CHAPTER TWELVE
Quando,la mattina dopo,Elizabeth si svegliò,vide che Isabel non era accanto a lei. Si spaventò e chiese a un’infermiera che era lì vicino:
-Lorraine,dov’è Isabel?
-L’hanno portata in sala operatoria un’ora fa.
-In sala operatoria?!-Elizabeth era preoccupatissima e cominciò a sudare freddo- E perché? Perché non mi avete svegliata?
-Aveva un’ emorragia interna. Stanno cercando di fermarla.
-In quale sala la stanno operando?
-La due.
Senza farselo dire due volte,Elizabeth si cambiò e si precipitò verso le sale operatorie.
Quando cercò di entrare nella sala dove stavano operando Isabel,Emma le corse incontro
- Elizabeth – disse- mi dispiace tantissimo,credimi. Non posso farti entrare.
-E per quale motivo?
-Sei troppo coinvolta.
- Devo entrare. C’è mia nipote lì dentro.
-E’ proprio per questo che non puoi entrare.
-Ma…ma tu stai assistendo soltanto. Chi la sta operando?
-La dottoressa Brenner. E Charlotte sta assistendo insieme a me.
-Charlotte? E chi l’ha chiamata?
Improvvisamente una donna bellissima dall’aria molto distinta,apparve accanto a Elizabeth. Si trattava della dottoressa Charlotte Miller,ovvero il primario di Ematologia dell’ospedale.
-Ciao Elizabeth - disse- Sono venuta perché i genitori della bambina mi hanno chiesto di occuparmi di questo caso. Credono che tu ti stia stancando troppo.
- Ma…
-Dottoressa Miller - una specializzanda le si rivolse con aria spaventata- il cuore della bambina è in arresto.
Charlotte si avvicinò a Isabel mentre Elizabeth osservava la scena senza riuscire a muoversi,pietrificata dalla paura.
-Datemi le piastre-ordinò- Ok. Carica a 200-grazie all’azione delle piastre cariche e il petto di Isabel si alzò e poi ricadde- Nessun battito. Carica a 260!
Elizabeth,intanto,stava singhiozzando in un angolo,proprio come stava facendo Eleanor la notte prima. Emma si avvicinò e le disse:
-Mi dispiace ma non puoi rimanere. Esci subito di qui,per piacere.-la accompagnò fuori dalla porta- Ti terrò informata,promesso- e si chiuse la porta alle spalle.
Elizabeth rimase ferma lì,in piedi nel corridoio delle sale operatorie,per cinque minuti buoni. Dopo qualche altro minuto si diresse al reparto nel quale lei lavorava, e continuò a cercare un donatore compatibile con Isabel.
-Ma come diavolo ho fatto a non accorgermene…-pensava mentre cercava- Avrei dovuto capire che aveva un’emorragia interna. Se l’avessi capito prima,forse adesso lei non si troverebbe sotto i ferri- non riuscì più a trattenersi e cominciò a singhiozzare,inzuppando di lacrime tutti i documenti- Perché non me ne sono accorta…
Un’ora dopo, la ricerca non aveva dato nessun esito. Elizabeth,improvvisamente, ricordò che c’era un’altra cosa di cui si era dimenticata,una cosa che forse avrebbe potuto cambiare la situazione in meglio.
Spazio autrice: So che è un capitolo corto, ma spero che vi piacerà,almeno un po'. Ho scelto di postarne uno così corto per cercare di suscitare la vostra curiosità e spero di esserci riuscita. Ringrazio infinatamente tutti coloro che stanno leggendo la mia storia e tutti coloro che sono tanto gentire da lasciare una recensione. Grazie ancora. Liz