-“Vuoi davvero che faccia qualcosa degno
di Nikki Heat?!”- rispose in tono malizioso.
Affondò nuovamente il dito nella panna e
lo porse a Castle, inarcando un sopracciglio, sfidandolo.
-“Tu giochi sporco, detective!”-
AND NOW...
-“Beh,
se non ti va…”- e fece per ritirare la mano, ma lui l’afferrò per il
polso,
avvicinando il dito di Kate alla sua bocca e, sempre mantenendo
costantemente
il contatto visivo con lei, in un attimo leccò via la panna.
Il contatto delle sue labbra calde e
della lingua fece battere all’impazzata il cuore di Beckett e un
brivido le
corse lungo la schiena.
Chiuse gli occhi voleva assaporare
completamente quel momento, imprimerlo nella mente e non cancellarlo
più.
Dal canto suo Castle aveva le idee molto
chiare, avrebbe voluto assaggiare anche le morbide labbra di Kate,
ormai le
sognava e desiderava da molto tempo.
Si avvicinò di più a lei, voleva avere
con lei quel contatto, non solo fisico ma anche di unione delle anime,
quel
contatto che non aveva provato con nessun’altra donna.
Lei era quella giusta.
Ma mentre si muoveva verso di lei, fece
cadere una frusta che aveva usato per montare la panna e Beckett,
risvegliandosi dallo stato di trans, si allontanò velocemente, con le
guancia
visibilmente rosse, dirigendosi verso la crema che attendeva di essere
lavorata.
Castle si avvicinò a lei, e prima che
potesse dire qualcosa Beckett disse:
-“Prova tu ad amalgamarla!”- e gli porse
la frusta con la terrina.
Castle provò a lavorare la crema ma non
gli riusciva bene, in dieci secondi aveva schizzato di crema
dappertutto.
-“Castle, piano! Non la devi
picchiare!”-
-“Ma non ci riesco!”-
-“Guarda me!”- disse dolcemente e
prendendogli la frusta Beckett iniziò ad amalgamare il tutto.
Castle si posizionò dietro di lei,
avvolgendola con le sue braccia e posò la sua mano sulla sua,
seguendone il
movimento.
Ma dopo qualche istante il collo della detective attirò la sua
attenzione.
La sua testa aveva smesso di ragionare
quando lei gli aveva allungato il dito colmo di panna. E ora era lì a
pochissimi centimetri dal suo collo.
Non riusciva a resisterle e in
brevissimo tempo le sue labbra furono sul collo di Kate, provocandole
scariche
elettriche lungo tutto il corpo.
Adorava i baci sul collo, ma lui non si
limitò solo al collo, proseguì più giù, lungo la sua clavicola e la
spalla, per
poi ritornare sul collo e salire fino al lobo dell’orecchio,
mordicchiandolo.
Beckett si era fermata.
Quei contatti con la bocca di Castle le
facevano provare sensazioni ed emozioni che non aveva mai provato
prima.
Non
riusciva a controllarsi e nel mentre che girava il viso, Castle
avvicinò la sua
bocca alla sua guancia, premendo le labbra agli angoli della bocca e
lasciando
un bacio che durò più del dovuto.
Beckett avrebbe voluto baciarlo, sentire
il suo sapore sulle sue labbra. Si voltò verso di lui e le mani di
Castle
scivolarono sui suoi fianchi attirandola a se.
Beckett continuava a fissarlo negli
occhi, tra le sue braccia si sentiva al sicuro, protetta. Si ritrovò a
pensare
che lui la faceva stare bene.
Lui con il suo modo di essere in questi tre
anni,
era stato capace di portarla via, di strapparla da quegli incubi che
l’attanagliavano, facendola precipitare in un buio sempre più oscuro.
Ma lui
era riuscito a portarla via da lì.
Allacciò le sue braccia dietro al suo
collo e piano piano si avvicinò a lui.
Il timer del forno suonò facendoli
sobbalzare. Il pan di spagna era cotto.
Beckett scivolò via dalle sue braccia, e
più bordeaux che mai disse balbettando:
-“I-io controllo… di là… la torta! Tu…
continua a lavorare la crema!”-
Si diresse verso il forno e si inchinò
per sfornare la torta.
Con Beckett in quella posizione, Castle
non riuscì a non far scivolare l’occhio sul suo sedere, e ne era
rimasto
incantato.
Beckett voltandosi con la torta fra le
mani lo beccò in pieno e lo fulminò con lo sguardo.
-“La crema! Ho capito!”- e voltandosi
iniziò a lavorarla come le aveva fatto vedere lei.
Insieme tagliarono a metà la torta per
poterla farcire con la crema e le gocce di cioccolato.
Beckett prese la panna e poi ebbe
un’idea.
Frugò nella spesa che aveva comprato e
prese una tavoletta di cioccolato.
-“Che vuoi fare?”- chiese Castle
-“Aspetta e vedrai! Nel mentre continua
a guarnire la torta con la panna!”- rispose sorridendo.
Beckett prese un pentolino e mise a
sciogliere il cioccolato.
Appena Castle finì di guarnire la torta
Beckett prese un cucchiaio e con il manico colmo di cioccolato iniziò
attentamente a scrivere sulla torta Buon Compleanno, ma quando dovette
scrivere
la parola mamma si bloccò.
Non spettava a lei quella parola.
Porse il cucchiaio a Castle che capì al
volo.
-“No no! Io non ci riesco!”-
-“Solo i perdenti dicono così Castle.
Almeno provaci!”-
Castle mettendo su il broncio si
rimboccò le maniche e provò a scrivere.
Il risultato fu un mezzo disastro. La
parola mamma era più storta che altro. Ma ormai era fatta e Kate sapeva
che
Martha avrebbe apprezzato quel gesto, anche se non era perfetto. E in
caso non
le fosse piaciuto Castle aveva sempre la sua carta di credito per una
giornata
di shopping folle, per farsi perdonare.
Beckett spostò la torta e la mise al
sicuro da qualche scrittore pasticcione.
Quando si voltò lo trovò di nuovo a
fissarla.
-“Grazie per avermi aiutato! Non avrei
combinato nulla senza di te!”-
-“Figurati. Mi sono divertita! E poi ora
ho una tua foto come uomo delle nevi!”- estrasse il cellulare e gli
fece vedere
la sua foto ricoperto di farina.
-“L’ho scattata quando sono arrivata!
Ora posso ricattarti con questa foto!”- rispose con un ghigno stampato
in
faccia.
-“Oh, questa me la paghi!”-
-“Davvero? Sono molto curiosa!”-
Ma Beckett non aveva visto Castle
prendere un po’ di farina e centrarla in piena faccia.
Offesa, Beckett rispose:
-“Vuoi la guerra scrittore dei miei
stivali?!”-
-“Non chiedo di meglio!”-
-“Oh, ti farò molto male!”-
-“Non vedo l’ora!”-
Entrambi si guardarono sfidandosi,
agguatarono un pugno di farina e iniziarono a rincorrersi per tutta la
casa.
Beckett lo colpì nella nuca e mentre cercava
di ritornare al sacco della farina
Castle le prese la schiena. Corsero per tutta la casa, infarinandola, e
lasciando tracce ovunque.
Ad un certo punto non era più Kate ad
inseguire, a non seppe come si ritrovò ad essere lei la preda.
La casa si riempiva di risate e urla, e
Kate pensò che era da secoli che non si divertiva così.
Entrambi erano ricoperti di farina.
Capelli, faccia, braccia e vestiti erano vittime di quella polverina
bianca,
persino tutta la casa ormai era un gran putiferio.
Kate stava scappando per l’ennesima
volta quando mise il piede in un mucchietto di farina che la fece
scivolare.
Castle fu pronto e l’afferrò per il braccio attirandola a sé.
Le risate si spensero di colpo.
Erano di nuovo l’uno nelle braccia
dell’altro.
Castle portò indietro un ciuffo di
capelli di Beckett. Durante la loro furiosa battaglia si erano
spettinati.
Era così bella.
Completamente infarinata, spettinata e
in disordine, per Castle era comunque la donna più bella di tutte.
-“C-c’è una cosa che voglio fare, ma
ogni volta veniamo interrotti…e per di più esiste Josh.”- le disse in
un
sussurro.
-“Rick…shh! Josh è andato via!”- e
immersi l’uno nell’altro si avvinarono ancora di più.
Castle non poté non nascondere un
sorriso.
Avrebbe voluto farle mille domande ma
non in quel momento. Quel momento era solo per loro.
-“Detective, sai che sotto i 30
centimetri scatta il bacio!?”-
Beckett sorrise. Sapeva di quella
stupida regola, e non aveva nessuna intenzione di infrangerla.
Ormai erano a pochi centimetri di
distanza l’uno dall’altro.
Potevano sentire i loro respiri fondersi, e le loro
labbra si sarebbero toccate e assaggiate.
Lo squillo del cellulare di Beckett li
interruppe un’altra volta. Beckett sorrise e scosse la testa rassegnata
e
rispose al telefono.
Castle invece alzò la testa al cielo ed
esclamò:
-“Ce l’hai con me?! Dimmelo per favore!!
NO perché sembra proprio che tu da lassù ti diverta! Sappi che io non
mi
diverto per niente!”-
Beckett si avvicinò a lui:
-“Era Ryan. C’è stato un omicidio.
Dobbiamo andare!”-
E ancora con lo sguardo alto Castle continuò:
-“Ho capito sai. Tu mi odi!”- e
rivolgendosi a Beckett:
-“Va bene. Mi faccio una doccia e poi
passiamo al tuo appartamento così potrai cambiarti! Credo che Ryan con Esposito dovranno aspettare un po’!”-
Fece per girarsi ma Beckett lo bloccò:
-“Credo che aspetteranno in ogni caso.”-
e avvicinandosi di più allo scrittore incollò le sue labbra alle sue in
un
tenero bacio.
Castle non aspettandosi quel bacio restò
in un primo momento passivo, ma subito dopo strinse a sé Kate facendo
finalmente incontrare le loro lingue unendole in un bacio carico di
passione.
Quando il bisogno di ossigeno fu troppo
si staccarono e Castle appoggiò la
fronte a quella di Kate.
-“That was amazing!”-
Kate ridacchiò e rispose:
-“Credi che guadagneremo un po’ di tempo
se facciamo la doccia insieme?!”-
Castle sorrise malizioso e alzando il
suo sguardo verso il cielo disse:
-“Graziegraziegrazie!”-
Prese Kate per mano e la condusse in camera, dove ad attenderli c’era una calda e accogliente doccia che aspettava solo loro.
ANGOLO MIO: Ciao gente!!!! ecco a voi il terzio e ultimo capitolo!!
ehehehe spero che questa ff tortosa vi sia
piaciuta! ;>
un grazie a tutti coloro che hanno letto,
recensito, a ki l'ha messa nelle preferite, ricordate e seguite!! ah,
non lo faccio mai, ma ringrazio tantissimo anche le 16 persone che mi
hano inserita fra i loro autori preferiti! *_*
ok, so che sicuramente ho dimenticato qualcosa, ma... vi dico ci leggiamo presto!! XD
sbaciotttiii a tutti!
kateRina24 ;>