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Autore: xenascully    14/06/2011    3 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Gibbs aveva esitato a digitare il numero sul display del cellulare. Il telefono non gli permetteva di chiamare nessun altro numero, per la sua costernazione. Quindi, aveva davanti solo un’altra opzione; premette il tasto di chiamata e portò il cellulare all’orecchio.

“Agente Gibbs.” Provenne una voce alterata dall’altra parte della linea. “Gentile da parte sua cominciare finalmente a seguire il programma. Stavo aspettando la sua chiamata.”

“Sì. Beh, qualsiasi cosa tu mi abbia dato, mi ha steso fino a pochi minuti fa. Dove sono?” Chiese Gibbs, non volendo continuare a chiacchierare con chiunque fosse il suo rapitore.

“Non è curioso di sapere chi sono?” Chiese l’uomo.

“Il pensiero mi ha attraversato la mente.” Gli disse Gibbs. “Ma sono un po’ più interessato a sapere perché sono…qui.”

“Sono certo che abbia qualche idea sul dove si trova. È un investigatore, dopotutto. Per quanto riguarda il perché, non è molto importante, al momento.”

“Col cavolo che non lo è!” Disse Gibbs, irritato.

“Su ora, Gibbs.” Lo sgridò l’uomo, con calma. “Molte persone nella sua posizione mi parlerebbero con un po’ più…rispetto. Anche se solo perché temono per la propria vita.”

“Vuoi uccidermi? Allora vieni qui a provarci.” Lo schernì Gibbs.

“Non ho bisogno di mettere piede lì dentro, per ucciderla.” Replicò lui. “Pensa che sia freddo ora lì dentro? Per ogni ora che la sua patetica squadra impiega per trovarla, la temperatura calerà di un grado. Sono stato piuttosto generoso concedendo loro fino a questa mattina per capire che era stato rapito, prima di mettere in funzione il timer. Direi che hanno fino all’ora di cena prima che la temperatura si faccia quasi insopportabile. Poi, fino a notte fonda prima che arrivi al punto di essere pericolosa per la sua vita…”

“È forse una specie di malato test? Per calcolare l’efficienza della mia squadra?”

Per qualche momento, tutto quello che si poté sentire fu la risata dell’altro uomo, risata per altro resa più inquietante dal dispositivo meccanico che stava usando per nascondere la sua voce. “Ah, Agente Gibbs…la devo ringraziare. Non ridevo da un sacco di tempo.” Gibbs strinse gli occhi per un momento. “La sua assenza garantisce esattamente quello a cui voglio arrivare. La loro ‘efficienza’ non ha importanza. Che riescano a trovarla in tempo o no, quello che sto attirando qui, verrà.”

“Di che stai parlando?”

“E quando arriverà,” continuò come se non avesse sentito Gibbs “non potrà salvarlo…”

                                                                                                                                         11 00 11 00 11

“Avanti, Rodney.” Tony si passò una mano fra i capelli, frustrato. “Non mi stai dando molto su cui lavorare, qui.”

“Mi dispiace, Tony.” Si difese Rodney. “Era buio.”

“Hai idea di quanti maschi Caucasici sui quaranta con corti capelli castani ci siano nell’area di Annapolis?”

“Sì, lo so! E mi dispiace di non avere altro da darti! Davvero! Se avessi saputo di dover guardare bene il tizio, che credevo essere il ragazzo degli alimentari, lo avrei fatto. Ma non sembrava minimamente sospetto.”

Tony prese un profondo respiro attraverso il naso e sprofondò nella sedia a capo del tavolo. Era grato di trovarsi nella sala conferenze dove nessuno poteva osservarlo mentre si passava le mani sul viso, lasciandole ferme un momento mentre cercava di ricomporsi.

Rodney si sentiva male. Sapeva quanto Gibbs significasse per la squadra; specialmente per Tony, anche se nessuno lo diceva mai a voce alta. Alcune cose non gli sfuggivano. Beh…al momento, desiderava che non gli fossero sfuggiti alcuni dettagli, comunque. A giudicare dall’Agente innanzi a lui, Tony aveva contato sulle informazioni che lui poteva dargli. Stava per scusarsi di nuovo, quando Tony si raddrizzò improvvisamente lasciando cadere le mani sul tavolo.

“Non sembrava sospetto?” Chiese Tony.

Rodney strinse gli occhi. “No. Indossava un’uniforme. La stessa con la quale è entrato…beh, la stessa che indossava generalmente quello che passava, ecco.”

“Come fai a sapere che era la stessa?”

“Il tizio si era macchiato con della mostarda sul davanti della maglia. Questa è una cosa che ricordo su quelli che entrano. Il tizio che è entrato era un po’ più robusto. Credevo semplicemente di non averlo guardato bene, dato che la sua maglia aveva la stessa macchia e tutto…”

Tony aprì velocemente la cartella che aveva appoggiato in precedenza sul tavolo e ne sfogliò le poche pagine fino a che non arrivò alle foto della scena del crimine dove era stato trovato l’uomo al quale era stato preso il furgone. Ed eccola, la maglia era macchiata di mostarda.

“Questo non è il tizio che è uscito.” Disse Rodney, guardando la foto. “Ma quella è la maglia…Che significa?”

“Significa che potresti averci appena aiutato a trovare il mio capo, Rodney.” Tony chiuse la cartella e si alzò, posò una mano sulla spalla di Rodney e la strinse in segno di riconoscenza prima di uscire velocemente dalla sala conferenze…

                                                                                                                             11 00 11 00 11

Finalmente Tony ha qualcosa su cui lavorare, Gibbs d'altro canto ha finalmente potuto parlare con quello che lo ha rapito...Ma chi è quello che il rapitore vuole davvero colpire?

  
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