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Autore: Beverly Rose    18/06/2011    7 recensioni
Kagome è alle prese con i test di matematica e questo già di per sè basterebbe a far saltare i nervi a chiunque. Ma in più lei deve sopportare Inuyasha, che la tormenta perchè sbrighi in fretta le sue "inutili faccende" per tornare al più presto a localizzare i frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti. Ma non è ancora finita! Nella sua stessa scuola, Kagome diventa testimone involontaria di un fatto inspiegabile che ha tutto del sovrannaturale ma che accade in un epoca dove demoni e spiriti maligni non dovrebbero più esistere. Incuriosita prima, ossessionata poi dal mistero che lascia i suoi indizi ovunque nella sua scuola, Kagome decide di venire a capo dell'intera faccenda, affiancata da un imbronciato Inuyasha, disposto a proteggerla quanto a lamentarsi (e a non lasciarla sola mai).
Liberamente ispirato alla diciannovesima puntata della seconda stagione della serie televisiva "Buffy the Vampire Slayer".
Nota: non ci sono vampiri, nemmeno l'ombra!XD
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niito esaminò il proprio corpo con piacere distaccato. Era minuto, non molto alto, grazioso. Le sue mani erano piccole e dalle unghie tagliate al filo del polpastrello e quando le affondò tra i capelli, scoprì una chioma lunga nero inchiostro.

Era una donna, molto giovane.

Camminò con sicurezza, leggero, lungo quelle scale che tanto conosceva, che mille altre volte aveva percorso, da vivo, e mille altre, da morto.

Lo stomaco della ragazza -il suo- si contrasse, di paura e di eccitazione, di amore e di rassegnazione.

Ed eccola lì, Fumie, ad aspettarlo, all’ultimo piano della scuola che era la loro tomba.

Lei aveva trovato il corpo di un uomo, scattante, dagli arti lunghi ed una zazzera di capelli già bianchi.

Gli dava le spalle, la schiena rigida per l’attesa e Niito si accorse delle lacrime che gli appannavano la vista, già pronte a scendere, in anticipazione.

Ed eccola, la sua tortura, sempre uguale, sempre ugualmente straziante, che lo attendeva assieme alla donna che amava. La sua punizione eterna, il suo bruciante pentimento che gli faceva vivere ancora e ancora -e ancora e ancora- il giorno della loro morte.

Aprì la bocca della ragazza e cominciò la recita.

- Non puoi pensare che sparirò così, solo perché dici che è finita.

Fumie girò la testa del ragazzo e Niito riconobbe l’espressione dolcissima ed affranta della donna che amava in quei bizzarri occhi gialli.

- Vorrei solo avere una vita normale e soprattutto vorrei che l’avessi tu. Io non potrei dartela mai.

Il vecchio furore si fece spazio nella mente di Niito, annebbiandogli i sensi.

- Non me ne importa niente di avere una vita normale!- la voce sottile della ragazza si ruppe per il pianto - penso a te ogni secondo!

Una mano, calda, dal palmo ampio, sconosciuta ma che conservava tutto il meraviglioso tocco di Fumie, scese ad accarezzargli la guancia.

- Lo so- ammise- ma è per questo che dobbiamo chiuderla qui.

Fumie si voltò in un fruscio di abiti rosso fuoco e fece per allontanarsi da lui ma Niito la chiamò indietro.

- Fermati, ti supplico! Ho bisogno di te!

- Tu hai bisogno di lasciarmi andare!- replicò l’insegnante con voce più ferma ma non lo guardava ed aveva volto insistentemente voltato dall’altra parte.

La rincorse e l’afferrò per un braccio costringendola a voltarsi: come aveva immaginato, c’erano lacrime anche nei suoi occhi.

- Tu hai bisogno di lasciarmi andare!- ripeté, perdendo il controllo all’improvviso.

- Vuoi dirmi che non mi ami più?- la sfidò -dillo!

- Perché non capisci che è finita?

- Non mi puoi lasciare!

- Vuoi sentirtelo dire?Ti farà stare meglio? Non ti amo. Non ti amo più!

Eccola: la conversazione che diventava frenetica, la sua rabbia che scalpitava pulsandogli nelle tempie e la sua stretta sempre più serrata sul braccio di Fumie.

- Divento pazzo se non ti vedo!

- E’ finita!

Il braccio coperto dalla stoffa rossa sfuggì dalle dita femminili di Niito. Vide il ragazzo che era Fumie girarsi nuovamente e cercare di scappare da lui, il passo incerto di chi sta resistendo ad un dolore troppo acuto per essere sopportato.

Come il suo: quella pistola, a suo tempo l’aveva estratta dalla tasca della sua divisa blu polveroso; ora si materializzava automaticamente nella sua mano destra. La alzò, il dito già pronto sul grilletto, la canna già puntata verso la figura cremisi che si allontanava.

- NON PUOI LASCIARMI, MALEDETTA!

Fumie rivolse il viso verso di lui, quasi contro la sua volontà. Fu allora che si accorse della pistola.

- Mio Dio!

La guardò scappare, scappare davvero, percorrere il corridoio di corsa per fuggire da lui ma non la lasciò andare. Neanche per un secondo avrebbe voluto vederla uscire dal suo campo visivo, così la inseguì, il peso dell’arma a rendere leggermente sbilanciato il suo incedere.

Vide la sagoma rossa sparire oltre la porta del terrazzo, come sempre e tuffarsi nelle tenebre che si addensavano all’esterno; in un attimo le fu dietro.

- Fermati!- intimò -non farmelo fare!

Fumie sollevò gli avambracci in avanti mentre per l’ennesima volta si voltava a guardalo, un gesto che quasi indicava il suo desiderio di stringerlo fra le braccia. Ma la sua schiena era premuta contro la ringhiera del terrazzo e c’era inequivocabile paura nei suoi occhi.

- Non puoi decidere che non mi ami più da un giorno all’altro!- esclamò furioso.

- Cerchiamo di calmarci- supplicò Fumie, le mani dalle unghie appuntite, scosse dai tremiti.

Niito scosse la testa e strinse convulsamente la pistola, tanto da perdere la sensibilità nelle dita.

- Dammi la pistola- chiese la donna in un vano tentativo di controllare la voce.

- No! - Niito gridò al culmine dell’ira - non trattarmi come uno stupido!

E poi l’esplosione. Non seppe dire come, forse il dito sul grilletto si contrasse involontariamente ma il proiettile schizzò fuori e nel giro di un battito di ciglia andò a segno, colpendo Fumie in pieno petto.

Niito abbassò l’arma immediatamente; aveva lanciato un grido ed ora ne lanciò un latro, più disperato, più consapevole.

Guardò Fumie negli occhi gialli dei ragazzo e lei le restituì uno sguardo straziato e bagnato di lacrime.

- Niito ...

Niito tacque e rimase immobile a guardare la donna che amava precipitare giù dal terrazzo e sparire dalla sua vista.

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L’impugnatura della pistola era gelida ma era l’unica sensazione che era in grado di percepire.

Il resto era dolore sordo. Gli sembrava che il proiettile avesse colpito lui, ovunque, gli avesse trapassato le carni senza lasciare nulla di intatto. Il rumore dei suoi passi era come amplificato e gli giungeva alle orecchie come il fruscio di un vento gelido che gli tormentava le ferite.

Niito strascicò i piedi lungo tutto il percorso di discesa, lasciando che le lacrime inzuppassero il volto della ragazza che aveva scelto. Si appoggiò con la piccola mano al muro nel tentativo di non crollare di lato, di non soccombere al dolore, ancora.

Ma c’era poco da fare: lui era dolore.

Aveva ucciso chi amava di più; i suoi nervi avevano ceduto e ora lui era solo, morto ed il corpo che aveva preso in prestito non poteva aiutarlo a cambiare le cose: poteva solo fargli rivivere la scena del suo mortale peccato e ricordargli che era colpevole.

Il perdono non era contemplato. Fumie non era più lì, di nuovo. Era scivolata via dal corpo del ragazzo una volta che questi era morto ed era bloccata quanto lui.

Come poteva perdonarlo? Neppure lui poteva perdonare se stesso.

Ricordava quell’aula; allora aveva attivato il giradischi e la loro canzone gli aveva invaso le orecchie, annullando ogni altra cosa, quando si era sparato.

Ora non gli serviva un giradischi: era un poltergeist.

La musica partì da sola non appena mise piede nell’aula dove era morto.

Nel vetro nero della finestra vide per la prima volta la ragazza che si era preso, ma con il volto sconvolto e gli occhi arrossati per le lacrime non la trovò affatto attraente, anzi la sua vista lo portò a muoversi più in fretta: distolse lo sguardo dall’immagine e lasciò scorrere le ultime lacrime di quel corpo.

La musica aumentò di intensità tanto da coprire i suoi stessi singhiozzi ed il tremore del suo polso quando lo alzò.

Premette la canna della pistola contro la tempia e spinse con violenza, una minima anticipazione del dolore che sarebbe venuto dopo; il dito sul grilletto si contrasse.

- Fermati!

Niito sobbalzò. Strillò, liberando la voce acuta della ragazza.

C’era una mano, grande e ruvida sulla sua, che stava abbassando l’arma per lui, allontanandola dalla sua tempia.

Si voltò di scatto, per vedere chi fosse e si trovò dritto fra le braccia di Fumie.

Così vicino, così vicino.

- Fumie!- fiatò- ma io … Ti ho uccisa!

Sentiva il suo respiro! Era quel soffio meraviglioso e tiepido che gli riscaldava il viso. Pianse ancora.

- E' stato un incidente: non è stata colpa tua - disse lei, con calore. Niente risentimento. Niente odio.

- Si che lo è stata, come puoi dire …

Quella mano gli toccò la bocca per bloccare le accuse che voleva auto infliggersi.

- Scusami, ti prego - supplicò dietro le sue dita.

- Sono io che ti devo chiedere scusa - affermò lei, lasciandolo senza parole - ti ho fatto credere che non ti amavo più: ho mentito.

Niito singhiozzò, come aveva singhiozzato molte altre volte, troppe, prima, ma non per dolore.

- Ti ho amato fino all’ultimo respiro- confessò Fumie contro la sua fronte.

Poi il calore della sua donna lo avvolse, sanando la sua ferita, sollevandolo dal suo senso di colpa. Completandolo.

Niito chiuse gli occhi e si sporse a far combaciare la sua bocca con quella di Fumie e dentro quel bacio gli parve di poter respirare di nuovo, come se fosse tornato ad essere un semplice ragazzo che amava.

Aveva ottenuto il perdono ed aveva Fumie, come Fumie aveva lui: niente li incatenava più a quel luogo, così andarono.

Via.

Inuyasha e Kagome invece rimasero, lì dove erano stati lasciati, i corpi che si sfioravano, le mani che si cercavano.

E le bocche unite in un bacio che adesso era unicamente loro.









I'm back!
Dai, fatemi contenta, ditemi che non vi aspettavate che fosse stata Fumie a prendere Inuyasha e Niito Kagome!XD
Ok, d'accordo. Così almeno i fantasmi hanno risolto, ora mancano solo Inuyasha e Kagome.
Il prossimo capitolo, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, sarà quello conclusivo!
Stay tuned!^___________^
  
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