Serie TV > Elisa di Rivombrosa
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Autore: Dea Elisa    18/06/2011    3 recensioni
Semplice raccolta di drabble/one-shot con protagonisti Anna e Antonio. I titoli delle storie seguiranno un ordine alfabetico, tecnica abusata, ma a mio parere ideale per lavorare di fantasia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Anna/Antonio;
Seconda persona: Anna.







Libertà




Libertà.

Di non dare spiegazioni.

Di decidere per te e tua figlia senza dover rendere conto a nessuno.

Di leggere fino a tardi, di non leggere affatto; di andare presto a dormire o di passare la notte inseguendo i pensieri.

Libertà di essere arrabbiata per un vestito macchiato o felice di un sorriso di Emilia.

Libertà di offendere il proprio fratello per la sbandata presa per una serva.

Libertà di uscire da sola, di impartire ordini alla servitù senza sensi di colpa, di sbagliare e non aver paura del giudizio di qualcuno.

Di sbagliare e non aver qualcuno da abbracciare liberando i tuoi errori in un pianto sommesso sulla sua spalla.

Di svegliarti e avere il letto vuoto, di addormentarti con il martellare del cuore nel petto chiedendoti se fosse una libertà, quella di non avere anche il suo respiro a tenerti compagnia.

Libertà… come quella di non ascoltare le sue raccomandazioni, come quella di non sentire il bisogno di chiedere il suo aiuto e ricevere rassicurazioni ad ogni starnuto di Emilia.

 

Libertà di sentirti sola, senza di lui.

Di piangere ai suoi ricordi, di immaginare la sua mano appoggiarsi sulla tua spalla per farti voltare e ridere di un suo sorriso.

Libertà di odiarti, di odiare lui, di odiare l’amore, la lontananza, gli stupidi principi in cui preferiva annegare. Di odiare l’orgoglio che vi separava, la testardaggine di una donna che voleva avere ragione anche quando era palese il contrario, le pazzie di un uomo che aveva tentato di cambiare le leggi della gerarchia sociale mostrandosi ora solo più debole dinnanzi a tuo fratello, cui era stato concesso di mantenere il titolo garantendolo anche alla sua sposa.

Non aveva combattuto abbastanza. E non era rassegnazione, questa?

Non avevi combattuto abbastanza per restare al suo fianco; avevi lasciato che scegliesse un’altra donna.

E non era prevaricazione, ingiustizia, voglia di illudere, questa?

 

Ma non era trascorso troppo tempo da quando odiavi la sua insistenza nel presentarsi a casa tua a quando non potevi fare a meno di dissetarti dei suoi occhi.

Aveva scelto te per la seconda volta in una vita.

Aveva scelto te come seconda donna della sua vita.

E non è inganno, non è prendersi gioco della tua solitudine e voglia di ricominciare dal principio?

 

E poi ti chiedevi perché non avresti dovuto sentirti soddisfatta, a prenderti la libertà di odiarlo.

Anche solo per il fatto che non avresti mai smesso di amarlo.



   
 
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