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Autore: _rainbow_    09/06/2011    51 recensioni
Edward Cullen è il tutore legale di Isabella Swan da quando lei aveva l'età di undici anni.
Il loro rapporto è sempre stato molto rigido e formale.
Ma adesso che gli studi di Isabella sono terminati, e lei sta per compiere la maggiore età, Edward si presenta con un programma del tutto inaspettato: una lunga vacanza in giro per il mondo, in barca a vela, solo loro due.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buongiorno ragazze!
Scusatemi, ma ho avuto bisogno di prendere ancora un pò di tempo per me.
Ora, però, ci sono e arriva un capitolo che mi ha fatto stare bene mentre lo scrivevo. E' decisamente nelle mie corde, penso capirete il perchè dopo averlo letto. Comunque, ci sentiamo in fondo, dove vi ruberò ancora qualche minuto.

Voglio ringraziare ancora tutte quelle lettrici che mi hanno contatto in questi giorni privatamente, facendomi sentire il loro affetto.
Siete state voi ad emozionarmi, questa volta. 
E tanto. Grazie, siete meravigliose.
Un bacio.
Roberta








Oggi compio diciotto anni.

Il primo pensiero era stato per i suoi genitori. Le mancavano tremendamente, anche se non faceva più male come una volta. Il dolore, quello in grado di farla svegliare in piena notte piangendo, aveva lasciato il posto ad una ferita rimarginata, che non sarebbe mai guarita del tutto però.
Era rimasta immobile, gli occhi spalancati a fissare il soffitto, rievocando altri compleanni.
Quelli di bambina, con grandi torte al cioccolato, gli schiamazzi dei suoi compagni di classe, le carte colorate dei regali... il sorriso felice, ed insieme orgoglioso, di Charlie e Reneè mentre l'abbracciavano, augurandole cento di quei giorni.
Quelli della sua adolescenza, festeggiati con Kelly, l'unica in grado di circondarla con un pò di quel calore che era scomparso con loro.
Un unico compleanno trascorso con Edward, indimenticabile.
Forse perchè era stato proprio in quel giorno di quattro anni prima che entrambi avevano lasciato un segno nel cuore dell'altro, un seme pronto a sbocciare non appena ce ne fosse stata la possibilità, diventando amore.
Le si erano inumiditi gli occhi, nel cuore un tumulto di emozioni che sembrava voler farlo scoppiare.
Era felice? Sì, aveva quasi paura di ammetterlo, ma era assolutamente felice.
La strada che aveva percorso in quegli anni senza i suoi genitori era stata lunga, difficile, tortuosa, ma alla fine l'aveva condotta in un luogo altrettanto caldo e sicuro: il cuore di Edward.
Aveva chiuso forte gli occhi, mentre vedeva scorrere lo stesso sotto le palpebre parole nitide e indelebili.
"Quando ho capito di essermi innamorato davvero"...."E' una persona speciale, ancora fatico a credere che si sia innamorata di me a sua volta"...."l'affetto che sino a qualche mese fa ci univa, si è trasformato in qualcosa di più profondo"...."Di ufficiale, come fidanzato, ci sono solo io nella vita di Isabella"...."sono stato così fortunato da meritarmi l'amore di una ragazza speciale come Isabella"....
Non si era nemmeno dovuta sforzare di immaginare il sorriso, o l'espressione degli occhi verdi, che avevano accompagnato quelle parole. Ormai li conosceva in ogni loro sfumatura, facevano parte di lei, proprio come se fossero sempre stati suoi di diritto.
Era felice? Sì, insieme ad Edward era di nuovo felice.
Aveva riaperto gli occhi, lasciando sfuggire qualche lacrima che era rotolata lungo la guancia, solleticandole la pelle. Ma non erano riuscite a toccare il cuscino, perchè erano state fermate prima delicatamente.
- In tutte le lacrime indugia una speranza.
Si era persa nel verde intenso degli occhi che aveva incontrato, mentre sentiva un dito percorrere la scia bagnata di una lacrima, asciugandola.



- Me lo diceva sempre mia madre, mentre me le asciugava.
L'aveva abbracciato di slancio, seppellendo il viso nel suo torace nudo.
- C'eri tu, in queste. E non potevo sperare di meglio, Edward.
L'aveva abbracciata forte, una mano sepolta nei suoi capelli, le labbra premute sulla sua fronte.
Un momento perfetto, parole non dette, ma sentite lo stesso pelle contro pelle.
- Buon compleanno, amore mio.
L'aveva allontanata solo il necessario per far incontrare le loro labbra. Lo aveva fatto dolcemente, in contrasto con quelle emozioni violente che intuiva esserci anche dentro di lui.
Essere baciata da Edward era come un salto in un precipizio e una risalita in volo nello stesso, intenso, secondo.
Struggente.
A volte era così che avrebbe definito quel legame tra loro: talmente forte da procurarle quasi un dolore fisico.



XXXXXXXXXXXXXXX




Non avevano fatto l'amore, nonostante il desiderio provato da entrambi. Si erano concessi lunghi baci e languide carezze, mantenendo vivo quel fuoco che li avrebbe bruciati con ancora più calore quando finalmente lo avessero lasciato libero.
Poi avevano fatto una lunga doccia, dove c'erano stati altri baci, altre carezze, altri sguardi pieni di loro.
Anche durante la colazione c'erano state occhiate in grado di sostituire le parole. Tra un cucchiaio di cereali e un sorso di caffè, si erano detti infinite volte "ti amo".
Dopo la colazione, tra un bacio al caffè, un abbraccio profumato di fresia, una carezza morbida, erano riusciti anche a vestirsi.
In piedi, di fronte ad Edward, Bella gli stava annodando la cravatta. Un gesto che spesso aveva visto fare a sua madre, e che le era sempre piaciuto, perchè in quel momento aveva sempre percepito quanto i suoi genitori si volessero bene.
Tra loro c'era stato un gioco di sguardi, di sorrisi, di basse risate che ora comprendeva appieno.
Non era solo volersi bene, era amarsi.
Era lo stesso che adesso c'era tra lei ed Edward, mentre lasciava che le sue mani si occupassero della sua cravatta, sfiorandogli il busto, sorridendogli mentre lui le posava le mani sulla vita, solleticandola per cercare di renderle più difficile l'impresa.
- Mr. Cullen, così non concluderemo nulla. Vuole o non vuole un nodo che si possa definire decente?
In risposta aveva avuto un'occhiata maliziosa e una stretta più decisa delle mani sulla sua vita che l'avevano attirata contro di lui.
- Non lo vuole, ho capito... si dovrà accontentare di quello che sono riuscita a far...
L'aveva baciata, zittendola nell'unica maniera che non avrebbe mai contestato. Spesso aveva l'impressione che le sue labbra si trasformassero in morbida creta da modellare a suo piacimento, non appena Edward vi posava sopra le sue.
Spesso con Kelly e altre compagne, avevano discusso di baci. La sua esperienza era stata veramente limitata, ma a sentire i racconti delle altre, a volte aveva pensato che si limitasse ad uno scambio di "fluidi" non poi così piacevole.
Uno scambio lo era, ma di sensazioni in grado di renderle le gambe molli, la testa leggera, il cuore impazzito.
La lingua di Edward che stuzzicava, inseguiva, catturava la sua, era una dolce invasione da accogliere. Era passione, calore, gusto, in grado di risvegliare ogni suo senso.
Ogni volta che la baciava, era rapita dall'armonia dei loro gesti, la sincronia delle loro labbra, l'immediatezza del loro desiderio.
Come ogni volta che smetteva, era certa di non volersi separare da lui.
Doveva averlo scritto in faccia, perchè le aveva riservato un sorriso a metà tra il divertito e il rammaricato.
- Due ore al massimo, non di più, Isabella. Te lo giuro.
- Non c'è problema...
- Allora perchè non stai sorridendo?
L'aveva di nuovo solleticata, provocando così le sue risate e il suo dibattersi per tentare di liberarsi.
- Smettila... Edward! ... mph... ti sciuperò la... camicia!
Si era aggrappata al tessuto per cercare di spintonarlo via, ottenendo solo di sentire sotto le dita il contrarsi dei muscoli solidi.
Insieme al divertimento, aveva sentito anche qualcos'altro scuoterla: una voglia irrefrenabile di essere di nuovo in un letto insieme a lui, completamente nudi..
Aveva istintivamente cercato i suoi occhi, e quando li aveva agganciati, si era immediatamente accorto di quello che esprimevano i suoi.
Il verde si era incupito, mentre le sue mani dalla vita erano scivolate sui suoi fianchi, accarezzandoli sotto il cotone leggero del vestito che indossava.
- Un attimo prima mi appari come una ragazzina innocente, un attimo dopo sei una donna in grado di farmi impazzire con un solo sguardo.
Si era sollevata sulla punta dei piedi per arrivare meglio a baciarlo, tuffando le mani tra i suoi capelli e stringendone morbide ciocche tra le dita.
- Da oggi sono più donna che ragazzina... lo dice anche la legge...
Glielo aveva sussurrato senza staccare le labbra dalle sue, fissandolo negli occhi e provocandolo ulteriormente.
Si era ritrovata schiacciata tra la parete e il suo corpo duro, inchiodata anche da uno sguardo che non le lasciava alcun dubbio.
- Ragazzina o donna... puoi essere quello che vuoi, Isabella. A me importa solo che tu sia mia.
Si era premuto su di lei, in un gesto che era stato insieme erotico e possessivo.
- Solo e soltanto mia.




XXXXXXXXXXXXXXX




- E' come mio padre, sempre con in testa i suoi preziosissimi affari! Spero sappia recuperare dopo!
Kelly non aveva usato mezze parole, come sempre del resto.
- Bè, Kelly, proprio come tuo padre no... scusa, eh, rimane un gran bell'uomo... ma non credo che possa competere con Edward.
L'espressione dell'amica era stata impagabile. Per un attimo l'aveva guardata incredula, poi si era ripresa, e l'aveva colpita con una finta stizza.
- Isabella Swan! La maggiore età ti ha sciolto la lingua...
Poi era scoppiata a ridere, questa volta abbracciandola.
- Anzi... altro che maggiore età... mi sa che è un'altra la cosa che ti ha sciolto la lingua!
- Kelly!
- Oh, dai, senti! E' vero che sei molto più rilassata da quando anche tu fai del sano e soddisfacente sesso!
Nonostante una piccola parte di lei si fosse imbarazzata, si era comunque sciolta in una risata allegra.
- Stavolta non posso proprio negarlo... avevi ragione in pieno. Non sapevo quello che mi stavo perdendo!
L'amica in questione si era divertita ancora di più.
- Ribadisco anche che io ho sempre sostenuto che Edward fosse un uomo da non lasciarsi sfuggire... ma tu hai passato un sacco di tempo a negarlo inutilmente!
A Bella sembrava quasi impossibile di riuscire a parlarne così, allegramente, di quegli anni passati a discutere con Kelly di quanto fosse stato "stronzo" il suo tutore, perciò lontano dall'essere un uomo ideale per qualsiasi donna, non solo per lei.
- Adesso, invece, passerai un sacco di tempo a tenertelo stretto... perchè aspettati la rivolta delle "io non ci posso credere che Edward Cullen sia innamorato di quella ragazzina! Ma c'è un abisso tra me e lei..."
Fingendosi indignata barra inviperita, Kelly aveva imitato alla perfezione la reazione che forse molte donne avrebbero potuto avere davvero. Specie quelle che avevano avuto modo di conoscerlo bene... tipo le sue ex.
Le era stato inevitabile pensare a Gwen Vernon, con i suoi modi provocanti e sicuri. Avrebbe voluto davvero vedere la sua faccia davanti all'intervista rilasciata da Edward.
- Tipo quella gatta morta che hai incontrato a Londra... la sorella di Cavallo pazzo...
Era uno di quei momento dove loro due proprio non riuscivano a smettere di ridere. Davanti poi al nomignolo con cui Kelly aveva ribatezzato Anthony Vernon, ogni volta non riusciva a trattenere una risata irrefrenabile.
- Sai che stavo pensando anch'io a lei? Come vorrei vedere la sua faccia...
- Io pagherei per vederla! Potrei arrivare ad accettare di uscire ancora una volta con Cavallo Pazzo solo per quello!
- Piantala Kelly... mi fa male la pancia a furia di ridere!
Probabilmente le loro risate stavano rimbombando oltre i confini della cabina-sauna dove erano rinchiuse con indosso solo un asciugamano, ma dato che erano in uno dei centri benessere più in di tutta New York, era vero anche che nessuno avrebbe avuto niente da ridire.
Soprattutto perchè Kelly lo aveva riservato per loro due sole, come parte del regalo per i suoi diciotto anni. Il resto, le aveva detto, sarebbe arrivato poi.
C'era stato un che di misterioso nel modo in cui glielo aveva detto, e si era adattato all'aria misteriosa che aveva avuto anche Edward quando gli aveva chiesto come avrebbe potuto organizzare il giorno del suo compleanno, dal momento che avrebbe voluto trascorrere qualche ora anche con la sua migliore amica.
Era stato lì, che lui le aveva detto di avere un impegno per quel mattimo che non era riuscito proprio ad evitare. Almeno due o tre ore sarebbe dovuto andare in ufficio, per poi tornare da lei.
A casa.
Le andava benissimo: non poteva immaginare modo migliore di festeggiare i suoi diciotto anni, se non passando quella giornata con lui, nel loro appartamento. Averlo tutto per sè, aveva iniziato ad apprezzarlo per quello che era: un lusso da godersi fino in fondo.
- Ehi, dove sei finita? Scommetto che stavi pensando ad Edward... ti viene una faccia da pera cotta...
Nell'ironia dell'amica aveva trovato quel pizzico di riserva che nutriva sul fatto che fosse così innamorata di Edward, tanto da aver accettato di sposarlo.
- Già, pensavo a lui.
- Roba piccante, o puoi parlarmene?
- Che cretina sei... stavo pensando che un'altra, al mio posto, avrebbe voluto chissà quale festa per i suoi diciotto anni... a me, invece, va bene passare un pò di tempo con la mia migliore amica... e poi starmene anche a casa, tranquilla, con l'uomo che amo.
- Infatti, anomala lo sei di sicuro. Anzi, te lo dico già: preparati perchè tra due settimane, quando sarò io a festeggiare, ne parleranno a lungo!
Bella lo aveva immaginato: Kelly non avrebbe lesinato sui festeggiamenti per la sua maggiore età. Temeva quel giorno, l'avrebbe coinvolta in qualcosa di sfrenato sicuramente.
- Dovrò chiedere il permesso ad Edward...
L'amica era letteralmente balzata in piedi, diventando ancora più rossa e sudata di quanto non fosse già grazie al caldo della sauna.
- Che cosa? Stai scherzando vero! Il permesso? Tu prendi un aereo.. anzi, no, prendi il jet del tuo fidanzato miliardario e porti le tue chiappe a Los Angeles senza nemmeno pensarci su un secondo!
Non era riuscita a rimanere seria come avrebbe voluto, la faccia assolutamente inferocita di Kelly era stato uno spettacolo troppo appagante.
- Che scema sono... ci sono pure cascata! Quasi mi veniva un infarto davvero... ti giuro che ti prendevo a sberle se proprio adesso che diventi davvero indipendente, gli permettevi ancora di decidere per te...
Un'affermazione che l'aveva indotta a ribattere con un pensiero altrettanto sicuro.
- Su una cosa voglio essere sincera: il parere di Edward, su qualsiasi cosa, conterà comunque per me. Non si tratterà più di un sua decisione, ci sarà un comune accordo.
- Cioè? Fammi capire bene.
La conversazione si era fatta più seria.
- Bè, il comune accordo che c'è in ogni coppia. Tipo non fare quelle cose che all'altro danno tremendamente fastidio... o meglio, cercare di farle il meno possibile e se proprio sono importanti per se stessi.
- Tipo andare alla festa della tua migliore amica.
Kelly le si era riseduta a fianco. Bella le aveva sorriso affettuosamente.
- Esatto. Per i suoi diciotto anni che sono assolutamente da festeggiare alla grande. Ma se l'amica, per esempio, iniziasse ad invitarla ogni settimana ad una festa diversa... ecco, magari questo potrebbe essere qualcosa che dovrei discutere con il mio fidanzato... sai, è un tipo piuttosto riservato...
Negli occhi azzurri che la fissavano aveva trovato una conferma al suo ragionamento, e si era sentita sollevata.
- Sì, questo lo capisco. Il fidanzato in questione mi sa che è anche molto geloso, qualcosa che io comprendo bene. Lo sai che tendo ad essere un tantino possessiva...
- Solo un "tantino"?
Si era mostrata giustamente contrita.
- Touchè. Molto. Potrei uccidere, per gelosia, il giorno che mi innamorerò seriamente di qualcuno...
- Povero ragazzo! Non sa cosa lo aspetta...
- Bè, povero no, Bella. Anch'io mi porto dietro una bella dote generosa!
Erano tornate a scherzare e ridere, dopo quella piccola parentesi seria.
- Dici che Edward mi vuole sposare solo per i miei soldi, allora?
- Ovvio che sì! Gli ho sentito dire che il settimo posto iniziava a stargli stretto... vorrebbe arrivare sul podio... magari terzo.
Sapeva che non avrebbe potuto scherzare così con nessun altro, a parte Edward stesso, riguardo alla loro ricchezza. Dietro di essa, si celavano anche aspetti negativi che potevano essere compresi solo vivendoli. 
Uno di questi, era proprio essere giudicati anche nelle scelte sentimentali: dopo la dichiarazione di Edward, si era già sollevato un polverone mediatico, con relativa caccia di foto e news piccanti su di loro.
Lasciare casa, anche quella mattina, era stato un pò come lasciare una città presa d'assedio, con fotografi appostati nei dintorni ad ogni ora.
- Bella? Ti sei persa ancora... ho capito, passiamo alla tappa successiva: doccia rilassante!
Detto fatto, Kelly l'aveva afferrata per una mano, spalancando la porta della sauna e trascinandola fuori.





XXXXXXXXXXXXXXX


Le tre ore al centro benessere erano state davvero spensierate, più che altro perchè le aveva trascorse in assoluta allegria con Kelly. Quando ne era uscita, si era sentita completamente rilassata. Ad attenderle c'era stato Emmett, già pronto a partire. Poco prima aveva sentito Edward, il quale l'aveva informata di essere finalmente libero.
Aveva proposto a Kelly di pranzare tutti insieme, ma l'amica aveva declinato dicendole che adesso era il momento di festeggiare con Edward quel compleanno così importante.
Le aveva detto di godersi la giornata, di farsi viva magari in serata, giusto per un saluto ancora.
Così, anche se un pò dispiaciuta di lasciarla sola, l'avevano riaccompagnata in hotel, per poi dirigersi presso la sede della Cullen Enterprise, dove Edward li attendeva.
Quando era salito in macchina, Bella avrebbe tanto voluto salutarlo con un bacio irruente, ma la presenza di Emmet l'aveva frenata, limitandola a sfiorargli le labbra.
Era troppo poco, ma contava di rifarsi assolutamente una volta giunti a casa.
Erano riusciti solo a salutarsi, prima che il cellulare di Edward suonasse. Dopo aver visto chi lo chiamava, aveva risposto.
Lei ne aveva approfittato per osservarlo, rimanendo come sempre affascinata dalla sua bellezza. I capelli sempre un pò ribelli, il profilo elegante, il taglio virile della mascella, le mani forti, gli avambracci lasciati scoperti dalle maniche arrotolate, le gambe muscolose fasciate dai pantaloni eleganti... tutto contribuiva a renderlo affascinante.
E sexy.



Aveva appreso anche lei dall'articolo su Vanity Fair che era stato giudicato uno degli uomini più sexy. Le erano tornate in mente le parole di Kelly sul fatto che avrebbe dovuto tenerselo stretto.
Era vero, chissà quante donne avrebbero voluto essere al suo posto.
Non aveva smesso di fissarlo, così si era ritrovata immersa nel verde dei suoi occhi che la scrutavano a loro volta. C'era un che di interrogativo nella sua espressione, come a chiederle se c'era qualcosa che non andava.
Gli aveva sorriso, scuotendo la testa e stringendogli la mano libera. Lui aveva ricambiato la stretta, portandosi in grembo le loro mani unite.
Non aveva smesso di parlare di azioni da comprare, fornendo tutta una serie di indicazioni che le erano sembrate incomprensibili. Lo aveva fatto sempre guardandola, dandole l'impressione che la stesse accarezzando con quegli occhi incredibilmente verdi e sensuali.
Un brivido le era corso lungo la schiena, e per soffocare sensazioni ancora più intense, aveva posato gli occhi su Emmett, ricordandosi della sua presenza.
- Va bene, Peter, è tutto... chiamami solo se è strettamente necessario... sì, sempre sul cellulare... d'accordo, ciao.
Aveva chiuso la comunicazione, abbandonando il cellulare sul sedile.
- Azioni di un'azienda a cui sto dietro da un pò. Costruiscono yatch di lusso, un mercato in continua espansione. Solo che l'attuale dirigenza ha fatto investimenti sbagliati, indebitandosi sempre di più con le banche. La loro unica scelta era far entrare altro capitale, cercando un socio di maggioranza con basi solide.
Era sicura che le avesse semplificato di molto la spiegazione dell'operazione che aveva appena concluso. Ancora una volta si era resa conto di quanto le sarebbe stato impossibile gestire il suo patrimonio senza il suo aiuto, o comunque l'aiuto di una persona competente in materia di finanza.
- E' probabile che tra qualche settimana debba tornare in Europa. In Italia, questa volta. Potresti venire anche tu. Si tratterebbe di qualche giorno, una settimana al massimo.
Le aveva procurato un'emozione indefinibile il fatto che avesse pensato subito di non volersi separare da lei.
- Mi piacerebbe. Solo che dovrò vedere un pò con l'università. Sai, mi sa che i primi tempi saranno quelli più tosti. Non vorrei dare l'impressione che non ci sia il massimo dell'impegno da parte mia.
Le aveva sorriso.
- Isabella, guarda che alla NYU non sarai una raccomandata. Io ho solo accelerato le pratiche di ammissione, ma non avevano dubbi che tu meritassi di frequentarla.
Era leggermente arrossita, più che altro perchè aveva intercettato anche un sorriso di Emmett. Una delle prime cose che aveva fatto Rosalie con lei, era stata quella di complimentarsi per i suoi brillanti risultati negli studi.
- No, non intendevo dire che mi sento una raccomandata. E' solo che all'inizio credo sia meglio seguire il più possibile le lezioni, per portarmi avanti con la conoscenza di professori e materie...
Le aveva stretto più forte la mano, intrecciando le dita con le sue.
- Ma sei sicura di compiere solo diciotto anni?
L'aveva presa in giro, non nascondendo però un'ombra di sincera ammirazione.
- Credo di essere davvero un caso "anomalo". Me l'ha detto poco fa anche Kelly.
- Un'anomalia da apprezzare, comunque.
Le aveva riservato un'occhiata languida adesso, che era arrivata dritta dritta al suo stomaco, ed anche più giù.
- A proposito, vi siete divertite questa mattina?
Con il pollice le stava accarezzando il dorso della mano, un contatto lieve ma che percepiva come bollente sulla pelle.
- Sì, molto.
- Il posto meritava?
- Decisamente. Poi era solo per noi, quindi ce lo siamo godute in assoluta tranquillità.
- Allora un regalo azzeccato.
- Sì. Anche se mi ha detto che non era tutto.
- Chissà cos'altro avrà in mente...
Glielo aveva detto con un tono di voce che l'aveva subito incuriosita.
- Tu lo sai.
- Io?
- Sì. Lo sai.
- Non parlo con Kelly da quando siamo arrivati.
- Non me la racconti giusta.
- Sono innocente, giuro.
- Con quella faccia?
Perchè aveva un sorriso che la diceva lunga su quel "giuro".
- Emmett, aiutami, spendi una buona parola per me.
L'intervento di Emmett era stata una risata che aveva avallato ancora di più quell'atmosfera rilassata e giocosa che sembrava volerla accompagnare in quella giornata così speciale.




XXXXXXXXXXXXXXX



Quasi non credeva allo spettacolo che aveva davanti agli occhi.
Tutto era perfetto come richiedeva una vera festa a sorpresa.
Il solarium si era trasformato in un tripudio di palloncini e festoni colorati, di sedie e tavolini a forma di caramelle, di nuvole azzurre formate da tulle sospesi su fili invisibili, da enormi fiori con petali di cioccolato. C'era anche un ricco buffet con tante leccornie dolci o salate, insieme a due grandi torte rispettivamente a forma di uno e otto: i suoi diciotto anni.
Alice nel paese delle meraviglie.
Si era sentita proprio così in quel momento, come se fosse sbucata all'improvviso in un altro mondo.
Le persone presenti, e che le avevano gridato il classico "sorpresa!" non appena era sbucata con Edward, erano state assai diverse per età e grado di conoscenza, ma tutte facevano parte della sua vita e ne era contenta.
Con lo sguardo le aveva sfiorate tutte: Rosalie, Emmett, Jasper, Sam, Emily sicuramente, Alice, Jennifer, Kelly, Jessica, Angela, Mike ed Eric.
La presenza dei quattro compagni di scuola era stata la vera sorpresa tra gli ospiti, e aveva intuito subito che doveva essere un'altra parte del regalo di Kelly.
Non era riuscita a spiaccicare parola, troppo emozionata, così era stato Edward a rompere il ghiaccio.
- Direi che siamo stati bravi, l'abbiamo proprio colta di sorpresa!
Tutti si erano messi a ridere, sicuramente anche per la sua espressione sorpresa e felice.
- Sono sicuro che quando riacquisterà l'uso della parola, potrà dirvelo lei stessa.
Si era messa a ridere anche lei, adesso, cercando di riprendere il controllo sulle sue stesse emozioni.
- Facciamo che do io il via ufficiale alla festa con la più classica delle tradizioni.
A quel punto si era voltato verso di lei, senza nessuna incertezza o imbarazzo.
- Tanti auguri, Isabella.
Il bacio era arrivato sulle labbra, proprio come qualsiasi fidanzato avrebbe fatto in quella occasione. Aveva appena fatto in tempo a cogliere il sentimento profondo che celavano i suoi occhi verdi, quando era stata rapita in una stretta a più braccia.
- Tanti auguri, Bella!
Capitanate da Kelly, anche Jessica e Angela si erano catapultate su di lei. Sospettava fosse stato il modo con cui l'amica aveva pensato di toglierla da quel momento così particolare, in cui felicità, sorpresa, imbarazzo, commozione l'avevano quasi paralizzata.
- Che bello rivederti! Ma sei in formissima, Kelly ce lo aveva detto!
- Ragazze...
- Ciao, Bella. Tanti auguri.
Erano subentrati anche Mike ed Eric, finendo di circondarla. Aveva intravisto Edward raggiungere Sam, poi aveva riportato lo sguardo sui visi allegri dei suoi compagni.
Insieme a Kelly, erano gli unici quattro con cui aveva veramente stretto amicizia. Al St. Marie avevano praticamente fatto "gruppo" loro sei, riuscendo anche a divertirsi parecchio.
- Sai che non sei l'unica ad essersi fidanzata, Bella?
Jessica, non senza una buona dose di malizia, si era portata in mezzo ad Angela ed Eric, prendendoli sottobraccio.
- Finalmente ce l'hanno fatta! La telenovelas Weber-Yorkie si è conclusa nel migliore dei modi: si sono dichiarati amore eterno e vivranno per sempre felici e contenti!
I due in questione, caratterialmente più vicini a lei, erano leggermente arrossiti. Li capiva benissimo, dal momento che era letteralmente imbarazzata, adesso, all'idea di quello che avrebbero potuto pensare di lei riguardo la sua storia con Edward.
- Jessica, il tuo tatto è sempre quello di un'elefante!
Era stata Angela a rimproverarla, ottenendo di stuzzicare ancora di più la compagna.
- Oh, quante storie! Prendi esempio da Bella, e getta un pò della tua timidezza alle ortiche! Tirate fuori dagli armadi questi fidanzati!
Ecco, adesso sì che avrebbe voluto sprofondare.
- Ehi, ehi, abbi pietà almeno di lei, Jessica. Mi sembra che Bella abbia già la sua buona dose di impiccioni!
A parlare era stato Mike Newton, un ragazzo che sembrava incarnare perfettamente il mito di Peter Pan. Non lo aveva mai visto preoccuparsi di nulla, se non divertirsi e far divertire gli altri.
- Dì la verità, Bella, ti mancavano o no?
Aveva guardato Kelly, trovandosi d'accordo sul fatto che era stato bello ritrovarli in quell'occasione.
- Sì, è vero, ragazzi. Sono molto felice che siate venuti.
- Qui ci vuole un brindisi! Bella ha ritrovato la voce e la ragione! Finalmente ha ammesso di non poter vivere senza di me!
Era stato Mike a prenderla sottobraccio, trascinandola verso il buffet dove c'era anche un'ampia scelta di bevande. Il resto del gruppo li aveva seguiti, approvando l'idea del brindisi per festeggiare anche quella riunione imprevista.
Bella si era ritrovata immersa in una realtà che era stata una quotidianità per lei: la presenza dei suoi ex-compagni. Non aveva però dimenticato la realtà che stava vivendo ora, e con lo sguardo era andata ad Edward.
Lo aveva trovato intento a parlare con Alice e Rosalie, sorridente e rilassato. Non aveva cambiato espressione quando i loro sguardi si erano incrociati, anzi, si era fatto ancora più sorridente.
Evidentemente era un riflesso del fatto che vedeva anche lei contenta: era in compagnia dei suoi amici e di altre persone che in qualche modo volevano solo la sua felicità.
- Ragazzi, un brindisi ai diciotto anni di Isabella! Che le portino fortuna e felicità.
Quell'augurio sincero era arrivato da Kelly, ma gli altri si erano uniti subiti.
Dopo quel brindisi, si era detta pronta a salutare il resto dei presenti e si era momentaneamente congedata dagli amici. Così, aveva raggiunto per primo il gruppetto insolito formato da Sam, Emily e Jennifer. Avvicinandosi si era accorta della familiarità con cui quest'ultima conversava con l'uomo.
Sicuramente dovevano conoscersi abbastanza bene, vista la lunga amicizia che lo legava ad Edward.
Non appena era stata ad un passo da loro, era stata proprio Jennifer la prima ad abbracciarla, baciandola su entrambe le guance.
- Tanti auguri, Isabella!
- Grazie Jennifer, sono contenta che ci sia anche lei.
- Come potevo mancare un'occasione così importante? Anche se ti confesso mi sembra ieri che avevi solo undici anni...
C'era stato un velo commozione nella voce della donna, e anche lei era andata col pensiero alle prime volte in cui si erano sentite, subito dopo la morte dei suoi genitori.
- La capisco Jennifer, oggi mi sento un pò più vecchio anch'io...
La voce di Edward si era inserita spiritosa, mentre circondandole la vita con un braccio, le aveva fatto sentire come quei momenti difficili fossero proprio ormai un tempo passato.
- Allora devo sentirmi vecchio anch'io... comunque, tanti auguri lo stesso, Bella!
Sam aveva strizzato l'occhio al suo amico, prima di baciarla sulle guance a sua volta.
- Manco solo io: tanti auguri, Isabella. Mi fa piacere conoscerti proprio in un'occasione così allegra...
Emily le aveva rivolto uno sguardo sereno e profondo. Quello che l'aveva colpita, forse perchè Edward non ne aveva fatto menzione, era che anche lei aveva tratti indiani.
- Grazie. E' un piacere anche per me conoscerti, Emily.
Era quasi palpabile il legame che c'era tra lei e Sam. Formavano una bella coppia, minuta lei, massiccio lui.
- Ti avevamo preso anche un regalo, sai? Ma Sam ha pensato bene di dimenticarlo a casa.
Era stato buffo vedere come l'interessato avesse assunto immediatamente un'espressione colpevole.
- Mi dispiace, Bella. Ero convinto di averlo messo insieme alle cose che ho portato per Edward...
- Ma no, figurati! A me fa piacere che voi siate qui.
- Rimedieremo. Sam si è offerto di cercartene un altro da consegnarti entro domani sera.
Le era stato impossibile non scoppiare a ridere davanti all'espressione sorpresa di Sam. Edward l'aveva seguita subito dopo, e presto stavano tutti ridendo.
Sentiva che con Emily sarebbe stato facile andare d'accordo, dimostrava di avere un carattere solare e aperto.
- Non ho ancora ben capito perchè vi definiscono "sesso debole"...
Era stato Sam ad affermarlo, ma Edward si era trovato d'accordo. Jennifer aveva provato a dare una sua definizione, basandosi sull'esperienza di aver avuto a che fare con uomini tutti d'un pezzo grazie al suo lavoro.
Bella si era chiesta se tra quegli uomini ci fosse stato anche il padre di Edward, ma aveva cercato di non darlo a vedere, guardandosi un pò intorno.
Così aveva visto, appartati in un angolo, Jasper ed Alice discutere in una maniera che avrebbe definito poco amichevole. Era rimasta sorpresa della cosa, e istintivamente aveva cercato Rosalie. Era seduta in compagnia di Emmett e sembravano commentare proprio quello che stava succedendo tra Jasper ed Alice. Lo aveva intuito dalle occhiate cupe che Rosalie continuava a rivolgere al gemello. Era tornata a guardare nella loro direzione, trovandoli sempre immersi in quella che sembrava una vera e propria discussione.
Poi, però, aveva distolto lo sguardo dal momento che le sembrava quasi di spiarli. Sicuramente c'era una ragione se non andavano d'accordo. Si era ripromessa di parlarne con Edward, più che altro per non incorrere in qualche gaffes imbarazzante con uno dei due, parlandogli magari involontariamente dell'altro.
Soprattutto con Jasper, dato che con lui era entrata più in confidenza.
Era tornata ad ascoltare la conversazione che si svolgeva intorno a lei, rimmergendosi in un'atmosfera più allegra. Poi era stata ancora richiamata dai suoi amici, e si era ritrovata in chiacchiere ancora più spensierate, in quanto Jessica stava facendo un rapporto dettagliato di come stessero andando le cose per il resto dei loro compagni.
Ancora una volta non stava smentendo il suo soprannome di "gazzettino ufficiale del St. Marie". La sua passione per il pettegolezzo, li aveva sempre tenuti aggiornati su vita, morte e miracoli di tutti, professori compresi.
Era una perfetta festa di compleanno, di più non avrebbe potuto desiderare.




XXXXXXXXXXXXXXX



Per ultimo, quando ormai erano le sette di sera passate, si erano congedati da Sam ed Emily con l'idea di rivedersi il giorno dopo a cena.
Bella era piacevolmente stanca dopo tutte le emozioni vissute in quel lungo pomeriggio di festeggiamenti.
Era stata felicissima di aver rivisto i suoi compagni di scuola, e anche con loro si era ripromessa di rivedersi in occasione della festa di Kelly.
Proprio pensando all'amica, ancora aveva pensato quanto fosse stata grande nell'organizzarle quella sorpresa insieme ad Edward.
Perchè, alla fine, aveva intuito bene: avevano progettato loro quella festa. Con l'aiuto poi pratico di Alice nell'organizzarla in ogni particolare. Aveva scoperto che il centro benessere era stata la scusa per tenerla fuori di casa il tempo necessario per allestire il solarium.
Ovviamente aveva fatto uno splendido lavoro.
Peccato che proprio lei, insieme a Jasper, avessero rappresentato un pò una nota negativa, in un pomeriggio altrimenti perfetto. Anche se, a dire il vero, con lei si erano mostrati entrambi allegri e felici di festeggiarla.
Era stata contenta anche della presenza di Jennifer: era davvero affezionata a quella donna.
- Ti stai addormentando?
La domanda di Edward l'aveva indotta a riaprire gli occhi per fissarlo.
- No. Stavo pensando che è stata una festa bellissima.
Le aveva sorriso contento.
- Grazie ancora per averci pensato.
- Merito anche di Kelly.
- Lo so. Ma a lei viene facile festeggiare. Magari a te un pò meno...
Il sorriso era diventato ancora più divertito.
- In effetti. Ultimamente non ho organizzato molte feste... ma questa era per una persona speciale, non potevo non pensarci.
Le sue parole le avevano risvegliato la solita fitta allo stomaco.
- Però, adesso, sono contento che sia finita. Finalmente posso darti il mio regalo.
In realtà, Edward le aveva già fatto un regalo. Ed era stato anche incredibile, dato che mai se lo sarebbe aspettata. Nel pacchetto che le aveva dato, aveva trovato le chiavi di una macchina. Per l'esattezza una Mustang GT 500 del 67, ossia il suo grande amore, come lo aveva definito Sam.



Perfettamente restaurata, l'aveva ricevuta a sua volta in regalo come prima macchina da suo padre. Uno dei pochi che aveva veramente apprezzato, le aveva confessato poi quando erano stati soli.
E voleva che adesso fosse sua. Insieme, le aveva regalato simbolicamente anche l'iscrizione ad un corso di guida per conseguire la patente.
Proprio dopo quella confessione, le aveva anche detto, però, che il vero regalo per i suoi diciotto anni doveva ancora darglielo. E per farlo, era necessario andare in un luogo di cui non aveva voluto dirle nulla.
Così, dopo aver indossato entrambi jeans e maglietta, erano usciti proprio con la Mustang, dal momento che era curiosa di provare la sua futura macchina.
- Non posso avere qualche piccolo indizio? Confesso che sto morendo dalla curiosità.
Curiosità era un eufemismo: era letteralmente divorata dalla voglia di scoprire cosa avrebbe trovato ad aspettarla.
Edward era scoppiato a ridere, assumendo quell'espressione misteriosa che le trasformava le gambe in gelatina.
- No. Anzi, tra un pò ti chiederò di chiudere gli occhi e di non barare.
- Morirò prima di arrivare, così.
- Correrò il rischio di rimanere vedovo prima del tempo.
Era riuscito a far ridere anche lei, nonostante la morsa allo stomaco non se ne fosse andata.
- Così non correrai nemmeno il rischio che ti distrugga questo gioiello della meccanica.
L'aveva preso in giro, esternando però una reale preoccupazione. Un pò, infatti, temeva il fatto di poter distruggere quell'automobile a cui teneva molto.
- Pensi che mi preoccuperei più della macchina che non di te?
La morsa si era accentuata sotto quello sguardo così caldo e profondo.
- No, in effetti no.
- Risposta esatta. Adesso, fai la brava bambina, e chiudi gli occhi senza sbirciare.
Era tornato a sorriderle misteriosamente, inducendola a chiudere gli occhi per sottrarsi a quella dolce tortura che era non poterlo stringere a sè.
- Posso almeno parlare?
- Uhm... lasciami pensare... direi di no. Non faresti altro che tentare di strapparmi altre informazioni.
Era stata lei a sorridere adesso.
- Non è giusto che tu mi conosca così bene.
Un tocco caldo sulla coscia l'aveva fatta sobbalzare, facendole quasi aprire gli occhi.
- Scusa, non volevo spaventarti. Controllavo che non barassi...
Però, non aveva ritratto la mano, l'aveva lasciata a palmo aperto sulla sua coscia.
- Una decina di minuti e siamo arrivati, okay?
- Okay. Cercherò di tenere a freno la mia curiosità...
- E anche la lingua?
Le era venuto da ridacchiare.
- Okay. Ma solo per i prossimi dieci minuti.
- Brava ragazza.
Poi doveva aver premuto sull'acceleratore, perchè con un rombo sordo, la macchina aveva compiuto un balzo in avanzo, incollandola quasi al sedile.





XXXXXXXXXXXXXXX




Edward le aveva impedito di guardare, ma non di sentire.
Il profumo della salsedine, una leggera brezza e il rumore del mare l'avevano accolta non appena l'aveva aiutata a scendere dalla Mustang.
Poi l'aveva guidata per un lungo tratto tenendola per la vita.
Quando si erano fermati, lo aveva sentito posizionarsi dietro di lei, prendendola per le spalle e facendole fare un mezzo giro. Sempre rimanendo alle sue spalle, si era chinato su di lei per sussurrarle in un orecchio.
- Buon compleanno, amore.
Aveva capito di poter aprire gli occhi e lo aveva fatto.
Era stata immediata la sensazione di gioia e calore che l'aveva avvolta.
- Ma... è lei?
Lo aveva realizzato con un attimo di ritardo.
- E' proprio lei. E' arrivata ieri.
Davanti a loro c'era la Deep Blue, solo che quello non era più il suo nome. Con lo stesso elegante carattere nero, le lettere formavano il nome ISABELLA.
Si era voltata, buttandogli le braccia al collo e stringendolo forte.
- Oh, Edward...
Non era più riuscita  a parlare, un nodo che le stringeva la gola.
- Significa che il regalo ti è piaciuto davvero?
L'aveva abbracciata a sua volta, stringendola. Era riuscita solo ad annuire.
- Allora possiamo salpare?
Aveva alzato di scatto la testa, fissandolo incredula.
- Fa parte del regalo. Stanotte e domani. Solo io, te e il mare.
Tutto quello che bastava per essere felici.












Confesso: avevo voglia di romanticismo.
Quando l'amore ti rende felice, credo però si possa davvero vivere dei momenti così belli ed intensi.
Almeno, io ho la fortuna di vivere giornate bellissime insieme a mio marito, in  cui la voglia di comunicarci amore e passione ci accompagna in ogni momento.
Purtroppo, però, ci sono anche le giornate no, e quelle mi piace un pò meno raccontarle ovviamente (meno che mai viverle...).
Comunque, questo giro Edward ha raccolto davvero il pieno di punti!
Io sono sempre più cotta di lui, è inutile che ve lo nasconda. E' l'uomo perfetto? Nei miei sogni sì.
E nei vostri?
Mi spiace che questo mio "sognare" (e raccontarlo per far sognare chi ne ha altrettanta voglia, senza obbligare nessuno) abbia spinto una persona a definire questa mia storia, in tono abbastanza ironico, "un Harmony fatto e finito".
A questa persona, che mi ha contattato privatamente, io rispondo in chiaro perchè non mi vergogno di dirlo: gli Harmony li ho sempre letti, e continuerò a farlo.
Tornando alla storia, vi dico già che sono in arretrato di due capitoli extra rossi! Già, l'idea di questa notte in barca mi ha ispirato molto, ovviamente!
Spero di arrivare a postare il primo già i primi giorni di settimana prossima (vi ricordate bende e nastri di seta...XD!).
Per il capitolo vero e proprio, arriverò invece martedì 14 giugno.
Vi ricordo che sulla mia pagina autrice troverete sempre indicazioni precisi riguardo alla pubblicazione dei nuovi capitoli.
Ora tolgo definitivamente il disturbo.
Un bacione grandissimo.
Robi


PS - Dimenticavo: avete notato l'assenza di qualcuno? Pensate che faccia passare sotto silenzio il compleanno di Bella? XD!


  
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