Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: loonaty    17/06/2011    2 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

36 - O TU MIA ANIMA IGNOTA, BRUCIATA, STRAZIATA, AGONIZZANTE E DILANIATA. RISPONDI. SEI MAI ESISTITA?

 
L'acqua le piaceva, nonostante non avesse mai visto il mare.
 
Il suo volto appariva bianco e nero alla luce della luna.
 
I - Il sangue è ...
 
-Un falco che balbetta ... Non si è mai sentito, poi, un demone falco, è ancora più patetico ... - Il tono distaccato. Il sorriso sardonico che curvava le labbra.
 
Kioko ... Stiamo morendo Kioko!
 
-E allora?- Non le importava di parlare ad alta voce.
Non c'era nessuno che la sentisse.
Se un albero cade, in un bosco in cui non c'è nessuno, fa rumore?
 
Strinse le gambe al petto disastrato e appiccicoso. Si sporse ancora di più sul torrente fissando il suo riflesso. I capelli erano così lunghi ... Ma era stata la Kioko di Kakashi a portarli corti.
La Kioko di Konoha.
Il dolore era tanto acuto da annullarsi.
Tutto ciò che sentiva è un ronzio persistente nelle orecchie ed i gemiti del falco.
Si passò una mano su una guancia. Lì dove le dita passavano la pelle tornava bianca mentre la mano si tingeva di nero e grumi.
E dire che lei odiava il sangue. Anzi, non era preciso, lei odiava il dolore ed ora la morte era alle porte. Nel modo più doloroso possibile.
 
-Dimmi Gin ... Quanto di questo sangue è mio? Quanto è loro? -Immerse la mano nell'acqua gelida ed una linea scura si allungò tirata dalla corrente. La mano tornò bianca.
Gli aghi dei pini le cadevano sul corpo mentre la roccia sotto di lei si faceva sempre più fredda, il vento passava senza smuoverla. Il sangue che incollava tutto e fermava ogni capello, ogni indumento. Cosa le importava?
 
Hai ... Abbiamo perso molto sangue ...
 
-Quanto è nostro? Quanto è loro? - La mano si strinse a pugno.
 
Stai delirando!
 
-Chi al mio posto non lo farebbe? - Sollevò la testa alla luna, la ferita sul collo riprese a zampillare sangue, la pelle sulla spalla si spaccò come una melagrana. La sua bocca vermiglia si tese in un ghigno mentre le spalle le sobbalzavano dapprima lente, poi sempre più velocemente.
La risata isterica a cui si lasciò andare fu condita da lacrime che riflettevano la luce della luna. Il falco ammutolito ascoltò quel suono innaturale. I singhiozzi che spezzavano il riso di chi non sa più che fare. Ci volle poco perché la donna trasformasse quel suono in un grido. Le sue urla straziate ricordavano quelle di un falco.
Urla e singhiozzi.
 
 
Forse è meglio partire dalla fine.
Forse è meglio narrare al contrario per evitare che strati di sangue troppo spessi si rapprendano sotto le unghie.
Prima del fiume Kioko si trovava in una via.
Una via buia e silenziosa dove andava a consumandosi una tragedia.
Correva per le vie scavalcando corpi su corpi mentre il suo stesso sangue lasciava una scia brillante alla luce della luna.
Era ferita.
Al momento però la sua sola preoccupazione era essere arrivata in ritardo.
Era arrivata in ritardo
Se n'era accorta quando davanti alle prime case del quartiere aveva sentito odore di sangue.
Era arrivata troppo tardi.
Ne aveva avuto un assaggio con le urla che le portavano a mente vecchi ricordi.
Era arrivata troppo tardi.
Ne era stata sicura quando il grido di un bambino aveva sporcato la notte.
Se solo non fosse stata ferita e abbattuta ce l'avrebbe fatta.
Dopotutto Kakashi era morto.
Kakashi era morto e lei era arrivata troppo tardi.
 
Casa sua era una delle ultime. Non si era preoccupata di togliersi le scarpe e si era precipitata all'interno così com'era puntellandosi contro le pareti per non svenire, una mano stretta tra i seni a tentare di fermare l'emorragia, le ali flosce dietro la schiena che l'aiutavano a mantenere un minimo di equilibrio.
Nel silenzio un brusio di parole, un tono familiare e poi altre urla. Attraversò il giardino interno e fece per aprire la porta di quello che una volta era stato il dojo.  Quella si spalancò di colpo ed un bambino di corsa la costrinse a spostarsi di lato.
Rimase muta ed immobile prima di voltarsi a guardare l'interno.
C'era sangue sul pavimento.
C'era sangue sulle pareti.
Coperta di sangue la figura nera lì in mezzo alla stanza.
Kioko si piazzò davanti all'entrata.
LE mani puntellate sui cardini ed il respiro affaticato, il cuore che le scoppiava in petto ed il sangue che copioso creava una pozza viscida attorno ai suoi piedi.
LA figura le si avvicinò.
Fu allora che la ragazza notò i cadaveri sdraiati a terra. No.
 
Come il sangue scivola la melodia,
La luce cola al tramonto,
Colorando di rosso ciò che è nero,
Colorando di nero ciò che fu bianco,
Le catene si spezzano,
Il tradimento è sovrano,
La ribellione lecita,
Il dolore necessario,
Cala la tua maschera,
Apri le tue ali
 
E uccidi tutti quelli che ti sono più cari ...
 
Alle parole del falco fu come se qualcosa andasse in pezzi dentro di lei. Una sfera di cristallo che rotola a terra e si frantuma in un migliaio di cocci di vetro.
Aveva fallito.
Aveva dannatamente fallito.
La figura avanzò ancora e lei stavolta non riuscì a fare a meno che indietreggiare. Mise un piede in fallo e cadde a terra con un gemito.
 
-Chiunque tu sia, sappi che mi stai intralciando.- Sentire quella voce così composta e seria la fece rabbrividire. Per la miseria aveva tredici anni! Quanto era cresciuto? Era diventato proprio grande.
Non l'aveva riconosciuta.
Si fece ancora più vicino, una katana stretta in mano. Era debole e ferita, ma in fondo un demone campeggiava dentro di lei. Avrebbe vinto comunque. Poi incontrò quegli occhi sanguigni. Lo sharingan ipnotico ben impresso in essi.
- O- otouto ... - Si coprì immediatamente la bocca con una mano. Non era riuscita a trattenere le parole. Itachi si irrigidì a pochi centimetri da lei, l'arma sollevata. La fissò insistentemente. Rimasero così per dei minuti o forse fu solo un secondo. L'arma non calò. Kioko si rialzò e si allontanò saltando di tetto in tetto. Doveva ritrovare il bambino. Sulle sue retine già si delineava un volto pallido circondato da capelli tanto scuri da avere dei rifletti blu. Un'espressione strafottente, un copri fronte con il simbolo della foglia. La capacità di predire del falco era stupefacente quanto distruttiva. Parallela a lei un'altra ombra più veloce si muoveva sui tetti.  Era quasi uscito dal quartiere. Kioko si stava lanciando verso di lui ma ITachi la precedette. Fermo davanti al ragazzino attivò lo sharingan ipnotico.
-FERMO!- Strillò con quel poco di voce che aveva in gola mentre il sangue le sgorgava sul mento. Anche stavolta perse l'equilibrio. Cadde.
Sentì ancora una volta l'urlo di un bambino prima che la sua visuale  si spostasse sul cielo e sulle stelle e mentre aspettava l'impatto e tutto si faceva nero, si ricordò di quella volta. Quando era morto Obito. Quando era precipitata dall'albero. In quel momento avrebbe fatto qualunque cosa per salvare Kakashi e Rin.
Poi aveva ucciso Rin.
Era stata lei e non aveva scusanti.
Probabilmente, anzi, sicuramente, Itachi avrebbe sofferto come lei. E pensare che in tutto quel tempo il suo unico obbiettivo era stato evitargli quel peso.  Perché in fondo lei era pronta a sovraccaricarsi ogni dolore.  Qualunque cosa pur di salvare l'anima di suo fratello, svendere al primo offerente la sua era stata la mossa secondo lei più intelligente.
Nonostante tutto aveva fallito.
Due anime dannate.
Poi aveva trovato qualcuno per cui avrebbe potuto dare più della vita.
Ed ora questa persona era morta.
 
Così le aveva detto Orochimaru dopo aver bloccato l'attacco mortale di Kakuzu. LE si era inginocchiato accanto e le aveva poggiato una mano sul ventre risalendo, quasi con dolcezza, verso il suo volto. LE aveva asciugato il sangue che le colava dagli occhi, dal naso, dalla bocca. Poi l'aveva costretta a fissarlo e lei lo aveva fatto.
-Posso provare a farti tornare nell'organizzazione ... - Aveva mormorato ... Sibilato ...
-Fottiti- Aveva biascicato la ragazza con il labbro superiore completamente spaccato, viola e gonfio. Aveva voltato la testa sputando sangue con qualche frammento bianco. Aveva arricciato il naso ... Non voleva sbagliarsi, ma era quasi sicura che fosse rotto.
Kakuzu a sua volta si era avvicinato, gli abiti strappati, il volto scoperto, i capelli sciolti lungo la schiena. LA fissava con quegli occhi inquietanti senza proferire parola. Ed in fondo era sicura che anche se la viscida serpe non l'avesse fermato, lui non l'avrebbe uccisa. Zio Sasori gli avrebbe fatto il culo se no.
Le voleva bene lo zio Sasori, checché ne dicesse.
Orochimaru le aveva afferrato il viso affondandole le unghie nelle guance. Il suo volto era irato. -E' per quell'ANBU?- Aveva chiesto con quel tono vibrante che precede i tornado e i disastri naturali per antonomasia.
Bingo
Il falco stava ringhiando, ma in quei giorni era diventato troppo debole per costituire davvero un buon vantaggio. Ecco perché non aveva gonfiato Kakuzu ed , anzi, senza delle buone cure molto probabilmente ci avrebbe lasciato le penne. Nel suo caso era davvero un curioso gioco di parole.
-Se anche fosse?- aveva tentato di articolare. Fulminò il sarto con lo sguardo. Le aveva distrutto il muso, poteva starci un po' più attento!
Ok, Pain gli aveva ordinato di ucciderla per metterlo alla prova (visto che era arrivato da poco) e perché la riteneva un pericolo per i loro segreti. Cosa avevano paura che dicesse in giro, sinceramente? Che i mantelli erano fatti in casa e che Zetsu passava le serate ad intrecciare i cappelli?
Di conseguenza il fatto che ancora potesse arrabbiarsi con lui era qualcosa rasente al miracolo, sorvolando su questo, lei era una piccola ragazzina indifesa. Ecco.
 
Non ci crederà nessuno.
 
Lo so.
Comunque, ritornando al volto furioso di Orochimaru che stava tentando inutilmente di vivisezionarla con le pupille piatte, Kioko colse in lui il desiderio di mettere freno alla sua vita con le sue stesse mani.
Cosa poteva fare a quel punto se non provocarlo?
Di certo non sapeva che quello che poteva fare qualcuno di possessivo, egocentrico e pazzo, non dimentichiamoci pazzo, come sua altezza la serpe, andava ben oltre i danni fisici. Soprattutto se era geloso.
Nonostante non lo sapesse infatti era molto geloso delle sue creature.
Kioko era una di queste.
Era la sua creatura e l'aggettivo possessivo sua non era lì per puro caso.
Gli apparteneva come quella volta in cui si era preso la sua purezza schiacciandola sotto di se e rendendola finalmente donna sotto ogni punto di vista, fragile, calda e dolce. Ci aveva rimesso diverse contusioni, ma c'era riuscito.
Ed ora lei si ribellava.
 
-Vuoi uccidermi lombrico-sama? Che aspetti?- Lo aveva schernito passandosi la lingua sul labbro insensibile.
In quel momento l'uomo lucertola aveva realizzato e deciso di colpire il punto più debole che conosceva.
Non aveva mai visto Kioko piangere se non per quell'ANBU. Invece di andarsene era rimasto a fissare la scena dalla cima di un pioppo.
L'avrebbe presa lì dove sarebbe stato facile farla crollare. Non l'avrebbe uccisa, no. Avrebbe risarcito lui Kakuzu. Gli avrebbe dato i soldi della tagli che si meritava.
-Non ne hai il coraggio vero?- Lo stuzzicò ancora un po'.
-Se fossi in te non farei così tanto la sbruffoncella- Aveva cominciato avvicinando il suo volto a quello di lei. Quella vicinanza era diventata così scontata da non provocarle più il minimo fastidio.
Ghignò. -Cosa vorresti dire, sentiamo.-
-Niente, solo ti consiglierei di scegliere più accuratamente le persone a cui donare parte del tuo potere la prossima volta. -
Il ghigno vacillò. -Staresti dicendo ...?-
Orochimaru si alzò in piedi. Ormai l'aveva in pugno. Avrebbero benissimo potuto far credere a Pain di averla uccisa. Non si sarebbe più fatta vedere in giro ovviamente.
Si grattò il mento sovrappensiero alzando gli occhi al cielo.
- A Konoha oggi c'è lutto - Aveva annunciato allontanandosi in silenzio. Kakuzu le lanciò un ultimo sguardo prima di seguirlo. Lei ormai non li vedeva più. Il suo respiro stava accelerando. Il cuore batteva più forte, il sangue scorreva più velocemente al di fuori del suo corpo. Quei fili l'avevano ridotta un colabrodo.
-un certo ANBU ha perso la vita ... Il ninja copiatore ... Hai presente? - LA voce lontana la raggiunse come un fregare di unghie su una lavagna.
Non si era salvato. Non era sopravvissuto nonostante il suo chakra.
Kakashi ...
Si rialzò a fatica.
I suoi occhi notarono il sole al tramonto rendendosi conto, con panico, che proprio quella sera suo fratello ...
 
Eppure la mattina era iniziata bene.
Era uscita in missione con Sasori e Orochimaru.
Avevano raccolto diverse taglie.
Si erano fermati a mangiare dango in una locanda. Il marionettista le aveva offerto la sua porzione e lei aveva sorriso per la prima volta. Aveva scoperto che le marionette sanno arrossire.
Era tornata al covo d aveva incontrato Konan che aveva evitato il suo sguardo alzando solamente la mano in gesto di saluto.
Non ne era rimasta insospettita, semplicemente era normale che Konan fosse un po' scostante di solito. Zetsu nero sosteneva che Pain l'avesse messa incinta, Zetsu bianco non era d'accordo ... Kioko era dalla parte del bianco. Anche perché era più simpatico.
Poi Pain l'aveva "convocata".
Era entrata nella sala buia dove l'uomo l'aspettava fissando la foresta sotto di loro. Il covo partiva dal basso e poi si estendeva in altezza, grazie ai poteri del leader nessuno li aveva ancora rintracciati nonostante fossero tanto in bella vista.
Le dava le palle seduto sul davanzale, una gamba piegata con un gomito puntellato sul ginocchio, l'altra a penzoloni verso l'interno, una mano in grembo. I capelli color carota scompigliati. Si era voltato impassibile verso di lei.
-Esci in missione con Kakuzu- LE aveva detto soltanto e l'uomo misterioso aveva fatto la sua comparse dietro di lei.
Kioko aveva scrollato le spalle senza lamentarsi e si era avviata.
Era inquietante quel bestione, lo aveva incrociato solo un paio di volte ed era nuovo di quel posto.
Non si era fatta domande però.
Era sicura che Sasori non lo sapesse.
Nemmeno Orochimaru.
Konan probabilmente sì, ma a lei non importava.
Riguardo a Pain ... Forse un po' gli dispiaceva toglierla di mezzo o forse ancora una volta era lei ad illudersi di aver trovato delle persone che l'accettavano.
Erano tutti mostri in quel luogo, esisteva la solidarietà.
Eppure lei era troppo "mostro" anche per gli stessi mostri.
Non andava bene, era sbagliata, andava eliminata.
Gli akatsukiani erano sì degli assassini spietati, ricercati, con distorti ideali e sete di sangue e denaro e potere.
Nel tempo in cui aveva vissuto con loro però aveva capito una cosa.
Erano umani dal primo all'ultimo.
Orochimaru con la sua distorta passione per lei.
Sasori, dal corpo di marionetta, che le spiegava il suo concetto di arte nonostante non ci capisse niente e borbottava tra se e se senza mai arrabbiarsi davvero quando faceva finta di essersi addormentata.
Zetsu con il suo aspetto da cactus da giardino che passava ore ed ore a litigare con se stesso causandole un'ilarità sconosciuta. Era costretta a tapparsi ogni volta la bocca con le mani per non scoppiare a sghignazzare e mandare in pezzi il suo drastico contegno Uchiha.
Konan che amava Pain e l'avrebbe seguito ovunque. Che nonostante nessuno se ne accorgesse avrebbe dato la vita per lui e non per i suoi ideali.
Lo stesso Pain che seguiva il suo sogno in modo spasmodico. Per chi non lo sapesse solo agli umani è concesso sognare.
Poi c'era la piccola Anko, lei non faceva parte dell'organizzazione,ma c'era chi la definiva disumana per come era affascinata dal sangue e dalle tecniche proibite. Però era solo l'ingenua curiosità di una bambina che si trova nel posto sbagliato.
In fondo a tutto c'era lei.
Lei, l'Hayabusa Gin che ora non aveva più niente a cui credere.
Più niente in cui sperare.
Lei senza sogni, né regole.
 
Riaprì gli occhi su una radura. Erba ovunque ed in lontananza poteva riconoscere il palazzo dell'Hokage.
Il buio era rischiarato da qualche stella.
Come c'era arrivata lì non lo sapeva, però ne aveva una messa idea.
LE faceva male tutto, l'agonia era lenta e disperata, si ritrovò presto a lottare con l'incoscienza. Ruzzolò su un fianco finendo con il volto nell'acqua gelida e rischiando di annegare. Due mani sottili le presero le spalle sollevandola di peso e gettandola riversa sull'erba. Due occhi color del sangue che la fissavano dall'alto.
Capelli lunghi e color pece domati con una coda bassa che si agitava nel vento.
Chiuse gli occhi.
Quando li riaprì era ancora notte, ma il cielo sfumava in un rosato tenue.
Accanto a lei lo sfavillio di una lama cremisi.
Il resto lo sapete.
Una donna senz'anima che grida sulla riva di un torrente ormai incurante della morte che potrebbe venirla a prendere da un istante all'altro.
 
 
Kakashi si era ripreso da poco.
Non abbastanza per andare in missione, ma quanto bastava per girare per le strade di Konoha con un libro in mano e l'aria annoiata. Ne erano successe troppe in quegli ultimi giorni per scalfirlo minimamente.
Non solo aveva rasentato la morte.
Non solo ogni tanto quando si specchiava il suo occhio buono risultava avere sei familiari riflessi dorati.
Ora ci si metteva pure un clan intero a farsi sterminare.
Solo un ragazzino era sopravvissuto. Sasuke Uchiha della casata principale.
Si inumidì un dito girando pagina.
Captò sovrappensiero le voci di alcuni passanti che chiacchieravano tra loro.
Qualcuno aveva visto il falco d'argento.
Il cuore salta un battito.
Qualcuno aveva visto il falco d'argento steso sulla riva del torrente.
Solleva la testa dal libro voltandosi verso i passanti.
Qualcuno aveva visto il falco d'argento steso sulla riva del fiume e coperto di sangue.
Tu-tump. Il cuore perde un battito.
Qualcuno era certo di aver sentito dire che il falco era stato ucciso dalla stessa organizzazione per aver tradito.
Tu-tump.
L'Hokage aveva annunciato ufficialmente la scomparsa del più pericoloso mukenin di tutti i tempi.
Tu-tump.
Uno degli assassini più temuti del mondo ninja finalmente era scomparso assieme al suo demone.
Tu-tump. Il libro colpisce l'asfalto.
 
-Ehi ragazzo? Ti senti bene?-
-Ehi chiamate qualcuno! Non si sente bene!-
 
Dannazione ... Glielo avevano detto che era troppo presto per uscire dall'ospedale ...
Come glielo spiegava a quelle infermiere infernali che non era colpa delle ferite?
 
 
 

-Quindi, Itachi, vorresti dirmi che hai ucciso pure tua sorella?-
-Esattamente- Gli occhi carminio luccicano di una calma impossibile per un ragazzino di quell'età.
-Ho risparmiato solo mio fratello. Non ... Non ho potuto ucciderlo ... Prendetevi voi cura di lui, ma non ...-
L'Hokage stette pazientemente ad ascoltare le richieste del ragazzo lì davanti a lui. Poi sorrise con rammarico.
-PEr lui sei pronto a passare la vita coprendoti di odio e dolore. Dopo questo dovrei credere che hai ucciso tua sorella maggiore?-
Itachi ebbe un leggero sussulto senza però sollevare la testa.
-S-signore ... -
-Darò oggi stesso l'annuncio della morte del falco. Puoi andare-
L'Uchiha sollevò la testa di scatto colmo di sorpresa.
L'Hokage continuò a sorridere abbassando il cappello.
-Mi dispiace- Aggiunse.
Il ragazzo si avviò verso la finestra, fece per saltare quando poi si voltò verso il capo villaggio storcendo il naso, l'espressione rammaricata che non si addiceva alla sua età.
-Anche a me.-
Poi svanì così come era arrivato.
 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: loonaty