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Autore: Violet 95    07/06/2011    2 recensioni
Un ragazzo gravemente ferito si trascina, combattendo contro la morte, fino al castello dove risiede l'Organizzazione XIII per chiedere un favore: ciò che tiene stretto fra le braccia, può rivelarsi un'arma mortale, un'esperimento risultato come un fallimento agli occhi degli altri ma l'ultima speranza per molte persone. Una ragazza che nasconde molti segreti e con un passato avvolto nell'ombra, rinasce come una fenice dalle sue stesse ceneri e deve decidere da che parte stare. Dodici Nessuno che cercano un cuore e che forse lo troveranno, un'ospedale dove vengono effettuati atroci esperimenti, un potere incontrollabile che risiede in un corpo imperfetto e una libertà mai concessa. Talvolta perfino la morte è solo un'illusione...
Spero che la trama vi abbia attirato... Mi raccomando: recensite!
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Saix
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Where is my heart

Where is my heart?

 

 

 

Now I know I will never love you,

I’m a man without a heart,

I’m not allowed to feel human feelings

I’m king of the land, I’m a ruler of seas,

I’d give it away in a moment.

If I only had one moment.

I’d give a kingdom

For one more day as a king of your world

I’d give a kingdom, if I had a heart.

[Kingdom for a heart – Sonata Arctica]

 

 

 

L’arma cadde a terra con un sonoro tonfo, rimbombando nel silenzio creatosi dopo la battaglia. Nell’aria fremevano ancora l’impeto e la rabbia dei due sfidanti, mossi entrambi da motivazioni differenti e destini diversi: mentre uno dovrà andare avanti e mettere la parola fine a tutta questa commedia, l’altro cadrà in battaglia dopo aver lottato per la causa in cui credeva. Sparirà dalla scena come una semplice comparsa, lasciando il posto al vero protagonista.

Questa sarebbe stata la sua fine: la fine del Mago Che Danza Sulla Luna, del numero VII. Saix. Eppure, nonostante si fosse figurato da tempo la sua morte, non riusciva ad accettarla, non più. Non per mano di uno sciocco moccioso che agitava la sua Keyblade senza una precisa logica, colpendo il bersaglio anche se non sapeva dove si trovasse. Era stato fortunato, tutto qui. Ma non era questo il vero motivo per cui non riusciva ad accettare il corso degli eventi.

Semplicemente, non voleva crederci. Era così semplice.

Sentì le gambe cedergli, non più in grado di sostenere il peso del suo corpo. Cercò ugualmente di restare in piedi per non tradire il suo orgoglio di guerriero: odiava essere compiaciuto un attimo prima di morire. Sarebbe stato così patetico. Con le ultime forze che gli restavano, voltò le spalle a Sora e si trascinò a passi pesanti fino alla vetrata, dove l’immagine del Kingdom Hearts riluceva in tutta la sua bellezza e maestosità. In altri momenti avrebbe pensato che fosse bellissimo, ma adesso la sua presenza sembrava una beffa: per tutto questo tempo non avevano fatto altro che “raccogliere cuori” per completarlo, ma alla fine erano serviti i loro sforzi?

Tutta l’Organizzazione si stava sgretolando e ogni membro era caduto in battaglia, come lui, lasciando Xemnas da solo: il loro sogno cadeva a pezzi come un castello di carte. Che triste e ironica fine.

Forse, se avesse avuto un cuore, in quel momento avrebbe dovuto provare dolore e rabbia, una furia cieca e disumana verso il suo nemico; invece sentiva solo una profonda amarezza verso se stesso e il suo sciocco desiderio. Illusorio e falso. Se prima ci credeva veramente, ora non era lo stesso.

Sentiva il respiro affannato dell’eroe del Keyblade dietro le sue spalle, i muscoli tesi in attesa di un prossimo attacco improvviso anche se ormai l’esito dello scontro era stato deciso fin dall’inizio. Sorrise ironico dentro di sé, pensando al volto sollevato del ragazzo dopo aver visto svanire il suo nemico e, subito dopo, all’ansia che attanaglierà il suo cuore ricordandosi che la vera battaglia doveva ancora cominciare. Eppure, perfino quella era già prestabilita: avrebbero perso e la luce avrebbe regnato incontrastata sull’oscurità. Era tutto finito.

Ma in fondo non gli importava.

Era andato avanti mosso da una flebile speranza e ormai non aveva più niente per continuare a vivere: ogni cosa l’aveva persa nel momento in cui era diventato un Nessuno, insieme al suo cuore. Adesso, però, era pronto ad arrendersi completamente, senza reagire. Sentiva le forze che lo stavano abbandonando sempre di più e avvertiva l’oscurità che stava lentamente inglobando ciò che restava del suo corpo; fra poco sarebbe scomparso nel buio da cui proveniva e da cui era stato tratto in salvo, senza lasciare alcuna traccia di sé.

Ecco, la vedeva. Macchie nere circondava il suo corpo e ricoprivano con lentezza quasi voluta le sue gambe, le sue braccia…

 

Sto perdendo pezzi, pensò ironicamente.

 

Alzò lo sguardo rassegnato ed esausto verso il Kingdom Hearts, desiderando di stamparsi nella mente quell’immagine che si sarebbe portato anche dopo la morte. Con le ultime forze rimaste, alzò il braccio tremante che non era ancora del tutto scomparso, trattenendo a stento un gemito di dolore. Aprì la mano cercando ingenuamente di afferrare il suo cuore, come un ultimo atto disperato prima di abbandonarsi al sonno eterno.

 

“Kingdom Hearts… Dov’è il mio cuore?”

 

Le sue parole sembravano un debole e fiacco sussurro indirizzato solo a se stesso: sapeva che la sua preghiera non sarebbe mai giunta ad alcun orecchio, tantomeno al Regno di Cuori. Sentì la gola secca e il respiro farsi sempre più rarefatto. Ormai mancava poco. Si preparò a svanire…

Quando poi la vide. Lei. Comparve come una visione davanti ai suoi occhi piacevolmente sorpresi.

L’immagine di lei comparve nella sua mente con una violenza quasi dolorosa. La vedeva chiaramente: i lunghi capelli neri ricadevano dolcemente dietro la schiena, gli occhi scarlatti brillavano del forte desiderio di libertà e tutta la sua figura era illuminata dalla fugace luce del tramonto. Furia del Crepuscolo, questo era il suo titolo, il più adatto per una come lei. Era questo il ricordo che conservava, quello più vivo della sua vita di Nessuno, il ricordo di lei non nell’ultimo atto della sua storia, avvolta dalle fiamme del suo Inferno. Ma nel momento in cui mostrava tutta la sua magnificenza.

Tutto questo durò solo un attimo, ma fu di quell’attimo che si beò per gli ultimi secondi di vita, rendendo la fine meno dolorosa. Perfino lei era scomparsa, in modo improvviso e crudele, ma era riuscita a ottenere ciò che desiderava: la libertà. Come lui, aveva combattuto per rendere realizzabile il suo sogno ma l’esito era stato diverso per entrambi; almeno, erano accomunati dallo stesso destino di morte.

Sorrise a se stesso e una strana serenità si impadronì di lui. Non la rabbia, non il disonore annebbiavano la sua mente: c’era solo lei che la occupava, l’ultimo ricordo a cui faticava credere. Talvolta si ricorda solo quello che non è mai accaduto.

Sussurrò un’unica parola e chiuse gli occhi, abbandonandosi al freddo abbraccio di un sonno che lo avrebbe ricongiunto a lei e che, finalmente, gli avrebbe donato la pace. Spirò e il suo corpo svanì nell’oscurità. Stavolta per sempre.

E morì così, con il nome dell’amata sulle labbra e la pace in un cuore che non possedeva. O di cui aveva sempre ignorato l’esistenza. Solo lei, unica luce nell’oscurità del suo animo, gli aveva donato una speranza e una ragione per continuare la sua non-vita, fino al compimento dell’ultimo atto della sua misera esistenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco, adesso ho finito veramente. E sono soddisfatta. E commossa.

Non avrei mai pensato di arrivare fino a questo punto, ovvero a concludere una storia. Con questo capitolo metto la parola fine alle avventure di Lux: o forse questo è solo l’inizio. Come avevo accennato, ho intenzione di scrivere un’altra storia che però parlerà della vita precedente della “vera” Lux e di Daimon-Nox. Come avrete già intuito, gli ambienti saranno quelli di Birth By Sleep e i personaggi più o meno li stessi, ad eccezione dei protagonisti Terra, Ventus e Aqua e del secondo “cattivo” Vanitas. Però Xehanort, mi dispiace ammetterlo, c’è ancora!

Quando ho scritto questo capitolo speciale, lo 00, mi è venuto da piangere ripensando agli ultimi secondi di vita del numero VII: la sua morte era così commovente! Spero di non aver stravolto troppo i suoi pensieri e la sua personalità… So che è un personaggio serio e freddo, ma ho provato a immaginarlo in situazioni simili a quelle di Axel e Roxas e mi è venuto in mente così… Mi scuso se ho frainteso.

Vabbè, meglio concludere qui. Ringrazio tutti coloro che hanno continuato la lettura di questa fiction e che hanno commentato: lettore 01, CliceXia, LarcheeX, Exodd, AtenaBrightEyes, Francy_Xemnas, _Nick_.

Grazie di cuore a tutti!

Violet 95

  
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