Fanfic su attori > Orlando Bloom
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Autore: NiNieL82    18/06/2011    1 recensioni
POSTATO IL FINALE
“Non me ne frega niente di questo Orlando Bloom, non so se hai capito, Laura. Di pure al boss che questa me la paga. Non me lo sarei mai immaginato che avrebbe fatto una cosa simile!” esclamò Edith dirigendosi verso l’entrata del privè, dove avrebbe tenuto l’intervista.
“Ma miss Norton, Orlando Bloom e un attore di fama mondiale, il capo ha affidato a lei questa intervista proprio per questo motivo” rispose una terrorizzata Laura, segretaria personale di Edith, dall’altro capo del telefono.
[Dal primo capitolo].
“Sono lieta di conoscerla, mister Law.”
Jude sorrise e replicò:
“Ti prego, non mi far sentire più vecchio di quello che sono dandomi del lei. Chiamami Jude e tagliamo la testa al toro. Che ne dici?”
Edith sentì le gambe cederle. Certo, se lo avesse raccontato anche a Rachel sarebbe stramazzata al suolo per la sorpresa. Dare del tu a Jude Law mica è cosa di tutti i giorni.
Sorrise, un po' nervosa e disse:
“Ok, Jude!”
Gli occhi azzurri dell'attore ebbero come un lampo. Edith sentì una strana molla allo stomaco.
[Dal capitolo 22].
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' I was born to love you.'
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Capitolo 42: Sotto il sole dei Caraibi.



La domanda è una. L'hai tradita si o no? È inutile che continuiamo a girarci intorno OB!”

Dicendo questo Dom si era fermato e guardava Orlando con rimprovero.

L'attore londinese aveva incontrato quello di Manchester con la scusa di un viaggio di lavoro a Los Angeles, dove Dom era tornato a vivere in pianta stabile dopo la parentesi hawaiana e passeggiando per Rodeo Drive avevano cominciato a parlare dei rispettivi problemi con le rispettive compagne.

Alla domanda Orlando si era bloccato, come se una doccia fredda lo avesse colpito. E guardando Dom, per una frazione di secondo che ad entrambi era sembrata troppo lunga, sancì la replica repentina di Dom, che orripilato, disse:

Cristo! L'hai tradita davvero!”

Non dire cazzate Sblomie!” ribatté Orlando infastidito, riprendendo a camminare lentamente, superando Dom che lo guardò sempre più stupito.

Se dico cazzate allora perché non me lo dici che non l'hai tradita OB? Dillo! È semplice! Io non ho tradito la madre di mia figlia!” lo seguì Dom, sfidandolo con un ghigno quasi malefico.

-Sembra che ci goda a sapere che ho tradito Edith! Ma che cazzo vuole? Una storia di un paio di anni con una lo ha fatto diventare un santo? Non si ricorda più di quello che faceva prima?- pensò Orlando guardando l'amico di traverso. Poi, bloccandosi, mettendosi con le gambe divaricate le mani in tasca chiese: “E se ti dicessi di si? Cosa cambierebbe?”

Cambierebbe che hai tradito la madre di Ella per prima cosa? Che hai tradito la donna che si butterebbe nel fuoco per te?” rispose pronto Dom.

Come tu per Evangeline, vero?” replicò quasi con cattiveria Orlando.

Quello era stato un colpo basso. Mentre si confidava, Dom si era dimostrato insoddisfatto da molti aspetti della sua storia con Evangeline che, a quanto pareva, aveva esaurito l'effetto luna di miele e presentava il conto, con una lista di difetti, liti e continui tira e molla e -a quanto pareva- un tradimento di quest'ultima a spese del povero Dom. Dire quindi quella frase aveva colpito il ragazzo che, indurendosi, non mostrando la minima ombra di sorriso, disse:

Non fare lo stronzo con me, Orlando! Chiederti se sei stato o no un uomo corretto nei confronti della donna che ami, dopo che mi hai raccontato le tue paturnie per ore, non ti permette di fare un'analisi della storia tra me ed Evangeline!”

Come per dire tu si e io no?” chiese sempre più pungente Orlando. Era decisamente infastidito da quel terzo grado che non lo faceva uscire per niente bene. “Se Evangeline ti ha tradito non puoi puntare il dito contro tutto il mondo gridando tradimento e vergogna anche ai tuoi amici...” e riprendendo a camminare, più perché non voleva litigare quando voleva solo ed esclusivamente stare tranquillo, aggiunse in fretta: “Dovresti sapere che come a te non piace che analizzino la tua relazione con Evangeline, a me non piace che analizzino la mia con Edith. Mi chiedi comunque se ho tradito? Ti rispondo di no. Ma potrei comunque mentire, non trovi? Potrei benissimo aver ceduto alle lusinghe di Violet, essere entrato nel bagno maleodorante delle donne e seduto sul cesso aver fatto sesso con lei ed essere ritornato a casa da mia moglie. Chi ti da la certezza che lo abbia fatto? Potrei anche aver accettato contro voglia il suo numero ed essermela solo trovata tra i piedi per quello che non le ho dato. Potrei anche mentire in entrambi i casi, non trovi?”

La verità sta sempre nel mezzo” replicò Dom guardandolo in tralice. “Potresti averla tradita, accettato con fastidio il numero di telefono della ragazza ed essere tornato a casa da Edith come se niente fosse. Anche questo ragionamento fila, non trovi?”

Orlando sollevò la testa in alto e sospirò frustrato, ma Dom non lo fece parlare e serio, come mai era stato in tutti quegli anni in cui Orlando lo conosceva, disse:

Sai che ti dico? So che ti sei sfogato con me solo perché il tuo migliore amico è il fidanzato della migliore amica di Edith. Ti sei sfogato e te ne sono grato che tu lo abbia fatto con me nonostante tutto, questo, penso, vuol dire che ti fidi me e mi lusinga. Ma io ti ho fatto una semplice domanda: hai tradito si o no? Non mi hai risposto e hai messo in mezzo la mia storia con Evangeline. Certo! Hai ragione! Le cose con lei non vanno bene e tendo a sclerare quando sento che qualcuno tradisce la fiducia di qualcun altro. Ma visto che, della tua storia, come mi hai fatto capire, nel bene e nel male non me ne deve fregare, sai che ti dico? Non dovrai fare i conti con me, se l'hai tradita, Orlando! Dovrai fare i conti con Edith e con Ella. E, cosa ancora più grave, con la tua coscienza. E quella, la notte non ti fa dormire. E se l'hai tradita... E bada che ho messo il se davanti... Se lo hai fatto... Prega che non lo sappia. Perché non solo salta il matrimonio, ma anche la tua storia finirà e lei ti caccerà via, da casa e dalla sua vita... Vedi tu OB!” e senza aggiungere altro, facendo intendere al londinese che la discussione era finita, si allontanò.

Sapeva che le cose si sarebbero sistemate subito con Dom, nonostante fosse andato giù pesante con lui. Dom era uno che non portava rancore a lungo. Quello che impensieriva Orlando era quello che Dom aveva appena detto.

Lo aveva inquietato e il cuore, dopo quell'ammonimento, cominciò a battere con tonfi sordi.



Rachel guardò Edith che aveva due occhiaie profonde e sarcastica chiese:

Ti manca il sano e rigenerante sesso con il tuo adorato futuro maritino?”

Edith sbuffò sarcastica e rispose:

No. Quello da quando è nata Edith è diminuito drasticamente. No! È altro quello che mi preoccupa!”

Rachel sospirò e replicò:

Quasi dimenticavo... Anche quando è nata Charlotte ho avuto problemi con John I perché non facevamo abbastanza sesso. Stai attenta. O ti ritrovi Orlando con una svaporata chinata sotto il tavolo e fargli un lavoretto!”

Edith rise e rispose:

Sei disgustosa Brown!”

Rachel rise e ribatté:

Che cosa ti preoccupa Norton? Mi hai detto che c'è qualche cosa che ti preoccupa. Spara e vediamo che si può fare!”

Edith, che stava sistemando Ella nel passeggino, si voltò e sorrise grata a Rachel. Voleva bene alla sua migliore amica anche per quello. Sapeva subito quando stava male, quando le cose non andavano bene e quando lei aveva bisogno di sfogarsi.

Rachel era una donna meravigliosa. Era una che entrava nel caos quotidiano del mondo per annunciare con spietata freddezza il numero di morti in Afghanistan o dell'ultimo scandalo politico. Ma Edith, che la conosceva da tanto tempo, sapeva che Rachel non era così: quella che metteva su quando presentava un telegiornale era solo una maschera. Rachel era una festaiola, una casinista e piangeva guardando Hugh Grant in 'Notting Hill' che faceva la dichiarazione a Julia Roberts. Era una che quando erano state in prima linea, nello stesso Afghanistan che presentava al telegiornale, aveva pianto davanti alla morte di un bambino che era rimasto vittima dello scoppio di una mina antiuomo. Dietro quel sarcasmo pungente, c'era una donna che amava la figlia più anche di quanto amava suo marito, una donna che prima di incontrare l'uomo che la stava rendendo madre per la seconda volta, aveva sofferto. Sofferto per un altro uomo che l'aveva tradita e umiliata e che l'aveva lasciata da sola con una bambina da crescere e una carriera agli inizi.

E, cosa importantissima per Edith, Rachel proteggeva Edith come si fa con una sorella. All'inizio -Edith ricordava bene il giorno in cui si conobbero lei e Rachel- il suo carattere snob era stato motivo di scontro tra Edith e Rachel. Edith cercava di non sembrare superiore agli altri, ma era più forte di lei. E spesso, il carattere ruspante di Rachel entrava in contrasto con quello di Edith. Si trovavano così ad insultarsi a vicenda, una di essere troppo snob, troppo altolocata per frequentare i comuni mortali; l'altra di essere troppo naif, troppo lontana dal mondo per essere una persona adulta. Tutto era cambiato dopo che le due subirono un'aggressione avvenuta mentre tornavano a casa assieme -i casi del destino!-, dal quale scamparono grazie all'intervento di un gruppo di ragazzi che stavano uscendo da un pub e si offrirono di scortarle fino a casa.

Quella sera che le aveva unite contro la loro volontà, solo perché andavano nella stessa strada ed era troppo tardi per aggirarsi da sole nelle strade di Londra, divenne il giorno più importante della loro vita: divennero amiche.

Quell'esperienza le unì a tal punto da farle divenire inseparabili. E farle iscrivere ad un corso di difesa, naturalmente.

Da allora Edith aveva sempre contato sulla grande amicizia di Rachel, con il quale crebbe e alla soglia dei trent'anni si trovava ancora a dire tutto.

E sapeva che quella volta non sarebbe stata da meno. Infatti...

Ho baciato Jude Law!” disse tutto di un fiato.

Rachel si voltò e la guardò imperscrutabile per qualche secondo. Poi, sarcastica, appunto, disse:

Eccerto! Devo dire che baciare Jude Law è un grande problema, soprattutto se stai per sposare Orlando Bloom. Trovo che sia importante che tu sappia una cosa che ho sul groppo da qualche mese Edith. Te la posso dire?”

Parlava con sarcasmo, ma senza cattiveria, tanto per ridere. Lei aveva sempre sostenuto che un uomo che ti porta a letto può essere tutto meno che un amico, dopo. Il bacio con Jude quindi non le provocava invidia, ma quel meraviglioso effetto che si prova quando si ha ragione e si può dire: 'TE LO AVEVO DETTO!'

Spara!” sorrise Edith.

Sei una grande stronza. E soprattutto... Hai baciato quel gran figo di Jude Law a poche settimane dal tuo matrimonio faraonico con Orlando? Mi auguro che non sia uscito dalla tua boccuccia d'oro questo particolare, vero Edith?” chiese un po' allarmata Rachel.

Ma sei pazza? Quello è capace che va a casa di Jude e lo stritola con le proprie mani. No. Non ho detto niente e non ho intenzione di dirlo ad Orlando. Pensa che tu sei la prima persona che lo sa. Non l'ho detto nemmeno ad Emma.” rispose Edith tranquilla riprendendo a spingere il passeggino, dopo aver sistemato alla meglio la copertina.

Rachel la guardò di sottecchi e domandò, curiosa stavolta:

Ma è stato lui a baciarti o sei stata tu?”

Edith sollevò un sopracciglio e Rachel ribatté subito:

Ehy! Sono una donna incinta. Non mi fare quello sguardo, rischio l'aborto!”

Edith rise di cuore e solo quando finì Rachel concluse seria come, senza saperlo, anche Dom aveva parlato a Orlando dall'altra parte dell'emisfero su di un fatto simile:

Hai baciato Jude Law? E chissene! Lo so che ti stai per sposare con un altro super figo del cinema internazionale e che sei stata per due anni con il mascellone Stephensons, abbassando notevolmente i tuoi canoni e disabituandoti ad avere così tanta roba assieme... Quello che ti voglio dire, seriamente è che... Nonostante tutto... Un bacio... Non è un rapporto sessuale. Non lo definirei nemmeno un tradimento. Hai sbagliato. È meglio che non lo fai più, visti i precedenti tra te e Jude... Ma non buttare al cesso il tuo matrimonio per colpa di una cosa da nulla. Ci sono donne che hanno segreti peggiori nel cuore e portano avanti matrimoni da mezzo secolo... Non ci pensare e pensa solo a sposare Orlando. E a fare un fratellino a questa patatina...” e passando un dito sulla guancia di Ella, sollevò lo sguardo verso Edith e disse: “Bene! Ho una fame che non ci vedo più. Che ne dici se andiamo a prenderci un bel frappuccino allo Starbucks che ho visto qua all'angolo?”



Jessy stava sulla sedia. Il suo abito da sposa era nero. Identico in tutto e per tutto da quello che aveva il giorno delle nozze, ma nero.

Tutti ridevano attorno ad Edith, che guardava inorridita il mazzo di fiori secchi, pieni di vermi e di mosche verdi e grosse.

Ora lo lancio!” gridava Jessy con voce ovattata e rallentata.

Edith scosse la testa. Non voleva quel bouquet. Lo vide volteggiare nell'aria, seguiva lo stesso percorso dell'altro. Doveva solo allungare la mano prenderlo. Ma se lo avesse preso? Cosa sarebbe successo?

Il bouquet volteggiò e cadde dietro di lei, con il fragore di una bomba. Edith si voltò e vide una ragazza che teneva il bouquet in mano, ma il suo viso era come mangiato dai vermi e gli occhi erano senza orbite.

Edith gridò inorridita, in un grido senza voce, mentre tutti attorno, cominciavano a circondarla, uguali alla ragazza che stava con il bouquet che bruciava lentamente. Con raccapriccio, Edith si rese conto che sembrava quasi che quelle creature che abitavano quel grottesco mazzo di fiori gridassero disperate, piangendo come bambini appena nati.

Poi il terreno si aprì sotto i suoi piedi ed Edith cominciò a precipitare nel vuoto. In un urlo silenzioso che i mostri sopra di lei non ascoltavano.


Edith scattò su, mettendosi a sedere sul letto dove poco prima dormiva, con il respiro affannato, sudata nonostante il clima fosse freddo, spaventatissima.

Orlando vicino a lei dormiva tranquillo. Edith si guardò intorno e sospirando portò le mani ai capelli, quasi piangendo.

Non capiva che cosa stava succedendo, ma da quando si era sposato Paul, si sentiva strana e passava la maggior parte delle sue notti sveglia, troppo terrorizzata dall'idea di poter di nuovo riaddormentarsi e fare di nuovo qualche sogno agghiacciante.

L'ultima volta che aveva cominciato a fare sogni che l'avevano scossa era successo un patatrac assurdo. Possibile che, come quella volta, sentisse un pericolo avvicinarsi e non capisse da che parte arrivasse?

Guardò le sue mani, dove l'anello di fidanzamento brillava tranquillo, grazie ai flebili barlumi di luce che penetravano dalla finestra.

Era sempre un bel periodo. A lavoro andava tutto più che bene. Vanity UK aveva sempre più consensi e con Vanity USA era la rivista che vantava più tirature e un numero soddisfacente di ristampe. Ella era sana e cresceva bene ed era ogni giorno più bella. Orlando la voleva sposare. Suo padre aveva fatto quel passo che aveva atteso per dieci anni e aveva 'cominciato a ricominciare' a parlare con lei.

-Smettila di farti seghe mentali Edith e cerca di dormire. Domani devi prendere un aereo per andare ai Caraibi. Non hai tradito Orlando. Un bacio non è un rapporto sessuale. E se non glielo dici non lo saprà!-

Si sdraiò e guardò il soffitto scuro. Alle volte il ricordo del bacio con Jude le faceva mancare il respiro e le faceva pensare che fosse finita. Quando si riprendeva e il respiro tornava normale, lasciandola solo con un forte mal di pancia o con la testa che ronzava per via dei battiti accelerati del cuore, si metteva a sedere e si chiedeva se si poteva stare male per un bacio stupido, che lei non aveva cercato. O forse si?

Rachel diceva che quelli erano attacchi di panico e che lei li aveva quando la sua storia con John I era finita.

Ma nonostante conoscesse il nome di quello che aveva e che la colpiva quasi quotidianamente, il doverlo affrontare quando arrivava terrorizzava Edith.

Anche Emma era a conoscenza di questi attacchi e diceva che la colpa era da attribuire al fatto che non solo Edith lavorasse come una matta, ma anche alla maternità e al matrimonio che stava organizzando.

Quando sentiva queste cose si tranquillizzava e il cuore sembrava diventare un po' più leggero. Ma quando spegneva la luce e rimaneva da sola, come quando Orlando era partito a Los Angeles per lavoro, allora l'attacco di panico arrivava subdolo, lasciandola terrorizzata e costringendola a prendere Ella e portarsela con se nel letto. E alle volte nemmeno si calmava. Come quella sera.

Esasperata si alzò dal letto. Andò in camera di Ella e represse l'impulso di svegliarla solo per poter occupare il suo tempo. Sistemò le valigie, pronte per il viaggio con Orlando ai Caraibi. Si fece una tisana. Guardò la televisione, accese il portatile per scrivere qualche cosa, spegnendolo quasi subito sconfitta dalla mancanza di ispirazione, dovuta al fatto che erano le tre della notte e non ci stava con la testa.

Nulla. L'attacco di panico persisteva e la faceva stare male.

Che fosse il senso di colpa? Che fosse il rimorso che non la faceva dormire e che quei sogni fossero di nuovo la premunizione di qualche cosa di peggiore?

Guardò Orlando che dormiva nel letto. Amava quell'uomo e non voleva perderlo.

'Ho paura perché mi sto rendendo conto che, in questo momento ho voglia di dire una cosa che so, nel momento in cui la dirò, cambierà tantissime cose!'

-Io ti amo Orlando. Ti amo da impazzire...-

'Non dirmi che non lo hai capito che mi piaci Norton!'

'Ci sono donne che hanno segreti peggiori nel cuore e portano avanti matrimoni da mezzo secolo... Non ci pensare e pensa solo a sposare Orlando.'

-Ti voglio e non ti posso perdere...-

'Impossibile che tu non l'abbia mai capito? Mi piaci da impazzire Edith Norton!'

-Non voglio buttare al cesso il mio matrimonio per una cosa che non ho voluto io...-

'Non possiamo. Non posso buttarmi nelle braccia del primo uomo che mi trovo davanti... Anche se sei tu. Non posso. Mi sto per sposare. Ho una figlia e... Non posso... Scusa!'

-Ha ragione Rachel. È una cosa da niente. Mi sto preoccupando di una cosa da niente...-

'Siamo amici Jude. E questo per noi può bastare!'

-Lui è un amico, niente di più. Lui il mio futuro marito, l'uomo che amo...- e sorridendo, sentendo il cuore leggero da quelle giustificazioni alle voci dei ricordi, si sdraiò vicino ad Orlando e lo abbracciò. L'attore si mosse nel sonno, ma non si svegliò. Edith sorrise e baciandogli la schiena, poggiando le labbra sul solco che lo avrebbe sfregiato per sempre, si accucciò a lui. L'attacco di panico era passato.

Il giorno dopo sarebbero stati sotto il sole dei Caraibi, dove tutto era cominciato. Dove tutta la magia di quella storia aveva preso finalmente forma.

Dove lei aveva conosciuto la felicità.



Allora Sonia... Qua ci sono le pappe. Basta metterle nell'acqua calda e si preparano subito. Magari assaggiale prima di darle ad Ella. Ah! Attenta che sputa quando mangia. Munisciti di un bel bavaglio e di qualche cosa per pulirti la faccia. I pannolini. Ci sono quelli per il giorno e quelli per la notte. E qua... Qua ci sono i ciucci. Anche qua... Uno per la notte e uno per il giorno...”

Sonia la guardò sollevando un sopracciglio e disse:

Ho cresciuto due figli Edith. Non mi spaventa tenere Ella per una settimana...”

Edith sorrise tirata. Si aspettava che la suocera dicesse qualche cosa di simile. Fu Orlando a correre ai ripari, dicendo:

Mamma... Non fare la solita. Edith è un po' agitata perché è la prima volta che esce dall'Inghilterra senza Ella... Su!” e prendendo la bambina in braccio cominciò a fare smorfie e sorrisini.

Fu Samantha a parlare subito dopo, domandando:

Eloise quando verrà?”

Domenica pomeriggio! Mi raccomando. Non portatela al centro commerciale. Con tutti quei riscaldamenti, passa dal freddo polare alla calura della savana...” si premurò di avvisare Edith.

Samantha sorrise e disse:

Tranquilla. Voi partite e tornate con un bel nipotino!”

Vuoi che Edith non entri nell'abito da sposa a marzo?” chiese Sonia con una punta di cattiveria.

-Quando Rachel mi parlava della cattiveria delle suocere intendeva questo?- pensò Edith sorridendo sempre più tirata.

[I PASSEGGERI DEL VOLO AS 8976 CON DESTINAZIONE SANTO DOMINGO IN PARTENZA …]

Questo è il nostro!” disse Orlando che facendo saltellare Ella, aggiunse, salutando la figlia:

La mamma e il papà si prendono una piccola vacanza... E tu... Comportati bene con le nonne. Mi raccomando. Falle disperare come fai disperare noi...” e ridendo la porse ad Edith che, piangendo la strinse al petto forte e la cullò appena.

Orlando sorrise e quando lo speaker chiamò di nuovo il loro volo, Edith lasciò la bambina e seguì il compagno.

E una volta che l'aereo fu partito, piangendo come una fontana, pensò che al viaggio di nozze avrebbe portato con se Ella, che Orlando lo volesse o no!



Orlando stava baciando Edith con calma, sorridendo di tanto in tanto e guardandola con intensità.

Allora non me lo dici?” le chiese baciandole il collo.

Cosa?” chiese Edith chiudendo gli occhi e mordendosi il labbro.

Com'è l'abito da sposa!” rispose Orlando guardandola di nuovo.

Aveva un'espressione curiosa, conferendo al viso una strana infantilità che Edith in quasi due anni aveva imparato a conoscere più che bene.

Non mi freghi Bloom. Anche se mi fai gli occhi dolci... Non ti dico com'è l'abito da sposa perché porta male... Devi aspettare il giorno del matrimonio!”rispose Edith sollevandosi dalla sdraio e si avvicinò al bordo della piscina immergendo i piedi nell'acqua pulita.

Li guardava muoversi avanti e indietro, sapendo che Orlando da un momento all'altro si sarebbe avvicinato. Era troppo curioso per non strappare qualche particolare alla compagna. E infatti...

Dai. Lo sai che sono curioso. E poi, a marzo ci vuole troppo tempo!” la implorò Orlando, mettendo il muso lungo.

Non mi incanti Bloom. Non ti dirò nulla...”

Orlando stava per ribattere quando il cellulare prese a squillare.

L'attore sollevò gli occhi al cielo ed Edith disse:

Ma non lo puoi spegnere quel coso. Non ha fatto che squillare per tutta questa settimana. E menomale che avevamo detto a tutti di non cercarci...”

Sarà ancora Robin amore... Sai che sta cercando di convincermi a fare qualche contratto...”e baciandola, sorridendo, aggiunse: “Me la sbrigo subito!” e si alzò prendendo il cellulare.

Edith lo guardò allontanarsi. Stava dondolando i piedi dentro l'acqua guardandoli rabbuiata, quando anche il suo cellulare prese a squillare. Sollevandosi, mormorò:

E adesso chi è?”

Frugò per qualche secondo nella sacca e prese il cellulare che trillava ancora. Rimase qualche secondo sorpresa, leggendo il nome della persona che chiamava.

Era Robin.

Rispondendo, sorrise tirata e disse:

Robin! Ma non stavi parlando con Orlando?”

A dire il vero stavo chiamando quel lavativo, ma ho trovato occupato... Sai con chi sta parlando?” chiese la donna.

A saperlo!” mormorò Edith guardando corrucciata Orlando.

Come?” domandò Robin che non aveva capito quello che Edith aveva detto.

Nulla. Tu piuttosto? Che cosa è successo? Stavi cercando di metterti in contatto con Orlando...”

Edith venne bloccata da Robin che, in un solo fiato, disse:

Non ci crederai. Ho appena parlato con la casa editrice del tuo nuovo libro. Avete venduto i diritti per una cifra astronomica alla Warner. E ti dico di più! Il protagonista maschile sarà Orlando. Manca solo la firma... Sai quanta pubblicità? Orlando che recita nel film del libro che tu hai scritto? Naturalmente ho detto che per la stesura della sceneggiatura devi esserci anche tu!”

Ma sei matta? Io anche altre cose da fare. Sono una mamma. Sto organizzando un matrimonio. Dirigo una rivista!” elencò Edith.

Niente da fare. Questo è importante. Andrai e scriverai questa dannatissima sceneggiatura. E vedete di non litigare. Mi servite felici e affiatati più di quello che già siete!” e senza nemmeno salutare chiuse il telefono.

Edith sbuffò e si trattenne dal lanciare il telefonino in piscina solo perché, quella sera, doveva chiamare la madre di Orlando e chiederle di Ella. Nel frattempo, anche Orlando aveva finito e si stava avvicinando a lei con un sorriso smagliante.

Ho visto che hanno chiamato anche te. Chi era?” domandò Orlando baciandola.

Nessuno. E tu? Con chi stavi parlando?” chiese Edith a sua volta.

Robin. Mi doveva dire qualche cosa su di un contratto...” rispose Orlando con noncuranza. “Andiamo a farci una bella nuotata. Fa un caldo che si schianta!”

Probabilmente Orlando non si era reso conto che Edith lo aveva fulminato con lo sguardo. Ma non sapendo che lei, mentre lui era al telefono con chi sa chi, aveva realmente parlato con Robin, non si curò del fatto che la futura moglie, con aria corrucciata, lo scrutava cercando di capire il motivo che l'aveva portato a mentire.



Ti dico che ha mentito!”

Edith parlava sottovoce nel bagno della camera, mentre Orlando, con il fon, asciugava i capelli.

Edith, forse non è quello che credi. Magari sta organizzando una cosa per il matrimonio e non te lo vuole dire perché tu lo tieni allo scuro dell'abito da sposa!” rispose pratica Rachel dall'altro capo.

Edith sospirò e guardò la sua immagine riflessa allo specchio. Era andata a fare quella vacanza nei Caraibi solo per tranquillizzarsi, solo per starsene da sola con l'uomo che amava, prima di buttarsi a capofitto nel periodo natalizio e in quello che precedeva i giorni del matrimonio.

Possibile che, come una quindicenne, si facesse assalire da dubbi assurdi?

Dici che mi so fissando?” chiese quasi arresa Edith.

Uhm! E non lo dico per difenderlo. Per me ha parlato con qualcuno qua a Londra per quello che riguarda il tuo matrimonio. E ti dico di più... Ti ha detto che parlava con Robin per non farti avere dei sospetti, perché avresti cercato in tutti i modi di capire che cosa stesse facendo e gli avresti rovinato la sorpresa! Sei tu la giornalista segugio dei due. Non lui!” ribatté divertita Rachel per tranquillizzare Edith.

Edith sorrise. Tutto tornava. Come aveva potuto pensare anche solo lontanamente che Orlando la potesse tradire?

Sai cos'è? È il senso di colpa che mi fa ragionare così!”ragionò Edith quasi arresa.

Edith Norton!” esclamò Rachel. “Ancora con questa storia? Hai baciato Jude Law? OK! È successo. Ma non puoi metterti alla gogna senza averci fatto nemmeno sesso!”

Edith sospirò ancora. Checché ne dicesse Rachel, per quella storia di quel bacio si sentiva terribilmente in colpa. E cosa più brutta, sentiva che il suo subconscio stava cercando il marcio in Orlando solo per mettere a tacere la propria coscienza.

Senti!” continuò Rachel. “Facciamo così. Hai da vivere una settimana in un posto da favola. Godila. E vivila fino in fondo. Non devi avere paura che Orlando ti tradisca. Ho visto molti uomini innamorati, ma mai come lui... Anzi. Sai ora che fai? Esci, conturbante come solo tu sai essere e ci fai sesso. Ma di quello ben fatto. E mettete in cantiere il fratellino per Ella che avevate promesso a tutti!”

Edith sorrise. Non era imbarazzata. Anzi! Stava prendendo in considerazione la possibilità di fare l'amore con Orlando fino al giorno dopo.

Io chiudo ora!” aggiunse Rachel. “Così davvero vai da lui e ti rilassi come si deve!”

Rachel?” disse Edith.

Che c'è? Non dirmi che hai il ciclo perché, veramente, vengo ai Caraibi e ti uccido!” scherzò Rachel.

Ti voglio un mondo di bene!” rispose Edith.

Rachel rimase un attimo in silenzio. Non era da Edith fare quelle dichiarazioni d'affetto. E questo poteva significare solo due cose: o era di nuovo incinta; oppure era davvero innamorata e preoccupata.

Lo so che senza di me non si vive piccola!” scherzò ancora, mimando un timbro di voce sicuro.

Va bene. Ho capito. Io vado da Orlando a renderlo un uomo felice!” rispose Edith alla provocazione.

Mi raccomando. Ricordati di farti mettere incinta!” si raccomandò Rachel.

COSA!?” esclamò Edith.

Quello che ho detto!” sorrise Rachel che senza aggiungere altro chiuse il telefono, dopo aver salutato velocemente.

Edith rimase a guardare il telefonino, poi sollevò gli occhi verso la propria immagine riflessa. E sorridendo, con voce suadente disse, togliendo il costume mentre parlava:

Orlando potresti venire a darmi una mano. Non riesco a sciogliere il nodo del costume...”

La porta del bagno si aprì quasi subito. Orlando trovò Edith nuda e bellissima. E sorridendo, avvicinandosi a lei, con un sorriso malizioso cominciò a baciarla e avvicinandosi al muro cominciarono a fare l'amore.



Edith si svegliò. La stanza era vuota ma Orlando, uscendo, aveva lasciato una luce accesa. Sul letto, sopra il cuscino di Orlando, stava un bigliettino che diceva:

Amore! Sono sceso un attimo giù per ordinare qualche cosa da mangiare e magari farcela portare in camera... Ti amo. Orlando...”

Edith sorrise e alzandosi entrò nella doccia. Stava per entrare a lavarsi quando il cellulare di Orlando prese a squillare.

Stupita che il compagno lo avesse dimenticato in camera, uscì dal bagno. Non è mai consigliabile rispondere ad un cellulare che non è il tuo, ma il problema nemmeno si pone se si parla del tuo compagno. Così, veloce Edith si avvicinò al comodino e prese il cellulare. Senza nemmeno guardare chi fosse aprì la chiamata e sentì una voce femminile parlare fitto al punto tale che non le permise nemmeno di dire pronto:

Senti. So che ti stai per sposare. E sono davvero felice per te. Ma tu mi devi almeno ascoltare. Sono incinta Orlando. E il bambino è tuo. L'ho scoperto dopo averti chiamato!”

Edith non rispose. Gli occhi si dilatarono e lacrime scesero veloci.

Sentiva da lontano la ragazza chiamare pronto. Non ce la fece a sollevare il cellulare e cantargliene quattro. Sentiva solo la testa ronzare. Orlando l'aveva tradita. Orlando stava per avere un bambino da una donna che non era lei.

La serratura scattò e la porta mostrò il volto sereno di Orlando. Volto che divenne interrogativo davanti all'espressione attonita della compagna.

Che succede amore?” chiese quasi spaventato.

Edith scosse la testa e disse:

Credo che tu mi debba delle spiegazioni. Specialmente ora che stai per diventare padre per la seconda volta di un bambino che non è il mio!”

   
 
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