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Autore: _Bittersweettaste    14/06/2011    2 recensioni
Ci sono cose che nessuno di noi sarà mai in grado di prevedere.
Ci sono eventi che sfuggiranno al nostro controllo, come se il fato avesse già disegnato il cammino delle nostre vite. Basta un solo gesto, per sconvolgere irrimediabilmente il corso del destino, in un attimo ogni cosa può cambiare. In un solo attimo le nostre vite potrebbero sconvolgersi completamente, lasciandoci persi in balia di noi stessi.
Che cosa faresti, se improvvisamente il destino decidesse di cambiare?
Che cosa sarebbe successo, se anche solo un evento del passato non fosse stato lo stesso?
Cosa sarebbe successo, se nel mondo di Goku e dei suoi compagni avesse fatto la sua comparsa un ulteriore Sayan?
Come sarebbero andate le cose, se improvvisamente le carte in tavola avessero contato un nuovo elemento?
WARNING: sebbene ci sia un nuovo personaggio, non è assolutamente una Mary Sue, in quanto ha caratteristiche, abilità e difetti che contribuiscono a renderlo completamente umano
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Piccolo
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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“Il countdown aveva incominciato il suo lento ed inesorabile percorso, per la seconda ed ultima volta. Sebbene fossimo lontani, io e te, il mio acerbo cuore di bambino aveva, in qualche modo, accettato il suo destino. Il cambiamento bussava già alle nostre porte, e i suoi passi pesanti lasciavano le prime, indelebili impronte sul cammino delle nostre vite pronte ad essere cambiate per sempre. Non avevo compiuto che un solo anno di vita, ero ignaro del passato che mi avrebbe per sempre perseguitato, ed il mio futuro era oramai delineato… La mia vita avrebbe seguito, obbediente, le orme ed i consigli del mio amorevole padre adottivo, a malapena sarebbe stata accettata da un vivace fratello maggiore, che avrebbe finito per affezionarsi a me… Quello era il mio futuro, quella la mia vita.
Non mi restava che compiere il volere delle persone che mi circondavano, piene di buone intenzioni ma soffocanti come l’abbraccio di una madre depressa, che vede suo figlio come il raggio di luce che potrà illuminare la sua vita. Così obbedii, obbedii per la prima ed ultima volta della mia vita, assumendo la parte che avrei recitato per diciassette anni, ma in una cosa rimasi sempre coerente, sempre preservai la mia vera essenza. Essenza che riversai in un cieco amore per l’altro, espressione di una voglia di vivere così intensa da essere difficile da sopportare per una persona sola, per un ragazzo così giovane… Col passare degli anni, qualcosa dentro di me avviò un lento mutamento, seguendo quel mio corpo che continuava a crescere, a svilupparsi in un corpo più solido, più adulto; e un nuovo bisogno nacque, ed io lo desiderai con tutto l’ardore della mia giovinezza.
Era una necessità profonda, radicatasi nella mia anima e nel mio corpo mortale, indelebile come un tatuaggio disegnato sulla pelle, come una cicatrice sul volto.
Volevo amare.
Disperatamente, ciecamente, con la passione che scorreva libera come un vento impetuoso e sconvolgente nelle mie vene. Volevo solo amare, amare con tutto me stesso.
Così cominciai ad offrire il mio amore acerbo, inesperto ed ingenuo a coloro che furono capaci di penetrare nel mio cuore così tenero, e finalmente sperimentai il vero significato della parola amore: amai in modo effimero, amai con tutta la mia anima, amai fino a sentire il cuore cedere sotto il peso delle lacrime, o soffrii le pene dell’inferno più freddo e spietato; piangendo la ferita che un rifiuto indifferente aveva inferto alla mia anima.
Il mio desiderio era unico, ma allo stesso tempo universale e totalizzante, e cercai invano qualcuno a cui potermi offrire completamente, anima e corpo, per dimenticare la melanconia che giorno dopo giorno mi avvolgeva nelle sue fredde spire.
La mia ordinaria vita, vuota, priva di un qualunque scopo, venne sconvolta da un avvenimento che mai avrei potuto prevedere, un regalo che il destino beffardo aveva tenuto in serbo per il mio diciottesimo compleanno. Il mago crudele che voi umani vi ostinate a chiamare destino gettò nelle mie braccia due creature che mai potrò dimenticare, tanto belle quanto fragili come farfalle di cristallo; due persone che entrarono a grandi passi nella mia vita, per cambiarla per sempre. Una coppia che oscillò sempre fra sentimenti d’odio e complicità, stringendo nelle mani un fato che non accettarono fino alla fine.
Una donna che mi amò contro il volere della stessa natura, combattendo a testa bassa contro le convenzioni, contro il giudizio di chi ci circondava; ed un ragazzo che amò in me l’immagine riflessa e sfocata di un uomo che non poté mai avere, cercando nei miei occhi un abisso nel quale rifugiarsi.
Il destino sa essere crudele oltre ogni immaginazione… Capace persino di strappare dalle mie braccia chi fu infine capace di amarmi, anche se per poco tempo, anche se in me cercava un altro tocco, un altro cuore.
Ancora oggi mi domando, immerso nella contemplazione di un cielo che adesso ha una stella in più, se sarò ancora capace di amare…”


Julius schivò, per abilità o per semplice fortuna, l’ennesima onda energetica, evitando in tal modo una ferita senza troppi dubbi mortale, e si affrettò a portarsi al sicuro dietro un palazzo in mattoni. Lasciò che il suo corpo stremato si accasciasse contro il muro sudicio ed imbrattato, il ritmo del suo respiro che piano piano ritornava alla sua normalità, e chiuse gli occhi per pochi attimi.
Non avrebbe mai immaginato la sola sua presenza avrebbe potuto scatenare una reazione tale, e che avrebbe persino rischiato la vita.
“Ma perché deve sempre andare tutto male?” si domandò, sporgendo il viso appena oltre il limite del muro scrostato.
Nella sua mente i pensieri si rincorrevano frenetici, sovrapponendosi l’un l’altro nella spasmodica ricerca di una soluzione, un trucco che gli avrebbe permesso di salvare la sua incolumità, e nello stesso tempo di conquistare l’attenzione della stupenda creatura dagli occhi di ghiaccio. Spostò lo sguardo verso le rovine del laboratorio ed analizzò rapidamente la situazione prima di, eventualmente, uscire allo scoperto e ritentare il suo attacco. Il suo sguardo ingenuo si posò, purtroppo, su quello di Sherin, più glaciale e spietato di un vento del Nord.
-Merda!- sussurrò, dispiegando le ali con un movimento fluido e spiccando immediatamente il volo. Sherin lo imitò con un urlo di rabbia, ed i due cominciarono una singolare caccia all’uomo, nella quale il giovane fu sottoposto alla peggior lezione di vita che avrebbe mai sperimentato. Le ali piumate di Julius furono crivellate dai raggi scagliati dalle mani tese della Sayan la quale, una volta raggiunta la sua preda, prese a graffiare e a colpire con quanta più forza possibile la carne e le piume del ragazzo.
Le unghie diventarono coltelli affilati ed implacabili, con i quali Sherin affondava, graffiava, sfregiava la pelle pallida e fredda, accogliendo con sorrisi colmi di sadismo le urla agghiaccianti che essa stessa provocava. Julius, urlante come un animale ferito, precipitò verso terra, mentre il suo sangue colava lento sul corpo, bagnandone il viso, le braccia, le ali…
-Basta! Per favore, smettila!
Sherin alzò un braccio, preparando a far rimangiare al ragazzo le parole di supplica appena udite, ma dovette accorgersi presto che non era stato il suo avversario a pronunciarle.
Una ragazza di nemmeno sedici anni, non molto alta, snella, il viso stravolto celato appena dai lunghi setosi capelli argentei, la guardava piangendo disperata e tendendo le mani al cielo, verso il corpo esanime di Julius.
-Per favore, lascialo stare! Non è colpa sua, è il virus!- gridò con voce rotta dal pianto, ed il cuore della Sayan si strinse in una morsa di pietà che, decise questa, non era affatto adatta alla situazione.
Vegeta corrugò la fronte e, avvicinatosi alla ragazzina, le strinse il braccio con violenza, strappando un grido a quelle labbra bianche di spavento e dolore.
-Di che virus stai farneticando? Quel pazzo ci ha attaccati senza apparente motivo, ed ora tu pretendi di farci bere una storia del genere?!- sibilò con furia, ed il braccio della giovane si piegò pericolosamente verso la schiena. La ragazza gridò una seconda volta, ed i suoi occhi si fecero lucidi di lacrime -Se sei pronta a giurare, allora conducici all’interno della Asimov Tech. Lì potremo sapere se questa ragazzina sta dicendo la verità.- aggiunse rivolgendosi ai compagni. Goku corse verso di lui, richiamato dall’ennesimo grido straziante della sconosciuta, e la strappò dalla sua stretta.  
-Come ti chiami?- le domandò, massaggiando con delicatezza il punto dove Vegeta l’aveva stretta. Sulla pelle candida erano ancora visibili, rosse e brucianti, le impronte delle dita impietose del Sayan.
-…Sophie Asimov. Mio padre è il proprietario ed il dirigente del laboratorio distrutto…
-Sei consapevole del fatto che tuo padre potrebbe aver perso la vita nell’esplosione?
Nell’udire quelle parole così schiette, le labbra di Sophie tremarono ed i suoi occhi si fecero lucidi zaffiri, ma la sua voce rimase ferma.
-Si. Ma mio fratello è ancora vivo..
-Come fai ad esserne tanto sicura?- domandò Goku, spostando lentamente lo sguardo verso Sherin. La donna stringeva ancora il corpo di Julius nelle mani insanguinate, mentre i suoi capelli cominciavano a perdere le sfumature dorate, così come i suoi occhi, che acquisirono ancora una volta il colore della pece più nera.
-Perché l’ho sentito… L’ho sentito gridare, ho sentito la sua voce… Mio fratello era andato nel laboratorio di papà, ne sono certa. L’ho cercato dappertutto, al lago, dentro casa, poteva essere solo qui…Ultimamente mio padre parlava spesso di un suo nuovo progetto, della sua intenzione di creare un virus talmente potente da essere in grado di trasformare chiunque lo avesse toccato in un mutante…
 -Bio-tecnologia..- sussurrò Yamcha, sedutosi accanto ai due, e prese a frugare nelle tasche dei pantaloni –Io chiamo Gohan. Non so se sia a scuola in questo momento, ma è l’unico che possieda abbastanza conoscenze per aiutarci in una situazione come questa.
-Fantastico Yamcha, grazie. Adesso.. Sophie, giusto?- Goku parlò senza mai lasciare che il sorriso svanisse dalle sue labbra, sebbene dentro di lui non vi fossero che tensione e impazienza –Se Julius fosse davvero tuo fratello, sarebbe capace di spiegarci come sia successo tutto, e magari di aiutarci a trovare una soluzione?
Sophie annuì con un singhiozzo, e non ebbe il coraggio di protestare quando le possenti braccia dello sconosciuto la issarono sopra la sua schiena. Avvolse in silenzio le braccia sottili attorno al collo di Goku, e rivolse lo sguardo al fratello, soffocando i singhiozzi.
Prima di perdere i sensi, Julius riuscì a scorgere il viso dell’amata sorella minore ed a rivolgerle un sorriso rassicurante. Andrà tutto bene, scandì con lenti movimenti delle labbra, non preoccuparti…
-Molto bene- disse Crilin, e si abbassò per prenderlo delicatamente tra le braccia -Anche se avrei preferito non godere del tuo istinto Sayan proprio adesso.. Almeno non su di lui.
Il corpo sottile del ragazzo, inerme contro il suo, era ricoperto da profondi tagli ed ematomi, ferite di cui il sangue bagnava ancora, caldo, le unghie affilate di Sherin.
-Non ricordi? Quando mi trasformo in Half Sayan non ho possibilità di scelta sulla parte di me che prenderà il sopravvento. Tu puoi confermarlo, Vegeta, non è un nome dato a caso.
Il Sayan assentì con uno sguardo grave e fece cenno ai compagni di seguirlo all’interno dell’edificio distrutto. La folla, ignorante di tutto ma consapevole di aver visto ad uno spettacolo senza precedenti, cominciò, prima timidamente poi con vigore, ad urlare ed applaudire.
-Cosa stanno facendo?- domandò Yamcha guardando le persone in delirio ammassarsi loro attorno -Perché stanno applaudendo? In fondo non abbiamo fatto nulla di spettacolare. Il ragazzo ha attaccato noi, soltanto noi, non ha alzato un dito contro la folla anche se avrebbe potuto…
Sherin alzò le spalle con indifferenza, e fu Vegeta a rispondere al vecchio rivale. Seppur con toni sprezzanti.
-Di certo non gliene è mai importato nulla di noi. Quanto credi possano interessare un alieno, un nanerottolo, un idiota, due capelloni ed una donna a gente come questa? Quando hanno visto il raggio del ragazzo colpire la spalla di Sherin, il panico ha subito cominciato a diffondersi e la gente ha cominciato a temere per la propria insulsa vita. Non hai notato una cosa, genio? Sebbene Sherin abbia un aspetto più o meno innocuo, nonostante i canini e le orecchie che qualche volta fanno la loro bella comparsa, nessuno ci ha avvicinati per assicurarsi che non fosse in pericolo. Strano, non è vero? Non appena i colpi si sono susseguiti con regolarità, è iniziata una fuga generale, e la polizia s’è avvicinata a poco a poco, come un cane con la coda tra le zampe. Molti ancora cercano di nascondere il tremore delle loro mani. Se prima ci consideravano dei perfetti estranei, magari così singolari da evitare con diffidenza, adesso sono pronti a tutto per dimostrarci la loro immensa gratitudine.
-In fondo, avrebbero potuto rischiare la vita- intervenne Piccolo, passando un braccio attorno alle spalle della compagna -Cosa dovremmo aspettarci, secondo te?
-E tu cosa credi avrebbero fatto se questo piccolo bastardo avesse avuto la meglio, magari se avesse colpito Sherin proprio in mezzo agli occhi? Altro che applausi o compassione, muso verde. Ci avrebbero considerati dei falliti, dei buoni a nulla! La gente vuole degli eroi che le salvi il culo, ma quando questi non si dimostrano all’altezza del compito non ha alcuno scrupolo nel voltar loro le spalle! Ringrazia che sia stato con voi, altrimenti avremmo dovuto prendere in considerazione l’ipotesi. Se lo guardo, il muso di quel marmocchio mi sembra ancora troppo illeso..- aggiunse e le giunture delle sue dita scricchiolarono minacciosamente, mentre il viso della piccola Sophie diveniva pericolosamente pallido.
La ragazzina era ancora stretta al collo di Goku, ed i suoi lunghi capelli biondi, spettinati dalla lunga corsa; le ricadevano disordinati sulla schiena e sulle spalle conferendolo un aspetto così innocente da essere capace di smuovere il cuore più freddo. Quello di Sherin, benché furioso ed amareggiato dall’aggressione ingiustificata subita solo pochi minuti prima, non tardò ad arrendersi.
-Non è colpa sua! Non è colpa sua, lo giuro! Lo posso provare, datemi solo il tempo di scoprire se le videocamere interne non sono andate distrutte! Vi prego, non fategli ancora del male!
Sherin portò una mano al petto. Improvvisamente una morsa invisibile l’aveva stretto, e la donna si ritrovò a guardare Julius con occhi diversi, e con un gelo dentro di sé che non faceva che aumentare.  Si avvicinò a Sophie e, passando le dita fra i suoi capelli, le parlò con voce più dolce:
-Non è necessario mostrarci alcun video, non preoccuparti. Raccontaci tutto ciò che hai visto, e noi ti crederemo, anche se potrà sembrarci incredibile. Te lo prometto.

Le dita di Sophie esercitarono una lieve pressione sopra l’interruttore della luce, e le lampade al neon si accesero con ronzii appena udibili, mentre un insopportabile odore di morte giungeva alle loro narici; tanto forte da provocare in essi attacchi di nausea.
-Carne bruciata..- sibilò Crilin, coprendosi la bocca con la mano -Qui dev’esserci stato davvero un bel botto..
Sherin e Piccolo trasportavano Julius, le cui braccia erano poggiate sopra le loro spalle, e di tanto in tanto gli occhi della Sayan si dirigevano verso il viso del giovane, socchiudendosi in un’espressione di rimorso. Non aveva mai avuto l’intenzione di ridurlo in un simile stato, eppure non era stata in grado di controllare il suo corpo; e la vergogna provata diventava ormai un peso insopportabile.
-Julius?- sussurrò all’orecchio del ragazzo, e questi dischiuse le palpebre -Mi dispiace.
La bocca di Julius si strinsero, solo per un istante, per poi rilassarsi nell’accenno di un sorriso.
-Non volevo che finisse così, davvero. Non ne sono abituata..
Julius leccò via le tracce di sangue dalle labbra violacee, e si concesse qualche prezioso attimo prima di rispondere.
-A che cosa? Trattare bene i ragazzini?
Sherin contrasse il viso in un’espressione addolorata, e finse di non aver dato troppo peso alle sue parole.
-Da quando ho memoria sono stata abituata a combattere contro avversari molto più forti di me, e spesso ho rischiato anche la vita, e  lo stesso vale per i miei compagni. Perciò ti ho attaccato con tutte le mie forze, senza ragionare sulle tue reali capacità, dando per scontata un’abilità che non avevi. Ho percepito il tuo potere, senza dubbio, ed avvertendo la sua potenza ho lasciato che il mio istinto prendesse il sopravvento.- s’interruppe, corrugando la fronte –Non pensare che io stia cercando scuse, la ferita che mi hai inferto non può essere cancellata..
Si voltò verso il ragazzo. Julius aveva reclinato il capo all’indietro, gli occhi fissi verso il soffitto distrutto, e l’ascoltava sorridendo. Nel suo viso non vi erano tracce di odio, o di sofferenza, tutto in lui sembrava suggerire un’innocenza nuova, un indole serena che mai la donna si sarebbe aspettata.
-Non lo pensavo…
Li lasciò deporre a terra, docilmente, e guardò in silenzio la sorella minore aggirarsi tra i macchinari alla ricerca del minimo elemento chiave che l’avrebbe aiutata nel suo intento. Riportare il fratello alla normalità, a qualunque costo.


In che modo riuscirà Sophie a tirar fuori il fratellone dal mare di guai in cui si è letteralmente tuffato? Sherin e Piccolo stabiliranno una tregua con il giovane sconosciuto? Quali altre idiote avventure partorirà la mia mente malata? XD
Se volete una risposta a queste “essenziali” domande, aspettate il prossimo capitolo! Lo so che ci vorrà un po’ di tempo, ma vi assicuro che non mancheranno i colpi di scena! U.u
Un ringraziamento speciale ed un bacio forte forte vanno a

Le 2 persone che hanno inserito questa storia tra i preferiti: EllyCandy e Aloysia Piton (tesora, sei scomparsa? L )
Le 6 persone che hanno inserito questa storia tra i seguiti: fufa78, Halfblood_princess, HOPE87, Pinklink, _Bonnie_ e Lirin Lawliet.

A quest’ultima, inoltre, invio un importante messaggio: Partorisci presto Ortica e continua a scrivere la meravigliosa fanfic con il nostro Marcantonio!!

To be continued…

   
 
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