Anime & Manga > Le situazioni di lui e lei/Karekano
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Autore: Hika86    28/02/2006    1 recensioni
Tra Yukino e Arima si sta rovinando tutto e Asaba, da buon amico, si farà in quattro per rimettere insieme i pezzi del puzzle dei loro sentimenti. Così però non si accorgerà di quelli di qualcun'altro: cosa prova Tsukino?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ah- sospiro –Un’altra giornata finita-

-E’ stato terribile- vedo arrivare mia sorella verso di me con una faccia da funerale

-Kano! Che brutta cera! Cosa ti è successo?- le chiedo preoccupata. Lei mi guarda in silenzio mentre gli occhi le si riempiono di lacrime e poi scoppia in singhiozzi appoggiandosi alla mia spalla –Ehi, ehi... stai calma, mi vuoi dire cosa ti è successo?- le metto una mano sulla spalla per consolarla. Dopo un po’ si stacca da me e si asciuga gli occhi con il dorso della mano –Scusa Tsukino, ma sono proprio giù-

-Non me n’ero accorta (-__-;;;)-

-Matematica. Mi è andato male il compito e il mio insegnante mi ha detto che se non recupero finirà che avrò un insufficiente nella sua materia-. Scoppio a ridere e lei mi guarda interrogativamente –Scusa sorellina, ma non credo sia il caso di piangere-

-Come no?

Vorrei vederti tu al mio posto. Un mese fa non hai fatto una scenata tremenda per quel disegno di artistica? Meglio artistica che matematica, no?-.

Arrossisco –Si è vero. Ma puoi recuperare facilmente. Puoi chiedere un aiuto alla sorellina Yukino!!!- alzo un pugno verso l’alto e assumo un aria spavalda. Mia sorella maggiore è un genio a scuola –Si, così poi mi tratta male. Sai che in questi ultimi tempi ha la luna di traverso e poi se non capisco qualcosa mi dice che sono una capra. Se fossi una sua compagna mi tratterebbe meglio-

-Ma dai Kano! Ormai è un pezzo che ha smesso di fare l’alunna modello- do un’occhiata all’orologio mentre le parlo –E poi lo sai che è l’unico modo per... ah cavolo!!-

-Cosa?-

-Come cosa?!! È tardissimo, se non ci sbrighiamo perderemo la corriera, spicciamoci!-.

C’è un bel pezzo tra la nostra scuola e casa e per andarci prendiamo spesso la corriera, se nostro papà non viene a prenderci in macchina e non sempre può.

La mia famiglia è molto bella. I miei genitori sono come degli amici preziosi per noi tre sorelle. Kano è la sorella minore e Yukino è la maggiore. Io mi trovo in mezzo. C’è solo un anno di distanza l’una dall’altra.

Arrivo in camera mia e lasciando cadere la cartella vicino alla sedia della scrivania mi abbandono sul letto affondando la faccia nel cuscino. E' da poco che abbiamo fatto un piccolo cambiamento in casa così ora ognuna di noi ha una stanza per se, è molto più comodo. L’anno scolastico sta per finire e presto per me ci saranno gli esami. Sono molto stressata e gli insegnanti tengono me e i miei compagni sotto pressione.

Mi sento il cervello fuso e le gambe appesantite –Uff- mi metto a pancia in su –Basta, basta, basta... non vedo l’ora che sia tutto finito. Pensare a Lunedì mi fa sentire già stanca anche se oggi è venerdì e ho due giorni di riposo-.

Sento bussare alla porta, mi metto a sedere –Avanti!- la porta si apre –Che c’è?- chiedo

-Tsukino, mi puoi dare il tuo libro di scienze?-

-Ma come sorella? Cosa te ne fai di un libro delle medie?-

-Non capisco un concetto sul mio e quindi ho pensato che magari un libro per scuole medie spiega le cose in modo più semplice di uno delle superiori. Posso darci un’occhiata?-

-Certo. E’ sulla mensola sopra la scrivania- le indico davanti a me.

È strano che mia sorella Yukino non capisca qualcosa, lei è un genio. La osservo avvicinarsi alla mensola cercare con il dito il libro e prenderlo. Lo apre e rimane in piedi a sfogliarlo fino a quando non si ferma a leggerlo attentamente.

Era ormai molto tempo che non si metteva la tuta. Lei di solito va in giro con abiti molto eleganti e si mette le lenti a contatto, ma una volta a casa si metteva la tuta della scuola (che è di un orribile rosso fagiolo) e gli occhiali stravaccandosi qua e la per casa o studiando come una pazza. Poi però si è messa con Arima e ha smesso di portate tuta e occhiali. “Strano che se la sia messa, ma forse non aveva altro da mettersi o semplicemente sono io che sono così fusa che trovo da ragionare su ogni piccola cavolata” –Domani esci con Aririn?- le chiedo incrociando le gambe su materasso. Lei mi risponde con un mugugno –Sorella?-

-Eh? Come dici scusa?- sembra essersi appena svegliata –Non ti ho sentito, stavo leggendo. Dicevi?-

-Ti ho chiesto se domani esci con Arima-. Il suo viso si scurisce, ma in una frazione di secondo mi sorride –Andiamo con tutto il gruppo, perchè?-

-Semplice curiosità- le rispondo alzando le spalle –Hai finito? Se vuoi te lo posso prestare, tanto non ho compiti di scienze e anche se li avessi sarebbero per giovedì-

-Davvero me lo puoi dare? Grazie Tsukino- mi stampa un bacione sulla fronte e se ne va saltellando –Lo tratterò come un bimbo appena nato, non avrà nemmeno un graffio!!-.

“Beata lei che è allegra. Certo non deve preoccuparsi degli esami, lei è già in prima e passerà alla seconda superiore senza sforzo. Non che debba fare degli esami, ma non ha problemi con i voti della pagella” –Tsukino! Non vai a farti la doccia?!-

-No mamma! La faccio dopo mangiato!-

-Allora sbrigati che tra poco è pronto!-. Non ho voglia di cambiarmi anche perchè tanto dopo mi devo svestire ancora. Scendo in sala da pranzo e la mia testolina fa capolino dalla porta della cucina –Tsukino, mi daresti una mano a portare le cose in tavola?-

-Certo, sono qui per questo- mi piace aiutare la mamma in cucina perchè mi rilassa e mi da un senso di pace. Dopo aver condito l’insalata mi da la ciotola da portare sul tavolo. Quando arrivo vedo mio padre che sta seduto sulla sedia a leggere il giornale –Buona sera papà- gli dico poggiando la ciotola. Il grande foglio grigio si abbassa e appare il viso sorridente di mio padre –Buona sera Tsukino, stai aiutando la mamma?-

-Si- metto a posto i tovaglioli

-Mi spiace di non essere potuto venire a prendervi oggi, ma domani so già che sarò li... anche in anticipo!-

-Non ti preoccupare. La corriera è sempre in orario-

-Ti vedo un po’ sciupata- mi guarda con aria preoccupata

-E’ naturale- risponde mia mamma in arrivo nella sala con la pentola del primo. Dietro di lei c’è anche Kano che segue sbavando la scia di odore –Tra poco ci saranno gli esami di terza media e deve studiare molto per superarli. Penso però che gli insegnanti esagerino nel farli esercitare. Yukino!! Vieni che è pronto!!- urla per ultimo.

Stare a tavola con la mia famiglia è sempre una gioia –Sorella Yukino, ho bisogno di un favore-

-Cosa Kano?- sembra un po’ distratta

-Oggi è andato male il compito di matematicaaa!!!!- si mette a piangere come una stupida per corromperla –Oh ti prego sorellona!! Mi devi aiutare!!! Tu sei bravissima e hai la pazienza di buddha per ascoltare chiunque ti chieda aiuto!! Booooo, salvami!!!-

 

-Kano... potresti smetterla?! Mi stai annacquando i ramen (-o-;;;)!!-

-Ah, si potrebbe provare un nuovo piatto cara!- esclama mio padre –A colazione inzuppiamo i ramen nell’acqua!!-

-Ma papà!! L’acqua è insapore- gli spiego –Facciamoli nell’aranciata!!-

-No... non si può mischiare il sapore puro dei ramen con quello aspro dell’aranciata!!- dice Kano –Facciamoli con il the verde-

-O il succo di mele- suggerisco.

-Che buoni!!- esclamiamo entrambe con aria estasiata

-Scordatevelo (^__^;;;)- Kano cade dalla sedia. –Ma dai mamma si scherzava!- spiego avvilita

-Lo spero per voi (>=|grr)- sorride. Quante cavolate, ma è così che ci divertiamo. Si questa è la mia famiglia. Siamo un po’ un branco di svitati, no?

Mi rendo conto però che mia sorella Yukino in questi ultimi tempi non scherza molto con noi, è sempre sulle sue e poi non esce così spesso con Arima come prima... mi chiedo se non sia successo qualcosa.

Si propone per aiutare la mamma a sparecchiare al posto mio così sono libera. Salgo in bagno e mi svesto per poi immergermi in una vasca di acqua tiepida. Che sollievo per il mio corpo provato e per la mia mente stressata!!

Continuo a pensare a mia sorella e più ci penso più mi tornano in mente piccoli momenti di queste ultime settimane che non fanno altro che confermare la mia ipotesi...

 

CASO N. 1

-Sono a casa!!- era entrata sorridente e spensierata

-Ciao sorella Yukino!! Finalmente sei tornata! Credevamo fossi andata a fare un giro con Arima, ma poi ha telefonato chiedendo di te... dov’eri?- era bastato dire “Arima” che il suo viso si era fatto scuro e triste

-Ah... ero... dovevo fare delle cose importanti. Fare il capoclasse non è semplice!- fingeva di essere Macho Man

-Sarai stanca-

-No affatto, sto bene- ma non lo era affatto, al massimo Macho Girl... ma che dico?!!

-Allora se richiama che gli diciamo?-

-Mh... beh... forse un poco stanca lo sono. Ditegli che forse lo richiamerò io più tardi- cambiava subito idea e usava la stanchezza, che due secondi prima non aveva, come alibi per non sentire Arima

-Forse?- era vaga...

 

CASO N. 2

-Yukino, domani esci con Arima?-

-Perchè me lo chiedi papà- sembrava normale

-Volevo andare a fare quattro chiacchiere con suo padre (sono ancora convinto che potrebbe farci uno sconto per le visite in ospedale!)... eh, eh!!- imbarazzata per le parole del padre, ma non era tranquilla al nome del ragazzo

-Papà... (-__-;;;) comunque non esco con lui- si sforzava di dirlo con naturalezza

-Come? Mi sembrava di aver capito di si-

-Beh, ma ho da fare e quindi non possiamo uscire-

-Eh? Ma se sono giorni che non hai nulla a cui dedicarti!!- infatti era una frottola, ma il nostro papà è troppo ingenuo per capirlo

-Mh... ora ho trovato qualcosa, scusa- non è vero perchè poi sarebbe rimasta in panciolle per tutto il giorno

 

CASO N.3

-Sorella Yukino!!!-

-Kano non strillare!-

-Ha chiamato Aririn e ha detto che purtroppo non può uscire questa settimana perchè ha molto da fare... mi spiace- il suo viso si era intristito, ma poi cambiò e diventò totalmente indifferente, come un ghiacciolo

-Ah beh... non fa nulla. Non è importante. Piuttosto se richiama digli pure che la prossima sono io che non posso- normale... normale...

 

“Non l’ha detto come se fosse una ripicca. Del tipo :–Se non ci sei tu non ci sono nemmeno io, così impari!-... sembrava davvero che non le importasse molto. Forse è successo qualcosa”.

Esco dall’acqua e mi asciugo i piedi di modo da poter infilare le ciabatte. Mi metto un asciugamano addosso legandolo al petto ed esco. Do un’occhiata al salone. Mamma, papà e Yukino guardano un film mentre invece Kano è placidamente addormentata con la testa sul cuscino poggiato a terra ai piedi della TV. Si addormenta in posti strani. Piano, piano vado verso la mia stanza, ma passando dalla stanza di Yukino sento uno strano rumore.

Intanto squilla il telefono e mia sorella va a rispondere –Si?- nemmeno mezzo secondo che si sente la cornetta rimessa la suo posto.

Io però sono presa dal rumore in camera. Mi fermo “Magari è stata solo una mia impressione”, ma sento di nuovo quel rumore. Apro piano la porta e guardo dentro. La luce è accesa, ma dentro non c’è nessuno ovviamente. Sto per spegnere quando il rumore si ripete e guardo verso la finestra. Entro richiudendo la porta dietro di me. Mi guardo intorno per assicurarmi che non sia altro a far rumore, ma vedo dei pallini scuri arrivare sul vetro della finestra e sparire. Mi avvicino perchè uno di loro è entrato nella stanza dall’anta della finestra aperta. E’ un sasso, quindi mi precipito a vedere chi è.

-Buona sera- mi dice una figura scura che sta in giardino poco distante dal muro di casa

-Asaba! Come mai sei qui?- esclamo uscendo sul balcone

-Ssst, non urlare. Devo parlare con Yukino, mi aveva anche chiamato lei. Dov’è?-

-E’ giù in salone a guardare la TV-

-Che tipa, eppure mi aveva detto che mi aspettava in camera sua-

-Te la chiamo?-

-Si per favore- mi guarda. Lo guardo “Che abbia qualcos’altro da dirmi?” –E’ meglio se ti sbrighi o prenderai freddo- mi avverte.

Io mi ero totalmente dimenticata di avere addosso solo l’asciugamano. Arrossisco, annuisco e rientro, mentre lui ride allegro.

Poco dopo sono di nuovo in camera mia. Ho già avvertito mia sorella e dopo aver messo il pigiama mi sto per mettere nel letto. Mi avvicino alla mia finestra e la apro osservando la luna che è quasi mezza. “Chissà perchè Asaba è venuto di nascosto fino a qui. Cos’aveva da dire a mia sorella di così importante?” d’un tratto un pensiero mi sfreccia davanti agli occhi “Mia sorella sta tradendo Arima con Asaba?!!!” mi aggrappo al davanzale -Gnaaa!!! Non può essere- mi dico raddrizzandomi –Ma insomma Tsukino, ke vai pensando??!! Certo che si vede che sei esaurita. La colpa è di quella maledetta scuola, loro e i loro esami, mi distruggeranno!! Weeee-

-Sono d’accordo, si vede che sei proprio esaurita- una voce familiare, abbasso lo sguardo e vedo di nuovo Asaba, stava per uscire dal cancello, ma molto probabilmente deve aver sentito la mia voce.

-Hai parlato con mia sorella?-

-A-ah... ascolta- lo osservo meglio –Ti piacerebbe uscire con noi domani?-. Rimango di sasso. Uscire con loro? –Noi chi?- gli chiedo

-Domani c’è un po’ di gente: tua sorella, Arima, Izawa, Shibahime... e altri. Ti va?-

-Beh non credo-

-Come mai?- mi chiede. Nel suo tono avverto un po’ di delusione –Mi sentirei d’impiccio. Insomma, infondo voi siete tutti amici e poi io sono piccola-

-Ma non c’è problema!- esclama ridendo –Hai solo un anno in meno e poi ancora qualche mese e farai anche tu le superiori, devi iniziare ad adattarti, no?

I tuoi genitori ti lasciano?-

-Non lo so, ma credo di si. Il problema è Kano. Non le piacerà l’idea di essere lasciata da sola-

-Ma dai, per un pomeriggio non credo faccia storie e se l’altro problema sono gli altri non credo ci sia da preoccuparsi. Ti accetteranno senza problemi, e poi sei la sorella di Miyazawa, figurati se non ti accettano. In caso contrario ci penso io-

-E come?- gli chiedo scettica

-Farai il mio cagnolino- e come esempio indica Pero-Pero. Provo ad immaginarmi travestita da Pero-Pero “Ommamma...” -Ok... ci penserò-. Mi fa l’occhiolino e con un cenno della mano saluta e se ne va. Gli sorrido e aspetto di vederlo scomparire dalla mia vista.

Chiudo la finestra e mi infilo tra le coperte “Uscire con gente più grande di me... chissà che effetto fa?

Io e le mie amiche di scuola ci vediamo poco e più che altro andiamo a casa di una di noi. L’anno prossimo sarò alle superiori...” mi giro a pancia in su “Alle superiori... eh, eh, che bello!!!” stringo il peluche dalla gioia. Mi accorgo solo ora di quanto io sia cresciuta senza accorgermene, mi sembra ieri che era il primo giorno di scuola alle elementari.

Mi assopisco tra questi pensieri ed altri riguardanti il giorno dopo.

 

Sabato mattina. Mi sveglio con uno strillo proveniente dalla camera accanto –Ma insomma Kano! Ho finito di dirtelo ora!! Non mi ascolti, come farai a recuperare se non mi stai a sentire e non ti impegni?!-. “Poverina” sospiro assaporando l’ultimo momento caldo sotto le coperte. Quando arrivo in cucina mamma e papà si stanno precipitando fuori per andare a fare la spesa –‘ngiorno- bisbiglio fregandomi l’occhio destro per svegliarmi

-Ciao tesoro- dice velocemente mio padre –Noi stiamo uscendo (come se non si capisse), ci vediamo tra poco. Ciao-

-Forza sbrigati!!-

-Arrivo!!- escono senza nemmeno chiudere la porta.

Dopo colazione salgo in camera e mi vesto, poi raggiungo le mie sorelle in camera –Buongiorno Yukino, ‘ngiorno Kano.. Kano!!! Yukino perchè l’hai fatta piangere?!!- vedo la mia sorellina minore che sta curvata sui libri con le mani sul volto e i suoi singhiozzi si perdono nel silenzio della stanza. La guardo addolorata –Kano vieni qui- lei si alza e mi raggiunge –Adesso andiamo in camera e vediamo se te la so spiegare io, ok?- mi fa cenno di si e ce ne andiamo lasciando Yukino da sola. Chiudo la porta della sua camera.

Alla fine spiego a Kano le regole con molta difficoltà perchè ora pensa solo al trattamento che le ha dato nostra sorella maggiore, ma pare aver capito e gli esercizi che le ho fatto fare sono giusti –Tra poco iniziano i cartoni della mattina!! Li guardiamo insieme?!-

-Siii!!- sono riuscita a sollevarle il morale –Inizio ad accendere la televisione-. Aspetto di non sentire più i suoi passi e mi alzo. Passando per il corridoio mi accorgo che la spia del telefono si illumina, visualizzo l’ultimo numero. È quello di Aririn.

Busso alla porta di Yukino –Chi è?- sento la sua voce un po’ alterata

-Sono Tsukino, sono venuta a prendere i libri che abbiamo lasciato qui!-

-Entra...-. Quando sono in camera sua mi stupisco di non vederla sulla scrivania a studiare. Sta seduta contro la parete, con le ginocchia contro il petto e la testa poggiata su di esse. –Ha chiamato qualcuno questa mattina?- ma fa segno di no. Si alza e mi porge un libro –E’ il tuo- mi dice sorridendo a stento –Mi è stato di aiuto-

-Non hai capito lo stesso vero?- chiedo preoccupata. Lei mi guarda stupita e mi sorride di cuore, malinconica –Si vede che sei mia sorella. Non ti preoccupare, chiederò al professore di rispiegarmelo-

-Perchè non lo chiedi ad Arima?- so di toccare un tasto particolare

-No, lui ha da fare. Lo chiedo all’insegnante non ti preoccupare-

-Non è del tuo rendimento scolastico che mi preoccupo- ammetto girandomi per andarmene. Esco e dalla porta sento un sospiro. Osservo il pavimento avvilita “Era Arima ieri sera... non gli ha detto nulla e ha attaccato... allora c’è davvero qualcosa che non va”. Ho colpito nel segno.

Nostra sorella ha finto per 15 anni di essere una studente ed una ragazza perfetta. Con gli altri però... non con la sua famiglia. Possiamo capire quando finge e quando è sincera.

  
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