Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: AngelSword    11/06/2011    5 recensioni
“Le loro vite sono legate ad un essere umano,” spiegò Robin.
Gli altri la guardarono di nuovo senza capire.
“Se l’umano a cui è legato l’Antico riceve un colpo, l’Antico lo riceve a sua volta, anche se ci sono migliaia di kilometri tra di loro. Se l’umano viene ferito, allora anche l’Antico viene ferito nello stesso punto e con la stessa gravità. Se l’umano muore, a meno che non si tratti di morte naturale, anche l’Antico muore. Invece se l’Antico dovesse morire l’umano sopravvivrebbe.”
Ci fu un momento di silenzio. Poi Usopp diede voce alla domanda che ronzava in testa a tutti “Se quello che dici è vero, allora lei a chi è legata?”
I Mugiwara si scambiarono uno sguardo indagatore.
Nel frattempo Chopper aveva terminato la visita. Esitò un momento prima di rigirare la ragazza, mettendola supina. 'Voglio avere la conferma...' le aprì la camicia bianca, lasciandola in top. Allentò le bende. A quello che vide trattenne il respiro. “So a chi è legata,” disse infine.

La mia prima FF in assoluto! Datemi il beneficio del dubbio almeno per i primi 5 capitoli XD Altri dettagli nella premessa.
Question Corner all'interno!! XD Fare Attenzione!
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa
 


Quarta ed ultima parte!! Vi preannuncio che credo di non aver mai scritto una cosa così sdolcinata in tutta la mia vita. Credo che per colpa di questi capitoli perderò un sacco di audience °___° Ma vi rassicuro dicendovi che dopo questo capitolo ritornerà l'azione! Parola di Francesco Amadori!!! °__° XD
Disclaimer: Purtroppo non ho ancora vinto alla lotteria quindi non ho abbastanza soldi per comprare One Piece. Ergo, i personaggi di OP non sono miei.
Colonna Sonora consigliata: "This Love" - Maroon 5; "Sk8ter Boy" - Avril Lavigne; "Everytime We Touch" - Heidi Ellis e "Stay The Night" - James Blunt


Capitolo 9 (Parte 4) - Sorrisi E Bugie Per Non Soffrire

“Non l’avevo mai vista così terrorizzata...” disse ad un certo punto Nami prendendo un sorso dalla sua tazza di the. Era ovvio a chi si stesse riferendo.

“A proposito...” Sanji si sedette a tavola. “Quei due non si sono ancora fatti vivi,” disse osservando le due sedie vuote.

Come non detto, la porta si aprì lasciando entrare un esausto spadaccino. Si lasciò cadere sulla sedia e puntò i gomiti sulla tavola abbandonando la testa tra le mani con un sospiro.

“Non hai un bell’aspetto...” commentò Chopper guardandolo preoccupato. “È successo qualcosa?”

Zoro scosse la testa e biascicò un “No, niente...” mentre gli tornava in mente la notte passata completamente in bianco: Aqua non aveva fatto altro che muoversi, girarsi e parlare nel sonno ma bastava una carezza sulla testa per calmarla... per cinque minuti. Poi di nuovo tutto d’accapo. Afferrò la brocca del caffè e riempì quasi tutta la sua tazza.

“Non dovresti prendere tutto quel caffè a stomaco vuoto,” lo ammonì la renna ma lui lo ignorò.

“Ma hai dormito?” chiese Usopp addentando una fetta di pane tostato.

“Secondo te?” rispose irritato lo spadaccino. Non voleva assumere un tono così duro ma la completa assenza di sonno lo aveva reso molto scontroso e suscettibile.

“Aqua?” chiese il cuoco.

“Dorme.”

“Come avete fatto poi a calmarla?” chiese Rufy allungandosi per raggiungere il cesto di mele all’altro capo del tavolo.

“Niente di particolare...” sbadigliò Zoro preferendo rimanere sul vago.

Nami stava per porre un’altra domanda quando la porta si aprì. Sulla soglia c’era Aqua, semi avvolta dal lenzuolo dello spadaccino, che si stava strofinando uno degli occhietti ancora assonnati.

“Mi dispiace ancora per ieri sera,” fu la prima cosa che disse dopo aver richiuso la porta.

“Nessun problema; tutti hanno degli incubi!” la rassicurò il capitano sorridendole.

“Adesso vieni a fare colazione Aqua-chan,” disse Sanji.

Zoro si allontanò un po dal tavolo per farle spazio sulle sue ginocchia ma lei non si mosse. “Cercherò di non causare più nessun problema, quindi è meglio se mi vado a mettere sulla mia sedia...”

“Non dire cavolate,” disse lo spadaccino alzandosi. La prese in braccio e la poggiò sulle sue gambe una volta di nuovo sulla sedia. “Ora, cosa vuoi da mangiare?”

“Quello che prendi te...” rispose lei titubante.

“Va bene,” e preparò due piatti identici composti di fette biscottate e frutta.

“Va meglio, Aqua?” chiese Chopper.

Lei annuì. “Ogni tanto ho degli incubi, anche da normale. È solo che quando sono una bambina, non riesco a sopportarli e ho quelle reazioni.”

“Che cosa sogni?” il medico adottò il suo tono professionale.

“Cose che voi non potreste nemmeno immaginare,” rispose con voce atona. “Nemmeno lontanamente immaginare,” aggiunse dopo in un sussurro che solo Zoro riuscì a sentire. “Ma se non vi dispiace, preferirei non parlarne.”

Chopper voleva indagare la questione più a fondo, ma lo sguardo dello spadaccino lo fece zittire.

“Ah, Zoro,” disse Aqua sollevando la testa. Lui la guardò. “Dopo ti devo chiedere una cosa.”

***
 


 

“No.” il tono dello spadaccino non accettava proteste.
 

“Ma...”
 

“Niente ‘ma’.”
 

“Almeno perché?!” chiese la bambina esasperata.
 

“Perché non ho né tempo né voglia di insegnarti il santoryuu.” Aprì un occhio per guardarla. “E poi non hai la terza spada.” I pugni della bambina erano stretti di fronte al suo petto, la fronte corrugata per la rabbia anche se cominciava a dare i primi segni di resa.
 

A quello la fronte della bambina si distese, le spalle si abbassarono e lo sguardo si fece vacuo per un microsecondo. “Per quello....” disse lei con il tono che avrebbe una persona a cui sta crollando il mondo addosso.
 

Bingo,pensò soddisfatto. Ah, ma andiamo!! Protestò una seconda voce nella sua testa. Tu saiche vuoiinsegnarle. Smettila di fingere, così sei solo patetico. Se continuerai a scappare, secondo te, ti aiuterà? Eppure tu più di tutti sai che non si può per sempre scappare. E-- “Ah, ma vuoi tacere!?” disse Zoro a quella voce così petulante. Aqua, che nel frattempo aveva cominciato a parlare, bloccò la bocca e abbassò la testa dispiaciuta. Zoro si staccò dal tronco dell’albero e le mise una mano sulla testa. “No, Aqua, non intendevo te...”
 

“Zoro, sicuro di stare bene?” chiese lei guardandolo interrogativamente. “Stai per caso sentendo delle voci strane? Stai diventando pazzo?”
 

“No, non ancora perlomeno,” replicò lui corrugando la fronte, dubitando di sé stesso. “Sono solo molto stanco.”
 

La bambina riabbassò la testa. “È per colpa mia, vero?” mormorò.
 

Zoro sospirò e le circondò le vita. “Non sono bravo a mentire: sì, è perché stanotte non sei stata ferma un solo momento,” disse trascinandola sul suo petto. “Ma,” le mise un braccio lungo la schiena e una mano sul fianco, “hai la possibilità di fare ammenda se ti fai una tranquilla dormite con me. Va bene?” Aqua sorrise e annuì sollevata.
 

Lo spadaccino chiuse gli occhi e si concentrò sul rumore delle onde e sui versi dei gabbiani per addormentarsi quando percepì un lieve solletico sotto l’orecchio sinistro. Aprì gli occhi e guardò in basso. Aqua notò che lui si era accorto di quello che stava facendo e alzò le sopracciglia mentre la bocca si schiudeva appena per la sorpresa. Ritirò la mano che stava giocherellando con i suoi tre orecchini. “Scusa,” mormorò riabbassando la testa. “È solo che mi riportano alla mente così tante cose...”
 

“No, non importa...” biascicò riabbassando le palpebre. Stava giusto cominciando a rilassarsi quando Aqua lo chiamò.
 

“Zoro.”
 

“Che c’è?” sospirò lui.
 

“Perché hai una cosa nera legata al braccio?”
 

“Non è una cosa: è una bandana.”
 

“E a che ti serve?”
 

“La uso quando combatto.”
 

“Ah.”
 

“A cos’altro pensavi servisse?”
 

“Non lo so... magari per motivi di moda...”
 

“Ma ti sembro io il tipo da seguire la moda?!” chiese incredulo aprendo gli occhi per guardarla. Rimase un momento spiazzato dalla bellezza di quegli occhi zaffiro, ma si riprese in fretta.
 

“In effetti...” fu d’accordo lei. “Zoro,” disse poi dopo un po’.
 

“Hm?” richiuse gli occhi.
 

“Posso mettertela addosso?”
 

“Perché?!”
 

“Voglio solo vedere come ci stai.”
 

Lo spadaccino sospirò e allargò le braccia per lasciarla libera di muoversi. Sentì la bandana venir sfilata da intorno al suo braccio ed Aqua inginocchiarsi sul suo addome per raggiungergli la testa. Il tessuto fu avvolto intorno alla sua testa e percepì la vicinanza del volto della bambina al suo mentre gli legava le due estremità della bandana dietro la nuca. “Ecco fatto!” disse soddisfatta risiedendosi sulle ginocchia piegate.
 

Zoro aprì gli occhi e temette di aver perso metà della sua vista, ma si accorse che era la bandana ad essere stata messa male. “Aqua, l’hai messa tutta storta...” disse togliendosela.
 

Lei abbassò le spalle delusa.
 

“Avanti, girati,” le disse Zoro dandole un colpetto sulla spalla. L’Antico lo guardò perplesso ma comunque obbedì.
 

Sentì qualcosa venire pressato contro la sua fronte e qualcosa si strinse dietro la testa. Alzò una mano e si rese conto che Zoro le aveva messo la bandana.
 

Così si mette una bandana,” disse lui.
 

Lei si girò e sorridendo chiese “Come sto?”
 

Lo spadaccino la guardò con falso disinteresse. “Sta meglio a me.” In verità pensava che fosse davvero graziosa.
 

Aqua ignorò il commento e rise. “Posso tenerla?”
 

“No,” rispose freddamente lui.
 

“Perché? Scommetto che tu ne hai a centinaia...” il sorriso sparì dalle sue labbra.
 

“E invece ne ho solo una. Se ne vuoi una procuratela da te,” disse sfilandogliela.
 

“Ma mi piace la tua!” piagnucolò la bambina.
 

“Non m’interessa,” disse prima di afferrare con i denti una delle estremità del tessuto nero e stringerlo intorno al suo braccio.
 

“Uffa,” sospirò lei buttandosi sul suo petto. L’impatto tolse il respiro a Zoro e tossì un paio di volte. La bambina si accomodò su di lui e chiuse gli occhi. Lo spadaccino la guardò dall’alto con irritazione ma non se la sentì di svegliarla. Invece le poggiò una mano sulla testa e si abbandonò contro il tronco alle sue spalle. Finalmente, un po di riposo...
 

“IL PRANZO è PRONTO!!!” urlò il cuoco dalla cucina.
 

***
 

   Sanji portò via l’ultimo piatto dalla tavola. Zoro si massaggiò le tempie. Non era riuscito a dormire nemmeno per un momento. Nel pomeriggio erano incappati in una tempesta e lui come gli altri aveva dovuto aiutare, oltre che assicurarsi che Aqua non uscisse dalla stanza dove l’avevano chiusa per proteggerla. Almeno la cena era finita e ora non c’era rimasto altro che andare a dormire.

I maschi si separarono dalle ragazze con un “Buona notte,” e ognuno si diresse verso il proprio dormitorio. Lo spadaccino sentì qualcosa tirargli i pantaloni e abbassò lo sguardo, pensando fosse Chopper che voleva controllargli qualche vecchia ferita che ultimamente aveva ricominciato a far male, ma invece era Aqua che lo stava guardando supplichevole. La testa di Nami sbucò dalla sua stanza in cerca della bambina. Zoro sospirò, rassegnato ormai al fatto che non poteva resistere a quello sguardo da cucciolo, la prese in braccio e fece segno alla navigatrice che la piccola era con lui. Aqua sorrise e gli abbracciò il collo.
 

Questa sarà una luuuunga settimana...pensò lo spadaccino sdraiandosi sul suo letto con l’Antico di nuovo raggomitolato contro il suo petto.
 

   ***
 

  “Che bella giornata!!!” esclamò Aqua stiracchiandosi alla luce del mattino.

“Oh, vedo che sei tornata normale Aqua-chan,” disse Sanji apparendo alle sue spalle. Lei annuì. “Ma il tuo pigiama?” chiese poi notando che aveva avvolto intorno al corpo come un vestito il lenzuolo dello spadaccino.

“Il pigiama da bambina mi stava ovviamente piccolo quindi ho messo questo addosso.”

“Non dirmi che tu... hai dormito nuda... con quel marimo,” balbettò il cuoco spalancando gli occhi sull’orlo di un infarto.

Aqua distolse lo sguardo da lui per un istante, e quello fu sufficiente a farlo crollare sulle sue ginocchia. “Non ci posso credere...” disse in un soffio. “Farmi battere da quell’idiota... con una ragazza bella come te del resto...”

“NO, SANJI-KUN!!” urlò Aqua inginocchiandosi di fronte a lui. “Non è quello che stai pensando! Zoro ha continuato a dormire per tutto il tempo e io mi sono spostata in un’altra amaca quando mi sono accorta che mi ero ritrasformata.” L’ultima parte dell’amaca non era completamente vera, ma preferì la versione che aveva detto.

Sanji alzò la testa e chiese con un barlume di speranza “Lo puoi giurare?”

“Sicuro!! Lo stragiuro!” disse portando una mano sul cuore. “Giuro che io sono ancora perfettamente vergine, Zoro è perfettamente vergine--“

“Che significa essere vergine?” sbadigliò Rufy apparendo sulla soglia del dormitorio maschile. Aqua e Sanji lo guardarono a bocca aperta per un po. “Siete stupidi o cosa? Ho chiesto che significa essere--“

“TACI!!!” urlò Sanji dandogli un calcio che lo fece volare fino all’altra parte del ponte. “Brutto stupido deficiente!! Come osi mettere Aqua-chan in imbarazzo?!!”

La ragazza era letteralmente diventata rossa per l’imbarazzo e stava andando in iperventilazione mentre cercava di dire qualcosa.

“Aaaah!! Aqua!” strillò Chopper prendendola mentre cadeva a terra svenuta.

“Aqua-chan!!” urlò il cuoco e corse al suo fianco.

“Aqua, rispondi, cosa c’è?!” chiese allarmata la renna. Lei non rispose. Il medico le poggiò una mano sulla fronte. “Waaah!!! È caldissima!!”

“Aqua-chan! Non morire ti prego!!” disse Sanji prendendole la mano.

“Chi rischia di morire?” chiese Usopp sbucando del dormitorio mentre si strofinava un occhio. Vide Rufy con un bernoccolo fumante accasciato contro il muro opposto, Sanji piegato su un’Aqua coperta da un semplice lenzuolo tra le braccia di Chopper. Il cecchino spalancò la bocca. “RUFY HA CERCATO DI VIOLENTARE AQUA!!!!” urlò puntando un dito contro la donna. Un calcio lo colpì dietro la testa mandandolo dritto accanto al capitano.

“Chicosaquandodove?!” disse Brook uscendo dal dormitorio. Notò Aqua e si avvicinò a lei in silenzio. “Mi mostrerebbe le sue mutandine, se le ha addosso...” chiese mentre il pensiero gli fece miracolosamente sanguinare il naso. Lei divenne ancora più rossa e si accasciò ancora di più tra le braccia di Chopper.

“La stiamo perdendo!!” urlò la renna in preda al panico.

“STUPIDO MUCCHIO DI OSSA!!!” urlò il cuoco lanciandolo in mezzo agli altri due malcapitati.

“Ci serve un medico!!! Chiamate un medico!!” strillò Chopper.

“SEI TU IL MEDICO!!” gli ricordò il cuoco.

“WOW!! SUPEEER dress, Aqua!!!” urlò Franky uscendo dalla camera. Sanji lo guardò con cieco odio e il cyborg capì che forse non era stata la cosa giusta da dire.

“Benvenuto nel club,” disse Usopp, ancora a terra, a Franky che li aveva raggiunti dall’altra parte del ponte. “Resta fermo e fingiti morto. Così non ti verrà ad uccidere,” gli consigliò.

“Cos’è tutto questo macello??!” urlò Nami uscendo dal dormitorio femminile. Ma Chopper e Sanji erano impegnati a trasportare Aqua in infermeria.

“Ah, Nami,” disse Rufy mettendosi seduto. “Che significa essere vergini?”

“IO TI AMMAZZO!!” urlò Sanji mentre il capitano veniva nuovamente colpito dalla scarpa che la navigatrice gli aveva lanciato.

“Allora tu hai veramente... con Aqua...” disse Usopp e a questo il cuoco prese letteralmente fuoco e andò a riempire tutti di botte, mentre Chopper cercava di richiamare Sanji per aiutarlo a portare la ragazza.

Robin ridacchiò sotto i baffi. Prima di aggiungere in tono greve “Chi l’avrebbe mai detto, una ragazza "giovane" come lei già vittima di questo genere di cose...”

Lei, più imbarazzata che mai, strizzò gli occhi e si appallottolò strillando, supplichevole, “ZOROOOOOO!!!!”

Ma lo spadaccino dormiva beato nel suo letto, finalmente felice di poter prendersi il meritato riposo.


 

  ***
 

Aqua si accorse di essere tornata normale. Sospirò notando che il suo pigiama si era completamente strappato. Zoro dormiva ancora, supino, ignaro di quanto fosse successo. Lei osservò il suo profilo rilassato appena visibile nel buio della notte. Sapeva che doveva andarsene, ma qualcosa la teneva incatenata lì, accanto a lui. Non voleva andarsene, non voleva perdere il calore del corpo accanto al suo.
 

“Zoro, vuoi che me ne vada?” sussurrò, convinta che non la potesse sentire. Aspettò qualche secondo, poi sospirò di nuovo e cominciò ad alzarsi in silenzio. Si stava mettendo seduta sul letto quando una mano le afferrò il braccio. Aqua si voltò e vide che lo spadaccino aveva ancora gli occhi chiusi. La mano l’attirò verso di lui e si separò dal suo braccio solo quando l’Antico le fu di nuovo sdraiato accanto. Si girò di lato, mettendosi di fronte ad Aqua, e la strinse un po a sé circondandole la vita con lo stesso braccio che l’aveva trattenuta, tutto tenendo gli occhi sempre chiusi.
 

“Non guarderò, non farò niente,” mormorò, “ma per favore, non te ne andare.” Le diede un bacio sulla fronte.
 

Aqua sorrise e si raggomitolò di nuovo contro il suo petto. “Poi sarei io la bambina...” Per una qualche strana ragione, sentì le lacrime ammassarsi negli angoli dei suoi occhi. Ma non era esattamente triste, né esattamente felice. Un misto dei due.
 

“Ehi, Zoro,” cominciò a dire lei, sempre in un sussurro, ma si bloccò quando si accorse che lo spadaccino aveva ripreso a dormire. Dubitò che si fosse svegliato del tutto, ma non le importava.
 

***
 

“Che è successo, Aqua,” disse Zoro prendendosi un toast. L’Antico si stava nascondendo dietro il suo fianco destro. “E cosa è successo a voi?” chiese agli altri, gonfi di lividi e bernoccoli dappertutto.
 

“Saresti ridotto anche te così se non fosse per il tuo Legame con Aqua-chan,” sibilò con odio il cuoco.
 

In quel momento la porta si spalancò ed entrò Xenon, raggiante e allegro. Il Buon Giorno che stava pronunciando si bloccò a metà quando percepì l’aria pesante nella stanza. Li osservò per qualche secondo con la bocca ancora aperta nella ‘o’ e poi richiuse la porta davanti a sé. Un istante dopo si precipitò di nuovo nella stanza urlando, “Aqua! Dove sono i tuoi vestiti??!!”
 

L’Antico dell’Acqua e del Fuoco s’immobilizzò come Zoro. “Non mi dire...” disse incredulo Nex, “La mia piccola Aqua-chan... con Zoro....”
 

“No Nex,”  disse Aqua con vece tremante. “Non è successo assolutamente niente tra di noi.”
 

“Posso confermare,” arrivò in soccorso Zoro, ma il fatto che addosso avesse solo i pantaloni non lo rese molto convincente.
 

Nex indietreggiò scandalizzato. “No Xenon, Aqua-chan mi ha giurato che non è successo davvero niente,” disse Sanji esalando il fumo della sigaretta.
 

L’Antico scrutò la coppia per un po prima di dire “Per questa volta voglio credervi...” Si andò a sedere sul divano. “Comunque, sapete che c’è un’isola a ovest di qui?”
 

“ISOLA!!” urlò Rufy saltando in piedi.
 

Nami controllò il Log Pose che continuava a puntare verso il basso. “Anche se ci fosse non la potremmo raggiungere...”
 

“Basterebbe seguire questo,” disse l’Antico lanciandole un Eternal Pose dall’aspetto molto vecchio.
 

“Non ha un nome...” disse la navigatrice rigirandolo tra le mani.
 

“Un nome ce l’ha,” Nex si sistemò le mani dietro la testa come cuscino, “ma sarebbe impronunciabile per voi. È Lingua Antica.”
 

“Lea’striy’a,” disse Aqua.
 

“La Terra del Miraggio,” tradusse Robin.
 

“Decisamente impronunciabile,” fu d’accordo Franky. “Ma Super.”
 

“Allora, siete interessati all’offerta?” L’Antico della Terra chiuse gli occhi.
 

“Hai consultato prima gli altri?” chiese la sorella aggrottando la fronte.
 

L’uomo abbassò il suo cappello grigio sugli occhi. “Chi se ne importa degli altri.” Rufy esultò insieme a tutti gli altri ragazzi tranne Zoro.
 

Aqua alzò gli occhi al cielo con un sospiro mentre scuoteva la testa. “Io ci rinuncio,” e si diresse verso la porta.
 

“A proposito,” la bloccò il fratello, “ricorda la prova.”
 

Lei sorrise. “Se sono abbastanza intelligenti non si metterebbero contro di me.” E uscì.
 

“Adoro quel suo sorriso,” disse Nex tendendo in alto gli angoli delle labbra. “Non c’è un sorriso di sfida più bello di quello.”
 

“Già...” si lasciò scappare Zoro mentre girava distrattamente il cucchiaino nella tazza di caffè. Arrossì accorgendosi che tutti gli altri lo stavano guardando, sui loro volti erano di nuovo stampati quei maledetti sorrisi furbetti.
 

“Ok, questa è la situazione,” disse alzando le braccia. “Io e Aqua siamo solo amici. Caso vuole che andiamo d’accordo, ma ciò non vuol dire cose strane.”
 

“Cose strane del tipo,” Usopp si avvicinò e gli diede una gomitata. “Innamorarsi?”
 

“COSA?!” esclamò Zoro quasi cadendo dalla sedia.
 

Il cecchino rise. “Andiamo, si vede lontano un miglio che voi due siete fatti l’uno per l’altra.”
 

“E che tu sei inesorabilmente pazzo di lei,” aggiunse Nami con il tipico sorriso felino.
 

“Io non sono assolutamente niente,”disse lo spadaccino incrociando le braccia.
 

Nex rimase immobile ed in silenzio mentre ascoltava, la visiera del cappello ancora davanti agli occhi.
 

“Zoro, non sei bravo a mentire,” lo ammonì la navigatrice.
 

“Non sto mentendo!” Sentì qualcosa salire sulle sue ginocchia e qualcosa di freddo venne pressata contro il suo petto. “Chopper, che diamine stai facendo?”
 

“Non ho mai avuto l’occasione di studiare un essere umano nel suo periodo d’innamoramento. Questa è un’occasione d’oro,” rispose la renna spostando lo stetoscopio su e giù per il suo busto.
 

“Ma io non sono innamorato di Aqua!” disse esasperato per la centesima volta.
 

“Andiamo, marimo,” Sanji si accese una sigaretta. “Sei così stupido da non sapere nemmeno quello che provi?”
 

“Tu sta zitto, idiota di un bersaglio.”
 

“Guarda che innamorarsi è davvero SUPER!! Non c’è assolutamente nulla di male, fratello!” disse Franky mettendosi in una delle sue tipiche pose.
 

“Ma--“
 

“Niente ma, Zoro!! Sei genuinamente innamorato,” disse Usopp.
 

“Se mi--“
 

“E andiamo ammettilo!” lo incalzò Nami.
 

Zoro sbattè i pugni sul tavolo facendo sussultare tutti per la sorpresa. Si alzò. “Aqua ha perso la capacità di amare. Questo lo sapete anche voi. Inoltre, lei vivrà per sempre mentre noi prima o poi moriremo. Volete capirlo che innamorarsi di lei sarebbe non solo una grande mancanza di rispetto ma anche un modo per farla soffrire ancora di più?!!!”
 

Gli altri abbassarono le teste e non risposero. Nex guardò di nascosto lo spadaccino da sotto il cappello grigio. Zoro poi uscì, stanco di mentire agli altri e soprattutto a sé stesso. Ma dopotutto non poteva fare altro che quello.
 

***
 

“Io giuro che li ammazzo,” ringhiò.

“Che c’è che non va?” chiese Aqua.
 

Gli altri li avevano lasciati di guardia alla nave. Da soli.
 

“Tutto.”
 

“Aw, andiamo,” disse lei abbracciandolo. “Ti do così fastidio?”
 

“Non sei tu,” rispose ignorando le braccia intorno al petto e continuò a fissare con astio il punto dove gli altri erano spariti.
 

“Zoro.” A quello finalmente si voltò. Aqua poggiò le mani sulle sue guance. “Sorridi.”
 

La scostò con un sospiro e andò a sedersi contro un albero sul ponte. Lei lo seguì e s’inginocchiò di fronte a lui, decisa a sapere quale fosse il problema. “Sicuramente c’è qualcosa che non va,” concluse.
 

“Ti ho già detto che non sei te la causa,” disse annoiato chiudendo gli occhi.
 

“Ma non m’interessa la causa. Io voglio sapere il perché.”
 

Zoro tese un braccio e aprì un occhio. Aqua guardò prima il braccio e poi lui, perplessa. “Verresti qui accanto a me?”
 

Lei sembrò un po sorpresa ma fece come le disse. Una volta contro il suo petto, lo spadaccino le circondò la vita con il braccio che prima aveva teso. Poi, con l’altra mano, le alzò il volto finchè i loro sguardi non s’incrociarono. Lui le rivolse uno dei suoi rari sorrisi sinceri. “Così va meglio?” chiese poi separando le dita dal suo mento. Lei ricambiò il sorriso e l’abbracciò.
 

“Aqua, io...” cominciò a dire.
 

“Hm?”
 

“Io...” Come poteva dirlo? Quello che aveva detto prima ai suoi nakama era la verità: le avrebbe solo portato altro dolore. “Io mi stavo chiedendo che fine avessero fatto le tue ali.”
 

“Oh, quelle?” disse lei separandosi dallo spadaccino. “Sulla schiena.”
 

“Ma va.” Preferiva quando la gente era un po più precisa nelle proprie spiegazioni.
 

“No, proprio sulla schiena,” spiegò mostrandogli la parte del corpo in questione. “Guarda.” E cominciò a sbottonarsi la camicetta bluette lasciandola scivolare sotto le sue spalle. A quel gesto Zoro si raddrizzò, appiattendosi contro il tronco dell’albero e, sentendo le guance andargli a fuoco, poggiò i palmi delle mani a terra tendendo le braccia mentre guardava freneticamente a destra e a sinistra per accertarsi che non ci fosse nessuno. “Vedi? Questo è un altro dei poteri del mio Frutto, ma l’effetto non è molto duraturo.”
 

Automaticamente i suoi occhi ricaddero di nuovo su di lei, come attratti da una forza magnetica. Si accorse che però Aqua era stata abbastanza esauriente nella sua precedente spiegazione: le ali era attaccate sulla pelle chiara, apparendo quasi come un tatuaggio, e le piastre d’acciaio le circondavano i fianchi. Allungò una mano e toccò la zona argentata. Era fredda e liscia, come il metallo. “È metallo,” disse Aqua leggendo i suoi pensieri.
 

“Non andare a curiosare nella mia mente,” l’ammonì distrattamente mentre faceva passare la punta delle dita sulla lastra. Quando sfiorarono la pelle, la sua schiena si contrasse per poi rilassarsi di nuovo. Zoro tolse subito la mano, ma non la ritirò del tutto, indeciso. Alzò lo sguardo per guardare la cascata di capelli biondi di Aqua interrogativamente, con un pizzico d’imbarazzo, e notò che lei aveva voltato leggermente la testa . L’occhio era coperto dalla frangia, ma il peso di quello sguardo era ben percepibile. E lui come sempre ne rimase intrappolato.
 

Lentamente la sua mano stava calando, come il labbro inferiore della sua bocca. La sua mente era completamente priva di pensieri.
 

“Mi pare d’aver capito che hai capito come funziona,” disse infine lei risistemandosi la camicia.
 

“Uhm, sì, sì... certo,” replicò lui allontanandosi.
 

“Sai una cosa, Zoro?”
 

Alzò lo sguardo.
 

“Io credo che tu sia davvero importante per me. Ma non saprei come chiamarla, questa sensazione. Lo so e basta.” Sorrise.
 

Lui non seppe come rispondere. Aqua si avvicinò a lui, appiattendosi contro il suo petto. “Di un po,” disse, “tu mi baceresti?”
 

Pugnalata. Questa domanda lo colpì come una pugnalata. Non seppe come rispondere: lui sapeva di morire dalla voglia di baciarla, ma sapeva anche che non poteva e basta.
 

“Io...” Non mi limiterei solo a quello, una voce dentro la sua testa completò la frase. “Non lo so.” Ed era la risposta più sincera che potesse dare.
 

Lei fece per aprire bocca e dire qualcosa, quando un gigantesco fulmine si schiantò nel mare mancando di pochi metri la Sunny che oscillò pericolosamente.
 

“Un tuono a ciel sereno?!” disse Zoro scrutando il cielo limpido. Un forte vento cominciò a tirare. Lentamente tutta la vegetazione sparì, dissolvendosi nell’aria come polvere.
 

“Un’illusione...” disse Aqua fissando un certo punto dove prima c’era il verde. Il suo sorriso di sfida le tese le labbra. “Ce ne hanno messo di tempo.”
 

Zoro seguì la linea del suo sguardo. Vide un gruppetto di figure nere in mezzo alla vasta pianura che li circondava.
 

L’Antico si separò da lui e saltò giù dalla nave. “Aqua?” la chiamò lo spadaccino ma lei non rispose, così anche lui scese sulla terraferma.
 

“OOOOIII!!”
 

Zoro voltò la testa in direzione dell’urlo e vide i suoi nakama correre verso di lui.
 

“Che cosa è successo?” chiese Nami una volta raggiunto lo spadaccino.
 

“Beh, penso ci sia un motivo per cui la chiamano ‘Terra del Miraggio’” disse Robin.
 

“Chi sono quei tizi?” chiese Zoro indicandoli con un cenno del capo.
 

Nex sorrise. “Loro sono gli altri. E la prova è appena cominciata.” 
 

  
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