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Autore: Wren    02/03/2006    8 recensioni
Watanuki è perseguitato da incubi spaventosi e da spiriti al suo risveglio. (Moooolto accennata WatanukiXDoumeki)
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove si trovava

Buenas noche a todos! XD

XXXHolic mi ha definitivamente, indelebilmente, violentemente traviata. E’ un manga troppo bello!!! E cosa succede quando un manga è troppo bello? CHE CI SCRIVO FANFIC! XD

Beh… passando subito alle cose serie , i diritti di suddetto XXXHolic appartengono alle Clamp e l’ultima volta che ho controllato non ero quattro donnacce che disegnano dannatamente bene e si divertono a sterminare i loro personaggi e a far morire di crepacuore i loro lettori! XD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dove si trovava?

Non riusciva a ricordare… La sua mente era come annebbiata.

Sapeva soltanto che se non avesse continuato a correre , quella cosa l’avrebbe raggiunto.

Sì, ma cos’era “quella cosa”?

Non importava, la cosa fondamentale era non rallentare.

Correva da quello che sembrava un’eternità. Avrebbe dovuto sentire la stanchezza, avrebbe dovuto  mancargli il fiato , eppure non sentiva nulla.

Sapeva che “quella cosa” era alle sue spalle. Non la vedeva , non poteva vederla. Se si fosse fermato per guardarsi alle spalle l’avrebbe senz’altro raggiunto. Quindi cercava di non rallentare, di fuggire il più velocemente possibile.

Eppure non sapeva dove andare. E come poteva se nemmeno  sapeva dove si trovava? Gli pareva di correre attraverso le vie di una città, ma non ricordava di averle mai percorse prime ed era tutto toppo buio per distinguere qualcosa.

Dove poteva rifugiarsi allora?

Non c’è posto per te… in nessun luogo… gli sussurrarono le ombre ai lati della strada.

Avevano veramente ragione?

Ci sono cose dalle quali non puoi nasconderti… sibilarono ancora.

Il buio si fece più fitto e davanti a sé non trovò più alcuna strada in cui fuggire. Né a destra né a sinistra una via di fuga che lo salvasse. Si voltò e…

Il nulla. Il niente. Tutto era nero.

La sensazione di essere stato inghiottito dalle tenebre gli scatenò un dubbio angosciante.

Era stato raggiunto da “quella cosa” alla fine?

Le ombre ora si accalcavano attorno a lui in un groviglio indistinto di fruscii e sibili. Non smettevano nemmeno un istante di sussurrargli all’orecchio.

Non puoi scappare… Non ti puoi nascondere…

Fissare quel buio gli dava l’impressione di essere diventato cieco. Chiuse gli occhi e si tappò le orecchie con le mani. Forse così sarebbe sparito tutto.

Le voci però continuavano a sussurrare direttamente nella sua testa.

Non ti puoi nascondere… Non puoi scappare…

C’era qualcosa davanti a lui, riusciva a sentirne la presenza anche senza vederla.

Aprì gli occhi d’impulso e li vide.

Erano sua madre e suo padre o per lo meno le loro forme indistinte e fumose, quanto di loro era rimasto nella sua memoria. Gli sorridevano, ma non era il sorriso amorevole di un genitore, il sorriso che lui ricordava. Un ghigno distorto e malevolo si allargava come una ferita sui loro volti rigati di sangue. Lo fissavano con occhi spalancati, ma spenti, privi di qualunque bagliore di vita. Come poteva essere altrimenti? Erano morti da così tanti anni…

Rimase paralizzato davanti a quella visione che gli aleggiava davanti nell’oscurità senza riuscire a far nulla, senza la forza di fuggire davanti a quella visione.

Non puoi scappare da te stesso… Non ti puoi nascondere da quello che sei…

 

***

 

Watanuki Kimihiro si svegliò di soprassalto scosso dai tremiti. Sentiva il calore umido del sudore appiccicato alla fronte e alla schiena e il suo respiro era affaticato come dopo una lunga corsa.

Dopo i primi istanti di agitazione confusa riconobbe il profilo della propria camera da letto.

Gli incubi stavano peggiorando ultimamente.

Ne aveva parlato con Yuuko e lei aveva accennato qualcosa a proposito dei suoi poteri che si stavano rafforzando e qualcos’altro sul non preoccuparsi che si sarebbe risolto tutto da sé. Il tutto mentre gli chiedeva insistentemente di portargli della birra, il che ovviamente impediva al ragazzo di prendere troppo sul serio i consigli della sua stramba datrice di lavoro.

Si tirò su scalciando via le coperte che gli pareva lo stessero soffocando. L’aria nella stanza era pesante e viziata. Sempre con fiatone cercò a tentoni gli occhiali, li inforcò e arrancò verso la finestra per far entrare un po’ d’aria nella stanza.

Appena scostata la finestra fece un balzo indietro lasciandosi sfuggire un grido strozzato.

Ecco perché faceva fatica a respirare. Assiepati dietro al vetro della finestra c’erano nugoli interi di spiriti che strisciavano l’uno sull’altro.

Watanuki si allontanò velocemente dalla finestra e corse nel piccolo salotto. Con uno strattone spostò la tenda per vedere che anche quella finestra era assediata dagli spiriti. Lì l’aria era anche più irrespirabile.

Il ragazzo arretrò fino al muro opposto alla finestra, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quel macabro spettacolo.

Gli incubi attirano gli spiriti… Avvertono la paura che essi scatenano e desiderano cibarsene…

Yuuko gliene aveva parlato una volta, ma non ci aveva dato troppo peso. Perché ogni cosa detta per caso da quella dona finiva per avverarsi nel peggiore dei modi? Watanuki constatò con sé stesso per l’ennesima volta che Yuuko portava decisamente sfortuna.

Gli spiriti non smettevano un attimo di contorcersi contro il vetro , causando deboli scricchiolii che nel silenzio della notte erano anche fin troppo rumorosi.

Cosa sarebbe successo se avessero rotto la finestra?

Watanuki preferì scacciare via le immagini di sé stesso divorato vivo da quelle viscide creature, dato che in quel momento l’ultima cosa di cui aveva bisogno era precipitare nel panico.

Forse avrebbe potuto telefonare a Yuuko… Forse lei avrebbe potuto fare qualcosa… Ignorò il pensiero del prezzo che la donna gli avrebbe chiesto e si alzò per raggiungere il telefono. Ma proprio sul tavolino di fianco alla finestra doveva averlo messo?

Si avvicinò con cautela, senza togliere gli occhi dalla massa brulicante che lo minacciava oltre il vetro.

Qualcosa al suo avvicinarsi si mosse con maggior energia. Dal groviglio emerse qualcosa che aveva la vaga forma di una testa. Si premette contro il vetro deformandosi ulteriormente e una cosa che doveva essere la sua bocca si aprì in un ghigno simile a quello che aveva visto nell’incubo.

Non puoi scappare…

Watanuki non riuscì più a muovere un passo e prese a tremare. Non riusciva più a distoglierlo sguardo dalla cosa che premeva con sempre più veemenza contro la finestra.

TOC TOC

Un rumore lo risvegliò dalla trance in cui era caduto.

TOC TOC TOC

Gli spirito si agitarono e si dibatterono come se fossero infuriati e spaventati nello stesso tempo.

TOC TOC TOC TOC

Alla fine si ritirarono del tutto e fuori dalla finestra rimase solo il cielo notturno.

Fu a quel punto che Watanuki si riscosse del tutto e si accorse che suddetto rumore altro non era se non un insistente bussare alla sua porta.

Domandandosi ancora se non si trovasse ancora sprofondato in uno dei suoi incubi si diresse ad aprire.

Oi!” lo salutò Doumeki dal di là della soglia.

Watanuki perse in meno di un istante tutta l’ansia e l’angoscia , sostituite dal familiare senso di astio nei riguardi dell’altro ragazzo.

Oi??? OI??? TI PRESENTI ALLE QUATTRO DI MATTINA A CASA DELLA GENTE E TUTTO QUELLO CH SAI DIRE E’ OI???” sbraitò incurante che , per l’appunto , fossero effettivamente le quattro di mattina e che quindi avrebbe potuto disturbare i vicini.

Non aveva considerato nemmeno che aggredire in quel modo una persona sulla porta di casa potesse essere per lo meno scortese. E neppure si era dato pensiero di chiedersi perché Doumeki fosse lì prima di aggredirlo.

Con Doumeki funzionava sempre così, non c’era scampo.

Il ragazzo neanche parve sentirlo e senza aspettare che l’altro lo invitasse (o che gli sbattesse la porta in faccia , molto più probabilmente) lo superò mentre ancora si agitava furioso, commentando con un pacato “Sei rumoroso”.

Watanuki sbatté la porta violentemente e prese a seguire Doumeki , che nel frattempo esplorava il suo salotto come se si trovasse al museo. Notò che, nonostante le scarpe da ginnastica e il cappotto , sotto indossava ancora il pigiama. Alla fine si lasciò cadere sul divano al centro della stanza e fissò inespressivo come sempre il padrone di casa.

“Hai una casa piccola!” concluse.

L’affermazione, se possibile, fece imbestialire ulteriormente Watanuki.

“Come osi presentarti nel cuore della notte per insultare le dimensioni di casa mia?!” gli gridò contro minacciandolo con un pugno alzato.

“Non riuscivo a prendere sonno…” rispose atono Doumeki.

“E questo cosa dovrebbe avere a che fare con me???”

Watanuki era certo che un giorno avrebbe avuto un tracollo nervoso per colpa di quel ragazzo.

Doumeki si voltò a fissarlo e rimase silenzioso per diverso tempo.

“Se non riesco a prendere sonno è colpa tua” sentenziò infine .

“Che cosa??? Watanuki avanzò minaccioso, pestando i piedi ad ogni passo e premeditando di strangolare l’intruso.

Dev’essere dura… vedere continuamente degli spiriti del genere…” aggiunse Doumeki fissand la finestra.

Watanuki si fermò di colpo, ogni suo proposito omicida scomparso nel nulla. Lo fissò stupito, tentando di capire fino in fondo cosa volesse dire.

“Come fai a…?” provò a chiedere.

“Li ho visti” rispose l’altra tranquillamente.

Ma… come?” Watanuki continuava a non capire.

“Per via dell’occhio, non ricordi?” rispose Doumeki indicando il proprio occhio destro.

Watanuki si portò inconsciamente una mano al volto e la passò a sua volta sul suo occhio destro. Con uno strano groppo alla gola fissò lo sguardo sul ragazzo seduto sul divano , la testa girata ers la finestra ora libera dagli spiriti. Era per quello che…?

Ecco un’altra cosa di Doumeki che lo mandava in bestia. Per quanto discutessero e si insultassero vicendevolmente il ragazzo finiva sempre per fare qualcosa di irrimediabilmente stupido per aiutarlo.

Lasciare che uno spirito gli ferisse il braccio per non farlo precipitare…

Restare in piedi sotto la pioggia per dieci ore ad aspettare che lui riemergesse dal mondo dei morti…

Regalargli metà del proprio occhio perché ritrovasse la vista…

E ora, camminare nel cuore della notte fino a casa sua perché gli spirito lo lasciassero in pace…

Era disarmante avere a che fare con una persona così, che prima ti da dello stupido e sembra fare di tutto per farti perdere le staffe e poi si sacrifica per te. Doumeki diceva sempre con quella sua espressione neutra che lo faceva solo per farsi preparare il pranzo, perché si divertiva a vederlo fare cose assurde, o semplicemente perché non aveva di meglio da fare. Eppure Watanuki non credeva che Doumeki fosse così stupido, per quanto asserisse l’esatto contrario ad ogni occasione, e non riusciva a spiegarsi il suo comportamento in nessun modo. Non capiva mai cosa gli passasse per la testa e questo non gli piaceva per niente. La sua vita era già abbastanza piena di mistero.

“Ehi! Camminare mi ha messo fame! Preparami qualcosa da mangiare!” ordinò improvvisamente Doumeki con la sua solita faccia di bronzo.

“Non mi chiamo Ehi! E per chi mi hai preso, per un ristorante?” si lamentò animatamente Watanuki, distolto completamente dai suoi profondi pensieri. Nonostante ciò si diresse verso la piccola cucina e prese ad armeggiare con pentolame vario. Sapeva di essere in debito, checché potesse dire Doumeki sulle sue motivazioni.

“Vorrei un okonomiyaki!” gli disse il ragazzo dall’altra stanza.

“Ti ho detto che non sono un ristorante!” replicò Watanuki , tirando comunqe fuori dalla credenza il necessario per preparare il piatto richiesto.

Sempre lamentandosi abbondantemente ritornò in salotto armato di piatto stracolmo e fumante, notando che il suo ospite non si era mosso di un centimetro.

“Prendi!”

Gli spinse in mano il piatto , senza preoccuparsi di offrirgli una sistemazione più comoda per mangiare. Non che a Doumeki parve importare molto, si dedicò immediatamente al suo pasto senza nemmeno appoggiare il piatto.

Watanuki rimase a guardarlo accigliato durante tutto il tempo. Ultimo, ma non per importanza, nella sua lista degli aspetti di Doumeki che lo facevano arrabbiare c’era proprio questo. La sua presenza lo faceva sentire strano e confuso per l’accozzaglia inestricabile di sensazioni che scatenava. Rabbia, astio, ma anche una sorta di empatia e l’impressione che fosse la persona che lo capisse meglio. Si lamentava continuamente di essere costretto a preparargli da mangiare, eppure non mancava mai di farlo, era arrivato addirittura a portargli del cibo senza che gli fosse richiesto. Con un sospiro rassegnato Watanuki pensò che forse la vita a stretto contatto con gli spiriti lo stesse facendo impazzire definitivamente.

Nel frattempo Dumeki aveva finito l’okonomiyaki e gli porgeva il piatto completamente ripulito.

“La prossima volta mettici più salsa worchestershire” dichiarò.

“Tu, brutto ingrato…” esclamò Watanuki e cominciò a snocciolare una lunga lista di epiteti poco lusinghieri durante tutto il tragitto fino in cucina, per riporre il piatto nel lavello, e ritorno.

Si sedette pesantemente di fianco all’altro ragazzo fissando imbronciato la parete di fronte. Doumeki era impegnato nella medesima occupazione anche se assai più rilassato.

Passarono alcuni minuti nel silenzio più assoluto e snervante (per quanto riguardava Watanuki). Doumeki non accennava a volersene andare e Watanuki, nonostante la miriade di eventi dell’ultima ora o forse proprio a causa loro, cominciava ad sentire le palpebre pesanti.

“Puoi anche andartene, sai?”  gli disse. Stavolta niente grida od invettive, era troppo stanco. Appoggiò la testa allo schienale del divano e chiuse gli occhi.

“No” rispose semplicemente Doumeki.

Perché no?” stranamente non si arrabbiò. Forse era il sonno, forse il tono che l’altro ragazzo aveva usato.

Perché se me ne vado, quelli ritornano” continuò lui con la medesima semplicità di prima.

“Ti disturba non riuscire a dormire per colpa mia?” chiese Watanuki. Ancora una volta era un peso per qualcuno.

“No”

 Watanuki aprì gli occhi e vide che Doumeki lo stava guardando con la sua solita faccia indecifrabile. Aspettò che se ne uscisse con qualcosa tipo “Se quelli tornano e ti mangiano, chi mi prepara il bento?” oppure “Se resto posso godermi lo spettacolo di un idiota che ha paura del buio!”. Ogni loro discorso in qualche modo serio finiva con questo genere di battuta. Watanuki si sentiva un idiota per aver provato a parlare seriamente a Doumeki e si arrabbiava anche più del normale.

Aspettò fissandolo negli occhi, quasi a sfidarlo a dirgli qualche cattiveria dritto in faccia, ma non arrivò nulla.

Il discorso sembrava finito lì.

Perché allora?” insistette testardamente Watanuki.

Doumeki non rispose immediatamente e distolse lo sguardo tornando a fissare il muro prima di farlo.

Perché non ho nient’altro da fare” concluse.

Watanuki non fu soddisfatto della risposta, ma la stanchezza cominciava ad essere troppa. Richiuse gli occhi e lasciò che avesse il sopravvento. Che se ne rimanesse pure lì dov’era, quell’idiota.

Tra i fumi del sonno si accorse che addormentarsi sapendo che lui avrebbe tenuto lontano gli spiriti, e forse anche gli incubi, gli risultava molto più facile.

Perché mi aiuti sempre?” biascicò che era già nel dormiveglia.

Perché non ho nient’altro da fare” ripeté Doumeki.

Watanuki si addormentò senza sentire la risposta e probabilmente senza essersi reso conto di aver fatto una domanda. L’altro rimase a guardarlo per un po’ e quando fu certo che nulla più avrebbe potuto svegliarlo gli tolse gli occhiali, li ripiegò e li appoggiò al tavolino. Poi gli tolse dalla fonte alcune ciocche di frangia troppo lunghe e cercò nella stanza qualcosa con cui coprirlo. Non volendo frugare troppo in casa altrui, Doumeki si sfilò la giacca e gliela avvolse attorno. Lo guardò ancora per un altro lungo momento prima di risedersi accanto a lui. Quello spostamento fece muovere Watanuki nel sonno il quale si ritrovò appoggiato al fianco dell’altro ragazzo. La cosa non parve dispiacere troppo a Doumeki, tanto che si sistemò meglio contro lo schienale per far stare comodi entrambi e chiuse gli occhi.

Perché mi aiuti sempre?

Il vero motivo gliel’avrebbe detto un’altra volta.

 

 

The end…

 

Com per ogni nuova coppia di cui scrivo, sono partita soft… se la cosa stuzzica, magari mi disinibisco!XD

Quindi , se siete favorevoli a DoumekiXWatanuki (che tra le altre cose, mi sembra una coppia piuttosto evidente anche nel manga stesso) commentate commentate e commentate! ^_____^

Se la fanfic vi ha fatto schifo ma vi va di parlare comunque di questo manga sconvolgente e bellissimo scrivetemi comunque! XD

 

  
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