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Autore: Shizue Asahi    19/06/2011    4 recensioni
Le sottili sopracciglia castane si contrassero insoddisfatte e, prima che la donna cadesse in un sonno privo di sogni, l’ultima cosa che le iridi celesti colsero fu la fiamma dell’ultima candela rimasta accesa, in un angolo della stanza, che si spegneva.
In origine questa cosa doveva essere una fluff, poi la mia vena malinconica/triste/sadica/insensata ha preso il sopravvento e questo è stato il risultato.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Troppi

 

Attraverso l’unica, grande finestra della stanza entrava un sottile raggio di luna che diffondeva una luce diffusa, che le permetteva di distinguere con una certa precisione le sagome dei mobili, non che ce ne fossero molti.

I lunghi capelli castani, liberi dalla stretta treccia nella quale era solita costringerli, erano sparpagliati sul cuscino. Alcune ciocche le sfioravano i contorni del viso tondo e altre le carezzavano la schiena nuda.

Socchiuse gli occhi assonnata e mosse pigramente le dita, affusolate, delle mani. Strinse un lembo del lenzuolo e fece un profondo respiro. L’odore pungente del sudore le riempì le narici, ma non ne fu infastidita. Lo trovava, in un certo senso, confortante, una consuetudine che  ormai accompagnava quasi tutte le sua notti. Sua nonna diceva spesso che un uomo puzzava sempre di sudore, non profumava certo di rose come Sokka, scatenando l’ira del nipote.

Rise rivedendo il viso rugoso e sorridente della donna, sbiadito dagli anni. Quanti anni erano passati?  Troppi.

Non era più la ragazzina petulante e apprensiva che era stata durante l’adolescenza, durante la guerra. Era cresciuta, era cambiata, era diventata, in un certo qual modo, più donna, più vuota.

Aveva perso quell’atteggiamento materno e apprensivo, il vizio di osservare sospettosa tutti i movimenti di suo fratello, di lanciare frecciatine a Toph, di arrossire davanti ad Aang.  

I morti le erano indifferenti, ormai.

Allungò le gambe stiracchiandosi, distese le labbra in un sorriso appena accennato e si rigirò nel letto. I capelli frustarono l’aria prima di rassegnarsi nuovamente sul cuscino rosso.

Il suo naso sfiorò quello di un uomo addormentato.  Questo socchiuse gli occhi ambrati e la fissò contrariato, poi, facendo forza sui gomiti, poggiò le sue labbra su quelle di Katara.

I capelli neri gli si spostarono dal viso e la vistosa cicatrice che ne percorreva il lato sinistro fu scoperta.

-Dormi.-soffiò Zuko sulle labbra di Katara, prima di passarle un braccio attorno alla vita e di rimettere la testa sul cuscino.

Le sottili sopracciglia castane si contrassero insoddisfatte e, prima che la donna cadesse in un sonno privo di sogni, l’ultima cosa che le iridi celesti colsero fu la fiamma dell’ultima candela rimasta accesa, in un angolo della stanza, che si spegneva.

 

Angolo autore:

In origine questa cosa  doveva essere una fluff, poi la mia vena malinconica/triste/sadica/insensata ha preso il sopravvento e questo è stato il risultato. Prima o poi riuscirò a scrivere una Zutara fluff, vedrete! è_é

Questa fan fiction partecipa all’Avatar's Characters Challenge sul Forum di EFP, indetta dalla sottoscritta :D

   
 
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