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Autore: Geezer    16/06/2011    2 recensioni
Eccomi di nuovo!! Stavolta ho voluto cimentarmi con la fortunatissima saga sui vampiri buoni. La storia è ambientata dopo il primo libro ma purtroppo per tutte le fans di jacob lui non ci sarà. Sarà raccontato invece il super-ostacolato amore tra bella e jasper... Tra ipocrisie, inganni e inaspettate rivelazioni riusciranno i due a stare finalmente insieme? per scoprirlo dovete solo leggere... Un bacio, Lia.
FAN FICTION SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Sbandata

Di caramello e zucchero filato- quando i sogni diventano realtà

 

Sbandata

 

La placida quiete della sera riempiva la casa. Bella era al piano di sopra, a finire un tema di storia da consegnare come compito per le vacanze. Aveva appena piegato il foglio e scritto il nome, quando il campanello suonò. La pizza doveva essere arrivata. Suo padre l’aveva chiamata nel pomeriggio per avvertirla che sarebbe tornato il mattino dopo. “ Lavoro urgente da sbrigare ”, aveva borbottato, un po’ incerto. Bella credette di aver sentito la flebile voce di una donna che rideva in sottofondo. Che Charlie avesse un appuntamento galante?

Di certo aveva tutti i diritti di rifarsi una vita e lei non se la sentiva di condannarlo. Non si era più legato a nessuna dopo la separazione e aveva il sospetto che non avesse mai smesso di amare Renée. Ora sembrava arrivato il momento giusto e poteva solo esserne contenta, Ma perché non gliene aveva parlato?! Un momento... Lui gliene aveva parlato! Erano giorni che tentava di dirle di Teresa Chase, la nuova psicologa criminale venuta da New York. Che fosse lei la misteriosa donna? La mattina dopo avrebbe affrontato l’argomento direttamente con Charlie, aveva troppa fame.

Scesa in cucina, prese i soldi dal barattolo di latta sulla credenza e pagò il fattorino. Il celestiale profumo di salame conquistò tutto il primo piano della modesta abitazione e Bella corse al tavolo. Mangiò con calma, gustando ogni morso da vera intenditrice. Se c’era una cosa che a Forks sapevano fare, questa era la pizza. Sazia e soddisfatta, si alzò e lavò il piatto e le posate, poi accese la TV e si buttò stancamente sul letto, con tanto di coperta e pop corn.

Aveva tutta la casa a sua totale disposizione e, dopo lo stress emotivo del giorno precedente, pensò che rilassarsi un po’ fosse una grande idea. Si era svegliata a ora di pranzo e per tutto il pomeriggio non si era fermata un attimo. Era andata a fare la spesa, a ritirare in lavanderia il cappotto di Charlie, aveva persino pagato le bollette all’ufficio postale. Finalmente tornata a casa, con nessunissima voglia di cucinare, suo padre l’aveva telefonata. Molto sollevata e in preda a uno strano desiderio di pizza, aveva recuperato il numero della pizzeria di Manny, la migliore della città.

Sulle note della canzoncina della pubblicità di una catena di supermercati improvvisamente si rese conto di non aver avuto nemmeno un minuto di tempo per pensare a Jasper. Chissà cosa aveva fatto tutto il giorno... Forse gli mancava Alice. Bella non poteva saperlo con certezza ma una mano gelida, che non aveva niente a che fare con le temperature rigide di Forks, le strinse le viscere.

Non doveva pensare lei. Era del tutto inutile e nemmeno lei era così masochista. Profondamente irritata, si alzò e spense la televisione con un gesto secco. Passeggiò su e giù per il salotto, nervosa. Doveva calmarsi. Se non era capace di reggere la sola ipotesi che Jasper pensasse ad Alice, avrebbe avuto seri problemi a sostenere la sua recita in futuro. Si bloccò, urtando contro il tavolino.

Non avrebbe mai creduto di trovarsi in una circostanza del genere. Lei, la dolce e ingenua Isabella, che mentiva sui suoi sentimenti. Stava con Edward ed era innamorata di Jasper. Nessuno spazio per i sensi di colpa. La natura di vampiri dei due ragazzi rendeva la sua situazione spaventosamente definitiva. Era molto probabile che un giorno Edward l’avrebbe sposata e trasformata. In quel caso avrebbe dovuto affinare di parecchio le sue doti recitative. Sorrise. Sua madre avrebbe avuto molto da ridire se avesse saputo il casino in cui si era cacciata.

Senza realmente rendersi conto di cosa stava facendo, controllò il cellulare. Non c’erano messaggi. Si era sempre preoccupata quando Edward andava a caccia e comunque era in ansia di risentirlo. Sapeva che in un momento così delicato come quello non avrebbe avuto la razionalità di usare un telefono ma aspettava, impaziente e agitata. Adesso però ne era sollevata. Doveva allenarsi, e lui stava diventando quasi fastidioso. Evitando di porre l’accento su quest’ultimo scioccante pensiero, compose il numero di Angela. La sera prima doveva uscire con Ben. Di recente le cose non andavano bene tra di loro e volevano provare a recuperare. Le aveva promesso che l’avrebbe chiamata per sapere com’era andata, ma era stata impegnatissima per tutto il pomeriggio e non ne aveva avuto il tempo.

Angela rispose al quarto squillo, rideva. Le chiese scusa per non averla telefonata prima ma, a quanto pareva, almeno per lei la serata era stata perfetta. Bella era davvero contenta, le voleva bene e si trovava molto d’accordo con lei. Se questa fosse stata normale, le avrebbe parlato senz’altro della sua posizione ma purtroppo lei sembrava l’unica a essere immune allo scomodo potere di Edward. Fra una chiacchiera e l’altra si era senza accorgersene ritrovata in camera sua. Si tolse le pantofole e si sdraiò sul letto. La settimana successiva avrebbero finalmente inaugurato il luna-park di Port Angeles. Bella pensò che sarebbe stato divertente andarci. Ancora nel pieno dei preparativi di un’entusiasmante uscita di gruppo, Angela le chiese come andassero le cose con Edward, spiazzandola completamente.

Deglutì. Era l’occasione perfetta per testare le sue capacità. Il suo carattere riservato segnava un punto a suo favore, ma anche attraverso il telefono lei sapeva che la missione sarebbe stata assai ardua. Chiuse gli occhi per rilassarsi e concentrarsi, e cominciò. Il risultato fu sorprendente. Angela credette a ogni sua parola. Con i sensi amplificati dall’adrenalina dell’insperato successo, avvertì una gelida carezza sul viso.

Allarmata, gettò un rapido sguardo alla sua stanza. Quando realizzò cosa ci fosse di strano scattò a sedere e interruppe bruscamente la comunicazione con la sua amica. Il cuore le batteva forte. La finestra, che avrebbe giurato di aver chiuso prima di scendere a mangiare, era spalancata e le tende di pizzo ingiallito volavano seguendo i capricci del vento. Immerso nella semioscurità, seduto sulla vecchia sedia a dondolo di quando era bambina, bellissimo nel suo maglione blu, c’era Jasper.

Proteso in avanti con i gomiti sulle gambe e gli occhi fissi su di lei, Bella avrebbe creduto che fosse uno scherzo della sua mente se non avesse visto con chiarezza un ricciolo d’oro ondeggiare mollemente, mosso dalla brezza. Lui non si mosse, non sorrideva.

“ Mi chiedevo quando ti saresti accorta della mia presenza ”.

Non era stato intenzionale ma la frase nascondeva un doppio senso. Lei non doveva saperlo.

Il freddo pungente era un prezioso alleato ma dovette schiarirsi la gola prima di rispondere.

“ Che ci fai tu qui? ”.

Bella non si preoccupò nemmeno di sembrare amichevole. Cosa poteva mai volere Jasper da lei a quell’ora? Erano molto amici ma non era mai andato a casa sua, tantomeno di sera tardi. Al massimo si telefonavano. Lei stessa non era mai stata pratica di quelle cose eppure aveva uno strano presentimento. Lui era palesemente venuto per un motivo che doveva essere grave. Tuttavia una parte di lei osava sperare che fosse lì per lei. Non pensò che riguardasse quello che era successo al cinema fino a quando Jasper non rispose, la solita voce dolce intrisa di freddezza.

“ Dobbiamo parlare... Di ieri sera ”.

Bella desiderò che la terra aprisse una voragine ai suoi piedi e le permettesse di sprofondare. Era stata una stupida. Si era preparata psicologicamente, aveva gettato le basi per la sua eterna recita, aveva messo a tacere ogni possibile replica, razionale o morale, ma non aveva fatto i conti con il potere di Jasper. Era certa di riuscire a ingannare tutti ma aveva dimenticato un particolare fondamentale. Lui avrebbe saputo inevitabilmente. Si limitò ad asciugare le mani sudate sul pigiama. Jasper non avrebbe avuto bisogno di una risposta.

Lentamente, si raddrizzò sulla sedia, senza smettere di guardarla. L’acerba luce di luna calante lo rendeva stranamente irreale, spettrale quasi. Uno straniero venuto dal Tempo. Aprì la bocca e Bella si preparò a ricevere il colpo.

“ So che cosa pensi di aver scoperto e so a quale conclusione sei arrivata ”.

Diretto e conciso, come sempre. Lo stomaco di Bella si contrasse come se avesse ingoiato un enorme cubetto di ghiaccio. Ebbe appena il tempo di tornare a respirare che altre parole vennero a distruggere completamente il pericolante castello di carte del suo cuore.

“ Ma, credimi, è sbagliata. Conosco bene i tuoi... sentimenti e ti posso garantire che tu non sei innamorata di me ”.

Se l’avessero colpita con uno schiaffo in pieno viso avrebbe fatto certamente meno male ma, per qualche strana ragione, taceva.

“ Tu ami Edward ed io... Io sto con Alice. Quello che credi di provare per me è solo una banale cotta. Pura attrazione fisica. Ti passerà presto, vedrai ”.

Bella non era sicura di aver capito con esattezza quello che Jasper le aveva detto ma non era importante. Quello che lo era invece, era il dolore lancinante che sentiva al petto.

Combattendo contro l’istinto di alzarsi da quella dannata sedia e di stringerla forte a sé, Jasper continuò. Voleva solo fare in fretta. Calpestare il dorato futuro di amore e felicità che avevano immaginato e scappare il più possibile lontano da lei. Da lei che non capiva. Da lei che non parlava. Da lei che avrebbe aspettato di essere sola per piangere e urlare. Da lei che avrebbe dato qualunque cosa per farle dimenticare tutto, se solo avesse potuto.

“ E’ Edward che ami davvero, che vuoi per sempre accanto a te. Io sono solo la sbandata di un momento ”

Jasper parlava e Bella teneva lo sguardo fisso su di lui, ma on lo vedeva. Aveva il respiro accelerato e l’eco smorzata delle sue parole le arrivava come se le ascoltasse dal fondo di una piscina. Ognuna di esse scavava profondi solchi nella sua anima.

“ Dovevo dirtelo. Non potevo lasciarti credere una cosa sbagliata. Avresti cambiato i tuoi atteggiamenti e messo in pericolo il tuo rapporto con lui, per un errore di valutazione ”.

Jasper sospirò. Poteva bastare. Le aveva già fatto troppo male, non sarebbe andato oltre. Il suo volto era una maschera indecifrabile ma non pensò di camuffare le sue vere emozioni. Il suo dolore era quello di Bella. Lei non ci avrebbe nemmeno fatto caso. Inaspettatamente si alzò. Lei lo seguì con gli occhi. Erano a meno di due metri ma non erano mai stati più distanti. Jasper voleva toccarla, ma non poteva rovinare tutto. Non adesso che mancava così poco. La guardò. Era semplicemente distrutta. Doveva andare via. Non avrebbe resistito ancora a lungo senza fare niente. Si girò, dandole le spalle, e salì sul davanzale. Bella sussultò come se solo in quel momento si rendesse conto di quanto fosse successo.

“ Mi dispiace, davvero ”, sussurrò e con un salto sparì alla sua vista.

Lei corse alla finestra ma lui era già lontano. Si voltò solo quando fu sicuro di non vederla più e affidò al vento le parole che avrebbe voluto dire a lei.

“ Perdonami, amore ”.

La luna scivolò dietro una nuvola e si nascose, senza capire perché.

  
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