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Autore: nightswimming    14/06/2011    2 recensioni
- Facciamo che ci pensiamo dopo cena. – disse sbrigativamente Dom, allungando famelico il piatto. Gaia annuì convinta.
- Ottima idea. Va bene grande così? –
- Sì che va bene, amore. Il maiale può trattenersi davanti agli ospiti. – rispose Matt al suo posto, con un sorrisino perfido.
- Vaffanculo, Bells. –
- Bisticciano come due innamorati. – rise Allegra, subito seguita da tutti quanti. – Gaia, non ti ingelosisci mai? -

Una BellDom che è un triangolo, a suo modo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cast your ideals onto me
And I’ll show you what you really need.
 
 
 
 
 
 
 
Sul terrazzo fresco e fievolmente illuminato della casa di Matt al lago, Dom fece una smorfia e scosse inorridito la testa.
- No, Matt, ti prego. Due coppie… Io mi sparo. –
Matt gli rubò il bicchiere di mano e lo riempì fino all’orlo di vino bianco, emettendo un sospiro spazientito.
- Quante storie. E’ solo una cena! E poi cosa vorresti fare, prendere un aereo all’ultimo momento e tornartene a Londra? – ribatté, porgendogli il bicchiere con fare sbrigativo. Dom lo prese rivolgendogli un occhiataccia.
- Neanche per idea. Como è piena di belle ragazze in cerca di un’avventura con una rockstar da raccontare alle amiche. E io mi presto volentieri allo scopo. – rispose, gonfiando il petto per darsi un tono e buttando giù tre abbondanti sorsi di vino. Lo assaporò chiudendo gli occhi, estasiato – era un gran vino, come tutti quelli che Matt gli propinava quando lo voleva corrompere – e quando li riaprì fronteggiò l’espressione sarcastica dell’amico con il proprio miglior cipiglio sbruffone.
- Dom… -
Il batterista alzò gli occhi al cielo.
- …Che c’é. –
- Gaia ci tiene. Lei e sua cugina Allegra sono cresciute insieme, e stasera lei porta il suo nuovo ragazzo. Voleva approfittare dell’occasione per fartela conoscere. – lo apostrofò Matt, addolcendo la voce come un padre con il proprio figlio un po’ testardo.
Dom si portò una mano alla fronte con aria fintamente svenevole, ma capì in cuor suo di aver perso la partita.
- Oh, Gesù. Gaia ci tiene. –
- Sì. –
Matt sentì che sbuffava, anche se, a causa della penombra, non riusciva a vederlo bene in viso; e sorrise soddisfatto.
- Non sono mica il suo fidanzato. Tu lo sei! – si lamentò fiocamente Dom, arreso, appoggiando un braccio alla balaustra. Matt gli si avvicinò e lo imitò lentamente.
- Dom… -
- Oh, falla finita con quella faccia! Resto. –
Matt avvicinò il bicchiere e lo fece tintinnare contro quello dell’amico.
- Lo faccio per lei, non per te. – mugugnò il biondo, ma una luce divertita gli brillava negli occhi.
Si sorrisero.
- Oh, va benissimo. E’ Gaia che comanda, tra noi due, l’ho sempre sospettato. –
Dom alzò le spalle.
- Contento tu… -
- E’ colpa di tutta quella roba psicologica che studia. Mi tiene in scacco. Prevede tutte le mie reazioni, sfrutta i miei punti deboli, decifra i miei tic e i miei sogni… -
Dom scoppiò a ridere davanti all’espressione affranta di Matt e gli appoggiò una mano sulle spalle.
- E’ una gran donna. – gli disse, stringendo la presa sulla sua giacca. Matt tornò a riempire i bicchieri di entrambi con la bottiglia che teneva alle loro spalle, appoggiata sulla balaustra, e Dom propose un altro brindisi.
- A Gaia, che ti sopporta da… -
Matt sorrise, un po’ imbarazzato.
- Nove anni il mese prossimo. – sussurrò, schiarendosi la voce. Stava cominciando a farsi umido fuori.
Dom emise un fischio di apprezzamento.
- Una santa, praticamente. Cheers. –
- Cheers. –
Rimasero a bere in silenzio, seguendo con gli occhi un motoscafo che era appena partito dalla villa a fianco per una scampagnata notturna. C’era una stellata pazzesca e il lago, illuminato quasi a giorno, era uno spettacolo.
- Sì, gran donna, ma è anche una fanatica di… coso… Ligabue o come si chiama e io non ne posso più. – disse ad un tratto Matt, ridacchiando, lo sguardo ancora fisso sulle piccole onde che il motoscafo aveva lasciato dietro di sé. – E sua cugina Allegra è anche peggio. Sette volte, sono andate a vederlo insieme. E due insieme a me. – Emise un verso affranto, probabilmente richiamando il ricordo nella propria testa. – Stasera, se non le distraiamo a dovere, ci tocca sorbirci la discografia completa. – Voltò la testa, incrociando lo sguardo divertito di Dom con sicurezza, come se sapesse perfettamente dove trovarlo anche nel buio. – Mi aiuti ad evitare questa tortura? –
Dom gli fece l’occhiolino.
- Quelle due dovranno cedere. –
 
*
 
Allegra, con il fidanzato al seguito, arrivò verso la fine del secondo ascolto di Buon compleanno, Elvis! e Dom l’amò perché, oltre al fatto di essere attraente come sua cugina, il suo urlo entusiasta indusse Gaia a spegnere lo stereo.
Mentre le due si abbracciavano, Matt si avvicinò a Dom che stava venendo loro incontro per le presentazioni e gli sorrise con un’espressione stranamente aggressiva.
- Dom, - cominciò, sottovoce e in tono suadente, - provaci con Allegra e ti spezzo le gambe. –
- Bells, sei scemo? C’è il suo ragazzo con lei! – ribatté Dom, sgranando gli occhi per la sorpresa. Matt agitò una mano davanti al viso per fargli intendere come considerava quell’obiezione.
- Ho visto come l’hai guardata. –
- Cristo, sono un portatore sano del gene del maschio eterosessuale! E lei è una figa pazzesca! – rispose Dom, sorridendo nel mentre al ragazzone biondo e robusto che stava guardando nella loro direzione con aria timida. Matt sorrise a sua volta, cordiale.
- Dom? Ti spezzo le gambe. E sii gentile. –
- Sì, mamma. Anche perché quello è capace di ridurmi a un mucchio di ossa e lividi. -
Matt soppesò con lo sguardo il fisico prestante del ragazzo e annuì, soddisfatto. Dopodiché salutò con affetto Allegra che gli era saltata al collo e la serata cominciò.
 
*
 
Gaia, fasciata in un elegante abito da cocktail, fece la sua entrata trionfale in terrazzo con le melanzane alla parmigiana ben strette fra le presine colorate; un’unanime ovazione percorse il tavolo affamato.
- Gaia, - disse estasiato Dom con l’acquolina in bocca, mettendosi il tovagliolo sulle ginocchia con un gesto velocissimo, - sposami. –
La ragazza gli lanciò un bacio a mezz’aria e cominciò a tagliare porzioni sufficientemente abbondanti.
- C’è un problema, però, Dommie caro. – disse, cinguettando. Allegra e il suo ragazzo si presero per mano e cominciarono a ridacchiare. – Quella seccatura del tuo cantante. Che facciamo, lo uccidiamo e lo buttiamo nel lago? –
Matt sospirò.
- Se proprio dovete sacrificare un genio della musica per la vostra sporca tresca, fate pure. -
- Facciamo che ci pensiamo dopo cena. – disse sbrigativamente Dom, allungando famelico il piatto. Gaia annuì convinta.
- Ottima idea. Va bene grande così? –
- Sì che va bene, amore. Il maiale può trattenersi davanti agli ospiti. – rispose Matt al suo posto, con un sorrisino perfido.
- Vaffanculo, Bells. –
- Bisticciano come due innamorati. – rise Allegra, subito seguita da tutti quanti. – Gaia, non ti ingelosisci mai? -
- Finché Matt non mi diventa una ventenne bionda, stupida e in minigonna non ho niente di cui preoccuparmi. – rispose, dando un bacio sulla fronte a Matt e sedendosi accanto a lui. - Allora, cugina, raccontami tutto. Se non ti imbarazza, Marco. –
Il ragazzo fece segno di no con la testa, rassegnato.
- Dopo la centesima volta, Gaia, ho smesso di imbarazzarmi. – disse con lo sguardo rivolto alla propria ragazza. Allegra gli diede uno schiaffetto sulla mano.
- Stupido. Non è colpa mia se tutti pretendono una spiegazione! –
- Una spiegazione per che cosa? – si intromise Dom, a bocca piena. Allegra sorrise.
- Ma per niente, in realtà. Io non ci trovo nulla di così strano. –
- Mi sto incuriosendo. – fece Matt, versando da bere a tutti. L’amico gli lanciò uno sguardo sarcastico che lui ignorò con perfetta noncuranza.
- Beh, io e Marco siamo amici sin da quando eravamo bambini. E non avevamo mai, mai pensato all’altro in quel modo fino a… un mese fa. – concluse, lanciando al ragazzo uno sguardo adorante prontamente contraccambiato. Gaia si pulì le labbra col tovagliolo e alzò un dito con fare saccente.
- Un momento, Alle la sta facendo troppo sbrigativa. E’ più complicato di così: questi due erano inseparabili, studiavano insieme, uscivano con lo stesso gruppo, lei accompagnava lui agli allenamenti di calcio e lui accompagnava lei alle lezioni di danza… Così per quanto, dieci anni? Sì, dieci anni. E poi da un giorno all’altro si mettono insieme, zac, con la massima disinvoltura. –
Matt ridacchiò e fissò lo sguardo su Marco e Allegra che si scambiavano un brindisi, evitando per qualche strano motivo gli occhi di Dom che sentiva essersi piantati su di lui. Sentì che masticava piano, lentamente, e che altrettanto lentamente avvicinava il bicchiere alle labbra e lo vuotava tutto d’un colpo. Sentì quando lo riappoggiò sul tavolo e avvertì il fruscìo della stoffa dei suoi pantaloni quando accavallò le gambe con un movimento nervoso.
Era come se il fatto di non voler badare a Dom amplificasse ogni minima sensazione collegata a lui.
Per questo, quando lui parlò, la voce frettolosa e sinceramente interessata, Matt quasi sobbalzò per la sorpresa.
- Cioè vi conoscete alla perfezione, difetti, qualità, fissazioni, fobie… E riuscite ad amarvi comunque? Non ci vorrebbe un po’ più di mistero per scatenare la passione? –
Matt si girò finalmente a guardarlo. Si era lasciato andare indietro sulla sedia, e aveva un’espressione serena, calma, di tranquilla concentrazione su quello che stava chiedendo, i capelli biondi schiariti dal sole e gli occhi brillanti per il vino che spiccavano sul viso abbronzato.
Matt si disse distrattamente che d’estate diventava molto bello, sin da ragazzo. Non che non fosse bello anche d’inverno, o d’autunno, ma d’estate era diverso. Sembrava accendersi di una luce nuova. Tutti i suoi ricordi più piacevoli con Dom erano concentrati in estate: ma era naturale, era il periodo dell’anno in cui potevano scegliere di vedersi secondo la loro volontà e non perché erano obbligati dai tour. D’estate la loro amicizia si esprimeva per quello che era, declinata secondo l’assenza totale di impegni e stress, presa nella sua forma più pura e intensa.
D’estate, per questo motivo, non litigavano, o litigavano raramente e sempre per sciocchezze. D’estate Dom passava un sacco di tempo al lago con lui e Gaia e insieme si divertivano come pazzi. D’estate Matt gli proponeva le sue idee migliori e Dom le guarniva sapientemente con i suoi consigli da amico e da musicista coi controfiocchi.
E d’estate, un anno prima…
- Ero della tua stessa opinione, Dominic. – disse Marco, riscuotendo Matt dai propri pensieri. – So tutto di lei, il meglio ed il peggio. La conosco meglio di quanto  conosca sé stessa, probabilmente. – I due piccioncini si scambiarono uno sguardo complice e Gaia sorrise alla cugina con un’espressione quasi commossa. – Una cosa del genere avrebbe potuto farmi perdere ogni interesse, se fosse stata un’altra persona… Ma con Allegra no. Sapevo che aveva qualcosa di… Insomma, l’ho sempre trovata bella, mi sembrava oggettivamente innegabile. – Si interruppe per accendersi una sigaretta, e Dom lo imitò, attento alle sue parole. – E intelligente, e interessante, e tutto il resto. Non soffrivo quando mi presentava i suoi ragazzi, anzi, molte volte ci sono diventato pure amico. Un giorno però si è presentata a casa mia ed è scattato qualcosa. Forse una latenza di cui ero inconsapevole… Non so. E’ stato come se l’avessi vista per la prima volta: ma non è stato un colpo di fulmine in ritardo. E’ stato piuttosto un lampo di genio. Sì, un lampo di genio. Come quello di un pittore che si immagina in testa il suo quadro migliore… Come quello di Matt la volta in cui ha scritto Citizen Erased. – concluse, avvicinando sorridente il bicchiere a quello di un altrettanto sorridente Matthew.
- E’ la tua preferita? – chiese lui, interessato, e Marco intavolò una conversazione su quanto Citizen Erased fosse la canzone che avrebbe scelto se lo avessero costretto a decidersi con una pistola alla testa fra tutte quelle dei Muse – perché ovviamente erano tutte “fantastiche, Dio, tu non sai quanto vi ho ascoltato da dieci anni a questa parte”.
Il racconto della felice coppietta sfumò così nell’ennesima consacrazione dei Muse, e a Matt non dispiacque per niente, sia per vanità sia perché sentiva di essere scampato in quel modo da un discorso disturbante.
Dom stette zitto per il resto della serata, ridendo di tanto in tanto e dando fondo a diversi bicchieri di spumante con aria assorta.
   
 
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