Crossover
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Autore: Darik    05/03/2006    2 recensioni
Dopo aver sfiorato l'apocalisse, l'umanità sperava che il tempo delle guerre fosse finito... Un cross over tra FMP, due famose serie gonagaiane e un'altra serie, diciamo nascosta. Nota: questo racconto è il seguito di NGE Vs Mazinga.
Genere: Avventura, Azione, Commedia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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6° CAPITOLO

Chidori si risvegliò con un forte mal di testa, ed era legata con la schiena contro un albero.

Cercò di schiarirsi le idee e di guardarsi intorno: si trovava in un boschetto, ed era ormai sera.

“Ma dove mi trovo?” pensò mentre cercava invano di liberarsi.

“Ben svegliata” disse una voce sopra di lei.

Chidori vide un uomo seduto su un ramo che stava qualche metro più su.

A causa del buio non riusciva a scorgerne i lineamenti, ma dalla voce capì che si trattava dell’uomo che l’aveva aggredita.

“Chi… chi sei?”

“Il mio nome è Gauron, bella signorina”.

“E cosa vuoi da me? Se cerchi soldi, caschi male”.

“Oh, vedo che nonostante tutto, impedisci alla tua paura di farti balbettare e di prendere il controllo”.

“Io non ho paura!”

Chidori sapeva che in situazioni simili, dimostrarsi spaventati poteva peggiorare la situazione.

“Ma tu hai paura. I meccanismi biologici del tuo corpo me lo rivelano”.

“Come sarebbe a dire?”

“Io non sono umano, almeno non più. Sono un segugio. E posso captare le reazioni chimiche del tuo corpo che regolano le varie emozioni. E tu adesso hai paura. Anche se avrei preferito che ne avessi ancora di più. Mi diverto maggiormente a squartare quelli che strillano come maiali”.

Chidori deglutì, e cercò di farsi coraggio: “Ma cosa stai dicendo?! E cosa diavolo vuoi da me?”

“Da te, niente. Mi interessa il tuo fidanzatino”.

“Quale fidanzatino?!”

“Il ragazzo che ti ha fatto l’esempio delle stelle per dirti e allo stesso tempo nascondere la verità su se stesso”.

“Sta parlando di Sousuke!” realizzò allora la ragazza, senza però capire cosa volesse dire quel Gauron, che doveva averli spiati durante il loro ultimo incontro.

Cercò comunque di mentire, per non coinvolgere quell’imbranato di Sousuke in chissà quale casino.

“Tra me e quel ragazzo non c’è proprio nulla. Mi ha solo chiesto qualche informazione, non essendo di qui”.

Gauron scoppiò in una sonora risata: “Che bello, cerchi di coprirlo, ma è inutile. Te l’ho già detto, io riesco a capire che emozioni prova un essere umano, e so anche capire quando mente. Tu stai mentendo allegramente: lo ami, come indica il tuo corpo quando sei vicina a lui. E anche lui ti ama, dato che il suo corpo reagisce alla stessa maniera del tuo. E complimenti, pur non sapendo nulla di lui, qualcosa l’hai comunque azzeccata: lui non è di qui”.

Chidori ignorò l’ultima frase e rimase esterrefatta: Sousuke l’amava?

O questo Gauron la stava ingannando?

Non aveva motivi per farlo, ma poteva benissimo trattarsi di uno psicopatico.

Certo che una parte di lei si sentì… felice, per quella rivelazione, nonostante la fonte.

Però non era il momento adatto per parlare d’amore.

“Quindi io sarei l’esca, giusto?”

“Esatto. Avrei anche potuto attaccarlo direttamente, ma con un ostaggio di mezzo posso assicurarmi che non tenti scherzi, ed è molto più divertente”.

“Bastardo!” disse aspra Kaname.

“I tuoi insulti sono per me preziosi complimenti” replicò l’uomo.

“Non so che cosa tu voglia da lui, ma dubito che tu riesca trascinarlo qui”.

“Non preoccuparti. Ho trovato il modo per attirare la sua attenzione”.

“Ehi, hai visto?” disse una ragazza al suo fidanzato indicando un grosso tabellone pubblicitario elettronico posto sulla sommità di un palazzo.

“Si. Certo che è una pubblicità davvero strana” rispose lui.

Anche altre persone si fermarono incuriosite a guardare quel tabellone, che stava cosi già da qualche ora.

Sul tabellone c’era questa scritta: AMICO DI FLEED, IO E LEI TI ASPETTIAMO SOTTO LE STELLE DISTANTI.

Chidori non sapeva quanto tempo fosse passato, ma sicuramente più di un’ora.

Lei non aveva più parlato con Gauron, né lui aveva più parlato con lei.

Sembrava che stesse aspettando Sousuke.

E non riusciva proprio a capire cosa potesse volere da quello strano e gentile ragazzo.

Si era pure messa a rimuginare su una frase detta da Gauron: Il ragazzo che ti ha fatto l’esempio delle stelle per dirti e allo stesso tempo nascondere la verità su se stesso.

Che accidenti significava?!

Poi udì un rumore indistinto provenire dalla boscaglia dietro di lei.

Gauron si voltò di scatto, scrutando l’oscurità.

“Si è messo controvento…” disse, prima di venire colpito da una specie di raggio laser.

Gauron cadde proprio davanti a Chidori, morto, con un grosso buco circolare in pieno petto che lo passava da parte a parte.

“Ma chi…”

“Chidori!”

“Sagara!” esclamò felice la ragazza.

Sousuke sbucò dalla boscaglia dietro di lei, in mano teneva una pistola di un modello che Chidori non aveva mai visto.

“Ti ho trovata in tempo. Non ti ha fatto del male, vero?”

“No”.

Sousuke tagliò le corde che bloccavano la ragazza con un raggio che scaturiva da quella pistola.

Kaname aveva diverse domande da fargli: cosa poteva volere quel Gauron da lui, come l’aveva trovata, che razza di pistola era quella e… se era vero che l’amava.

Ma prima che potesse fargli una qualsiasi domanda, da sotto di loro arrivò un “Ehi!” e subito un ombra calò sui due ragazzi.

Gauron era vivo!

E il buco sul suo petto si stava richiudendo!

L’uomo fece volare via la pistola di Sousuke e contemporaneamente prese Chidori per un braccio e la scagliò lontano come se fosse una bambola.

“Chidori!!!” gridò Sousuke, che fece per raggiungerla, ma il pugno di Gauron lo scaraventò indietro di almeno dieci metri.

“Sei riuscito a prendermi di sorpresa, bravo! Ma ora devi farmi divertire! Voi abitanti di Fleed siete molto più forti dei terrestri, no? Quindi avanti!”

“Maledetto!” ringhiò Sousuke, che con lo sguardo cercava Chidori nella boscaglia, senza trovarla.

La ragazza era atterrata ai bordi della strada panoramica, e una serie di cespugli aveva per fortuna attutito l’urto col terreno.

“Oh, mio Dio… ma quel Gauron… è davvero un mostro! Il buco nel petto…. Questa forza spaventosa… allora diceva la verità, non è umano!”

Faticosamente si alzò in piedi, cercando Sousuke tra le ombre del bosco.

Il pensiero che stesse affrontando un mostro come quello, la spaventava a morte, molto più di quando era legata all’albero.

Nel bosco non vedeva nulla, però arrivavano strani rumori, secchi e violenti, di alberi che crollavano.

E dopo un po’, qualcosa sbucò fuori dalla vegetazione, atterrando in piedi sulla strada: uno stremato Sousuke, ferito in più punti.

“Sagara!” gridò Kaname andandogli vicino.

“Presto, scappa” le disse Sousuke a denti stretti.

“No, non ti lascio!”

“Devi andartene! E’ troppo…”

“Pericoloso? Oppure troppo potente? Dì pure che sono entrambe le cose!” esclamò un ghignante Gauron uscendo dal bosco.

Kaname rimase sbalordita: la muscolatura di Gauron era aumentata a dismisura, nessun umano poteva essere tanto muscoloso.

“Ma chi… chi sei?!” domandò atterrita Kaname.

“Te l’ho già detto, mia cara. Sono un segugio, un uomo che l’Impero di Micene ha trasformato in un arma invincibile! E lo ha fatto col mio assenso!”

“T… tuo assenso?! Hai voluto farti trasformare in un mostro?!”

“Be, inizialmente mi avevano rapito, ma saputo cosa volevano fare, li ho assecondati ben volentieri!”

“P.. perché?”

“Perché mi piace uccidere! E adesso posso sterminare chiunque in qualunque modo!”

“Assurdo!”

“Non… non è il momento di parlare. Lo trattengo, tu scappa!” disse Sousuke.

“Sei impazzito?! Ti farà a pezzi!”

Sousuke si concesse un sorriso.

“Se devo morire, morirò. Mi basta saperti al sicuro”.

“Ma quanto siete dolci! Davvero stomachevoli!” urlò Gauron pronto a colpire.

Sousuke allontanò Kaname e si scagliò contro Gauron, cominciando a saltargli intorno ed evitando i suoi colpi.

Kaname rimase stupita dai movimenti di Sousuke, perché già nella metropolitana aveva dimostrato di essere molto abile, però nessun umano poteva muoversi con tale agilità.

Ma soprattutto, era rimasta come pietrificata per le parole del ragazzo.

Gauron allora diceva la verità anche su quello.

La ragazza corse via.

“Quella stupida ti ha mollato qui!” disse Gauron.

“L’importante è che sia lontana da un lurido essere come te!” replicò Sousuke.

“Tsk, illuso. Credi che potrebbe amarti? Anche dopo aver scoperto la tua vera natura? Gli umani hanno paura di quello che è diverso da loro!”

“Alcuni, ma non tutti, e lei è tra questi!”

Gauron riuscì ad afferrare con una mano Sousuke e lo sbatté violentemente al suolo tenendolo per il collo.

“Quanto sei patetico! Sei un fottuto alieno! Cosa puoi mai saperne degli esseri umani!”

“Ne so sempre più di uno come te che ha rinunciato alla propria umanità per eliminare il più possibile i propri simili!”

“Le tue parole non mi toccano! Adesso mi porterai dal tuo bel disco volante!”

“E per quale ragione dovrei farlo?”

Gauron strinse ancora di più la sua presa sul collo del ragazzo.

“Bada. Il fatto che non posso ucciderti, non significa che non posso farti molto male!”

“Non mi fai paura!”

“Lascialo andare!” tuonò Kaname dietro Gauron.

Che si voltò abbastanza stupito.

La ragazza aveva solo finto di scappare, era tornata nel bosco a cercare la pistola di Sousuke e ora la puntava contro quell’inumano e grottesco ammasso di muscoli.

“No… perché… non sei scappata?” domandò Sousuke.

“Non ti lascio nelle mani di quel mostro!” rispose la ragazza.

“Pensi davvero di sapere come funziona quella pistola?” domandò ironico Gauron.

Per tutta risposta, Kaname sparò, il colpo tranciò di netto il braccio che teneva bloccato Sousuke.

“Una pistola è una pistola” spiegò soddisfatta Kaname.

Per la sorpresa e il dolore, Gauron urlando si lanciò contro Kaname, ma Sousuke si alzò e saltò sopra il mostro.

“Passamela!” gridò il ragazzo, Kaname ubbidì e gli lanciò la sua arma.

Appena la prese, Sousuke cominciò a sparare all’impazzata su Gauron: un colpo alla spina dorsale, altri quattro colpi per ciascuna gamba, due colpi al petto, due al braccio rimasto, uno al torace e uno alla testa.

Ciascun colpo passò da parte a parte il mostro, che gridando stramazzò al suolo.

Abbattuto il mostro, anche Sousuke fece per accasciarsi, ma Kaname lo sorresse in tempo.

“Stai bene?” domandò Kaname.

“Me la caverò”.

“Su, vieni a casa mia, me la cavo abbastanza in fatto di cure. E penso che abbiamo bisogno di fare una bella chiacchierata, anche se stavolta dovrai essere soprattutto tu a parlare” disse lei sorridendo.

Lui annuì.

Finché dietro di loro si udì un bisbiglio.

E qualcosa piombò sulla testa di Kaname: un mostruoso braccio troncato.

E il braccio sembrò mutare forma, aderendo il più possibile alla testa della ragazza, che lanciando mugugni disperati cadde in ginocchio tentando di togliersi quella cosa di dosso.

“Chidori!!!” esclamò Sousuke, che capì subito chi fosse il responsabile.

“Maledetto Gauron!”

Una risatina beffarda giunse alle sue orecchie.

Gauron lentamente si stava rimettendo in piedi, le ferite si richiudevano.

“Credevi che fosse cosi facile abbattermi?”

Sousuke cercò di ignorarlo e di togliere quella cosa dalla testa di Kaname, ma inutilmente.

“Non ci riuscirai. E ti sconsiglio di usare la tua pistola. Gli umani sono delicati, se li buchi non guariscono come me”.

Kaname si accasciò tra le braccia di Sousuke, sul cui volto cominciava ad apparire la disperazione.

“Sta soffocando. Naso e bocca sigillati ermeticamente. Puoi salvarla solo in un modo”.

I mugugni di Kaname diminuivano sempre di più, come i suoi movimenti.

“Allora?”

“Hai vinto” rispose infine Sousuke.

Tre persone stavano di fronte al vecchio ed enorme capannone di una fattoria abbandonata.

Sousuke, scuro in volto, stava davanti ad un soddisfatto Gauron, che aveva nuovamente assunto un aspetto umano.

Ma una sua mano era ancora deforme, e teneva per la testa Kaname, distesa per terra e priva di conoscenza, pronta a ucciderla all’istante.

“Muoviamoci!” ordinò Gauron.

I tre entrarono nel capannone, che era vuoto.

Sousuke parlò in una strana lingua, e dal nulla sembrò materializzarsi il disco volante che aveva abbattuto quei mostri meccanici.

“Eccolo qui! Grendizer, o Goldrake, come lo chiamarono secoli fa gli umani. Ora noi due saliremo a bordo e andrai dove ti dirò io. E ti avverto, durante il volo non tentare strane mosse. I miei capi mi hanno detto come pilotarlo. Perciò potrei benissimo metterti ko. Lascio a te i comandi solo perché mi piace essere servito”.

“Va bene. E’ lei?”

“Aspetta ancora un attimo”.

Ad un nuovo comando di Sousuke, un portello si abbassò sotto la testa di Goldrake.

Quando vi furono sopra, Gauron finalmente lasciò andare Kaname e spinse dentro Sousuke.

“Non preoccuparti per lei. Non la ucciderò. Meglio che soffra sapendo che il suo amato è caduto nelle mani del nemico per colpa sua, perché non è scappata” disse Gauron sfoderando il suo malvagio sorriso.

Dopo un po’, Goldrake sfondò il tetto del capannone e decollò sparendo all’orizzonte.

Sul terreno era rimasta solo Chidori.

Gauron per fortuna si era lasciato sfuggire la possibilità di assicurare ai suoi capi una vittoria più che certa.

  
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