alla bocca e soffiò forte. Un dardo appuntito fu scagliato come una freccia attraverso la stanza fino a colpire la gola di Tikal. L’echidna sentì il respiro mozzarsi all’istante e piovve a terra a peso morto. Forge e Rouge, i più vicini a lei, fecero per tirarla su ma i cannoni dei droidi puntati contro di loro li dissuasero.

     - Un piccolo regalo alla strega per aver logorato la mia pazienza con il suo mutismo! - commentò Sonic - A quanto pare possiede il dono della lunga vita e non può sentire dolore! Un soggetto perfetto per i suoi esperimenti autoptici di anatomia, dottore! Quando l’effetto del veleno nel sistema circolatorio sarà sparito potrà giocare al piccolo chirurgo quanto vuole! -

     Prower sghignazzò senza ritegno.

     - Sei… sei un mostro! - gridò Alison sconvolta.

     - Onorato del complimento! - replicò Sonic piegandosi in un inchino ironico per poi ordinare - Catturateli! -

     Vector e i droidi non se lo fecero ripetere due volte. Attraversarono la sala ed immobilizzarono tutti i residenti, i quali poterono opporre una minima resistenza. Shadow era ancora inginocchiato sul pavimento e non reagì nemmeno quando Sonic gli passò davanti per prendere la teca contenente gli smeraldi e consegnarla al dottor Prower. Dopodiché, il Tiranno lo guardò dall’alto in basso, prese una pistola, gliela puntò alla tempia e, prendendolo per un braccio, lo costrinse ad alzarsi.

     - E adesso, Comandante Shadow, potrai ammirare le conseguenze del tuo operato scellerato e di come un’intera popolazione abbia trovato la morte per essersi affidata a te! -

     Lo condusse, senza incontrare protesta, fuori dalla Sala ed oltre lo snodo, diretto ai ponteggi. Lo spettacolo che lo accolse fu agghiacciante. Miriadi di droidi avevano invaso ogni angolo del Quartier Generale. Femmine e cuccioli correvano qua e là disperati, mentre i laser e le fucilate dei robot sferzavano l’aria all’impazzata. Bagliori di bombe che esplodevano e tuoni lontani gli riempivano le orecchie. Alcuni ponteggi erano crollati, alcune abitazioni scavate nella roccia erano state rase al suolo. La maggior parte dei fuggitivi veniva catturata dai droidi, fatta inginocchiare o nel peggiore dei casi colpita alla nuca. Alcuni erano stati gettati giù dalla torre, altri direttamente fatti fuori a colpi di cannone. Tutti i soldati disponibili stavano tenendo duro per contrattaccare, ma non potevano nulla contro la schiacciante superiorità numerica. La Resistenza era caduta.

     - Quando i bambini del mio impero studieranno i libri di storia leggeranno: “Così la ribellione sotterranea cadde sotto i colpi del nostro grande ed eterno Tiranno… e fu la fine del Comandante Shadow”! -

     Un colpo forte in testa… e il riccio nero perse i sensi.


     Quando Shadow the hedgehog riaprì gli occhi non si ricordava niente di quello che era accaduto. Si ritrovò immerso in una fitta oscurità e un odore forte di umido gli invase le narici. Il dolore alla base della nuca pulsava ancora insistentemente e lo costrinse a stirare i muscoli del collo, indolenziti. Tutto intorno non vedeva altro che buio, si mise in piedi e procedette a tentoni. Finì per toccare una parete di mattoni fredda e rovinata e, quando i suoi occhi si furono abituati alle tenebre, si rese conto di essere in una piccola stanzetta quadrata, probabilmente una cella di prigione. Il cuore gli saltò immediatamente in gola. Riconobbe subito quel luogo, lo aveva visitato nei suoi sogni per molte notti agitate. In un primo momento si rifiutò di credere a quella realtà così sconcertante. Si aspettava da un momento all’altro che lo scheletro in fiamme balzasse fuori dal nulla e lo ghermisse con le sue dita ossute. Aspettò diversi minuti per realizzare qual era il confine tra sogno e verità, prima di rendersi conto che, apparentemente, non correva alcun pericolo. Non c’era alcun rumore sospetto, era davvero solo in quella cella buia, sebbene qualunque cosa avrebbe potuto stare acquattata sul pavimento, approfittando dell’assente visibilità.

     Shadow era incerto sul da farsi. Non c’era più spazio per i rimorsi e i sensi di colpa in quel frangente. Sembrava che entrambi fossero stati cancellati dal suo cervello con quel colpo sulla nuca e non ci fosse spazio per nient’altro che non fosse una cieca determinazione a tirarsi fuori da quell’impiccio, per quanto possibile. Recriminare era ormai inutile, e lui lo sapeva bene.

Tastò nuovamente le pareti in cerca della porta e quando il contatto gli fu restituito da una lucida superficie metallica capì di averla trovata. Bussò forte due volte e appoggiò l’orecchio per sentire se ci fosse qualcuno dall’altra parte. Udì un debole brusio e dopo pochi secondi il segnale gli fu risposto con altri due colpi. Nei minuti successivi, mentre stava studiando un modo per uscire di lì, dei passi risuonarono all’esterno ed una piccola finestrella rettangolare si aprì sulla porta. Gli occhi penetranti del Tiranno apparvero all’improvviso.

     - Spero che questa sistemazione sia di tuo gradimento! - disse la sua voce attutita.

     - Dove sono mia moglie e mia figlia? - gridò subito il Comandante con rabbia.

     - Stanno bene, se è questo che vuoi sapere! Non preoccuparti per loro, li rivedrai tra poco! Siete tutti invitati ad assistere alla cerimonia della mia grande ascensione… per poi avere il privilegio di testare per primi la furia dei sette Chaos Emeralds nel palmo della mia mano! -

     - Non riuscirai a farla franca, psicopatico! -

     - Strano! Credevo di averla già fatta! - e rise fragorosamente - Ti consiglio di prepararti adeguatamente, Shadow! Voglio che tu e i tuoi amici guardiate con i vostri stessi occhi la mia vittoria definitiva! E nel frattempo… cerca di trattare bene il tuo compagno di cella! -

     Sonic fece scivolare attraverso la fessura un bengala acceso, la cui fiamma rischiarò ad intermittenza l’ambiente circostante. Dopodiché andò via, continuando a sghignazzare. La flebile luce che proveniva dal razzo permise a Shadow di vedere meglio le nicchie prima immerse nelle tenebre e sussultò quando notò uno scheletro bianco lattiginoso disteso sul pavimento in una posizione innaturale. Delle catene arrugginite erano ancora strette attorno ai suoi polsi. Il riccio nero indietreggiò spaventato, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quell’incubo diventato reale, fino ad urtare contro il muro. Temeva che da un momento all’altro il suo teschio si sarebbe incendiato e lo avrebbe attaccato. Passò qualche altro minuto, il tempo necessario a far passare lo shock, poi Shadow cominciò a domandarsi a chi poteva appartenere quello scheletro e com’era possibile che lui lo avesse sognato. A giudicare dalle catene, doveva sicuramente trattarsi di un altro prigioniero lasciato lì a morire di fame. Era troppo alto e slanciato per appartenere ad un mobiano, quindi doveva per forza essere di un umano. Non aveva mai visto nessun altro ad eccezione del dottor Robotnik e non era nemmeno sicuro che ne esistessero ancora.

     Quando la fiamma del bengala si fu quasi del tutto esaurita, notò che dalla cassa toracica di quei poveri resti proveniva un debole luccichio che, una volta spento il razzo, diventò ancora più evidente. Ad un tratto si ricordò del messaggio che quelle ossa continuavano a trasmettergli in sogno, di cercare nel suo ventre. Lo scetticismo non era ancora svanito, ma, considerando le circostanze critiche, Shadow era disposto ormai a credere a tutto. Si avvicinò con molta cautela, a passi lenti e tese una mano verso le costole, con la stessa attenzione di chi maneggia una bomba che sta per esplodere. Frugò per qualche secondo, reprimendo un leggero moto di disgusto, e strinse le dita attorno alla fonte di quella luminosità: una gemma di media grandezza e di colore violetto. All’interno della pietra sembravano esserci delle nubi vorticose avvolte da radi lampi di elettricità. Shadow non capiva bene di cosa si trattasse, ma avvertiva una strana ed attraente energia provenire da quel sassolino. Come catturato da una forza magnetica, provò a chiudergli le dita attorno e a stringerlo nella mano.

     Successe in un lampo. Immediatamente, la sua mente fu invasa da una miriade di immagini che non facevano parte della sua memoria né della sua vita. Il suo corpo tremava come se fosse stato attraversato da milioni di volt di energia. Vide nella sua testa delle scene che scorrevano con la rapidità di un treno… era chiuso in un cilindro e vedeva morire davanti a lui una ragazza dai capelli biondi… stava combattendo nello spazio al fianco del Tiranno, nel tentativo di fermare una gigantesca stazione orbitante… il dottor Robotnik lo aveva intrappolato nella morsa di uno scorpione meccanico gigante… uno sciacallo alto ed inquietante lo aveva messo al tappeto… un uomo dai lunghi capelli argentati si stava trasformando in un mostro blu alato e gigante… Sonic e sua moglie si scambiavano un bacio appassionato in una caverna ghiacciata… Rouge aveva appena trafitto Knuckles con un paio di affilati artigli… un robot marcato E-102 fu travolto da una pioggia di rocce per poi precipitare nella lava di un vulcano… Big, in compagnia di un ranocchio, aveva pescato nelle acque di un fiume un Chaos Emerald… Cream e una creaturina alata stavano giocando insieme ad un’ape con un casco da pilota… Vector ed Espio stavano scorazzando in una macchina alla ricerca di una pianta filiforme… un essere gigantesco e formato da acqua stava scatenando la sua furia su di una metropoli abitata…

     L’impeto con cui queste immagini si accalcarono nel cervello di Shadow fu tale che il riccio perse l’equilibrio, cadde dolorosamente a terra e si lasciò sfuggire la gemma che rotolò via. Non appena il contatto si interruppe, quelle proiezioni svanirono ma il Comandante rimase in preda a delle agghiaccianti convulsioni. Era sudato come se avesse corso per miglia e i suoi occhi erano velati di lacrime. Una schiacciante consapevolezza aveva invaso ogni fibra del suo corpo e si era reso conto che tutti i sospetti che aveva nutrito per tanti anni erano dolorosamente veri. Era difficile accettare quello che aveva appena appreso e gli ci volle parecchio tempo per riprendersi del tutto e realizzare l’accaduto. Respirò a fondo e raccolse di nuovo quella gemma. Adesso sapeva che cosa fare.


     - Vi ringrazio di aver preso parte alla cerimonia di… vostra spontanea volontà! -

     Seduto sul suo trono, il trionfante Tiranno aveva sottolineato le ultime tre parole con un’ironia beffarda. Stava contemplando tutti i generali della Resistenza di fronte a lui, inginocchiati e con le mani legate dietro la schiena per mezzo di un’unica lunga e serpentina catena. Avevano la testa china e le espressioni cupe, tipiche di chi ha la consapevolezza di non avere più un futuro. C’erano tutti, meno che Cream e Tikal, ad assistere allo spettacolo che Sonic aveva in serbo per loro. Cybil e Vector erano posizionati di fronte alle porte, pronti ad intervenire se ce ne fosse stata necessità. Una ventina e più di droidi armata fino ai denti era disposta ordinatamente in fila lungo le pareti. Il dottor Prower era ritto sul lato destro del trono, con il solito fare servile e accondiscendente, mentre attendeva con pazienza che il suo padrone procedesse.

     Sonic fece le cose molto con calma, sicuro di avere ormai la vittoria in pugno. Di fronte a lui fluttuava a mezz’aria una piastra metallica, forata in sette punti disposti a circolo che ospitavano gli splendenti sette smeraldi.

     - E’ questione di qualche momento! - spiegò esaltato passeggiando di fronte ai suoi nemici proni - Accarezzerò quelle sette deliziose pietruzze e il loro potere fluirà nelle mie vene, rendendomi inarrestabile! Diventerò un dio su Mobius e nessuno oserà più opporsi al mio dominio! -

     Nessuno ebbe il coraggio di replicare alcunché. I loro cuori erano troppo colmi di tristezza e disperazione.

     - Coraggio, su con la vita! - li schernì il Tiranno senza pietà - Quando tra poco vi spedirò nell’aldilà potrete dire che vi ci ha mandato l’essere più potente che esista al mondo! -

     - Finché ci sarà qualcuno disposto a combattere per la libertà - intervenne Shadow determinato - Non sarai mai al sicuro! Finché ci saranno persone che si oppongano alla tua tirannide… -

     - E’ proprio questo il punto! Oramai non è rimasto più nessuno! La vostra patetica Resistenza è caduta con voi! E la vostra morte sarà di esempio a chiunque altro tenti la vostra strada di ribellione! -

     Sonic continuò a parlare per parecchi minuti, celebrando la sua forza e la sua astuzia nonché la stupidità di chiunque voglia sfidarlo. Era proprio quello che Shadow aveva voluto: distrarlo. Voltò il capo e mormorò a Geoffrey e ad Amy, entrambi intrappolati ai suoi due lati, delle parole nell’orecchio, raccomandandosi di trasmetterle anche agli altri, senza farsi vedere. Sonic era troppo esaltato dal suo stesso discorso per accorgersene.

     - Ma adesso basta con le chiacchiere! - esclamò infine - Che abbia inizio la vostra fine… e il mio glorioso futuro! -

     Procedendo a passi lenti e con una fierezza da sovrano, il Tiranno si avvicinò ai sette Chaos Emeralds e, sotto lo sguardo ansante e il respiro mozzato di tutti, protese la mano per afferrarli. Shadow non poteva indugiare oltre.

     - Sai qual è il tuo problema, Sonic? - disse con il cuore palpitante - Dovresti fare più attenzione nella scelta delle celle! -

     Il Comandante strinse forte la gemma che stringeva nel pugno chiuso e una scia di elettricità percorse tutta la catena, fondendo le manette che li imprigionavano e rendendo loro la libertà di agire. Tutti e nove si sparpagliarono immediatamente per la grande stanza ed attaccarono i loro nemici, impreparati alla ribellione. Come Shadow aveva suggerito sottovoce, i primi bersagli dovevano essere i droidi, in modo da renderli inoffensivi e sottrarre le loro armi per combattere alla pari con i rimanenti avversari.

     - Prower! - urlò Sonic allarmato - Il sistema di sicurezza! -

     Il Tiranno afferrò la piastra fluttuante e corse velocemente verso la parte posteriore della sala. Shadow gli fu subito alle calcagna, con i colpi delle armi da fuoco che risuonavano nelle sue orecchie. Il dottor Prower si frugò in tasca ed azionò un telecomando. Lo sfarzoso trono si ritirò al di sotto del pavimento grazie ad una piattaforma semovente e al suo posto spuntò una torretta cibernetica dalla forma conica. Il cristallo in cima al dispositivo si illuminò improvvisamente ed emise un ampio fascio di energia che ricoprì l’intera facciata della stanza, aderendo alle due pareti e al soffitto. Shadow si tuffò in avanti un minuto prima che quel campo di forza si richiudesse alle sue spalle, lasciandolo solo, ed isolato, con il Tiranno nella parte posteriore della sala.


     La battaglia più importante delle loro vite era appena cominciata, ma tutti loro non conoscevano l’esito sconcertante che essa avrebbe avuto. Vector, Cybil, il dottor Prower e i droidi da combattimento erano totalmente impreparati e spiazzati da quell’improvvisa e coraggiosa ribellione, ma non gli ci volle molto per organizzarsi efficacemente. D’altronde loro erano più di venti e i loro nemici, escludendo Shadow che se la stava vedendo con il Tiranno, erano otto. Quello che però non si aspettavano era che quegli otto avrebbero combattuto con la grinta di ottanta. Immediatamente, colpirono con tutta la forza di cui disponevano i droidi a loro più vicini, danneggiando i loro sistemi e staccando di netto dalle loro braccia i cannoni laser. Avevano modo di rispondere al fuoco nemico e di organizzare una controffensiva, almeno fino a quando il loro Comandante non fosse riuscito ad appropriarsi degli smeraldi.

     Mighty fu il primo a bersagliare due droidi poco distanti da lui. Utilizzò la sua forza sovrumana per stordire due automi, uno dopo l’altro, atterrarli e privarli delle loro armi. Una la tenne per sé, l’altra la lanciò rapidamente al dottor Robotnik. Considerata la sua scarsa velocità, il dottore fu costretto a rifugiarsi dietro ad un’alta colonna in marmo per proteggersi dagli attacchi nemici. Mighty gli fu subito accanto.

     - Crede di farcela? - chiese l’armadillo frettolosamente.

     - Mi fai sempre la stessa domanda! - replicò lui, poi estrasse il suo dispositivo di puntamento triangolare e lo posizionò sulla fronte. I listelli di metallo scorsero nuovamente sulla sua testa, fasciandola completamente e la lente che avrebbe migliorato la sua mira non tardò a raggiungerli

- E la risposta è sempre la medesima! -

     - Senza il suo lanciamine automatico è sicuro di poter rispondere al fuoco? -

     - Il casco è già sufficiente a migliorare la mia mira! E non ho bisogno di altro! -

     - Bene, doc! - esclamò Mighty soddisfatto - Suoniamo un po’ di rock ‘n roll! -

     Si sporsero entrambi e all’unisono al di là della loro protezione e fecero fuoco a ripetizione contro i droidi che stavano sparando all’impazzata su qualunque bersaglio si muovesse. Vector stava dando loro istruzioni, mentre lui stesso apriva il fuoco con i suoi cannoni al plasma, allo scoperto e senza paura di essere ferito dai proiettili e dai laser vaganti.

     Amy si stava rivelando la più veloce e la più precisa di tutti loro. Animata dall’istinto di protezione che avvertiva nei confronti di suo marito e di sua figlia, riuscì a mettere KO da sola e senza armi ben quattro robot pistoleri. Si tuffò e rotolò sul pavimento per schivare i loro attacchi e li colpì con forza sulle gambe per farli capitombolare e renderli inoffensivi. Dopodiché afferrò un cannone e corse a dare manforte a Mighty. Tuttavia, proprio a metà del percorso, qualcosa la afferrò per il collo e la trascinò all’indietro. Era un vischioso e appiccicoso filo di ragnatela. Si voltò e vide il sorriso diabolico di Cybil che la accoglieva con fare maligno. La riccia tentò di liberarsi, ma più si divincolava e più la ragnatela si aggrovigliava, bloccandole i movimenti. Quando fu vicina a Cybil, ella la colpì forte al viso con un calcio girato, stordendola a tal punto da farle vedere tanti puntini rossi. Quindi estrasse lo stesso coltello retrattile che aveva usato per minacciare Cream e si preparò ad usarlo su di lei. La vista di quell’arma scatenò in Amy una reazione furiosa. Quando la vedova nera sferrò una stoccata con la lama, lei velocemente la schivò e aggrovigliò la ragnatela della sua avversaria attorno al suo polso. Quindi le diede una forte testata e la fece barcollare per un secondo. Il coltellino cadde e Amy lo afferrò in tempo per tranciare i fili che la rallentavano.

     - Ti credi tanto furba, dolcezza? - fu la pronta risposta di Cybil.

     Amy non rispose, limitandosi a gettarsi su di lei con cieca furia. L’aracnide saltò in alto e piombò alle spalle della nemica, le mise lo sgambetto e si riappropriò della propria lama. Amy era a terra, priva di difese. Cybil piombò su di lei e, con un sorriso disgustoso stampato sulle labbra, si preparò ad usare l’arma per sfigurarla.

     Geoffrey intervenne appena in tempo. Si tuffò sulla vedova nera ed insieme rotolarono sul pavimento a distanza di sicurezza.

     - Corri ad aiutare gli altri! - gridò la lince con tono preoccupato - Qui ci penso io! -

     - Grazie, Geof! -

     Con un colpo di reni, la vedova nera si era rimessa in piedi e brandiva il suo coltello questa volta contro il sergente.

     - Proprio come ai vecchi tempi, eh, Van Marten? -

     - Forse ancora meglio! -

     Negli occhi della lince c’era una fredda luce assassina che non aveva mai brillato nelle sue pupille. Era evidente che il combattimento che stava per intraprendere aveva un solo scopo: l’uccisione. Questa macabra scoperta non fece altro che aumentare il divertimento della ragnetta.

Geoffrey fu il primo ad attaccare. Sferrò un pugno rapido, ma non abbastanza veloce per colpire l’avversaria. Cybil schivò subito e, senza versare una sola goccia di sudore, sferrò una serie di calci sul volto e sullo stomaco del sergente. Quest’ultimo indietreggiò dolorante per non essere ulteriormente percosso e poi roteò su se stesso, in modo da confondere l’avversaria. Questa tattica ebbe successo, in quanto la vedova nera fallì il successivo attacco e venne colpita da un forte pugno.

     - Il gattino ha imparato a fare il duro anche senza i suoi braccialetti! - commentò lei divertita.

     Sparò un filo di ragnatela, ma Geoffrey lo evitò con i riflessi pronti. La tela aderì alla base di una colonna marmorea. A questo punto il sergente ebbe una brillante idea. Si sporse in avanti come per attaccare la nemica e lei reagì prontamente per difendersi, ruotando il busto. Dimentica di avere ancora in mano la ragnatela, la toccò con il torace e vi si invischiò. Geoffrey scagliò di nuovo un finto attacco e Cybil sparò un’altra tela che si appiccicò anch’essa alla stessa colonna di prima. Una rapida piroetta per evitare l’ennesima offensiva e l’aracnide finì impigliata anche nella seconda tela. Le sue braccia erano bloccate dietro le spalle, ancora attaccate alla tela, e così il suo busto. Era totalmente incapacitata nei movimenti. Continuava a tirare forte, nel tentativo di districarsi da quel filo colloso. Geoffrey allora afferrò il cannone di un droide a pezzi e fece fuoco contro i sostegni di pietra che reggevano la colonna. Venendo a mancare le giunture, il pilastro non era più fissato al soffitto e, oscillando per via delle spinte di Cybil, le piovve letteralmente addosso. La vedova nera urlò nel vedere quel peso caderle contro, ma non poteva scostarsi. Lo schianto fu pauroso. Il marmo andò in mille pezzi e Cybil riportò ferite estese e sanguinanti in tutto il corpo. Si accasciò stordita al pavimento in una posa innaturale, ancora immobilizzata dalla tela.

     Geoffrey le si avvicinò. Neanche una goccia di pietà traspariva dai suoi occhi. In preda alla schizofrenia, la ragazza rideva come un’ossessa.

     - Sono più veloce e forte di lui! E il sergente mi ha battuto! - continuava a ripetere con una specie di cantilena.

     Un taglio profondo si era aperto sulla sua fronte, bagnandole la faccia di sangue e conferendo al suo volto un’aria ancora più inquietante.

     - Ho solo usato le tue stesse armi contro di te! - spiegò freddamente il sergente - In definitiva, ho usato il cervello! -

     Cybil riprese a ridere sguaiatamente e finì per tossire, fino quasi a soffocare.

     - Cosa vuoi fare adesso, gatto? - chiese lei con voce debole - Vuoi uccidermi? So che vorresti farlo! Vedo la rabbia e il desiderio di vendetta pulsare nei tuoi occhi! Fallo allora! -

     Geoffrey non rispose. Si limitò a scambiarle l’occhiata più gelida di cui era capace.

     - Lo sapevo! Non ne sei capace! Ci ha provato anche il tuo istrice Comandante e non ci è riuscito! Siete così smidollati e prevedibili! Va contro la vostra squallida etica l’assassinio? -

     - Shadow è un eroe! - rispose pratico il sergente mentre arrotolava con cura la mano attorno alla sua inseparabile sciarpa - E’ un animo puro e nobile che non sarebbe mai capace di uccidere! L’assassinio non è contemplato nel suo codice morale! Lui non è come noi! -

     Il sorriso di Cybil si spense all’istante e per la prima volta sul suo viso sanguinante le si lesse la paura.

     - Come noi? - ripeté incredula.

     Prima che potesse dire altro, Geoffrey si chinò rapidamente su di lei e le mise la mano avvolta nella sciarpa in volto, occludendole senza via di scampo sia il naso che la bocca. Cybil non poteva respirare. Mugolò e si divincolò con tutte le sue forze, ma non poteva reagire in alcun modo, né poteva evitare che la sua riserva di ossigeno si esaurisse lentamente. La forza dei suoi movimenti si indebolì a poco a poco e il suo viso diventò bluastro. Il suo cuore smise lentamente di battere. Widow Cybil morì soffocata. Il sergente si rialzò e pulì con cura la sua sciarpa. L’impassibilità della sua espressione era tremenda. Guardò per l’ultima volta la donna responsabile di tanta sofferenza e, senza alcun cenno di compassione, corse ad aiutare i suoi compagni.

     Forge volteggiava con la solita eleganza sopra lo scenario della battaglia. I coltelli nascosti tra le sue piume si stavano rivelando efficaci oltre ogni misura. Piombava addosso ai drodi e trafiggeva i loro cervelli positronici con velocità e freddezza degne del migliore dei killer. Non mancava di dare uno sguardo rapido ad Alison, la quale stava combattendo poco lontano contro un trio di agguerriti robot. Nascosta dietro ad un cumulo di macerie crollato durante la battaglia, stava rispondendo al fuoco rapido con efficacia e precisione. Il suo volto era contratto in una espressione di profonda concentrazione, tanto attenta che riuscì in breve tempo a sconfiggere i suoi persecutori. Uscì rapidamente allo scoperto per andare a dare manforte agli altri suoi amici, quando il dottor Prower spuntò fuori dal nulla e le sparò contro a raffica. Alison era però pronta a qualunque contromossa. Si tuffò sulla destra, sgattaiolò in incognito dietro ad un cumulo di rottami e piombò alle spalle dell’avversario. Il dottore si voltò in fretta, ma Alison con un calcio lo disarmò, per poi puntargli contro il cannone. Prower alzò le mani, ma stranamente sorrideva. Srotolò subito le sue due code e le sventolò di fronte alla vista incredula della ragazza.

     - Tu… hai due code? - domandò sbalordita lei, scioccata dallo scoprire che c’era qualcun altro come lei.

     Una delle due era ricoperta da un cilindro metallico lucente, come la canna di un fucile. Si sentì un click sommesso e uno sparo. Uno schizzo rosso e Alison piombò a terra con un tonfo secco, gli occhi sbarrati e le labbra asciutte.

     - E funzionano anche molto bene! - rispose Prower soffiando via il fumo dalla sua coda-fucile.

     Forge si voltò di scatto. Il suo animo fu disintegrato in un istante nel guardare Alison riversa a terra in una pozza di sangue. Tutta la sua rabbia e il suo dolore si concentrarono nel petto per poi prorompere fuori dalla sua gola in un urlo straziante di disperazione. L’aquila si scagliò veloce come una freccia contro il dottore e, completamente fuori di sé, sferzò l’aria con il suo coltello a pochi millimetri dalla sua gola. La trachea della volpe si aprì, squarciata di netto e un flusso copioso di sangue sgorgò lungo il suo collo. Provò a fermare l’emorragia con la mano, ma la perdita era troppo abbondante. Barcollò come ubriaco, non riuscendo a respirare, e alla fine piombò a terra, privo di sensi.

     Senza fare una piega per l’assassinio appena commesso, Forge si precipitò sulla sua protetta. Le alzò delicatamente la testa e posò una mano sulla sua ferita, macchiandola di rosso. La ragazza aveva un’espressione tranquilla, come se si fosse appena addormentata, ma il suo corpo sussultava e sobbalzava.

     - Alison, Alison, mi senti? - ripeteva Forge con la voce rotta - No, piccola mia, non morire! Svegliati, ti prego! Svegliati! ALISON! -

     La volpacchiotta faticava a tenere gli occhi aperti. Si sentiva intorpidita e molto debole, a causa della ferita estesa. Si sentì mancare il respiro e le energie la abbandonarono pian piano. Senza che Forge potesse fare niente, Alison morì tra le sue braccia. L’aquila cadde in uno stato di apatia, posò lentamente il corpo della persona più importante della sua vita, le accarezzò teneramente il volto e poi si alzò. Le sue mani tremavano di rabbia, le sue pupille umide di lacrime bruciavano di una furia cieca. Afferrò un paio di coltelli e si lanciò urlando il nome di Alison contro un manipolo di droidi, ormai preoccupandosi solamente della vendetta e non più della sua vita.

     La situazione era critica. Knuckles e Rouge combattevano spalla contro spalla, per far fronte alla miriade di proiettili e di attacchi, fisici o meno, che gli venivano diretti contro. Se la stavano cavando abbastanza bene, dato che l’uno copriva l’altra e a vicenda stavano mettendo alle strette un gran numero di nemici. Vector, che in quel momento stava tenendo testa a Mighty, notò l’echidna nel centro della stanza e la voglia di vendicarsi lo sopraffece. Cominciò a correre con il fragore di un carro armato incontro al nemico e quando quest’ultimo se ne accorse era troppo tardi. Venne travolto e trascinato per metà della stanza per poi finire schiantato contro la parete. Rouge, ansiosa, corse al salvataggio del suo compagno, ma Vector, noncurante, la afferrò per il collo prima che lei potesse colpire e la scaraventò senza ritegno contro un colonnato. Il pipistrello vi si schiantò di schiena. Si sentì un sinistro scricchiolio e un gemito di dolore, subito dopo la ragazza si accasciò al suolo inerme. Knuckles urlò disperato e fece per raggiungerla, ma Vector lo colpì con il gomito, facendogli sanguinare il naso.

     - Vuoi salvare la tua donna? - lo schernì il coccodrillo - Non ne sei capace! Non hai la forza per farlo! -

     L’echidna si rimise in piedi e sferrò un pugno diretto che si infranse sul petto metallico e indistruttibile del colosso. Un forte bruciore esplose sulle sue nocche mentre digrignava i denti cercando di non dare soddisfazione al suo nemico nell’udire un solo fiato. Troppo debole, indietreggiò premendosi il muscolo del braccio rimasto indolenzito.

     - Hai mai sentito il detto “occhio per occhio, dente per dente”? - domandò Vector aggressivo      - Dato che mi hai carbonizzato la mascella, ho intenzione di applicare il vecchio proverbio, ma con altre parti del corpo! -

     Rapidamente, il rettile prese il braccio di Knuckles, lo tese e, caricando un possente pugno dall’alto, lo colpì con forza. Il rumore di ossa spezzate fu agghiacciante. L’echidna urlò di dolore, mentre sentiva rompersi il suo arto, piegato in una posa innaturale. Vector sogghignò per la soddisfazione e si divertì ad osservare i rantoli e i mugolii del suo avversario.

     - Sei un po’ troppo delicato per essere un guerriero! -

     Il bruciore era così accecante che Knuckles non poté evitare che delle lacrime sgorgassero dai suoi bulbi oculari. Posò lo sguardo sull’esanime Rouge e si disse che doveva assolutamente raggiungerla, ma Vector si frapponeva tra loro con ostinata tenacia. Doveva assolutamente abbatterlo. Tirò indietro il braccio sano e caricò il pugno più forte di cui era capace, indirizzandolo allo zigomo del nemico. Il colpo andò a segno, ma Vector non diede cenno di averlo anche minimamente sentito.

     - Lascia fare al maestro! -

     Ruotando il busto in fretta, il coccodrillo sferrò un altro cazzotto sulla fronte dell’echidna, mandandolo a gambe all’aria ed aprendo una nuova ferita. Respirava affannosamente ed era al limite delle forze. Vector si chinò su di lui per prendersi ulteriormente gioco dell’avversario.

     - La tua forza straordinaria è andata a farsi friggere, vero? - disse con rabbia repressa - Avresti dovuto pensarci due volte prima di sfigurarmi, moscerino! Puoi stare sicuro che la mia vendetta sarà lenta e dolorosa… e nel frattempo… sono sicuro che io e la tua ragazza moribonda ce la spasseremo alla grande! -

     Fu come se fosse scoppiato un incendio nella testa di Knuckles. Facendo appello alle ultime forze rimaste, si rimise in piedi e scoccò un’occhiata perfida alla volta del coccodrillo.

     - Questo non lo dovevi dire! -

     Vector sferrò l’ennesimo pugno, ma Knuckles, con l’unico arto sano, gli bloccò il braccio. Il rettile spingeva con forza, ma l’echidna continuava a tenerlo fermo, i denti stretti e il sudore che gli bagnava il viso. Poi, concentrando ogni particella di energia rimasta nei suoi muscoli, afferrò più saldamente il metallo e, urlando come un ossesso, cominciò a tirare forte. Il braccio metallico di Vector fu strappato via di netto, tra le sue grida di sgomento. Dalla spalla fuoriuscirono cavi elettrici e scintille a fontanella. Knuckles approfittò del disorientamento improvviso e sollevò sopra la sua testa l’arto meccanico appena tranciato, caricò l’attacco e sferrò con una falciata pesante un grave colpo sulla mandibola del coccodrillo col suo stesso braccio. Vector piombò a terra pesantemente, svenuto. L’echidna lasciò andare l’attrezzo e si appoggiò al muro per evitare di perdere i sensi, considerando lo sforzo mastodontico che il suo fisico aveva retto. Pian piano, trascinando i piedi e trascurando il dolore del braccio rotto, si avvicinò a Rouge.

     - La schiena… la mia schiena… - mugolava lei col volto rigato dalle lacrime.

     Knuckles tentò di sollevarla piano ma, con orrore, si accorse che probabilmente la sua spina dorsale era fratturata.

     - Non parlare, Rouge! Stai tranquilla! - diceva lui con dolcezza ma con il cuore martellante         - Devi solo resistere! Andrà tutto bene! -

     - Dovevo… stare più attenta! Ti faccio… sempre la predica perché sei… troppo irruento e… mi sono buttata su Vector… come un kamikaze! -

     - E’ normale fare cose pazze per amore! - fu la cosa che a Knuckles venne spontanea rispondere.

     I due si guardarono affranti negli occhi e si tennero per mano. L’echidna si guardò intorno. Erano circondati da morte, violenza e distruzione. Si chiese se quella fosse davvero la fine, ma era contento di trascorrere quegli ultimi momenti con lei.

     - Ti prego… non lasciare la mia mano! - mormorò lei, con la voce spezzata.

     - Non ti lascerò andare! Non ti lascerò mai! Staremo insieme fino alla fine! -


     Il lato della sala del trono protetto da quell’impenetrabile campo di forza si stava per infiammare di un’altra battaglia. Shadow the hedgehog era appena saltato al di là dello schermo protettivo, inseguendo la sua nemesi. Sonic si era voltato e, con rabbia, osservò lo scudo di energia chiudersi irrimediabilmente, lasciandolo da solo a confrontarsi con il Comandante.

     - Sbaglio o noi due ci siamo già affrontati prima d’ora? - chiese il riccio blu, beffardo.

     - Hai condotto personalmente un’offensiva diretta… tanto tempo fa! -

     - Lo ricordo bene! Tu eri solo al primo anno di servizio come Comandante! E mi hai affrontato in combattimento! -

     - Scommetto che non hai mai digerito il fatto di essere stato sconfitto da me! -

     - Su questo hai ragione! La cosa che però mi ha bruciato di più è che mi hai risparmiato la vita! I tuoi compagni non lo sanno, vero? Non sanno che hai avuto l’occasione di liberarli nel palmo della mano e che te la sei lasciata sfuggire? -

     Sonic stava cercando di metterlo in crisi rivangando vecchi errori di gioventù. Un periodo in cui considerava sacra qualunque vita, per quanto spregevole fosse la persona a cui apparteneva. Nonostante tutto, dopo tutto il dolore che aveva dovuto subire e a cui aveva dovuto assistere, quella convinzione era sparita.

     - Adesso ti renderai conto che avresti dovuto uccidermi quando ne hai avuto la possibilità! - esclamò il Tiranno e tese la mano per afferrare i Chaos Emeralds.

     - Lascia subito quegli smeraldi! - esclamò Shadow riferendosi alla piastra fluttuante che il Tiranno aveva trascinato con sé.

     Il riccio blu sorrise.

     - Coraggio, prode Comandante! Impediscimelo! -

     Shadow non se lo fece ripetere due volte. Corse incontro all’avversario, pronto a tutto pur di abbatterlo. Rapidamente, il Tiranno ruotò su se stesso facendo ondeggiare il lungo mantello. Sui lembi della stoffa scattarono una decina di spuntoni affilati che sfiorarono Shadow ed aprirono una ferita sul suo petto. Il riccio nero indietreggiò premendosi la mano sul torace macchiato di rosso. Poi guardò il nemico, con un odio velenoso che gli pulsava nelle vene.

     I due ricci scattarono l’uno incontro all’altro ed ingaggiarono un combattimento furioso. Sonic estrasse gli artigli sul dorso dei suoi guanti dorati e li infilzò nella carne del volto di Shadow. Quest’ultimo non si fece accecare dal dolore e calciò forte lo stomaco dell’avversario. Successivamente, gli scagliò un pugno in faccia. Il Tiranno si abbassò e ricambiò con una gomitata nella pancia. Il respiro di Shadow si mozzò, ma riuscì lo stesso ad afferrare la testa del nemico e a colpirgli la faccia con il ginocchio. La battaglia si faceva sempre più accanita e i loro corpi si riempivano sempre più velocemente di ferite sanguinanti.

     Sonic si sfilò il mantello e lo lanciò addosso a Shadow, oscurandogli la visuale per un istante. Quel secondo fu determinante: il riccio blu cinse il busto del nemico con le braccia e lo trascinò lungo la parete. Prese i suoi aculei nella mano e fece ripetutamente cozzare la sua testa contro il muro, con sempre più forza. Shadow rimase stordito, ma si riprese appena in tempo per puntare i piedi sulla parete, camminarci sopra con rapidità e saltare alle spalle del nemico. Sonic si girò troppo tardi per evitare un calcio in pieno naso.

     I due ricci si studiarono attentamente, stremati e ansimanti per via della fatica e delle ferite. Il pavimento era macchiato di sangue per via dei colpi furiosi che si erano scagliati contro. Gli occhi di Sonic scivolarono sugli smeraldi e, prontamente, si precipitò ad afferrarli. Shadow era pronto all’evenienza. Strinse nel pugno la sua gemma violetta e un’eruzione di fiamme azzurre si concentrò nella sua mano. Tese il braccio e la palla infuocata vibrò verso il Tiranno che ne fu colpito in pieno petto, finendo lungo e disteso.

     L’elettricità della pietra invase il corpo di Shadow, paralizzandolo brevemente. Era un’arma a doppio taglio da utilizzare. Sonic non intendeva darsi per vinto e si rimise in carreggiata. Il Comandante concentrò altra energia e colpì forte il suolo con il pugno. Un’onda elettrica serpeggiò lungo il pavimento ed investì in pieno il riccio blu, il cui corpo vibrò per un istante per poi essere scagliato sul muro a velocità folle. Lo schianto rimbombò sonoramente. Sonic rimase privo di energie e incapace di muoversi. Nel frattempo, il pugno di Shadow che stringeva la pietra e il suo braccio furono pervase da un alone scuro che ne indurì la carne, come pietrificata, e la screpolò quasi dovesse sgretolarsi da un momento all’altro. Il Comandante si spaventò alla vista di quel macabro fenomeno, ma non gli interessava fintantoché avesse sconfitto il Tiranno.

     - Quella pietra - mormorò Sonic - E’ carica di energia negativa! Allora è così che ti sei liberato dalle catene! Dove l’hai trovata? -

     - Nel ventre del mio compagno di cella! - replicò lui sorridendo.

     - Di che diavolo stai parlando? -

     - Molti anni fa, in quella stessa cella hai imprigionato un vagabondo vecchio e moribondo di nome Magorian e lo hai lasciato a morire di fame! Quell’uomo, a sua stessa insaputa, aveva questa gemma nello stomaco! -

     - Tu come fai a sapere queste cose? -

     - Perché non appena l’ho toccata sono stato invaso dalla conoscenza! Ho visto migliaia di scene diverse, alcune che appartenevano a questo mondo… ed altre no! Ho visto la cattura di Magorian e ho visto che tu lo rinchiudevi lì dentro, ignorando le sue suppliche! -

     - Non capisco… -

     - Io invece sì! Per la prima volta capisco tutto quanto! La sensazione che ho sempre avvertito, che qualcosa non quadrasse in questo tuo mondo corrotto, si è rivelata esatta! Il mio sogno ha finalmente un senso! E questo senso è che… tutto ciò non è la realtà, non è come dovrebbe essere! -

     - Stai farneticando! -

     - Al contrario! Tikal mi ha detto che i sogni sono proiezioni provenienti da un’altra realtà parallela… ed aveva ragione! Era il messaggio che stiamo tutti vivendo in un mondo fittizio, che non corrisponde a verità! “Cerca oltre lo specchio”… vuol dire che la realtà è stata rovesciata! “La verità è nel mio ventre”… significa che dovevo cercare nello stomaco di quello scheletro per trovare la chiave di tutto! -

     - Se sei convinto di queste assurdità allora dimmi… qual è il mondo reale? -

     Shadow chiuse gli occhi e tentò di afferrare di nuovo quelle immagini che aveva visto nella sua umida prigione.

     - Le scene che ho visto sono di un mondo pacifico, pieno di calore e di affetto, colmo di amicizia, di amore, di sentimento! E’ tutto l’opposto della gelida atmosfera che hai creato tu con la tua spietata tirannide! Sono tutti liberi… vivono in pace! E in questo mondo, per quanto sia difficile crederlo, tu sei un eroe! Io sono un vigilante solitario! Tu sei circondato da amici e lotti per ciò che è giusto! Io sono un triste guerriero errante! Tu… hai mia moglie! Io no! -

     Sonic scoppiò a ridere con foga schizofrenica.

     - Se questa follia di cui stai parlando corrisponde a realtà in entrambi i mondi sono sempre io a vincere! Povero piccolo Shadow! -

     - Non sarai vittorioso ancora per molto! Tutto questo sta per giungere ad una fine! -

     - Che cosa hai intenzione di fare? -

     - Questa distorsione ha avuto origine quando tu ed io abbiamo combattuto nello spazio contro un mostro alato! Il potere dei Chaos Emeralds e quello di questa gemma si sono fusi creando una frattura che si è propagata in tutto l’universo! L’ordine naturale delle cose si è rovesciato! Tutto il pianeta, i suoi abitanti, le loro storie, le loro fisionomie, i loro ricordi, il loro ambiente naturale, tutto quello che ha a che fare con loro è stato capovolto, è cambiato, modificato! Tu da eroe sei diventato Tiranno e hai preso il potere! Ma non è vero… niente di tutto questo è vero! E’ un’aberrazione… che terminerà in questo momento! -

     Shadow, determinato come non mai, si avvicinò alla piastra dei sette Chaos Emeralds.

     - Che cosa vuoi fare? - chiese Sonic, spaventato.

     - “Com’era in principio dovrà tornare ad essere”… è quello che ho sognato… la frattura ha avuto origine dai Chaos Emeralds e dalla gemma… e fine avrà se li riunirò insieme! -

     Il riccio nero prese la gemma con l’altra mano e la sollevò in aria.

     - Aspetta! - gridò Sonic - Non puoi farlo! Se annienterai questo mondo perderai tutti i tuoi affetti più cari! Perderai tua moglie, tua figlia, i tuoi amici, tutti i tuoi ricordi più cari! -

     - Sono disposto a fare questo sacrificio se significa annientare questa Tirannide… se significa annientare tutto questo dolore… se significa annientare te! -

     Era pronto a procedere. Voleva dire far sparire completamente tutti i suoi affetti, ma era la cosa giusta da fare.

     - Come fai a sapere che quelle scene che hai visto sono vere? Come fai a sapere che l’altro mondo è migliore di questo? -

     Shadow guardò attraverso l’alone verdastro del campo di forza. Geoffrey stava soffocando Cybil, la sua calma era mutata in una cieca freddezza assassina. Alison era riversa a terra, sanguinante e priva di sensi. Knuckles aveva un braccio rotto e reggeva una tremante Rouge, ferita gravemente. Il dottor Prower aveva la gola squarciata ed era senza vita. Amy stava bene, ma la sua resistenza in combattimento era messa a dura prova. Ancora dolore, ancora sangue, ancora disperazione… la convinzione di Shadow non fu mai così granitica. Guardò un’ultima volta l’artefice di tutte quelle disgrazie: il Tiranno che aveva rovinato le loro vite. Adesso era pronto.

     - Deve essere così! -

     Shadow the hedgehog strinse forte la Gemma dell’Occulto e la lanciò nel mezzo del cerchio di smeraldi. Dalla pietruzza sgorgò una scarica elettrica bianca che colpì ciascuno dei sette gioielli. Una fontana di luce esplose dal punto di contatto ed invase ogni centimetro di spazio che riusciva a raggiungere. Il bagliore si propagò prima nell’intera sala, poi nell’intero palazzo, poi in tutta la città, in tutta la regione, in tutto il continente… il pianeta… la galassia… l’universo…

     Come era in principio dovrà tornare ad essere…

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"Sonic The Hedgehog Full Speed Ahead #14"
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