Ci siamo…
ultimo capitolo di questa fic che piano piano pare essersi scritta da sé. Mi
dispiace non abbia riscosso molto successo, ma in realtà quello che ha saputo
donarmi mentre la scrivevo vale più di tutto. Vi lascio alla lettura,
ringraziando, comunque, chi ha saputo apprezzare questa fic.
I
ringraziamenti al fondo.
Buona
lettura! Euterpe_12
Unmarried
Father
***
10.
La
mattina si disegna tranquilla al di fuori della bella Tokyo. I fiori
primaverili colorano strane macchie di qua e di là per il prato ormai colmo di
persone. Chi cammina gustandosi un gelato, chi corre con l'I-pod nelle
orecchie. Io rimango seduto su una panchina, le gambe incrociate ed il gomito
sinistro poggiato sullo schienale. Gli occhiali da sole nascondono il mio
sguardo a chiunque provi a decifrare il mio volto. Forse chi mi conosce
rimarrebbe sorpreso nel notare, una volta tolti gli occhiali, la felicità
dipinta sulle iridi azzurre.
La
aspetto.
Così
magnifica e dolce, che da quando ha saputo aprirmi il suo cuore anche il mio ha
ricominciato a battere.
Abbasso
lo sguardo, notando accucciato ai miei piedi un cagnolino marrone. Ansima con
la lingua di fuori, poi alza i suoi grandi occhi neri sulla mia figura. Noto
che tra le zampe ha una pallina rossa. Posa lo sguardo su di essa pregandomi,
tacitamente, di lanciarla.
Sorrido.
Mi
abbasso e lancio l'oggetto lontano, così il cagnolino corre a prenderlo.
-E bravo
Ryou-kun, finalmente hai imparato a giocare con Briciola!- esclama finalmente
Ichigo. Sposto lo sguardo sulla sua figura fasciata in un paio di pantaloncini
sportivi rosso fragola e una canotta bianca. Ha deciso di fare sport questa
primavera, perchè vuole essere in piena forma per il grande evento.
-Non
credo che basteranno tre mesi per renderti completamente perfetta...- le avevo
detto con aria fintamente seria quando mi aveva mostrato i suoi progetti di
dieta qualche settimana fa.
-Ma
Ryou-kun, così non mi sei di alcun aiuto!- aveva risposto sbuffando e tirandomi
un pugno sulla spalla. -Il fatto che madre natura sia stata così generosa con
te, non implica che gli sforzi di noi poveri mortali debbano essere sminuiti!-
aveva poi dichiarato alzandosi dal letto e andando a farsi una doccia. Avevo
cercato di raggiungerla ma lei si era opposta, dicendo che non apprezzavo il
suo corpo e che, quindi, non meritavo di guardarla. ma la mia forza aveva vinto
e tra uno spruzzo e l'altro ci eravamo amati sotto quella doccia bollente,
pieni del nostro affetto e della nostra felicità.
Torno al
presente. Si ferma davanti a me e mi scocca un bacio sulla guancia. Sorride. Io
amo il sorriso di Ichigo e lei lo sa, per questo me ne fa dono ogni volta che
ne ha la possibilità.
-Ho
capito che deve piacermi.- dico riferendomi a Briciola, il nuovo coinquilino di
Ichigo e che presto sarebbe diventato anche il nuovo amico mio e di Momoka.
Chiudo gli occhi, ricordando come Briciola è entrato nella nostra vita.
-Che
meraviglia!- aveva detto Ichigo fermandosi davanti alla vetrina di un negozio
di animali. Al centro cera un piccolo cagnolino nero, un terranova. Momoka si
era messa al suo fianco, sostenendo che anche i coniglietti dentro il negozio
erano tenerissimi. Entrambe si erano voltate verso di me e mi avevano pregato
di entrare nel negozio. Mio malgrado ho dovuto acconsentire ed entrambe sono
schizzate dentro le quattro mura, guardando di qua e di là. Coniglietti,
criceti, pesci e gattini fecero da sfondo in quel pomeriggio di metà marzo.
-Guarda.-
aveva detto Momoka indicando un cagnolino già cresciuto dentro ad una gabbia.
Era di un lieve color castano ed il musetto era triste. Ichigo si era
inginocchiata di fronte alla gabbia e subito le si era avvicinata la
proprietaria del negozio.
-E' stato
abbandonato.- aveva detto la donna. Ichigo aveva alzato lo sguardo. -Non
potremo tenerlo per molto ed ora desideriamo dargli una casa... gratuitamente!-
Dopo le
mie mille richieste ero poi riuscito a tirare fuori Ichigo e Momoka dal
negozio. Quella stessa sera poi avevo visto la rossina piuttosto triste, senza
capirne davvero il motivo.
-Cos'hai?-
le avevo chiesto parcheggiando sotto casa sua. Lei guardava di fronte a sè,
l'aria meditabonda.
-Credo di
voler accudire quel cagnolino del negozio di animali, quello abbandonato.-
aveva detto stringendo i pugni. -Era così solo!- esclamò poi. Sensibile
com'era, la storia di quel cagnolino doveva averla colpita nel profondo.
Iniziai a ridere. -Che c'è?- chiese sorpresa.
-Ichigo,
tu sei incorreggibile.- risi ancora. La sua aria interrogativa mi aveva fatto
comprendere che non aveva capito. -Hai sempre voglia di aiutare gli altri...
compreso me.- mi ero piegato su di lei e le avevo scoccato un bacio a fior di
labbra, breve ma così intenso da lasciarmi il suo sapore.
Il giorno
dopo mi ero presentato in ufficio con il cagnolino al guinzaglio. Ichigo si era
divertita un sacco a cercare di nasconderlo a George, perchè ovviamente non era
possibile lasciare animali nel luogo di lavoro. Fortunatamente eravamo sfuggiti
alle ire del mio capo e questo ci aveva procurato un mucchio di divertimento.
Briciola
prende un paio di mie carezze, poi Ichigo si siede accanto a me.
-Ho perso
500 calorie!- esclama la mia ragazza mostrandomi il contapassi che aveva
comprato una settimana prima. -Peccato che sono stanca morta e che non posso
continuare...- sussurra poi. Briciola inizia ad abbaiare ad alcuni bambini che
corrono via per poi riavvicinarsi e accarezzarlo. Che coraggiosi i bambini, non
hanno paura di nulla. Sorrido e mi tolgo gli occhiali da sole. Mi guarda.
-Che ne
dici di bruciarne altre a casa tua?- le domando sensuale all'orecchio.
-Stupido!-
dice lei tirandomi una gomitata nello stomaco. Faccio finta di avere un dolore
lancinante e per questo si sente in colpa.
-Però...
sarebbe un'attività sportiva niente male.- sussurra allora, prima di stringermi
a sè. Il suo profumo è buonissimo anche dopo le fatiche della corsa. Mi avvolge
e mi fa sentire bene, in piena armonia con lei. Proprio come il giorno del suo
compleanno.
-Il
compleanno è il giorno più importante dell'anno per me!- aveva esclamato il 14
di marzo camminando al mio fianco per le vie del centro. Momoka camminava pochi
passi avanti a noi, i lunghi capelli neri raccolti in due codine basse. Ogni
tanto si voltava sorridendo: le avevamo appena rivelato che Ichigo avrebbe
trascorso tutto il suo tempo con noi. Da bambina sveglia qual'era aveva subito
compreso di aver appena guadagnato una mamma per il resto della sua vita. Ed
Ichigo ne pareva onorata, felice e orgogliosa. Ci eravamo poi fermatii davanti
alla vetrina di una gioielleria. Ichigo pareva sognante, quasi eterea con le
luci della città che l'avvolgevano. Un sorriso tenero le colorava le labbra.
-Ryou-kun?-
disse, stringendomi la mano. Non le chiesi nulla, mi limitai a guardarla negli
occhi poi la vidi prendere coraggio. Sospirò piano piano poi tornò con lo
sguardo ad un anello nel pieno centro della vetrina. Era piccolo, con una
pietrina trasparente al centro.
-Quello è
il classico regalo che si fa per dire ad un'altra persona che vorresti averla
per tutta la vita al tuo fianco...- sussurra. Io mi ero voltato osservando
meglio l'oggetto, poi ero tornato su Ichigo. Istintivamente la mano aveva
raggiunto la sua spalla. Mi ero voltato verso Momoka ed una strana sensazione
mi aveva colpito il cuore. Di fronte a lei, con assoluta naturalezza, ero
entrato nel negozio ed avevo comprato l'anellino. Ichigo rideva e piangeva
guardandomi. Ero così emozionato che nemmeno pensavo a ciò che facevo. Sapevo
solo che gli anni che avevo trascorso lontano da lei erano stati i più duri
della mia vita e che non avrei mai e poi mai voluto trascorrere nemmeno un
minuto senza Ichigo Momomiya. Mi ero così voltato verso di lei, infilandomi la
scatolina in tasca.
-Tu non
hai visto niente...- dissi riprendendo a camminare. Lei ancora rideva e
piangeva mentre Momoka mi prendeva la mano.
-Papà,
sei un po' matto!-
-Perchè
dici così?- le domandai.
-Me l'ha
detto Ichigo!- ridemmo insieme.
Il giorno
dopo avevo deciso di festeggiare Ichigo con una cena a casa mia. Momoka aveva
deciso di andare a dormire da una sua compagna di scuola e io ne ero stato
piuttosto contento. Il fatto che si stesse facendo finalmente delle amichette
mi riempiva il cuore di gioia. Le avevo versato del vino, l'avevo guardata a
lungo negli occhi.
-Ma cosa
pensi di fare con l'anello che hai comprato ieri?- mi aveva chiesto ad un certo
punto tra un bacio e l'altro. Avevo deciso di non risponderle. Avevo fatto
cadere lì il discorso e l'avevo baciata più e più volte. Ci eravamo ritrovati a
fare l'amore stretti l'uno all'altra, così intensamente che alla fine l'avevo
vista stanca sdragliata tra le mie braccia, colorata dai raggi di luna.
-Avrei
voluto vivere così tutti i compleanni della mia vita.- aveva sussurrato.
-E li
passeresti così per tutta la vita?- le avevo domandato. Aveva annuito
tranquilla, nemmeno un'increspatura nello sguardo. E lì avevo avuto il coraggio. Allungata una
mano verso il comodino, avevo poi cercato la sua mano sotto le lenzuola e le
avevo dato la scatolina che il giorno prima l'aveva fatta piangere.
-So che è
presto...- avevo sussurrato. -Ma perchè privarci ancora della felicità?- aveva
riso e pianto ancora e ancora avevamo fatto l'amore.
Così
avevamo deciso: il 24 di luglio, insieme. Saremmo divenuti marito e moglie così
come, forse, avevo desiderato dal primo momento che l'avevo vista.
Ed ora
sono qui. 24 di luglio, davanti ad uno specchio con la cravatta ancora da
indossare. So già che Ichigo entrerà in chiesa bella da mozzare il fiato, che
Keiichirou piangerà e che le altre ragazze si diranno orgogliose di essere le
damigelle d'onore di una coppia come la nostra. Sento bussare alla porta. E' un
suono leggero per questo immagino chi sia.
-Entra
pure!- i piccoli passi di Momoka si fanno sentire nella stanza e lei è di
fronte a me fasciata in un abitino bianco: sembra lei la sposa. Mi inginocchio
a terra e lei si allaccia al mio collo. Mi stringe forte forte e sento la
spalla bagnarsi delle sue lacrime dolci. La guardo e le bacio una guancia con
la tenerezza che solo lei sa suscitare in me.
Momoka,
quella parte di me che non se ne andrà mai via dal cuore e dalla mente. Momoka,
con il mio sangue, i miei occhi e il mio
stesso cuore. Le sfioro il nasino.
-Che
succede?- le domando preoccupato. E' emozionata.
-Sono
felice.- dice allora.
-Sì?- ora
sono molto più tranquillo.
-Sì,
perchè ora ho una mamma.- mi siedo a terra e lei mi imita. Inginocchiata in
mezzo alle mie gambe, appoggia la testolina sul petto del suo papà.
-E...
Ichigo ti piace come mamma?- domando sapendo già la risposta. Momoka annuisce,
intelligente e furba.
-Ho
sempre desiderato una mamma tutta per me...- piange ancora tra i sorrisi di
bimba. La stringo a me, poi le accarezzo i capelli scuri. Pochi attimi e le
sfioro il capo con le labbra, il dolce profumo di bimba mi attraversa le
narici.
Momoka,
se solo sapessi quante cose mi hai insegnato. Quante cose ho provato ad
insegnare io a te e quante volte avrei voluto cambiare questo mondo da cima a
fondo per renderlo adatto a te. Quanto avrei voluto riempire il vuoto che solo
una mamma che ti ama davvero può riempire. E quante notti ho desiderato
acquietare i tuoi sogni con la dolcezza che, purtroppo, il mio cuore solo
raramente riesce a tirare fuori.
-Ti amo,
piccola mia.- dico, mentre una lacrima mi attraversa la guancia. Mi dico che è
questione di allergia o chissà cos'altro, in realtà sono solo emozioni. Lei
ride.
-Ma si
dice alle fidanzate!- le accarezzo ancora la nuca.
-Ti
voglio tanto, tanto, tanto bene papà.- sorride alzandosi. La imito poi la
prendo per mano. Ancora uno sguardo allo specchio, mi asciugo la guancia e dico
che da oggi una vita nuova sta per iniziare. Non più solo con la piccola
Momoka, ma insieme ad una donna, una mamma e una moglie. Insieme.
Ok, siamo
arrivati alla fine. “Unmarried Father” è una storia che mi era venuta in mente
in una sera estiva, immaginando una persona sola costretta a liberarsi della
propria tristezza sfogandosi con un’altra persona magari altrettanto triste. Ho
pensato alle conseguenze di un gesto apparentemente senza significato, al fatto
che anche i bambini possono insegnare agli adulti. Spero di avervi trasmesso le
stesse emozioni che questa fic ha suscitato in me, con una Ichigo più decisa
rispetto a quella che descrivo di solito, più adulta e un po’ più donna. Un
Ryou che cresce con una bambina, immagine lontana da quella dell’anime/manga,
ma spero di aver saputo reggere il gioco. Spetta solo a voi dirmi la vostra. E
come faccio al termine di ogni mia fic chiedo a chi non ha mai commentato di
dirmi la sua in quest’ultimo capitolo, perché vorrei davvero sapere quali
emozioni le mie storie suscitano in voi.
E poi
ringrazio…
Coloro
che hanno inserito la storia tra i preferiti: andrea83_2007, fiore di ren,
HopeThe Dark, liliana87, Little Smile, Mikan96, redeagle86, Serenity Moon,
Soledad, _Francesca92_, _ire_
Coloro
che l’hanno inserita tra le ricordate: Sweet96 e _ire_
Coloro
che l’hanno inserita tra le seguite: algin91, anu, Cherryblue, ChibiRoby,
dubhe93, elisa nico, GingerBread, hina, illy1991smile, jess chan, lalex,
merygreis, Serenity Moon, Sweet96, _Francesca92_, _ire_
Coloro
che hanno commentato: edeferica, Antys, KikiWhiteFly, Soledad,
BhuddaForMary993, Serenity Moon, Fantasy991, illy1991smile, Rubis Hd, Mikan96,
Sweet96.
Bene,
spero di non aver dimenticato nessuno! Allora vi lascio e se vorrete rileggermi
faccio un po’ di pubblicità occulta XD
In stesura:
Tokyo mew
mew: “EVERYTHING BURNS” una RyouxIchigo e KisshuxIchigo piena di intrighi e
sorprese!
Marmalade
Boy: “C’era una volta cioocioo-land” a.u dove Yuri non sarà il classico bravo
ragazzo che siamo abituate a vedere…
Doremi:
“MAGICAMENTE” le nostre streghette saranno in grado di far parte di una
missione che riguarda i FLAT4 e la piccola Hana-chan?
Spero di
ritrovarvi, e grazie ancora per aver seguito la mia storia sin qui.
Con
affetto,
Euterpe_12