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Autore: Londoncalling    14/06/2011    2 recensioni
Klaus è stato sconfitto, la battaglia è stata vinta. Sembra la fine di tutto, quando invece per molti è un nuovo inizio.
La giovane e bella Elena dovrà destreggiarsi tra la sua relazione con Stefan e una forte attrazione per l'attraente fratello Damon.
In più a complicare le cose si faranno largo nuovi potenti nemici e il passaggio di una misteriosa cometa che cambierà le vite dei nostri protagonisti per sempre.
Era buio. Correvo nel vuoto alla ricerca di uno spiraglio di luce, un raggio di sole. Urlavo al vento, ma la voce non usciva dalla mia bocca.
Un volto apparve nel buio riconobbi i suoi occhi, azzurri come il colore del cielo dopo la tempesta, iniziai a correre ancora più veloce per quanto le mie fragili gambe mi permettevano per raggiungere il proprietario di quegli occhi.
Ero arrivata a prenderlo quando lui sussurrò dolcemente con quella sua voce melodiosa e irresistibile un – Sei mia – e le nostre labbra si incontrarono di nuovo, sta volta per molto più tempo della precedente, le nostre lingue si rincorrevano e la mia mano salì fino ad accarezzare i capelli ricci del giovane.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa: prima di lasciarvi alla lettura di questi due capitoli (Alive for a day e Alive for a night), ci tenevo a farvi notare il contrasto che abbiamo voluto porre tra Stefan e Damon, paragonandoli appunto al giorno e alla notte, e soprattutto abbiamo voluto calcare i sentimenti contrastanti che Elena prova per i due. Speriamo che l'effetto vi piaccia.
Spazio Autrici:In più ci teniamo a ringraziare tutti i nostri lettori e recensori, siamo veramente felici del seguito che stiamo ottenendo e speriamo di non annoiarvi con questi nuovi capitoli.
Detto ciò buona lettura e fateci sapere che ve ne pare.

 Alive for a Day 
 



Il sole filtrava dalle mie finestre ed arrivava fino ad illuminare il mio viso, annunciandomi il mattino. Decisi di alzarmi, mentre svolgevo il mio rituale mattutino, per un momento, mi tornarono alla mente i ricordi del giorno precedente, di quella violenza e di quel dolore che sembravano essere frutto solo di un brutto sogno. Eravamo riusciti a sconfiggere Klaus e la sua morte si era portata via tutti i timori per la creazione di una nuova razza che univa i due mondi degli schiavi del sole e della luna, i licantropi e i vampiri, Bonnie e gli altri erano arrivati in tempo per evitare il mio sacrificio e nonostante qualcuno avesse più ferite del necessario era tutto finito per il verso giusto. Nonostante questo non riuscivo a capire cosa mi angosciava e mi faceva capire che non era la fine ma bensì l’inizio di un pericolo ancora più grande di qualcosa che non sarei riuscita a controllare, era forse che temevo che Emily volesse qualcosa in cambio per aver salvato Bonnie o se invece era solo una cortesia che aveva fatto ad una sua discendete. Speravo vivamente di non dovermi più preoccupare di niente e di vivere una vita “normale” per quel che poteva esserlo, ma sapevo che c’era qualcosa che dovevo temere, magari il modo in cui era scappato via Elijah doveva farmi pensare a niente di buono. Decisi di smetterla con i pensieri pessimisti e di andare sotto a cercare Stefan, mi stava aspettando nel grande salone di casa Salvatore notai che era assorto nei suoi pensieri ma appena mi vide sorrise e mi attirò a sé per un bacio a fior di labbra.
-Ben svegliata, hai riposato bene?  –
-Si, finalmente dopo tanto non ho avuto nessun incubo pessimistico-catastrofico su quello che poteva succedere al rituale –
-Sono contento di sentirtelo dire oggi ti porto in un posto speciale, vieni andiamo – 
Mi prese per mano e mi condusse fino in garage dove era parcheggiata la sua poco appariscente decappottabile. Guidò sereno e io continuavo a non capire dove mi volesse portare fino a quando non scorsi in lontananza un lago, arrivammo e mi spiegò
-  Mio padre ci portava sempre quando arrivava l’estate, era uno dei miei posti preferiti da bambino –
Sorrisi e lo baciai tutte le incertezze della mattina si erano sciolte come neve al sole a vedere la tranquillità e la serenità negli occhi del mio ragazzo, se lui non era preoccupato perché dovevo esserlo io? Sapevo che c’era qualcosa che non andava ma decisi di non preoccuparmi più del dovuto e di godermi quella magnifica giornata che mi aveva preparato.
-Grazie –
 Sussurrai mentre, appoggiata la testa sulla sua spalla, giocherellavo con le sue dita guardando il tramonto. Mi guardò intensamente rispondendo un 
-Per te questo e altro – 
Continuava a sorridere e a guardami come se ci fossi solo io, come se fossi la cosa più bella del mondo e non trovavo nessun segnale che accompagnasse le mie paure perché sapevo che con l’arrivare della notte sarebbero tornate, sarebbero ricomparse ad angosciarmi e non riuscivo a capire perché lui era così sereno quando c’erano ancora così tante faccende da chiudere. Potevo vedere che era contento che tutta quella storia era finita e ne era completamente convinto e non pensava che magari potesse esserci altro. Mi alzai di scatto turbata e mi avviai verso la macchina.
-è tardi gli altri ci staranno aspettando è meglio andare via –
-Va bene, ti riporto a casa –
Capii che l’avevo turbato con quel cambiamento improvviso di umore, ma cercai di non pensarci fino a quando non vidi che stava imboccando la strada per casa mia e non diretto a casa Salvatore. Se mi fossi presentata così a casa ero sicura che Jeremy avrebbe capito che c’era qualcosa che non andava e avrebbe mandato Bonnie e Caroline in missione per “tirarmi su il morale” ma quello di cui avevo bisogno era solo un po’ di tempo per convincermi che era tutto apposto e che non serviva fasciarsi la testa prima di essersela rotta.
- Li passerò a salutare domani, ora sono stanca vorrei andare direttamente a casa –
Non rispose, ma vidi che cambiava strada, doveva aver capito che avevo bisogno di un po’ di tempo per me. Mi lasciò davanti a casa e disse che doveva andare nel bosco a mangiare qualcosa che la battaglia del giorno prima l’aveva indebolito. Entrai nell’enorme casa e chiusi dietro di me la porta a chiave, sospirai e pensai che ero ancora viva per un giorno.
 

  
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