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Autore: xenascully    18/06/2011    3 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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“Non capisco.” Disse Gibbs al telefono mentre camminava per lo spazio buio in cui era confinato. “Perché prenderti il disturbo di rapire me, se non sono nemmeno quello che vuoi?”

“Come ho detto,” spiegò il rapitore “con lei fuori gioco, una volta che l’avrò preso, nessuno sarà in grado di salvarlo.”

“Credo che tu non stia dando abbastanza credito alla mia squadra.”

“Quelli che restano, una volta preso lui, sono praticamente inutili, Gibbs. Era lei il mio più grande ostacolo. Dovevo eliminarla. Ma se la avessi direttamente uccisa, non ci sarebbe stata garanzia di riuscire a prenderlo. Ma in questo modo, lui verrà da me.

“Hai in mente di prenderlo prima.” Ipotizzò Gibbs. “Non vuoi semplicemente ucciderlo.”

“Esatto. Ucciderlo non è abbastanza. Prima deve soffrire. Ho bisogno di tempo. E con lei alle calcagna, non ne avrei avuto. Quegli imbecilli non riusciranno a rintracciarmi in tempo; avrò finito prima che possano trovare il suo freddo corpo morto. E per allora, me ne sarò già andato da un pezzo.”

Le budella di Gibbs si contorsero. Questo tizio significava guai; guai davvero grossi. E in quel momento, non poteva fare proprio niente. Non aveva modo di avvertire la sua squadra della trappola che li attendeva, e anche se avesse potuto, avrebbe certamente significato la sua morte. Ma l’avrebbe fatto in un batter d’occhio, per salvarli. “Perché?” Chiese. “Cosa ha fatto? Ti ha arrestato o che altro? Ti ha spedito in prigione? Suppongo che tu stia parlando di DiNozzo.” Disse.

“Suppone correttamente, non che la cosa possa aiutarla in un qualche modo. Ma no, Gibbs; non sono stato arrestato. Qui non si tratta di me.”

“A me sembra qualcosa di personale.” Ritorse Gibbs.

“Sfonda una porta aperta.” Replicò lui. “Può dirlo forte.” Vi fu un lungo momento di silenzio, e Gibbs tentò di trovare un modo per aprire la porta. “Sì…intendo farlo sentire esattamente come mi sono sentito io. Allora…e solo allora…sarà libero.”

“Pensavo avessi detto di volerlo uccidere.” Disse Gibbs.

“Esattamente. Sarà libero dal dover vivere col dolore. Io ci ho vissuto, Agente Gibbs, per molto tempo. Così tanto, che non riesco nemmeno a ricordare un momento nel quale non l’ho provato. Quindi sì, gli risparmierò tutto quel tempo. Ma mi rifarò. Dopo aver sofferto emotivamente, lo farò soffrire fisicamente, al posto di tutto il tempo che non dovrà vivere col dolore. E poi la farò finita…”

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“Cos’avete per me?” Chiese Tony entrando nel laboratorio, dove Abby, Tim e Ziva stavano lavorando sodo.

Ziva fu la prima a voltarsi verso di lui. “Ho parlato con la compagnia dalla quale proviene il furgone con la cella frigorifera. È in grado di raggiungere una temperatura interna fra gli 0 e i 40 gradi Fahrenheit.” Gli disse.

McGee fu il secondo a parlare, iniziando esattamente da dove Ziva aveva smesso. “Hanno anche detto di avere un localizzatore GPS su ognuno dei loro veicoli. Ma questo è stato manualmente disabilitato all’incirca quando ha raggiunto il luogo dove è stato trovato il guidatore. Tutto quello che può dirci è che erano diretti a Est. Ma potrebbe aver guidato in quella direzione per depistarci.”

“Il dirigente ci ha informati che l’NCIS era l’ultima fermata del guidatore di quella sera.” Intervenne Ziva. “Quello che ci hanno portato non richiedeva un’estrema refrigerazione. Il furgone, teoricamente, era impostato sui 40 gradi Fahrenheit. È possibile…probabile, anche, che il rapitore non fosse preoccupato della temperatura.”

“È anche probabile che fosse esattamente quello di cui era preoccupato.” La voce di Abby fece spostare la loro attenzione sulla scienziata forense goth che stava lavorando duramente al computer. “Voglio dire, presupponendo che Gibbs sia all’interno di quella roba, tenendone in considerazione le dimensioni, il fatto che si trova da solo, e che sia un contenitore ermetico, fa sì che ci vogliano più o meno quarantotto ore prima che il diossido di carbonio lo uccida.” Prese a camminare nervosamente avanti e indietro davanti al computer. “E-ed è lì dentro da già più di tredici ore…mancano trentacinque ore. Per non parlare poi del freddo, quindi si starà muovendo per mantenere alta la temperatura corporea. Questo diminuirebbe il tempo…di…un sacco. Potrebbe addirittura diminuirlo di metà. Questo assumendo che la temperatura non scenda al di sotto del suo livello di tolleranza…se…se questo è già successo…oh Dio…Potremmo già essere in ritardo.” Si fermò e incontrò gli occhi di Tony con i suoi già umidi. “Potrebbe già essere morto, Tony…”

“Abs, calmati.” Le disse, poi l’avvolse con le braccia. “Gibbs non è morto.”

“C-come puoi saperlo?” Chiese lei in un sussurro.

“Lo so e basta.” Le disse senza esitazione. “Lo saprei. Me lo direbbe l’istinto.” Le disse, con voce calma, poi spostò la testa leggermente per premere gentilmente le labbra contro la sua tempia in un bacio rassicurante. “Mi serve il tuo aiuto in questa situazione, Abby.” Le disse scostandosi gentilmente. “Puoi farcela?”

“Certo che posso.” Si difese lei.

Lui le sorrise orgogliosamente. “Questa è la mia ragazza. Chiamami non appena trovi qualcosa su quell’uniforme.” Si voltò verso i suoi compagni di squadra. “McGee, Ziva, andate a vedere se Ducky ha trovato qualcos’altro sul corpo. Vi raggiungo fra cinque minuti.” Si voltò e uscì senza dire un’altra parola.

Tim e Ziva si scambiarono un’occhiata, poi guardarono Abby, che, dopo averli guardati negli occhi, si voltò nuovamente verso il computer per ritornare al lavoro. Gli Agenti uscirono dal laboratorio per eseguire i loro ordini…

*~.~*

Tony si era diretto velocemente in bagno e aveva aperto il rubinetto dell’acqua fredda, gettandosela in faccia per cercare di smorzare la nausea che minacciava di sopraffarlo. Aveva fatto del suo meglio per tenere a bada le sue stesse paure quando Abby si era lasciata prendere dal nervoso, blaterando delle possibilità statistiche della situazione di Gibbs. Non poteva fare a meno di immaginarsi il suo capo rannicchiato in un angolo del furgone, ansimante; la pelle del volto, pallida e congelata dal freddo.

Tony si piegò in avanti sul lavandino in preda ai conati di vomito, anche se in realtà niente gli veniva su. Si obbligò a riportare il respiro alla normalità. Non avevano tempo per questo.

Gettandosi un’ultima volta l’acqua in faccia, spense il rubinetto e allungò una mano per prendere della carta con la quale asciugarsi. Lanciando un’occhiata allo specchio dopo essersi asciugato il volto gettando poi la carta nel bidone, prese un profondo respiro, tirò indietro le spalle, e si voltò per uscire dal bagno per incontrare i suoi colleghi in obitorio…

                                                                                                                                   11 00 11 00 11

Tony comincia a sentire la tensione, ma come ogni bravo Capo fa del suo meglio per non impensierire i suoi sottoposti gestendo da solo i suoi problemi! Vai Tony siamo tutti con te!

  
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