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Autore: Phobos_Quake 3    13/06/2011    1 recensioni
Hades torna sulla terra e ordina ai suoi specters di prendere la testa di Atena. Riescono a eseguire l’ordine e finalmente vincono la guerra e conquistano il mondo. Nybe di Zashini, della Sairi Hanbun Sei (Mezza Stella Tagliente), è uno dei trentacinque specters al servizio di Radamantis. Per amor di una ragazza, tradirà i suoi compagni e per questo cercheranno di ucciderlo per lavare l’onta subita.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Un Raggio Di Luce Nel Buio



Un mese. Era passato un mese dalla conquista della terra da parte di Hades. Dei 108 specters, solo quelli guidati da Radamantis erano rimasti sulla terra. Gli altri avevano deciso di tornare ad occuparsi delle loro mansioni infernali. I saints erano tutti morti e la gente era stata schiavizzata. In ogni parte del mondo erano tutti costretti a costruire enormi Giudecche come luogo di culto in onore del loro dio sovrano. In Grecia, il santuario non esisteva più. Le dodici case e il palazzo di Atena furono completamente distrutti e al loro posto stava appunto sorgendo una di queste giudecche. A dirigere i “lavori”, e fustigare divertiti gli schiavi, erano Zellos di Frog e Nybe.
-Lavorate scansafatiche. Altrimenti la mia ira sarà tremenda.- gridava Zellos frustando gli schiavi con gran divertimento.
Nybe non lo sopportava. Era bravo a prendersela con i deboli, e lo apprezzava solo per questo, ma se si trattava di un nemico potente, si metteva sempre dietro a Radamantis come un vero e proprio codardo. Non meritava affatto di essere uno specter. All’improvviso, uno schiavo incappucciato approfittò di un leggero attimo di distrazione per fuggire, ma Zellos lo vide.
-Uno schiavo è in fuga! Presto Nybe, bloccalo.-
“Tu non puoi farlo, eh?” pensò irritato.
Sguainò la sua katana e lanciò da essa una piccola onda energetica a forma di boomerang che colpì lo schiavo sulla spalla destra provocandogli un leggero graffio sufficiente a fermarlo. Si era trattenuto perché era uno schiavo, altrimenti gli avrebbe tagliato la testa senza pensarci due volte, e per ordine del Sommo Hades non potevano permettersi di perdere manodopera. Quando lo raggiunse per riprenderlo gli intimò di alzarsi. Non appena lo schiavo si voltò, una leggera brezza gli abbassò il cappuccio e Nybe rimase di stucco. Era una ragazza di vent’anni, come lui, con lunghi capelli castani e gli occhi ambrati. Si guardarono per un istante, poi lei chiuse gli occhi, s’inginocchiò e si mise a pregare.
-Cosa fai?-le chiese.
-Sto pregando. È l’unica cosa che posso fare.-
-Devi pregare il sommo Hades. Il tuo Dio non ti aiuterà mai.-
-Neanche Hades aiuta. Fa solo soffrire.-
-Bada a come parli, altrimenti…- la minacciò con la katana.
-Fai pure. Meglio morire che essere schiava.-
-Se la metti così…-
Alzò la katana pronto per decapitarla, ma gli passò un brivido. Altre volte aveva inseguito schiavi sia maschi che femmine, ma nessuno di loro si era comportato in quel modo. Tutti reagivano piagnucolando e implorando pietà. Lei invece no. Lei era pronta a morire con una serenità incredibile.
-Morire non mi spaventa. La schiavitù invece è una brutta cosa.- disse la ragazza.
-Uh…-
Nybe si sentiva stranissimo. Nel suo cuore non c’era mai stata umanità. Era come se fosse coperto da una nuvola completamente nera. Quella ragazza però, riuscì a penetrare con un raggio di sole l’oscurità del suo cuore.
-Uh! B… basta. Preparati a morire.-
-Sono pronta. Compi il tuo dovere, ma prima vorrei chiederti una cosa.-
-Che cosa?-
-Come ti chiami?-
-A che ti serve saperlo se stai per morire?-
-Quando sarò in cielo chiederò a Dio di avere pietà di te.-
-Ma che… razza di discorsi!- urlò.
Le diede un violento calcio buttandola a terra.
-Allora, Nybe? Che combini? L’hai recuperato?- disse Zellos giungendo.
-Sì, ha fatto un po’ di resistenza, ma eccola qua.-
-Ah, è una ragazza. E pure carina. Non mi sorprende se ci hai messo così tanto, ti sei divertito?- disse con uno sguardo malizioso.
-Non dire scemenze e riportiamola a lavorare.- disse.
-Sì, giusto. Vieni bellezza.-
Non appena tentò di prenderle un braccio, Nybe gli colpì la mano con uno sberleffo.
-Tieni giù le mani. La porto io.-
-Va bene, va bene. Non ti scaldare.- disse allontanandosi.
Nybe prese la ragazza sotto braccio e si avviarono anche loro.
-Quindi il tuo nome è Nybe.- disse la ragazza con un leggero sorriso.
-Non è il mio vero nome.- disse in maniera scontrosa.
-Io mi chiamo Iris.- disse lei.
Lui non reagì e non disse nulla continuando a camminare.
   
 
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