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Autore: melottina    19/06/2011    0 recensioni
Dopo la guerra la vita di Harry è immobile, ma un piccolo turbine di nome Teddy sta per fare il suo ingresso nella vita del Salvatore. Una nuova missione l'aspetta: questa volta non di morte, ma di vita e sarà il collante di vecchi amici e nemici.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ginny alzò gli occhi dal festone che stava preparando, trasalendo al rumore improvviso proveniente dal camino del salotto. Aspettò che la nuvola di polvere si diradasse, che l'immagine si delineasse e soprattutto che l'uomo appena giunto, inaspettato, smettesse di tossire e annaspare per uscire dal fuligginoso arnese. Divenne subito chiaro dall'ammasso di capelli - normalmente corvini, ora ingrigiti dalla cenere – che fece capolino dall'apertura, chi fosse il nuovo arrivato. La ragazza abbandonò il suo lavoro sul divano consunto e si scaraventò verso Harry, che solo grazie al suo fisico allenato resse all'impatto.

 

- Harry! Harry! Harry!!

 

L'abbraccio stritolante continuava in tutto il suo vigore, ma l'entusiasmo si intiepidì non poco quando Harry, ricambiando con una leggera pacca sulla spalla, chiese immediatamente di Ron cercandolo nella stanza e allungando un po' il collo anche verso quella adiacente, nella speranza di vederlo spuntare da qualche parte.

 

* * *

FLASHBACK

 

Hogwarts era avvolta da una morsa di polvere, lacrime e sangue. Finita l'esultanza dei primi momenti dopo la caduta di Voldemort, i singhiozzi si erano propagati in Sala Grande e nelle stanze adiacenti: al ragazzo vittorioso quelle gocce salate sembravano andare e venire tra le mura del castello come le onde di un mare triste e disperato. Tutti avevano perso qualcuno durante i mesi di guerra o in quella stessa battaglia, ed ognuna di quelle vittime piante da amici e familiari era una sua perdita personale.

La famiglia Wesley si stringeva attorno al corpo di Fred; Ron aveva portato con sè Hermione e l'abbracciava stretta; George e Ginny erano in ginocchio e singhiozzavano, mentre toccavano il braccio e il petto del fratello steso a terra, gli altri lo piangevano in silenzio... nessuna espressione di dolore sarebbe stata sufficiente per i due genitori.

 

Harry avrebbe voluto raggiungerli, aveva bisogno della sua famiglia: era stanco, il dolore sembrava provenire da ogni nervo o muscolo del suo corpo e il suo cuore si era rattrappito sotto il peso della morte; aveva bisogno di andare via, che qualcuno lo portasse via, ma si rese conto che la sua famiglia era in realtà la famiglia di Fred e che nessuno sarebbe venuto a prenderlo per mano.

Si avviò per i corridoi diretto alla sua torre, trascinando i piedi e cercando di isolarsi il più possibile dalla vista di quei corpi adagiati al suolo e da quelli chini su di essi, dal rumore di lacrime che si infrangevano al suolo e di pianti che si perdevano nella notte.

 

Aveva perso tanti compagni quella notte, nei giorni e nelle settimane seguenti avrebbe avuto tempo per contarli, ma soprattuto quella notte aveva perso la sua famiglia. Sarebbero sempre rimasti suoi amici, i più cari e i più leali, ma non sarebbero più stati la sua famiglia. Guardandoli quella notte aveva capito che non lo erano, che quel legame profondo che lega i consanguinei non legava lui alla famiglia Wesley: lo sentiva per Sirius e lo sentiva per i suoi genitori che non aveva neanche conosciuto, sapeva com'era e non c'era quando guardava la famiglia del suo migliore amico. Ed era doloroso perché non sapeva se l'avrebbe mai ritrovata, quella sensazione di appartenenza.

 

Si era ritirato a Grmmauld Place il giorno dopo e vi era rimasto per quasi una settimana, fino al giorno del funerale di Fred. La cerimonia era stata toccante e si sentiva emozionalmente sfinito; dopo aver salutato Ron ed Hermione era pronto per tornare a casa sua, quando si sentì prendere per un braccio e trascinare lontano dagli altri, per un sentiero in mezzo ad alti monumenti e cappelle: lo sguardo di Ginny era indecifrabile.

 

- Dove diavolo sei finito?!

- Ginny io..

- Me l'avevi promesso! Saresti tornato da me! Dove sei stato?!

 

Il ragazzo stava quasi per rispondere, ma si bloccò ancora: possibile che non capisse? Il silenzio fu male interpretato dalla rossa che continuò imperterrita.

 

- Avevo bisogno di te! Fred è morto ed io avevo bisogno di te! Ti ho aspettato per mesi, l'ultimo anno ad Hogwarts è stato orribile, orribile! Fred è morto e...

- Ero a Grimmauld Place Ginny! Da solo! Pensi che per me sia stato divertente? Pensi che non avessi bisogno di qualcuno che fosse lì per me? Solo per me?!

 

La rabbia e l'esasperazione erano evidenti nella voce e nello sguardo di Harry, la ragazza si rese subito conto della sua mancanza di tatto:

 

- Ero distrutta, ma ti ho mandato delle lettere e …

- Ho ricevuto delle lettere, ho smesso di leggerle dopo le prime venti, le tue si saranno perse con le restanti mille!

 

Da lei avrebbe voluto decisamente di più di una lettera. Almeno Ron ed Hermione lo avevano chiamato tramite metropolvere. Ginny era ammutolita ed Harry si rese conto che il dolore non poteva tenere unite le persone, che avevano bisogno di guarire ma che non ci sarebbero riusciti stando insieme. Lui non aveva la forza di leccare le ferite di qualcun' altro, le sue sanguinavano ancora copiosamente e avrebbero avuto bisogno di tempo in assenza di qualcuno abbastanza forte da prendersene cura. E Ginny non era abbastanza forte in quel momento. Ma lei aveva la sua famiglia e ne sarebbe uscita bene, anche senza di lui. Quel silenzio si era protratto abbastanza a lungo da spingere la ragazza a prendere la parola, ma Harry la precedette:

 

- Ginny, mi dispiace. Mi dispiace di non esserci stato, di essermi rintanato e di non averti chiamato quando sapevo che ne avevi bisogno, ma ne avevo bisogno anch’ io. Mi dispiace di non essere abbastanza forte da prendermi cura di te lasciandomi tutto alle spalle, ma sono ferito anche io. Mi dispiace davvero, ma l'unica cosa che voglio adesso è tornare a casa, mettermi a letto e cercare di non pensare. Torna dalla tua famiglia, abbracciali e fatti abbracciare, perché io non posso... non ce la faccio.

 

Fece un passo indietro, si voltò e si incamminò con la testa bassa. Ginny rimase immobile a fissare la sua schiena e lo vide scivolare via dal suo futuro.

 

FINE FLASHBACK

 

* * *

 

- Harry che succede?

 

L'affetto per il moro c'era ancora, ma non era più come prima. Le parole che le aveva rivolto al funerale di Fred avevano colpito in pieno, ma superato lo shock del momento, ci aveva riflettuto e aveva capito: non poteva versare il suo dolore sulle spalle di chi aveva sofferto e soffriva già tanto. Così aveva seguito il suo consiglio e si era lasciata guarire dall'amore della sua famiglia; mentre il tempo passava e lo spirito si alleggeriva, l'amore per Harry era mutato in una profonda amicizia che non c'era mai stata.

Per questo motivo vederlo sconvolto in quel modo la preoccupava non poco: ci teneva a lui, voleva che fosse felice, che ritrovasse la pace, ma la soluzione continuava a sfuggirle di mano... sfuggiva a tutti.

 

- Ho bisogno di parlare con Ron... e con Hermione, c'è Hermione?

-OK, calmati ora, sono entrambi in giardino, ti accompagn...

 

Non aveva fatto in tempo a finire che il giovane era schizzato in cucina e, sotto gli occhi sorpresi di Molly, fuori nel giardino sul retro.

 

* * *

 

OK, stavano pomiciando semi nascosti dall'albero dell'altalena, ma che importava? Avrebbero ripreso più tardi...

 

- Ron! Hermione! Devo parlarvi.

 

E con queste parole si sedette proprio davanti a loro. I ragazzi sgranarono gli occhi: Hermione imbarazzata tentava di ricomporsi asciugandosi le labbra di soppiatto ancora col viso rivolto verso il suo fidanzato.

 

- Harry! Il tuo compleanno è la prossima settimana! Non ti sembra di essere un po' in anticipo?

 

Ron coprì il suo imbarazzo con una battuta, come al solito, ma se non altro il suo rossore era mimetizzabile con la peluria...

 

- Si, beh.... il mio compleanno è l'ultimo dei miei pensieri.

 

Passò la lettera del Ministero ad Hermione, che durante lo scambio aveva avuto modo di osservare lo stato di agitazione dell'amico: si era seduto all'indiana mentre, con la schiena rigida, dondolava leggermente sul posto senza togliere gli occhi dagli amici e stringendo in mano quella lettera che adesso era tra le sue.

 

- Hai decisamente bisogno di un piano Harry...

 

Dopo qualche secondo di silenzio teso, la riccia aveva risollevato gli occhi sull'amico con un'espressione decisa in volto. La determinazione, la logica e la praticità di Hermione erano state qualità importanti durante la guerra ed ora gli erano di non poco conforto. Uno sguardo, poche parole e già si sentiva più calmo e fiducioso.

 

- Si, ho bisogno di un piano.... spara!

- Di che diavolo stiamo parlando?!

- Ron, leggi... Teddy verrà affidato ad Herry su richiesta della signora Tonks. La prima cosa che devi fare è scrivere una lettera al ministero. Dobbiamo sapere le tempistiche per organizzarci.

- Si, ma ci sono tante cosa da fare che non so da dove cominciare!

- Un passo alla volta Harry....

- Potresti cominciare col rinnovare la casa, quel posto è spettrale... - intervenne Ron.

- Ma ci vorranno mesi!! forse dovrei comprarne una più adeguata, anche se...

- Anche se non vuoi lasciare Grimmauld Place.

 

La solita perspicace Hermione. Era vero. Per quanto malmessa fosse quella casa, era pur sempre un ricordo di Sirius e sistemarla per viverci con amore sarebbe stata un bel tributo. Con l'arrivo di Teddy quell'idea acquistava ancora più senso.

 

- Per cominciare potresti scegliere una stanza per Teddy e ristrutturare quella, per il resto hai tempo.

- Tempo? No che non ce l'ho!!

- Si che ce l'hai! Mentre sarai ad Hogwarts, chiameremo degli operai per fare il lavoro e quando tornerai..

- Hogwarts? Non posso tornare ad Hogwarts!!

- Certo che sì! Harry hai bisogno di un diploma per lavorare!

- Posso accettare l'offerta del ministero e lavorare come Auror e...

- Ma tu non vuoi essere un Auror! Se avessi voluto davvero, lo saresti già!

 

Era vero anche questo. Era stanco di combattere, era stanco di rischiare la vita, era stanco...

 

- Potrei vivere degli interessi dei miei conti alla Gringot...

- Ma non è da te. E che esempio daresti a Teddy?

- Per la miseria Hermione, allora cosa?!?!

- Devi parlare con la McGrannit! Dunque: scrivere subito al ministero, poi alla McGrannit poi....

- Poi andiamo a cena, ne parliamo con mamma e, a stomaco pieno, vedremo tutti insieme cos'altro fare.

 

Ed ecco il caro vecchio Ron. Il suo motto? 'Un buon piano non si costruisce a stomaco vuoto'. Ma stavolta aveva ragione. Molly, dopo aver cresciuto sette figli, avrebbe sicuramente avuto ottime idee e almeno un migliaio di consigli.

 

Si alzarono tutti, dopo aver annuito con un mezzo sorriso incoraggiante gli uni e speranzoso l’altro, e si avviarono verso la cucina dove Molly, con un occhio alla finestra e uno ai fornelli, stava preparando la tavola per una cena che si preannunciava molto interessante.

 

 

 

  
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