Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: Fedechan    21/06/2003    5 recensioni
Holly si accorge di Patty, Julian ed Amy stanno insieme. Sembra tutto perfetto ma...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...Did you ever love somebody?

...Did you ever love somebody?
(...Hai mai amato qualcuno?)


Capitolo 1



Ciao a tutti!!!
Penso sia necessario che voi leggiate questa breve introduzione, prima della vera e propria ff… Dunque: questa è una ff di puro sentimento, scritta durante i miei momenti di sclero totale, o se vogliamo di ispirazione. I protagonisti hanno 18 anni, e non si trattano partite di calcio, anche perché non è che ci capisca poi molto…^^;;
Vi chiedo perdono per gli errori “spazio-temporali” e se vi dovesse sembrare banale e scontata o troppo sdolcinata, ma dopotutto è una ff, no?!
Questo vuol dire che è la stesura di un sogno, uno dei miei modi di leggere quel fantastico manga/anime che è Captain Tsubasa.
Mi raccomando, aspetto critiche( sia positive che negative), commenti e consigli. Ci conto!!! ^_^
(Ah-ehm…tenete conto però che è la primissima fic che scrivo…^^;;;)
Ora i ringraziamenti:
- Innanzitutto al grande Yoichi Takahashi, che ha creato questo manga che è capace di darci tante emozioni e ci permette di fantasticare sui rapporti tra i vari personaggi, e quindi di scrivere le ff…
- Ai cd che mi hanno “ispirato”: “Songs from Dawson’s Creek”, “When you say nothing at all”, e Saranno Famosi” (© degli aventi diritto)
- Alla mia mamma, che ha sopportato i miei “scleri” e che è in assoluto la prima lettrice e consigliera ^-^
- Alla mia best friend Chiara, che, pur non “amando alla follia” CT,in qualche modo mi ha sostenuta…^^;;
- A tutti voi che la leggerete ^^! Grazie!
P.S. Tutti i personaggi sono © di Yoichi Takahashi, mentre Patrick è mio…se voleste usarlo mi fareste un piacere chiedendomelo prima…Grazie!

Questo è un capitolo di apertura,e potrebbe sembrarvi un po’ “lento”, ma abbiate fiducia: presto le cose si movimenteranno! Promesso!!


Patty era in piedi davanti al campo. Stava ritirando gli asciugamani sotto gli ultimi raggi di sole di quel giorno…un giorno come tanti, in cui dopo la scuola, fino a tarda sera, si svolgevano gli allenamenti della NewTeam, appena uscita vincitrice dall’ultimo campionato nazionale.
Guardò divertita Bruce, schernito dai suoi compagni per essersi preso l’ennesima pallonata in pieno viso…
“Ehi, Harper, devo ammettere che sei un difensore davvero eccezionale!Si vede che in campo usi la testa.”
Bruce si rialzò arrabbiato: “Grrrrrr!Piantala Ted!Se scopro chi è stato…!Qualcuno lo ha fatto apposta!!!”
Da dietro il gruppetto spuntò una voce divertita: “Scusa tanto, Bruce…!Volevo solo vedere se eri attento!”
“Oliver Hutton…!Lo Sapevo!Mmmmm!Giuro che se ti prendo…!”
Holly iniziò a correre, seguito dal compagno che lo minacciava e dalle risate degli altri.

La ragazza sorrise, ma diventò subito pensierosa…
“Ora che le partite importanti sono finite e lui è più rilassato…Forse potrei dirglielo…Ma no, non credo…Devo rassegnarmi…Per lui sono e sarò sempre la ragazzina un po’ maschiaccio che sbraitava a capo dei tifosi sette anni fa…”

Il giorno seguente la NewTeam stava disputando una partita amichevole contro una scuola della loro stessa città. Patty, come al solito, era andata ad assistervi, anche se da sola, poiché le altre supporters erano assenti. Ad un tratto, quasi alla fine del primo tempo, si girò verso una voce che la aveva chiamata, e che riconobbe immediatamente.
Era una ragazza della sua stessa età, dai capelli rossi che le arrivavano alle spalle, seguita da un bel ragazzo moro dalla corporatura forte.
“Amy!!!E ci sei anche tu, Julian!!”
Si alzò e andò verso gli amici.
“Come sono contenta di rivedervi… E’ dalla fine del campionato che non ho più vostre notizie!... ma…”
I ragazzi si tenevano per mano. “Non è che voi due, per caso… Vi siete messi insieme???”
I due si guardarono complici, sorridendo. Poi lei si voltò verso l’amica, arrossendo leggermente.
“Eh si …!”
“Sono proprio contenta per voi due… Siete fatti l’uno per l’altra…” Divenne triste, ma subito ritornò alla normalità. “Siete venuti per vedere Holly?Adesso sta giocando, ma tra poco sarà finito il primo tempo, e potrete andarlo a salutare. Sono sicura che sarà una bella sorpresa per lui!”
“Si, in effetti avevo deciso di venire a trovare il vecchio Hutton, e Amy ha deciso di seguirmi. Beh, la squadra è sempre forte, vedo! Non è ancora finito il primo tempo e sono già 4-0!”
“Hai ragione, Julian, sono dei ragazzi proprio eccezionali! Ma venite, andiamo a sederci!” I tre si sedettero sugli spalti. “Hei Patty, e a te come va con il nostro campione?” (NdA: Il solito sensibile! Eh, tu si che le capisci le donne,Julian! @___@)
Improvvisamente lei abbassò lo sguardo. “Beh, ecco…”
In quel momento si sentirono i fischi dell’arbitro: il primo tempo era terminato. I giocatori ritornarono ai bordi del campo.
“Julian, Amy! Siete voi!” Oliver corse verso di loro. “Quanto tempo!”

I quattro amici chiacchierarono per tutti i quindici minuti, ma furono interrotti dall’inizio della ripresa. “Ops! Scusate, ma ora devo proprio andare… Ci vediamo dopo!”
“Ok, e mi raccomando, non avvilire troppo quei poveretti dell’altra squadra!”
“Va bene, Amy! Sarò buono!” Ritornò dal resto dei suoi compagni, agitando una mano verso Bruce che lo chiamava a gran voce.

I ragazzi lo osservarono andarsene.
“Tu non hai ancora risposto alla mia domanda”
“Di che domanda parli, scusa, Julian?”
“Dai, non fare la finta tonta! Lo sai benissimo!”
“Ah… Beh, come volete che vada?! Come al solito!”
Il suo sguardo si rattristò.
“Si, ma tu mi sembri un po’ giù, o sbaglio? E il motivo lo sappiamo!”
“Già, hai ragione, Amy… So perfettamente com’è fatto Holly, e quindi non dovrei sentirmi così, ma non ce la faccio ad andare avanti in questo modo… Lui non mi degna di uno sguardo, … Certo, è sempre carino e gentile, ma... questo non mi basta più! Non sono neanche sicura che provi qualcosa per me…”
Chiuse gli occhi, e una lacrima le rigò il volto.
“Patty…” L’amica la abbracciò per consolarla.
“Scusatemi, sono proprio una sciocca…” Si sforzò di sorridere. “Voi venite a trovarci e io sto ad annoiarvi con le mie lagne…”
“Non dirlo neanche per scherzo! Siamo amici, e queste cose, se non le racconti agli amici…!”
“Grazie!”
“Io non so più cosa dire!” intervenne Julian “Possibile che non se ne renda conto? E’ giunta l’ora di fargli un bel discorsetto, da uomo a uomo…”
“Ma…”
“Niente ma! Julian ha ragione! Non potete continuare così! Mal che vada, sarà comunque costretto a rifletterci! Fidati!”
“Si, forse avete ragione, però…”
“TUTTO OK, allora, gli parlerò appena sarà finita la partita”

Il cameriere posò di fronte ai quattro ragazzi i bicchieri, interrompendoli nelle loro risate.
Appena se ne andò, Julian diventò improvvisamente serio, mentre gli altri iniziarono a bere.
“Sai, Holly?!” Lui si girò, imitato dalle ragazze. “Io e Amy ci siamo messi insieme!”
“Veramente?! Che bella notizia, sono contento per voi!”
L’ atmosfera si raggelò. Oliver guardò l’amico, che aveva uno sguardo sorridente, ma quasi di sfida. Amy sorrise, mentre Patty arrossì, alzandosi violentemente in piedi, quasi facendo cadere il tavolo.
“Ehm, scusate, ma si è fatto veramente tardi…” Si voltò verso l’amica. “Che ne dici, andiamo a casa?”
“Si, va bene! Ci vediamo! Ciao ciao!” Uscirono velocemente.

Holly le seguì con lo sguardo, sbigottito. “Ma che gli è preso?Valle a capire, le donne…” Riprese in mano la sua bibita. “Già. Credo che sia giunto il momento di farti un discorsetto.”
“Eh? Ma mi sono perso qualcosa, per caso? Non ci capisco più niente!”
“Si, direi che ti sei proprio perso delle cosette…”
“Bene, mi vorresti spiegare?! Grazieee!” Sbuffò.
L’amico gli sorrise maliziosamente. “Su, dillo che sei invidioso di me e Amy!”
“Eh?! E perché dovrei, scusa?” Sfoderò la sua ormai nota espressione da pesce lesso (…che gioca bene a calcio, però…!!! ^_^;;;; Battutone.)
L’ altro sbatté la testa sul tavolo. “Io non so più cosa fare con te!”
“Come, scusa?”
“Ma sì, dai, mi riferivo al fatto che io e lei stiamo insieme…” E qui si fece ancora più malizioso, se possibile, mentre Holly lo guardava semi- terrorizzato: “Ma questo è la copia di Bruce…” “… E tu non sei ancora riuscito a combinare nulla con Patty!”
“Ma che cosa stai dicendo?! Lei è una mia carissima amica, e…”
“E cosa???” Lo guardò, sperando in un miracolo.
“E… beh, non lo so!”
“Ouff! Sempre il solito, eh?! Ma perché non ti fai avanti? Sono sicuro che…”
“Beh, io no. Mettiamola così: non sono certo che… capito, no?”
“Secondo me… non posso dirti di più, ma…”
“Mi sembri Bruce. Tutti quanti fissi su questa storia. Non capisco come sia venuta fuori…”
Sconsolato, Julian sbatté di nuovo la testa sul tavolo. “Chiamami quando ti sarai dato una svegliata e potremo parlare da uomo a uomo, OK??? Ciao.” Si alzò e uscì.

Intanto Patty (tornata ad una colorazione normale ^-^) ed Amy stavano camminando per strada.
“Ehi, Amy!”
“Si?”
“Me la diresti una cosa? Com’ è che… beh… tu e Julian… Come avete fatto a mettervi insieme?”
L’ amica sorrise. “Beh…diciamo che è stato tutta “colpa”, anzi, merito di Hiroshi…”
“Eh? Aspetta, l’ho già sentito questo nome!”
“Si, te ne ho parlato, è mio cugino, quello che ha 24 anni e vive a Hokkaido”
“Ah, si, è vero! E dunque? Cosa centra lui?”
“Beh, quel giorno era ospite da me, a Tokio, e l’ho portato a vedere il centro commerciale più grande di Shibuya, così, sai, per passare il pomeriggio…”
“Sii?”
“Stavamo scherzando come al nostro solito,…”
“Cosa intendi per “scherzare”?!?”
“Eh, eravamo abbracciati, anzi, avvinghiati sarebbe il termine esatto…”
“Argh!”
“E già. Peccato che non sapevo che vicino a noi ci fosse Julian, a vederci ridere e scherzare…” Arrossì. Ad un tratto ci giriamo e lo vedo che ci stava fissando. Allora mi giro verso Hiroshi e gli dico -La mia vita è semplicemente rovinata. Sai chi è quello che ci sta fissando?- -No, perché?- -Bene. Lui è Julian Ross- -QUEL Julian Ross? -Si. QUELLO.- -Uhm…bene bene. Tu dammi corda. Vieni.- -EH? Ma che vuoi fare?”
In pratica mi trascinò, sempre abbracciandomi, vicino a lui, e ovviamente, ci dovette salutare… -Ciao Amy…- -Ciao capitano!- I due erano bordeaux. Ci pensò Hiroshi…-Ehi, Amy, non mi presenti il tuo amico?!- -Oh, si, giusto, lui è Hiroshi, è…- -Piacere! E tu sei…?- -Lui è Julian Ross, il capitano della Mambo, sono la sua manager e…- -Ohhh! Wow! Il principe del calcio! Scusa, non ti avevo riconosciuto, sai che sono un tuo grande fan! UH non ci posso credere!!- -Ehm…piacere…- -Comunque, Julian dicevo che lui è…- -Cavoli, Amy, perché non me lo hai presentato prima?- -Eh?!- Avevo capito. Non voleva fargli sapere che era mio cugino… -I due erano ancora abbracciati, e Julian si girò, dicendo che doveva andare. Lo vidi andarsene, perché Hiroshi mi stava trattenendo. Appena sparì dalla nostra visuale, il caro cuginetto mi disse di rincorrerlo e dirgli tutto. Non aspettai un secondo di più. Sentì le sue parole mentre correvo: -Dagli una svegliata!!!- Lo ritrovai su una panchina di un reparto poco lontano, con aria triste. Che avesse funzionato? -Julian!- -Eh?! Amy?- -Ciao.- -Devi scusare Hiroshi, lui è fatto così…- -E’…è il tuo ragazzo?- Si girò dall’ altra parte. Io sorrisi. –E’ mio cugino.- -Cosa??!-Si girò di scatto, io intanto mi ero seduta dietro di lui. I nostri volti erano terribilmente vicini…ci guardammo a lungo… -Si…- -Amy…io…- Mi decisi. Non poteva continuare così. Gli sorrisi. --- -Anch’io!- Gli diedi un veloce bacio sulle labbra e lo guardai, bordeaux. Lui mi sorrise e mi baciò, un bacio tenero e passionale allo stesso tempo…il mio primo bacio…

“Ah, che bello…” Sospirò Patty con un’aria sognante identica a quella dell’amica “…Come vorrei che Holly fosse romantico anche solo la metà di Julian…” Altro sospiro.
“Dai, me lo sento: presto tutto si sistemerà!”
“Almeno… Ma non credo!”
“Perché dici così?!”
“Non so… Sto perdendo le speranze… Sai, forse è meglio che lo lasci perdere… E’ l’unica soluzione, credo…” I suoi occhi diventarono lucidi. “Vorrà dire che sceglierò fra i miei tanti corteggiatori!!!” Si sforzò di ridere.
“Patty…” Amy era senza parole. La sua amica non aveva mai detto una cosa simile…

Giorno successivo. La campana stava suonando, ormai. Tutti gli studenti nel cortile della scuola si stavano avviando all’interno dell’edificio.
La ragazza esitò un momento, prima di entrare in classe -Coraggio Patty, ce la devi fare. Ignoralo. O meglio, trattalo come tutti gli altri, come un comune essere umano.- Emise un profondo respiro. “Ciao a tutti!” Si diresse verso il proprio banco, quasi in fondo alla classe, passando oltre quello del capitano, ma non gli regalò il solito sorriso, anzi, non lo guardò nemmeno, camminando a testa alta. Sistemò la cartella e si sedette. “Cavoli…E siamo solo all’inizio…”
Bruce guardò esterrefatto la manager “Ehi, Holly!” Si voltò verso l’amico, seduto al posto di fianco al suo. Lui si voltò, dopo aver seguito Patty con lo sguardo “Hi hi hi!!!” Continuò l’altro “Ma cosa è successo??? Oggi non ti ha fatto il suo sorriso accalappia- calciatori- innamorati- solo- del- pallone?!”
“Bruuce! Anche tu ti ci metti?! Piantala!!!”Gli lanciò un’occhiataccia omicida.
Entrò il professore ( ^_^;;; Per la fortuna di Harper...)
Ma il numero 10 della NewTeam aveva la testa fra le nuvole, quella mattina. In fondo, Bruce aveva ragione… Da quando la conosceva, lei lo aveva sempre salutato con un sorriso… un sorriso così dolce…
“Ma a cosa sto pensando? E… perché l’ho notata subito, quella mancanza? Non è che… No! Non è possibile! Ma forse…
Stava provando qualcosa di diverso per la sua onnipresente amica? Forse si, ammise tra se il capitano, anche se si domandò che cosa…
La mattina era volata in un soffio, tra mille pensieri, ed ora era la pausa pranzo. Patty era in piedi, vicino al suo banco, chiacchierando apparentemente spensierata con un gruppetto di amiche. Lui si era ritrovato a fissarla. Non si era mai accorto di come l’uniforme le stesse bene… Si, era proprio carina… Si era reso conto di averlo finalmente ammesso, e arrossì.
“Ehi, Holly! Holly? Pianeta terra chiama Hutton! Ma ci sei?”
“Eh? Come…?”
“Oh! Oliver Hutton è tornato sulla terra! Si può sapere perché sei rosso come un peperone? Tanto ho visto come guardavi Patty!!!”
“Io…? Ma no! Cos’hai capito! Ero solo assorto nei miei pensieri…”
“Su questo non c’è dubbio! Ma non erano di sicuro rivolti al calcio… Eh eh eh!”
“Ma Tom…!”

Agli allenamenti, la stessa identica situazione. Lei gli parlava, certo, ma non era come una volta… C’era qualcosa di diverso…
Ad un certo punto, un ragazzo, della classe accanto alla loro (se non si fosse ancora capito, Patty e gran parte della NewTeam frequentano la stessa classe^_^) le si presentò, chiedendole di poterle parlare un momento.
“Capitano, mi assento solo per un attimo, torno subito!” Fece un cenno a lui, che era al centro del campo a palleggiare, dopodiché seguì l’altro.
Holly li guardò, e la cosa gli diede stranamente fastidio. Non resistette. Doveva seguirli. Lo fece.

I due si recarono dietro l’edificio scolastico, mentre lui si nascose dietro un muro, che per sua fortuna era vicino quel tanto da poter sentire i loro discorsi.
“Beh, Patty, io…” Iniziò subito il ragazzo “Non ce la facevo più ad aspettare: devo dirtelo… Tu mi piaci!”
Entrambi arrossirono. Lei restò qualche tempo in silenzio. “Mi dispiace.” Abbassò lo sguardo “Sono già innamorata di un altro ragazzo..”
“Già. Lo sapevo sin dall’inizio, ma volevo solo che lo sapessi. Tutto qui, non preoccuparti…”
“Ma come facevi a saperlo, scusa?” Arrossì più di quanto già non lo era
“Credo che chiunque lo abbia capito, ormai…” Sorrise “…Tranne l’interessato, giusto? Scusa se ti ho fatto perdere tempo, fa come se non ti avessi detto niente! Ciao!” Se ne andò di corsa.

La ragazza rimase immobile per un po’, lo sguardo fisso a terra. Non sapeva di essere guardata da uno scioccato Oliver, fermo nel suo nascondiglio. Tanti pensieri gli affollavano la mente. Si era reso conto che Patty non era più la bimba-maschiaccio di un tempo, era diventata una ragazza, ormai,… una bella ragazza… Era forse l’unico a non essersene accorto?
E se si fosse innamorata? O meglio, se si fosse messa con qualcuno? Prima o poi era inevitabile che accadesse… Sarebbe rimasta la stessa? … E ciò che aveva detto… Allora era già innamorata!? E davvero tutti lo sapevano? Tutti… tranne lui… Chi poteva essere?
Una mano sulla sua spalla lo distolse da quei pensieri che lo facevano stare male. Sussultò.
“Benji! Che ci fai tu qui?” Nel frattempo notò che la ragazza se ne era andata.
“Colto in fragrante, eh?!” Sguardo malizioso. “TU cosa ci fai qui, piuttosto!!! Io ti ho visto andar via di corsa dal campo, e visto che non è da te, ho pensato bene di seguirti!”
“Ah. E… hai sentito tutto?”
“Ho sentito tutto.” Silenzio.
“Vuoi parlarne, Holly?Dì tutto a zio Benji!”
“Si, ma… Io non ho capito!”
“Lo sospettavo.”
“Ah, si?!”
“Il solito idiota.”
“Grazie!!!”
“Di niente.”
“Parlando di cose serie…”
“Ma questa è una cosa seria. Sei davvero un idiota, in amore!”
“Mmmmm… Dicevo: hai notato che oggi non era la stessa, con me? E secondo te di chi è innamorata? E perché sono l’unico a non sapere nient…”
“MA ALLORA SEI SCEMO!!!”
“Eh?”
Benji finì a gambe all’aria, con un mega – gocciolone sulla fronte…
“Tutti lo hanno notato… Non dovrei essere io a sbatterti in faccia la verità così, ma sei un caso disperato…” Disse fra lo stremato e il furioso “Dunque: se fai ragionare quel pallone da calcio che ti fa da cervello, non è che per caso potresti pensare che se tutti sanno chi è quello che le piace tranne l’interessato, tutti tranne te, NON E’ CHE MAGARI SEI TU L’INTERESSATO???!!! Un consiglio: svegliati prima che qualcuno te la porti via…Sono anni che ti aspetta! Potrebbe anche scocciarsi, non credi??!!”
Il capitano restò ammutolito.
Il portiere sospirò. “Ma che ci faccio io qui a parlare con te?! Sto peggiorando…” Se ne andò, sistemandosi il cappello.
Holly, dopo essere rimasto immobile a lungo, ritornò agli allenamenti, ma quel giorno non ce la faceva a rimanere lì… Aveva bisogno di pensare. Salutò tutti velocemente, fingendo un mal di testa (Troppe emozioni in un giorno, eh, mio caro Oliver?!?!?! Hi hi hi ^_^), e corse via.
L’intera squadra, allenatore compreso, rimase di stucco… Ma come? Hutton, che aveva giocato partite con gambe e spalle doloranti, fino allo svenimento…, non resisteva ad una banale emicrania??? No, era impossibile… Ci doveva essere sotto qualcosa! Ma la più allibita era la loro prima manager… -Cosa ti è successo? Non è da te! Possibile che tu mi debba sempre far preoccupare in questo modo? Eppure volevo riuscire a dimenticarti…-

Il ragazzo era nel suo letto, guardando un vecchio album… La NewTeam al completo… Dovevano avere circa 11 anni… Bei tempi, quelli… Il loro unico pensiero era quello di giocare al pallone… La foto con la coppa della loro prima vittoria al campionato nazionale… Vicino a loro, anzi, a lui, ecco Patty…con la sua bandiera fatta a mano, più alta di lei, e la fascetta rossa che portava sulla fronte… E poi, una con soltanto loro due: lei che lo teneva sottobraccio e faceva il segno della vittoria… Un'altra ancora, al primo giorno delle medie… Lei gli era sempre accanto, con quel sorriso e quella luce dolce negli occhi… Non ne era certo, però… Si… Forse Benji aveva ragione: come aveva fatto a non accorgersene? Da quando era arrivato a Fujisawa, lei ogni momento era lì: a fare il tifo per lui, a medicargli le ferite, ad accompagnarlo dal dottore, ad aiutarlo con i compiti,…E quelle parole… Svegliati prima che qualcuno te la porti via… Sono anni che ti aspetta! Potrebbe anche scocciarsi, non credi? Price aveva ragione, come al solito… Ma se fosse veramente così… Ciò significava che lui, senza saperlo, la aveva fatta soffrire… No! Non era giusto! Non riusciva a darsi pace…Avrebbe dovuto capire…Perché solo nel calcio tutto era facile… Doveva rimediare assolutamente!
Prese fra le mani una foto che li ritraeva insieme… -Patty… Scusami! Sono un cretino! Potrai mai perdonarmi? Ti ho assillato per tutto questo tempo con le mie fisse per il calcio e tu… tu eri sempre lì ad ascoltarmi… Ormai lo so… Io… Io ti amo, e non oso pensare come potrebbe essere la mia vita senza di te!-
Basta! Ora non ti farò più aspettare… Devo solo trovare il modo per fartelo capire,o meglio…il coraggio di fartelo capire…-


Domenica mattina. Quartiere residenziale di Fujisawa. Un ragazzo suonò il campanello di una delle case in fila. Era tutto silenzioso, a parte alcune voci di bambini in fondo alla strada.
La ragazza andò ad aprire “Tom?!!!” “Ciao, manager! Come stai bene con quel grembiule!” Sorrise.
Arrossì“Oh, beh… Mia madre è fuori e mi tocca preparare il pranzo…”
“Capisco.” Si fece serio. “Avrei bisogno di parlarti un attimo. Ti va di venire a fare un giro?”
“Non capisco, ma… Ok!”
Arrivarono fino al fiume, e lì si sedettero sull’erba.
Lui si alzò, prese un sasso qualche passo davanti a loro e lo lanciò nell’ acqua. “Sono venuto per chiederti una cosa...”
“Ah…” Era sicura di aver capito cosa… Ma perché? Lei non aveva voglia di parlarne, in quel momento!
“Vengo subito al sodo: cosa sta succedendo a te e a Holly? E’ un periodo che vi vedo strani tutti e due… Ieri sembrava quasi che non fossi più tu… Non lo trattavi come al solito… se ne sono accorti subito tutti! Lui è diventato sognante… e poi se ne va senza un motivo dal campo…Mai successo! Te lo domando perché siete entrambi miei amici, e non vi riconosco più…”
“Io non so se…”
“Guarda che non tradirei mai la tua fiducia… Non dirò niente a nessuno, soprattutto a lui! Capito?!”
“Grazie … Finalmente mi posso sfogare!”
Lui torna a sedersi vicino a lei. “Forza, racconta!”
“Beh… Non c’è niente da raccontare…” Divenne triste “… E’ che mi sono resa conto che da quando avevo 11 anni la mia vita è incentrata unicamente su di lui… Ad aspettarlo e ad aiutarlo… E lui non si è mai reso conto di quanto lo ami…” Iniziò a piangere. “Non ricordo nemmeno cosa facevo prima di quel giorno… Tutti i miei sogni, i miei interessi… Sono svaniti nel nulla…” Il ragazzo la fissava sbigottito, incapace di dire qualsiasi cosa… Ogni parola era inutile, in quel momento. La abbracciò, e lei pianse fra le sue braccia. Non aveva mai visto la loro manager in quello stato. “… Però, Tom…” Si staccò e lo guardò, gli occhi ricolmi di lacrime “… Io non ce la faccio! Non riesco a dimenticarlo…” Lo abbracciò di nuovo “Cosa devo fare? Dimmelo, ti prego… Aiutami…”
Lui le accarezzò i capelli. “Non devi preoccuparti, Patty! Secondo me, il nostro capitano sta iniziando a capire…”
“Eh?!” Si calmò, fissando il ragazzo.
“Si…hai presente quando ieri te ne sei andata con quello della sezione A… Lui subito dopo è corso via… e Benji, che lo ha seguito, mi ha detto che vi ha seguito… Poi è rientrato sconvolto ed è andato a casa… Oltretutto Price ha cercato di aprirgli gli occhi, anche se con i suoi modi…”
“CHE COSA????”
“…E poi lo ho beccato a guardarti imbambolato durante la pausa pranzo!!!”
“Oddio… allora ha sentito la dichiarazione d’amore che mi ha fatto…” Diventò rosso-peperone “… e io che rifiutavo dicendo di essere innamorata di un altro… E lui che ammetteva che tutti lo sapevano, tranne l’interessato… E poi se Benji… Io devo andarmene!!! DEVO CAMBIARE CITTA’, NAZIONE, MONDO!!!”
Il numero 11 della NewTeam rise “Ah, ora si spiegano molte cose… Meglio così, no?” Lei lo fulminò con un’occhiataccia.

Oliver era a spasso con il suo amico pallone, durante la sua solita corsa mattutina.
Ad un tratto, rimase immobile. Il pallone gli rotolò via. –Ma… ma quelli sono… Tom e Patty??? E sono… abbracciati! Ma come… com’è possibile?-
Recuperò la palla e corse via. I suoi due migliori amici gli avevano tenuto nascosto un fatto così importante?

Domenica pomeriggio. Tom era con suo padre, in cima a una piccola collina. Era dietro di lui, e, coricato sul prato, fissava le nuvole, pensando alle parole dell’amica. -…Dopotutto non le si può dare torto… Ma tutti sappiamo come è fatto Hutton…- Fu interrotto da un’ombra che gli copriva gli occhi. Si mise a sedere. “Holly!” Era sconvolto. Sembrava che ce l’avesse con il mondo intero. Non lo aveva mai visto così. Oltretutto era senza palla al seguito!
“Ti devo parlare. Adesso!”
“Ok. Ma cosa ti è successo?”
“Vieni con me!”

Erano scesi dalla collina. Vi era uno strano clima di tensione fra i due, mai riscontrato tra la “coppia d’oro”.
Ma Becker non ne capiva il motivo “Ce l’ha per caso con me? Ma cosa gli ho fatto? Aspetta… a meno che oggi… Dopotutto lui abita lì… Vuoi vedere che…” Sorrise fra sé.
Si sedettero sotto un albero, ai piedi della collina. Oliver non attese troppo a parlare. “Mi hai deluso, Tom.”
“Come?” Era ancora convinto di aver capito a cosa si riferisse, ma decise di vedere come se la cavava l’amico… Doveva essere molto imbarazzante, per lui. (N.d.A. SADICOOO!!! HI HI HI!!! ^-^;;;)
“Ma abbiamo anche vinto, nell’ultima partita…”
“E’ possibile che tutti crediate che io pensi esclusivamente al calcio??? No, non è per la partita!” Si voltò di scatto.La sua pazienza era quasi al limite.
“Ah… E per cosa, allora?”
“Credevo che tu fossi mio amico…” Lo fissò negli occhi. Uno sguardo arrabbiato, ma soprattutto deluso, triste.
“Chissà cosa deve aver passato, avrà creduto che io e la manager…”
“Infatti lo sono!”
“Credevo che gli amici si dicessero tutto… Ma evidentemente qui le cose le devo scoprire da me…”
“Cosa stai farneticando? Io non ti nascondo proprio niente!”
“Ah no? Vi ho visto stamattina… Tu e Patty, a fare i piccioncini…” Si voltò e rimase di stucco, vedendo l’altro che rideva sguaiatamente … “E hai anche il coraggio di ridere?” Se ne andò, offeso. (^-^)
“Aspetta, Holly!” Non riusciva a contenersi. “…COLPITO E AFFONDATO!!!”
“Cosa?” Non riusciva a capire. Si fermò per un attimo, ma poi riprese a camminare. “Questo non dovevi farmelo…”, sussurrò.
“Fermati.” Era serio, ora.
Lui si fermò, dando comunque le spalle all’amico.
“Tu non hai capito. Lei stava piangendo, e io la stavo consolando.”
“Non potevi almeno trovare una scusa più credibile? E poi noi due ci conosciamo da tanto, avrebbe potuto benissimo confidarsi con me!"
“Tu saresti al centro del suo mondo, quindi, secondo te?!”
“Ma cosa stai dicendo? No,… dicevo solo che…”
“E allora perché sei geloso?”
“Non ho detto di essere geloso, solo… poteva dirmi che… Mmmmm! Smettila, Tom!” Era imbarazzato.
“Smettila tu, Holly! A te non poteva dire nulla, in quel caso.”
“Perché no, scusa? Credevo di essere un amico anche per lei!”
“Ma allora non capisci! Non ti rendi conto che è per te che stava piangendo???”
Silenzio.
“Hai capito, ora?”
“No, … Non è possibile! Tu mi stai mentendo!”
“Oliver, tu sei il mio migliore amico, non potrei mai rubarti la ragazza a cui vuoi bene… Perché è così, vero? A me puoi dirlo!”
Il capitano pensò alle parole di Price.
“Hai ragione. Perdonami.” Finalmente si girò. “Ti chiedo scusa per aver dubitato di te, ma oggi, ecco, io… io non ci ho visto più! E poi, si, lei è molto importante per me! Mi è sempre stata vicina, e io le voglio troppo bene!”
“Non ti preoccupare! Piuttosto, se è così perché ti fai tutti questi problemi?” Non rispose.
“Senti, Tom…”
“Si?”
“Perché Patty piangeva? Perché proprio a causa mia?” La preoccupazione nei suoi occhi era palese.
“Beh, ecco, io…”
“Devi dirmelo, ti prego!” Gli mise entrambe le mani sulle spalle, implorandolo.
“Non posso. Facendolo tradirei la sua fiducia.”
“Ma io ho il diritto di sapere cosa le è successo… cosa le ho fatto!”
“Lo so… infatti vedrai che presto lo scoprirai…Devi avere pazienza! Intanto prova a pensarci. Ci potresti arrivare! Adesso devo proprio andare! A domani! Ciao ciao!” Se ne andò correndo, con un sorrisetto ironico stampato in faccia…

Si era fatto buio, oramai. Holly ritornava a casa, immerso nei suoi pensieri.
“Allora è vero? Sarà come penso? La mia migliore amica ha sofferto per anni a causa mia! Come posso essere stato così stupido… Mi odio!!! Ma ti giuro, manager, che da domani le cose cambieranno!

Non sapeva quanto fosse vicino alla verità…

Mattina. Le prime luci di un nuovo giorno filtravano attraverso le tende azzurrine fermate da due catenine di brillantini colorati. Il silenzio regnava ancora sovrano quando una musica iniziò a diffondersi allegra nella stanza.
“Mmmmm…” La ragazza si rigirò tra le coperte. “…Possibile che sia già ora di alzarsi… Ancora un minuto…” Ma la radiosveglia continuava a svolgere imperterrita il suo compito.
La cercò invano con la mano, ma dovette per forza girarsi per spegnerla. “Hmpf! A quest ora dovrebbero mettere musica più soft!” Si mise a sedere sul letto con aria assonnata. “Uffa… ancora un nuovo giorno! In cui sarò obbligata di nuovo a vederlo… ma io non voglio! Non so quanto ancora potrò resistere alla sua vicinanza… Però devo farcela… per forza!” Si alzò e iniziò a vestirsi, triste.
“Patty, scendi! E’ pronta la colazione!”
“Arrivo!”

-Possibile che debba sempre essere in ritardo?- Pensò, chiudendo il piccolo cancello. Si voltò di scatto, pronta a iniziare la corsa verso la scuola. Ma si bloccò impietrita, per ciò che era davanti a lei… per CHI era davanti a lei…
“Holly???!”
“Ciao Patty!” Le stava sorridendo… un sorriso… speciale… -No, sicuramente mi sbaglio, eppure non sto sognando… non mi era mai venuto a prendere a casa…-
“Ehi, cos’è quella faccia? Sono così brutto?” (NdA Bbbbbeeello luiii!”)
Lei arrossì di colpo. “N-no, è che… non sei mai venuto e…”
“Già, lo so.” Divenne pensieroso.
“Ah, bene! Ora non posso neanche farti una sorpresa, eh?!” Fece finta di offendersi, incrociando le braccia sul petto.
Lo osservò per un momento, poi gli sorrise, un sorriso dolcissimo. “Dai, stupido, mi ha fatto piacere!” Si avvicinò e, ridendo, lo prese sottobraccio. Lui la guardò un attimo stupito, ma poi le sorrise dolcemente. Lei vide il sorriso e lo ricambiò, ma appena si accorse di ciò che aveva fatto arrossì e si staccò.
Proseguirono in silenzio. Il primo a romperlo fu la manager. “Hai già pensato agli schemi di allenamento di oggi?”
“Stop! Bloccati! Almeno per oggi io e te non dobbiamo parlare di calcio!”
“Come-come??? Cosa ha detto il grande Oliver Hutton?Come mai questa improvvisa decisione?” Prese a trotterellargli intorno, prendendolo in giro.
“Sono sette anni che ne discutiamo, mi sembra abbastanza! Ma dimmi di te, piuttosto! Come va la vita?”
“Come al solito…” Divenne pensierosa.
Lui la fissò intensamente “Non è che hai qualche problema? A me puoi dire tutto, sono sempre pronto ad ascoltarti!”
Lei non fece in tempo a rispondere che una voce li interruppe.
“Ecco i due piccioncini!!!”
“Bruce! Sempre il solito, eh?!”
“Per la fortuna di tutti voi, cara! Ma lo sapete che formate proprio una bella coppietta?”
“Tu parli tanto, eh?! Ma poi basta guardarti di fronte a Evelyne, non fai altro che balbettare, CASANOVA!”
“Senti chi parla!”
“Grrrrr! Io ti…”
“Già di prima mattina, dovete iniziare a litigare, voi due? Forza, è ora di entrare in classe!” Fece Holly, sconsolato.

Patty era intenta a seguire la lezione, quando la compagna seduta nel banco davanti a lei le passò di nascosto un piccolo biglietto, indicandole con un gesto il capitano. Lei lo guardò. Aveva le mani giunte, come se la stesse pregando di aiutarlo. Lesse il biglietto:
“Ti va di mangiare insieme, oggi? Ho un favore da chiederti. Ti preeegooo! Ci vediamo sul tetto, ok? Holly”
Gli fece cenno di sì, e lui sorrise.

Pausa pranzo. Quando la manager arrivò, lui era già lì ad attenderla.
“Grazie per essere venuta!”
“Figurati. Ma dimmi, qual è il favore? Sono curiosa!”
“Beh, domani è il compleanno di mia madre. Di solito era mio padre che se ne occupava, ma ora è in viaggio, quindi il regalo lo devo comprare io… e non so nemmeno da che parte cominciare… Please, help me!!!”
“Troppo inglese ti fa male! Comunque va benissimo! Andiamo a fare un giro dopo gli allenamenti, ok?”
“Avevo deciso di dimenticarti, però… se mi guardi con quegli occhi…”

Allenamento. Due manager stanno stendendo gli asciugamani a bordo campo.
“…E questo è l’ultimo, Eve!”
“Già. Hei, senpai, tu su quale scommetti?”
“Come?”
“Quale sarà la salvietta che colpirà in pieno Bruce, oggi?”
Stavano ancora ridendo quando videro una pallonata dirigersi proprio verso di loro…
“Ecco, ci risiamo!” disse Eve con le lacrime agli occhi per il troppo ridere.
Ma il pallone fu deviato da una scivolata provvidenziale… era Oliver!
“Wow! Che riflessi! Grazie capitano!”
“Di niente, Patty! Ti tocca sempre del lavoro extra per quella frana…” Si voltò verso Bruce
“OH, MIO EROE!” Scherzò questo.
“Piantala, tu, possibile che la tua mira infallibile ti tradisca così? 10 giri di campo!”
“Ma capitano…”
“Corri, o vuoi che diventino 20?”
“Vado, vado… nessuno mi capisce…”
“Oh povero Bruce!”
“Eve, anche tu?!”
Se ne andò, lasciando i tre a ridere.

Tutti se ne erano andati ormai, tranne Patty, che stava ancora raccogliendo i palloni.
Holly corse ad aiutarla.
“Ma no, Holly,… sarai stanco, hai appena finito di giocare…”
“Ti aiuto volentieri, davvero, d’altronde tu lo fai sempre, con me…”
Si fissarono negli occhi, prima di continuare.
Poi si recarono in città, dove comprarono un profumo per la madre di lui, e si divertirono come non avevano mai fatto, forse, chiacchierando di tante cose, per esempio del povero Bruce.
“…Certo che anche lui potrebbe stare più attento… Fra noi manager ormai facciamo le scommesse su quale fra gli asciugamani colpirà…”
“Ma dai? Veramente? Cavoli, dobbiamo organizzarci anche noi della squadra, allora!!!”
Stavano ancora ridendo quando Oliver si sentì strattonare dalla ragazza, che fissava una vetrina con aria divertita. Si voltò anche lui.
“Guarda come ti assomiglia!” Stava indicando un piccolo orsacchiotto di peluche con una magliettina bianca e azzurra, che teneva tra le zampe… un pallone da calcio.
“Che cosa dici? Io sono più bello!”
“Ma non vedi com’è tenero? E poi con quella palla… e la maglia ha gli stessi colori di quella vecchia della NewTeam… si, sei proprio tu! Che carino!”
“Se lo dici tu… però effettivamente ha una faccia simpatica, te lo concedo!”
“A-ah! Beccato! Sei un essere sensibile anche tu, allora!”
“… Già. Prima non lo ero, ma ora sto tentando di diventarlo, ci puoi scommettere” La fissò.
Lei lo imitò, con sguardo interrogativo. Diede un’ ultima occhiata al pupazzo (che il ragazzo notò) e dopodiché si rimisero in cammino.
Dopo qualche minuto, lui si fermò all’improvviso. “Devo ritornare un attimo indietro! Ti dispiacerebbe aspettarmi qui? Torno subito!” E corse via.
“Ma cosa…”
“Fidati di me!”

Patty stava iniziando ad innervosirsi, quando vide Holly correre verso di lei.
“Dunque?”
“Dunque cosa?”
“Beh, cosa dovevi fare di così importante da far aspettare una ragazza in mezzo alla strada?” Si finse offesa.
Le mostrò un pacchetto che teneva nascosto dietro la schiena.
“Mi perdoni se ti dico che questo è un pensiero per te?”
“Cosa? E perché?Non dovevi…” Arrossì. Quante cose piacevolmente strane, in un solo giorno… Ma che cosa stava succedendo?
“Forza, aprilo!”
Lo prese e lo scartò. “Ma è il peluche di prima! Che bello! Grazie, Holly! Ma si può sapere perché?”
“Mah… Per avermi aiutato con il regalo per mia madre… ma soprattutto, visto che mi somiglia, ogni volta che lo guarderai ti ricorderai di me…” Abbassò il capo, tentando di non far notare il rossore sulle guance.
Lei sorrise. “Oliver!”Lo chiamò.
Lui alzò lo sguardo, e lei gli diede un veloce bacio sulla guancia. “Grazie!” E ripresero il cammino.

Giunsero davanti a casa di Patricia quando ormai era sera. Entrambi erano dispiaciuti che quella favolosa giornata fosse già finita.
“Beh, io vado! A domani, Patty!”
“Aspetta! Perché non entri a bere una tazza di tè?”
“Non vorrei disturbare…”
“Oh, non preoccuparti, i miei non ci sono, tornano tardi!”
“I…i suoi non ci sono?! Glom… Cosa devo fare? Entro o no? Mio dio… Beh, che c’è di male, in fondo…”
“Oddio! Non vorrei che pensasse male… io non volevo certo…”
“Va bene! Solo un minuto, però!”
“Fiuuu! Menomale! Dopotutto non ci avrà neppure pensato, conoscendo il tipo… Eh Eh!”
“E… e se glielo dicessi ora, quello che provo per lei? Ma si, è il momento giusto! Nessuno che ci disturbi, e poi dopo un giorno così bello… Ok! Fatti forza, vecchio mio, andrà tutto bene!” (;_; Povero Ollyno… Sapendo ciò che ti aspetta… piango! Sigh! Snif!)
La ragazza aprì la porta ed entrarono.
“Accomodati pure!” Gli indicò uno dei due divani del salotto. “Io vado a prendere qualcosa da bere… ah! Ti va di fare da cavia ai biscotti che ho preparato ieri sera?”
“Cucini anche i dolci, allora? Non solo i tuoi fantastici panini…! Certo, non vedo l’ora di assaggiarli!”
“Non mi prendere in giro! Arrivo subito!” Entrò in cucina e lui si sedette.
“Sai, Patty…”
“Si?”
“E’ da tanto che ci conosciamo, eppure non sono mai venuto a casa tua…”
“Già, e io invece… sempre da te a rompere! Strano che tua madre non mi abbia ancora cacciato fuori a calci”
“Ma dai, lo sai che non è vero, sei sempre la benvenuta, da me! Anzi, mia madre mi dice sempre che tu sei la figlia che non ha mai avuto! Ti adora!” –E non è l’unica della famiglia…-
“Adesso non mi far arrossire!”
Lui sorrise. “Posso andare a lavarmi le mani, intanto?”
“Certo, fa pure! Il bagno è di sopra, l’ultima porta a destra!”

Ripose l’asciugamano e uscì dal bagno. Percorrendo il corridoio, notò una porta semi-aperta. Passando, vide una piccola poltrona su cui sedeva una scimmia di peluche. “Dev’essere la sua camera! Forse non dovrei, ma… ehm… sono troppo curioso!!!” (^^;;;) Entrò. La prima cosa che notò fu il gran numero di pupazzi. -se lo dicessi a Bruce non smetterebbe di prenderla in giro per i prossimi 20 anni…!!- Ma quello che vide subito dopo, guardandosi intorno, lo lasciò di stucco. Alle pareti, una marea di foto della NewTeam, sin dal suo primo Campionato Nazionale, e una che la ritraeva con Arthur a gli altri mentre faceva il tifo con la divisa e la bandiera, quando avevano 11 anni. Sulla scrivania c’erano tre cornici, e tutte ritraevano solamente lui. Arrossì. Sul comodino, poi, ancora una sua foto e una con loro due, lei che gli stringeva il braccio felice e lui con la coppa di una vittoria al campionato delle scuole medie. Subito lo stupore si trasformò in una strana sensazione piacevole, nata dal fatto che lui contava qualcosa per lei, evidentemente… Sollevò la cornice, ma una piccola foto scivolò sul pavimento dal retro di questa. Un bambino. Chi poteva essere? Non fece tempo a chiederselo, che dalle scale si levò la voce della ragazza…
“Ehi, Holly! Sei ancora vivo?” Rimise immediatamente tutto al proprio posto, e uscì socchiudendo la porta.
-Meglio che non lo venga a sapere…- “Arrivo!”

“Buonissimi!”
“Davvero?! Sono contenta che ti piacciano! E non sei ancora morto avvelenato!” Rise.
-Da quanto che non ti vedevo ridere così… Sono contento! Sei così carina quando ridi…Farei qualunque cosa per te… adesso l’ho capito, e voglio rimediare a tutto il male che ti ho fatto passare… Io… devo dirtelo… dirti che ti voglio bene, che non voglio lasciarti andare, che vorrei sempre vederti ridere così… Ora o mai più! Ce la devo fare…-
“Ehi! Ma… c’è qualcosa che non va?”
-Ecco, per l’ennesima volta sei preoccupata per me… Ma ora basta!-
“Allora???”
“Eh? No, no, niente!”
“Se lo dici tu…”
“Io… io ti devo dire una cosa”
“Come?... Certo…” -Ma che gli succede? Perché è così serio… ma anche così affascinante…?-
Si fissarono entrambi, a lungo. Non riuscivano a staccare lo sguardo uno dall’altra. Restarono così, in silenzio, finché lui non iniziò.
“Ecco, io…” Arrossì. Patty lo imitò. Se lo sentiva, quello che stava per dirle era ciò che per sette lunghissimi anni aveva sognato. Lo aveva capito prima, lo aveva letto nei suoi occhi. –Oliver, lo so quanto è difficile per te solo pensare a queste cose, ma ti prego, non farmi aspettare ancora… non so se lo sopporterei…-
“Si?...” sussurrò. Il ragazzo si era voltato evitando il suo sguardo.
“Non so come dirtelo… sono una frana in queste cose…” –Ora mi giro, le prendo le mani e le dico quanto la amo…già, facile a dirsi…” Si girò di scatto. Lei sorrise.
DLIN- DLON!!!! Il campanello. Entrambi impiegarono qualche secondo a connettere… il primo a mostrare qualche segno di vita fu Holly, che si voltò, per nascondere la rabbia di un’occasione persa. La ragazza invece chiuse gli occhi con violenza, e questi diventarono lucidi… “E’ tutta la vita che aspetto questo momento… e uno stupidissimo campanello rovina tutto… non è possibile, non ci credo… e non posso nemmeno permettermi di restare qui imbambolata e rifiutarmi di aprire… chissà lui cosa penserebbe…”
“Scusami… vado ad aprire… non so chi possa essere, magari sono i miei…” mormorò prima di correre verso l’ingresso con serie intenzioni omicide nei confronti del guastafeste…
Lui la seguì con lo sguardo fino a quando aprì la porta. Non vide chi era, ma solamente lei impallidire portando una mano davanti alla bocca. Si alzò preoccupato per raggiungerla, ma si bloccò quando sentì una voce maschile che doveva appartenere a una persona della loro età… “Pat!!!”
Lei gli saltò subito al collo… “Patrick!!!!!!” Lui ricambiò l’abbraccio.
Oliver si era alzato, ed aveva assistito alla scena sbigottito. La Patty che conosceva era troppo timida per simili atteggiamenti… e che espressione felice aveva…chi era poi quel ragazzo dai tratti occidentali? Di certo non era un suo parente… purtroppo. Ma… ne era quasi certo: era il bambino della foto di Patty!
Il giovane si staccò leggermente da lei “Ehi tu, cosa fai? Piangi? Vabbè che sono troppo bello, però…”
“Stupido!” Disse la ragazza asciugandosi le lacrime “No, è che sono 8 anni che non ci vediamo… Che bello rivederti…”
“Ehi, dove è finito il mio piccolo maschiaccio? Sei ancora più carina!”
“Beh… grazie! Tu non sei cambiato molto, ma devo ammetterlo, ti trovo molto bene! Senti, ma che cosa ci fai in Giappone?”
“Mio padre è qui per affari e l’ho seguito…sono in albergo e ho pensato di venire a trovarti, mi avevi dato il tuo indirizzo…”
“Bene! Ops, sono la solita maleducata… entra, dai!”
“Ah, era ora!”
“Scemo!”
“Ora ti riconosco!”
Gli indicò il salotto, dove trovarono Holly. “Vedo che sei in compagnia… ho per caso disturbato qualcosa? Non mi presenti il tuo ragazzo?”
“Ma cosa stai dicendo? No, lui è un mio amico… Patrick… lui è Holly… Holly… Patrick!”
“Ciao! Piacere di conoscerti!”
“Uhm! Holly… aspetta! Tu devi essere il famoso Oliver Hutton! Pat mi ha scritto spesso di te! Piacere mio!”
Gli strinse la mano con entusiasmo, che si tramutò poi in una stretta che a Oliver sembrò significare una sfida… ormai era in grado di riconoscerla dopo tutti quegli anni di competizioni calcistiche…
Patty intanto era arrossita, quella strana atmosfera creatasi la metteva stranamente a disagio… “Sai, Holly, lui è un mio caro amico di quando vivevo a Londra, prima di venire a Fujisawa… lo conosce anche Amy… Poi, quando sono partita, ci siamo scritti fino a qualche anno fa…”
“Dì pure che eravamo praticamente fidanzati, cara…”
“Il solito presuntuoso! Non è affatto vero!”
“Ah si?! Eh eh!” Oliver cercava di non dare a vedere la gelosia che provava in quel momento… ma sapeva che non avrebbe resistito a lungo… “Beh, ora è meglio che vada… è tardi, e poi avrete un mucchio di cose da raccontarvi… Patty, ci vediamo domani!”
“Aspetta! Ti accompagno all’uscita!”
Aperta la porta, lui stava per uscire quando la ragazza gli prese una mano. “Holly!”
Lui si girò. “Si?”
Lei gli scoccò un bacio sulla guancia, arrossendo. “Grazie di tutto, per oggi!”
Le sorrise e le strinse la mano. “Grazie a te. A domani!” Se ne andò.
“A domani…” lo fissò finché non scomparve dalla sua vista, prima di rientrare. Ritrovò l’amico che la aspettava ancora seduto in salotto.
“Ancora cotta di lui, vero?”
“Si, ma…”
“Dai, nelle tue lettere non parlavi d’altro… Ma non ti sei ancora stancata?”


  
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