Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: DarknessIBecame    19/06/2011    3 recensioni
Eeee....deccomiqqua. Finalmente, dopo tanto aver ciarlato sulla mia nascosta passione, arrivo al dunque. Tre capitoli, già pronti, che andranno dalla puntata 2x19 "Rumors" fino al dopo Prom. Lo so che probabilmente dopo la puntata delle Nazionali avrete il Samcedes in testa, ma promettetemi di leggere questi capitoli, se ne avrete voglia, senza troppi pregiudizi. =P Inizio con un rating Giallo, ma non arriverò al rosso, tranquilli.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rachel Berry, Sam Evans
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II capitolo

II° capitolo

Era una bella sensazione, avere qualcuno accanto. Qualche volta c’era Noah, che si offriva di consolarmi, ma spesso aveva secondi fini. Sapevo che era un bravo ragazzo, e mi piaceva, ma quando Rachel Berry ha bisogno di una spalla su cui piangere, deve essere ascoltata, coccolata…neanche Kurt o Mercedes riuscivano a darmi una mano, in quei momenti. Quindi vedere Sam, insicuro, sulla mia porta, fu un’esperienza strana. Sebbene già da una settimana o due ci vedessimo spesso, avevo lasciato che lui si adeguasse ai nuovi ritmi, cercando comunque di indirizzarlo nel migliore dei modi. Ok, forse a volte mi facevo prendere un po’ la mano, ma lo facevo per il suo bene. Era troppo tenero, per non sentire il bisogno di aiutarlo. Quelle guance piene, gli occhioni azzurri nascosti da quel ciuffo ribelle, le labbra enormi che assumevano sempre quel broncio adorabile, se qualcuno lo prendeva in giro. Perché come me, Sam sembrava fatto apposta per attirare gli scherzi altrui. Soprattutto quelli delle sue ex. Santana mi faceva letteralmente ribollire di rabbia. Trouthy mouth? Insomma, quella ragazza non aveva rispetto. Da quando l’avevo visto piangere, quel giorno al motel, avevo capito che volevo proteggerlo. Istinto materno? Forse. Non mi interessava. E lui mi fece entrare nella sua vita. Per quale motivo, non riuscivo a capirlo, ma adesso avevo carta bianca. E dovevo essere accorta. Era in una situazione difficile, emotivamente sotto pressione. Solitamente avrei sguazzato nel suo dramma, esageratamente melodrammatica, avrei cercato di farlo parlare, per poi vantarmi del mio quasi perfetto ruolo da psicologa del gruppo, ma…quella volta non lo feci. Ero abbastanza sensibile da capire che aveva bisogno dei suoi spazi, e glieli diedi, per quanto il mio desiderio di avere pieno controllo di quanto mi accade intorno fosse deciso a tornare in superficie. Avere un carattere forte, e sfaccettato come il mio, non sempre risulta una buona cosa. Significa che ogni sfaccettatura ha bisogno di vincere sulle altre. Per questo faticavo a trovare il giusto equilibrio.
Lo guardai intensamente, quasi sfidandolo ad avvicinarsi. Ero in piena crisi isterica, avevo appena rotto la mia tazza preferita, quella con sopra Tweety e Silvestro, perché alla millesima prova per la canzone da cantare al Prom, ancora non riuscivo a sentirla perfetta. Senza piangere, sobbalzavo per i singhiozzi atoni che scuotevano il mio corpo. Una crisi di pianto silenziosa, una delle peggiori. Mi avrebbe lasciato un bel mal di testa. Il biondino, dopo un’iniziale ritrosia, si avvicinò comunque, ed io sentii il letto piegarsi un po’ sotto il suo peso. Mi afferrò delicatamente per le spalle e mi diede asilo sul suo petto. Da quando i ruoli erano cambiati? Non avrebbe dovuto essere lui quello da consolare? Respirai più e più volte a fondo, a volte emettendo anche buffi versetti. Lo sentivo sorridere sui miei capelli, ed improvvisamente sentii che anche le mie labbra si piegavano all’insù. Senza aver detto una sola parola. Senza piagnistei, lamentele, scenate, cinque minuti e tutto stava tornando alla normalità. Ancora in silenzio mi staccai, senza guardarlo e mi distesi sul letto, a pancia in su. Lo tirai per la manica della maglia e lo feci stendere di fianco a me. Sempre senza guardarlo. Sentivo i suoi occhi sul mio volto, cercare qualcosa che evidentemente non trovarono. Quindi, di buon grado, mi seguì ed appoggiò la testa sul mio stesso cuscino.
-Non dovresti pensare ancora a lui, sai? Quella canzone è tutta una farsa, Rach.- quasi sobbalzai al sentire la sua voce. Forse perché mi aveva colpita nel vivo. Ero stata scoperta.
- Devi allontanarlo dalla tua mente. Alìm.- a questo punto non potei fare altro che voltarmi e guardarlo con un sopracciglio inarcato.
-Alìm?- sospirai, praticamente ad un centimetro dal suo naso, visto che anche lui era voltato verso di me. Seguendo un impulso automatico scostai il solito ciuffo ribelle dalla fronte. Non sapevo come facesse a vederci, se aveva sempre i capelli penzoloni davanti agli occhi. Il suo volto si illuminò in un sorriso dolcissimo.
-Ti ho distratta.- buttò fuori, sembrava piuttosto soddisfatto. Io invece rimanevo perplessa, tanto che ripetei di nuovo la stessa parola, cercando di dargli la medesima intonazione che avevo sentito da lui. Sam annuì, avvicinandosi col corpo. Mi passò un braccio sotto la vita, ed io, istintivamente, alzai il bacino per facilitarlo. Sembravamo due amici di vecchia data, e questo mi faceva sentire bene. Per questo lo assecondavo. Mi voltai su un fianco, posando un braccio sul suo petto e cercando di guardarlo, anche se riuscivo a vedere solo il suo mento, mentre lui fissava le stelline fosforescenti che da piccina avevo preteso di attaccare al soffitto della camera.
-E’ Na’vi. Vuol dire “molto lontano”. Penso proprio che tu debba lasciare che Finn si faccia gli affari suoi. Devi pensare che è lui a perderci.- lo disse con un tono quasi sconsolato. Che si ripetesse le stesse cose, quando pensava a Quinn? Eravamo sulla stessa barca. Smisi di guardarlo, posando il capo sul suo costato ed allungando il braccio, lasciato morbido, cercando con disinvoltura di abbracciarlo. Non era solo.
-Parlami del Na’vi. E’ preso da Avatar, vero? Come fai a ricordarti le parole?- cercai di intavolare un discorso che lo tenesse, e mi tenesse, lontano dal pensiero della coppia che tanto ci irritava sapere unita. Ascoltare la sua voce pacata era piacevole, e vedere quanta passione aveva per quella strana lingua inventata mi fece sorridere.
-Sai che il Na’vi ha sette vocali? Sette! James Cameron e Paul Frommer sono degli autentici geni! Sono riusciti a creare addirittura un vocabolario di mille parole!- sentivo che anche lui si stava rilassando, e capivo perfettamente cosa provava. Potersi esprimere con tranquillità, senza essere giudicati, era qualcosa di veramente liberatorio. Annuii convinta, strusciando la guancia sul suo petto, così che potesse capirlo anche se non mi guardava. Cominciò a giocare con una ciocca di capelli, perdendosi a spiegarmi varie espressioni colloquiali di questo popolo inventato. Poi passò alle imitazioni e mi ritrovai a ridere come una sciocca, alzandomi sui gomiti per poterlo osservare meglio.
-Sei buffo, Sam. Ma in senso buono.- mi affrettai ad aggiungere, sperando di non averlo offeso. Forse era troppo tardi. Quel volto da angioletto si rabbuiò, e gli occhi si serrarono stretti, così come le labbra. Mi misi in ginocchio, poggiando il sedere sui talloni e gesticolando in fretta.
-Mi dispiace, non volevo! Insomma, per me buffo ha una connotazione positiva! L’importanza di una risata nella vita è riconosciuta da tutti e tu mi stai facendo ridere, ma…- mi bloccai, quando lo vidi mettersi seduto e riaprire gli occhi. Mi prese le mani, ancora bloccate in aria, e mi sorrise amaro.
-Ti andrebbe di baciarmi Rach? Non pensare male. Sei davvero molto bella, e simpatica. Ma non voglio che ci veda niente di romantico. E’ solo che…vorrei finalmente baciare qualcuno che non si fa beffe di me…- accompagnò le mie mani, nelle sue, sul mio grembo, mentre mi osservava attentamente. Ero spiazzata dalle sue parole. Non provavo niente per lui, non mi sembrava, almeno, quindi che ci sarebbe stato di male, in un semplice, piccolo bacio? La mia mente era libera di fantasticare quanto voleva, ma sapeva che non avevo ancora dimenticato Finn. Mi affrettai a richiudere la bocca, quando sentii che la mascella cominciava a farmi male per la prolungata posizione presa.
-Sei sicuro? Voglio dire, sono lusingata, ma forse dovresti aspettare la giusta ragazza…- strinsi le mani tra le sue, premendo i pollici sul loro dorso. Lui scosse il capo, ed i capelli ricaddero sulla fronte.
-Se devo fidarmi del mio istinto, tutte le fidanzate che avrò saranno sempre bellissime ragazze, troppo prese dalla loro immagine. Mi vedono tutte come il belloccio e stupido di turno, quindi si sbrigano tutte a tapparmi la bocca, così che possa fare da fidanzato trofeo al loro fianco. Questa…questa mi sembra l’occasione migliore. Ma se non vuoi…- non seppi resistere oltre, le sue parole mi portavano alla mente tanta malinconia che seppi cosa fare. Sciolsi l’intreccio delle nostre dita per portarle ai lati del suo viso. Gli sorrisi timida, sperando che capisse, che non vedesse altro che amicizia, in quel nostro gesto. Lo attirai verso di me sempre fissandolo negli occhi. Mantenere il contatto visivo era importante. Gli posai le labbra sulla guancia, vicina alla bocca, senza essere troppo invadente. Poi gli baciai la punta del naso, gli occhi, l’altra guancia. Come altro potevo baciarlo? Non osavo pensare a qualcosa di diverso. Lo sentii mugugnare qualcosa, mentre girava il volto e posava la sua bocca sulla mia. Era morbidissima e fresca. Sapeva del burro cacao che gli avevo regalato, vaniglia. Istintivamente il mio sorriso si aprì di più sulle sue labbra, e per qualche impensabile motive lui approfondì il bacio, quasi con foga. All’inizio cercai di non rispondere, ma le sue mani ormai erano sulla mia schiena, tra i miei capelli, ed era qualcosa di così diverso dai baci ricevuti fino a quel momento…Sam era tenero anche quando cercava di risultare brusco. Per questo mi lasciai andare. Volevo aspettare che fosse lui a rompere il contatto, così piacevole. Continuavo ad accarezzargli il volto, anche ad occhi chiusi, e spostai i capelli che mi solleticavano il naso. Il ragazzo ci sapeva fare con i baci. Io ne sapevo qualcosa, in tutta la vita avevo fatto solo e sempre quello. Si staccò finalmente da me, tenendo gli occhi fermamente chiusi, e per qualche attimo pensai che magari voleva trattenere l’immagine di Quinn, o Santana nella sua mente. Io avevo fatto lo stesso con Noah, tanto tempo prima, no? Magari mi fece un po’ male, ma non lo diedi a vedere. Quella era una gentilezza che volevo fargli. Mi distesi nuovamente sul letto, ma questa volta mi voltai su un fianco per dargli le spalle. Avvicinai le gambe al busto e le cinsi con le braccia, poi con disinvoltura parlai di nuovo.
-Di sotto, accanto alla tv, c’è un dvd che potrebbe piacerti. Prendilo e portalo qui, se non hai voglia di studiare. Possiamo vederlo. O puoi vederlo di sotto, io rimango qui ancora un po’.- ecco, adesso gli avevo dato anche la scusa per allontanarsi, magari si sentiva in imbarazzo. Sentii il letto riprendere la solita forma, quando lui si alzò, e lo sentii scendere velocemente le scale. Cominciai a canticchiare, mentre i minuti passavano, cercando di tenere la mente occupata e ben lontana da quel bacio. Non avevo pensato a Finn, in quel momento. Avevo chiuso gli occhi e mi ero lasciata trascinare, e ne ero stata anche contenta. Infondo eravamo due ragazzi liberi, feriti ed in cerca di un sostegno. Potevamo anche trovarci bene insieme, no? Non mi accorsi praticamente di niente. Lui si sedette nuovamente accanto a me, mi si sdraiò di fianco e premette play sul telecomando. Dalla tv partì un suono familiare, ed io sbattei velocemente le ciglia, fissando lo schermo confusa e poi voltandomi di poco verso lui. Il suo bel viso era rivolto allo schermo, serio serio. Senza dire niente, mi voltai di nuovo. Mi concentrai sul film, Avatar ovviamente, perché era la prima volta che lo vedevo e dovevo ammettere che non era poi così male. Aveva dei colori vividi, ed una storia particolare di fondo. Stavo per voltarmi a dirglielo, quando lo sentii voltarsi ed abbracciarmi da dietro. Posò la testa sulla mia spalla e rimase così, a seguire la storia. Sorrisi. Ancora una volta aveva trovato il modo di farmi stare zitta.

Ok, invece di pubblicarlo sabato prossimo (il giorno del mio compleanno, se proprio volete saperlo, ho deciso di pubblicarlo prima. Questa storiella è già pronta, perché non approfittarne? Ringrazio chi ha commentato e letto il precedente capitolo, non pensavo neanche di arrivare a tanto. Mi immaginavo già la FF che cadeva nel dimenticatoio. XD Troppo melodrammatica? Lo so, ma questo è un capitolo POV Rachel. Capitemi.
Mi scuso per eventuali orrori di ortografia o battitura.

BascioCascio
Vevve

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: DarknessIBecame