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Autore: Erin_Prince    14/06/2011    3 recensioni
"Insomma, Piton! Non era Allock, che almeno, forse, probabilmente, aveva un accenno di bellezza, ma Piton! Non so quanto restai là, seduta su quella sedia, so solo che, quando mi girai verso la finestra, fuori era scesa la notte." (dal capitolo 4) Si lo so...Sempre Sev!!!!!!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Hola!!!!Finalmente ho dato l'esame, sono guarita e sono pronta per aggiornare!!!!questo capitolo è un po' di passaggio, ma...RIMANETE SINTONIZZATE, posterò il prossimo capitolo prestissimo!!!!Come sempre, un grazie di cuore a tutte coloro che hanno recensito!!!!Siete adorabili, ragazze, sul serio... *___*

 

 

CAPITOLO21

Io, i miei e Rose partimmo da Londra il 20 dicembre con un aereo alle nove del mattino. Tenuto conto che dovevamo muoverci in macchina, causa mamma e Rose, mi dovetti svegliare all'alba. Durante il tragitto da Canterbury alla capitale, mio padre mi fece il terzo grado su come mi ero procurata il taglio sotto l'occhio.

Stanca di tutte quelle domande, dissi la verità, scatenando una certa ansia in mia madre.

-David! Ma in che scuola la mandiamo?Insomma, hai sempre detto che Hogwarts è il posto più sicuro..-

-Con Tu-Sai-Chi al potere...- iniziò mio padre.

-E comunque, perché i professori ti hanno fatto...- cominciò mia madre.

-Perchè sono Mangiamorte pure loro!- dissi.

-Emilia, devi calmarti, quello che ha fatto Rebecca è un atto di coraggio, sei proprio mia figlia!- disse mio padre con un certo orgoglio. Sua moglie lo fulminò con lo sguardo, mentre Rose soffocava una risata.

Mia sorella sembrava più allegra, meno invidiosa di me e di tutto il mondo a cui appartenevo. Si beh, visto che eravamo in piena guerra, era anche comprensibile!

Atterrammo a Firenze e all'aeroporto trovammo il fratello di mia madre, cioè nostro zio Jacopo.

-Emilia!- esclamò, venendoci incontro.

Erano almeno tre anni che io e Rose non andavamo a trovare i parenti materni e trovarsi di nuovo là era un po' strano: nostro zio era cambiato parecchio, non aveva più i capelli lunghi, niente più barba, portava la cravatta!

-Jacopo, ti sei dato una regolata vedo!- disse mia madre, mentre lui salutava me e Rose.

-Eh, l'amore...- rispose vago.

-Amore?-

-Ebbene si, ho trovato la mia anima gemella....- disse, sorridendo.

Salimmo nella macchina dello zio e, dopo un'oretta, arrivammo a destinazione.

Le colline toscane, viste dal piazzale della casa dei nonni, erano dolci, armoniose, un miscuglio di prati e campi.

Nonna Giulia ci venne incontro quasi con le lacrime agli occhi.

-Rose!Rebecca!- disse, stringendoci forte.

Prendemmo le valigie e ci dirigemmo all'entrata della casa: sorgeva in mezzo ad una spianata verde, era di semplice pietra grigia; sulle facciate si aprivano persiane rosso mattone, un pergolato formava uno spazio dove d'estate si potevano fare feste e pranzi in famiglia. Con una nota di malinconia pensai a quando, quattro anni prima, avevamo mangiato su quel tavolo di legno per festeggiare i quarant'anni di matrimonio dei nonni...Era stata una serata magica.

-Venite, Lorenzo vi aspetta!Sta pulendo il fucile!-.

Guardai Rose che sorrise nervosa.

-Lorenzo!Lorenzo!- mio nonno emerse dal salone. Era un uomo dai vivaci occhi azzurri, era un po' burbero, ma bravo come il pane. Sorrise tra la sua rada barba bianca per poi abbracciarci.

Mio padre si stava interessando al taglia erba di mio zio.

-E quindi usi questo marchingegno?-.

-Si- rispose -Perchè, tu il prato come lo tagli?-.

-Venite, vi faccio vedere la vostra camera!- disse mia nonna.

Mia madre stava salutando suo padre: avevano tante cose di cui parlare.

Io e Rose seguimmo nonna Giulia su per una scala, fino ad una camera in fondo al corridoio. Non era grande, ma era accogliente e abbastanza spaziosa per farci stare i nostri due letti singoli.

-Sono così contenta di avervi qua per Natale, ho aspettato che arrivaste per fare l'albero!- esclamò.

-Bene, ci piace farlo tutti insieme- dissi.

-Vi lascio sistemare!- e scomparve nel corridoio.

Mi sdraiai sul letto mentre Rose apriva la persiana facendo entrare il sole invernale.

Sospirai. Erano tre giorni che ero tornata da Hogwarts, erano tre giorni che non smettevo di pensare a Piton. Tutto normale, quindi!

-Allora Rebecca, vuoi tirare fuori la tua bacchetta e disfare le valigie?-

Rose doveva aver subito un qualche lavaggio del cervello: di solito odiava il fatto che usassi la magia davanti a lei.

-Ma non ti da fastidio...-

Rose sorrise -No, non più...-.

Senza dire niente, tirai fuori la bacchetta e mormorai un Incantesimo: i vestiti e tutto il resto si sistemarono nel piccolo armadio di legno.

Tornai a fissare il soffitto.

-Cos'hai?-. Rose si era seduta vicina a me, e io manco me n'ero accorta.

La guardai. -Senti, ma a te cosa è successo?Sei posseduta?-.

Rose rise e si spostò i lunghi capelli rossi dietro le spalle.

-No, ho trovato l'amore, come lo zio!-mi rispose.

Tutti che trovavano l'amore e io no?O meglio, io l'avevo anche trovato, era lui che non aveva trovato me!

-Sono commossa, e lui ti ha trovata?- chiesi, ironica.

-Si..E siamo felici...- rispose, sognante.

-Bene.- dissi, e tornai a fissare il soffitto (ancora).

Ma mia sorella non si diede per vinta.

-Ti vedo diversa, sei allegra, ma...-.

A quel punto, dopo tre giorni interi senza Eveline, mi sfogai anche con mia sorella...Ed è tutto detto!

-Rose...-

-Sei innamorata anche tu vero?-.

La guardai e annuii.

-Sono distrutta, lui è il Preside della mia scuola...-.

-Cosa?E quanti anni ha?- chiese Rose, inorridita.

-Ha sette anni meno di papà...E comunque, lui sa tutto..-.

-Gliel'hai detto?-

-Più o meno..-

-Cosa vuol dire?O è si o è no!- disse, sconcertata.

Le raccontai della punizione e della Legilimanzia.

-La cosa?-.

Ah già, Rose non era una strega.

-E' una specie di lettura della mente...-.

Le feci il resoconto di un anno di agonia, di sguardi lanciati attraverso aule e corridoi, fino alla nomina di Caposcuola e al fatto che non mi aveva punita.

-Magari ha dimenticato l'altra donna...- provò Rose.

-No, è morta, l'avrà idealizzata e nessuna potrà mai avvicinarsi alla sua perfezione...E poi, quello che può provare per me è solo pietà...-.

-Ma Rebecca scusa...Da come me lo descrivi, questo Piton non mi sembra un tizio che fa gesti mossi dalla pietà.-.

Sorrisi amaramente.

-Compassione?- chiesi, sarcastica.

Rose sorrise dandomi uno schiaffetto sul braccio.

-Secondo me è qualcosa di più..- disse, facendomi l'occhiolino. 

  
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