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Autore: MissCherie    07/06/2011    1 recensioni
Lui era così bello in quel momento , così vicino che potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra che pizzicavano frementi di un contatto più intimo , così silenzioso che faceva rendere quel momento magico [...] Lo guardai negli occhi cercando di scovare un segno di pentimento , ma invece lessi solo .. desiderio e quella cosa mi fece talmente scombussolare che decisi di colmare quelle distanze poggiando le mie labbra sulle sue che risposero al contatto baciandomi a sua volta . Era ustione , era smania , era desiderio ...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

“I let it fall, my heart,And as it fell you rose to claim it.
It was dark and I was over,
Until you kissed my lips and you saved me.
My hands they’re strong, but my knees were far too weak,
Stand in your arms without fall into your feet,
But there’s a side to you that I never knew, I never knew.
All the things you say that where never, where never true,
And the games you play, you always, always win “


-Set Fire to Rain –

Giovedì .

La mattina, il momento del giorno che odiavo di più. Mi ero svegliata con delle occhiaie orribili, residui della nottata trascorsa a rimuginarmi nei pensieri. Troppo confusi e … non avevo capito niente di quello che mi stava succedendo. Essere gelosa, provare tutte quelle cose assieme … neanche Johnny mi faceva sentire in questo modo. Sbuffai sonoramente mentre intravedevo davanti a me il cancello della scuola. Avete presente l’Inferno di Dante? B’è era la stessa cosa. Quella scuola era un vero tormento, fatto di prof che minacciavano e che ti lanciavano occhiate sprezzanti. Avrei fatto a meno di essermi iscritta lì, ma dopotutto era la scuola migliore nella città e mi dovevo accontentare. Calai giù il cappuccio della felpa viola che indossavo e tolsi le cuffiette che in quel momento sfumavano verso la fine di una canzone. Non ero patita per la musica House perché non sapeva trasmettermi quei brividi che mi trasmettevano quelle canzoni d’amore, quelle che l’estate ascoltavi alla radio e che imparavi a memoria subito. Sorrisi quando vidi Simon, come sempre, aspettarmi seduto sul muretto mentre si fumava una sigaretta. Ahia … brutto momento. Alcune volte gli prendevano quei giorni no e lo vedevi con una scatolina di sigarette a portata di mano. Di solito era per colpa di sua madre che lo trascurava , ma … era strano perché per quella settimana lei era in viaggio di lavoro con la mia , visto che lavoravano nello stesso ufficio. Mi avvicinai cauta e lo vidi girarsi quando si accorse della mia presenza. Mi rifilò un cenno con la testa e poi continuò a guardare avanti a se assorto nei pensieri. Guardai nella sua stessa direzione e quello che vidi mi lasciò un momento basita. Judith che era arpionata ad un ragazzo? E gli sorrideva pure! Mi era scappato qualcosa la sera scorsa, allora. Ma subito un senso di vertigine mi attanagliò. Pensai a Simon, che la guardava con quegli occhi da innamorato , mentre sentiva nello stomaco tutto fuorché amore … . vedevo il suo volto corrucciato dalla rabbia, gli occhi socchiusi e irritati da quella visione. Ma potevo capirlo , chi non si sarebbe arrabbiato vedendo il ragazzo del quale eri innamorata baciare un altro?

<< Sono un coglione … >> sospirò prendendosi il viso tra le mani e gemendo piano. Mi misi a sedere accanto a lui appoggiando la testa sulla sua spalla coperta dal un giubbotto caldo . Non era colpa sua, non poteva esserlo. I suoi sentimenti non erano uno sbaglio. Non aveva fatto niente per meritarsi un colpo al cuore. Ma lei non sapeva che lui ne era innamorato. 

<< Non è affatto vero, Simon >> gli dissi alzando gli occhi e incontrando i suoi leggermente tristi. Lui sospirò portandosi una mano nei capelli e guardò oltre la mia spalla sorridendo leggermente.

<< Arriva il tuo amichetto >> mi sussurrò all’orecchio e io arcuai un sopracciglio guardando dietro di me, mentre sentivo il respiro accelerare mano a mano che mi giravo perché sapevo chi si stava avvicinando. Gli sorrisi leggermente mentre lo scrutavo. Portava dei jeans neri e una felpa blu della Carhartt che gli fasciavano perfettamente il fisico. Era strano però … sorrideva come se era felice. Bah … erano i miei occhi a farmi immaginare tutto.

<< Ehi!>> disse mettendosi davanti a me e al mio amico che rideva sotto i baffi mentre vedeva la mia espressione da pesce lesso. Gli rifilai una gomitata e lui si zittì tenendosi il punto leso.

<< Wow .. che bello avere due amici maschi tutti per me!>> dissi io ridendo mentre ancora stavo con la testa appoggiata a Simon , il quale mi diede un bacio sui capelli prolungandosi, per i miei gusti, un po’ troppo. Guardai verso Andrea il quale guardava da tutt’altra parte irritato. Di certo non irritato per me!

<< Almeno scaturisci l’invidia delle ragazze qui >> mi disse il mio amico ridendo mentre mi abbracciava. Ma aveva bisogno di un orsacchiotto? Che gli prendeva tutto d’un botto?

<< E anche di qualcun altro … >> sussurrò Andrea lievemente che temetti di non aver sentito, ma Simon invece lo sentì perfettamente e fermò di colpo la sua risata incuriosito. Ma non disse nulla e continuò a parlare e a parlare facendomi sbuffare. Andrea era tutto fuorché a proprio agio. Lo vedevo sbattere un piede ripetutamente per terra, sbuffare infastidito mentre fumava. E diamine era così sexy mentre stringeva tra le labbra la sigaretta imbronciando il volto di poco. Avrei voluto tanto essere … Scossi la testa alzando gli occhi al cielo. Ma che pensieri andavo a fare? Paragonarmi ad una sigaretta? Pazza! Avevo seguito i suoi movimenti come rapita. Tutto mi rapiva di lui, sembrava una magnete ed io una calamita che veniva attratta ad ogni singolo movimento. Affascinante, sexy e … proibito. Una miscela che attirava qualsiasi ragazza presente in questa scuola. Lui forse non se ne rendeva conto, ma ogni volta che camminava tutte lo guardavano rapite seguendone i movimenti. Ed io ? Io niente. Ero una sciocca che pensava a chissà che , alla quale non importava di lui, ma che quando se lo ritrovava a pochi centimetri andava fuori di testa, diventava gelosa … cosa voleva dire ciò? Neanche sapevo spiegarmelo. Sembrava infastidito che mi trovavo abbracciata al mio amico, il quale non faceva che rivolgermi attenzioni come se ero la sua ragazza.

<< Oh, ragazzi, è suonata. Entriamo >> disse Simon dopo aver raccontato di quando eravamo caduti dalla ringhiera per prendere delle ciliegie. Ma chissà come a lui non importava di quel racconto, sembrava che lo facesse solo per prendere in giro Andrea, per vedere una sua possibile reazione . Eh cavolo, ne aveva avuto a migliaia. Scesi dal muretto con un balzo e mi diressi verso la mia classe , ma venni fermata da Simon che prima di darmi un lungo bacio sulla guancia( un po’ troppo vicino alle labbra per i miei gusti), guardò oltre la mia spalla. Appena mi lasciò andare vidi il mio compagno di banco entrare in classe leggermente arrabbiato . Forse i suoi genitori lo avevano sgridato o era successo qualcosa che lo aveva fatto irritare. Entrai in classe e una Judith alquanto euforica mi prese il braccio portandomi a sedere sul suo banco.

<< Ho conosciuto un ragazzo!>> come se non lo avessi visto … .

<< Si chiama Christian ed è veramente carino. Oggi pomeriggio ci esco! >> disse poi eccitata ed io le sorrisi. Ma che diamine … a lei piaceva Simon , a lui piaceva lei. Perché non gli confessava i suoi sentimenti una volta per tutte?Vedevo che ci stava male, la vedevo tutti i giorni in mensa mentre le guance le si coloravano di quel rosso tenue e sorrideva imbarazzata quando lui le rivolgeva la parola.  

<< Non voglio sembrarti scortese .. però so che non ti piace Judy >> le sussurrai piano per non farmi sentire dalle ragazze vicine che avevano aguzzato le orecchie. La vidi allargare gli occhi sorpresa, ma poi lì abbassò triste conscia del fatto che il suo cuore ormai apparteneva ad un altro. Forse per lei era tutto impossibile, ma sapevo nel profondo che non voleva lasciarlo perdere.

<< Ormai il danno è fatto e so per certa che nessuno mi ruberà il cuore come ha fatto lui, ma devo andare avanti. Non mi vuole e mi vede solo come un’amica .. Capisci?>> mi disse e sentì la sua voce leggermente incrinata. L’abbracciai forte a me trasmettendole tutto l’appoggio che le davo, ma speravo in me che quell’amore che aveva dentro non cessasse di ardere perché sapevo per certa che tra pochi giorni , quell’amore sarebbe sbocciato .

<< Niente è perduto >> le dissi prima di sciogliermi dall’abbraccio e la vidi aggrottare le sopracciglia, ma non ebbe il tempo di ribattere perché la campanella suonò portando inizio alla lezione di matematica che prevedeva quella agognata verifica. Andai a sedermi al mio posto vicino ad Andrea che si spostò non appena il mio braccio sfiorò il suo. Arcuai un sopracciglio sorpresa mentre lo vedevo mordersi le labbra nervoso.

<< Che hai? >> gli chiesi mentre appoggiavo l’astuccio sul banco assieme al mio diario. Lui sbuffò in risposta provocandomi una rabbia che non credevo di avere.

<< Cazzi miei >> rispose piatto, senza emozioni. Il suo volto imperscrutabile, privo di sorriso e qualsiasi altra forma di felicità , mi facevano venire i brividi. Il suo modo di rispondermi mi aveva provocato una fitta la petto. Sembrava … scostato , diffidente …

<<  Ehi , stai calmo! Ti ho fatto solo una domanda! >> sbottai io al limite della decenza. Mi faceva arrabbiare che si comportasse in questo modo! Sembrava che tra noi non potesse mai esserci un approccio di amicizia perché, chissà per quale motivo, lui alla fine si incazzava e sbottava parole senza senso.

<<  B’è vedi non rompermi i coglioni che già mi girano >> rispose digrignando i denti e in quella frase e in quei minuti non mi aveva nemmeno rivolto lo sguardo. Deglutì piano sentendomi tipo offesa a causa del suo modo di rispondermi.

<<  Si vede! Ti sei spostato a tre metri da me! Non ho i pidocchi io!>> parole sussurrate dalla rabbia, parole che mi scaturirono energia a rispondergli, ma mai mi sarei aspettata una simile risposta da lui …

<<  Lo so , ma le sfigate devono stare lontane da me >> … e sentì la barriera cedermi, una lama infuocata la ruppe facendola cadere a pezzi nel mio cuore. Un campo in armi, un cuore in battaglia che era stato sconfitto da quelle parole. Sentì qualcosa pizzicare alla base degli occhi e qualcosa di caldo scendermi lungo la guancia. Stavo … piangendo? No, piangevo perché quando aveva detto quelle parole lo aveva fatto guardandomi trasmettendomi tutta la sincerità assieme a quello schifoso ghigno che avrei voluto strapparglielo dalla faccia.

<< Perché mi tratti così?>> dissi con voce incrinata mentre cercavo di ricacciare indentro quelle lacrime che diamine, volevano scendere per fargli vedere quanto male mi aveva provocato. Allora era vero che le parole facevano più male di uno schiaffo. Mi sentivo una merda, un perfetto schifo e solo per causa sua .

<< Perché?Come vuoi essere trattata? Vai a scoparti il tuo Danny invece di rompere a me … >> mi rispose sibilando girandosi verso di me, ma questa volte non era un sorriso che vidi sulle sue labbra, ma vidi disgusto nei suoi occhi. E quello fece traboccare il vaso …

<< Mi fai schifo >> dissi sentendo le lacrime premere per scendere libere sulle mie guance accaldate. Mi alzai e fregandomene della professoressa che stava entrando in quel momento, andai in bagno, chiudendomi dentro e piangendo. Lacrime di odio, lacrime mischiate a quel cazzo di sentimento che stava nascendo e che io cercavo di nascondere. Perché mi sarei vergognata a mille a rivelarglielo , perché mi sarei vergognata a dirgli che mi piaceva … per lui non ero niente, per lui ero solo la classica amica di banco che gli faceva copiare i compiti ed io come un’idiota avevo pensato a di più mentre sentivo lo stomaco contorcersi dal disgusto per i miei insulsi pensieri. E le lacrime scendevano lasciando delle minuscole cicatrici che mi avrebbero accompagnata per sempre, che sarebbero rimaste con me .. cicatrici che mi avrebbero fatto ricordare che i maschi non sarebbero mai cambiati … .

Lacrime che forse in quel momento non sarebbero servite a  niente …
 

************

 
Non avevo mai odiato la scuola come in quel giorno. Mi faceva conoscere persone speciali,ma anche orribili. E lui era orribile. Avermi dato della puttana non sapendo niente di me, non sapendo che ogni giorno che passava i suoi modi di fare mi stavano entrando dentro, imprimendoli nel mio cuore senza farmeli dimenticare.

Perché lui forse stava diventando qualcosa di più …

Sbattei la testa contro il tronco dell’albero mentre avevo gli occhi chiusi che bruciavano e le guance che scottava per quanto erano calde, ma il freddo di quell’inverno fermava tutto. Fermava
anche me, stanca di essere presa in giro da dei ragazzi, stanca di non poter vivere la mia vita … . Aprì gli occhi trovandomi di fronte i miei due amici con le loro merende in bocca mentre mi scrutavano tristi.

<< Lo so, sono una stupida bambina >> dissi io tirandomi su a sedere e loro scossero la testa in disappunto. Forse per loro non lo ero perché mi conoscevano , ma per lui invece si. Piangere era da persone immature, persone che non riuscivano ad andare avanti.

<<  Non sei una bambina , Ari >> disse Judy nello stesso momento che Simon disse << E’ un coglione senza cazzi >> ed io risi piano. Avere due persone così speciali accanto a me era il meglio che potevo chiedere. Mariah? Mariah non mi capiva mai e forse neanche aveva capito quello che era successo perché a lei importava solo di se stessa .

<< Mi ha umiliata dandomi della puttana … e io … >> dissi balbettando per l’incredulità di quelle parole. Non riuscivo  a farmi venire fuori quelle parole, troppo segrete, troppo umilianti .. come …

Una bambina innamorata .

Ma non era amore, no e lo sapevo. Ma sentivo che eravamo lì vicini …

<< Tu cosa? Ari ….? >> mi disse Simon leggermente preoccupato. Aveva capito. Aveva capito che mi stavo affezionando a lui, aveva capito che dopotutto stava diventando importante ed io lo lasciavo diventare importante perché …

Ero una bambina … .

<< Non voglio … >> dissi con voce incrinata. Bene! Stavo per piangere di nuovo! Loro lo intuirono e mi abbracciarono insieme mentre i loro respiri si seguivano ai miei singhiozzi che non venivano assolutamente meritati per quella persona …. .
 

******************

 
Entrai in classe sentendo gli occhi di tutti su di me. Doveva aver fatto scalpore : Ragazza che esce dalla classe con le lacrime agli occhi. Sospirai e andai a sedermi accanto a Judith visto che Mariah si era messa vicino a lui e cinguettava amorevolmente come due fidanzatini. Schifoso … . Simon e Judy erano preziosi e unici, mi avevano fatto risollevare il morale con le loro stupide battutine senza senso e mi avevano fatto promettere che non mi sarei mai fatta prendere da lui. Che non mi sarei mai innamorata di lui perché mi avrebbe fatta soffrire come Johnny. Ma il dolore che mi stava facendo provare non era affatto paragonabile al suo. Ma improvvisamente mi arrivò un bigliettino sul banco e mi girai per vedere chi me lo aveva mandato. La aprì con cautela cercando di non farmi vedere dalla professoressa di lettere che stranamente quella mattina non mi aveva presa di mira. Forse aveva capito che non era aria … effettivamente … .

Scusami,ma credimi quando ti dico che non le ho pensate quelle cose. Vorrei dirti perché mi sono comportato così, ma non posso …

Un tuffo al cuore. I battiti che diminuivano e quel senso di disgusto che trapelava sulle mie labbra . Mi veniva a chiedere scusa ? Dopo avermi dato della prostituta? Sorrisi amaramente e buttai sotto al banco quell’insulso bigliettino. Non poteva fregarmi così , non poteva farsi perdonare con queste semplici paroline. Stupido, coglione, stronzo, idiota, scemo … mi strinsi le mani cercando di prendere la calma , ma alla mia amica non sfuggì la mia espressione .

<< Solo uno stupido ragazzino non può dirti le cose in faccia .. lascialo perdere , è solo uno stronzo che non ammette che a te ci tiene più di quanto creda >> sussurrò cercando di non farsi sentire alla prof , ma io scossi la testa e alzai gli occhi mentre con il dito seguivo le curve del disegno che avevo fatto sul diario un po’ di giorni fa.

<< Non dire cazzate Judith … >> dissi decisa sorridendo amaramente e lei sospirò decidendo che su questa cosa non aveva voce in capitolo , fino ad ora …

Perché ognuno ha voce in capitolo, ognuno vede cose diverse dall’altro .. ognuno ha una propria opinione …


Comunque la lezione seguì velocemente, tra risate per le battutine dei miei amici e commenti poco fini su alcuni artisti delle opere. Dopotutto andavo a rammentare che quella giornata poteva anche andare meglio, ma non volevo ritornare di nuovo su quello stupido argomento. Mi ero promessa che lo avrei lasciato fare, che lui doveva farsi perdonare … non ero una santa, non avevo il dono di essere sempre gentile e rispettosa con tutti.  E quando uscì dalla scuola il mio umore salì alle stelle quando vidi Danny aspettarmi appoggiato al cancello della scuola con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Corsi verso di lui lasciando Judy assieme a Simon e mi fermai a pochi centimetri giusto il massimo per guardarlo bene in faccia.

<<  A cosa devo questa visita?>> gli chiesi punzecchiandolo un po’ e lui mi sorrise avvicinandosi pericolosamente. No , cavolo …

<<  Volevo vederti >> sussurrò vicino al mio orecchio mentre sentivo le sue braccia circondarmi la vita attirandomi a sé. Ma non erano le sue braccia. Basta! Arianna smettila di pensare sempre a lui, smettila una volta per tutte. Ti ha ferita e tu continui a pensarlo?

<< Carino da parte tua >> gli risposi ridendo piano mentre mi alzavo sulle punte per stringerlo di più a me. Perché in quel momento avevo bisogno di un abbraccio amico, avevo bisogno di lui … ma non volevo raccontargli quello che era successo.

<< Lo so .. ti va di uscire questo pomeriggio?>> mi chiese allontanandosi un pochino , ma giusto il minimo per guardarmi in volto e vedere un sorriso dipingersi sulle mie labbra avvolte dal burro cacao alla ciliegia.

<< Certo che si!>> dissi io ridendo e poi gli diedi un bacio sulla guancia scompigliandogli i capelli mentre ridevo , ma non avevo fatto i conti in quel momento di un’altra persona che mi stava guardando …
 
POV JUDY

Insolente, stupido, spocchioso , arrogante , ma ….. bellissimo, simpatico, sexy … Simon era questo per me. Mi aveva rubato il cuore già dal primo giorno che lo avevo conosciuto, ma avevo lottato per poter dire che non era affatto vero quello che provavo. Alla fine però le cose venivano sempre a galla e ammetterlo mi aveva tolto un grosso macigno dal petto. Ma lui? Non sapevo cosa provava, lo vedevo ridere con le altre, ma sentivo il suo sguardo su di me. Questa mattina lo vedevo guardarmi mentre fumava quella dannata sigaretta che gliel’avrei strappata dalle labbra. Aveva continuato a fissarmi incurante delle ragazze che lo guardavano rapite, b’è perché lui era il solito ragazzotto fighetto che a tutte piaceva. E irrimediabilmente aveva rubato il mio cuore. Quella mattina avevo cercato di trovarmi un altro ragazzetto con cui poter uscire, giusto per compagnia, ma non avevo fatto i conti con l’amarezza dello sbaglio che stavo facendo. Mi sembrava come se lo stessi tradendo e poi ero rimasta parecchio sorpresa da quello che mi aveva detto Arianna “ Niente è perduto “. Che avesse voluto dirmi qualcosa? Che avesse voluto farmi intendere che con Simon c’era una possibilità? Sospirai mentre aspettavo il pullman che mi avrebbe portata a casa. Era brutto starsene da sola oggi senza la mia Ari. Lei era ritornata a casa accompagnata da Danny e finalmente avevo potuto vedere un sorriso trasparirle su quelle labbra che poco prima erano imbronciate dalla tristezza. Vederla piangere per un ragazzo che non se la meritava mi aveva fatto capire una cosa. Ari non aveva mai pianto per Johnny, certo ci era rimasta male e anche tanto, ma per Andrea sentivo che provava qualcosa di più e lui si stava lasciando portare via quest’occasione da un suo vecchio amico. Si vedeva lontano un chilometro che anche a lui piaceva. Quando avevo visto l’Ari andare verso Danny, Andrea si era fermato di botto mettendosi a sedere sul muretto mentre si accendeva una sigaretta e li guardava. Avevo visto il pugno stretto, la mascella contratta, gli occhi rabbiosi e liquidi del ragazzo … perché averle detto quelle cose? Per rabbia? Perché era geloso? Ma avevo deciso che io non avevo voce in capitolo, non potevo mettermi in affari che non mi riguardavano anche se si trattava della vita della mia migliore amica. Ma la cosa era una . O lui cercava di nascondere il suo sentimento, o aveva solo paura … come lei aveva paura di innamorarsi … due teste cocciute e due cuori inesperti erano il succo di quell’anno. Sarebbe sbocciato l’amore? Chi lo sapeva? Bisognava solo stare a guardare …
 

POV ARIANNA
 
Venerdì pomeriggio.

Strana. Ecco l’aggettivo adatto a me. Strana perché quel bacio che avevo dato a Danny sulla guancia mi era sembrato dannatamente sbagliato ripensandoci. Strana perché mi ero accorta che ogni giorno che passava lui mi piaceva ogni giorno di più. Avevo forse dato inizio a qualcosa che io nemmeno volevo.  Certo, mi piaceva Danny , ma con Andrea non era solo attrazione fisica sentivo in tutte le particelle del mio corpo che era qualcosa di più. Ma come poteva un corpo innamorarsi, come poteva se era fatto solo di carne e non di pensiero? Come faceva lui a smuovere tutti quei brividi e a farmi sentire speciale ? Era passato un giorno esatto e lui nemmeno mi aveva rivolto la parola. Mi ignorava e forse faceva bene, ma per il mio cuore non era così. Chi seguire? La mia mente o il mio cuore? Mia madre mi aveva detto : “ Se il cuore non va in sintonia con la mente allora non è amore … “ . Il mio allora non era amore. Sospirai sentendomi meglio e nello stesso momento sentì il campanello suonare. Chi era quest’ora? Mi alzai e andai in soggiorno senza importarmene chi era visto il mio abbigliamento un po’ trasandato. Portavo dei calzoncini corti, le mie infradito e una maglietta larga a maniche corte. Quando mi rintanavo in casa diventavo peggio di uno scoiattolo ( :D ) . Mi ritrovai davanti all’entrate Simon con un sorriso che gli partiva da un orecchio all’altro e sulle mani un pacchetto di popcorn e patatine ed un film. La nostra serata  film! SI! Saltai sul posto scoccandogli un bacio sulla guancia che risuonò in tutta casa.

<< Guarda non ti aspettavo proprio!>> dissi scherzando io mentre guardavo quei sacchetti come impossessata. Mangiavo schifezze a tutta volontà , ma che potevo farci se ha scuola e a pranzo mangiavo poco o niente?

<< Mi adori, è?>> disse notando il mio sguardo sulle patatine ed io risi.

<< Si! Dai guardiamoci questo film!>> dissi sfilandoglielo dalle mani , ma appena lessi il titolo spalancai le labbra indignata. Oddio no! Non volevo vedere .. quella cosa! Feci una faccia schifata e mi girai tenendo il DVD tra due dita mentre vedevo il mio amico sghignazzare. Certo per lui era normale! Idiota … .

<< Non lo riguarderò mai Sex And The City, Simon!>> sbottai inviperita e lui scoppiò, alla fine, a ridere. La sua faccia era rossa come un peperone ed avevo paura che tra poco gli sarebbe scoppiata. Oddio .. risi dei miei maligni pensieri, ma quando lo vidi tenersi la pancia gli diedi una sberla in testa .

<< Dai almeno ci stanno anche scene succose per un maschio! >> disse rianimandosi mentre ancora il suo viso aveva un lieve rossore. Vedevo i suoi occhi brillare dal ridere e quasi temetti che per poco non si metteva a piangere. Il solito stupido … . Alzai le braccia al cielo e le feci ricadere pesantemente lungo i fianchi sbuffando.

<< Ti odio!>> sbottai, ma poi mi presi le mie meritate patatine e mi misi a sedere sul divano mentre lui metteva il CD nel lettore. Da quel momento sarebbe iniziata quell’agonia ed infatti … . Simon non faceva altro che ridere per quelle scene imbarazzanti che a me mettevano in totale imbarazzo , mentre mi mettevo il cuscino davanti alla faccia per non vedere quelle scene … disgustose. I maschi , i soliti pervertiti. Nessuno era diverso e nemmeno quel decelebrato del mio amico che seppure era innamorato continuava a guardare film .. lasciamo perdere! Ma finalmente quando quell’agonia finì, mi alzai con la faccia tutta rossa dalle risate mentre il  mio amico tutto serio , prendeva i libri dallo zaino che si era portato. Il solito studioso. A differenza di me , lui voleva tutto alla perfezione, mi risentiva le cose che c’erano da studiare e se non capivo una cosa me la rispiegava dandomi anche qualche sberla di sufficienza se lo prendevo in giro. Cavolo, se portava quegli occhiali Ray- Ban imbarazzanti , che ci potevo fare? Ma proprio mentre stavo scrivendo un equazione degna di un filosofo , lui se ne uscì con una domanda che mi fece arcuare le sopracciglia.

<<  Sai perché gli uomini vengono definiti stronzi?>>. E ora che diamine c’entrava? Picchiettai la matita sul quaderno mentre decidevo se mi stava prendendo in giro o faceva sul serio. Ma no .. era dannatamente serio con quella faccia rivolta a leggere sul libro, la matita tra le labbra e il dito che scorreva lentamente su quei disegni geometrici che mai avrei capito. Ma quando si accorse che non rispondevo, alzò gli occhi e li puntò nei miei.

<< Illuminami genio >> dissi alla fine sospirando appoggiandomi al divano con la schiena.

<< Perché gli stronzi sono proprio quei ragazzi che cercano di nascondere i loro sentimenti e dicono cose che non sono vere>> mi disse semplicemente come se era la cosa più naturale del mondo , quella più plausibile. Si stava forse riferendo ad Andrea? Rimasi sorpresa. Perché proprio lui doveva venirmi a dire quelle cose se prima mi aveva espressamente detto che era un coglione e che dovevo lasciarlo perdere?

<< Non esiste la tipologia stronzi solo per il gusto di esserlo? >> dissi acida sbattendo la gomma sul quaderno che poi cadde per terra rimbalzando. Simon sbuffò alzando gli occhi al cielo. Già stronzi … stronzi solo perché volevano esserlo. Ma poi perché? Perché essere qualcuno di diverso ? Essere una stupida maschera? Odiavo i soliti bulletti che si credevano chissà chi ma che alla fine valevano poco, alla parità di chiunque altro. Ognuno aveva un proprio carattere, forse più o meno simpatico dell’altro. Ma cavolo … alla fine noi ragazze eravamo sempre quelle che si innamoravano degli stronzi. Forse perché erano impossibili, forse perché amavamo l’avventura forse perché … volevamo che quella storia continuasse all’infinito tra  i vari continua e molla. Ma alla fine la verità veniva a galla, alla fine i sentimenti si facevano vedere .. ma io .. io non volevo dirli. Perché mi avrebbe presa in giro ,perché per lui  ero …

Solo un’amica …

Già ed era già difficile dopo quello che mi aveva detto credere ancora a quella stupida parola. Perché si, avermi dato della prostituta mi aveva fatto sentire inutile , come un sacco di macerie insulso ai suoi occhi che in quel momento mi avevano guardata con disprezzo. Perché per lui ero un sacco da buttare, una delle solite ragazzine patetiche … Diamine, in così pochi giorni mi aveva sconvolto tutto .. tutti i miei piani , tutte le mie certezze … . Non ero vicina all’amore, lo sentivo .. era solo che …
Stava diventando più di un amico.
Ed io non volevo farlo diventare in quel modo. Dio aveva una ragazza che al cospetto del mio, era la dea scesa in Terra. Perché guardare me? Una ragazza semplice, che rideva sempre, sgangherata e con ancora le ciabattine di Winnie the Pooh. Ridicola in poche parole …

<< Ari … lo sai anche tu che non voleva dirle quelle cose >> mi sussurrò vedendomi leggermente persa nei miei pensieri. Scossi la testa sorridendo amaramente. Se non li pensava perché
allora li aveva detti? Perché puntarmi addosso la sua rabbia se non era contro di me? Ma alla fine , gli uomini erano tutti uguali , forse più gentili o meno … ma essere orgogliosi e testardi non glielo levava nessuno.

<< Non me ne frega niente! Ormai le ha dette e se non voleva dirle b’è che se ne era stato zitto che mi faceva un favore enorme!>> sbottai acida e mi versai un po’ d’acqua nel bicchiere facendone cadere qualche goccia per il nervosismo.

<< Ti frega, ti frega … Solo perché sono un maschio posso capirlo>> mi rispose mentre continuava a guardarmi, mentre scrutava i miei occhi pensierosi, le mie labbra che mordicchiavano la penna nervosi … ero come un libro aperto per lui e su questo non potevo farci niente .

<< Non siete tutti uguali , Simon >> dissi, ma era l’unica cosa sensata che ero riuscita a dire. Parole e solo parole , ma niente fatti … perché in realtà io non riuscivo proprio a catalogare
Andrea. Misterioso e con mille segreti sulle spalle. Proprio il genere di ragazzo che attirerebbe anche una mosca. Feci una smorfia a quella constatazione.

<<  Ari … a lui interessi, si vede da come ti guarda e ieri sera vi ho visti mentre eravate in giardino. Che ne so, forse ha paura , paura di innamorarsi perché sa che con te potrebbe andarci vicino .. ma sento che c’è una forte attrazione e su questo non puoi dire di no>> mi disse serio e , Dio, come aveva ragione. Provavo una fortissima attrazione fisica per lui e quando lo avevo toccato, avevo sentito il mondo esplodere per tutta la miriade di sensazione che avevo provato. E toccare quelle labbra era stato come una scossa elettrica che mi aveva fatto aumentare il battito del cuore.

<< Peccato però che per lui non sia la stessa cosa .. ti prego continuiamo a studiare?>> dissi seccata mentre mi passavo una mano tra i capelli e lui annuì. Forse alla fine lo avevo stufato con la mia solita testardaggine che nemmeno io adoravo più di tanto. Anzi, ne volevo proprio fare a meno. Essere orgogliosi però qualche volta portava a qualcosa  solo che in quella circostanza sentivo che mi stavo facendo del male da sola …
 

*******************

Simon se n’era andato dopo un po’ portandosi via, meno male, quel film che non avrei rivisto per nulla al mondo. Cosa c’era di più scandaloso se non vedere l’amichetto di un uomo? Bleah! Rimisi a posto le scartoffie lasciate sul pavimento e mi andai a fare una rilassante doccia, levandomi tutto lo stress di quella giornata. Dopotutto quella mattina non era cambiato niente, a parte l’indifferenza di Mister Italians. Mi ignorava e neanche mi aveva degnata di uno sguardo e la cosa mi aveva provocato un movimento alla base dello stomaco veramente … fastidioso. Non era normale o almeno non potevo provare quel senso di vuoto. Ma i miei pensieri vennero interrotti dal suono del campanello. Con ancora i capelli avvolti nell’asciugamano e con indosso il mio pigiama, mi diressi ad aprire e quando lo feci il mio cuore ebbe un tuffo mentre sentivo quegli occhi guardarmi intensamente pieni di rammarico e in quel preciso istante mi sentì bene come se tutto alla fine fosse tornato al suo punto di partenza …
 
  
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