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Autore: Denki Garl    08/06/2011    5 recensioni
Ora il brutto anatroccolo pare essere diventato il bel cigno che tanto desiderava.
Ma grazie a quell'arcobaleno nascosto nella tasca dei tuoi jeans, hai capito il prezzo della libertà, ora sai quant'è bello saltare da un filo d'erba all'altro, scivolare lungo le cascate, assaggiare molliche di nuvole.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Riaru na yume wa.'
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Don't you ever wonder how we survive?





Farfalle simili a elefanti danzano con una leggiadria tutta loro nel tuo stomaco. Ti chiedi perché sia successo proprio a te, perché proprio ora.

Vermi in un cadavere, i pensieri logorano la tua mente. Gli occhi fissi davanti a te su quel falso cielo, azzurro voluto da tua madre. Ma le fiamme sono spente, non sanno cosa le circonda realmente.

Vorresti solo sentirti nuovamente annullata, ritrovare quella perfezione nell'equilibrio che quelli stanno tentando di portarti via - l'hanno graffiato, rovinato. Vogliono distruggerlo e strappartelo dalle braccia, ma tu ci sei saldamente ancorata.

Pensi ai vecchi tempi, quando quell'orco che ora si spaccia per il perfetto principe azzurro era motivo di lacrime e timore.

Stavi chiusa nella tua tana, sotterrata sotto strati di calde coperte. Era l'unico posto dove non poteva raggiungerti, ma ci pensavano i di lui pensieri a tormentarti. L'eco delle sue parole si abbatteva come un'onda nella tua testa, infrangendosi sull'argilla del tuo cuore.

Faceva male, ricordi?

Ma ora il brutto anatroccolo pare essere diventato il bel cigno che tanto desiderava, peccato sia così solo agli occhi degli orchi, cosa daresti per vedere anche tu le piume candide che sembra coprano e oscurino la loro vista.

Era quello che volevi, no?

Qualcuno che ti apprezzasse e desiderasse portarti a casa con sé, per accudirti - chiuderti in gabbia. Qualcuno che fosse in grado di dirti solo cose belle e trattarti come una principessa, volevi solo un cavaliere.

Ma grazie a quell'arcobaleno nascosto nella tasca dei tuoi jeans, hai capito il prezzo della libertà, ora sai quant'è bello saltare da un filo d'erba all'altro, scivolare lungo le cascate, assaggiare molliche di nuvole.

Ora sei capace di sorridere, sei cresciuta perché ti ha permesso di tornare bambina. Ha preso la tua mano senza chiedere nulla, con dolcezza, e ha avvolto la tua esistenza con la sua allegria, ti ha condotto sulla sua scìa.

Ha però scordato di chiudere i cancelli del parco giochi, così i mostri cattivi vi hanno silenziosamente seguiti, quanto sono odiosi i ghigni sui loro musi.

Gentilmente li hai pregati di uscire, quello è il vostro mondo, state bene così. Il rifiuto. Se l'hai capito tu, perché non possono comprenderlo pure loro?

 Lui, con i suoi colori non può fare nulla per cacciarli e tu, dal tuo canto, non sei in grado di alzar la voce, hai paura perché sai che anche loro hanno un cuore, non vorresti macchiarti la coscienza con quel putrido sangue.

Sii egoista fino in fondo, perché se comincerai ad inondare il mondo con le tue lacrime, lui scomparirà e ogni cosa si sporcherà di grigio.

Non permettere loro di rendere compiuto quell'obbiettivo, non lasciarti andare. Continua ad ascoltare la sua voce, dedicati ai colori della tua vita.












DE's:

Ecco.
Tutto ciò nasce dal fatto che sono stufa di alcune persone, che non capiscono che sto bene sola, che non voglio nessuno. E a una di queste che quando ero piccola si divertiva a sfottermi perché ero bruttina, grassoccia etc. etc., ma ora pare sia diventata interessante ai suoi occhi.
In realtà un po' mi secca d'aver scritto 'sta cosa e di pubblicarla, ma ne ho davvero avuto bisogno per sfogare i nervi. A questo proposito ringrazio Shinushio -anche se dubito che leggerà mai questa roba-, per le sue parole che mi han dato un po' di forza.

Il falso cielo, azzurro voluto da tua madre è il soffitto della mia stanza, che molto banalmente è azzurro (ho illuso quella povera donna, aspettava Samuel e invece...). Le fiamme sono i miei occhi; l'ho scelto perché a detta degli altri quando sono sotto al sole ci sono delle sfumature ramate. Spente perché offuscate dalla frustrazione e dall'assenza di luce. La perfezione dell'equilibrio è semplicemente il mio star bene da sola, situazione a cui non voglio rinunciare per nulla al mondo. L'orco sarebbe appunto il ragazzo di cui ho parlato prima, motivo per il quale avevo paura di uscire di casa, o per il quale piangevo sotto le coperte ripensando alle prese in giro. Ho scelto argilla e non roccia per indicare il mio cuore poiché al tempo soffrivo per il fatto di essere sola, bruttina etc., e l'argilla è facilmente degradabile. Il pezzo dopo sta semplicemente ad indicare il grande cambiamento che tutti vedono in me ma io no. Il fatto che molti mi apprezzino di più ma io continui a vedermi il cesso di turno - normale a quest'età, suppongo. Chiuderti in gabbia è dovuto al fatto che è così che mi sento quando provo a star con qualcuno: intrappolata. Ciò che viene dopo è uno sclero molto felice riguardo a quanto sia bella la mia vita da quando ascolto j-rock (diciamo che l'arcobaleno è proprio la musica, come se ogni colore fosse un artista) e soprattutto al fatto che sia riuscita a capire che non ho bisogno di avere qualcuno per essere felice, che mi bastano gli amici etc. Gentilmente li hai pregati di uscire sono i miei evidenti rifiuti detti con un certo tatto, ma a quanto pare il messaggio non è stato recepito. Ovviamente la musica non può nulla contro loro e io non voglio esser cattiva - o meglio non ci riesco, anche per egoismo perché poi mi sentirei in colpa.

Grazie se siete arrivate fin qui, e se mi lascerete la vostra opinione (:
De.
   
 
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