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Autore: The White Lotus23    11/06/2011    1 recensioni
Una shot senza pretese, scritta lì per lì in una serata piovosa. Riflessioni di una ragazza che si ritrova sotto la pioggia al porto a sud di Manhattan.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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rainy elegy Ciao!!!! Ecco, non me ne vogliate, ma ho deciso di pubblicare questa shot per nulla pretenziosa, solo per il gusto di farlo e condividere con voi quello che mi passava per la testa! Naturalmente l'ispirazione me l'ha fatta venire la pioggia che negli ultimi giorni ha accompagnato i miei pomeriggi e le mie serate e che, onestamente, mi è sempre piaciuta (anche se logicamente preferisco di gran lunga le belle giornate assolate e le notti stellate :D ). Spero la possiate trovare gradevole! Un abbraccio!!!

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Sono le 6.30 del mattino e piove... Mi ritrovo a passeggiare nei dintorni del Pier 17 nel South Street Seaport, una delle zone più caratteristiche di Manhattan. Adoro questo posto, è uno dei luoghi che amo di più in questa città.

E' da almeno un'ora che cammino tranquilla, gustandomi la bellezza della pioggia. Posso permettermi di passeggiare in pace solo a questi orari assurdi, poichè il mio lavoro non mi permette di andare in giro tra la gente come una persona normale. Questo luogo mi ricorda la città dove sono nata, dove sono cresciuta.
Il cielo plumbeo rende buia quella che sicuramente sarebbe una magnifica alba. Mi piacciono le sfumature della spessa coltre di nubi che copre New York in questo momento, le da' un'aria così particolare, la fa apparire ancor più affascinante. Non ha nulla di europeo se non questo porto antico che, non so perchè, mi fa sentire come se fossi nella mia Londra. Ho pochi ricordi del mio passato ma, nonostante io sia una giovane donna che ha avuto una vita sin troppo avventurosa, l'immagine della mia città natìa rimane indelebile nella mia mente e nel mio cuore. Probabilmente adoro la pioggia perchè la associo alla mia infanzia. Ad ogni modo non sono infelice, posseggo solamente un animo malinconico che mi porta a formulare questi pensieri. Ho scelto una vita che non mi permette di legarmi saldamente a luoghi e persone, ma non rimpiango nulla.
Mi fermo a guardare il mare che ha una tinta indefinibile, e sospiro appagata. E' l'amalgama perfetta dei colori che desideravo vedere.
Il calmo sciabordio delle onde che si infrangono a ritmo cadenzato e il ticchettio delle gocce che rimbalzano sulla tela di nylon dell'ombrello e sull'assito di legno del molo, dove mi sono fermata per osservare la città che lentamente si sveglia, sono decisamente la colonna sonora adatta a questo momento e a questo posto. Il cuore si fa leggero e, per un lasso di tempo che sembra infinito, rimango estasiata a godere di questa sensazione di pace che mi dona il solo ascolto del rumore della pioggia.
Ad un certo punto, la vibrazione del telefono mi risveglia da quello stato di trance. Il lavoro chiama, oggi si parte per l'ennesima destinazione in giro per il mondo. Lavorare per i servizi d'intelligence ha i suoi vantaggi: ho la possibilità di girare in lungo e in largo il pianeta e vedere posti incredibili, ma del resto lo svantaggio è che, ovunque io mi trovi, sono una straniera: vivo davvero poco il luogo in sè e, come in questo caso, appena possibile cerco di ritagliarmi uno spazio per imprimere nella mente le caratteristiche e le emozioni che il posto in cui sono, mi trasmette. Oggi ho avuto davvero una gran fortuna, perchè piove.
Mi guardo velocemente attorno e noto che ormai c'è già troppa gente in giro, devo tornare in albergo, fare i bagagli e prendere il primo aereo per Washington D.C.
Beh, è stato bello finchè è durata, splendida New York. Spero di tornare presto a respirare la tua aria e a calcare il tuo asfalto, magari in un'altra bellissima, silenziosa e umida alba di ottobre. Mi cade l'occhio sull'orologio e sorrido soddisfatta: sono le 7.30 del mattino e sembra che la pioggia non accenni a smettere.
  
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