...Did you ever love
somebody?
(...Hai mai amato
qualcuno?)
Capitolo
1
Ciao a tutti!!!
Penso sia necessario che voi leggiate questa
breve introduzione, prima della vera e propria
ff… Dunque: questa è una ff di puro sentimento,
scritta durante i miei momenti di sclero totale,
o se vogliamo di ispirazione. I protagonisti
hanno 18 anni, e non si trattano partite di
calcio, anche perché non è che ci capisca poi
molto…^^;;
Vi chiedo perdono per gli errori
“spazio-temporali” e se vi dovesse sembrare
banale e scontata o troppo sdolcinata, ma
dopotutto è una ff, no?!
Questo vuol dire
che è la stesura di un sogno, uno dei miei modi
di leggere quel fantastico manga/anime che è
Captain Tsubasa.
Mi raccomando, aspetto critiche( sia positive
che negative), commenti e consigli. Ci conto!!!
^_^
(Ah-ehm…tenete conto però che è la primissima
fic che scrivo…^^;;;)
Ora i ringraziamenti:
- Innanzitutto al grande Yoichi
Takahashi, che ha creato questo manga che è
capace di darci tante emozioni e ci permette di
fantasticare sui rapporti tra i vari personaggi,
e quindi di scrivere le ff…
- Ai cd che mi hanno “ispirato”: “Songs
from Dawson’s Creek”, “When you say nothing at
all”, e Saranno Famosi” (© degli aventi
diritto)
- Alla mia mamma, che ha sopportato i
miei “scleri” e che è in assoluto la prima
lettrice e consigliera ^-^
- Alla mia best friend Chiara, che, pur
non “amando alla follia” CT,in qualche modo mi
ha sostenuta…^^;;
- A tutti voi che la leggerete ^^!
Grazie!
P.S. Tutti i personaggi sono © di Yoichi
Takahashi, mentre Patrick è mio…se voleste
usarlo mi fareste un piacere chiedendomelo
prima…Grazie!
Questo è un capitolo di apertura,e potrebbe
sembrarvi un po’ “lento”, ma abbiate fiducia:
presto le cose si movimenteranno! Promesso!!
Patty era in piedi davanti al campo. Stava
ritirando gli asciugamani sotto gli ultimi raggi
di sole di quel giorno…un giorno come tanti, in
cui dopo la scuola, fino a tarda sera, si
svolgevano gli allenamenti della NewTeam, appena
uscita vincitrice dall’ultimo campionato
nazionale.
Guardò divertita Bruce, schernito
dai suoi compagni per essersi preso l’ennesima
pallonata in pieno viso…
“Ehi, Harper, devo ammettere che sei un
difensore davvero eccezionale!Si vede che in
campo usi la testa.”
Bruce si rialzò arrabbiato: “Grrrrrr!Piantala
Ted!Se scopro chi è stato…!Qualcuno lo ha fatto
apposta!!!”
Da dietro il gruppetto spuntò una voce
divertita: “Scusa tanto, Bruce…!Volevo solo
vedere se eri attento!”
“Oliver Hutton…!Lo Sapevo!Mmmmm!Giuro che se ti
prendo…!”
Holly iniziò a correre, seguito dal compagno che
lo minacciava e dalle risate degli
altri.
La ragazza sorrise, ma diventò subito
pensierosa…
“Ora che le partite
importanti sono finite e lui è più
rilassato…Forse potrei dirglielo…Ma no, non
credo…Devo rassegnarmi…Per lui sono e sarò
sempre la ragazzina un po’ maschiaccio che
sbraitava a capo dei tifosi sette anni
fa…”
Il giorno seguente la NewTeam stava disputando
una partita amichevole contro una scuola della
loro stessa città.
Patty, come al solito, era andata ad assistervi,
anche se da sola, poiché le altre supporters
erano assenti. Ad un tratto, quasi alla fine del
primo tempo, si girò verso una voce che la aveva
chiamata, e che riconobbe immediatamente.
Era una ragazza della sua stessa età, dai
capelli rossi che le arrivavano alle spalle,
seguita da un bel ragazzo moro dalla corporatura
forte.
“Amy!!!E ci sei anche tu, Julian!!”
Si alzò e andò verso gli amici.
“Come sono contenta di rivedervi… E’ dalla fine
del campionato che non ho più vostre notizie!...
ma…”
I ragazzi si tenevano per mano. “Non è che voi
due, per caso… Vi siete messi insieme???”
I due si guardarono complici, sorridendo. Poi
lei si voltò verso l’amica, arrossendo
leggermente.
“Eh si …!”
“Sono proprio contenta per voi due… Siete fatti
l’uno per l’altra…” Divenne triste, ma subito
ritornò alla normalità. “Siete venuti per vedere
Holly?Adesso sta giocando, ma tra poco sarà
finito il primo tempo, e potrete andarlo a
salutare. Sono sicura che sarà una bella
sorpresa per lui!”
“Si, in effetti avevo deciso di venire a trovare
il vecchio Hutton, e Amy ha deciso di seguirmi.
Beh, la squadra è sempre forte, vedo! Non è
ancora finito il primo tempo e sono già
4-0!”
“Hai ragione, Julian, sono dei ragazzi proprio
eccezionali! Ma venite, andiamo a sederci!”
I tre si sedettero sugli spalti. “Hei Patty, e a
te come va con il nostro campione?” (NdA: Il
solito sensibile! Eh, tu si che le capisci le
donne,Julian! @___@)
Improvvisamente lei abbassò lo sguardo. “Beh,
ecco…”
In quel momento si sentirono i fischi
dell’arbitro: il primo tempo era terminato. I
giocatori ritornarono ai bordi del campo.
“Julian, Amy! Siete voi!” Oliver corse verso di
loro. “Quanto tempo!”
I quattro amici chiacchierarono per tutti i
quindici minuti, ma furono interrotti
dall’inizio della ripresa. “Ops! Scusate, ma ora
devo proprio andare… Ci vediamo dopo!”
“Ok, e mi raccomando, non avvilire troppo quei
poveretti dell’altra squadra!”
“Va bene, Amy! Sarò buono!” Ritornò dal resto
dei suoi compagni, agitando una mano verso Bruce
che lo chiamava a gran voce.
I ragazzi lo osservarono andarsene.
“Tu non hai ancora risposto alla mia
domanda”
“Di che domanda parli, scusa, Julian?”
“Dai, non fare la finta tonta! Lo sai
benissimo!”
“Ah… Beh, come volete che vada?! Come al
solito!”
Il suo sguardo si rattristò.
“Si, ma tu mi sembri un po’ giù, o sbaglio? E il
motivo lo sappiamo!”
“Già, hai ragione, Amy… So perfettamente com’è
fatto Holly, e quindi non dovrei sentirmi così,
ma non ce la faccio ad andare avanti in questo
modo… Lui non mi degna di uno sguardo, … Certo,
è sempre carino e gentile, ma... questo non mi
basta più! Non sono neanche sicura che provi
qualcosa per me…”
Chiuse gli occhi, e una lacrima le rigò il
volto.
“Patty…” L’amica la abbracciò per
consolarla.
“Scusatemi, sono proprio una sciocca…” Si sforzò
di sorridere. “Voi venite a trovarci e io sto ad
annoiarvi con le mie lagne…”
“Non dirlo neanche per scherzo! Siamo amici, e
queste cose, se non le racconti agli
amici…!”
“Grazie!”
“Io non so più cosa dire!” intervenne Julian
“Possibile che non se ne renda conto? E’ giunta
l’ora di fargli un bel discorsetto, da uomo a
uomo…”
“Ma…”
“Niente ma! Julian ha ragione! Non potete
continuare così! Mal che vada, sarà comunque
costretto a rifletterci! Fidati!”
“Si, forse avete ragione, però…”
“TUTTO OK, allora, gli parlerò appena sarà
finita la partita”
Il cameriere posò di fronte ai quattro ragazzi i
bicchieri, interrompendoli nelle loro
risate.
Appena se ne andò, Julian diventò
improvvisamente serio, mentre gli altri
iniziarono a bere.
“Sai, Holly?!” Lui si girò, imitato dalle
ragazze. “Io e Amy ci siamo messi insieme!”
“Veramente?! Che bella notizia, sono contento
per voi!”
L’ atmosfera si raggelò. Oliver guardò l’amico,
che aveva uno sguardo sorridente, ma quasi di
sfida. Amy sorrise, mentre Patty arrossì,
alzandosi violentemente in piedi, quasi facendo
cadere il tavolo.
“Ehm, scusate, ma si è fatto veramente tardi…”
Si voltò verso l’amica. “Che ne dici, andiamo a
casa?”
“Si, va bene! Ci vediamo! Ciao ciao!” Uscirono
velocemente.
Holly le seguì con lo sguardo, sbigottito. “Ma
che gli è preso?Valle a capire, le donne…”
Riprese in mano la sua bibita.
“Già. Credo che sia giunto il momento di farti
un discorsetto.”
“Eh? Ma mi sono perso qualcosa, per caso? Non ci
capisco più niente!”
“Si, direi che ti sei proprio perso delle
cosette…”
“Bene, mi vorresti spiegare?! Grazieee!”
Sbuffò.
L’amico gli sorrise maliziosamente. “Su, dillo
che sei invidioso di me e Amy!”
“Eh?! E perché dovrei, scusa?” Sfoderò la sua
ormai nota espressione da pesce lesso (…che
gioca bene a calcio, però…!!! ^_^;;;;
Battutone.)
L’ altro sbatté la testa sul tavolo. “Io non so
più cosa fare con te!”
“Come, scusa?”
“Ma sì, dai, mi riferivo al fatto che io e lei
stiamo insieme…” E qui si fece ancora più
malizioso, se possibile, mentre Holly lo
guardava semi- terrorizzato: “Ma questo è la
copia di Bruce…” “… E tu non sei ancora
riuscito a combinare nulla con Patty!”
“Ma che cosa stai dicendo?! Lei è una mia
carissima amica, e…”
“E cosa???” Lo guardò, sperando in un
miracolo.
“E… beh, non lo so!”
“Ouff! Sempre il solito, eh?! Ma perché non ti
fai avanti? Sono sicuro che…”
“Beh, io no. Mettiamola così: non sono certo
che… capito, no?”
“Secondo me… non posso dirti di più, ma…”
“Mi sembri Bruce. Tutti quanti fissi su questa
storia. Non capisco come sia venuta fuori…”
Sconsolato, Julian sbatté di nuovo la testa sul
tavolo. “Chiamami quando ti sarai dato una
svegliata e potremo parlare da uomo a uomo,
OK??? Ciao.” Si alzò e uscì.
Intanto Patty (tornata ad una colorazione
normale ^-^) ed Amy stavano camminando per
strada.
“Ehi, Amy!”
“Si?”
“Me la diresti una cosa? Com’ è che… beh… tu e
Julian… Come avete fatto a mettervi
insieme?”
L’ amica sorrise. “Beh…diciamo che è stato tutta
“colpa”, anzi, merito di Hiroshi…”
“Eh? Aspetta, l’ho già sentito questo nome!”
“Si, te ne ho parlato, è mio cugino, quello che
ha 24 anni e vive a Hokkaido”
“Ah, si, è vero! E dunque? Cosa centra lui?”
“Beh, quel giorno era ospite da me, a Tokio, e
l’ho portato a vedere il centro commerciale più
grande di Shibuya, così, sai, per passare il
pomeriggio…”
“Sii?”
“Stavamo scherzando come al nostro solito,…”
“Cosa intendi per “scherzare”?!?”
“Eh, eravamo abbracciati, anzi, avvinghiati
sarebbe il termine esatto…”
“Argh!”
“E già. Peccato che non sapevo che vicino a noi
ci fosse Julian, a vederci ridere e scherzare…”
Arrossì. Ad un tratto ci giriamo e lo vedo che
ci stava fissando. Allora mi giro verso Hiroshi
e gli dico -La mia vita è semplicemente
rovinata. Sai chi è quello che ci sta fissando?-
-No, perché?-
-Bene. Lui è Julian Ross-
-QUEL Julian Ross?
-Si. QUELLO.-
-Uhm…bene bene. Tu dammi corda. Vieni.-
-EH? Ma che vuoi fare?”
In pratica mi
trascinò, sempre abbracciandomi, vicino a lui, e
ovviamente, ci dovette salutare… -Ciao Amy…-
-Ciao capitano!-
I due erano bordeaux. Ci pensò Hiroshi…-Ehi,
Amy, non mi presenti il tuo amico?!-
-Oh, si, giusto, lui è Hiroshi, è…-
-Piacere! E tu sei…?-
-Lui è Julian Ross, il capitano della Mambo,
sono la sua manager e…-
-Ohhh! Wow! Il principe del calcio! Scusa, non
ti avevo riconosciuto, sai che sono un tuo
grande fan! UH non ci posso credere!!-
-Ehm…piacere…-
-Comunque, Julian dicevo che lui è…-
-Cavoli, Amy, perché non me lo hai presentato
prima?-
-Eh?!- Avevo capito. Non voleva fargli
sapere che era mio cugino… -I due erano ancora
abbracciati, e Julian si girò, dicendo che
doveva andare. Lo vidi andarsene, perché Hiroshi
mi stava trattenendo. Appena sparì dalla nostra
visuale, il caro cuginetto mi disse di
rincorrerlo e dirgli tutto. Non aspettai un
secondo di più. Sentì le sue parole mentre
correvo: -Dagli una svegliata!!!-
Lo ritrovai su una panchina di un reparto poco
lontano, con aria triste. Che avesse funzionato?
-Julian!-
-Eh?! Amy?-
-Ciao.-
-Devi scusare Hiroshi, lui è fatto così…-
-E’…è il tuo ragazzo?- Si girò dall’ altra
parte. Io sorrisi. –E’ mio cugino.-
-Cosa??!-Si girò di scatto, io intanto mi ero
seduta dietro di lui. I nostri volti erano
terribilmente vicini…ci guardammo a lungo…
-Si…-
-Amy…io…-
Mi decisi. Non poteva continuare così. Gli
sorrisi. --- -Anch’io!- Gli diedi un veloce
bacio sulle labbra e lo guardai, bordeaux. Lui
mi sorrise e mi baciò, un bacio tenero e
passionale allo stesso tempo…il mio primo
bacio…
“Ah, che bello…” Sospirò Patty con un’aria
sognante identica a quella dell’amica “…Come
vorrei che Holly fosse romantico anche solo la
metà di Julian…” Altro sospiro.
“Dai, me lo sento: presto tutto si
sistemerà!”
“Almeno… Ma non credo!”
“Perché dici così?!”
“Non so… Sto perdendo le speranze… Sai, forse è
meglio che lo lasci perdere… E’ l’unica
soluzione, credo…” I suoi occhi diventarono
lucidi. “Vorrà dire che sceglierò fra i miei
tanti corteggiatori!!!” Si sforzò di ridere.
“Patty…” Amy era senza parole. La sua amica non
aveva mai detto una cosa simile…
Giorno successivo. La campana stava suonando,
ormai. Tutti gli studenti nel cortile della
scuola si stavano avviando all’interno
dell’edificio.
La ragazza esitò un momento, prima di entrare in
classe -Coraggio Patty, ce la devi fare.
Ignoralo. O meglio, trattalo come tutti gli
altri, come un comune essere
umano.- Emise un profondo respiro.
“Ciao a tutti!” Si diresse verso il proprio
banco, quasi in fondo alla classe, passando
oltre quello del capitano, ma non gli regalò il
solito sorriso, anzi, non lo guardò nemmeno,
camminando a testa alta. Sistemò la cartella e
si sedette. “Cavoli…E siamo solo
all’inizio…”
Bruce guardò esterrefatto la manager “Ehi,
Holly!” Si voltò verso l’amico, seduto al posto
di fianco al suo. Lui si voltò, dopo aver
seguito Patty con lo sguardo “Hi hi hi!!!”
Continuò l’altro “Ma cosa è successo??? Oggi non
ti ha fatto il suo sorriso accalappia-
calciatori- innamorati- solo- del-
pallone?!”
“Bruuce! Anche tu ti ci metti?! Piantala!!!”Gli
lanciò un’occhiataccia omicida.
Entrò il professore ( ^_^;;; Per la fortuna di
Harper...)
Ma il numero 10 della NewTeam aveva la testa fra
le nuvole, quella mattina. In fondo, Bruce aveva
ragione… Da quando la conosceva, lei lo aveva
sempre salutato con un sorriso… un sorriso così
dolce…
“Ma a cosa sto pensando? E… perché
l’ho notata subito, quella mancanza? Non è che…
No! Non è possibile! Ma forse…
Stava provando qualcosa di diverso per la sua
onnipresente amica? Forse si, ammise tra se il
capitano, anche se si domandò che cosa…
La mattina era volata in un soffio, tra mille
pensieri, ed ora era la pausa pranzo. Patty era
in piedi, vicino al suo banco, chiacchierando
apparentemente spensierata con un gruppetto di
amiche. Lui si era ritrovato a fissarla. Non si
era mai accorto di come l’uniforme le stesse
bene… Si, era proprio carina… Si era reso conto
di averlo finalmente ammesso, e arrossì.
“Ehi, Holly! Holly? Pianeta terra chiama Hutton!
Ma ci sei?”
“Eh? Come…?”
“Oh! Oliver Hutton è tornato sulla terra! Si può
sapere perché sei rosso come un peperone? Tanto
ho visto come guardavi Patty!!!”
“Io…? Ma no! Cos’hai capito! Ero solo assorto
nei miei pensieri…”
“Su questo non c’è dubbio! Ma non erano di
sicuro rivolti al calcio… Eh eh eh!”
“Ma Tom…!”
Agli allenamenti, la stessa identica situazione.
Lei gli parlava, certo, ma non era come una
volta… C’era qualcosa di diverso…
Ad un
certo punto, un ragazzo, della classe accanto
alla loro (se non si fosse ancora capito, Patty
e gran parte della NewTeam frequentano la stessa
classe^_^) le si presentò, chiedendole di
poterle parlare un momento.
“Capitano, mi
assento solo per un attimo, torno subito!” Fece
un cenno a lui, che era al centro del campo a
palleggiare, dopodiché seguì l’altro.
Holly
li guardò, e la cosa gli diede stranamente
fastidio. Non resistette. Doveva seguirli. Lo
fece.
I due si recarono dietro l’edificio scolastico,
mentre lui si nascose dietro un muro, che per
sua fortuna era vicino quel tanto da poter
sentire i loro discorsi.
“Beh, Patty, io…”
Iniziò subito il ragazzo “Non ce la facevo più
ad aspettare: devo dirtelo… Tu mi piaci!”
Entrambi arrossirono. Lei restò qualche tempo in
silenzio. “Mi dispiace.” Abbassò lo sguardo
“Sono già innamorata di un altro ragazzo..”
“Già. Lo sapevo sin dall’inizio, ma volevo solo
che lo sapessi. Tutto qui, non
preoccuparti…”
“Ma come facevi a saperlo,
scusa?” Arrossì più di quanto già non lo era
“Credo che chiunque lo abbia capito, ormai…”
Sorrise “…Tranne l’interessato, giusto? Scusa se
ti ho fatto perdere tempo, fa come se non ti
avessi detto niente! Ciao!” Se ne andò di
corsa.
La ragazza rimase immobile per un po’, lo
sguardo fisso a terra. Non sapeva di essere
guardata da uno scioccato Oliver, fermo nel suo
nascondiglio. Tanti pensieri gli affollavano la
mente. Si era reso conto che Patty non era più
la bimba-maschiaccio di un tempo, era diventata
una ragazza, ormai,… una bella ragazza… Era
forse l’unico a non essersene accorto?
E se
si fosse innamorata? O meglio, se si fosse messa
con qualcuno? Prima o poi era inevitabile che
accadesse… Sarebbe rimasta la stessa? … E ciò
che aveva detto… Allora era già innamorata!? E
davvero tutti lo sapevano? Tutti… tranne lui…
Chi poteva essere?
Una mano sulla sua spalla lo distolse da quei
pensieri che lo facevano stare male.
Sussultò.
“Benji! Che ci fai tu qui?” Nel frattempo notò
che la ragazza se ne era andata.
“Colto in fragrante, eh?!” Sguardo malizioso.
“TU cosa ci fai qui, piuttosto!!! Io ti
ho visto andar via di corsa dal campo, e visto
che non è da te, ho pensato bene di
seguirti!”
“Ah. E… hai sentito tutto?”
“Ho sentito tutto.” Silenzio.
“Vuoi parlarne, Holly?Dì tutto a zio Benji!”
“Si, ma… Io non ho capito!”
“Lo sospettavo.”
“Ah, si?!”
“Il solito idiota.”
“Grazie!!!”
“Di niente.”
“Parlando di cose serie…”
“Ma questa è una cosa seria. Sei davvero un
idiota, in amore!”
“Mmmmm… Dicevo: hai notato che oggi non era la
stessa, con me? E secondo te di chi è
innamorata? E perché sono l’unico a non sapere
nient…”
“MA ALLORA SEI SCEMO!!!”
“Eh?”
Benji finì a gambe all’aria, con un mega –
gocciolone sulla fronte…
“Tutti lo hanno notato… Non dovrei essere io a
sbatterti in faccia la verità così, ma sei un
caso disperato…” Disse fra lo stremato e il
furioso “Dunque: se fai ragionare quel pallone
da calcio che ti fa da cervello, non è che per
caso potresti pensare che se tutti sanno chi è
quello che le piace tranne l’interessato, tutti
tranne te, NON E’ CHE MAGARI SEI TU
L’INTERESSATO???!!! Un consiglio: svegliati
prima che qualcuno te la porti via…Sono anni che
ti aspetta! Potrebbe anche scocciarsi, non
credi??!!”
Il capitano restò ammutolito.
Il portiere sospirò. “Ma che ci faccio io qui a
parlare con te?! Sto peggiorando…” Se ne andò,
sistemandosi il cappello.
Holly, dopo essere rimasto immobile a lungo,
ritornò agli allenamenti, ma quel giorno non ce
la faceva a rimanere lì… Aveva bisogno di
pensare. Salutò tutti velocemente, fingendo un
mal di testa (Troppe emozioni in un giorno, eh,
mio caro Oliver?!?!?! Hi hi hi ^_^), e corse
via.
L’intera squadra, allenatore compreso, rimase di
stucco… Ma come? Hutton, che aveva giocato
partite con gambe e spalle doloranti, fino allo
svenimento…, non resisteva ad una banale
emicrania??? No, era impossibile… Ci doveva
essere sotto qualcosa! Ma la più allibita era la
loro prima manager… -Cosa ti è successo? Non
è da te! Possibile che tu mi debba sempre far
preoccupare in questo modo? Eppure volevo
riuscire a dimenticarti…-
Il ragazzo era nel suo letto, guardando un
vecchio album… La NewTeam al completo… Dovevano
avere circa 11 anni… Bei tempi, quelli… Il loro
unico pensiero era quello di giocare al pallone…
La foto con la coppa della loro prima vittoria
al campionato nazionale… Vicino a loro, anzi, a
lui, ecco Patty…con la sua bandiera fatta a
mano, più alta di lei, e la fascetta rossa che
portava sulla fronte… E poi, una con soltanto
loro due: lei che lo teneva sottobraccio e
faceva il segno della vittoria… Un'altra ancora,
al primo giorno delle medie… Lei gli era sempre
accanto, con quel sorriso e quella luce dolce
negli occhi… Non ne era certo, però… Si… Forse
Benji aveva ragione: come aveva fatto a non
accorgersene? Da quando era arrivato a Fujisawa,
lei ogni momento era lì: a fare il tifo per lui,
a medicargli le ferite, ad accompagnarlo dal
dottore, ad aiutarlo con i compiti,…E quelle
parole… Svegliati prima che qualcuno te la
porti via… Sono anni che ti aspetta! Potrebbe
anche scocciarsi, non credi? Price aveva
ragione, come al solito… Ma se fosse veramente
così… Ciò significava che lui, senza saperlo, la
aveva fatta soffrire… No! Non era giusto! Non
riusciva a darsi pace…Avrebbe dovuto
capire…Perché solo nel calcio tutto era facile…
Doveva rimediare assolutamente!
Prese fra le mani una foto che li ritraeva
insieme… -Patty… Scusami! Sono un cretino!
Potrai mai perdonarmi? Ti ho assillato per tutto
questo tempo con le mie fisse per il calcio e
tu… tu eri sempre lì ad ascoltarmi… Ormai lo so…
Io… Io ti amo, e non oso pensare come potrebbe
essere la mia vita senza di te!-
Basta! Ora
non ti farò più aspettare… Devo solo trovare il
modo per fartelo capire,o meglio…il coraggio di
fartelo capire…-
Domenica mattina. Quartiere residenziale di
Fujisawa. Un ragazzo suonò il campanello di una
delle case in fila. Era tutto silenzioso, a
parte alcune voci di bambini in fondo alla
strada.
La ragazza andò ad aprire “Tom?!!!”
“Ciao, manager! Come stai bene con quel
grembiule!” Sorrise.
Arrossì“Oh, beh… Mia madre è fuori e mi tocca
preparare il pranzo…”
“Capisco.” Si fece serio. “Avrei bisogno di
parlarti un attimo. Ti va di venire a fare un
giro?”
“Non capisco, ma… Ok!”
Arrivarono fino al fiume, e lì si sedettero
sull’erba.
Lui si alzò, prese un sasso
qualche passo davanti a loro e lo lanciò nell’
acqua. “Sono venuto per chiederti una
cosa...”
“Ah…” Era sicura di aver capito cosa… Ma perché?
Lei non aveva voglia di parlarne, in quel
momento!
“Vengo subito al sodo: cosa sta succedendo a te
e a Holly? E’ un periodo che vi vedo strani
tutti e due… Ieri sembrava quasi che non fossi
più tu… Non lo trattavi come al solito… se ne
sono accorti subito tutti! Lui è diventato
sognante… e poi se ne va senza un motivo dal
campo…Mai successo! Te lo domando perché siete
entrambi miei amici, e non vi riconosco
più…”
“Io non so se…”
“Guarda che non tradirei mai la tua fiducia… Non
dirò niente a nessuno, soprattutto a lui!
Capito?!”
“Grazie … Finalmente mi posso sfogare!”
Lui torna a sedersi vicino a lei. “Forza,
racconta!”
“Beh… Non c’è niente da raccontare…” Divenne
triste “… E’ che mi sono resa conto che da
quando avevo 11 anni la mia vita è incentrata
unicamente su di lui… Ad aspettarlo e ad
aiutarlo… E lui non si è mai reso conto di
quanto lo ami…” Iniziò a piangere. “Non ricordo
nemmeno cosa facevo prima di quel giorno… Tutti
i miei sogni, i miei interessi… Sono svaniti nel
nulla…” Il ragazzo la fissava sbigottito,
incapace di dire qualsiasi cosa… Ogni parola era
inutile, in quel momento. La abbracciò, e lei
pianse fra le sue braccia. Non aveva mai visto
la loro manager in quello stato.
“… Però, Tom…” Si staccò e lo guardò, gli occhi
ricolmi di lacrime “… Io non ce la faccio! Non
riesco a dimenticarlo…” Lo abbracciò di nuovo
“Cosa devo fare? Dimmelo, ti prego…
Aiutami…”
Lui le accarezzò i capelli. “Non
devi preoccuparti, Patty! Secondo me, il nostro
capitano sta iniziando a capire…”
“Eh?!” Si calmò, fissando il ragazzo.
“Si…hai presente quando ieri te ne sei andata
con quello della sezione A… Lui subito dopo è
corso via… e Benji, che lo ha seguito, mi ha
detto che vi ha seguito… Poi è rientrato
sconvolto ed è andato a casa… Oltretutto Price
ha cercato di aprirgli gli occhi, anche se con i
suoi modi…”
“CHE COSA????”
“…E poi lo ho beccato a guardarti imbambolato
durante la pausa pranzo!!!”
“Oddio… allora ha sentito la dichiarazione
d’amore che mi ha fatto…” Diventò rosso-peperone
“… e io che rifiutavo dicendo di essere
innamorata di un altro… E lui che ammetteva che
tutti lo sapevano, tranne l’interessato… E poi
se Benji… Io devo andarmene!!! DEVO CAMBIARE
CITTA’, NAZIONE, MONDO!!!”
Il numero 11 della NewTeam rise “Ah, ora si
spiegano molte cose… Meglio così, no?” Lei lo
fulminò con un’occhiataccia.
Oliver era a spasso con il suo amico pallone,
durante la sua solita corsa mattutina.
Ad un
tratto, rimase immobile. Il pallone gli rotolò
via. –Ma… ma quelli sono… Tom e Patty??? E
sono… abbracciati! Ma come… com’è
possibile?-
Recuperò la palla e corse
via. I suoi due migliori amici gli avevano
tenuto nascosto un fatto così
importante?
Domenica pomeriggio. Tom era con suo padre, in
cima a una piccola collina. Era dietro di lui,
e, coricato sul prato, fissava le nuvole,
pensando alle parole dell’amica. -…Dopotutto
non le si può dare torto… Ma tutti sappiamo come
è fatto Hutton…-
Fu interrotto da un’ombra che gli copriva gli
occhi. Si mise a sedere. “Holly!” Era sconvolto.
Sembrava che ce l’avesse con il mondo intero.
Non lo aveva mai visto così. Oltretutto era
senza palla al seguito!
“Ti devo parlare. Adesso!”
“Ok. Ma cosa ti è successo?”
“Vieni con me!”
Erano scesi dalla collina. Vi era uno strano
clima di tensione fra i due, mai riscontrato tra
la “coppia d’oro”.
Ma Becker non ne capiva
il motivo “Ce l’ha per caso con me? Ma cosa
gli ho fatto? Aspetta… a meno che oggi…
Dopotutto lui abita lì… Vuoi vedere che…”
Sorrise fra sé.
Si sedettero sotto un
albero, ai piedi della collina.
Oliver non attese troppo a parlare. “Mi hai
deluso, Tom.”
“Come?” Era ancora convinto di aver capito a
cosa si riferisse, ma decise di vedere come se
la cavava l’amico… Doveva essere molto
imbarazzante, per lui. (N.d.A. SADICOOO!!! HI HI
HI!!! ^-^;;;)
“Ma abbiamo anche vinto, nell’ultima
partita…”
“E’ possibile che tutti crediate che io pensi
esclusivamente al calcio??? No, non è per la
partita!” Si voltò di scatto.La sua pazienza era
quasi al limite.
“Ah… E per cosa, allora?”
“Credevo che tu fossi mio amico…” Lo fissò negli
occhi. Uno sguardo arrabbiato, ma soprattutto
deluso, triste.
“Chissà cosa deve aver passato, avrà creduto
che io e la manager…”
“Infatti lo sono!”
“Credevo che gli amici si dicessero tutto… Ma
evidentemente qui le cose le devo scoprire da
me…”
“Cosa stai farneticando? Io non ti nascondo
proprio niente!”
“Ah no? Vi ho visto stamattina… Tu e Patty, a
fare i piccioncini…” Si voltò e rimase di
stucco, vedendo l’altro che rideva sguaiatamente
… “E hai anche il coraggio di ridere?” Se ne
andò, offeso. (^-^)
“Aspetta, Holly!” Non riusciva a contenersi.
“…COLPITO E AFFONDATO!!!”
“Cosa?” Non riusciva a capire. Si fermò per un
attimo, ma poi riprese a camminare. “Questo non
dovevi farmelo…”, sussurrò.
“Fermati.” Era serio, ora.
Lui si fermò, dando comunque le spalle
all’amico.
“Tu non hai capito. Lei stava piangendo, e io la
stavo consolando.”
“Non potevi almeno trovare una scusa più
credibile? E poi noi due ci conosciamo da tanto,
avrebbe potuto benissimo confidarsi con me!"
“Tu saresti al centro del suo mondo, quindi,
secondo te?!”
“Ma cosa stai dicendo? No,… dicevo solo
che…”
“E allora perché sei geloso?”
“Non ho detto di essere geloso, solo… poteva
dirmi che… Mmmmm! Smettila, Tom!” Era
imbarazzato.
“Smettila tu, Holly! A te non poteva dire nulla,
in quel caso.”
“Perché no, scusa? Credevo di essere un amico
anche per lei!”
“Ma allora non capisci! Non ti rendi conto che è
per te che stava piangendo???”
Silenzio.
“Hai capito, ora?”
“No, … Non è possibile! Tu mi stai
mentendo!”
“Oliver, tu sei il mio migliore amico, non
potrei mai rubarti la ragazza a cui vuoi bene…
Perché è così, vero? A me puoi dirlo!”
Il capitano pensò alle parole di Price.
“Hai
ragione. Perdonami.” Finalmente si girò. “Ti
chiedo scusa per aver dubitato di te, ma oggi,
ecco, io… io non ci ho visto più! E poi, si, lei
è molto importante per me! Mi è sempre stata
vicina, e io le voglio troppo bene!”
“Non ti preoccupare! Piuttosto, se è così perché
ti fai tutti questi problemi?” Non rispose.
“Senti, Tom…”
“Si?”
“Perché Patty piangeva? Perché proprio a causa
mia?” La preoccupazione nei suoi occhi era
palese.
“Beh, ecco, io…”
“Devi dirmelo, ti prego!” Gli mise entrambe le
mani sulle spalle, implorandolo.
“Non posso. Facendolo tradirei la sua
fiducia.”
“Ma io ho il diritto di sapere cosa le è
successo… cosa le ho fatto!”
“Lo so… infatti vedrai che presto lo
scoprirai…Devi avere pazienza! Intanto prova a
pensarci. Ci potresti arrivare! Adesso devo
proprio andare! A domani! Ciao ciao!” Se ne andò
correndo, con un sorrisetto ironico stampato in
faccia…
Si era fatto buio, oramai. Holly ritornava a
casa, immerso nei suoi pensieri.
“Allora
è vero? Sarà come penso? La mia migliore amica
ha sofferto per anni a causa mia! Come posso
essere stato così stupido… Mi odio!!! Ma ti
giuro, manager, che da domani le cose
cambieranno!
Non sapeva quanto fosse vicino alla
verità…
Mattina. Le prime luci di un nuovo giorno
filtravano attraverso le tende azzurrine fermate
da due catenine di brillantini colorati. Il
silenzio regnava ancora sovrano quando una
musica iniziò a diffondersi allegra nella
stanza.
“Mmmmm…” La ragazza si rigirò tra le
coperte. “…Possibile che sia già ora di alzarsi…
Ancora un minuto…” Ma la radiosveglia continuava
a svolgere imperterrita il suo compito.
La
cercò invano con la mano, ma dovette per forza
girarsi per spegnerla. “Hmpf! A quest ora
dovrebbero mettere musica più soft!” Si mise a
sedere sul letto con aria assonnata. “Uffa…
ancora un nuovo giorno! In cui sarò obbligata di
nuovo a vederlo… ma io non voglio! Non so quanto
ancora potrò resistere alla sua vicinanza… Però
devo farcela… per forza!” Si alzò e iniziò a
vestirsi, triste.
“Patty, scendi! E’ pronta la colazione!”
“Arrivo!”
-Possibile che debba sempre essere in ritardo?-
Pensò, chiudendo il piccolo cancello. Si voltò
di scatto, pronta a iniziare la corsa verso la
scuola. Ma si bloccò impietrita, per ciò che era
davanti a lei… per CHI era davanti a lei…
“Holly???!”
“Ciao Patty!” Le stava sorridendo… un sorriso…
speciale… -No, sicuramente mi sbaglio, eppure
non sto sognando… non mi era mai venuto a
prendere a casa…-
“Ehi, cos’è quella
faccia? Sono così brutto?” (NdA Bbbbbeeello
luiii!”)
Lei arrossì di colpo. “N-no, è che… non sei mai
venuto e…”
“Già, lo so.” Divenne pensieroso.
“Ah, bene! Ora non posso neanche farti una
sorpresa, eh?!” Fece finta di offendersi,
incrociando le braccia sul petto.
Lo osservò per un momento, poi gli sorrise, un
sorriso dolcissimo. “Dai, stupido, mi ha fatto
piacere!” Si avvicinò e, ridendo, lo prese
sottobraccio. Lui la guardò un attimo stupito,
ma poi le sorrise dolcemente. Lei vide il
sorriso e lo ricambiò, ma appena si accorse di
ciò che aveva fatto arrossì e si staccò.
Proseguirono in silenzio. Il primo a romperlo fu
la manager.
“Hai già pensato agli schemi di allenamento di
oggi?”
“Stop! Bloccati! Almeno per oggi io e te non
dobbiamo parlare di calcio!”
“Come-come??? Cosa ha detto il grande Oliver
Hutton?Come mai questa improvvisa decisione?”
Prese a trotterellargli intorno, prendendolo in
giro.
“Sono sette anni che ne discutiamo, mi sembra
abbastanza! Ma dimmi di te, piuttosto! Come va
la vita?”
“Come al solito…” Divenne pensierosa.
Lui la fissò intensamente “Non è che hai qualche
problema? A me puoi dire tutto, sono sempre
pronto ad ascoltarti!”
Lei non fece in tempo a rispondere che una voce
li interruppe.
“Ecco i due piccioncini!!!”
“Bruce! Sempre il solito, eh?!”
“Per la fortuna di tutti voi, cara! Ma lo sapete
che formate proprio una bella coppietta?”
“Tu parli tanto, eh?! Ma poi basta guardarti di
fronte a Evelyne, non fai altro che balbettare,
CASANOVA!”
“Senti chi parla!”
“Grrrrr! Io ti…”
“Già di prima mattina, dovete iniziare a
litigare, voi due? Forza, è ora di entrare in
classe!” Fece Holly, sconsolato.
Patty era intenta a seguire la lezione, quando
la compagna seduta nel banco davanti a lei le
passò di nascosto un piccolo biglietto,
indicandole con un gesto il capitano. Lei lo
guardò. Aveva le mani giunte, come se la stesse
pregando di aiutarlo. Lesse il biglietto:
“Ti va di mangiare insieme, oggi? Ho un
favore da chiederti. Ti preeegooo! Ci vediamo
sul tetto, ok? Holly”
Gli fece cenno di
sì, e lui sorrise.
Pausa pranzo. Quando la manager arrivò, lui era
già lì ad attenderla.
“Grazie per essere venuta!”
“Figurati. Ma dimmi, qual è il favore? Sono
curiosa!”
“Beh, domani è il compleanno di mia madre. Di
solito era mio padre che se ne occupava, ma ora
è in viaggio, quindi il regalo lo devo comprare
io… e non so nemmeno da che parte cominciare…
Please, help me!!!”
“Troppo inglese ti fa male! Comunque va
benissimo! Andiamo a fare un giro dopo gli
allenamenti, ok?”
“Avevo deciso di dimenticarti, però… se mi
guardi con quegli occhi…”
Allenamento. Due manager stanno stendendo gli
asciugamani a bordo campo.
“…E questo è l’ultimo, Eve!”
“Già. Hei, senpai, tu su quale scommetti?”
“Come?”
“Quale sarà la salvietta che colpirà in pieno
Bruce, oggi?”
Stavano ancora ridendo quando videro una
pallonata dirigersi proprio verso di loro…
“Ecco, ci risiamo!” disse Eve con le lacrime
agli occhi per il troppo ridere.
Ma il pallone fu deviato da una scivolata
provvidenziale… era Oliver!
“Wow! Che riflessi! Grazie capitano!”
“Di niente, Patty! Ti tocca sempre del lavoro
extra per quella frana…” Si voltò verso Bruce
“OH, MIO EROE!” Scherzò questo.
“Piantala, tu, possibile che la tua mira
infallibile ti tradisca così? 10 giri di campo!”
“Ma capitano…”
“Corri, o vuoi che diventino 20?”
“Vado, vado… nessuno mi capisce…”
“Oh povero Bruce!”
“Eve, anche tu?!”
Se ne andò, lasciando i tre a ridere.
Tutti se ne erano andati ormai, tranne Patty,
che stava ancora raccogliendo i palloni.
Holly corse ad aiutarla.
“Ma no, Holly,… sarai stanco, hai appena finito
di giocare…”
“Ti aiuto volentieri, davvero, d’altronde tu lo
fai sempre, con me…”
Si fissarono negli occhi, prima di continuare.
Poi si recarono in città, dove comprarono un
profumo per la madre di lui, e si divertirono
come non avevano mai fatto, forse,
chiacchierando di tante cose, per esempio del
povero Bruce.
“…Certo che anche lui potrebbe
stare più attento… Fra noi manager ormai
facciamo le scommesse su quale fra gli
asciugamani colpirà…”
“Ma dai? Veramente? Cavoli, dobbiamo
organizzarci anche noi della squadra, allora!!!”
Stavano ancora ridendo quando Oliver si sentì
strattonare dalla ragazza, che fissava una
vetrina con aria divertita. Si voltò anche lui.
“Guarda come ti assomiglia!” Stava indicando un
piccolo orsacchiotto di peluche con una
magliettina bianca e azzurra, che teneva tra le
zampe… un pallone da calcio.
“Che cosa dici? Io
sono più bello!”
“Ma non vedi com’è tenero? E poi con quella
palla… e la maglia ha gli stessi colori di
quella vecchia della NewTeam… si, sei proprio
tu! Che carino!”
“Se lo dici tu… però effettivamente ha una
faccia simpatica, te lo concedo!”
“A-ah! Beccato! Sei un essere sensibile anche
tu, allora!”
“… Già. Prima non lo ero, ma ora sto tentando di
diventarlo, ci puoi scommettere” La fissò.
Lei lo imitò, con sguardo interrogativo. Diede
un’ ultima occhiata al pupazzo (che il ragazzo
notò) e dopodiché si rimisero in cammino.
Dopo qualche minuto, lui si fermò
all’improvviso. “Devo ritornare un attimo
indietro! Ti dispiacerebbe aspettarmi qui? Torno
subito!” E corse via.
“Ma cosa…”
“Fidati di me!”
Patty stava iniziando ad innervosirsi, quando
vide Holly correre verso di lei.
“Dunque?”
“Dunque cosa?”
“Beh, cosa dovevi fare di così importante da far
aspettare una ragazza in mezzo alla strada?” Si
finse offesa.
Le mostrò un pacchetto che teneva nascosto
dietro la schiena.
“Mi perdoni se ti dico che questo è un pensiero
per te?”
“Cosa? E perché?Non dovevi…” Arrossì. Quante
cose piacevolmente strane, in un solo giorno… Ma
che cosa stava succedendo?
“Forza, aprilo!”
Lo prese e lo scartò. “Ma è il peluche di prima!
Che bello! Grazie, Holly! Ma si può sapere
perché?”
“Mah… Per avermi aiutato con il regalo per mia
madre… ma soprattutto, visto che mi somiglia,
ogni volta che lo guarderai ti ricorderai di
me…” Abbassò il capo, tentando di non far notare
il rossore sulle guance.
Lei sorrise. “Oliver!”Lo chiamò.
Lui alzò lo sguardo, e lei gli diede un veloce
bacio sulla guancia. “Grazie!” E ripresero il
cammino.
Giunsero davanti a casa di Patricia quando ormai
era sera. Entrambi erano dispiaciuti che quella
favolosa giornata fosse già finita.
“Beh, io
vado! A domani, Patty!”
“Aspetta! Perché non entri a bere una tazza di
tè?”
“Non vorrei disturbare…”
“Oh, non preoccuparti, i miei non ci sono,
tornano tardi!”
“I…i suoi non ci sono?! Glom… Cosa devo fare?
Entro o no? Mio dio… Beh, che c’è di male, in
fondo…”
“Oddio! Non vorrei che pensasse male… io non
volevo certo…”
“Va bene! Solo un minuto, però!”
“Fiuuu! Menomale! Dopotutto non ci avrà neppure
pensato, conoscendo il tipo… Eh Eh!”
“E… e se glielo dicessi ora, quello che provo
per lei? Ma si, è il momento giusto! Nessuno che
ci disturbi, e poi dopo un giorno così bello…
Ok! Fatti forza, vecchio mio, andrà tutto bene!”
(;_; Povero Ollyno… Sapendo ciò che ti aspetta…
piango! Sigh! Snif!)
La ragazza aprì la porta ed entrarono.
“Accomodati pure!” Gli indicò uno dei due divani
del salotto. “Io vado a prendere qualcosa da
bere… ah! Ti va di fare da cavia ai biscotti che
ho preparato ieri sera?”
“Cucini anche i dolci, allora? Non solo i tuoi
fantastici panini…! Certo, non vedo l’ora di
assaggiarli!”
“Non mi prendere in giro! Arrivo subito!” Entrò
in cucina e lui si sedette.
“Sai, Patty…”
“Si?”
“E’ da tanto che ci conosciamo, eppure non sono
mai venuto a casa tua…”
“Già, e io invece… sempre da te a rompere!
Strano che tua madre non mi abbia ancora
cacciato fuori a calci”
“Ma dai, lo sai che non è vero, sei sempre la
benvenuta, da me! Anzi, mia madre mi dice sempre
che tu sei la figlia che non ha mai avuto! Ti
adora!” –E non è l’unica della famiglia…-
“Adesso non mi far arrossire!”
Lui sorrise. “Posso andare a lavarmi le mani,
intanto?”
“Certo, fa pure! Il bagno è di sopra, l’ultima
porta a destra!”
Ripose l’asciugamano e uscì dal bagno.
Percorrendo il corridoio, notò una porta
semi-aperta. Passando, vide una piccola poltrona
su cui sedeva una scimmia di peluche.
“Dev’essere la sua camera! Forse non dovrei, ma…
ehm… sono troppo curioso!!!” (^^;;;) Entrò. La
prima cosa che notò fu il gran numero di
pupazzi. -se lo dicessi a Bruce non smetterebbe
di prenderla in giro per i prossimi 20 anni…!!-
Ma quello che vide subito dopo, guardandosi
intorno, lo lasciò di stucco. Alle pareti, una
marea di foto della NewTeam, sin dal suo primo
Campionato Nazionale, e una che la ritraeva con
Arthur a gli altri mentre faceva il tifo con la
divisa e la bandiera, quando avevano 11 anni.
Sulla scrivania c’erano tre cornici, e tutte
ritraevano solamente lui. Arrossì. Sul comodino,
poi, ancora una sua foto e una con loro due, lei
che gli stringeva il braccio felice e lui con la
coppa di una vittoria al campionato delle scuole
medie. Subito lo stupore si trasformò in una
strana sensazione piacevole, nata dal fatto che
lui contava qualcosa per lei, evidentemente…
Sollevò la cornice, ma una piccola foto scivolò
sul pavimento dal retro di questa. Un bambino.
Chi poteva essere? Non fece tempo a chiederselo,
che dalle scale si levò la voce della ragazza…
“Ehi, Holly! Sei ancora vivo?” Rimise
immediatamente tutto al proprio posto, e uscì
socchiudendo la porta.
-Meglio che non lo venga a sapere…- “Arrivo!”
“Buonissimi!”
“Davvero?! Sono contenta che ti piacciano! E non
sei ancora morto avvelenato!” Rise.
-Da quanto che non ti vedevo ridere così… Sono
contento! Sei così carina quando ridi…Farei
qualunque cosa per te… adesso l’ho capito, e
voglio rimediare a tutto il male che ti ho fatto
passare… Io… devo dirtelo… dirti che ti voglio
bene, che non voglio lasciarti andare, che
vorrei sempre vederti ridere così… Ora o mai
più! Ce la devo fare…-
“Ehi! Ma… c’è qualcosa
che non va?”
-Ecco, per l’ennesima volta sei preoccupata per
me… Ma ora basta!-
“Allora???”
“Eh? No, no, niente!”
“Se lo dici tu…”
“Io… io ti devo dire una cosa”
“Come?... Certo…” -Ma che gli succede? Perché è
così serio… ma anche così affascinante…?-
Si fissarono entrambi, a lungo. Non riuscivano a
staccare lo sguardo uno dall’altra. Restarono
così, in silenzio, finché lui non iniziò.
“Ecco,
io…” Arrossì. Patty lo imitò. Se lo sentiva,
quello che stava per dirle era ciò che per sette
lunghissimi anni aveva sognato. Lo aveva capito
prima, lo aveva letto nei suoi occhi. –Oliver,
lo so quanto è difficile per te solo pensare a
queste cose, ma ti prego, non farmi aspettare
ancora… non so se lo sopporterei…-
“Si?...” sussurrò. Il ragazzo si era voltato
evitando il suo sguardo.
“Non so come dirtelo… sono una frana in queste
cose…” –Ora mi giro, le prendo le mani e le dico
quanto la amo…già, facile a dirsi…” Si girò di
scatto. Lei sorrise.
DLIN- DLON!!!! Il campanello. Entrambi
impiegarono qualche secondo a connettere… il
primo a mostrare qualche segno di vita fu Holly,
che si voltò, per nascondere la rabbia di
un’occasione persa. La ragazza invece chiuse gli
occhi con violenza, e questi diventarono lucidi…
“E’ tutta la vita che aspetto questo momento… e
uno stupidissimo campanello rovina tutto… non è
possibile, non ci credo… e non posso nemmeno
permettermi di restare qui imbambolata e
rifiutarmi di aprire… chissà lui cosa
penserebbe…”
“Scusami… vado ad aprire… non so chi possa
essere, magari sono i miei…” mormorò prima di
correre verso l’ingresso con serie intenzioni
omicide nei confronti del guastafeste…
Lui la seguì con lo sguardo fino a quando aprì
la porta. Non vide chi era, ma solamente lei
impallidire portando una mano davanti alla
bocca. Si alzò preoccupato per raggiungerla, ma
si bloccò quando sentì una voce maschile che
doveva appartenere a una persona della loro età…
“Pat!!!”
Lei gli saltò subito al collo… “Patrick!!!!!!”
Lui ricambiò l’abbraccio.
Oliver si era alzato, ed aveva assistito alla
scena sbigottito. La Patty che conosceva era
troppo timida per simili atteggiamenti… e che
espressione felice aveva…chi era poi quel
ragazzo dai tratti occidentali? Di certo non era
un suo parente… purtroppo. Ma… ne era quasi
certo: era il bambino della foto di Patty!
Il giovane si staccò leggermente da lei “Ehi tu,
cosa fai? Piangi? Vabbè che sono troppo bello,
però…”
“Stupido!” Disse la ragazza asciugandosi le
lacrime “No, è che sono 8 anni che non ci
vediamo… Che bello rivederti…”
“Ehi, dove è finito il mio piccolo maschiaccio?
Sei ancora più carina!”
“Beh… grazie! Tu non sei cambiato molto, ma devo
ammetterlo, ti trovo molto bene! Senti, ma che
cosa ci fai in Giappone?”
“Mio padre è qui per affari e l’ho seguito…sono
in albergo e ho pensato di venire a trovarti, mi
avevi dato il tuo indirizzo…”
“Bene! Ops, sono la solita maleducata… entra,
dai!”
“Ah, era ora!”
“Scemo!”
“Ora ti riconosco!”
Gli indicò il salotto, dove trovarono Holly.
“Vedo che sei in compagnia… ho per caso
disturbato qualcosa? Non mi presenti il tuo
ragazzo?”
“Ma cosa stai dicendo? No, lui è un mio amico…
Patrick… lui è Holly… Holly… Patrick!”
“Ciao! Piacere di conoscerti!”
“Uhm! Holly… aspetta! Tu devi essere il famoso
Oliver Hutton! Pat mi ha scritto spesso di te!
Piacere mio!”
Gli strinse la mano con entusiasmo, che si
tramutò poi in una stretta che a Oliver sembrò
significare una sfida… ormai era in grado di
riconoscerla dopo tutti quegli anni di
competizioni calcistiche…
Patty intanto era arrossita, quella strana
atmosfera creatasi la metteva stranamente a
disagio… “Sai, Holly, lui è un mio caro amico di
quando vivevo a Londra, prima di venire a
Fujisawa… lo conosce anche Amy… Poi, quando sono
partita, ci siamo scritti fino a qualche anno
fa…”
“Dì pure che eravamo praticamente fidanzati,
cara…”
“Il solito presuntuoso! Non è affatto vero!”
“Ah si?! Eh eh!” Oliver cercava di non dare a
vedere la gelosia che provava in quel momento…
ma sapeva che non avrebbe resistito a lungo…
“Beh, ora è meglio che vada… è tardi, e poi
avrete un mucchio di cose da raccontarvi… Patty,
ci vediamo domani!”
“Aspetta! Ti accompagno all’uscita!”
Aperta la porta, lui stava per uscire quando la
ragazza gli prese una mano. “Holly!”
Lui si girò. “Si?”
Lei gli scoccò un bacio sulla guancia,
arrossendo. “Grazie di tutto, per oggi!”
Le sorrise e le strinse la mano. “Grazie a te. A
domani!” Se ne andò.
“A domani…” lo fissò finché non scomparve dalla
sua vista, prima di rientrare. Ritrovò l’amico
che la aspettava ancora seduto in salotto.
“Ancora cotta di lui, vero?”
“Si, ma…”
“Dai, nelle tue lettere non parlavi d’altro… Ma
non ti sei ancora stancata?”