Capitolo12 [Ghirlanda]
Ok, ok… ci sono… scusate il
ritardooooo!!
-Avresti dovuto parlarcene,
Remus.- Lo sgridò nuovamente Sirius. Era circa la centesima volta che glielo
diceva nel giro di tre ore.
Remus arrossì nuovamente, non
sapendo cosa rispondere. Ivy in condizioni normali sarebbe intervenuta, ma si
era creato uno strano muro tra lei ed il fratello, ed aveva una paura tremenda
di varcarlo.
-Credo che tu abbia reso l’idea,
Sirius.- Lo riprese Cathy.
-Non sarà mai abbastanza!-
Commentò invece lui, fulminandola con lo sguardo. E poi, rivolgendosi di nuovo a Remus, aggiunse:
–Devi fidarti… noi ti vogliamo bene!-
-Questo è vero, Remus… non
sfrutteremmo mai la tua debolezza…- Si trovò d’accordo la ragazza.
Nel presente…
-Già…- Commentò Alice acida,
stringendosi a Sirius, seduti sul divano. Dopo un istante di silenzio continuò:
-Secondo voi perché lo ha fatto, invece?-
-Ti riferisci a Cathy, vero?- Le
chiese Ivy.
-Sì… l’anno scorso…- Alice ripensò
a quella sera in cui i Mangiamorte avevano attaccato la loro residenza, proprio
con la luna piena… sapendo che sarebbero stati in difficoltà, per via di Remus…
-Non lo so. Ammetto di non averla
mai capita.- Si arrese Sirius.
-I-io sono convinta che ci sia una
motivazione, dopotutto.- Ammise Ivy.
-Anch’io… ci voleva bene. Tanto
bene. Troppo bene per agire in quel modo senza una scusa plausibile…- Continuò
Alice.
James guardò tutti. Non gli
piaceva quell’istante di freddo silenzio… così esordì:
-Vi ricordate cos’è successo
dopo?-
-Non bene.- Ammise Ivy. –Ricordo
solo che avevo un problema con Sirius. E… beh… anche che tu e Cathy avevate un
non so quale segreto da voler nascondere…- Gli occhi di James brillarono.
-Forse è il caso di raccontarvi
qualcosa che ancora non sapete, al riguardo…-
-James… puoi venire un momento di
là con me?- Chiese Cathy, alla fine del pranzo, indicando una classe vuota. Il
ragazzo la seguì, incuriosito.
-Dimmi.-
-Questo… giochino per far
ingelosire Malfoy sta funzionando… ma… sei sicuro di volerlo continuare?- James la guardò. Sembrava molto insicura, in quel momento.
-Certo che sì, Easther. Problemi?-
-N-no. Tutto… tutto a posto.-
-Bene.- Un silenzio imbarazzante
cadde tra i due.
-Ah… Potter…?-
-Sì?-
-Grazie per… tutto.-
-…?-
-Sai… la giacca, la compagnia…-
-Oh. niente, figurati.- Altro
silenzio imbarazzante. –Ehm… Cathy?-
-Uhm?-
-Stiamo ancora fingendo, vero?-
-Certo.-
-Quindi posso… fare…?- Non
concluse la domanda. Con una mano le carezzò gentilmente la guancia, poi
avvicinò le sue labbra a quelle di lei, in un casto bacio. Niente a che vedere
con quello lussurioso di Lucius, pochi giorni prima. Questo era stato… dolce,
tenero. Arrossirono entrambi.
-Ecco perché mi tratti a merda,
brutta stronza!- Esclamò Lucius, entrando nella stanza. –Fai giochini di questo
genere con tutti, allora!- Ringhiò. Poi corse via, punto sul vivo.
Cathy e James si guardarono.
-Beh… s-siamo riusciti nel nostro
intento.- Balbettò lui, grattandosi la nuca.
-Eh, già.-
-Quindi la finzione può finire…-
-Sì, direi di sì.-
Per qualche giorno ci fu un po’ di
tensione tra i due che svanì poi col passare del tempo e la compagnia degli
altri.
Non accennarono più a questo fatto
se non rare volte, in occasione di battute.
Nel presente…
-Ecco cos’avevate tanto da
nascondere… si vedeva lontano un miglio che c’era qualcosa, ma non c’era stato
modo di tirarvelo fuori!- Sorrise Sirius.
-Già.- Ammise James.
-Chi erano i due che non si
sarebbero messi insieme per nulla al mondo?- Lo canzonò Alice.
-Riguardo al problema Sirius-Ivy,
invece? Vi ricordate com’è andata a finire?- Chiese James, per distogliere
l’attenzione.
-Io sì! Per poco non gli veniva un
infarto a Silente…- Ricordò Ivy, sentendosi un po’ in colpa. Gli altri non
poterono far altro che sorridere, tentando di immaginarsi al scena a cui non
avevano assistito…
-E la faccia di Mick? Dove me la
lasciate? Ci ho riso dietro per dei mesi!!!- Esclamò Sirius…
-Alice… ho un problema.- Annunciò
Ivy poggiando la borsa sul letto del dormitorio. L’amica la guardò. Notò le
lacrime che incombevano dai suoi occhi e poggiò subito il diario e la piuma con
cui stava scrivendo.
-Cosa è successo?- Le chiese.
-I-io… non lo so. Cioè lo so, ma…
non pensavo fosse così grave, cioè… oh, insomma… Sirius ce l’ha con me.- Alice
la guardò, cercando di capire dai lembi di discorso a cosa l’amica si
riferisse.
-Parli della luna piena?-
-Sì. Vedi… è arrabbiato, lo so, lo
sento, mi tratta con freddezza, con ostilità. E non riesco a tollerarlo. Non da
lui, almeno… è l’unico che… mi sia sempre stato vicino. Sempre. Sai, con la…
situazione familiare che abbiamo…-
-Capisco.-
-Secondo te cosa devo fare?- Alice
finse di riflettere. Sapeva benissimo il consiglio giusto da dare all’amica… ma
non voleva darle l’impressione di fare la saputella.
-Parlargli. È l’unica cosa
sensata.- Disse poi.
-H-ho paura che lui mi attacchi.
Non saprei reggere un confronto. Non con lui.-
-Non lo farà. Ti vuole bene. E
capisce le tue paure, no? Quindi non devi temerlo…-
-Hai… forse hai ragione. Solo che…
ancora non mi sento pronta.-
-Beh… quando ti sentirai pronta…
và e parlagli. Ti farà bene. E farà bene anche a lui.-
-Grazie, Ali.-
-Figurati… Che ne dici? Andiamo a
farci una nuotata in piscina?-
-Piscina?-
-Sai… ho scoperto molti modi utili
per sfruttare al meglio la Stanza delle Necessità…-
-Oh… e va bene!-
-Prima di cominciare la nostra prima vera lezione, finalmente…- Esordì Mick, -…devo farvi un annuncio da parte del preside. Chiunque abbia… beh… rubato la sua biancheria intima, che era stesa ad asciugare sul balcone del suo ufficio stamane, è pregato di restituirla. Dice che quelli erano i mutandoni più comodi che aveva.- La classe lo guardò silenziosa, aspettandosi che lui cominciasse a ridere per la battuta. Cosa che lui non fece. –Non guardatemi così!! È vero!! Chiedete anche alle altre classi! Anche gli altri professori lo stanno annunciando!!- Si difese lui, dagli sguardi scettici di tutti. L’idea che qualcuno potesse anche solo aver pensato di fare una cosa del genere, proprio al preside, li fece scoppiare tutti a ridere.
-Bene! Ed ora che ho svolto i miei
compiti di Mercurio, messaggero degli dei greci, cominciamo la lezione.
Vediamo…- Scorse con gli occhi il registro. -Malfoy, Potter, Evans… poi… Turner
e… anche tu, Avery. Venite tutti qui.- I cinque si alzarono un po’ titubanti,
visti gli effetti della prima lezione con Jones su Sirius… –Forza, forza!!!
Allora… Oggi è mia intenzione insegnarvi… Silencio!-
Insonorizzò la stanza, preparando un grande stereo babbano, a tutto volume, da
come stava girando la manopola che lo regolava,-…come sconfiggere un Molliccio…
senza poter usare l’incantesimo Riddikulus.-
Severus badò bene di non far
notare al professore che quella era una creatura che andava affrontata al terzo
anno.
-Credo sappiate che il Molliccio
si affronta al terzo anno. È un mutaforma…- E cominciò a spiegare le
particolarità della bestia in questione. –Ora. Questa… modalità di
“sconfiggere” un mostro, che sto per insegnarvi, può essere usata su quasi
tutti gli esseri mutaforma esistenti. A fine lezione vi distribuirò delle
pergamene con scritto un elenco dei mutaforma in questione. Se ritrovo le
pergamene, naturalmente.- Sorrise, imbarazzato. Poi guardò Lucius. –Bene. Prima
di usare i nostri cinque amichetti qui, ripetete tutti dopo di me: Walk the
lama-lama.-
-Cosa?!-
-Non è difficile, su! Walk the lama-lama.-
-Walk
the lama-lama.- Ripeterono.
-Bene. Ok… allora… voi cinque…
fate come me, ok?- Fece partire la musica.
-Tananananan na na na… Walk the
lama-lama!-
Mick cominciò una specie di
balletto, sculettando, girando su se stesso, unendo le mani sulla testa e
movendo le braccia avanti ed indietro…
Tutti lo guardarono sconvolti.
Chi troppo stupito per parlare,
chi ormai era scoppiato a ridere da un bel pezzo, quando il professore staccò
la musica c’era silenzio assoluto e soprattutto nessuno stava facendo quello
che lui aveva detto di fare. Imitarlo.
-Beh? Ci siete?- Chiese lui. –Non
mi sembra molto difficile, no?-
-Spero che lei stia scherzando.-
Gli fece notare Lucius.
-Su cosa, di grazia?-
-Su quello che ci sta chiedendo di
fare! È ridicolo!-
-No. Ridicolo e quello che muore
sbranato da un mutaforma solo per non averlo voluto imparare.- Replicò Mick,
serissimo. -È successo a mio fratello.- Concluse.
Tutti ammutolirono.
Lui sorrise. –Ma io ve lo sto
insegnando perché questo non accada mai più. Forza!- Li incitò.
Attaccò di nuovo la musica.
Stavolta Alice e James, che
avevano capito come fare, lo imitarono subito. Lily cominciò poco dopo. Avery,
per quanto fosse ridicolo, cercò di imitarli. Lucius non si applicò neppure,
cercando di sgattaiolare via.
-Signor Malfoy!!! Esigo che lei
provi a fare come i suoi compagni!!!- Protestò Mick.
-Non ne ho la minima intenzione!-
-Vuole una T?-
-T?-
-Troll. Mai sentito parlare di
questo voto? Il preside Silente lo accetterebbe senza protestare…-
-…-
-Si muova. E muova quel bel
culetto a ritmo di musica. Forza! Uno, due, uno, due… lama-lama, lama-lama…- Lo
rimbeccò, facendogli muovere i fianchi lui stesso, scatenando le risate di
tutta la classe…
Mezz’ora più tardi Mick spense la
musica. La lezione era piuttosto degenerata, alla fine molti si erano messi a
ballare di tutto sui banchi, tranne che il Lama-lama.
-Alla prossima!- Li salutò. –Ah,
signor Black…- Richiamò Sirius.
“Ahia…” pensò il ragazzo, “…non
sarà per la storia della promessa a Jones?”
-…Oh, non vedo già più sua
sorella… comunque… fra cinque minuti il preside vi vuole nel suo ufficio…
entrambi.-
-O-ok.- “Beh… allora non c’entra
niente…” Sospirò il ragazzo, rincuorato.
Sirius corse verso il gruppo, cercando
di fermarli. Non riuscendo a parlare per le risate ed il canticchio del resto
della classe attorno a loro, alla fine urlò:
-QUALCUNO VUOLE STARMI A SENTIRE?-
Il gruppo si fermò, mentre il resto della classe scivolava via lungo il
corridoio, un po’ impaurito da Black.
Ottenuto il suo intento guardò con
freddezza la sorella e le disse: -Il preside ci vuole nel suo ufficio. Solo noi
due.- Poi si incamminò per l’androne.
Sirius non poteva sapere che fino
a pochi istanti prima che lui le interrompesse, Ivy stava dicendo ad Alice che
forse era pronta per parlare con lui…
“Oh, no… non ora! Proprio adesso
che avevo trovato il coraggio per parlargli… no!” si disperò lei, guardando
Alice in cerca di aiuto. Lei le fece segno di fare la strada con il fratello e
di parlargli, ma il professor Jagger si unì a loro, e parlò con Sirius,
impedendole di fare ciò che si era prefissa.
Nell’entrare nell’ufficio del
preside si torse nervosamente le mani.
Maledizione! Proprio in quel
momento?!
Non fece neanche caso al trespolo
vuoto nell’angolo, né alla presenza di numerosi oggetti strani all’interno
della stanza.
-Ben arrivati…- Li accolse
Silente. –Accomodatevi…- I tre obbedirono. –Bene, vi ho convocati qui solo
perché volevo che la signorina Black sapesse determinate cose sulla sua, ehm,
condizione.- Silente si dilungò in un estenuante racconto sulla comparsa del
primo lupo mannaro, cosa che fece quasi perdere del tutto le staffe ad Ivy.
Poi, aggiunse: -Comunque sappiamo che non ci sarà nessun pericolo di alcun
genere per lei ed il signor Lupin, se nelle notti di luna piena vi terrete
compagnia nella Stamberga Strillante.-
-Oh.- Disse Sirius. –Quindi lei
vuole dirci che mia sorella prenderà il passaggio per quella… casa e vi passerà
tutte le nottate di luna piena, è così? Insieme a Lupin…-
-Esatto. Sempre che voi siate
d’accordo.- Sirius ghignò, perfido.
-Non è una decisione che spetta a
me. Chiedetelo pure solo a lei. Tanto fa tutto di testa sua…- Aggiunse, quasi
fra sé e sé.
-Signorina Black?-
-Uhm… sì. Non… non c’è problema.-
Balbettò lei, cercando di contenersi per la disperazione che l’ultimo commento
di Sirius le aveva dato.
-Benissimo. Potete andare, allora.
Il professor Jagger, signorina, sarà così gentile da illustrarle le modalità
per raggiungere la casa, anche se credo che ormai le conosciate abbastanza
bene…- Sorrise.
-Già… sì.- Commentò Sirius, acido.
-Ok. Andate pure. Adesso speriamo
solo di risolvere il problema del ladro di mutande…- Si augurò Silente,
compatito con uno sguardo da Mick. -…un problema che non mi sarei mai aspett…-
-MI DISPIACE, E’ TUTTA COLPA MIA!-
Esclamò Ivy, all’improvviso.
Mick e Silente la guardarono
stupiti. –L-LO SO CHE NON A-AVREI DOVUTO!!! TU ME LO AVEVI ANCHE DETTO,
S-SIRIUS, PERò… HO VOLUTO FARE DI TESTA MIA, E… COME DICI SEMPRE TU… ho
sbagliato… sono finita in mezzo a cose… più grandi di me… m-mi dispiace…-
Singhiozzò la ragazza. Mick la guardò, stralunato, poi le disse, timidamente:
-Ehm… pensavi fossero della tua
misura?- Lei non capì bene la domanda, ma nella disperazione, rispose:
-S-sì… p-perché avevo considerato
tutto… ogni singola scappatoia, ogni singolo movimento… ma non che ci… ci foste
anche voi… e…- Sirius corse ad abbracciarla.
-Ehi, ehi… lo so che… scusami,
sorellina, mi dispiace per quello che è successo… avrei dovuto rispettare la
promessa fatta a Jones…-
Mick guardò il preside, come per
dire: c’entra anche David???
-…Remus avrebbe dovuto confidarsi…
e tu… beh, avresti dovuto dirmelo… sono… ho avuto paura per te. Ce l’ho
ancora…- Cercò di confortarla.
Qualche minuto più tardi, quando i
respiri di Ivy si furono ristabilizzati, Mick la guardò.
-Ehm… signorina Black… mi perdoni,
ma… i suoi gusti in fatto di lingérie mi sembravano più… consoni alla sua
persona, in effetti. Mi sarò sbagliato. O forse lo ha fatto solo per il suo
amico Lupin…- Ipotizzò, ripensando alle parole di Sirius.
Ivy lo guardò.
-M-ma… che c’entra?- Chiese.
Silente si rilassò, scoppiando in
una fragorosa risata.
-Nulla, signorina Black. Tornate
pure alle vostre lezioni, voi due... Credo che… Ah, ah… il professor Jagger
abbia pensato che lei sia la ladra della mia biancheria.- Ivy arrossì,
imbarazzata.
-Cosa?? Professore!!- Si stupì,
guardando Mick che, beatamente, immaginava la ragazza con i mutandoni del
preside… quando si accorse di essere chiamato in causa, e che tutti lo stavano
guardando, si sedette, ancora confuso.
Nel presente…
-Si è poi scoperto chi era stato,
a rubare i mutandoni?- Chiese Sirius.
-La Venena. Non ti ricordi che
glieli abbiamo visti spuntare, ad una lezione? Quel colore non si dimentica
tanto facilmente!- Commentò James, rabbrividendo al ricordo della professoressa
sorridente e beata con i mutandoni del preside, sotto il vestito da uovo di
Pasqua..
-È vero! L’abbiamo sfottuta fino
allo sfinimento… era per quello che si era dimessa, lasciando il posto a…lui?-
Chiese poi Sirius.
-No… si era dimessa per tutt’altro
motivo. Per colpa di David… ad Halloween. Ricordate?-
-Fin troppo bene…-
Fine cap!!!