Fanfic su artisti musicali > Alter Bridge
Segui la storia  |       
Autore: devilrose1982    07/06/2011    2 recensioni
Myles Kennedy, Alter Bridge, Slash
Una fan fiction inventata su Myles Kennedy e una mogliettina "in fuga".
Riuscirà il nostro eroe a convincerla a tornare a casa?
"So I'm coming home
Lost on a road I don't belong
I rest my soul I'm so alone
Far from the streets I call my own
I'm coming home"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
"La fredda notte chiama
e le lacrime cadono come pioggia
è così duro lasciare andare
l'unica cosa che non rimpiazzerò mai"
 
 
 
Nel frattempo nella camera da letto diventata improvvisamente silenziosa la ragazza accarezzò Myles, lo baciò sulla guancia, cercando di distoglierlo dai brutti pensieri "Ehi"
"Si, scusa, mi dispiace per la scenetta pietosa"
"Fa niente" rispose lei avvicinandosi a lui sul letto, lo fece stendere di nuovo, la sua mano esperta scivolò furtiva sotto la maglia di Myles, accarezzandogli la pelle liscia "Rilassati" gli sussurrò avvicinando la bocca carnosa all'orecchio ma lui le bloccò la mano
"Pensi che sia stato troppo duro?"
"No, evidentemente se lo meritava" gongolò mettendosi a cavalcioni su di lui, si chinò baciandogli il collo, poi scese lentamente verso il basso, sfilandogli la maglia e continuando a baciarlo sempre più giù, Myles era impassibile, la lasciava fare ma sembrava che con la testa fosse da tutt'altra parte, la ragazza non ci badò granchè continuando nel suo operato, arrivò sempre più in basso, iniziando ad armeggiare con la cintura slacciandola 
 "Non ci pensare più" gli sussurrò mielosa "Abbiamo un discorso lasciato in sospeso, non ricordi?" aggiunse proseguendo a sganciargli i jeans con una mano, velocemente furono di nuovo sul pavimento, la ragazza, Chloe aveva detto di chiamarsi o qualcosa di simile,  aveva ripreso ad accarezzarlo sapientemente con una mano sulla pelle calda, ora coperta solamente dai boxer,  sfilò anche quelli mentre sentiva Myles come un’automa sotto il suo tocco esperto mentre con l'altra mano risaliva lungo l'interno della sua coscia, c'era qualcosa di strano, sentiva che il corpo dell'uomo non reagiva come lei sperava, era lì, ma inerte, indifferente alle sue carezze
 "Scusa, ma non ci riesco" la bloccò lui allontanandola da sé. 
Non voleva offenderla, ma non era esattamente lei che voleva in quel momento; si era lasciato trasportare dalla rabbia verso l'ex moglie, ma non gli importava granchè di intrattenersi con quella ragazza, si alzò di scatto lasciandola li, basita sul bordo del letto.
Tirò fuori dal portafoglio due banconote da 100 dollari e gliele porse scusandosi "Questi sono per te, tieni il resto per il disturbo, grazie di tutto"
La donna fissò Myles tra il divertito e il compassionevole, evidentemente era abituata a quelle razioni, prese le banconote, le infilò in fretta nella borsetta e salutò Myles, si fermò vicina alla porta, lo guardò per un attimo intento a rivestirsi velocemente come se di colpo si fosse vergognato di quello che aveva fatto 
"So che non sono affari miei" disse la ragazza sfoggiando un'umanità che dato l'aspetto non le si addiceva, che pensiero assurdo, come se le prostitute non avessero un cuore "Però non penso che la faccenda di poco fa ti abbia lasciato indifferente, accetti un consiglio da una sconosciuta? Se la tua reazione è questa, fossi in te non me la lascerei scappare tanto facilmente la biondina" disse la ragazza e salutò Myles con un mezzo sorriso, lui non riuscì nemmeno ad alzare lo sguardo, quelle parole l’avevano compito come una stilettata al centro del petto.
In fondo, pur non conoscendolo aveva colpito nel segno.
Già, la biondina, la sua biondina, forse era stato duro con lei, pensò, ma Leinie non era stata da meno col suo comportamento, aveva distrutto tutto, forse irrimediabilmente, ma allora perchè si sentiva come se fosse lui adesso ad essere in torto?
Sentì bussare alla porta, andò ad aprie credendo fosse la ragazza che aveva dimenticato qualcosa ma trovò Slash di fronte a sé; su indicazione della moglie aveva spettato che la donna uscisse dalla camera di Myles per parlare con lui, Perla aveva visto giusto, se un minimo conosceva Myles dopo l'improvviso faccia a faccia con Leinie si sarebbe liberato in fretta dell'altra e così era stato.
Slash, al corrente della storia, entrò nella stanza lievemente in imbarazzo; secondo il piano di Perla avrebbe dovuto confondere Myles, creando contraddizioni sul suo pieno diritto di rifarsi una vita, sempre se fosse stato quello il suo volere, poi l'avrebbe convinto a imporre all'ex moglie la sua custodia sul figlio, salvo poi metterlo in guardia  ricordandogli le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare nel portarsi in tour un bambino così piccolo.
"Ehi" esordì Slash "Ho visto la bomba che è uscita da qui, fatto follie eh..." sparò dando di gomito a Myles che sorride imbarazzato "Beh certo, immaginati se l'avesse saputo tua moglie..." aggiunse.
Myles lo guardò storto. Che Slash sapesse dell'arrivo di Leinie? No, non avrebbe potuto saperlo, lui era un amico, non sarebbe andato da lui fingendo di non sapere nulla, avrebbe parlato chiaro, forse.
"Già, sarebbe stato un bel casino, peccato che però Leinie non sia più mia moglie..." puntualizzò Myles con un qualcosa di strano nella voce, sembrava che quell'ultima frase gli fosse uscita strozzata, come se non avesse veramente voluto dirlo, come se neanche lui ci credesse veramente.
"Insomma, sono passato a vedere come stavi prima del concerto di stasera, ti vedo bene, certo forse un po' sciupato e giù di corda, ma alla grande comunque"
"Alla grande" gli fece eco Myles poco convinto, continuando a pensare a quanto fosse strano il comportamento dell'amico
"Ah giusto, poi dimenticavo, domani Ola porterà qui London e Cash, potresti far venire qui anche Christian, non sarebbe già dovuto stare qui con te? O forse mi sbaglio, ma mi sembrava di ricordare che avessi detto che avresti avuto l'affidamento del bambino"
"Si, è la richiesta che ho fatto all'avvocato, avrò la custodia di Christian quando non sono in tour all'estero" disse, ma nella sua voce non c’era il giusto entusiasmo, aggiunse “Ma per ora Chris è ancora con i nonni”
"E' una gran cosa amico, veramente una gran cosa, non sai quanto mi pesi non vedere i miei figli così spesso come vorrei, se fosse per me li porterei sempre in giro in tour con me, in lungo e in largo, certo..." fece una pausa teatrale per poi riprendere il discorso "…mi rendo anche conto che non è l'ambiente più adatto per dei bambini, con tutto il caos che c'è in giro, lo stress da tour, impazzirebbero poveri piccoli, hanno bisogno di un po' di stabilità..." 
Myles era piombato nel caos mentale più totale, il discorso sconclusionato di Slash l'aveva mandato in paranoia annullando le ultime poche certezze che aveva, ammesso che ne avesse ancora qualcuna.
Arrivò persino a pensare che Slash continuasse a parlare a raffica e senza un senso logico perchè era ubriaco e cercava di nascondersi dalla moglie, ma non aveva l'aria di essere ubriaco, forse aveva riniziato a drogarsi?
Parlarono a lungo e il chitarrista riuscì suo malgrado nel suo intento, temeva la reazione di Perla qualora il suo piano fosse fallito, ma riuscì perfettamente a confondere ancora di più le idee di Myles al punto che non appena Slash fu fuori dalla sua stanza e il cantante rimase di nuovo solo sprofondò ancora di più in uno stato di profonda confusione.
Ripose  la chitarra nella sua custodia e si distese sul letto, le braccia incrociate dietro la testa, chiuse gli occhi e per un po’ riuscì pure ad addormentarsi, sognò la sua famiglia, ma soprattutto sognò lei, sognò di stringerla di nuovo a sé, sognò di trovarsi di nuovo con lei, nel salotto della sua casa quando lei se ne stava per ore sognante accoccolata sul divano a sentire Myles che suonava.
Sognò della loro prima estate, quando lei si era trasferita per seguire lui.
La verità era che gli mancava terribilmente suo figlio e suo malgrado sentiva anche la mancanza della sua biondina folle, se continuava a sognarla un motivo doveva pur esserci…
Si svegliò un paio d’ore dopo,deciso a chiamare Leinie, ufficialmente per chiederle notizie del piccolo, in realtà si era svegliato con un bisogno terribile di sentire la sua voce.
Allungò la mano verso l'iphone appoggiato sul comodino, compose il numero di Leinie ma all'ultimo momento si bloccò: cosa le avrebbe detto? Come avrebbe giustificato la scena di prima? Forse non aveva nemmeno bisogno di giustificarsi visto quello che era successo, forse era pienamente in diritto di stare con chi voleva, in fondo si erano lasciati, in fondo era stata lei la prima a tradirlo, e quando ancora stavano insieme, ma allora perchè si sentiva così terribilmente in colpa con lei?
 
 
 
“che vita meravigliosa
fin quando sei stata al mio fianco,
e voglio che tu lo sappia,
mi mancherai tanto
e anche se i nostri giorni sono giunti al termine
no, io non amerò mai più così”
 
 
 
******************************************************************************************************************
 
 
 
“che vita meravigliosa
fin quando sei stata al mio fianco,
e voglio che tu lo sappia,
io ti ho amato tanto
 
 
 
"Su su su cara dobbiamo muoverci , andiamo a recuperare tuo figlio e stasera ce ne andiamo tutti al concerto"
"Perla, non voglio usare Christian come merce di scambio con Myles"
"Tesoro, per come ho visto andare le cose penso proprio che non ti farà nemmeno entrare al concerto se non ti porti Chris dietro, al resto penserò io, non ci saranno intruse” disse enfatizzando con le mani l’ultima frase. 
La sua uscita poco elegante fece finalmente ridere Leinie
"Uh aspetta mi sta suonando il cellulare" disse Leinie fermandosi un attimo per frugare nella borsa alla ricerca del telefono,  riuscì a trovarlo tra la marea di cianfrusaglie che risiedevano nella sua borsa di pelle verde "Era Myles" disse sorpresa guardando la chiamata persa sul display e mostrandolo a Perla
"Myles? E ora cosa vuole da te?" domandò un'ancora più sorpresa Perla, Leinie fece spallucce "Non so, non ce l'ho fatta a rispondere"
"Chiamalo, chiamalo, voglio proprio sentire se ti dice qualcosa dell' "incidente" di oggi..."
Leinie fece partire la chiamata con la mano tremante, era in ansia di sentire la sua voce dopo la sfuriata di quella mattina, il telefono squillò un po', poi dall'altra parte Leinie sentì la voce di Myles, che si mostrò quasi sorpreso di sentirla
"Si? Hai bisogno di qualcosa?" chiese lui con distacco
"Io no, ho trovato la tua chiamata, pensavo mi cercassi" buttò li lei, cercando di fare l'indifferente, cercando di nascondere il suo entusiasmo
"No, devi esserti sbagliata, io non ti ho chiamata... Forse mi confondi con qualcun altro..."
Leinie aggrottò le sopracciglia, davvero era uscita quella frase dalla bocca di lui? Davvero aveva avuto il coraggio di dirlo seriamente?
Si stava comportando da stupido, ma visto la sua reazione della mattina Leinie evitò di farglielo notare, si sforzò di tenere un tono neutro "Ok, devo essermi sbagliata con qualche altro Myles in rubrica, oppure qualcuno ha preso il tuo telefono per farmi uno scherzo..." Ops, la frecciatina le era sfuggita involontariamente, perchè diavolo non riusciva a tenere a freno la lingua quando serviva?
"Bhe comunque, se non mi cercavi non ti disturbo ancora, immagino che tu abbia altro di meglio da fare” disse acida “Buona giornata Myles"
"No, aspetta..." disse lui dall'altro lato della cornetta..."Già che ci siamo, ti volevo chiedere….”
“Si, dimmi” chissà cosa si aspettava di sentirsi dire
“Christian è rimasto dai tuoi?”
“No, è venuto via con me, è con tua madre” che non sa nulla di tutta la storia, pensò tra sé Leinie
“Ah… Ok” si limitò a dire, evitando ogni allusione al fatto che sua madre fosse all’oscuro di tutto, immaginò che se Leinie le avesse detto qualcosa lei l’avrebbe chiamato e se non l’aveva fatto evidentemente era ancora all’oscuro di tutto… “Potresti portarmi Christian allora, avevamo stabilito che anche se fossi stato in tour negli Stati Uniti sarebbe spettato a me..."
Leinie gli avrebbe tanto voluto rispondere che lui da solo l'aveva stabilito, ma per una volta riuscì a tacere "Ok, sarà felice di stare col suo papà, gli sei mancato tanto..." troncò la frase perchè non avrebbe retto ancora, anche a lei mancava tanto, da morire e glielo avrebbe urlato in tutte le lingue se fosse servito a farlo tornare, ma guardò Perla e si fidò del suo piano, prese un respiro profondo e attese la risposta di Myles, sentiva il suo respiro dall'altra parte del telefono, ma non disse parola, era muto, riusciva a percepire il suo nervosismo attraverso l'apparecchio "Myles, ci sei..." chiese Leinie
"Si, si, ok allora, appena puoi portami Christian"
"D'accordo, buona giornata"
"Ciao"
Leinie guardò perla e ripose il telefono in tasca, per non rischiare di non sentirlo come prima, "E' andata" disse all'altra che la guardò curiosa "Avevi ragione, era stranissimo al telefono, ha detto di non avermi chiamato, ma non mi sono fusa il cervello, hai visto anche tu la sua chiamata, è inutile che neghi..."
"Oddio Leinie, che cosa tenera, proprio da adolescenti alla prima cotta. Ti chiama e poi fa finta di non averlo fatto negando l'evidenza, credimi piccola, te l’ho detto che è ancora innamorato perso di te, fidati, ho occhio per queste cose..."
"Speriamo Perla, speriamo, anche io sono innamorata persa di lui" sentenziò la bionda con un'espressione talmente dolce da spingere Perla ad abbracciarla
"Fidati piccola, andrà tutto a posto"
 
 
 
“l'amore rimarrà
questo posso concederlo
ora e per sempre 
perchè grazie a te
ora credo
credo”
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Alter Bridge / Vai alla pagina dell'autore: devilrose1982