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Autore: MissCherie    14/06/2011    3 recensioni
Lui era così bello in quel momento , così vicino che potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra che pizzicavano frementi di un contatto più intimo , così silenzioso che faceva rendere quel momento magico [...] Lo guardai negli occhi cercando di scovare un segno di pentimento , ma invece lessi solo .. desiderio e quella cosa mi fece talmente scombussolare che decisi di colmare quelle distanze poggiando le mie labbra sulle sue che risposero al contatto baciandomi a sua volta . Era ustione , era smania , era desiderio ...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Ed ecco un nuovo capitolo! Innanzitutto grazie a tutte quelle che stanno leggendo la mia storia, anche se vorrei avere qualche recensione per sentire i vostri commenti o anche le vostre critiche, sia chiaro xD Spero che questo capitolo vi piaccia e … Buona Lettura!
 
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Capitolo 5

 
 


Era come bruciare, ardere. I suoi occhi caldi e intensi mi facevano sentire così. Semplice e … inutile. Mi rendevano nuda a lui , esposta di tutti i miei segreti, di tutte le mie sensazioni. E ciò mi metteva paura perché forse …

Lui stava diventando qualcosa di più …

E mentre lo guardavo, guardavo i suoi capelli bagnati dalla pioggia che gli ricadevano sulla fronte facendo scendere quelle goccioline lungo il suo viso, lungo le sue labbra aperte in un sorriso timido, lungo la sua gola e fin dentro alla sua giacca nera … guardavo le sue mani che tenevano una  busta del Mac Donald e in quel momento aggrottai le sopracciglia alzando poi lo sguardo incatenandolo nel suo verde smeraldo. E capì. Capì che dopotutto non riuscivo a stargli lontana, perché lui mi faceva ridere, mi faceva provare sensazioni strane e .. in qualche modo sentivo fin dentro le ossa che mi capiva.

<< Posso entrare? >> mi chiese mentre vedevo il suo sorriso allargarsi. Stupido, strafottente e …. Dolce … . Ma che cazzo di pensieri andavo a fare? Ok, era andato a comprare la cena per noi due e evidentemente voleva farsi perdonare ma … perché adesso? Perché? Poteva farlo anche quella mattina ed invece mi aveva ignorata bellamente.

<< E se ti dicessi di no? >> dissi socchiudendo gli occhi mentre battevo nervosamente il piede a terra. Si , cazzo, ero nervosa .. nervosa perché vederlo lì a pochi passi da me e sentire i suoi occhi guardarmi mi provocava una grossa fitta al petto che mi faceva aumentare i battiti.  Lo vidi sorridere e staccarsi con la mano dallo stipite della porta sbattendo le braccia lungo i fianchi.

<< B’è se la metti così, allora vorrà dire che mi mangerò questi due Big Mac da solo a casa mentre mi guardo il Diario del Vampiro sapendo però che avrei voluto guardarlo con la mia puffetta acida >> mi disse lui inclinando di poco il volto come se voleva scrutarmi per vedere qualsiasi reazione da parte mia. Come faceva  a sapere che adoravo, anzi amavo, il Diario del Vampiro?  Gli sorrisi . Ma che diamine sorridevo? Pronto? Arianna? Lui era il ragazzo che ti aveva umiliata e tu …

Ma come facevo a resistere a quegli occhi? A quel sorriso?

<< Parola d’ordine? >> dissi sorridendo come una bambina che aveva davanti il suo regalo preferito. Solo che in quel contesto era un regalo proibito, un regalo di carne non di carta … ed io quel regalo lo desideravo con tutta me stessa.

<< Scusa >> mi sussurrò lentamente imprimendo con i suoi occhi il loro significato che mi causò un brivido lungo la schiena.
Perché lui era vertigine, era smania … e per te era proibito.

<< Non basta … >>. Non mi bastava una semplice parola, non mi bastavano quegli occhi ad incendiarmi e ad indurmi come una bambolina di pezza nelle sue mani. Mi sentivo creta, creta che si stava modellando piano piano  a suo piacere e questo mi faceva paura. Ogni suo sorriso mi scaturiva qualcosa, ogni suo sguardo mi provocava brividi … .

<< Scusami per aver detto quelle cose, non volevo , ero arrabbiato per delle cose e ho attaccato a te e non dovevo >> mi disse più sicuro ed io lo guardai. Guardai i suoi occhi puntati nei miei , liquidi … guardai le sue labbra ora dischiuse aspettando una mia possibile risposta .. ma cavolo, i suoi occhi erano la risposta di tutto. Non c’erano parole per descrivere cosa mi stavano trasmettendo …

<<  Perfetto , entra  >> … e sapevano manipolarmi a suo piacimento tant’è che vidi un sorriso aleggiare su quelle labbra perfette prima di entrare e chiudersi la porta dietro firmando la mia condanna. Il ragazzo posò le buste sul tavolo mentre io accendevo la tv e per questo non mi accorsi che Andrea si era avvicinato pericolosamente e mi aveva abbracciata stretta a se. Sentivo le sue mani aperte sulla mia schiena, il suo respiro caldo sul mio collo che mi provocò un lungo brivido che mi fece sospirare. Sentire il suo corpo caldo stretto al mio mi faceva sentire bene, protetta ed io avevo bisogno di questo.

<< Scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa … >> cominciò a sussurrarmi ripetutamente ed io risi chiudendo per un attimo gli occhi .

<< Ehi ! Ho capito! Non ancora perdonato del tutto , ma ho capito >> gli dissi scostandomi un pochino per poterlo guardare negli occhi specchi dei miei. Forse era mia immaginazione, o forse il sonno stava già prendendo il sopravvento, ma nei suoi occhi lessi un misto di gioia e felicità. Ed era strano perché al contempo sentivo la stessa cosa anche se ero un po’irritata per le parole che mi aveva detto quel giorno. Ma la cosa che non mi aspettavo proprio in quel momento era un ‘ altra … . Si avvicinò lentamente al mio viso mentre sentivo il suo respiro mischiarsi al mio, mentre sentivo il suo naso sfiorare il mio … ed un esplosione di emozioni mi prese allo sprovvisto. Il cuore, il mio povero cuore ormai confuso, batteva all’impazzata incapace di fermarsi mentre il mio cervello aspettava una sua mossa , perché lui era immobile, con il respiro corto visto che avevo le mani sul suo petto e lo sentivo. Così pochi centimetri, sentivo così caldo o forse era il caminetto? Ma non importava perché in quel momento io ero nella mia bolla assieme a lui, con il fiato sospeso e uno strano formicolio sulle labbra. Lo volevo .. sentivo con tutte le mie particelle che lo volevo, ma non potevo.

Lui stava diventando troppo importante …

Sembrò capirlo anche lui perché sentì le sue labbra sulla mia guancia, calde, bollenti … e chiusi gli occhi a quel contatto. Ma non potevamo fare passi affrettati, mi aveva chiesto scusa poco prima che figura ci avrei fatto se lo avrei baciato? Ma poi .. lo avrei voluto baciare? Il mio cuore diceva di si , ma la mia mente mi intimava di non farlo troppo presa dal pensare di nuovo alla mia sofferenza. Ma quando lo sentì staccarsi da me , sospirai e lo vidi andare a sedersi sul divano in silenzio portandosi i panini. Lo raggiunsi mettendomi al suo fianco e poi presi il telecomando accendendo la televisione e iniziando a guardare il telefilm in silenzio.

<< Certo che qui il Big Mac non è chissà che … >> disse Andrea facendo una smorfia e io risi. Lo sapevo bene che non erano un granché , ma bisognava accontentarsi .

<< Perfettino … >> sussurrai cercando di farmi sentire per vedere che combinava  e in cambio ricevetti uno sguardo assottigliato mentre vedevo il suo volto scurirsi. Bah, non era bravo a fare la faccia da duro! Cercai di trattenermi dal ridergli in faccia .

<< Guarda che ti ho sentito, nana! >> sbottò mangiando un altro boccone del panino al quale seguì un’altra smorfia. Non era vero che erano cattivi! Forse erano un po’ troppo cotti e crudi , ma a me piacevano. Ci credo lui non era abituato alla nostra cucina americana, ma doveva accontentarsi fin quando non sarebbe andato via per ritornarsene al suo paese. E subito una fitta mi colpì. Dio, Ari , ma che ti sta succedendo? Scrollai le spalle e decisi alla fine di non rispondere alla sua provocazione. Ok , lo sapevo che ero bassa quindi non mi dovevo lamentare, no? Continuai , incurante delle sue occhiate maligne, a guardare il telefilm perdendomi a fissare il vampiro Damon con la bava alla bocca. Lui era molto più bello di Stefan ovviamente! Mi piacevano di più i ragazzi oscuri, con quell’aria da tenebrosi e mille segreti da nascondere che poi venivano sempre a galla. E mentre stavo rimuginando nei miei pensieri, non mi accorsi che Andrea aveva preso la maionese e me l’aveva spalmata sul naso facendomi fare un’espressione adirata e buffa mentre lo vedevo ridere sotto i baffi. Così presi un fazzolettino e mi pulì per poi spiaccicarlo in faccia al ragazzo che soffocò un imprecazione ridendo infine.

<< Ok, ok! Siamo pari! >> sbottò ridendo ed io annuì appoggiando la testa sulla sua spalla mentre sentivo il suo braccio circondarmi la schiena. Per un momento chiusi gli occhi sentendomi bene ed a mio agio, perché con lui stranamente non c’erano momenti no. Ovviamente solo quando non litigavano.

<< Da quanto tempo siete fidanzati te e Alice?  >> gli chiesi e mi maledì per quella sciocca domanda. Non mi piaceva affatto quella ragazza, sorrideva sempre e si muoveva da .. Ehm , lasciamo perdere. Mi metteva il nervoso e quella sera in discoteca se continuava a guardarmi presa dalle mie stupidaggini gli avrei rifilato uno schiaffo. Davvero!

<< Te l’ho già detto … da quest’estate >> mi rispose mentre io, con il dito, tracciavo disegni astratti sulla sua maglietta sentendo sotto i polpastrelli i suoi muscoli. Doveva praticare qualche sport e avrei scommesso sul calcio. Tutti i miei amici maschi facevano calcio. Uno sport un po’ violento, ma che a modo suo piaceva anche a me.

<< Ne sei innamorato? >> gli chiesi alzando di poco il viso e sentì il suo respiro fermarsi mentre vedevo i suoi occhi abbassarsi nei miei finché non vidi un tenero sorriso aleggiare sulle sue labbra carnose. E lì capì. Capì che dopotutto ne era innamorato vedendo i suoi occhi brillare, il suo sorriso che mi faceva intendere e quando lo vidi aprire bocca per rispondermi il cuore mi si fermò …

<< No >> … e subito dopo ricominciò a battere. Tum … Tum … Tum … e sotto i baffi sorrisi. Da una parte mi dispiaceva per lei , ma dall’altra .. mi sentivo felice … E questa cosa non andava affatto bene. Anzi, per niente! Ormai ero partita per la tangente , il mio cuore era partito per la fase di non ritorno, ormai ogni volta che sentiva la presenza di Andrea incominciava a battere veloce veloce come una macchinina e sapevo che …

Lui stava diventando qualcosa di più …

<< Sai a volte la invidio, la tua ragazza …  >> dissi io azzittendomi subito dopo per aver detto quella stupidata , ma subito i suoi occhi color verde smeraldo si incatenarono nei miei con quella malizia che non mi promise niente di buono. Il suo sorrisetto si allargò fino ad arrivare agli orecchi e io temetti che avesse capito male. Divenni rossa come un peperone.

<< Non nel senso che la invidio per te! >> sbottai balbettando e salvandomi in corner mentre lo vedevo trattenersi dal ridere. Dio mio, stare zitta mai no, è? Sospirando mi misi distesa sul divano appoggiando la testa allo schienale mentre vedevo Andrea guardarmi con un cipiglio alzato.

<< E’ un invito a nozze? >> mi disse malizioso ed io non capì subito la sua insinuazione ma quando vidi che avevo le gambe completamente spalancate arrossì di botto coprendomi il viso e chiudendo immediatamente quelle gambe che chissà come avevano vita propria . Mi stavo mettendo in imbarazzo da sola, record! Ma improvvisamente sentì le sue mani calde sui miei ginocchi e li mosse per spostarli . Ma che diavolo voleva fare? Lo vidi darmi la  schiena e poi stendersi su di me arrivando a toccare con le spalle il mio petto e sentì i suoi capelli solleticarmi il mento e sorrisi . Le sue mani presero a stuzzicarmi il piede ed io risi visto che soffrivo il solletico. Era così premuroso in quel momento, come un dolce fratello. E la cosa mi piaceva. Mi piaceva che lui mi prestasse attenzione e più di tutte , mi piaceva sentirlo così vicino. Così vicino da sentirne il profumo, vicina da sentirne il calore … .

<< Perché la invidi? >> mi chiese poi spezzando quel silenzio ed io sospirai. La invidiavo per tutto. La invidiavo perché era bella, perché aveva lui, perché poteva baciarlo, abbracciarlo e scherzarci insieme. La invidiavo e il mio cuore sapeva il perché , ma la mia mente no. Confusa e sbarazzina da farmi sorridere ..

<< La invidio perché è bella, perché attira l’attenzione dei ragazzi anche senza far niente ed io non ne sono capace affatto. Io con l’altro sesso non sono una cima >> ammisi mentre prendevo tra le dita i suoi capelli giocandoci. Mi ricordai quel giorno in discoteca, quando glieli avevo toccati, sentendone la morbidezza e subito un brivido mi pervase. Perché ripensai anche a quando avevo toccato le sue labbra … perfette e proibite. Ma improvvisamente , riscossa dai miei pensieri, sentì il ragazzo ridere e inclinare la testa all’indietro fino a sfiorare il mio mento con le labbra  in un casto bacio che mi fece mancare qualche battito perché era terribilmente dolce in quel momento.

<< Ognuno è diverso .. tu attrai i maschi in una maniera e lei in un’altra. A me piaci così come sei infatti >> mi disse soffiando sul mio mento ed io risi piano.

<< Ti attraggo signorino Darvo? >> dissi cercando di sembrare scherzosa, ma in realtà ero tesa come una corda di violino mentre aspettavo una sua risposta che ovviamente sarebbe stata in negativo. Come potevo piacergli? Aveva Alice! Perfetta, bella … aveva tutto , poteva offrirgli tutto.

<< Non immagini nemmeno quanto … >> mi rispose sussurrando cercando di far sembrare ironica la frase, ma non ci riuscì e io rimasi senza respiro. E dire che il povero cuore era partito era poco. Sembrava volare a 300 km/h verso il Paradiso e sorrisi come una scema. Premuroso, dolce e gentile … gli piacevo … e la cosa non mi dispiaceva affatto. Ero partita ormai per mille filmini mentali da non accorgermi che lui aveva preso il tubetto della maionese versandone un po’ sul mio collo facendomi rabbrividire e lanciare un’occhiata torva al ragazzo di fronte che mi sorrideva .

<< Deficiente! Ma sei scemo ? >> sbottai io e avvicinai la mia mano a quell’appiccicaticcio sul collo, ma lui mi precedette prendendomi il polso tra le mani guardandomi con un sorrisetto malizioso che non prometteva nulla di buono.

<< Faccio io >> mi rispose e lo vidi chinarsi su di me . Che voleva dire? Aggrottai le sopracciglia, ma poi spalancai gli occhi per la sorpresa e mi lasciai scappare un sorriso sentendo le sue labbra baciare il mio collo delicatamente come se era una piuma , come se ero creta nelle sue mani. Una bambola che veniva manovrata. Sospirai e chiusi gli occhi gettando la testa all’indietro mentre sentivo la sua lingua levare l’ultimo residuo di maionese sulla mia pelle. MA io volevo che continuasse, volevo ancora sentire le sue labbra calde sulla mia pelle, quelle labbra che mi avevano provocato in quei pochi secondi miriadi di brividi e tanti pensieri poco rispettabili . E poi lo sentì mordermi la pelle ed io scattai in alto toccandomi il punto .

<< Mi hai morso! >> dissi stizzita rifilandogli poi un pugno sulla spalla in fare giocoso.

<< E dai tesoruccio mio! Era una dimostrazione d’affetto! >> scherzò lui facendo quella faccia da cucciolo bastonato che mi piaceva tanto. Con il labbro inferiore tremolante, gli occhi scherzosi che brillavano … uno spettacolo veramente buffo a dirla tutta.

<< Amore mio, allora vieni qui e fatti abbracciare! >> dissi io e lui si avvicinò allargando le braccia, ma non sapeva affatto il mio intento. Con un sorrisetto amaro e scherzoso, allungai il braccio dietro di me e presi il tubetto del Ketchup rigirandomelo tra le mani finché non lo vidi abbastanza vicino da poterglielo spiaccicare sui capelli. Con uno scatto fulmineo feci uscire la sostanza rossa dal tubetto imbrattandogli la maglietta e i capelli ridendo come una scema mentre vedevo la sua faccia sconvolta sapendo che gli avevo sporcato i suoi adorabili capelli. Bah, i maschi con la fissa per i capelli non li capivo proprio. Ad esempio mio fratello quando aveva 16 anni si metteva così tanti chili di gel su quella cresta da porco spino ed io per dispetto ci passavo la mano mentre vedevo la sua espressione tramutarsi da ti adoro sorellina cara a ti odio brutta pestifera! Stavo ancora ridendo quando improvvisamente sentì la serratura della porta scattare e vidi comparire mia madre con dei fogli in mano e la sua immancabile borsa. Trattenni il fiato. Ebbene si, mia madre era tornata a casa … . La vidi guardarmi con i suoi grandi occhi chiari truccati con mascara e matita nera mentre vedevo le sue labbra sottili distendersi in un sorriso. Il ragazzo affianco a me tossì imbarazzato.

<< Ehm … ‘sera >> disse alzandosi per presentarsi a mia madre che non distoglieva gli occhi da me mentre mi sorrideva con una strana malizia.

<< Ciao ragazzi , battaglia di salse? >> disse ironica poggiando le chiavi della macchina sul mobile affianco al divano. Arcuai un sopracciglio. Come mai era così di buono umore?

<< Si, ma niente di che! >> mi affrettai a dire mordendomi le labbra. Perché era tornata adesso dopo tre settimane di assenza? Perché mi aveva lasciata e adesso si presentava qui come se non fosse accaduto niente, come se non avessimo litigato per i suoi continui spostamenti?

<< Già signora! Mi scusi per il disturbo , io …  >> disse Andrea cordialmente prendendo la giacca per andare via. Mia madre lo liquidò con un gesto della mano mentre gli sorrideva cordiale.

<< Oh no caro! Non mi chiamare signora , mi fai sentire vecchia! Chiamami Francesca >> disse lei ed io per poco non spalancai la bocca dallo stupore. Era mia madre? Ma siamo sicuri? Andrea fece per aprire bocca per rispondere ma fu interrotto di nuovo da mia madre.

<< Che ne dici caro se rimani a dormire qui? >> gli propose semplicemente. Rimanere … a dormire qui? Ma stavamo scherzando?

<< Oh , no grazie , ma mio padre sarà  in pensiero ed è meglio che vada e poi perderò il pullman >>  disse lui riprendendo la giacca ma Francesca lo guardò sorridente e scosse la testa  come un diniego.

<< Piove a dirotto e per di più sei venuto qui con il pullman che ora non passano più . Chiama tuo padre  e digli che stai qui a dormire >> gli disse e gli porse il telefono di casa rimanendo per un po’ di secondi con la mano per aria visto che lui non si decideva a prenderlo in mano. Mi guardava imbarazzato senza sapere rispondere.

<<  Mamma .. ma se non vuole … >> dissi io cercando di sdrammatizzare quell’imbarazzo che ovviamente venne ripudiato con un alzata di spalle da mia madre.

<< Oh suvvia Arianna! Non fare la bambinetta viziata! Adesso vieni con me che andiamo a preparare il letto mentre il tuo amico telefona >> mi disse dirigendosi verso le scale e poco dopo la seguì lanciando un ultimo sguardo ad Andrea che mi rivolgeva le spalle intento a comporre il numero del padre. Entrai in camera mia e vidi mia madre aprire il divano letto per poi prendere le coperte. Perché era così premurosa? Mi appoggiai allo stipite della porta guardandola.

<< Perché sei tornata? >> le dissi sussurrando e la vidi fermarsi con un cuscino in mano. Sospirò rassegnata mettendosi a sedere sul letto e facendomi segno di seguirla.

<< Sarei bugiarda se ti dicessi che mi sei mancata? Tesoro, sono stata una stupida a lasciarti e dovevo capirti quando mi avevi detto che non potevo sempre lasciarti andare … ma devi capire che tutto questo che sto facendo lo faccio per noi, per te .. papà avrebbe fatto la stessa cosa >> mi disse per poi abbracciarmi mentre io sentivo le lacrime pizzicarmi alla base degli occhi. Mamma era tornata per me , non perché non aveva più pratiche da fare. Sorrisi a quella constatazione e l’abbracciai forte imprimendomi nella mente la sua stretta calda, il suo profumo … lei era mia madre e non potevo lasciarla andare per nessuna cosa al mondo. Mi aveva cresciuta e mi aveva risollevata dopo la morte di papà, come una persona giusta e ragionevole poteva fare.

<< Comunque , tesoro, proprio un bel ragazzo >> mi disse sciogliendosi dall’abbraccio guardandomi maliziosa. Alzai gli occhi al cielo mentre un sorrisino ironico mi spuntava sulle labbra .

<< Mamma … >> l’ammonì guardandola e lei rise per poi alzarsi e continuare a sistemare il letto che avrebbe ospitato il mio amico. Già, amico .. ma eravamo proprio sicuri che per me era solo un amico? Quella strana sensazione allo stomaco ogni volta che lo vedevo, il mio cuore che batteva furioso ogni volta che mi sorrideva … che cosa voleva dire?

Lui stava diventando qualcosa di più …

Ed era proprio vero e non c’era nulla da fare. Ma per lui? Per lui era la stessa cosa? Quello che prima aveva cercato di sdrammatizzare con un tono ironico , poteva esserne la prova? Ma lui aveva Alice ed era la sua ragazza …

<< Adesso neanche le mamme posso fare un commento sul fidanzato delle nostre figlie? >> mi disse come se fosse una cosa ovvia. Per poco non mi trattenni dal ridere? Fidanzato?
Magari …
Stupida coscienza che mi faceva fare pensieri stupidi e senza senso!

<< Ma non è il mio ragazzo! È solo un amico >> ribattei e lei scosse la testa come se sapesse qualcosa che io non ero a conoscenza. Si era mai detto che le madri avevano un sesto senso sulle proprie figlie? La mia ne era la prova.

<< Si , si proprio un amico. Lo guardi in una maniera … >> … ed era proprio vero. Non riuscivo a non guardarlo. I suoi occhi mi attiravano in una maniera strana , come una calamita, e per di più il suo sorriso così bello e solare mi metteva angoscia. Un ragazzo così perché doveva venire a guardare me? E lì di nuovo una fitta mi pervase.

<< Mi scandalizzi,lo sai? >> dissi cercando di sdrammatizzare , ma non ci riuscivo. Non riuscivo a levarmi quella strana fitta, quella strana sensazione che giorno e notte mi prendeva levandomi il respiro. Perché mi stavo affezionano a lui? Perché …?

<< Suvvia! Sono pur sempre stata giovane anche io è! E poi , se ero in te , ci avrei già provato … >> mi rispose maliziosa e la vidi scrutarmi negli occhi come a vedere una mia reazione. Perché anche per lei ero un libro aperto … . Dire che la mia faccia era scandalizzata era poco. Per poco non sentivo la mia bocca toccare terra. Strano che mia madre era tornata così pimpante e scherzosa. Qualcosa non quadrava, ma in quel momento non avevo voglia di stare a fare la detective .

<<  Mamma! Primo è fidanzato , secondo non gli piaccio e mi considera solo un’amica e terzo … non mi piace >> dissi e all’ultimo avevo cercato di ammetterlo anche a me, ma quelle semplici parole a stento erano riuscite ad uscirmi dalle labbra . E lì mi ero resa conto che dopotutto mi piaceva, che mie erano piaciute le sue attenzioni prima e che forse …

Lui stava diventando qualcosa di più …

E la cosa mi pesava , mi pesava più di tutte . Primo perché non potevo dirglielo visto che era fidanzato e secondo … perché avevo paura che niente sarebbe stato come prima. Che la nostra amicizia si sarebbe spezzata e tutto. In quei momenti mi bastava solo vederlo ridere con me e basta . Ma mia madre mi pose in quel momento una domanda …

<<  Ti sei domandata allora perché questa sera è rimasto a cena con te e non è andato dalla sua ragazza? >> … alla quale rimasi senza risposta, alla quale stavo cercando di trovarla. Ma prima che potessi rispondere vidi comparire sulla soglia della camera Andrea con un sorriso che mi fece perdere qualche battito. Perché sapeva destabilizzarmi anche con piccole cose?

<< Grazie Francesca la saluta mio padre >> disse dando a mia madre il telefono di casa per poi venirmi affianco. Mia madre ci lasciò soli nella stanza non prima di averci dato la buonanotte e chiudere la porta lanciandomi uno sguardo malizioso. Mannaggia a me che avevo detto che andava bene che rimaneva qui  a dormire! Adesso chissà che penserà mia madre! Si starà già facendo i filmini mentali … . Mi girai per fronteggiarlo e lo vidi aggrottare le sopracciglia segno che era molto confuso della mia reazione in quel momento. B’è avevo le guance rosse, le mani sui fianchi e gli occhi assottigliati. Quella notte sarebbe stato moolto difficile dormire … .

<<  Stupido scimmione! Perché hai accettato di rimanere a dormire? Russerai come una tromba!  >> sbottai alzando gli occhi al cielo. In realtà sapevo perfettamente che quella sera il suo profumo e la sua vicinanza mi avrebbero messo in delirio il cervello che ormai stava per partire per la tangente proprio come il mio cuore. Lo vidi trattenersi dal ridere e poi si mise a sedere sul suo letto che praticamente era appiccicato al mio.

<< Già proprio come una tromba … >> disse lui allusivo e non capì subito il significato delle sue parole finché non lo vidi sghignazzare come un deficiente . Oddio! Presi il cuscino che era dietro di me e glielo tirai sulla testa colpendogli in pieno la faccia e facendolo mugolare dal dolore.

<< Ah, ma sei manesca tu! >> sbottò toccandosi il punto dove la cerniera del cuscino l’aveva preso. Era adorabile vederlo con gli occhi imploranti e quella faccia dove trapassava un pochino di dolore.

<< Vuoi  che ti dia anche un calcio nelle parti basse per risvegliare il tuo amichetto dal profondo letargo di 18 anni? >> dissi scherzando , ma quando vidi i suoi occhi sprofondare nei miei trattenni il respiro. Dio, come erano belli … quegli occhi che si posavano su miriadi di ragazze , ma che in quel momento stavano guardando me e solo me. E la cosa mi piaceva più del lecito. Sarei voluta sprofondare in quel mare verde, sarei voluta sprofondare con lui … quegli occhi mi tenevano legata, legata ad un filo invisibile che partiva dal mio cuore , ma che ancora un punto di fine non aveva .

<< Mi basti te >> mi disse serio alzandosi lentamente e avvicinandosi pericolosamente a me. Come quel pomeriggio a casa mia … solo che in quel momento qualcosa era cambiato, perché in quel momento la sentivo quella forte attrazione e sentivo che c’era anche da parte sua. Due corpi le cui due anime ancora sono sperdute … si, sperdute perché non eravamo innamorati .. Il mio cuore incominciò a battere furioso nella mia gabbia toracica quando sentì il suo naso piccolo sfiorare il mio, ma poi incominciai a ridere come una matta quando le sue mani artigliarono i miei fianchi facendomi il solletico. Mi buttò sul letto supina e mi raggiunse venendo sopra di me continuando a ridere mentre mi contorcevo sotto di lui. Ma quando , per sbaglio lui perse l’equilibrio me lo ritrovai a pochi centimetri dal viso, divenni rossa dall’imbarazzo. Il suo respiro caldo mi solleticava le labbra e i suoi occhi . Da vicino erano ancor più belli. Potevo notare le pagliuzze dorate attorno all’iride, qualche sfumatura nocciola sullo sfondo verde chiaro … bellissimi . Non mi accorsi che la sua mano, quella sul mio fianco, si era intrufolata sotto la maglietta togliendomi il respiro. La sua pelle calda contro la mia fredda. Qualcosa di sconvolgente che mi aveva fatto venire i brividi. Corpo contro corpo, naso contro naso e occhi negli occhi. Un solo movimento e tutto sarebbe scoppiato in un bacio. Ma nessuno dei due si muoveva, nessuno dei due riusciva a fare il primo passo. Eravamo troppo intenti a confonderci nei nostri occhi, a leggerci le anime … .

<< Sei calda … >> mi sussurrò roco all’orecchio e io fremetti chiudendo per un attimo gli occhi quando avevo sentito le sue labbra sfiorare il lobo del mio orecchio. Crudele … Voleva portami allo stremo …

<< … e morbida >> mi disse scendendo a sfiorare con le labbra il mio collo per poi dare un piccolo bacio sulla mia spalla succhiandola piano facendomi perdere qualche battito. Dolce … . Sentì quelle labbra calde e morbide scendere con piccoli baci dalla spalla, alla scapola fino ad arrivare all’incavo dei miei seni visto che la maglietta era abbastanza scollata. Deglutì mentre sentivo il suo polpastrello spostare la maglietta e …

Perché ti stai facendo manovrare , Arianna? E’ fidanzato ..

E solo quelle semplici parole, e solo quella semplice frase mi fece capire che non potevo. Forse da una parte il mio cuore mi diceva di continuare e vedere che cosa succedeva , ma la mia ragione mi fermava. Eh si . Mi fermava perché sapeva che dopo lui poteva offendermi , sapeva che non lo voleva anche se aveva ammesso di essere attratto da me. Ma Alice? Che cosa sarebbe successo l’indomani? Mi avrebbe ignorata , ovviamente . Così premetti le mani sul suo torace allontanandolo e mi misi seduta al centro del letto con una mano tra i capelli . Troppe emozioni senza neanche un … bacio … .

<< Calma gli spiriti bollenti, Italians … non sono Alice >> disse sussurrando e per poco non mi strozzai quando dissi Io non sono Alice … Perché era vero e anche se volevo immensamente essere come lei … non potevo. Non potevo averlo. Era suo e lo sarebbe stato senza ma e no .

<< Volevo giocare un pochino >> disse malizioso e si avvicinò , ma io lo guardai torvo e quando capì le sue parole ci rimasi male. Male perché mi aveva comparata come ad un giocattolino , male perché quelle parole erano uscite di nuovo da lui. Dio, perché mi offendi sempre? Perché per una volta da quelle labbra non esce un complimento? Ma lui , intuendo il mio cambio d’umore, si addolcì e mi abbracciò da dietro sprofondando il viso nell’incavo del mio collo sospirando dolcemente.

<< Scusami … sono un’idiota, ma quando sono con te mi lascio trascinare >> mi disse così sincero che per un attimo sorrisi , ma poi schiarì la gola e mi girai trovandomi faccia a faccia con lui.

<<  Sappi che è un miracolo che ti abbia perdonato e se lo rifarai un ‘altra volta non ti perdonerò , intesi? >> dissi puntandogli un dito contro e sorridendogli.

<< Certo soldato! >> rispose lui facendo il segno con la mano dalla testa come un vero soldato. Ridacchiai e poi sentì gli occhi appesantirsi. Segno che avevo sonno . Sbadigliai e mi buttai a peso morto sul letto sprofondando la testa sul cuscino mugolando.

<< Sonno ? >> mi disse lui ridendo piano .

<< Si … >> ammisi sbadigliando e infiltrandomi sotto le coperte. Sentì che si era alzato dal letto grazie allo spostamento delle coperte.

<< Allora ti lascio dormire , ‘notte Ari >> mi disse , ma io non potei rispondere perché ormai ero già caduta in un sonno profondo … .
 
  
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