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Autore: shadowhuntress    09/06/2011    10 recensioni
“Grazie alla testardaggine della mamma, sei qui. Ti ho odiato amore, si ti ho odiato perché mi stavi portando via tutto ciò che avevo, tutta la mia vita.."
Cosa succede quando tutto sembra andare per il meglio, ma nessuno sa che il dolore si avvicina più crudele che mai? Cosa centra Nahuel in tutto questo?
Doveva andare tutto per il meglio dopo Breaking Dawn? Una Renesmee crescita con il tempo, una familgia sempre più unita,un porto sicuro per sempre. Avava tutto, cosa vuole di più?
Quando arriverà la felicità eterna per i Cullen e sopratutto per Rensemee? Spero vogliate segiurmi e sapere che succederà..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 6
 

 
Una luce, in quel buio della foresta. Orami la notte aveva preso il posto del giorno. Era questo il richiamo del paradiso? Un luce salvatrice. Una luce che mi stava salvando. Una luce che se mi avrebbe rapita, avrebbe

fatto sparire il dolore. Perché in questo momento l’unica cosa che ho nel petto, è il dolore.

“Il paradiso esiste anche per noi papà.”

Avrei voluto urlare, ma non trovavo le forze per farlo, non trovavo le parole per esprimere i miei pensieri. Speravo solo che il dolore che ancora giaceva nel mio ventre scomparisse e lasciasse il posto al vuoto alla morte.

Così tra il dolore e i ricordi mi abbandonai a quella luce, che per me era un miracolo.
 
La gelosia, il dolore, la rabbia.

Un vortice di passione e di dolore mi travolse il cuore ancora una volta. Sarebbe mai finita?

Sarei sempre vissuta nel lembo del dolore,  avrei sempre ricordato i nostri momenti insieme. Non potevo dimenticare. Come avrei potuto?

L’unica risposta che c’era, io la sapevo. La sapevo fin troppo bene.

No. Non avrei mai dimenticato. Il nostro non era mai stato come l’amore di una normale ragazzina della mia età, il nostro amore era diverso.

Lo potevo considerare vero?

Beh, in questo caso. Non avevo risposte, l’avevo sempre considerato vero. Ma ora, potevo?

Avrei chiuso il suo nome in un cassetto, avrei chiuso al suo interno tutti i ricordi, tutti i momenti che la mia mente ogni volta avrebbe riportato a galla, come un salvagente di un bimbo.

Ma il dolore? L’avrei potuto sbattere dentro a quel cassetto?

Anche per questa domanda avevo la risposta. No, non avrei potuto, non ce l’avrei mai fatta.

Poi ricordai di aver visto una luce, ricordai i dolore che ancora giaceva nel mio petto. La luce? Che fine aveva fatto? Avevo creduto che per me fosse arrivata l’ora di rincorrerla, come un bambino fa con la sua palla. Avevo
creduto che sarebbe migliorato tutto, ma invece ero ancora li sofferente.
 
Nessun rumore attorno a me, nessun profumo che mi travolgeva, nessun cuore che batte all’impazzata. Niente di niente.

Sembra strano, ma mi manca il canto degli uccellini, e il suo cuore che batte all’impazzata mentre mi accarezza. Mi mancherà sempre, ovunque io vada la sua mancanza lascerà un vuoto immenso, un vuoto che mai più

si potrà colmare.
 
Mi sembrava di sentire il suo respiro sul mio collo, il suo dolce e caldo respiro sul mio collo. Sembra quasi vero, il suo affanno mentre bacia le mie labbra. Tutto sembra così vero, troppo vero.

Troppo vero.

Delle labbra si stavano muovendo sulle mie, labbra sconosciute. Le sentivo, sentivo il movimento continuato, e l’affanno che provocava. Il bacio incontrollato di due labbra che si posavano più volte sulle mie.

Era starno sentire solo quelle labbra, strano non poter cogliere ogni rumore proveniente da lontano, solo quelle labbra. Che fosse solo un sogno?

“Da troppo aspettavo questo momento!” sussurrò qualcuno.

Una voce già sentita, familiare.

Cercai di aprire gli occhi e questa volta ci riuscii. Mi trovavo a terra, sdraiata nel bosco ricoperta da foglie. Il sole ricopriva il cielo, e lo avvolgeva di un colore rosa scuro.

Per quanto ero rimasta così? Cosa era successo?
 
Pov Bella
 
Lei lì, e io ero impotente. Incapace di ascoltare i suoi pensieri, di fare anche una piccola cosa che la facesse stare meglio.

L’unica cosa che potevo fare, era farle sentire che io c’ero. Che ero con lei sofferente, perché se lei soffriva, soffrivo anche io. Presi la sua mano calda, e la strinsi nelle mie.

Era immobile, se non fosse stato per Edward che ascoltava i suoi pensieri e mi dava buffetti silenziosi e dolci sulla spalla, forse avrei pensato che la sua anima era andata perduta.

Sapevo come si sentiva, avevo provato anche io le stesse sue emozioni e ricordarle in quel momento mi stava creando di nuovo un forte dolore al petto.

Anche se erano passati molti anni, e ormai il ricordo della mia vita da umana era leggermente sbiadito, non potevo dimenticare. Anche se avrei voluto farlo, sentì Edward trasmettermi una leggera pressione sulla

spalla.

Senza accorgermene, quasi autonomamente avevo staccato lo scudo da me. Edward aveva ascoltato ogni mio pensiero, anche a lui ripensare a quei momenti bui di anni prima, portava ancora dolore.

Sentì anche una leggerà pressione sulle mie mani, la mia piccola si stava svegliando.

“E’ sveglia!” gridò Tanya.

Ero stata un po contraria quando poco prima, quando Jacob ci aveva portato Nessie in preda al panico, tutti si fossero avvicinati.

Edward si avvicinò ancora di più al lettino dove era sdraiata nostra figlia.

“Tesoro, apri gli occhi. Non avere paura!” le sussurrò all’orecchio con una voce dolcissima. Mi strinse ancora di più la mano, stava ascoltando.

Forza piccola mia, apri gli occhi e ci guardò tutti uno ad uno, spaventata.

E così senza dire una parola, lasciò la mia mano che ormai era diventata calda e scappò via.

Scappò via. Da me. Da me che ero sua madre.

Se avessi potuto piangere probabilmente le lacrime avrebbero incominciato a rigare il mio viso, Jacob l’aveva lasciata sull’orlo della depressione, a me ci era voluto lui per aiutarmi ad alzarmi quando Edward mi aveva

lasciato. A lei chi ci avrebbe pensato?

La domanda era ovvia, la dovevo trovare per aiutarla.

La mano di Edward era ancora sulla mia spalla, mi guardava. Sapeva ciò che stavo provando, e io sapevo che erano le stesse sue sensazioni. Ci dirigemmo in sincrono verso la porta dopo poco tempo prima mia figlia

era uscita per chissà quale destinazione.

“Aspettate!” urlò Esme. Ci girammo, tutti ci stavano guardando.

“Lasciatela da sola, non importa se sta soffrendo. Deve prima confrontarsi con le sue paura e i suoi pensieri, lasciate che si sfoghi. Poi andrete da lei.” Disse.

Come potevo lasciarla solo in quel momento?

Tornai indietro seguita da Edward, e andammo in salotto. Dovevo trovare qualcosa da fare se non volevo uscire e andare a cercarla.

Ci sedemmo sul divano bianco e accesi la televisione.

“Vorrei tanto sapere il perché di questa scelta..” disse Edward dopo poco.

Sapevo a cosa si riferiva, avrei voluto saperlo anche io.

Jacob l’aveva lasciata dopo quattordici anni, speravo che non si facesse più vedere perché l’avrei preso a pugni.

Edward mi strinse ancora di più a se, sentiva tutto ciò che stavo pensando. Sapeva che ora più che mai avevo bisogno di lui. E che la nostra piccola aveva bisogno di noi.

Non so quanto tempo passò, so solo che di colpo fuori dalla finestra il cielo era diventato nero, e che da qualche parte nella foresta al freddo c’era mia figlia.

“Edward, io devo andare a cercarla.” Dissi. Non resistevo più, avevo bisogno di sapere come stava.

Senza dire una parola, e senza guardare in faccia Esme e Carlisle che si erano seduti sul divano insieme a noi, mi prese per mano e mi trascinò fuori casa.

Note

Beh so che sono in un enorme ritardo con il capitolo.
Ma prima di postare volevo che finisse completamente la scuola, e infatti è ufficialmente FINITA!
Anche questo è un capitolo di passaggio, per la nostra Nessie le cose si complicheranno piano piano.
Arrivati a questo punto credo che mi ci vorrò un po più di tempo, per scriverlo perchè mi devo completamente immedesimare nel personaggio della piccolina.
Vi vorrei ringraziare tutte quante, per aver commentato e per seguirmi sempre. Grazie infinite per il vostro sostegno.
Questo capitolo lo dedico a voi e sopratutto alle PRIMARLE, che ogni giorno mi sopportano. Vi voglio bene!
Il prossimo capitolo, è una parte molto importante della storia. Spero di postare il prima possibile.
Beh che aspettate per migliorare ho bisogno di voi, perciò se volete recensite <3
Bacioni Ros.

a.

 
   
 
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