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Autore: elfin emrys    15/06/2011    3 recensioni
[Della serie Erede]
Dal capitolo 12:
"Ma delle mani invisibili lo trattenevano
no, non era lui a correre
dei becchi neri gli strappavano la pelle
bianca, pura, troppo morbida per essere la sua
le dita che entravano nella terra
dita... piccole, infantili
e un filo.
Un filo lungo, rosso, macchiato di oscurità.
Che si univa.
A un altro filo.
Fato. Destino."
MESSO NUOVO CAPITOLO, FINALMENTE!
Genere: Avventura, Comico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Erede'
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Arthur era preoccupato.

Molto preoccuoato.

La mattina scorsa Merlin si era svegliato molto più tardi del solito e aveva fatto un'enorme fatica ad aprire gli occhi.

Arthur era preoccupato.

E a ragione, secondo suo figlio.

Emrys guardava attentamente il libro della biblioteca: non sapeva se poteva iniziare a controllare perchè infondo poteva essere solo un effetto della gravidanza per quello che ne sapeva lui.

Il ragazzo sospirò.

Anche lui era in apprensione, lo erano tutti.

Il moro scosse la testa, sistemandosi i capelli: perchè dovevano capitare tutte alla sua famiglia?

Avevano forse uno iettatore fra loro?

Guardò fuori.

Era quasi ora di pranzo.

Il Principe uscì dalla propria stanza, sperando di non ricevere brutte notizie.

Speranza vana.

Non fece che pochi passi che vide Aranel correre per il corridoio chiamandolo e piangendo.

-Emrys! Emrys!

-Aranel! Cosa sta succedendo?

La ragazza lo abbracciò.

Tremava.

-Papà non si risveglia.

 

*_*_*_*_*_*_*

 

Merlin giaceva nel letto.

Non si muoveva, era immobile, pallido.

Non respirava neanche.

-E'... morto?

La voce singhiozzante di Aranel riempì l'aria

Il medico la guardò.

-No: sono più che sicuro che sia ancora vivo.

Silenzio.

-Per adesso.

Arthur sqaudrò male il vecchio medico.

Dietro di lui, Richard fece lo stesso.

Il Re accarezzò per un attimo una guancia del marito: era calda.

-Che cos'ha, allora?

-Credo sia la maledizione, ma non so di che genere è.

Emrys sbarrò gli occhi.

Si strinse le braccia.

-Ci sono altre cose che fanno pensare a un incantesimo?

-Sì, guarda.

Il medico aprì la palpebra dell'uomo: nero.

Era un occhio nero.

Non c'era il bianco, non c'era la pupilla o l'iride.

Solo nero.

Tutti sbarrarono gli occhi.

Arthur si mise una mano sul cuore, poi toccò delicatamente la pancia del moro.

-E il bimbo?

-Sta bene: se Merlin sopravvivrà partorirà senza problemi e vostro figlio non avrà alcun tipo di stranezza.

-Cosa vuoi dire con “se”.

Il medico guardò attentamente tutti i presenti, sospirando.

Emrys teneva lo sguardo basso.

Aranel si stava asciugando le lacrime.

Arthur lo stava fissando con uno sguardo indecifrabile.

Richard aveva una mano sul viso.

-Non so che maledizione è. Se lo sapessi potrei dire con certezza come sventarla e se Merlin subirà dei danni. Tuttavia sono più che sicuro che il bimbo non ne subirà poiché non è lui che la maledizione ha colpito e non è lui che l'incanto ha il fine di ferire.

-Quindi?

-Quindi io farò le mie indagini, ma se qualcuno di voi ha qualcosa che potrebbe aiutarmi nelle ricerche...

-Ce l'ho io.

Emrys alzò lo sguardo.

Non era lucido come quello di altri nella stanza.

-E' un libro: è il più completo nel regno... Adesso potremmo trovare qualcosa di utile.

-Vi aiuto.

Aranel li guardò con gli occhi nuovamente asciutti.

Arthur li fissò attentamente, prima di ordinare al figlio di portare il tomo. Il ragazzo annuì, uscendo velocemente dalla stanza. Il Re mise un orecchio sul pancione del marito, sorridendo quando sentì come un respiro provenire da dentro. Richard distolse lo sguardo: non poteva vedere, non poteva, non ce la faceva.

Il suo Merlin (sì, perchè nella propria testa ancora lo chiamava così) era di qualcun altro ormai, da tempo anche, eppure lui ancora non riusciva ad arrendersi.

Emrys rientrò come una freccia nella stanza portando con sé un grande libro.

-Ecco.

Lo lasciò cadere sul tavolo, sollevando della polvere.

Lo aprì velocemente, lasciando vagare il dito sull'indice.

Aranel gli si avvicinò, aprendo poi le pagine al numero dato.

All'inizio di ogni capitolo c'era una sorta di mini-indice in cui c'erano scritti tutti gli altri sintomi delle maledizioni.

Il medico sopraggiunse, guardando attentamente le scritte.

-Eccolo! La maledizione si chiama Dith*.

Emrys e Arael subito presero la pagina indicata.

Emrys iniziò a leggere ad alta voce.

-Dith, o anche detta Maledizione della Morte. Questa maledizione può essere lanciata solo con fini vendicativi o di assunsione del potere. Può essere lanciata solo da anime di morti o da sacerdoti dell'Antica Religione in carica da più di trenta anni. Sintomi: sonno perpetuo, occhi neri, interruzione della funzione dell'apparato respiratorio, incubi. Non esiste contro-incantesimo. Tuttavia si può interrompere il suo effetto prima dei cinque giorni completi di sonno con il seguente rito: prendi un po' di corniola** e mettila in una ciotola di acacia*** pronunciando il nome di colui o colei che è preda della maledizione, poi scegli delle persone importanti per la vittima e falle sdraiare mettendogli sul petto la ciotola pronunciando “Andate e tornate” per tre volte poi allontanatevi. Le persone scelte andranno nella mente della vittima a vedere ciò che la angoscia: quando tutti i mali che ha subito saranno scoperti da almeno uno di loro e quando la causa di tanta angoscia morirà, allora la preda si risveglierà insieme ai suoi salvatori. Se ciò non si farà, la vittima perirà fra atroci tormenti nell'anima.

Silenzio.

-C'è scritto che c'è un massimo di due persone dello stesso sesso.

Arthur si alzò.

-Io sono sottointeso, chi è il secondo compagno?

-Vorrei andare io.

Richard fece un passo avanti, alzando la mano che fino a quel momento aveva tenuto sul viso.

Era pallido.

Il Re fece una smorfia, ma acconsentì.

Il medico li guardò, sorridendo e annuendo con il capo.

-Allora vado a prendere la corniola.

-Ne hai?

-Sì perchè si usa per alcuni incantesimi e quindi ne ho una scorta. La ciotola di acacia la chiedo alla figlia del falegname che ne ha una. Aspettatemi qui. Per fare l'incantesimo per farlo riuscire meglio direi di chiamare due delle ragazze della Setta.

I tre acconsentirono, mentre l'uomo usciva dalla stanza.

 

*_*_*_*_*_*_*

 

-Andate e tornate! Andate e tornate! Andate e tornate!

Megan e Egily posarono la ciotola sul petto di Arthur e Richard.

Era pomeriggio.

Aranel e Emrys guardavano intensamente le due donne che si allontanavano velocemente.

Dai corpi dei due uomini si alzò un alone dorato che sparì quasi subito.

Megan si girò verso la principessa mormorando che la magia era riuscita.

Nella testa dei presenti c'era la domanda “Cosa troveranno? Cosa vedranno e come salveranno Merlin?”.

Ma Arthur e Richard stavano già vedendo qualcosa.

Erano in una specie di grande castello scuro, pieno di anfratti e di stanze.

Da ognuna di queste stanze usciva una luce azzura dai riflessi dorati.

-Cos'è questo posto?

 

 

 

*Dith in celtico significa “Morte” o “Distruzione”

**una pietra sacra a Iside e Osiride che successivamente ha preso il potere di scacciare ogni paura di qualunque natura

***un albero che simboleggia la vittoria della vita sopra la morte ed esprime il concetto di forza e serenità

 

 

NOTE: Mi scuso enormemente per avervi fatto aspettare e peril capitolo corto =( Mi rifarò coi prossimi che saranno sicuramente quelli più lunghi che io abbia mai fatto ^^ Diciamo che dovranno accadere un sacco di cose se la voglia finire entro altri 8/9 capitoli (perchè sennò arriva il momento in cui devo partire e non potrò aggiornare niente, quindi) che spero di mettere in tempi record (se se, come no). Intanto vi ringrazio tantissimo perchè nello scorso capitolo ci sono state moltissime recensioni! Sapete che mi piace sentire cosa ne pensate ;)

Kiss

   
 
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