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Autore: Katia R    08/06/2011    1 recensioni
DATA PUBBLICAZIONE: 31 marzo 2010.
Una lettera di Alessandro per la sua amata, nel giorno del suo compleanno.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alele\\Buon compleanno TITOLO: "Buon compleanno, amore".
AUTORE: 
Katia R.
DATA FINE:
30 marzo 2010
PERSONAGGI:
  Alessandro\Elena
Premessa:
La lettera per il suo compleanno. Era un regalo per una vecchia amica, adesso non ha molto valore. E' solo un ricordo : )


Ho appena acceso lo stereo e le note del nostro cd si diffondono per tutta la casa.

Ti starai chiedendo perché questa lettera e potrei dirti che è una domanda stupida, visto che oggi è il giorno più importante del mondo. A parte il nostro anniversario, amore.
Trentadue anni fa, a quest’ora, una bambina dolcissima dai capelli castani, urlava a squarciagola per annunciare il suo arrivo nel mondo. La stessa bambina che in poco tempo è riuscita a conquistare la sua famiglia e anche i dottori. La stessa bambina che crescendo ha sconvolto la vita a tutti. A me in particolare.
Non dimenticherò mai il giorno in cui ti ho incontrata.
Tu stavi litigando con il tuo motorino mentre io uscivo dalle ripetizioni di matematica. Mi stavo incamminando quando ad un certo punto ti ho sentito inveirgli contro e tirargli un calcio, lasciandolo cadere a terra. Mi sono girato a guardarti mentre un’espressione disperata si era dipinta sul tuo volto. Mi sono avvicinato chiedendoti se volevi una mano e tu mi hai sorriso. Credo che per un attimo il mio cuore si sia fermato per poi riprendere a battere per sistemarti il motorino. Non avevo mai visto un sorriso così. Ne avevo ricevuti tanti, per lo più falsi, ma il tuo era diverso. Era sincero, dolce.
Ti aggiustai il motorino e dopo essermi pulito ti ho allungato la mano.
“Piacere, Alessandro”. Mi hai guardato e con un altro sorriso mi hai stretto la mano dicendomi “Piacere mio! Elena! Grazie mille, quanto ti devo!?”. E lì mi è venuto spontaneo scoppiarti a ridere in faccia. Hai inarcato un sopracciglio pensando molto probabilmente che ero un pazzo.
Mi sono ricomposto schiarendomi la voce e dicendoti semplicemente “Non mi devi nulla”. Ti sei posizionata sul sellino e mi hai passato un casco. Ti ho guardata nello stesso modo in cui mi avevi guardato pochi secondi prima tu.
“Almeno concedimi di accompagnarti fino a casa”, hai detto con un sorriso talmente bello che solo rifiutando il tuo invito avrei commesso un reato.
Sono salito e ti ho detto l’indirizzo. Per le vie della città sfrecciavi tranquilla, così sicura di te, attenta alla strada.
Ti sei fermata di fronte al mio palazzo e sono sceso porgendoti nuovamente il casco.
“Grazie”, ti dissi.
“Grazie a te!”, mi dicesti prima di salutarmi e ripartire. E nel preciso istante in cui l’hai fatto ho subito pensato che non ti avrei più rivisto. E quello che ho provato dentro di me era indescrivibile.
Come faceva una persona appena conosciuta a sconvolgerti la vita in questo modo?
Dopo qualche giorno, stesso posto, quasi stessa ora. Esco da casa della mia professoressa di ripetizioni e vedo te vicino al motorino. Stavolta però non ci stai litigando. Ti volti sentendo dei passi e appena mi vedi il tuo viso si illumina del tuo solito, stupendo, sorriso.
Ci siamo salutati e mi hai dato un invito per una festa dicendomi che saresti stata felice se fossi venuto. Poi sei scappata di nuovo. Sempre di corsa, sempre in ritardo.
La sera dopo mi sono presentato alla festa. Subito mi hanno puntato gli occhi addosso. Qualcuno mormorava qualcosa a bassa voce. Altri mi guardavano come se avessi ucciso qualcuno. Poi ti ho vista in fondo alla stanza che parlavi con delle altre ragazze. Una di loro ha iniziato a fare cenni verso di me, facendo girare te e le altre. Tu mi sei corsa contro, urlando il mio nome. Ti ho sorriso e ti ho salutato con due baci sulle guance. Mi hai fatto conoscere le tue amiche: una decina di nomi di cui l‘attimo dopo ne ricordavo solo due appena. Mi hai presentato come tuo “meccanico personale” per poi trascinarmi dall’altra parte della stanza per farmi prendere qualcosa da mangiare.
Non sto raccontando quella sera tanto per. La sto raccontando perché quella è stata la “nostra” sera! La sera del nostro primo bacio. Ok, ammetto che eravamo un po’ brilli, ma ogni singola emozione la ricordo ancora adesso. Ci siamo messi sul balcone e tu non la smettevi più di ridere. La tua risata era il suono più bello quella sera. La tua risata è il suono più bello anche oggi.
Ed è lì, su quel balcone, con quella leggera brezza primaverile e quel cielo stellato, che ci siamo scambiati il primo bacio.
Quel giorno, così lontano ma vivo nei miei ricordi.
Avevo diciotto anni. Tu ne avevi diciassette. Da quel giorno non ci siamo più separati.
Anzi, tre anni dopo è successa una cosa indimenticabile. Ricordo ancora quel giorno come fosse ieri. Ero appena tornato da lavoro ed ero stanchissimo. Mi sono buttato sul divano e ho notato un fascicolo con una coccarda colorata, sopra. L’ho preso curioso e l‘ho aperto. Era il documento più importante della mia vita. Della nostra vita. Non ho capito più niente, mi sono girato verso di te, che eri comparsa dietro le mie spalle e sono corso ad abbracciarti con una gioia immensa. La gioia più grande di questo mondo: tra pochi mesi saremmo diventati genitori!
Come dimenticare le tue voglie alle tre di notte. Voglia di una cioccolata, voglia di fragole e panna. La tua voglia di anguria e pesche alle cinque di mattina. E io che pur di non farti star male mi giravo mezza Roma, anche a costo di dormire in piedi, l’indomani, sul lavoro.
Per te avrei fatto di tutto. Anzi, mi correggo. Per te farei ancora di tutto!
Mi hai ridato la forza di andare avanti nei momenti più bui, quando pensavo che tutto fosse destinato a finire. Sei arrivata tu, bella come sempre, con quel sorriso con cui cercavi di nascondere il tuo dolore, con tutti i tuoi problemi ma con una grande forza di vivere. Di combattere per una vita che non ti aveva regalato tanto. Sei stata con me per tutti questi anni, gli anni più belli della mia esistenza. Quindici anni del nostro amore. Quindici anni pieni di sorrisi, lacrime. Quindici anni pieni di emozioni.
Quel giorno, quel 19 ottobre, quando ho deciso di fermarmi a darti una mano con il motorino, non lo dimenticherò mai.
Vorrei che tutto il mondo conoscesse come sei veramente. Anzi, meglio di no. Poi dovrei stare attento a non farmi rubare il bene più prezioso della mia vita.
Auguro a tutti di avere una persona come te accanto in ogni momento della vita.
Si, forse a volte hai un brutto carattere, litighiamo spesso, ma ogni volta aspettiamo entrambi una cosa soltanto: fare pace. E non intendo fare pace in modo “fisico”, ma nei modi più strani e dolci che ci siano. Bastano poche parole a volte. Anche una sola.
E poi ho tanti motivi per i quali amarti. Elencarli tutti sarebbe impossibile.
Amo quando la mattina suona la sveglia e tu inizi a bofonchiare qualcosa per poi trascinarti giù dal letto e andare in bagno. Amo quando mi alzo e ti raggiungo in cucina e già a quell’ora del mattino inizi a cantare attivando la tua modalità “jukebox”. Amo quando sorridi e ti butti tra le mie braccia, e io sono sempre pronto a stringerti a me e ad annusare i tuoi capelli che sanno sempre di pesca. Quando mi alzo per andare a lavoro e mi stampi un tenero bacio dicendomi “Buona giornata, amore mio”, e già da lì si colora la mia giornata. Amo quando sono sul lavoro e ho i nervi a palla, e appena entri tu in ufficio e mi abbracci, tutto cambia e mi rilasso. Quando torno a casa e sento uno strano odore, per poi affacciarmi in cucina, guardarti negli occhi e capire che hai di nuovo bruciato il pranzo. Amo quando inizi a sbraitare per casa, insultando qualsiasi cosa. Quando inizio a leggere delle pratiche e in sottofondo sento te che canti per casa, sistemando le cose. Amo tante cose di te. Come quando siamo distanti e stiamo ore e ore al telefono, senza stancarci mai. Quando ritorni dal viaggio e sento il campanello e mi precipito ad aprire e tu prontamente mi butti le braccia al collo e mi riempi di baci. Amo quando prendi nostra figlia in braccio e le dedichi tutte le attenzioni possibili. Quando torno tardi dal lavoro e ti trovo sul divano che dormi con Daniela tra le braccia. Lei, con quei riccioli castani, splendente nei suoi 5 anni e Marti, accoccolata accanto a te, nei suoi quindici anni. Rimarrei a guardarvi per ore.
Amo quando dopo una giornata pesante sei stanca e inizi a dire “Vado a letto perché mi sto trascinando”, e io che sono sempre pronto a farti qualche battuta sullo strano verbo che usi.
Amo anche litigare con te, pensa un po’! Si, perché urliamo, sbraitiamo, ci offendiamo, ma in cuor nostro sappiamo che ci amiamo talmente tanto che è impossibile rimanere con il muso a lungo.
L’elenco sarebbe troppo lungo da fare, ma già lo sai. Amo tutto di te! E te l’ho ripeto da sempre e non mi stancherò mai!
Hai solo un difetto: non sai apprezzarti per quello che sei. Ed è il difetto più brutto di tutti, perché sei la cosa più bella che abbia mai visto, incontrato. Sei quella che riesce a donarmi un sorriso quando credo di non poter più sorridere.
E citando una parte di uno dei nostri libri preferiti…

“Come la guardava! Era come un cieco che vedeva il sole per la prima volta. Come un collezionista che scopre un Leonardo sconosciuto, come una madre che guarda negli occhi il figlio appena nato.”

Molto probabilmente potrebbe essere la mia descrizione vista dal punto di vista di chi mi sta accanto!
Con l’unica eccezione che per me sei più bella del sole e di qualsiasi altra cosa magnifica di questo mondo. Sei la mia ottava meraviglia del mondo! Anzi, sei la prima perché le altre, per me, di fronte a te, diventano insignificanti.
Tanti auguri, amore mio! Spero con tutto il cuore di poter esserci ad ogni tuo compleanno, di poterti portare la colazione a letto, di poterti trattare da vera regina, e di potermi dimenticare del mondo per concentrarmi interamente su di te!
Ti amo, piccola. Ti amo e se dovessi tornare indietro sceglierei sempre e comunque te. E sceglierò te per sempre, qualsiasi cosa succeda. Grazie di esistere! E questa non è una semplice frase di circostanze, ma è una cosa che sento davvero.
Ancora tantissimi auguri e…
Ti amo e ti amerò per sempre.
Tuo
Alessandro
   
 
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