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Autore: barbyg90    13/06/2011    3 recensioni
Bella è stata adottata fin dalla nascita dalla famiglia Cullen, ma quando raggiunge l'età di sei anni, i suoi sogni iniziano a diventare qualcosa di più. Edward scompare all'improvviso senza lasciare nessuna traccia di se, ma Bella non resterà sola nell'attesa del suo ritorno. Quasi inconsciamente si avvicinerà a...
Tratto dal capitolo 10: " Come hai potuto? ".
Inarcò un sopracciglio. Chissà perché, ma avevo come la sensazione che mi avrebbe detto che non lo avevo allontanato subito.
" Non mi sembrava ti dispiacesse, all’inizio ", ecco.
" Non dovevi farlo. Co…come ti è venuto in mente? Non hai pensato che sono fidanzata e che ho appena tradito Jacob? ".
Non capii il suo sguardo cosa volesse dire. Sembrava sul punto di scoppiare a ridere, o a piangere.
Ma erano poco plausibili entrambe le cose… bhè forse la prima no.
" Credimi Bella, non hai tradito ".
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti! È un po’ tardi per postare? Spero di no! Ho appena completato il capitolo ma visti gli ultimi non-commenti sono un po’ restia a postare… ma ho pensato che se continua così evito di scrivere tutto ciò che avevo in mente e concludo velocemente (non voglio lasciarla in sospeso). In ogni caso, ringrazio tutti i lettori silenziosi che hanno fatto crescere i numerini delle visite, e la mia Ely che è sempre pronta per i miei cap J anche se qst è una sorpresa anche per lei XD

Buona lettura a tutti!!!

Barbara

 

Capitolo 7

 

La curiosità era uno dei miei difetti, e Alice lo sapeva bene.

La sera prima aveva cercato di attirare la mia attenzione, ma avevo fatto di tutto per non dargli soddisfazioni.

Ora, però, durante le lezioni proprio non riuscivo ad evitare che i miei pensieri sfociassero in quella che consideravo la sua trappola.

Avevo uno strano presentimento a riguardo, non sapevo definire se positivo o negativo, ma sapevo che qualcosa sarebbe andata storta.

<< Bella, oggi cos’hai? Scommetto che non hai sentito neanche una parola di quello che sta dicendo la prof. >>, mi sussurrò Angela dal banco accanto al mio.

Le feci un gesto con l’indice per farle capire che glielo avrei spiegato dopo, durante la pausa pranzo.

Purtroppo, per chiedere spiegazioni ad Alice, e di conseguenza anche agli altri miei fratelli che, ero sicura, sapevano tutto della faccenda, avrei dovuto aspettare la fine delle lezioni, quando, ormai sarebbe stato tutto inutile. Avevo già provato a chiamarli, ma come immaginavo i loro cellulari erano spenti.

Per non destare sospetti negli umani, i miei fratelli avevano lasciato la scuola quando i miei genitori decisero di adottarmi.

Esme riteneva che un bambino dovesse crescere nello stesso ambiente, che i molteplici cambiamenti di stile di vita che la mia famiglia avrebbe dovuto affrontare, non mi avrebbero fatta crescere felice.

Erano stati tutti d’accordo e i miei fratelli avevano rinunciato alla scuola diventando “invisibili” mettendo in giro la voce che avendo raggiunto la maggiore età, non erano più sotto la tutela di Esme e Carlisle.

Quando finalmente arrivò la ricreazione, lo sguardo indagatore di Angela mi convinse a confessare le mie oscure premonizioni.

<< Oh, ma andiamo Bella! Come fai a pensare che potrebbe aspettarti qualcosa di orribile?! Alice ti ha dato mai modo di pensare che le sue sorprese fossero cose spiacevoli per te? >>.

Se pensavo a tutte le idee folli di mia sorella, e al suo concetto di sorpresa… c’era da preoccuparsi.

<< Angela, riflettici solo per un secondo. Ti ricordi quando a sette anni ci costrinse a mangiare più di un chilo di caramelle gommose sostenendo che prima o poi una di noi si sarebbe strozzata con una di quelle? Aveva avuto una visione e pensava che così facendo ci sarebbe passata la voglia di mangiarne >>.

<< E in effetti non le abbiamo più mangiate da allora… >>. Ma perché si ostinava a difenderla!

<< Sì, ma se ti ricordi, abbiamo avuto mal di pancia per due giorni! Non valeva la pena rischiare di affogare?! – chiesi istericamente – E di quando ad undici anni, mi regalò, davanti a tutti un pacco di assorbenti? Aveva previsto che mi sarebbe venuto il mio primo ciclo il giorno dopo… che imbarazzo! >>.

Ci pensò su per un istante per poi scoppiare a ridere.

<< Ok, forse non hai tutti i torti… ma non puoi saperlo con certezza finché non lo avrai vissuto sulla tua pelle >>, concluse accarezzandomi come per consolarmi.

<< Ma non è che una di queste sere… per caso, hai fatto un sogno? >>, le domandai sbattendo velocemente gli occhi.

<< Inutile che fai gli occhioni da cerbiatta con me, sai che non funzionano! Comunque la mia risposta è no, e se proprio vuoi saperlo non sarebbe etico da parte mia! Il futuro non va svelato altrimenti è sottoposto a cambiamenti >>, concluse col suo solito tono da maestrina saccente.

<< Angela, se proprio vuoi saperlo, sei una vera rompiscatole! >>, conclusi ripetendo in parte le sue parole.

<< Che benefici ci sono ad avere un’amica strega che non ti aiuta? >>.

Non ricevetti risposta.

 

Avanti, Bella! Cosa vuoi che sia… è facile. Rapido e indolore. Scendi dalla macchina e vai a casa prima che Alice ti veda in una delle sue visioni.

 Mi sembrò alquanto strano che ancora non si fosse precipitata a prendermi e strapparmi letteralmente dall’abitacolo confortevole della mia auto.

Chissà, forse ha da fare, sperai con tutta me stessa.

Quando finalmente trovai il coraggio di scendere dall’auto mi bloccai a fissare la porta d’ingresso.

Iniziai ad immaginare mille scenari raccapriccianti a cui poteva sottopormi mia sorella…

Basta fare la bambina ed entra in casa!

Tanto, prima o poi, avrei comunque dovuto affrontarla.

Proprio mentre stavo per inserire le chiavi nella toppa un clacson mi distrasse. Era Jacob che voleva attirare la mia attenzione.

Attraversai il vialetto che conduceva al cancello e mi avvicinai alla sua auto.

<< Ciao, tesoro >>, mi sorrise.

<< Ciao >>, ricambiai imbarazzata, probabilmente mi aveva vista mentre mi facevo coraggio ad entrare.

<< Ti va di fare un giro? >>.

<< Ehm, veramente Alice avrebbe una sorpresa da mostrarmi… >>, risposi poco convinta. << Ma credo che possa spettare >>, sorrisi.

Forse ero un tantino codarda, ma tanto ero certa che non sarebbe andata da nessuna parte senza mostrarmela.

<< Ho una cosa per te >>, mi adagiò un pacchettino sulle gambe sorridendomi appena mi accomodai nel sediolino accanto al suo.

Ecco, questo genere di sorprese erano gradite! Semplici,e in un pacchetto!

<< Non dovevi… e poi perché? Il mio compleanno è passato da un pezzo! >>. Mi imbarazzava ricevere regali soprattutto se non me li aspettavo.

 Non avevo avuto modo di pensare a cosa dire!

<< Aprilo e non fare storie! Voglio sapere se ti piace >>, mi sorrise dolcemente.

Scartai il pacchettino con curiosità mentre Jacob avviava la macchina dirigendosi verso Port Angeles.

<< Wow… grazie… >>. Proprio non me l’aspettavo.

Un ciondolo di legno intagliato faceva bella mostra di sé. Raffigurava un lupo che ululava, un lupo curato nei minimi dettagli…

<< Jake, è bellissima! >>, dissi commossa.

Sapevo che lo aveva fatto lui, perché molte volte lo avevo visto intagliare oggettini che regalava ai bambini di La Push, dove viveva.

Ma non mi aveva mai regalato nulla di simile.

<< Il ciondolo è opera mia, ma la catenina l’ho comprata >>, aggiunse confermando le mie supposizioni.

<< E’ magnifico… ma… >>.

C’era qualcosa che mi sfuggiva, ma proprio non riuscivo a capire cosa.

E ad un tratto collegai.

Oggi erano esattamente tre anni che stavamo insieme. E io me ne ero completamente dimenticata!

Lo guardai sentendomi completamente in colpa.

<< Io… io ho dimenticato il nostro anniversario! >>, confessai.

<< Lo so, sono pessima come fidanzata ma mi ero completamente dimenticata che oggi fosse già l’undici Settembre >>.

Rimase in silenzio per un po’, si vedeva che ci era rimasto un po’ male.

<< Bella, non importa. Per questa volta ho organizzato tutto io… e poi è successo anche a me, quindi siamo pari >>, mi sorrise confortandomi.

<< Sì, ma mi sento in colpa! Sono stata tutto il tempo a dire che avremmo dovuto organizzare qualcosa di speciale… e poi me ne dimentico >>, conclusi sconsolata.

<< Non è la fine del mondo, anzi meglio così, la sorpresa è riuscita meglio! >>.

 

Durante il tragitto verso la meta a me sconosciuta, mi rivelò che si era già organizzato con i miei genitori, quindi dovevo stare perfettamente tranquilla, sapevano che dopo scuola sarei andata con lui.

Gli aveva addirittura fornito l’indirizzo e il numero di telefono del luogo in cui stava per portarmi, nel caso ci fosse stata un’emergenza.

Sì, ero rimasta sbalordita da come aveva organizzato tutto nei minimi dettagli.

<< Ma… non sono vestita decentemente, non so dove andiamo ma questi non sono adatti per nulla, solo per andare a scuola >>, mi lamentai all’improvviso rendendomi conto di ciò che indossavo.

<< Per me sei fantastica anche così, non hai bisogno di abiti eleganti >>.

Chissà perché ma le sue parole stranamente non mi fecero passare il senso di soggezione che provavo.

E sentirmi fuori luogo, non mi faceva sentire per niente tranquilla…

 

Jake aveva prenotato un tavolo al ristorante più in voga di Port Angeles.

Pensai che per quella giornata avesse dovuto risparmiare molto, e mi sentii immediatamente in colpa per quello che avevo pensato solo il giorno prima.

Come speravo di poter riuscire ad allontanarmi da lui?!

Cenammo tranquillamente, con serenità. E scoprii che se riuscivo a non pensare a ciò che avevo passato con lui, trascorrere del tempo in sua compagnia era davvero piacevole.

Jake mi amava, ed era un bravo ragazzo. Non mi sarebbe capitato di meglio quindi avrei dovuto imparare ad amare anche, e soprattutto, i suoi difetti. In fondo, chi non ne ha?!

Con questo pensiero nella mente, e maggiore leggerezza nel cuore, uscimmo dal locare dirigendoci verso l’auto.

Volevo ringraziarlo per la cena e la magnifica serata, volevo sdebitarmi, fargli capire che era stato un bel gesto e che in futuro non mi sarebbe dispiaciuto… e conoscevo solo un modo.

 

 

<< Bella, corri a farti immediatamente una doccia. Hai quindici minuti esatti >>.

Rimanere sbigottita e confusa era un mio diritto. Proprio perché non capivo per quale motivo Alice dovesse essere così arrabbiata con me.

Il suo tono rasentava i limiti della follia, e anche per i suoi standard non era normale.

Dopo che mi ebbe sgridata di nuovo perché non avevo ancora mosso un passo, corsi velocemente verso la mia camera e feci come mi diceva.

Non era il caso di mettere alla prova la sua follia.

Uscii velocemente dalla doccia e mi vestii con gli abiti che trovai sul letto…

“Ma è notte, IO dovrei dormire. Perché dovevo rivestirmi?”, mi ritrovai a pensare.

<< Pronta? Bene. Seguimi, tra poco vedrai, finalmente, la tua sorpresa >>.

E fu in quel momento che il mio sesto senso urlò.

La giornata che avevo trascorso con Jake non era la sua sorpresa… aveva ben altro in testa.

Ma cosa?

 

 

 

   
 
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