Erano passati appena
due giorni da quando Tyler aveva
fatto ritorno a Mystic Falls.
Molte cose erano cambiate rispetto a come le aveva lasciate,
soprattutto le
persone,che, fino a poco prima di partire, lo avevano tenuto
all’oscuro di
tutto.
Era stato ferito dalla persona della quale si fidava maggiormente, si
sentiva
manipolato, minacciato da persone che in fondo nemmeno conosceva. E nel
momento
in cui capì che non era più ben accetto, prese la
decisione di allontanarsi per
un po’ e prendesi del tempo per capire come avrebbe potuto
gestire la sua
natura, controllarla ed accettarla. Fare del male non era nelle sue
intenzioni,
e se andare il più possibile lontano da lei significava
proteggerla da lui
stesso, dalla sua natura, allora avrebbe messo da parte i suoi
sentimenti, per
lei.
La situazione era diventata tragica e quasi insostenibile, la lotta tra
vampiri
e Originari non aveva ancora avuto fine, e forse non ne avrebbe mai
avuta.
Voleva stare alla larga da tutto questo, evitare di immischiarsi in
faccende che
non lo riguardavano da vicino. Era anche questo uno dei principali
motivi che
lo avevano spinto ad allontanarsi. Non aveva nessun arma a disposizione
per
combattere, difendersi e contrattaccare. E prima di ritornare si
sarebbe
accertato di riuscire a controllare ciò che era diventato e
che qualsiasi cosa
gli si fosse presentata davanti, sarebbe riuscito a
combatterla.
Prima di abbandonare tutto, e fuggire il più
lontano possibile da tutto
questo, doveva assicurarsi che la persona più importante
della sua vita, fosse
al sicuro. Voleva accertarsi che, una volta lontano da lei, non le
sarebbe
accaduto nulla e che avrebbe avuto accanto una persona che la meritasse
davvero, al contrario di lui, o almeno di quello che
pensava.
Credeva che Matt fosse quello giusto per lei, che una volta che avesse
scoperto
la sua vera natura, l'avrebbe accettata per quello che era, senza
troppi
pregiudizi, senza alcun ripensamento, perché alla fine, il
suo amore sarebbe
stato più forte di tutto. Credeva che lui l'amasse
veramente, e si meritasse di
stare con una ragazza così meravigliosa.
Durante la sua assenza da Mystic Falls, voleva accertarsi che Caroline
sarebbe
stata sotto il suo occhio vigile, e che l'avrebbe protetta sempre, a
qualsiasi
costo, ma si sbagliava. L'aveva tradita, manipolata, solo per i suoi
scopi. Lui
aveva preferito una vita senza lei accanto, al di fuori da tutta questa
assurda
realtà a cui era venuto a conoscenza da
poco. Sentì una rabbia
incendiargli il volto e pizzicargli le iridi, una lama trafiggergli lo
stomaco,
il sangue ribollire caldo nelle sue vene. Dannazione, almeno lui che
aveva la
possibilità di starle accanto, in un modo più
intimo rispetto a due semplici
amici, ci aveva rinunciato! Ovviamente lui aveva il suo punto di vista
differente da quello di Matt, e questo suo comportamento, non riusciva
a
spiegarselo. Ma la cosa che più gli faceva rabbia, era forse
la consapevolezza
di non poter mai rincollare i pezzi di quel cuore spezzato, e che forse
non
avrebbe mai avuto quel tipo di rapporto che sperava di avere con lei.
Da un po’
di tempo a questa parte la guardava con occhi diversi . Dalla notte di
quel
bacio, sotto il portico di casa sua, qualcosa era cambiato, qualcosa
dentro di
lui era scattato e non riusciva più a vederla con la
prospettiva di una
semplice e buona amica.
Le fece cenno con il capo di avvicinarsi.
Si raddrizzò sul divano facendo forza sui pugni che
affondavano nei cuscini e
inarcando le spalle. Fece aderire l'interno del
braccio sul bordo
dello schienale e la accolse sul suo petto, scivolando di poco sotto di
lei.
Nonostante indossasse solo un paio di boxer, non era affatto a disagio.
Il
pudore non era mai stata una sua preoccupazione. La parola stessa non
era
presente nel dizionario di Tyler Lockwood.
Non appena la sua guancia sfiorò i suoi addominali,
sentì lo stomaco
accartocciarsi completamente facendogli mancare il respiro. Era una
sensazione
bellissima poter stare accanto a lei, sentire il profumo dei suoi
capelli,
tenerla fra le sue braccia, e sentire il suo respiro posarsi sulla sua
pelle.
La strinse tra le sue braccia, donandogli il calore che il suo corpo
stava
emanando a causa di quella esplosione che lo stava divorando
completamente.
Posò una mano sulla sua guancia, raccogliendo con il lato
del pollice le lacrime
che le rigavano il viso.
- Hey.. - disse con voce bassa e calda,
rassicurandola al fine di
far cessare alle sue lacrime di scendere. Sperava che lei non riuscisse
a
percepire quanto i battiti del suo cuore fossero accelerati
ulteriormente al
contatto con la sua pelle. Sarebbe stato decisamente umiliante, per non
dire
imbarazzante.
- Ci sono io qui per te.. -le sussurrò stringendola con
più forza a sé.
Le emozioni che la invadevano erano troppo forti, troppo
intense. Del resto, era un vampiro.
Non provava semplice tristezza, quel dolore la lacerava. Il vuoto che
Matt
l’aveva lasciato dentro, sembrava non avere mai fine, era un
pozzo di
tristezza, amarezza, che non aveva fondo. L’aveva
abbandonata, per via di
quella che era ormai la sua natura e questo non fece che incrementare
l’odio
che già nutriva per se stessa.
Faceva pressione sul petto, le afferrava il cuore e lo stritolava
lentamente,
facendone cadere i piccoli pezzi. Riusciva a percepirne il
suono, il
contatto che essi avevano con il pavimento, come se fosse reale.
I muscoli del viso ormai non li sentiva più, aveva
la fronte corrugata e
le labbra serrate. Le lacrime che le rigavano il volto sembravano
infuocate, le
tracciavano contorni caldissimi sulla pelle.
Ma il palmo soffice della mano di Tyler si posò sulla sua
guancia, e il suo
pollice le spazzò via. Il suo gesto fu rassicurante, come se
insieme a quelle
lacrime, magari potesse mandar via anche un po' di
inquietudine.
Era questo l'effetto che le faceva, la faceva sentire.. al
sicuro.
Strano a dirsi, il suo più grande nemico naturale, la
persona che più doveva
temere, la tranquillizzava.
La testa poggiata sul suo petto, le sue braccia le cingevano il corpo.
E non
voleva privarsene, non un'altra volta.
Non lo avrebbe lasciato andare, non ora che anche la sua ultima
speranza di
vita felice, si era dissolta completamente.
Ora più che mai aveva bisogno del suo aiuto, per poter
superare tutto
questo.
Sentì la sua stretta aumentare, il sussurro di quelle dolci
parole. Alzò la
testa e lo guardò negli occhi. Quegli occhi scuri come la
notte.
- E ci sarai anche dopo, vero? Non mi lascerai ancora.
Perchè.. ho bisogno di
te. – gli disse con un filo di voce.
Strinse la coperta che aveva tra le mani e continuò a
fissarlo con occhi quasi
supplichevoli.
Quando
alzò il capo sul suo petto per guardarlo negli
occhi, il suo sguardo era pieno di speranza e le sue parole risuonavano
nella
sua mente quasi come una supplica.
Aveva bisogno di certezze. La certezza che qualcuno le sarebbe stata
accanto,
l'avrebbe protetta e non l'avrebbe più abbandonata. La
certezza che sarebbe
andato tutto bene.
Sostenne il suo sguardo con un'intensità tale da poterci
leggere dentro.
La voce le tremava dal pianto, e i suoi occhi erano leggermente
arrossati dalle
lacrime e il verde dei suoi occhi rischiarava nell'oscurità
come una
lucciola.
Discostò una ciocca di capelli dietro il suo orecchio,
accarezzandole
delicatamente la sua guancia.
- Ci sarò sempre per te, Caroline. Non ti lascerò
mai più da sola. Potrai
sempre contare su di me, per qualunque cosa. -pronunciò
quelle parole con una
calma e una sicurezza, da notare un lieve sorriso stendersi sulle sue
labbra.
Annuì appena con il capo, rimanendo con lo sguardo
incatenato al suo.
Il suono di quelle
parole era così melodioso, i suoi
occhi così profondi e sinceri.
L'angolo della sua bocca si rialzò a mò di
piccolo sorriso, poi ogni suo gesto
fu automatico.
Liberò la coperta che stringeva in mano, passo le braccia
dietro la sua schiena
cingendogli il busto e lo attirò a se in un abbraccio.
Sentiva il calore della
sua pelle morbida. Chiuse gli occhi e inalò il suo profumo,
misto alla
sicurezza che le infondeva. - Grazie - disse con le labbra poggiate
nell'incavo
del suo collo.
Sentì il corpo di lui irrigidirsi. Corrugò la
fronte, non ne capiva il motivo.
- Hey - sussurrò - tranquillo,non ti
mordo - abbozzò una piccola
risata e sollevò la testa, guardandolo.
- Hai paura? Già, quando non sei un lupo dovresti averne -
le sue fossette
vicino alle labbra si accentuarono.
- Sono più forte adesso. - Era facile
sorridere con lui, era ciò che
amava di più. Il suo conforto era diverso dagli altri
proprio per questo. Il
dolore e l'inquietudine si dissolvevano. Anche nei momenti
più bui, lui ci
riusciva. La faceva semplicemente.. sorridere.
Tyler sentì
la sua schiena circondarsi delle
braccia di Caroline con una forza quasi possessiva.
Era così dannatamente piacevole poter avvertire quel calore
diretto con il suo
corpo. Sentirsi stringere da lei in quel modo, così insolito
per loro due, era
la sensazione più bella che avesse mai provato. Non era
niente, un semplice
abbraccio, ma era per ciò che era racchiuso in
quell'abbraccio così caloroso
che si sentì la schiena percorsa da un breve ma intenso
brivido.
Quando poi lei posò le labbra nell'incavo del suo collo, fu
troppo per lui da
sopportare.
Poter sentire il suo respiro caldo e delicato sfiorare il suo petto
nudo, gli
fece provare una stretta alla bocca dello stomaco che gli
annebbiò
completamente la mente.
Quelle labbra che già una volta aveva sfiorato, assaporato,
desiderato.. Si
passò la lingua fra le labbra, quasi potesse risentire il
suo sapore.
Si irrigidì di colpo, cercando di frenare ogni suo
istinto di
riavvicinare quelle labbra alle sue, e poterle baciare fino a
consumargliele.
Sorrise alle sue parole, cercando di nascondere, non tanto l'imbarazzo,
ma gli
effetti che il suo tocco aveva a contatto su di lui. Lei era in grado
di
mandarlo fuori di testa solo con uno sguardo, o con uno dei suoi dolci
sorrisi,
così da fargli perdere completamente la ragione delle sue
azioni, ma doveva
controllarsi.
Doveva riuscirci, anche se quell'istinto di afferrarla e...
Tirò un profondo respiro, mascherando la tensione che si
posò come un velo su
ogni muscolo del suo corpo.
Ribatté con un tono disinvolto e ironico.
- Di certo non ho paura di te.. - disse scherzando con tono altezzoso.
- Di chi è più forte.. ne riparleremo quando ci
sarà la luna piena mia cara..-
pronunciò con voce bassa e ironica, con un accenno di
sfida.
Vederla ridere, così spensierata,lo faceva star bene. La sua
sola presenza lo
faceva star bene.
- Ah davvero? - piegò leggermente la
testa a sinistra e inarcò il
sopracciglio, notando la sua aria di sfida.
- Beh, adesso non c'è la luna piena - sussurrò
rivolgendogli un sorriso
malizioso, per poi iniziare a fargli il solletico. Impresa fin
troppo facile, poichè era a torso nudo.
La sua leggera risata riecheggiava nell'aria, aveva un suono
molto bello.
Faceva scorrere le mani sul suo petto, scolpito. Non che non l'avesse
notato
prima, durante la trasformazione gli era stata vicino, ma troppo
impegnata a
sostenerlo.
Questa volta, invece, ci fece maggiore attenzione.
Percorse velocemente con gli occhi il profilo del suo corpo, i contorni
delle
grandi spalle, le curve perfette del suo busto.
'”Ah,però” pensò, ma
ovviamente
non si fece notare, continuava a stuzzicarlo come su nulla fosse,
perchè se lo
avesse fatto lui avrebbe sicuramente iniziato a vantarsene.
“Ma che..?” Scostò dalla mente quei
pensieri, che stava facendo?
Rise di sè, ma la sua risata fu eco di quella di lui, ancora
lo solleticava.
- Chi è quello più forte
adesso? - disse, facendogli la linguaccia
come una bimba.
Quanto avrebbe voluto che fosse sempre tutto così facile,
che con un semplice
sorriso si potessero spazzare via tutti i cattivi pensieri.
Sperò che quel
momento durasse ancora, solo un altro po'.
Tyler stette al suo gioco, con quel suo sguardo di sfida e quell'aria
da
presuntuoso.
Le lasciò credere di aver ceduto alla sua forza, e non si
preoccupò minimamente
di opporre resistenza. Lasciò che le sue mani percorressero
il suo corpo,
accarezzando ogni suo curva, ma lei sembrava non darci molto peso e
continuava
indisturbata nel suo intento. Sfociò in una fragorosa
risata, e il suono delle
loro risate riempiva il vuoto di quel salone.
La ragazza sapeva il fatto suo.. sapeva esattamente colpire nei punti
più
deboli, anche se il compito le era facilitato dato che era quasi mezzo
nudo.
Ma sentire le sue mani scorrere lungo il suo corpo stava per
scatenare in
lui una reazione che non doveva assolutamente scattare.
Dopo essersi abbandonato a quella sensazione, riprese il controllo
della
situazione. Inclinò la testa accennando al lato delle labbra
un sorriso
malizioso. Le afferrò i polsi e con uno scatto la fece
scivolare sotto di lui,
ritrovandosi entrambi stesi completamente sul divano, lui sopra di lei,
mentre
le teneva i polsi inchiodati all'altezza del capo.
- Non ti conviene metterti contro di me.. -disse sorridendole con tono
di sfida
mentre sosteneva il suo sguardo.
Non appena si accorse di quanto i loro corpi fossero in contatto e di
quanto le
loro labbra fossero a pochi centimetri, tanto da sentire il suo respiro
scivolare lungo il suo collo, smise di ridacchiare, e la sua
espressione divenì
seria per una attimo.
Era posizionato praticamente tra le sue gambe, e quello stretto
contatto con il
suo bacino gli provocò dei brividi lungo la schiena e uno
strano formicolio
alla bocca dello stomaco.
Era.. troppo. Non poteva lasciarsi andare un'altra volta con lei,
doveva
immediatamente frenare i suoi istinti, sopprimere quel desiderio che
aveva di
lei.
Caroline sapeva che avrebbe risposto alla sua provocazione, era normale
del
resto. Ma non accadde ciò che si aspettava, bensì
qualcosa che non avrebbe mai
creduto potesse succedere. In meno di un secondo si ritrovò
distesa sul divano,
immobilizzata dalle sue mani e a stretto contatto con il suo
corpo.
Il calore che emanava la sua pelle era amplificato, a quella vicinanza
lo
percepiva molto di più.
Gli occhi puntati gli uni sugli altri, i loro respiri si
mescolavano.
Il suo sorriso diminuì a poco a poco, fino a scomparire del
tutto, lasciando
spazio ad un'espressione seria.
Il suo istinto, o qualunque cosa fosse, le fece abbassare lo
sguardo,
fino ad osservare le sue labbra, carnose e stranamente
invitanti.
Furono una calamita per i suoi occhi, e.. non riusciva a spiegarselo.
Corrugò
la fronte, deglutendo quel poco di saliva che le era rimasta.
Sbattè le
palpebre e risollevò lo sguardo verso il suo.
- Mi.. mi arrendo - sussurrò, con un filo di voce, cercando
di non far
trasparire nulla di ciò che pensava. Fu..strano.
Per qualche secondo rimasero immobili. Mosse leggermente le gambe per
tirarsi
su col bacino e sentì scivolare la sua pelle a contatto con
la propria.
Si schiarì la gola, per rompere quel silenzio imbarazzante.
Perchè lui era
ancora sopra di lei? E perchè faceva fatica a liberarsi da
quella presa? Non
che non avesse forza fisica, quella ce la aveva e come.
Ma, il suo corpo non riusciva a rispondere. Che le era preso?
Tyler rimase per qualche minuto con lo sguardo incatenato al suo,
sostenendolo
con intensità e fermezza.
La sentì inizialmente dimenarsi sotto di lui, cercando di
liberarsi da quella
presa, ma poi ogni suo muscolo cedette, abbandonando ogni tentativo di
scampargli. Sentì il suo respiro
accelerare gradualmente e il suo
cuore cominciare a pulsare freneticamente.
Sorrise fingendosi soddisfatto alle sue parole di resa. Per un attimo
credette
che lei si fosse soffermata con particolare attenzione sulle sue
labbra, ma
probabilmente era tutto frutto della sua immaginazione.
Serrò la mascella con forza, reprimendo ogni desiderio che
aveva di avvicinarsi
a lei sempre di più, fino a far aderire i loro corpi e
riassaporare quelle
labbra..
Con uno scatto ritornò a sedersi nell'angolino del divano,
il più possibile
distante da lei, cercando di non incrociare il suo sguardo.
Starle lontano era la sfida più dolorosa e seccante che
dovesse affrontare,
anche perchè non ne aveva la minima intenzione. - --- Sai..
forse sarebbe il
caso che mi riposassi un po'.. -disse in tono basso e cupo mentre si
torturava
nervosamente le dita delle mani.
Quando Tyler si scostò per tornare a sedersi, l'aria fresca
tornò ad aver
contatto con la sua pelle, prima riscaldata da quel calore che il suo
tocco,
anche se lievissimo, le aveva procurato. Sentì una strana
sensazione, come se
in qualche modo quei pochi minuti le avessero lasciato
qualcosa dentro.
Magari era solo un po' di nostalgia, il bisogno di avere un contatto
con
qualcuno, data la mancanza di affetto che le consumava l'anima in quel
momento.
Aveva la necessità che quel qualcuno si prendesse cura di
lei. E, per qualche
strana ragione, che fosse proprio Tyler.
La persona che in quel momento sentiva più vicina,
dopo che sua madre e
Matt l'avevano abbandonata.
Voleva quel poco di sicurezza che solo lui sapeva infonderle. E allora
perchè
quel suo gesto di poco prima, era stato così..strano?
Perchè non aveva
percepito solo la tranquillità di quelle risate, il
benessere del suo sostegno,
ma si era soffermata al calore che le procurava la sua vicinanza, e
persino
alle sue labbra?
'”Ma dai!” pensò scuotendo la testa e
roteando gli occhi.
Poggiò le mani sul divano e con una leggera pressione,
trascinò il busto
indietro, poi si alzò.
- Si, hai ragione. Scusami, è che avevo bisogno di qualcuno
con cui esplodere.
Riposa, è stata una nottata.. intensa. -disse, sospirando.
Tyler notò i movimenti rigidi e meccanici di Caroline, come
se qualcosa
l'avesse turbata. Forse aveva interpretato la sua frase come un rifiuto
della
sua compagnia..non poteva tenerla con sè per sempre, prima o
poi l'avrebbe
dovuta lasciar andare.
Ma le era mancata così tanto in quel periodo in cui erano
stati lontani, e da
quando lui aveva lasciato Mystic falls, non c'era sera che non si
addormentasse
col ricordo delle sue labbra o del suo profumo. A volte, per strada,
gli
sembrava quasi di sentirlo. La vedeva ovunque; attraverso le vetrine
dei
negozi, nei bar, era ovunque.
Ogni cosa che faceva, gli ricordava lei. Non c'era notte che non la
sognasse,
che non trascorresse un minuto senza pensare a lei. E adesso era li, a
un passo
da lui,e non voleva distaccarsene.
La vide allontanarsi verso la vetrata che portava all'ingresso, con uno
scatto
dolorante la raggiunse afferrandole delicatamente il braccio e
indirizzandola a
voltarsi verso di lui.
- Non devi scusarti..-disse avvicinandosi a lei, percependo le
vibrazione del
suo corpo e il suono del suo sospiro delicato.
- Sono qui per te, Caroline. Puoi parlare e sfogarti con me quando
vuoi.
-accennò a un dolce e comprensivo sorriso.
- Ci sarò SEMPRE, per te. - sussurrò con voce
bassa mentre la vicinanza del suo
corpo tornò a tormentarlo e si perdeva nei suoi occhi.
In quel momento, Caroline riuscì a soffermarsi persino sulla
sua voce. Che
suono profondo e melodioso, non aveva mai prestato attenzione a quel
particolare.
Scandì quelle parole così bene, che anche se
distratta da ciò, ne comprese
subito il significato.
Il loro rapporto era così cambiato. Erano i classici amici
di sempre, ma che in
fondo non erano poi così amici, o almeno, non come in
quell'ultimo
periodo.
Avevano imparato a conoscersi, ad aiutarsi.. a volersi bene. Si, lei
gli voleva
bene.
Un piccolo sorriso apparve sulle sue labbra, sospirò
avvicinandosi quanto
bastava da annullare la poca distanza che era rimasta tra di loro.
Lo strinse, cingendogli nuovamente il busto con le braccia. Ed ecco
ancora una
volta la sua pelle, la sentiva scorrere mentre spostava il mento sulla
sua
spalla e poggiava il viso su di essa.
Il suo profumo la invadeva, lo sentì.. più
intenso. Come se fosse diverso.. ma
lo stesso.
“Beh, le sensazioni dei vampiri sono amplificate”
pensò. Ma lo aveva già
respirato, lo conosceva, ed era vampiro anche prima. L'aveva
già toccato,
abbracciato, prima. E non era lo stesso.
Corrugò la fronte, mentre ad occhi chiusi continuava ad
avere il capo chino su
di lui.
- Sto meglio ora. Grazie. - sussurrò, dopo aver fatto un
profondo respiro, e
inalato il più possibile quella fragranza buonissima.
Tyler allacciò nuovamente le sue braccia attorno al suo
busto, e quel contatto,
gli provocò una strana sensazione.
Il contatto con il suo corpo, era la sensazione più bella e
piacevole in grado
di scombussolarlo completamente.
La strinse a sè con forza, avvolgendola con le sue braccia,
al fine di infonderle
sicurezza e tranquillità.
La certezza che lui ci sarebbe stato sempre, che non l'avrebbe
più abbandonata.
Era tutto per lui, era la cosa più importante e preziosa che
avesse, la persona
a cui teneva di più.
Il suo cuore riprese a battere compulsivamente quando
percepì il suo
respiro incendiargli la pelle. Le depositò delicatamente un
affettuoso bacio
sull'incavo del collo.
- Buonanotte - le sussurrò dolcemente, facendole poi strada
fino alla porta
d'ingresso.