Note dell’autore: Salve a tutte, per prima cosa chiedo umilmente perdono
per avervi fatto attendere così tanto questo nuovo capitolo, spero di farmi
perdonare aggiornando con questo e il prossimo entro domani sera, purtroppo
sono stata nuovamente abbandonata dalla connessione, quindi non ho potuto né
aggiornare la mia storia, né potermi gustare le vostre (che bello vedere il fandom
crescere). Comunque la mia speranza e che non rimanete delusi da questo
capitolo e che con pazienza continuerete a seguirmi. Buona lettura.
Capitolo 2
In attesa di una speranza
Martha si stringeva nel suo giubbotto, nel freddo della
notte, la barca si muoveva accarezzando le onde del mare, davanti a lei ancora
solo il buoi,alzò gli occhi al cielo e si emozionò nel vedere nel cielo le
stelle. Un brivido lungo la schiena, in quel lungo e interminabile anno, le
stelle erano state la sua unica ancora, passava intere giornate circondata
dalla disperazione e dal dolore, ma la sera, ogni sera, ovunque lei si
trovasse, si fermava un attimo a osservarle, e a ricordare la loro bellezza, e
al motivo per cui ancora era lì pronta a lottare. In quelle notti solitarie, sperava che la sua famiglia stesse bene, e
non avesse perso la speranza. Sperava che ovunque suo fratello fosse nascosto,
il Maestro non era riuscito a trovarlo, e almeno lui si fosse salvato. Sperava
che il Dottore, Rose Jack e gli altri
fossero ancora vivi.
Viaggiando in quell’anno per il Mondo aveva imparato
tanto, aveva capito che niente sarebbe stato più lo stesso, ma aveva anche
scoperto che sulla Terra esistevano ancora dei gruppi di resistenza pronti a
fermare il Maestro.
In lontananza vide una piccola luce che si muoveva nel
buio, doveva essere il suo appoggio, quello che l’avrebbe aiutata nel suo
piano, l’uomo accanto a lei rispose a quel segnale, tra poco sarebbe stata
nuovamente a casa, fra poco avrebbe affrontato nuovamente il Maestro.
Mickey guardò il padre di Martha accanto a sé, in
quell’anno in cui erano stati prigionieri si erano aiutati a vicenda, cercando
di non farsi abbattere dalla disperazione. E quando avevano saputo del piano
del Dottore si erano ritrovati a sperare e sognare ancora di più di tornare
presto alla loro vecchia vita, fermando quel pazzo.
Dovettero aspettare ancora per mesi e mesi, poi quella
mattina, mentre prendevano a pulire gli immensi corridoi della Valiant, il
primo segnale, in giro si stava spargendo la voce che Martha Jones, era tornata
in Inghilterra nella nottata. Non dovettero aspettare molto per avere il
secondo segnale, la signora Jones con un vassoio in mano, passò accanto al
marito, mostrando senza farsi vedere tre dita della mano, lui fece lo stesso
con Mickey poco distante, che appena vide Tish passargli accanto, ricambiò quel
gesto. Dopo di che aspettarono ancora un po’ e Mickey e Clive
si allontanarono senza destare sospetti alle guardie che li controllavano,
finsero di pulire ancora alcuni macchinari nella sala motore, ma appena
l’orologio nel video segnò le tre in punto il signor Jones rovesciò sulle
macchine il secchio d’acqua, causando un corto.
Clive scappò per non farsi trovare, mentre Jack una volta
riuscito a liberarsi andò in direzione del Tardis, e Mickey invece a cercare
Rose che secondo le informazioni raccolte da Tish e Jackie si trovava nel
reparto medico, purtroppo avevano poco tempo a disposizione, era scattato un
codice rosse su tutta la nave, e i soldati erano pronti anche ad uccidere sotto
l’ordine del Maestro.
Purtroppo però non appena Mickey raggiunse il reparto
medico venne fermato dai soldati, che lo ammanettarono e lo condussero
nuovamente nelle sale della servitù, non riuscendo neanche a sapere se Rose era
ancora viva.
Il loro tentativo di ribellarsi era fallito, era stato
così stupido da non pensare minimamente alla possibilità dei controlli
isomorfici per il cacciavite del Maestro. Si malediva perché a pagarne il
prezzo sono stati anche gli altri, adesso sarà più difficile muoversi e cercare
di organizzare un nuovo piano, anche perché non c’è più tempo, adesso era tutto
sulle spalle di Martha, e sperava che Rose riuscisse a resistere ancora un po’,
anche se sapeva bene che le sue condizioni erano davvero gravi, ogni minuto
passato sotto la prigionia del Maestro, per il suo corpo e per la sua mente era
una condanna a morte.
Erano passati mesi da quando aveva udito la sua voce
disperata, in piena notte, che invocava il suo nome, chiedendo il suo aiuto,
non era più riuscito a sentirla a sapere come stava, sperava solo che il suo
piano non sarebbe stato troppo tardi per salvarla, per salvare tutti.
E se mai sarebbero sopravissuti, molte cose sarebbero
cambiati, loro stessi sarebbero stati diversi.
Si ritrovarono la notte nei loro alloggi, una fitta al
cuore pensando a Rose nelle mani di quel pazzo, libero di farle chissà cosa, e
lui no era riuscito neanche ad aiutarla.
“Lo ucciderò anche se dovrò aspettare 100 anni.” Disse la
signora Jones spezzando il silenzio.
“Ucciderò il Maestro. Un giorno abbasserà la guardia. Un
giorno. Ed io sarò lì” Continuò Francine con calma, una calma fredda, da fare
salire i brividi a tutti.
“No, è compito mio.” Aggiunse il marito accanto a lei, i
due si guardarono e si baciarono.
“Anche se lo uccidessimo non servirebbe a nulla.”
Intervenne Mickey seduto a terra, tutti si voltarono a guardarlo.
“Di cosa parli?” chiese Tish alle sue spalle.
“E’ un Signore del Tempo, è immortale.” Disse senza
staccare lo sguardo dal pavimento, detestava essere lui a dover rovinare le
loro speranze, ma non poteva neanche farli illudere.
“Il Dottore troverà una soluzione.” Disse Jackie messa
sulla brandina, le ginocchia al petto e le braccia attorno come se cercasse di
proteggersi.
“E’ un prigioniero proprio come noi.” Disse il padre di
Martha.
“Troverà un modo, vedrete.” Aggiunse Mickey per
difenderlo.
“Farà di tutto per salvare Rose, lo ha promesso.”
Continuò Jackie sempre con lo sguardo fisso. Nessuna osava contraddirla, come
si poteva? Era l’unica speranza che le era rimasto, l’unico motivo per cui non
impazziva all’idea che la figlia era nelle mani di un pazzo.
Il Maestro in piena notte era andato a svegliarlo per
avvertirlo che il giorno dopo avrebbe dato inizio al suo folle piano. Lo fece
sedere su una delle poltrone, e gli raccontò di quando aveva portato Lucy su
Utopia, di quello che avevano visto alla fine dell’Universo. Poi si avvicinò a
lui chinandosi al suo orecchio
“Infondo anche tu hai fatto una cosa del genere.” disse
con un ghigno, riferendosi al suo primo viaggio con Rose, sapeva fin troppo
bene che lei era il punto debole.
“Lasciala stare, lei non c’entra con tutto questo.” Ringhiò il Dottore con ferocia, non riuscendo
a tollerare che la sua preziosa Rose stesse soffrendo.
“Oh che dolce, pronto a difendere la sua compagna.” Schernì
ridendo voltandosi verso Lucy.
“Non li trovi dolci.” Disse ancora, per poi voltarsi
nuovamente verso di lui.
“Non sai quanto sia patetica, spera ancora che il suo
Dottore la salvi.” Continuò, il Dottore strinse i pugni.
“Ogni giorni, spera sempre che tu la salverai, riuscendo
a fermarmi.” Schernì ancora il Maestro.
“Maestro, ti prego, lasciala stare.” Disse digrignando i
denti.
“Quello che le stai facendo potrebbe uccidervi entrambi.”
Continuò sperando di far leva sul suo ego, ma il Maestro si alzò di scatto
senza smettere di sorridere.
“Non preoccuparti non soffrirà ancora per molto.” Disse
andando via, il Dottore cercò di calmarsi, non poteva affrontarlo, non ancora,
doveva avere un altro po’ di pazienza e avrebbe salvato Rose, fermando la
follia del Maestro.
Di nuovo la sensazione di pace la pervase, circondata da
quella strana sostanza, riusciva a sentire il suo respiro e i battiti del suo
cuore, era così debole che voleva lasciarsi andare. Il Maestro le era entrato
nei suoi ricordi, nei suoi pensieri più intimi, cercava sempre di contrastarlo
in qualche modo, ma non aveva più la forza, la sua mente era stata indebolita,
e non riusciva più a combattere a quell’intrusione, aveva un disperato bisogno
di essere salvata, qualcuno doveva fermare tutto quello.
Una fitta di dolore le attraversò la mente, e vide di
nuovo i suoi viaggi con il Dottore, rivide i nemici che avevano sconfitto e
rivide le persone che avevano incontrato. Ogni flash era un dolore in più per
la sua mente. Rivide nuovamente il vecchio Dottore circondato dai Daleks, e
subito dopo lei davanti alla console del Tardis, sapeva che sta stava per
succedere, e sapeva bene che al Maestro le avrebbe fatto troppo comodo avere
quel potere, con le ultime forze che aveva urlò e cacciò nuovamente fuori il
Maestro dai suoi pensieri, dopo di che si lasciò andare alla deriva, con la
consapevolezza che ormai non avrebbe più avuto la forza necessaria per lottare
e tornare dal suo amato Dottore.
“Perdonami
Dottore.” Fu il suo ultimo pensiero, per poi lasciarsi andare
nell’oblio.
Il Dottore era sdraiato nella sua tenda, con occhi chiusi
cercando di elaborare un nuovo piano, quando improvvisamente ebbe una strana
sensazione, si mise seduto quanto poteva in quella minuscola tenda. Aveva
sentito nuovamente la voce di Rose, aveva sentito la sua vita indebolirsi
ancora di più, sapeva che ormai lei non poteva più aspettare, il suo corpo e la
sua mente non riuscivano più a combattere.
Fine
Capitolo II
Note finali: Spero davvero che vi sia piaciuto anche questo. Come
detto prima, spero entro domani sera di postare il nuovo capitolo (sperando di
farmi perdonare l’attesa di questo), ora invece mi vado a leggere con calma le
nuove FF sul nostro Dottore e sulla sua Rose. A presto ragazzi, baci.