Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Patta97    18/06/2011    3 recensioni
Questa storia risponderà alle seguenti domande, trovate in un'immagine su internet...
1)E se Lily avesse scelto Piton invece di James?
2)E se la profezia non fosse mai stata origliata?
3)E se Piton non si fosse innamorato di Lily?
4)E se Codaliscia non avesse mai detto a Voldemort il nascondiglio di Lily e James?
5)E se Tom Riddle Senior si fosse innamorato di Merope Gaunt?
6)E se Voldemort avesse conosciuto l'amore?
7)E se Codaliscia fosse stato catturato?
8)E se Crosta fosse diventato giallo?
9)E se Joanne Kathleen Rowling non avesse mai scritto Harry Potter?
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sirius Black stava lì, di fronte ai cardini penzolanti del cancello che conduceva a casa Potter, con gli occhi spalancati, spaventati, colmi di lacrime. Quando era andato a trovare Peter e aveva visto il suo nascondiglio vuoto non aveva saputo che pensare; ma in quel momento, mentre fissava la casa diroccata e cadente dei suoi amici, mentre la consapevolezza che fossero irrimediabilmente morti prendeva forma dentro di lui, in quel momento lo sapeva. Era Peter. Peter era il traditore. Sirius non sapeva neanche come aveva potuto dubitare perfino di Remus e non pensare a Peter, il solito vigliacco doppiogiochista.
Sirius si passò una mano sul volto esausto e scarno, tremando di rabbia, dolore, desiderio di vendetta. Le lacrime gli rigarono il viso prima che potesse evitarlo, bagnandogli le guance leggermente incavate, quasi congelandosi nell’aria fredda di quella notte di fine ottobre. Alle sue orecchie giungevano le voci cantilenanti dei bambini travestiti per Halloween che suonavano le case dicendo “dolcetto o scherzetto!”, ma anche il vociare di alcuni passanti lontani.
Poi notò che dalla casa usciva una figura imponente che sembrava stringere fra le braccia qualcosa di piccolo eppure fragile. Appena la figura lo riconobbe accelerò il passo e, quando fu di fronte a lui, anche Sirius riconobbe Hagrid.
- Sirius… - salutò Hagrid, il faccione pieno di peli umidiccio per le lacrime.
- Hagrid! Che ci fai qui? – chiese Sirius, sbirciando tra le braccia del Mezzogigante. Là, inerme, c’era il piccolo Harry, aveva una grossa cicatrice sulla fronte e il visetto tranquillo.
- H-Hagrid, è morto? – chiese in un sussurro, disperato.
- Oh, no! No no, Sirius! Vedi? Respira! È solo svenuto! – gli assicurò l’altro, per tranquillizzarlo.
- E James… Lily? – domandò Sirius, mentre delle speranze prendevano forma dentro la sua testa.
- Loro sono… - Hagrid non finì la frase a causa di un singhiozzo, estrasse da una delle innumerevoli tasche della sua palandrana un fazzoletto enorme e vi si soffiò il naso. Sirius capì lo stesso e le flebili speranze sparirono così come erano venute nell’abisso della consolazione.
- Dammi Harry, Hagrid – disse Sirius, mentre un’idea si faceva spazio dentro di lui. – Sono il suo padrino, lo curo io… -. Ma Hagrid lo interruppe mentre riponeva il fazzoletto in una tasca.
- Mi dispiace, Sirius, ma devo portarlo da suo zio e sua zia, la sorella di Lily, penso… - disse Hagrid, con tono dolente. - Me l’ha detto Silente, sai… -.
- Ma Lily non parla con sua sorella da anni! – protestò Sirius, incredulo.
- Mi dispiace, Sirius – ripeté Hagrid. – Ma davvero non posso, eseguo solamente gli ordini di Silente – completò, in tono ufficioso, nonostante ancora lievemente rotto da singhiozzi.
Il mago capì che era senza senso insistere, sarebbe andato a trovare Harry comunque, qualche volta, gli avrebbe raccontato delle sue avventure con James, di Lily, degli scherzi fatti a Mocciosus…
- Prendi la mia moto, allora, per portare via Harry – offrì. – A me non serve più… - sussurrò. In effetti, i ricordi delle scorribande con James su quella moto erano troppe per poterla usare ancora…
Hagrid, infine, accettò e, dando una pacca sulla spalla a Sirius, inforcò la moto. Il mago lo aiutò a riporre Harry a sicuro nel sidecar. In quel momento il bambino aprì gli occhi e, vedendo Sirius, fece un piccolo sorriso sdentato.
- Verrò da te, Harry, te lo prometto – disse Sirius piano, incrociando i suoi occhi blu con quelli verde e brillanti di Harry. Hagrid mise in moto e partì a tutta velocità verso il cielo nero.
– Te lo prometto – sussurrò di nuovo Sirius, mentre la moto era già solo un punto all’orizzonte.
La strada iniziò a riempirsi di bambini e adulti che tornavano alle proprie case e chiacchieravano allegri. Poi ci furono dei mormorii spaventati quando i Babbani videro la casa diroccata che fino a qualche ora prima era invisibile per loro grazie all’Incanto Fidelius.
Sirius sentì, tra il rumoreggiare della piccola folla, uno scalpiccio di piedi e si voltò. Peter stava davanti a lui, tremante e rabbioso, gli occhietti acquosi iniettati di sangue.
Prima che Sirius potesse estrarre la bacchetta, Peter parlò.
- Lily e James, Sirius! Eri il loro Custode! Come hai potuto! – lo accusò, indicandolo col dito medio, l’indice sembrava reciso e il moncherino del dito era sanguinolento; un rigonfiamento nella tasca dei calzoni del mago faceva pensare che il dito fosse lì, pronto per essere lasciato cadere a terra al momento opportuno. Nessuno tra la folla se ne accorse. Sirius rimase per un attimo stupito sotto il peso di quella bugia. Lui, lui il traditore? Si riprese subito ed estrasse la bacchetta, puntandola alla fronte di Peter.
- Infanghi il loro nome, dicendo così, lurido traditore! – sussurrò Sirius a denti stretti, gli occhi che bruciavano come carboni ardenti. Sirius vide che Peter stava estraendo la sua bacchetta da una tasca, lentamente, per non farsi vedere dai Babbani.* Prima che potesse agire, però, accaddero più cose velocemente.
Si udirono un paio di sonori crac e Albus Silente furono dietro Peter e lo disarmò, nel frattempo, Sirius si sentì volar via di mano la bacchetta e, mentre un incantesimo gli stringeva corde attorno al corpo e cadeva faccia a terra, e sentiva che a Peter accadeva lo stesso, udì la familiare quanto odiata voce di Mocciosus.
- Vedi, Silente? Lo sporco traditore e qui e c’è anche il suo compare – disse Piton, con il solito tono sprezzante, ma c’era qualcos’altro nella sua voce che suonava come… dolore?
- Grazie, Severus – disse Silente, calmo. – Per avermi detto tutto ed essermi fatto arrivare qui in tempo. Abbiamo evitato, credo, una grande strage e penso che nessuno di noi volesse altre morti, stanotte -.
- Silente, slegatemi! – disse Sirius, tentando invano di divincolarsi dalle funi. – Sa che sono innocente, la prego! -.
Ma Silente era intento ad Obliviare la dozzina di Babbani che avevano assistito alla scena fino a quel momento. Appena ebbe finito, si voltò verso gli altri tre, Piton che attendeva paziente e Sirius e Peter legati a terra.
- Non credo che il Ministro la prenderà a male… - borbottò Silente riponendo la bacchetta nella veste. – Gli ho solo evitato metà lavoro… - poi alzò lo sguardo verso gli altri e schioccò le dita.
Le funi che avvolgevano Sirius si dissolsero.
- Silente! – quasi urlò Piton, sconvolto. – Lui ha… - cominciò, ma Silente lo interruppe con un gesto della mano.
- Mi fido più di Sirius Black che di Peter Minus, Severus – disse pacato Silente. – C’è stato, una settimana fa, un piccolo cambio di programma a proposito del Custode Segreto dei Potter e, adesso, Sirius ci spiegherà tutto -.
Sirius si alzò lentamente da terra, massaggiandosi la testa.
- Ma ti prego, in modo veloce e convincente – aggiunse Silente. – Oltre a essere in una strada pubblica e quindi visibili da Babbani – nonostante abbia lanciato un incantesimo di occultamento attorno alla nostra posizione -, ho anche un appuntamento con il mio amico Hagrid -.
E Sirius parlò e disse tutto quello che sapeva, dalla loro trasformazione in Animagus per stare con Remus al suggerimento di scegliere Peter come Custode Segreto, non senza occhi lucidi o sorrisi a vecchi ricordi. Poi fu il turno di Peter, che, dopo vari tentativi di sviare o eludere domande e mentire, e parecchie proposte di Piton di usare la Legimanzia, a malincuore, disse anch’egli la verità. Silente lo fissò con disprezzo.
- Severus – chiamò, con voce lenta e disgustata. – Porta Peter Minus al Ministero, fagli ripetere ciò che ha detto a noi fino a quando non sarà riferito in modo soddisfacente – Piton annuì. – E dì loro che Sirius Black arriverà tra un’ora circa a testimoniare – aggiunse.
- Sirius – sussurrò Silente al mago, prendendolo in disparte. – So che ti piacerebbe allevare Harry come fosse tuo figlio e so anche che lo faresti egregiamente, ma ti imploro di lasciare vivere Harry con i suoi zii – Sirius fece per protestare ma Silente con un gesto della mano lo pregò di restare in silenzio. – È la cosa migliore per lui. Non te lo avrei detto se non fosse così. Eppure ti assicuro che tu e Harry rimarrete in contatto e lo vedrai crescere – Sirius, seppure a malincuore, annuì. Si sentì il crac dello Smaterializzarsi di Piton e Peter.
- Ora, Sirius – continuò Silente, mettendogli una mano sulla spalla. – Vieni a guardare Harry James Potter lasciato davanti alla sua nuova vita -.
- Dove, Silente? – chiese il mago.
- A Privet Drive, numero quattro – disse il mago.
Un altro sonoro crac interruppe il silenzio della notte. In quel preciso istante, i Babbani Obliviati si guardarono intorno e, confusi, ritornarono alle loro case, come se nulla fosse accaduto.
 
Sirius Black andò a testimoniare a suo favore e contro Peter Minus davanti al Winzegamot e la corte intera, Ministro compreso, per quanto la storia fosse articolata, gli diedero ragione e non fu mai costretto a nascondersi. Peter Minus fu arrestato e rinchiuso ad Azkaban per il resto della vita. Si dice che la sua carcerazione fu peggiore di quella degli altri, perché i Mangiamorte delle celle vicine non fecero altro che lanciargli maledizioni e minacce sussurrate durante la notte, sospettando un suo tradimento nei confronti dell’Oscuro Signore.
Sirius andò quasi ogni settimana a trovare Harry, sotto le mentite spoglie di un passante con un’innata simpatia nei suoi confronti, raccontandogli storie di magia e delle scorribande di quattro amici chiamati “i Malandrini” e rendendo la permanenza del ragazzo dai Dursley migliore di quanto sarebbe potuta essere senza. Solo il giorno dell’undicesimo compleanno del figlioccio gli si presentò per quello che era, consegnandogli la sua lettera per Hogwarts. Sirius, però, non disse mai a Harry che quello che aveva causato la morte di suo padre era stato proprio uno dei mitici Malandrini, forse non voleva pensarci più neanche lui stesso; quelle storie servivano anche a lui, a ricordargli cos’erano, in principio, i veri Malandrini: un gruppo di amici.
 


*Fino a qui ho descritto la scena come nel libro, o meglio, come penso sia andata grazie agli innumerevoli spunti del libro 

 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Patta97