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Autore: _Elizabeth_    20/06/2011    2 recensioni
" Elizabeth fin da quand'era piccolissima ha sempre avuto un grande,grandissimo sogno nel cassetto:diventare medico. Per questo ha sempre cercato di studiare e di fare del suo meglio a scuola. E' dolce,modesta,gentile e non perde quasi mai la pazienza. Inoltre,è più testarda di un mulo: se vuole fare o avere qualcosa,deve realizzare per forza il suo obiettivo,ad OGNI costo. E' una ragazza molto molto insicura,ha molto poca autostima e crede che il suo sia un sogno destinato a stare chiuso in un cassetto a riempirsi di polvere x sempre. Nonostante tutti questi brutti pensieri che ha,riesce a entrare ad Harvard e a laurearsi a pieni voti e lode in Medicina. "(cit. dal Prologo)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER THIRTEEN

 

Sorrise. Si alzò dalla sedia e chiamò Emma dicendole che si trattava di un’emergenza. Poi andò in sala prelievi e prese un laccio emostatico e una siringa.  Li appoggiò su un tavolino che era nella stanza e si sedette sul lettino,aspettando che Emma la raggiungesse.
Quando arrivò chiese:
-Elizabeth,che succede? Stai male? Qual è l’emergenza?
- Come sta Isabel?
-Il cuore ha ripreso a battere e la dottoressa Brenner è riuscita a fermare l’emorragia. Stanno finendo di suturare le incisioni. Fra un po’ la riportano in camera.
-Oh,grazie al Cielo- tirò un sospiro di sollievo- Grazie al Cielo.
-Per fortuna è finito tutto bene. Qual è l’emergenza?
- Mi serve un piccolo favore. Non posso farlo da sola.
-Che favore? Chiedi pure.
Elizabeth si scoprì un braccio.
-Ho bisogno di un emocromo.
- A che ti serve?- Emma si stava cominciando a preoccupare- Stai male? Dove ti fa male? Chi ti ha chiesto di fare quest’esame?
-Hey,stai calma- Elizabeth le fece bere un po’ d’acqua- Non sto male. Voglio solo fare questo controllo,è tutto qui.
-Meno male.-legò il laccio emostatico intorno al braccio di Elizabeth - Sei pronta?
- Sì
-Ok- cercò la vena giusta e,una volta che l’ebbe trovata,vi introdusse l’ago,prelevò un campione di sangue e lo mise in una provetta- Lo porto subito in laboratorio. Appena avrò finito di medicarti,ovviamente-le slegò il laccio emostatico  e le mise dell’ovatta e un cerotto sulla ferita- Come va?
-Benissimo.  Ti ho chiesto di farmi questo prelievo solo perché volevo fare un controllo- sorrise- Sto benissimo,credimi. Torna da Isabel. Ci penso io a portare il campione in laboratorio.
-Va bene. Quando le analisi saranno pronte,ti avviseranno.
- Emma…
-Sì?
- Grazie mille. Per il prelievo e per tutto il resto. Non ce la farei a sopportare tutto questo se tu mi stessi accanto. Sei una ragazza speciale e io sono fortunatissima ad averti come amica.
- Non mi devi ringraziare,lo sai. Anche tu sei speciale per me e io farei questo e altro per la mia migliore amica-si abbracciarono- Torno da Isabel. Ci pensi tu a quella provetta?
-Sì,te l’ho già detto. Ci penso io.
Elizabeth aspettò che  Emma fosse uscita dalla stanza e poi andò a continuare la ricerca,sperando che le analisi  rendessero possibile fare quello che aveva in mente. Continuò a cercare per un intero pomeriggio. Verso le dieci di sera,il suo cercapersone suonò:le analisi erano pronte. Lei lasciò tutto come stava,prese le ultime analisi di Isabel e corse a ritirarle. Ritirò la busta,fece un paio di respiri profondi,contò fino a tre e poi la aprì. Lesse il foglio e poi lo confrontò con le analisi della nipotina.  Finito il confronto, corse a casa e prenotò un volo per Los Angeles che partiva la mattina seguente. Poi preparò le valigie mettendoci dentro  le prime cose che le capitavano sotto mano e una bustina trasparente con dentro una copia di tutte le analisi( sia le sue che quelle di Isabel). Una volta sistemata questa faccenda, tornò in ospedale. Si diresse verso la stanza di Isabel e,dopo aver aspettato qualche minuto sulla porta,vi entrò,in punta di piedi.  Si accorse che,stranamente, Isabel era sola,come lei sperava che fosse. Stava dormendo come un angioletto.
-Eleanor  e James adesso stanno parlando con Charlotte,ci scommetto-pensò- Per fortuna non sono qui. Non sono in grado di affrontarli,in questo momento mi staranno odiando.-un paio di lacrime le velarono gli occhi e lei non fece  nulla per impedire loro di scenderle lungo le guance. Aveva bisogno di scoppiare in un bel pianto, credeva che solo così si sarebbe sentita meglio. Prese la mano a Isabel e gliela strinse per l’ennesima volta.
- Mi dispiace tantissimo per quello che hai dovuto sopportare,tesoro mio. Mi dispiace davvero tanto. E’ stata tutta colpa mia.-le disse,continuando a singhiozzare- Ma adesso ti sta curando una dottoressa più brava di me che non commetterà i miei stessi errori-continuò a singhiozzare- Però anch’io ti posso dare un piccolo aiuto. Sei molto coraggiosa, piccola mia. Per favore,cerca di tenere duro per un altro po’ di tempo. Se tutto va bene,fra qualche giorno starai molto meglio.-la abbracciò forte,facendo molta attenzione a non svegliarla- Ti voglio un sacco di bene,Izzie - la baciò sulla guancia,con molta delicatezza- E te ne vorrò sempre,non dimenticarlo mai.-  le sussurrò,dirigendosi verso la porta- Ci rivedremo presto,tesoro. Te lo prometto.-e uscì dalla stanza.

  
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