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Autore: Katia R    18/06/2011    2 recensioni
DATA PUBBLICAZIONE: 27 luglio 2010. La storia vista come una specie di "copione", come se fosse vista in tv.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One-shot - L'ultimo respiro TITOLO: "L'ultimo respiro".
AUTORE: 
Katia R.
DATA FINE:
12 luglio 2010.
PERSONAGGI:
 Luca\...
Premessa:
Questa os, che non è molto os xD più che altro è tipo un copione O.o e neanche... Spiega come si svolgerà tipo vista alla tv.
Solo io faccio 'sti ragionamenti contorti che li capisco solo io O.o
E' triste xD si, meno di "Goodbye my love" che in molti ricorderanno, ma cmq triste xD
L'ho scritta qualche tempo fa, in un giorno un pò grigio scuro tendente al nero... U.U



L'ultimo respiro

Era successo tutto talmente in fretta che nessuno ancora riusciva a capacitarsi che su quel letto di ospedale, adesso c’era Luca Benvenuto, il loro commissario.
Gabriele l’aveva visto sbalzare in aria come fosse un semplice pupazzo, senza forze, senza difese.
Si era subito avvicinato per trascinare il suo corpo lontano da quel casale che da lì a poco sarebbe divampato tra le fiamme. I soccorsi erano arrivati in poco tempo, da una prima occhiata Luca sembrava in gravi condizioni. Appena arrivato in ospedale lo portarono subito in sala operatoria per togliere le schegge che potevano compromettere le funzioni vitali. Dopo circa due ore di operazione, il dottore aveva dato la notizia che Luca era in coma e che forse non avrebbe superato la notte.
Nessuno aveva osato muoversi da lì. Guardavano Luca attraverso il vetro che li separava, legato a tutte quelle macchine, e fasciato in varie parti del corpo.
L’esplosione era avvenuta in tardo pomeriggio. Vittoria era riuscita ad avvisare Anna solo la sera.
Lei non ci aveva pensato due volte: aveva prenotato il primo aereo per Roma mentre metteva qualche indumento in un piccolo borsone. Aveva chiamato un taxi ed era scappata subito in aeroporto, pregando per Luca, l’uomo più importante della sua vita.


---

Il rumore delle macchine a cui era legato Luca non dava pace a chi entrava dentro, anche solo per potergli accarezzare una mano. Vittoria è svenuta dopo qualche minuto che stava dentro, fortunatamente un infermiere l’ha presa in tempo e l’ha portata fuori dalla stanza.
Sono le tre di notte passate. La stanchezza inizia a farsi sentire in ognuno dei presenti, ma nessuno sarebbe riuscito ad andare a casa a riposare. Qualche minuto dopo nel corridoio si sentono dei passi, quasi impercettibili. Si girano tutti a guardare chi sia, anche se non è difficile da capire. Gli occhi vengono puntati su Anna, gli occhi gonfi e rossi, il viso bagnato dalle lacrime, sue compagne di viaggio, e le mani che continuavano a tremare. Da una rapida occhiata a tutti e con un cenno del capo li saluta, per poi fermare un infermiere per convincerlo a farla entrare nella stanza.
Anna entra immediatamente nella stanza, e si ferma a pochi passi dal letto, mettendosi una mano davanti alla bocca per bloccare un singhiozzo prepotente. Avanza lentamente e si abbassa posandogli un dolcissimo bacio sulla fronte -Luca, sono arrivata. Sono qui- dice accarezzandogli la parte sinistra del viso.
E poi è un attimo. Non si capisce più nulla. Abbassano le tapparelle, oscurando completamente la vista dei presenti, mentre cercano di allontanare Anna che, invano, continua ad urlare il nome del suo amato Luca.
E poi le parole che mai si sarebbe aspettata di sentire: “Ora del decesso 3.40”.
E poi…
E poi nulla più. Buio completo. Anna crolla tra le braccia dei dottori e non sente più nulla.
Mentre qualcuno fuori dice “Stava aspettando lei”, tra i singhiozzi e l’abbracci.

--- [la scena sfuma verso il nero] ---

Varco l’enorme cancello nero e inizio a camminare sopra i ciottoli che sotto le mie scarpe emettono un leggero rumore.
È passato un anno, ma ancora non riesco a capacitarmene. Non riesco a capacitarmi che proprio tu, Luca Benvenuto, il più valoroso dei poliziotti che abbia mai conosciuto, non ci sei più.
Mi accovaccio e poggio la rosa rossa sulla tua tomba e con le dita sfioro la tua foto. Bello, sorridente. È così che ti ricorderò sempre, Luca. Come l’uomo che è riuscito a cambiare la mia vita. Come l’uomo che ha saputo rendermi migliore. Come l’uomo che riusciva a farmi sentire al sicuro, anche solo con uno sguardo.
Oggi ho ricevuto la mia laurea! È stato molto emozionante. C’erano tutti. Mancavi solo tu.
E sai, ancora ci speravo. Speravo che spuntassi con il gigantesco mazzo di rose rosse che mi avevi promesso, e che ti fossi seduto nel posto ad honorem che avevo riservato per te. Ma tu non c’eri, e quel posto è rimasto vuoto.
Non lo so, Luca. Non so più cosa fare! È il giorno della coronazione di un sogno, ma non riesco a ridere. Non riesco a far altro che piangere perché non ci sei tu con me. Perché io questo sogno l’avrei voluto coronare con te accanto. Perché io il mio futuro l’ho sempre immaginato con te, al mio fianco.
E invece adesso vedo solo nero. Non vedo più un futuro felice, perché io stessa ho smesso di esserlo da quando te ne sei andato. Vado avanti grazie ad Abel e ai nostri amici che non mi lasciano sola. Oggi sono stati loro a portarmi il mazzo di rose rosse giganti. E appena l’ho visto sono scoppiata in lacrime e non hanno avuto bisogno di fare domande.
Mi manchi, Luca. Mi manchi anche se so che sei accanto a me.
Mi manchi perché non siamo riusciti a dirci tutto, a chiarirci.
Bacio la tua foto e mi rialzo, sorridendoti -Tu non sarai mai roba vecchia. Ti amo, Luca- dico con un filo di voce, mentre le lacrime continuano a scendere copiose. Guardo un’ultima volta la tomba e varco nuovamente il cancello.

--- [la scena sfuma verso il nero per l’ultima volta] ---
   
 
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