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Autore: Aliceclipse    09/06/2011    8 recensioni
Avrei potuto sopportare di mantenere un segreto. Anche se quel segreto era così importante da togliermi il fiato. Così evidente da rendermi inefficiente durante le riprese. Così assurdo da essere quasi comico.Avrei potuto sopportare di perdere la mia sanità mentale, a costo di mantenere qualcosa di più importante.
L'affetto di Darren, stargli accanto, valeva molto di più di tutte queste cose.. valeva più di qualsiasi altra cosa, in effetti, molto più di quanto avrei potuto credere.
(CrissColfer)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In the Rain.

Pioveva. Intorno a me, l'acqua scendeva giù, ridisegnando la forma delle cose, rendendo tutto più astratto, tutto incredibilmente inaspettato e poco realistico. Era come essere protagonisti di uno di quegli strani fumetti dove tutti, tutti i personaggi hanno un aspetto quantomeno ambiguo. Sembrava tutto così incredibilmente spento, così irrimediabilmente grigio.

Come se il sole non fosse mai esistito. Come in un mondo parallelo: tutto era diverso, eppure tutto rimaneva uguale. Questa differenza inquietante ed al contempo affascinante mi avvolgeva, come uno strano, cupo mantello dall'aria sinistra, eppure maestosa.

Mossi alcuni passi in avanti, e la pioggia m'investì completamente, rendendomi parte di quel disegno così inaspettatamente reale. Avrei preso un malanno, forse. Non m'interessava più.

Affondai i piedi in una pozzanghera, bagnando completamente le scarpe che mi erano state regalate poche settimane prima, per il mio ventunesimo compleanno, aumentando la velocità dei miei passi, sempre di più. Ma non avrei corso.. o forse si.

Non sapevo dove andare. Tutto, attorno a me, era nuovo e grande, infinitamente troppo grande. Sentivo l'acqua penetrare all'interno dei miei vestiti, bagnando la mia pelle calda, dannatamente calda. Ogni volta che una goccia d'acqua mi sfiorava, avvertivo i brividi percorrermi come una scossa, come se avessi deciso di infilare un paio di dita in una presa, così, per gioco. Un freddo che ti accende un fuoco dentro, un fuoco che è difficile riuscire a spegnere.

Lacrime calde, estranee,si mescolarono alle stille ghiacciate che mi cadevano sul viso. Chiusi gli occhi di scatto, per poi riaprirli velocemente. Avevo la vista leggermente offuscata, ma questo non mi avrebbe rallentato. Sapevo che presto sarebbero venuti a cercarmi.
Però, ero stufo di scappare. E il peso dei vestiti bagnati mi spingeva a fondo in modo lento ed impercettibile. Volevo solo nascondermi. Solo scomparire.

Intanto, il getto della pioggia aumentava. Ed io cominciavo a sentirmi stanco. Le gambe tremavano, come non avevano mai tremato prima. E le parole che avevo vomitato in faccia al mio migliore amico non facevano che tornarmi in mente, amare quanto lo era la realtà.

Ero stato davvero, davvero stupido. Le cose non sarebbero migliorate. Essermi tolto quel peso che gravava sulle mie spalle ne aveva solo aggiunto un'altro infinitamente più pesante.

Avrei potuto sopportare di mantenere un segreto. Anche se quel segreto era così importante da togliermi il fiato. Così evidente da rendermi inefficiente durante le riprese. Così assurdo da essere quasi comico.Avrei potuto sopportare di perdere la mia sanità mentale, a costo di mantenere qualcosa di più importante.

L'affetto di Darren, stargli accanto, valeva molto di più di tutte queste cose.. valeva più di qualsiasi altra cosa, in effetti, molto più di quanto avrei potuto credere.

Valeva più della mia felicità.

Ero davvero stato così stupido, così poco professionale? Avevo davvero avuto il coraggio di fare un gesto così poco posato e tranquillo, così poco fuori dalla mia portata, dalla mia personalità?

La risposta alla domanda, per quanto scioccante, era solo una: si.

Io, la professionalità in persona. Lo stesso Chris che mai e poi mai si sarebbe innamorato di un collega. Lo stesso Chris che non perdeva mai le staffe, il ragazzo che sarebbe riuscito a mantenere la pace tra Lord Voldemort ed Harry Potter. Lo stesso che, appena cinque minuti prima, era sbottato, dando inizio ad una furiosa lite col suo migliore amico, e, ops, si era lasciato sfuggire che lo amava come non aveva mai amato nessun altro.

Ed ero fuggito dall'albergo a cinque stelle che ci ospitava, perdendomi in una città mai vista prima di quella sera. Fantastico.

Mi resi conto di trovarmi all'interno di un parco giochi. Mi sentivo stremato, come se avessi corso per miglia, e la pioggia non cessava, anzi, sembrava aumentare. Un tuono in lontananza mi avvisò dell'imminente arrivo di un temporale. E quello avrebbe dovuto essere un tuor estivo?

-Maledizione!- Non avevo il telefono con me, non avevo idea di quanto tempo fosse passato, e non potevo rintracciare nessuno. In giro non c'era nessuno. Sospirai, riparandomi all'interno di uno scivolo rosso e blu, dove c'era un rialzamento che qualcuno aveva evidentemente usato per preparare una deliziosa torta di fango ed erbacce.

Chissà, magari, qualche anno prima, sarebbe stato tutto più semplice.

A volte mi chiedevo come sarebbe stato tornare indietro nel tempo. Da bambini, non facevo che ripetermi, ogni cosa si può vivere in modo differente, senza troppi drammi. Con l'arrivo della memoria, delle esperienze, della conoscenza, tutto assume un peso diverso, un peso che grava sulle persone e le rende meno fantasiose.

E io non credevo di poter realmente vivere senza fantasia. Era, semplicemente, una parte importante di me, e di quello che sentivo vicino a me.

Forse era per questo che mi ero innamorato di Darren, dopo tutto.

Lui era sempre così estremamente spontaneo, giocoso, vivo. Dei due, ero sempre stato sicuro di essere il più responsabile.
A quel punto, però, non avevo idea di quanto quella convinzione potesse essere giusta.

Lo avevo promesso a me stesso quando avevo cominciato a prendere coscienza della mia sessualità e di quello che volevo essere: non mi sarei mai innamorato di qualcuno che non avrebbe potuto darmi quello che cercavo.

Mi sarei imposto di non innamorarmi di colleghi e amici, per non rendermi la vita assurdamente impossibile.

Con l'arrivo di Darren, però, avevo dovuto ripetere nella mia mente quei propositi talmente tante volte che ormai erano diventati quasi un mantra.

Ma, forse, quando ti rendi conto di doverti imporre certi limiti, è ormai troppo tardi. Li hai già varcati da un pezzo, e nemmeno te ne sei reso conto.

Non avevo fatto che ripetermi che era il mio migliore amico, un mio collega, e, soprattutto, che era etero. Lui non avrebbe mai potuto darmi quello che cercavo.

Ma mi sbagliavo. Mi sbagliavo, perchè era lui stesso quello che cercavo. Cercavo i suoi gesti, le sue attenzioni, il suo essere. Cercavo lui, in una maniera semplice, totale e disarmante. Una maniera che non avrei mai creduto possibile.

Ma ero stato così stupido da farmelo sfuggire, contro ogni logica.

Ed ora, non solo avevo compromesso una stupenda amicizia ed un sereno rapporto di lavoro: avevo anche provveduto a distruggere ogni speranza per quanto riguardava la mia felicità, almeno nel futuro prossimo.

Potevo, decisamente, considerando l'errore più grande che avessi mai commesso.

Si sarebbe, inevitabilemente, ripercosso sulla mia vita.

Ma non nel modo in cui credevo che sarebbe successo.

Dei passi frettolosi smuovevano l'acqua che si era arenata sul terreno fangoso del piccolo parco, confondendosi con la fitta pioggia che non accennava a smettere. Allarmato, mi spinsi un po' contro il freddo materiale di cui era fatto lo scivolo. Un brivido diverso dagli altri mi attraversò.

Non volevo che qualcuno mi vedesse in quelle condizioni. Bagnato, spaesato e talmente depresso da sembrare malato, in balia delle lacrime e dei singhiozzi. Tattenni il respiro per alcuni secondi, in un gesto tanto istintivo quanto stupido, quando mi resi conto che qualcuno stava venendo nella mia direzione, incerto, rallentando il passo.

-Chris!- Il mio cuore perse un battito.

Quella voce così dolce e sensuale, anche resa ovattata dallo scrosciare intenso della pioggia, era inconfondibile per me, almeno quanto lo era il suo profumo. O il suo tocco. Era inutile rimanere nascosti. Timidamente, uscii dallo scivolo, tornando a bagnarmi.

Prima che potessi accorgermene, il respiro mi si bloccò in gola. Non risuscii a scorgere i suoi occhi, tanta fu la velocità con cui mi si fiondò addosso, stringendo le braccia attorno al mio collo, abbracciandomi forte, come se da quell'abbraccio fosse dipesa la vita di qualcuno. Come se volesse farmi capire che no, non c'era più niente di sbagliato. Sorpreso, lo strinsi a mia volta, di riflesso. Era strano come quel corpo, a contatto col mio, sembrasse estremamente giusto. Semplice, pura perfezione. Le lacrime continuavano a scendere, inutile tentare di frenarle. Sfuggivano al mio controllo, il mio corpo, la mia mente, tutto era sfuggito al mio controllo da un pezzo.

Dopo la sorpresa iniziale, mi avvicinai di più a lui, come se quella minima distanza fosse ancora troppa. Poggiai i pugni chiusi sulla sua schiena, avvinghiandomi alla sua camicia bagnata.

Mi strinse più forte. Non l'avrei mai creduto possibile. Continuai a piangere in silenzio, posando la fronte sulla sua spalla.

Non so per quanto rimanemmo immobili, ascoltando i nostri respiri, respirando i nostri profumi.

Ma quel tanto bastò.

-Penso di non essermi mai preoccupato così tanto in vita mia. Io.. io penso di essermi immaginato un centinaio di modi in cui avresti potuto allontanarti e sparire per sempre senza sapere che per me questo è stato un litigio inutile e privo di senso, e che avrei voluto chiederti scusa e.. e stringerti a me non appena ti ho visto varcare quella soglia. Ho temuto di non riuscire a dirti che ultimamente non faccio che essere nervoso con chiunque, ma non perchè sono arrabbiato con te, e.. - Lo stinsi un po'. Non m'interessava quello che avrebbe detto, o almeno così credevo. Lui era lì, e quel tanto bastava. Non si sarebbe allontanato da me, no. Quell'abbraccio, me lo sarei fatto bastare. Tutta la tensione che si era accumulata, era stata sciolta dall'esplosione che i nostri corpi avevano provocato quando le sue braccia mi avevano cercato. Mi ero fatto un sacco di problemi per niente. Non ero altro che uno stupido.

-Shh. DC, non mi interessano i tuoi sproloqui.- ridacchiai, ispirando. Il suo profumo m'invase, reso ancora più forte dalla pioggia. - Possiamo solo far finta che non sia mai successo niente?- Chiesi, sospirando. Qualcosa, inevitabilemente, sarebbe cambiato, dopo la mia inaspettata e decisamente poco delicata confessione. Ero stato sciocco e impulsivo. E' questo l'effetto dell'amore? Ti rende incoscente? O è la rabbia? E quando le due cose si incontrano, cosa accade veramente?

Ma la mia non era stata rabbia. Non all'inizio, almeno. Era cominciato tutto a causa della frustrazione. Darren non era l'unico ad essere stato fin troppo nervoso, in quei giorni.

-I miei sproloqui hanno un senso. Se tu non mi avessi interrotto, lo sapresti. Mannaggia, e poi dici che sono io quello logorroico.. mi hai fatto perdere il filo, tesoro, stavo tentando di fare un discorso serio, per una volta nella mia vita.- Esclamò, allontanandomi un po' da lui per guardarmi. Quell'allontanamento mi fece fin troppo male. Molto più di quanto avrei desiderato. Perchè doveva essere così difficile, voler bene a qualcuno? I suoi occhi incontrarono i miei, e lui sembrò arrossire. Si morse un labbro, in silenzio, concenntrato su di me. Chissà cosa stava cercando. Oh, magari, stava solo notando quanto assomigliassi a un cucciolo di pinguino, in quel momento. Quanto assomigliassi a Kurt. Almeno nel campo delle relazioni con gli altri esseri umani. Non sapevo cosa aspettarmi dalla sua affermazione. Sembrava veramente concentrato, come se ci fosse stato qualcosa di importante che avesse rischiato di essere tralasciato. Alzai gli occhi al cielo, cercando di alleggerire la tensione che si era creata, almeno per me. Lui, invece, era assurdamente tranquillo, nonostante sembrasse che dal suo discorso sarebbe dipesa la vita di qualcuno. E forse era così.

- Sono tutt'orecchi. sentiamo la perla di saggezza della serata, forza.- Esclamai, sorridendo. Tutte quelle paure non se ne erano certo andate, ma averlo accanto, per chissà quale motivo, mi rendeva tranquillo. Come se quello fosse stato il posto giusto, al momento giusto. Come se non ci fosse stato niente di sbagliato il quell'abbraccio molto, molto bagnato. Sentivo gli occhi bruciare a causa del pianto, e stavo tremando per il freddo. Ma risolvere questi problemi non sembrava un'esigenza così importante, in quel momento.

- Non posso dimenticare il nostro litigio, Chris.- Prese un profondo respiro che mi gelò il sangue. Allora, forse mi ero sbagliato? Magari non era disposto a passare sopra al fatto che mi fossi innamorato di lui. Per qualche secondo, mi crollò il mondo addosso. Ma, per fortuna, mi ricordai di respirare. - Non posso farlo per un motivo ben preciso. Ti ho detto che in questi giorni sono irritabile per un motivo. Da un paio di settimane, mi sono reso conto che, quando sono con te.. avverto delle sensazioni.- Sospirò, avvicinando pericolosamente il suo viso al mio. Boccheggiai, in cerca di qualcosa di intelligente da dire, ma non trovai niente di molto sensato. Mi morsi un labbro, nervoso, senza però spostarmi di un millimetro. La tensione stava di nuovo crescendo, ma aveva una consistenza diversa. Era una tensione positiva, tangibile a causa della pioggia che sferzava l'aria gelida di quella sera, nonostante l'estate fosse iniziata da un pezzo.

-Che tipo.. di sensazioni?- esclamai, deglutendo, mentre abbassavo lo sguardo. Darren stringeva la mia mano nella sua, carezzandola dolcemente. Sembrò tutto così spontaneo! Come recitare una parte. O come giocare. Immedesimarsi nella parte di due bambini, essere sinceri per la prima volta con noi stessi e con l'altra persona, essere semplicemente ciò che avremmo desiderato, era assurdamente facile in quel parcogiochi. Sentivo un calore inaspettato all'interno, dal profondo, come un fuoco che cercava di espandersi in tutto il resto del corpo, consumandomi completamente, in modo lento e indolore.

-Farfalle nello stomaco, Chris. Le senti? E' quello che sento anche io. E un'irrefrenabile voglia di baciarti, baciarti sul serio. Di sfiorare la tua pelle, sentirti parte di me, sentirmi parte di te. Senti tutto questo, Chris?All'inizio credevo davvero che si trattasse solo di uno strano istinto sessuale. Ma poi ho capito che no, non è il sesso quello che cerco. Io voglio amore, solo amore. Voglio il tuo, Christoper.- Le parole di Darren mi rimbombarono nella testa, come se qualcuno stesse tentando di imprimerle a forza nella mia mente. Un martello pneumatico che non era affatto fonte di fartidio, anzi. I suoi occhi lucidi e attenti, i suo viso contratto in una smorfia di concentrazione e speranza, tutto lasciava intendere che quella non era altro che la verità, una verità che finalmente era venuta a galla.

-Ma com'è possibile? Tu.. insomma, tu sei etero, Darren. - Sussurrai. Lui mi sorrise, confuso.

-Io non lo so più, Chris. Al momento, non ho la più pallida idea di quale sia il mio orientamento sessuale. Sono ancora attratto dalle ragazze. Ma tu, CC, tu mi sconvolgi. Sei La Persona. La persona della mia vita. Che tu sia un uomo, non è importante. A me basta sapere che ti amo, ti amo più di quanto tu possa immaginare.- Dopo un attimo di esitazione, le nostre labbra, finalmente, s'incontrarono, C'eravamo solo io, Darren e la pioggia.

La pioggia era presente il ogni tocco, ogni secondo. Ingombrante. Ed eccitante.

Sarei impazzito, lo sentivo.

Mentre le nostre lingue si cercavano in maniera frenetica, come se quel bacio non fosse stato altro che aria dopo una vita in apnea, ad aspettare di sentire sul serio, la pioggia ci avvolgeva, nascondendoci al resto del mondo, e nascondendo il resto del mondo a noi.

Affondai le mani nei suoi riccioli completamente bagnati, così freddi al contatto con le mie mani tremanti, eppure perfetti, avvicinandolo, mentre lui mi cingeva i fianchi con delicatezza, facendo aderire i nostri corpi grondanti.

All'improvviso, il diluvio universale non mi sembrava più tanto terribile. No, perchè in quel momento, non c'era un solo particolare che fosse privo di colore. C'erano arcobaleni , c'erano fuochi d'artificio, c'era gioia, ovunque. Così tanta da sembrare irreale.

Un'esplosione di sensazioni che mai avrei creduto possibile.

Mi ero innamorato più di una volta, ma mai avevo provato qualcosa di così intenso ed inaspettato, eppure così inevitabile.

Quando ci separammo, mi guardò negli occhi, sorridendo. Arrossii. Tra di noi, non c'era la minima traccia d'imbarazzo. era strano, riuscire a provare solo gioia, e quella strana ma assurdamente piacevole stretta allo stomaco. Sembrava la cosa più naturale del mondo, rimanere abbracciati sotto la pioggia, a quell'ora così tarda, accanto a uno scivolo poco più alto di noi.

-Se proprio vuoi etichettarmi, potresti dire che sono "Colfersessuale". Direi che suona bene. Non trovi?- Sussurrò, mordicchiandomi il lobo dell'orecchio sinistro. Ridacchiai.
-Mi sono innamorato di un idiota. Perfetto.-
-Oh, puoi dirlo forte, Baby-.

   
 
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